giovedì 18 Aprile 2024

Ti presento… il soccorso sportivo in acqua – Il recupero del surf

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di CLAUDIO CAZZANIGA – Continuiamo a parlare di riporti. In questo appuntamento parliamo del recupero del surf.
In Italia si chiede al cane di recuperare una tavola da surf con seduto sopra un figurante; all’estero, in Francia, Lussemburgo (fin dal primo grado) Belgio e Germania, lo svolgimento è lo stesso solo che il surf é completo di vela che viene lasciata appoggiata in acqua e nella maggior parte delle volte viene chiesto a cane e conduttore di non assistere al trasporto del surf nella posizione corretta (di solito trainato da un gommone).

Descrizione dell’esercizio
Cane e conduttore sono sulla riva. Ad una distanza di 25/30 metri viene posizionata la tavola da surf, con seduto sopra a cavalcioni un figurante che agita una cima, si fa notare dal cane ma ovviamente senza mai chiamarlo per nome.
Al cenno del giudice il conduttore invia il cane che prende la cima ed effettua il riporto fino a riva.
Sembra semplice… Ma non fatevi ingannare.
Come detto nella versione “estero” il surf ha attaccata la vela.
Questo implica il fatto che non potete permettere al cane di fare il giro del surf ma deve agganciare e girare davanti al natante.
Seconda insidia: la vela si riempie di acqua e fa da peso morto.
Molte volte questo fa sì che quando il cane tiri per effettuare il riporto il surf assuma una posizione anomala che può mettere in difficoltà l’animale.
Terza insidia: la tavola non ha sponda. Questo può implicare, sopratutto al’ inizio, che i cani una volta arrivati nei pressi del surf tentino di saltarci sopra e può succedere essendo molto duro che si facciano male. Quindi occhi aperti!

Come lo insegno
Prima il solito training con la cima che ormai siete stufi di sentire… Lo abbiamo rivisto anche nello scorso articolo, parlando di gommone alla deriva.
Poi prendo il surf senza vela e lo metto a riva. Tramite un giochino invito il cane a giragli intorno, chiaramente non permettendogli mai di salire.
Piano piano porto il surf fino al punto dove in cane é obbligato a nuotare continuando a fargli capire che ci può girare intorno ma non ci deve mai salire.
Una volta che gli entra in testa questa cosa, nuotare intorno senza salirci sopra, abbino al surf la cima.
Come per il gommone alla deriva allontano leggermente l’oggetto da riva ed invito il cane ad andare a prenderlo. Accompagno sempre il cane perché non voglio, in nessun modo, che il cane provi a salirci sopra.
Una volta che ha capito che quella “cosa” si prende per la cima e si riporta a riva, gli do un nome/comando e… introduco la presenza del figurante.
Inizialmente lo posiziono a pancia in giù. Disteso. Mani che escono dalla sagoma del surf come se ne fossero un prolungamento.
Via via il figurante sta rannicchiato sulle ginocchia, poi seduto e poi a cavalcioni.

Perché gli insegno a riportare prima senza figurante?
Perché può capitare che in gara il figurante dopo un iniziale segnale visivo e sonoro lanci in acqua la cima e stia immobile. Io voglio che il cane si abitui a prendere anche senza lo stimolo del figurante.
Se lavoro al contrario, cioè subito con il figurante che chiama, posso rischiare di avere un cane fortemente motivato ad andare se c’è un figurante che lo incita, MA molto meno motivato se il figurante sta in silenzio. Tu (cane) impara ad andare in qualsiasi situazione.
Se tutto va per il verso giusto il cane ha imparato a virare davanti.
Che non vuol dire a prua del surf. Davanti significa il primo lato che il cane incontra quando va verso la tavola. Per cui, in fase di allenamento, bisogna ruotare il surf, bisogna che il figurante dia la cima davanti, a destra e sinistra, dovete simulare qualsiasi situazioni perché il surf una volta posizionato è soggetto a vento e correnti, può andare ovunque e in qualsiasi posizione.

Alla fine aggancio la vela. Se il cane “ha dentro” l’esercizio, la vela sarà un problema che si risolve in fretta.
Come detto la vela da noia soltanto al traino, rendendolo più difficoltoso.
Per cui surf con vela ad un paio di metri da riva e traino.
Tanti complimenti, gioco e lo chiudiamo lì.
La volta successiva aggiungiamo qualche metro. Se il cane non patisce più di tanto il nuovo assetto, siete pronti – sempre senza fretta – ad allungare le distanze fino ad arrivare a quelle regolari.
Un occhio sempre al rientro. Non accontentatevi che il cane lasci quando tocca. Deve uscire dall’acqua… E se per caso avete in mentre di andare in Svizzera, deve lasciare a comando e mettersi in posizione piede. Ma questa è un altra storia…

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Ti presento il cane
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