sabato 15 Marzo 2025

Che fine hanno fatto i Dalmata? Intervista all’Allevatrice

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Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore è la sciurallevatrice per eccellenza. Nasce a Carmagnola da suo padre e sua madre (ma più da sua madre) il 17/09/1987, da allora il 17 settembre è anche noto come "San Morbidino". Appassionata di tutte le razze canine e indicativamente di tutti gli animali esistenti sul pianeta, ha una particolare predilezione per il rottweiler, che ha le sue stesse esigenze primarie: mangiare, dormire, muovere poco le chiappe. Collabora ormai da alcuni anni con "Ti presento il cane" con le sue storie di vita vissuta tra allevamento e morbidinosità.

di FABIANA BUONCUORE – Per voi lettori abbiamo intervistato la gentilissima Angela Giansiracusa, titolare dell’Allevamento di dalmata “Spot’alot”.
Angela ha lavorato diversi anni nel settore informatico, poi è stata mamma a tempo pieno e ora finalmente “mamma” e “nonna” di tanti dalmatini! Ha subito il fascino di questa razza per anni e anni leggendo, curiosando, studiando finché finalmente è arrivato il momento di poter realizzare il sogno di allevarli.
“Ho trascinato con me in questa avventura tutta la famiglia che mi supporta e mi sopporta! Ogni tanto mi dicono che sono matta, ma vabbè, per avere dei dalmata un po’ matti bisogna essere!!! Il problema è che si finisce per vedere macchie ovunque! Credo che dovrebbero inserire tra le malattie anche la “dalmatite”, perché chiunque possieda un cane a pois prima o poi ne viene colpito!”
Abbiamo sottoposto alcune domande a questa Allevatrice così appassionata, in modo da approfondire le conoscenze su una razza che ormai sembra abbia perso l’interesse del grande pubblico; ed è un peccato, perché si tratta di un cane che andrebbe veramente (ri)scoperto e che meriterebbe una maggior diffusione.

Dalmata: conobbe il “boom” grazie a “La Carica dei 101”, film di animazione Disney che diede notorietà all’omonimo libro di Dodie Smith; passata la moda, però, la razza sembra essere diventata “di nicchia”, tanto che sono in pochi a scegliere di accoglierne uno in casa: le iscrizioni annue, sebbene in crescita, si mantengono ampiamente sotto le 300 unità. A cosa si deve questa perdita di interesse, a tuo avviso?
“Personalmente credo che ci siano un po’ di pregiudizi sul dalmata: capita spesso infatti che mi venga chiesto da chi si approccia per la prima volta a questa razza se è vero che sono cani testardi e poco intelligenti, anche se, a dire il vero, la domanda più frequente è: “dove sono gli altri 100?” (o 99, dipende se sono in giro con uno o due cani!) Da ciò ne deduco che purtroppo è largamente diffusa questa idea sul dalmata! Resta comunque il fatto che non è un cane adatto a tutti: certamente non è il cucciolo-giocattolo-divertente del film, il dalmata è un cane estremamente intelligente e furbo con una forte personalità e ha bisogno di un padrone altrettanto furbo ma dotato di tanta pazienza che non si faccia prendere in giro dal proprio cane; sì, perché un dalmata è in grado di prenderci in giro benissimo!”

Cane da compagnia o segugio? Cosa dice la classificazione attuale e su cosa si basa? Ovvero, “a cosa serve” un dalmata?
“Secondo la classificazione FCI attuale il dalmata appartiene al gruppo 6, ovvero il gruppo costituito da segugi e razze affini; io definirei il dalmata un cane molto versatile con il quale si possono intraprendere varie attività, restando in primis naturalmente un ottimo cane da compagnia!
Hanno un eccellente fiuto, con due delle mie femmine ad esempio mi sono dedicata per un po’ di tempo alla ricerca olfattiva, devo dire con ottimi risultati ed un gran divertimento sia per loro che per me! Con loro si possono inoltre intraprendere agility, disc dog, ed altro; qualunque attività può andar bene a patto che possano restare appiccicati al proprio compagno umano e divertirsi con lui… però solo fintanto che ne hanno voglia, perché si stufano in fretta e quando ne hanno abbastanza lo fanno capire bene!”

