di SIMONE PILECI – Ed eccoci finalmente a parlare dei generi fotografici, ebbene sì la fotografia cinofila non è una e sola, e ci sono diverse sfaccettature da considerare.
A volte siamo tratti in inganno dal pensare che essendo sempre lo stesso soggetto, il cane (almeno questo dovrebbe essere un dato certo…) le situazioni in cui lo ritraiamo hanno caratteristiche proprie e necessitano di settaggi dedicati.
Se nei precedenti articoli l’abbiamo presa molto alla larga, dando alcuni suggerimenti validi per tutti, anche per chi usa smartphone, ora l’attrezzatura inizia ad avere importanza, e si dovrà purtroppo entrare maggiormente nel tecnico; quindi questo articolo è rivolto principalmente a chi usa fotocamere reflex, mirrorless ed a qualche bridge, e dove comunque sarà importante conoscerne anche il loro funzionamento.
Cercheremo in ogni caso di rendere i concetti i più schematici possibile, così che anche quelle poche nozioni possano essere chiare, ed utilizzate senza dover conoscere tutto l’evoluzione della fotografia dal 1839 ad oggi, e se rimanessero dei passaggi più oscuri potete tranquillamente contattarmi.
Come la fotografia tradizionale “umana”, il cane potrà essere ritratto in momenti, condizioni e ambienti diversi, determinando quindi generi differenti che volendo racchiuderli in categorie potremo identificare in ritratto in studio, ritratto ambientato e fotografie d’azione.
Ognuno di queste presenta elementi distintivi e regolazioni proprie; l’aspetto tecnico è importante e molto vasto, vorrei in primis fornire alcuni spunti per chi è proprio a digiuno, così da stimolarne la curiosità, ma soprattutto punterei a dare dei rapidi settaggi a chi già mastica l’argomento.
Proveremo ora a fare un riassunto massimo di tutto quello che influisce nella resa della fotografia, e poi lo applicheremo ad ogni genere, in modo che possiate avere delle linee guida da seguire e dei piccoli focus su cui prestare maggiormente attenzione.
E ora via al riassuntone, si fa sul serio:
Fotocamera: ce ne sono diverse tipologie, reflex, mirrorless a cui potete cambiare gli obiettivi e bridge con un unico obbiettivo zoom montato.
Obiettivi: le caratteristiche principali che li definiscono sono apertura e lunghezza focale. L’apertura del diaframma è la quantità di luce che attraversa l’obiettivo, è inversamente proporzionale al suo valore, minore equivale a maggiore apertura. EH?!?
Minore è il suo valore (F. 1.2 – F. 1.8 F. 2.8 – F. 4 – etc.) maggiore è lo sfocato attorno al soggetto.
La lunghezza focale indica l’angolo di campo della porzione inquadrata. UHM?!
Ok… minore è il suo valore maggiore è quanto inquadriamo. Semplifichiamo ancora: l’occhio umano equivale ad una focale di circa 50 mm, quindi i numeri più bassi vi daranno una inquadratura maggiore (tipo panorama) per quelli invece oltre sarà come fare degli ingrandimenti.
Esistono poi obbiettivi con lunghezza focale fissa, oppure zoom che quindi ha lunghezza variabile.
Tralasciando quello che è il “triangolo dell’esposizione” ovvero come bilanciare i 3 valori che definiscono lo scatto (Diaframma-Tempo-Iso), sul quale argomento già internet (o vostro cugino) saprà dirvi già molto, concentriamoci sui 2 valori che dovremmo maggiormente comprende il modo di utilizzo.
Accantoniamo la questione degli ISO, con la unica raccomandazione di usare gli ISO più bassi che riusciamo ad avere, il valore dipenderà dalle fotocamere ma mediamente sarebbe meglio non superare gli ISO 800.
Per mia abitudine scatto sempre in manuale, preferisco avere maggiore controllo su ogni impostazione, ma a seconda dei generi è possibile sfruttare molto bene le configurazioni Semi-Automatiche come: Priorità di Apertura e Priorità di Tempo.
