di LAURA CIBECA – Abbiamo parlato dei benefici che i bambini possono ottenere dalla pet therapy, in questo articolo spiegheremo come gli IAA aiutino gli anziani.
Fra i progetti di IAA più diffusi, ci sono sicuramente quelli rivolti a centri diurni e Residenze Protette per anziani.
In Italia la popolazione “anziana” ha superato di gran lunga quella “giovane” ed è quindi inevitabile che molte delle risorse economiche, sanitarie, sociali ecc… siano rivolte proprio a questa categoria e questo coinvolge sempre di più anche la Pet Therapy.
Gli IAA spesso vengono introdotti come parte delle attività di laboratorio che si svolgono all’interno delle residenze protette ma anche nei centri diurni.
Quindi si parla quasi sempre di Attività con l’animale.
Gli obiettivi che vengono prefissati sono di aiutare l’anziano a sentirsi meno solo e confuso al momento del ricovero all’interno della struttura protetta.
Il nuovo ospite si trova a dover fronteggiare moltissime emozioni, spesso negative, ed è facile che possa degenerare in depressione. L’anziano viene letteralmente portato via dalla propria casa e da ciò che gli è familiare e catapultato in un ambiente nuovo, dove ci sono già altri utenti che si conoscono fra loro e operatori sanitari che dovranno prendersi cura di lui.
In queste situazioni la “visita” della coppia cane-coadiutore può portare un momento di novità e di calore per tutti.
E’ fondamentale durante una sessione fare in modo che gli utenti possano interagire con il cane in maniera equa e rispettare i tempi di tutti.
Il cane nell’anziano scatena ricordi della propria giovinezza e lo induce a raccontare agli altri molte cose di sé, instaurando un contatto con gli utenti anche estranei. Il cane nelle residenze protette è sicuramente un ottimo collante sociale nonché mediatore di emozioni e affetto.
In questa tipologia di progetti, il coadiutore, dovrebbe sempre tener presente che, davanti a sé ci sono persone adulte, più o meno attive, che vanno sempre rispettate e mai trattate come dei bambini. Gli anziani vogliono interagire con il cane a modo loro magari dandogli biscottini, acqua e accarezzandoli.
Il prendersi cura dell’animale per loro è importantissimo.
Sono molto sensibili alle reazioni del cane che hanno davanti. Per esempio: se un cane si sposta mentre l’anziano prova a fare una carezza, possono subito pensare (e lo dicono ad alta voce) che il cane non sia socievole.
Con gli anni sono stati fatti diversi studi su quali benefici la pet therapy apporta realmente agli anziani, e devo dire che anche per quanto riguarda la nostra personale esperienza, possiamo con certezza affermare che:
– Un progetto continuativo all’interno di una residenza protetta aiuta i nuovi ospiti a familiarizzare con gli anziani già presenti e gli operatori
– Il gruppo di anziani che partecipa all’attività, dopo qualche tempo, attende con ansia e si “prepara” all’arrivo del cane, rendendo le giornate più interessanti
– Gli utenti diventano più amichevoli e collaborativi con i medici e gli operatori della struttura
– Sono stimolati a ricordare sia l’attività fatta che le loro esperienze passate con i cani e gli animali in generale, esercitando così la memoria a lungo e breve termine
La scelta del cane da coinvolgere in questi tipi di progetti è importantissima. Il soggetto non dovrebbe essere né troppo vivace ma nemmeno troppo “tranquillo”. Il cane dovrebbe amare il contatto con gli anziani e magari “invitarli” al gioco, portandogli una pallina o un pupazzo. Gli anziani amano molto dare del cibo al cane e si sentono molto felici quando l’animale mangia tutto con entusiasmo.
Il ruolo del coadiutore sarà quello di dare spunti alla conversazione e ascoltando con partecipazione le esperienze e i racconti degli ospiti. La pazienza e la costanza sono sicuramente le qualità più importanti per fare simili progetti.