Il carattere: quali sono i tratti distintivi della razza? Ci sono sostanziali differenze caratteriali o di gestione tra maschio e femmina?
“Una delle caratteristiche del carattere del dalmata è proprio questo essere “cozza” ad oltranza! Sono molto affettuosi e manifestano il loro amore in modo esagerato e molto “fisico” (attenzione alla coda che in preda alla felicità diventa un frustino!); soffrono molto la solitudine, sono profondamente innamorati del genere umano e hanno un costante bisogno di contatto e di partecipare alla vita di casa, e solo così si può essere sicuri di avere un cane sereno e felice. Il dalmata ha una buona attitudine anche come guardiano, sicuramente retaggio del passato quando accompagnava, precedendo, le carrozze, avvisando di eventuali pericoli; ma la sua funzione di guardiano si limita solo ad annunciare con l’abbaio che un estraneo si trova nei pressi del proprio territorio. Molto sensibile ed intelligente, io lo definirei quasi “umano”, sa molto bene ciò che vuole e sa molto bene come ottenerlo, ed è molto semplice cadere nella sua trappola, perché con il suo sorriso tipico e le sue moine riesce sempre a scamparla! Non ci sono sostanziali differenze tra maschio e femmina, bisogna tenere presente però che sono dei tiratori incalliti al guinzaglio e di conseguenza le diverse dimensioni tra i due sessi fanno un po’ la differenza! Entrambi sono molto affettuosi ed innamorati della propria famiglia; forse la femmina è un po’ più furba, il maschio mentalmente meno complicato e un pochino più “cozza”… direi che possiamo facilmente vederci delle similitudini con il genere umano!”

Com’è la vita in compagnia di un dalmata? Qual è il suo padrone ideale?
“In loro compagnia non ci si annoia mai perché un dalmata riesce sempre ad inventarsi qualcosa per attirare la nostra attenzione! Sono cani bisognosi di movimento, eccetto nelle giornate di pioggia, quindi bisogna avere una buona dose di voglia di uscire e fare lunghe passeggiate nella natura in modo da soddisfare il loro bisogno di correre ed annusare in giro, ci vuole una gande pazienza, polso fermo ma modi gentili, un dalmata deve essere felice di rispondere alle nostre richieste, non deve subirle come una forzatura, tutto deve essere posto sul piano del gioco e del divertimento, e solo così otteremo il massimo dal nostro amico!”

Quali cure richiede il suo mantello? Il dalmata tende a perderne molto?
“Il dalmata è per natura un cane molto pulito, ed è facile trovarlo appollaiato sul divano di casa, ovviamente, a leccarsi come i gatti! Non emanano neanche il tipico odore di cane, ed essendo a pelo corto non hanno bisogno di grande manutenzione, però ne perdono quantità industriali per cui meglio abituarli fin da cuccioli ad essere spazzolati delicatamente; anche dopo essersi infangati per bene (perché a loro piace anche infangarsi) una volta asciutti basta una veloce spazzolata e tornano puliti, solo quando il pelo tende ad ingiallire allora è il momento giusto per un bel bagno.”

Quali sono le patologie tipiche della razza e cosa possono fare gli allevatori per ridurre al minimo i rischi?
“Uno dei problemi di salute tipici di questa razza è la sordità. Non si sa ancora con certezza quali siano le cause genetiche di questa patologia e di conseguenza non vi sono test genetici a cui sottoporre i soggetti da riprodurre, sembrerebbe comunque che ci sia un collegamento con una scarsa pigmentazione della parte interna dell’orecchio, cosi come anche la colorazione blu dell’occhio sembra essere legata ad una maggiore incidenza di sordità, per questo motivo è preferibile escludere dalla riproduzione i soggetti che hanno questa caratteristica. Da un po’ di anni a questa parte si sottopongono tutti i cuccioli (o almeno si dovrebbero sottoporre) al test audiometrico (Baer test) proprio per identificare eventuali soggetti sordi o udenti monolaterali. Altro problema tipico della razza è la predisposizione a formare calcoli di urati di ammonio alla vescica a causa di un’anomalia metabolica che causa una eccessiva secrezione di urati nelle urine, problema questo che con una dieta ben equilibrata e povera di purine è possibile tenere sotto controllo. Il dalmata è una razza che ha subito poche manipolazioni da parte dell’uomo, il dalmata dei nostri giorni non è molto diverso da quello di secoli fa, ciò ha sicuramente contribuito a farne un cane robusto e sano a patto di garantirgli una buona qualità di vita e una buona alimentazione, ovviamente alla base ci deve essere una buona selezione da parte degli allevatori.”