Per ogni genere vorrei piuttosto che indicarvi quali sono i tratti distintivi e cosa deve essere presente nella foto per rispettarne a pieno la categoria, suggerivi quale attrezzatura e che settaggi usare per riuscire ad ottenere la foto, così da sentirvi più liberi nello scattare, avendo meno cose a cui pensare cercando una maggiore naturalezza e concentrarvi sullo scatto.
Quello che spesso capita è di avere difficoltà non tanto nell’appartenere ad un genere fotografico, ma piuttosto conoscere quelle che sono le insidie tecniche.
Cosa capita spesso? Che semplicemente il cane è sfocato o mosso, questo unicamente perché le impostazioni che stiamo utilizzando non sono adeguate a quello che stiamo riprendendo.
Pensate ad un whippet che corre o ad un bulldog che dorme sul divano… tranne che per qualche malalingua, sono entrambi cani; non potete però ovviamente scattare con gli stessi parametri, ma non si può neanche pretendere che la fotocamera faccia tutto da sola e gestisca le condizioni!
Per ogni genere ci sono impostazione ed attrezzature più idonee.
Eh già… uno stile alla volta, fare tutto è come sempre difficile e non si può negare anche economicamente dispendioso, per cui vi suggerirei per chi avesse reale interesse di cimentarsi prima a pieno con un genere alla volta, così da poter raggiungere risultati.
È la stessa suddivisione che accade nella fotografia tradizionale, moda, matrimoni, sport, still life, son tutti generi fotografici che viaggiano su binari paralleli e quindi anche noi dovremmo far nostro quel pensiero, e trarre spunto per poi trasportarli nella fotografia cinofila.
Non esiste un genere più facile, ognuno presenta insidie e difficoltà diverse.
Ma ora iniziamo… realmente!
Ritratto in studio
Prende le regole e le maggiori indicazioni dalla fotografia di moda, l’aspetto più complesso è la creazione del set, banalmente bisogna quindi avere lo spazio per allestirlo, probabilmente è la situazione più semplice in cui scattare, dove avrete il controllo di tutto (cane permettendo), sfondo, luci, inquadratura; ma allo stesso è quella che richiede maggiore conoscenza tecnica specialmente dal punto di vista di gestione delle luci, illuminazione e creazione del set.
Avendo il controllo totale, per certi versi ci si mette nella migliore condizione di lavoro, ma la richiesta e la pretesa di qualità è massima. Serviranno fondali neutri, luci e lampade orientabili, flash, riflettenti, trigger, cavalletti… ed anche il cane. Già proprio il cane… quando si ha il controllo su tutto sarà il cane il vero punto cruciale, l’ambiente è comunque confusionario e ricco di oggetti con forme strane, ed il cane dovrà essere sereno, non impaurito, rilassato, capace come una vera modella di non badare a tutto quello che sta attorno. Bisogna imparare a prestare attenzione alle sue espressioni, potrà essere una buona foto, ma se il cane non è a suo agio, manifesterà dei segnali di stress, ad esempio, orecchie piegate o postura rigida, elementi che emergeranno anche nella foto. Impariamo che per fare una buona foto bisogna anche conoscere e rispettare il soggetto, nobilitiamo le loro espressioni e gli stati d’animo, aspettiamo prima di scattare mettiamolo a proprio agio e facciamogli prendere familiarità con l’ambiente, usiamo giochi e premi.
Come le regole della moda insegnano, in studio, tutto dovrà essere a fuoco, per cui chiudiamo il diaframma a F.8 /9. Usiamo tempi che ci permettano di evitare il mosso, il cane per quanto addestrato non sarà del tutto fermo, per cui usiamo tempi dal 1/250 in su. Per riuscire ad utilizzare questi parametri senza esagerare con gli ISO, dovremmo avere molta, molta, ma davvero tanta luce.
Come obiettivi si prediligono lunghezze standard il 50 o 85 mm che restituiscono una resa naturale e simile al nostro percepito. Inquadratura va bene anche il cane in centro, preferibilmente figura intera.
