sabato 10 Maggio 2025

Quando l’allevatore è serio

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di MARCO DUREGON – Tante volte in questo sito si è parlato di quale sia il valore del lavoro di un allevatore, ci si è interrogati su comprare o adottare, si sono fatti i conti in tasca agli altri, si è cercato più e più volte di spiegare perché un cucciolo ha quel prezzo e così via.
Ho conosciuto il Sito dopo l’acquisto di due rottweiler presi in allevamento con tanto di pedigree e ho avuto le mie prime difficoltà con gli educatori.
Cambia uno, passa all’altro, finché ho trovato quello giusto, il quale mi ha aiutato a risolvere i miei problemi di gestione di due cani non proprio facili.

E qui mi è presa la voglia di fare sport; solo che tra la femmina, alla quale abbiamo dovuto estrarre un dente, e il maschio che è finito sotto una macchina (è vivo, zoppo ma vivo e in salute), di due cani non ne ho uno con cui possa fare IPO.
Pazienza, mi limiterò a fare ciò che possono.
Nel frattempo nasce una cucciolata da un allevamento che da un po’ seguivo (non ero molto soddisfatto del primo a cui mi sono rivolto), soprattutto perché sono pochi gli allevamenti di rottweiler dove applicano la stimolazione sensoriale precoce e, confrontandomi col mio educatore sull’argomento, mi ero convinto che il mio prossimo cane avrebbe dovuto avere un imprinting di quel tipo.
Vedo le prime femmine che se ne vanno, e l’idea del maschio comincia a prendere piede per poi puntualmente dissolversi durante la valutazione oggettiva della stessa. Vero che lo spazio non mi manca, ma due cani di grossa taglia sono impegnativi già di loro; se ci aggiungiamo veterinari, interventi chirurgici e quant’altro… insomma, mia moglie diceva di no.

Passa il tempo, l’allevatore non trova chi possa valorizzare quel maschio come era nei programmi dell’allevamento e lui rimane lì.
Senza entrare nei dettagli di chi, cosa e come, mi decido e dopo un contatto telefonico con l’allevamento decido di andare a vedere il cane che, nel frattempo aveva già più di un anno.
Parto munito di trasportino e moglie.
Il primo impatto è stato a dir poco disarmante: il cane non mi considera di striscio, ma si mette subito a giocare con mia moglie la quale, a dire il vero, non gradisce la tanta, ma veramente tanta, esuberanza del soggetto in questione, tanto da dirmi “io questo non lo voglio”.
Io invece quel modo di giocare, deciso ma allo stesso tempo rispettoso, energico ma sempre misurato, lo adoravo.

Inizia la fase difficile, bisogna decidere, non posso monopolizzare la giornata dei due allevatori. Non chiedetemi cosa mi ha chiesto in cambio mia moglie o come ho fatto a convincerla, ma ce l’ho fatta.
Posso dire che la differenza di un lavoro ben fatto da parte dell’allevatore si vede eccome.
Mi sono ritrovato tra le mani un cane che oltre ad essere sano (non che gli altri due non lo siano, sia chiaro) ha un carattere meraviglioso.
Irruento nel farmi le feste quando mi vede e non importa che siano passate ore, giorni o anche minuti; il suo modo di “salutarmi” e darmi il benvenuto è sempre lo stesso. Ma altrettanto rispettoso: non ha mai cercato di prevaricarmi sulla ciotola, per esempio.
È un soggetto diffidente verso gli estranei, ma mai pauroso. La sua voglia di giocare è inesauribile e questo aiuta molto nell’addestramento.
Lo si può lavorare sia col cibo che col gioco (aspetto non da poco durante la preparazione sportiva).
Nel morso va sempre deciso, “a bocca piena” come si dice in gergo, e non ha una eccessiva possessività.

Ora, non so dire quanto abbia inciso la stimolazione sensoriale, quanto la selezione e quanto il lavoro fatto dall’allevatore durante l’anno di vita del cucciolone, o quanto sarei stato io capace di “rovinare” prendendolo a 2 o 3 mesi di vita.
Quel che mi preme sottolineare è che quando un allevamento è serio e lavora bene con i propri soggetti, li alleva e li cresce in un ambiente familiare e sicuro senza far subire loro traumi, si preoccupa di consegnarli a proprietari capaci di coglierne gli aspetti positivi e possibilmente valorizzare queste doti, ecco che il binomio che si viene a creare è una cosa meravigliosa.
Quindi, tornando alla premessa, il mio pensiero è che ci si dimentica in fretta dei 5 o 600 € spesi in più all’inizio, ma ci si ricorderà per sempre dei pochi euro spesi male durante la vita del nostro amico peloso.

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3 Commenti

  1. in attesa che la moglie ci riscriva “la storia secondo lei” , posso dire 2 cose: la prima complimenti per l’impegno col quale porti avanti la vita di questi tre cani, la seconda bisogna riflettere sul fatto che non sempre il cucciolo ultimo rimasto corrisponde alla scelta meno pregiata. Come sempre dipende dalla serietà e correttezza dell’allevamento, e noi sappiamo bene quanto l’allevamento in questione lo sia!

  2. a completamento dell’articolo, mi preme sottolieneare come per lui fosse la prima volta sulla scala mobile, così come per la toelettatura.
    Quanto alla seconda foto, beh, che dire? Se non lo coccoli tu, viene a farsi coccolare lui

  3. Ho appena comprato una Amstaff non l ho ancora a casa manca poco la mia allevatrice e fantastica fa subito il senso puppy e io la mia cucciola la vedo una volta la settimana ma già dal primo momento abbiamo avuto l imprinting e stato fantastico era già gelosa di me nonostante avesse solo 16giorni e come sente dire ” no” secco si accuccia e non si muove più, questo sono le basi che già le sta insegnando la mia allevatrice …
    Amstaff tanti mi hanno detto che è un cane dal carattere difficile ma non è vero lei suoi ne ha 15 uno più fantastico dell altro .

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