Come allevatrice, quali sono gli obiettivi del tuo lavoro e come segui le cucciolate?
“Il mio obiettivo è quello di salvaguardare nel mio piccolo la razza, facendo nascere cuccioli in primis sani, con un buon carattere e morfologicamente corretti e, perché no? Anche bellini! Personalmente vivo l’arrivo di una nuova cucciolata con la stessa emozione di un bimbo che aspetta l’arrivo di Babbo Natale! Passo con i cuccioli la maggior parte del mio tempo da quando nascono a quando lasciano il nido, infatti è facilissimo trovarmi seduta nella cassa parto con mamma e piccolini! Quando in cui i piccoli iniziano ad aprire gli occhi per me è la fine: da quel momento iniziano ad interagire pian piano con il mondo che li circonda ed inizia per me la fase di socializzazione, manipolazione e tante coccole! Il mio è un piccolo allevamento familiare, nel senso che tutti i miei cani vivono in casa con noi e anche i cuccioli hanno uno spazio dedicato a loro sia in casa che in giardino, ne seguo la crescita giorno dopo giorno e “pretendo” di rimanere in contatto con tutti i proprietari, restando sempre a disposizione per eventuali domande, dubbi e problemi.”

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
“Amo veramente tutto del mio lavoro, anche se io non lo definirei tale, per me è la realizzazione di un sogno rimasto nel cassetto per tantissimo tempo, è la passione e l’amore per questa razza meravigliosa. Forse non tutti sanno che i dalmata nascono bianchi e poi pian piano iniziano ad affiorare le macchiette, e da quel momento inizia la magia, i piccoli iniziano ad avere ognuno una propria identità, spesso quando le persone vengono a vedere i cuccioli mi chiedono tutti come sia possibile che io riesca a riconoscerli a colpo d’occhio: e sì, è possibile… ognuno ha qualcosa di particolare che lo contraddistingue! La parte che amo di più è proprio l’arrivo di nuovi cuccioli e la magia che si realizza ogni volta nel vederli nascere e crescere anche quando non sono più fisicamente qui con me ma nelle loro nuove famiglie.”

Hai qualche racconto di vita vissuta particolare da raccontarci?
“Non ho racconti particolari da condividere: la vita con un dalmata riserva sorprese quasi quotidianamente! Una cosa che mi stupisce sempre è la grande sensibilità che dimostrano, ad esempio potrei raccontare una cosa accaduta proprio poco tempo fa con una delle cucciole di casa: un mattino al bar con Candy (lei è la piccolina che ha deciso di rimanere con noi… sì, proprio così, ha deciso lei!) quasi tutti i tavolini erano occupati e lei è andata a farsi fare velocemente le coccole da tutti decidendo infine di accucciarsi ai piedi di una signora ricambiando le carezze di quest’ultima con tanti bacini; la signora indossava una mascherina ed era chiaramente malata. A me sono venuti i brividi, questa è la sensibilità di un dalmata.”

Ci lasci con qualche curiosità sulla razza?
“Negli Stati Uniti il dalmata è la mascotte dei vigili del fuoco; da dove arriva questa tradizione? Nel 1700 gli Inglesi notarono alcune caratteristiche di questa razza: una grande affinità con i cavalli e una grande resistenza che gli permetteva di correre per chilometri e chilometri accanto alle carrozze proteggendo sia i cavalli che i passeggeri da eventuali pericoli. Verso la fine del 1700 e l’inizio del 1800 nacquero i vigili del fuoco che si servivano di carri trainati da cavalli che utilizzando la forza del vapore gettavano acqua sul fuoco, e i dalmata avevano il compito di precedere lungo le strade il carro dei pompieri abbaiando per avvisare la gente del suo arrivo.”