Focale: 50 o 85 mm
Apertura: F. 8
Tempi: 1/250
Modalità fuoco: one shoot
Modalità scatto: singolo
Ritratto ambientato
A differenza del precedente caso non abbiamo la possibilità di controllare la luce e le ombre né tantomeno lo sfondo, per questa ragione cercheremo di isolare il soggetto andando a sfocare quanto più possibile lo scenario, per fare questo dobbiamo aprire al massimo il diaframma, quindi useremo il valore più basso che il nostro obiettivo ci permette. Per questo genere di scatti per aumentare maggiormente lo stacco sarebbe ottimale usare lenti più lunghe da 100 ai 200 mm, gli obiettivi più performanti consento di avere aperture f.2 o f.2.8.
Se invece usate lenti “più corte” è possibile trovare anche obiettivi di fascia media ma con buona resa a f.1.8.
Il tempo di scatto essendo il soggetto “in posa”, ma ugualmente per evitare aberrazioni dovute al micro mosso consiglio di stare su valori dal 1/320 in su.
Focale: da 100 a 200 mm
Apertura: minima possibile
Tempi: 1/320
Modalità fuoco: one shoot
Modalità scatto: singolo
Foto d’azione
Ognuno ha una propria predilezione e qui scusate se sono di parte, ma c’è da divertirsi. Opinione personale, in questo genere il cane riguadagna la sua naturalezza e emergono quei sui tratti distintivi che a volte sono maggiormente sopiti. Ed allora osservando una corsa, un salto, un trick, uno slalom, il cane mette in atto e tira fuori comportamenti ed attitudini uniche.
In questa circostanza prendiamo spunto per i settaggi dalla fotografia sportiva ed anche dall’avifauna.
L’attrezzo torna ad essere un punto cardine, si usano macchine con un modulo di messa a fuoco con prestazioni superiori alla media, che consentiranno di inquadrare con più facilità il soggetto, ogni macchina ha diverse modalità di messa a fuoco, dovremmo usare quella che è definita fuoco continuo, per farvi i 2 esempi maggiori per Canon è AI-SERVO, per Nikon AF-C.
Le difficoltà maggiori son date proprio dalla velocità, bisogna essere pronti e reattivi nel seguire il soggetto e nel prevedere il momento di scatto. Per aiutarci usiamo anche la “raffica” della fotocamera, così da scattare più foto in sequenza, soccorrendoci nel “centrare” l’attimo decisivo.
Si faranno foto principalmente all’aperto, quindi come per i ritratti ambientati, useremo la massima apertura di diaframma possibile per isolare il soggetto dallo sfondo. Avremo un controllo parziale dello spazio, perché il cane si muoverà avanti ed indietro rispetto alla nostra posizione, per cui come obiettivo è meglio scegliere uno zoom con escursione fino almeno a 200, così da permetterci di seguire più agevolmente il cane nei suoi spostamenti. La rapidità dello scatto è fondamentale, bisognerà utilizzare dei tempi almeno di 1/1000 per riuscire a congelare il movimento del cane, altrimenti avremo dei risultati mossi.
Focale: da 100 a 200 mm
Apertura: minima possibile
Tempi: 1/1000
Modalità fuoco: continuo
Modalità scatto: raffica
Queste sono solo alcune indicazioni parziali e vogliono essere proprio la base per chi fosse curioso o si domandasse come fare per provare ad ottenere determinati scatti, non è la legge e non sono regole fisse. Come detto, non esiste un genere più facile o più difficile, ma forse ne esiste uno a cui siamo più affini; provate liberamente a spaziare tra uno e l’altro, cambiate pure le impostazioni di partenza e sperimentate, magari troverete una condizione di lavoro tutta vostra che vi darà soddisfazione.
E se vorrete condividere saremmo felici di vedere i vostri risultati…. Ora… Posizione… Sorridete… Guardate l’uccelino… Cheeeeeese!
Nella foto di apertura, Cristiana & Fango – f.5 – 1/20000 – focale 169 mm – ISO 320