di PATRIZIA RODINO – La beatitudine descritta in conclusione del precedente articolo non ha vita lunghissima perché verso le tre di notte, appena avvertiamo (ai neo proprietari di cani crescono le antenne radar come ai neogenitori?) che il quadrupede con le pieghe è sveglio ci precipitiamo a portarlo fuori… e va così quasi per tutta la settimana. Addirittura per evitare la formazione di laghetti notturni mio marito è arrivato a mettere la sveglia (in caso di mal funzionamento del radar!).
Abbiamo fatto bene, abbiamo fatto male?
Perchè Pascal neppure si sogna di avvertirci che deve fare pipì e l’unico modo per evitare che espleti in casa è tentare di anticiparlo e noi così agiamo: nel cuore della notte, facendo strabuzzare gli occhi a qualche giovane vicino nottambulo che torna da serate di movida estiva, noi siamo lì a girare attorno al caseggiato, modello zombie, con un piscione al seguito.
A riguardo arriva qualche consiglio, che in verità giudico sensato: se gli si dà l’abitudine che anche alle due di notte è lecito uscire e passeggiare è un attimo che l’abitudine si consolidi… e allora siamo fritti! Meglio mettere una traversina in casa e se ha necessità di notte userà quella!
All’interno della coppia i pareri divergono. Mio marito, che si è preso una settimana di ferie (perchè “il cane è il vostro, ve ne occupate voi, io al massimo gli faccio due coccole ogni tanto!” in un battibaleno è diventato “ma non vorrete mica occuparvene solo voi?!!”) è disposto a tutto per evitare i suddetti laghetti e lo vedo (intravedo, a dire la verità) di notte tutto arzillo e felice che chiama Pascal indirizzandolo verso la porta e l’ascensore.
Io che sono lungimirante e so che una settimana di ferie passa presto temo di ritrovarmi con Pascal che pretende questi break notturni per sempre… e preferirei di gran lunga un po’ di pipì sulla traversina… o al peggio sui tappeti dei 2 bagni.
C’è però da puntualizzare una cosa: Pascal non la fa su tappeti o traversine quando gli scappa ma la fa lì non appena li vede, crediamo anzi che per lui sia quasi una questione d’onore: se mi hanno messo una traversina o un tappeto a disposizione la devo far subito, anche se sono appena tornato da fuori… piuttosto mi spremo ma la devo fare!
Come fargli capire che è solo per le emergenze? Inoltre, non so se sia prerogativa della razza o è semplicemente il carattere del nostro beneamato, ma lui non si sogna di dare segnali forti e chiari sull’urgenza dei suoi bisogni fisiologici neppure adesso.
Che sia un po’ snob e ritenga disdicevole, poco fine, “parlare” di certi argomenti?
Ciò che lui vorrebbe è che noi cogliessimo le sfumature del suo comportamento e che le interpretassimo come si conviene: i suoi sguardi, un (uno, mica due o tre!) passaggio fatto con nonchalance davanti alla porta di casa, oppure un (sempre e solo uno!) leggerissimo, impercettibile lamento o se proprio siamo “de coccio” un’annusatina al pavimento… che se annusa davanti a te okay, ma se tu sei in camera da letto e lui la fa nel soggiorno come che fare? Intercettare il suono delle narici che annusano? Per lui questi sono tutti segni eloquentissimi, praticamente una scritta al neon in caratteri cubitali: MI SCAPPA!!!! Per lui, appunto…
Noi, tutta la famiglia, ce la siamo sempre tirata da persone sensibili ma Pascal ci ha fatto parecchio ridimensionare perché cogliere e poi decifrare correttamente i segnali che ci manda è una parola. A volte mi chiedo se siamo alla sua altezza… spero che comunque apprezzi l’impegno che ci mettiamo!!!
La questione pipì alla fine la risolviamo così: nessuna traversina, nessun tappeto, nessun luogo dove lui si senta “invitato” ma neppure nessuna uscita notturna, tanto meno su nostra iniziativa, per prevenirlo. E quello che succede è questo: al mattino, non sempre, troviamo qualche formazione lacustre nelle zone meno vissute della casa.
Quelle che secondo noi lui percepisce come più esterne, ad esempio la veranda. E di giorno pure. Se non siamo abbastanza in gamba con la lettura dei suoi segnali, capita che gli scappi… ma anche lui non è pienamente soddisfatto della location e così nel giro di poco tempo cerca di trattenersi, capisce che con noi ci vuole pazienza, che la telepatia non ci appartiene ancora e quindi deve venirci incontro posticipando le sue necessità o concedendoci due passaggi davanti alla porta di casa invece di uno. Quanta generosità!