(Tutti i soggetti nelle foto appartengono all’allevamento Spot’alot di Angela Giansiracusa, che ringraziamo ancora per il tempo dedicatoci.)

Autore

  • Fabiana Buoncuore

    Fabiana Buoncuore è la sciurallevatrice per eccellenza. Nasce a Carmagnola da suo padre e sua madre (ma più da sua madre) il 17/09/1987, da allora il 17 settembre è anche noto come "San Morbidino". Appassionata di tutte le razze canine e indicativamente di tutti gli animali esistenti sul pianeta, ha una particolare predilezione per il rottweiler, che ha le sue stesse esigenze primarie: mangiare, dormire, muovere poco le chiappe. Collabora ormai da alcuni anni con "Ti presento il cane" con le sue storie di vita vissuta tra allevamento e morbidinosità.

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1 commento

  1. Proverò a dire la mia😊..
    Il mio cucciolo ha 15 mesi ed è nato in un meraviglioso allevamento della mia città (l’unico qui a Roma in effetti). Da quando lui è con noi la nostra vita è cambiata in mille modi differenti e bellissimi! È piacevole leggere ogni tanto di questa meravigliosa razza che, purtroppo, ha accumulato negli anni una reputazione del tutto immeritata. Il Dalmata è un cane intelligentissimo che impara ad una velocità impressionante anche gli esercizi più difficili… il secchione della Puppy class (nonostante la presenza di border collie e pastori australiani😁) e ad una lezione dimostrativa di agility abbiamo affrontato i diversi ostacoli senza alcuna paura ed esitazione… Motivati nel modo giusto, questi cani, scalerebbero montagne! Il mio maschietto (di quasi 30kg) è sempre attaccato a me. Cane cozza quindi ma… non alla maniera di un dobermann. È difficile spiegare ma, alle volte, il Dalmata risulta indipendente come un gatto! In area cani o al parco corre, si allontana senza perderti di vista ma senza neppure preoccuparsi troppo di “lasciarti solo”. É uno spirito libero, capace di ragionare con la propria testa e dimostrare gelosia rubando una pantofola o facendo quello che sa di “non dover fare”. Furbissimo, sveglio, coraggioso e con un enorme senso dell’umorismo. Testardo ma mai stupido! Cerca in ogni modo di raggiungere i suoi obiettivi ma capisce in fretta quando è il caso di lasciare la presa. Si annoia in una maniera impressionante ma è anche un mio enorme difetto😁. Insieme cerchiamo sempre di inventare giochi divertenti, stimolanti e cambiamo spesso abitudini, posti da visitare e attività. La monotonia non fa per noi. Possedere un Dalmata significa guardare il mondo in bianco e nero😋, vivere in maniera simile e non aspettarsi mai e poi mai un “pastore tedesco”. Significa anche apprezzare un cane che ragiona spesso e volentieri di testa sua e che ama divertirsi, scherzare e fare il finto sordo (cosa che gli riesce benissimo. Con una serie di facce buffissime ed esibizioni degne di Oscar). Un cane che è poco cane e molto (davvero tanto) essere umano. Un signorino quando è a casa: sempre pulito, elegante, silenzioso e attento e un pazzo con forte disturbo dell’attenzione😂, appena varcato il portone. Sempre felice, sempre in sé, lucido, sensibilissimo (con qualsiasi umano o essere vivente) e comico. Non buffo perché maldestro ma volontariamente comico. Il Dalmata diverte perché vuole divertire il proprietario. E se sei triste o arrabbiato, lui è lì che trova il calzino andato perso 3 settimane prima e inzia a sventolarlo davanti ai tuoi occhi quasi a dire: “su, su… Smetti di fare il muso e vieni a prendermi!” ❤️
    Possedere un Dalmata equivale a 101 sorrisi assicurati al giorno😍.
    Non avrei potuto scegliere un cane migliore di lui. Fosse per me, adesso, ne avrei altri 100!

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