Ma non vorrei che chi legge avesse l’impressione che le priorità della nostra famiglia, relativamente a Pascal, siano tutte incentrate su cacca e pipì.
Se è vero che a livello pratico è con queste che all’inizio ti devi principalmente misurare, ci sono però altri aspetti, più prettamente educativi, che necessitano impegno e attenzione. Ce ne occuperemo nella prossima puntata…
C’è però una precisazione importante da fare, credo, per chi sta accarezzando l’idea di accogliere, per la prima volta, un cucciolo in casa e che riguarda la gestione del cucciolo in tutti i suoi vari aspetti pratici e meno pratici: le corse fuori, i primi insegnamenti impartiti, la preparazione dei pasti… è vero che richiedono tempo ed energia ma è anche vero (e se ve lo dice una pigrona par mio potete crederci!) che regalano anche tanta dolcezza e divertimento. E come sempre quando stai facendo qualcosa che ti piace e ti gratifica la fatica quasi non si avverte, scopri risorse che non sapevi di avere. Soprattutto se hai la fortuna di poter condividere questa esperienza con altre persone, se hai uno spirito minimamente incline al soffermarsi sugli aspetti buffi e teneri della vita, se usi l’autoironia più frequentemente del cucchiaio… allora è veramente il massimo.
Credo ad esempio che ricorderò tutta la vita le strampalate chiacchierate fatte con figli e/o marito (dipende con chi capitavo in turno) alle due di notte sotto casa.
Ma torniamo a noi… col fatto che prima dell’ultimo richiamo vaccinale, fissato 10 giorni dopo l’ingresso di Pascal a casa nostra, ci è stato raccomandato di ridurre al minimo le uscite del quadrupede e soprattutto il contatto con altri animali per evitare il rischio di contrarre malattie, la socializzazione o anche semplicemente la visione del mondo esterno, risultano davvero limitate. Giusto lo spazio sotto casa e qualche vicino di passaggio abbiamo l’occasione di vedere, oltre a mio padre che viene a cenare da noi ogni sera e un paio di amici coi figli che, opportunamente sterilizzati (scherzo… ma mica tanto) hanno avuto il permesso di venire a conoscere il nuovo arrivato.
Questo ci preoccupa perché sappiamo che il periodo sensibile affinché una corretta socializzazione renda il nostro cucciolo un cane sereno ed equilibrato è proprio questo e per di più lui ci appare molto ma molto diffidente e timoroso nei confronti di tutti i bipedi che incontra (esclusi noi 4): ringhia, a volte abbia, e si ritrae puntualmente, anche se il soggetto in questione non tenta alcun approccio. Persino con mio padre: ci ha impiegato 5 giorni ad accettarlo. Sembra quasi voglia già difendere la famiglia o il territorio.
Però le soluzioni sono poche e tra l’altro rese ancora più impraticabili dal caldo. Anche in casa si boccheggia, Pascal compreso. La terrazza della camera di mio figlio di pomeriggio è la zona più fresca di tutte e anche l’unica da cui il piccoletto potrebbe osservare il mondo (vabbè il quartiere), ascoltare i rumori della città, delle auto, di altri cani, il miagolio dei gatti… senza alcun rischio per la salute!
Però temiamo che in un impeto di entusiasmo Pascal possa passare in mezzo alle inferriate che sono abbastanza larghe.
Così decidiamo di comprare una rete di quelle con i finti rampicanti che smorzano un po’ l’effetto prigione e contemporaneamente fanno ombra… ma come può vedere fuori Pascal in mezzo a quella finta foresta Amazzonica? Basta ingegnarsi: gli uomini di casa montano la rete mentre Amelia ed io togliamo circa 15 cm di foglie lungo tutta la lunghezza del terrazzo, all’altezza del musetto di Pascal. E come si evince dalla foto lui non solo ha gradito ma utilizza frequentemente quella postazione per controllare la situazione attorno a lui.
Ciò che però abbiamo notato fin dai primissimi giorni è che anche le location più comode e piacevoli sono di suo gradimento solo se qualcuno di noi è con lui… meglio se tutti e quattro! Memorabile è stata la sera (doveva essere il quinto o il sesto giorno) in cui cascava di sonno ma non si rassegnava a pisolare sul suo cuscino situato nella nostra camera da letto poiché noi eravamo ancora tutti in soggiorno e neppure si adattava a sdraiarsi sul duro pavimento.
Dopo averci meditato un po’ ha deciso che la soluzione migliore fosse il trasloco… e così lo abbiamo visto trascinare con la bocca il suo cuscino fino al soggiorno, collocarlo in una posizione da cui poteva vederci tutti e finalmente stravaccare le sue stanche membra su di esso, e aprire la segheria.
Perché vi ho detto che Pascal russa come una motosega????
To be continued…