mercoledì 27 Marzo 2024

Dai Balance Tricks al Dog Balance Fit – L’evoluzione

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Annalisa Badi
Annalisa Badi
Istruttore Cinofilo e Formatore, per anni mi sono occupata della rieducazione di cani problematici, a cui poi ho affiancato il lavoro in propriocezione. Innamorata dello Sport da sempre, ho gareggiato coi miei cani in Agility e pratico altre discipline sportive per passione. Ho portato e fatto conoscere la ginnastica propriocettiva per cani in Italia grazie sia alle mie conoscenze cinofile, sia alle conoscenze in ginnastica posturale e propriocettiva per le persone delle quali sono istruttore. Ho ideato il Dog Balance Fit e sono Resp. Naz. del Dog Balance CSEN. Studio e mi confronto costantemente con professionisti che operano nel settore del benessere animale, perchè solo attraverso il confronto e l'aggiornamento si può crescere e migliorare.

di ANNALISA BADI – Correva l’anno 2010 quando iniziai ad interessarmi agli esercizi propriocettivi per poter allenare in modo differente e più completo alcuni miei cani con cui praticavo sport cinofili come l’agility dog e la dog dance.
In quel periodo in Italia ancora non esisteva nulla di questo genere, ma io ebbi la fortuna di vivere per lungo tempo e anni prima tra Lussemburgo, Belgio e Francia, dove già questo allenamento iniziava ad affacciarsi. Inoltre era difficile in quei primi anni anche reperire l’attrezzatura adeguata a questo scopo: si trovavano solo dei balance disc (cuscini propriocettivi tondi), dei “riccetti” e delle gym ball e alcune piccole pedane pluridirezionali (solo successivamente apparve in Italia il donut, la peanut ball, il pad e altro ancora, fino a riuscire a trovare un numero di attrezzi adeguati negli anni a seguire).
Così mi arrangiai un po’ e utilizzai, per gli esercizi di equilibrio e coordinazione, anche pneumatici di diverse dimensioni, tavolette unidirezionali e pluridirezionali fatte costruire appositamente abbastanza grandi, scale, ecc…

Dog Balance Ft

Venendo dal mondo del clicker training, fu immediato e naturale per me trasportare e utilizzare gli stessi metodi che usavo per la costruzione dei tricks e per l’insegnamento delle posizioni (seduto, terra, resta, in piedi ecc.. ) anche per questa nuova ginnastica; proprio per questo motivo, la prima denominazione che diedi a questo tipo di esercizi fu Balance Tricks, vista l’unione di esercizi di equilibrio (balance) con i tricks che erano la mia grande passione e che insegnavo da tempo.
Quindi, nei primi approcci fatti fare ai miei cani e durante i primissimi stage di Balance Tricks di quel periodo, usai il clicker per impostare gli esercizi sugli attrezzi propriocettivi lavorando in shaping o, a volte, utilizzando il target stick, il target mano o un premietto, a seconda della richiesta e del singolo cane.
Presto mi resi conto che, così facendo, non mi soffermavo troppo ad osservare la corretta postura della schiena, del collo e della testa, il corretto allineamento delle zampe anteriori e posteriori, la distribuzione dei pesi nei singoli arti, i movimenti della coda, lo stato di rilassamento generale del cane, e lo stato di contrazione dei suoi muscoli.
Allora decisi di non usare più il clicker, sostituendolo con gratificazioni verbali, ma lasciando comandi come “fermo”, “resta”, o comandi gestuali di stop per farlo stare immobile su un determinato attrezzo o in una particolare posizione.
Ma anche in questo caso il risultato che ottenevo non mi soddisfaceva.
Il “lavoro” che il cane faceva sugli attrezzi propriocettivi era un vero e proprio esercizio condizionato e il cane era più attento a quello che chiedevo io, verbalmente o gestualmente, immobilizzandosi e frizzandosi per eseguire al meglio delle sue possibilità l’azione, piuttosto che pensare al suo corpo e avvertire gli squilibri provocati dagli attrezzi instabili.

Per farvi capire meglio, provate voi stessi a salire in piedi su un attrezzo propriocettivo, ad es. un cuscino instabile: alzerete prima un piede e poi muoverete anche il secondo. Se qualcuno vi ferma appena salite col secondo piede senza darvi il tempo adeguato per bilanciarvi e avvertire la distribuzione del vostro peso nelle singole gambe, probabilmente affronterete questo esercizio in una posizione non corretta: i vostri piedi, sì, saranno entrambi sul cuscino, ma forse il peso del vostro corpo non sarà distribuito uniformemente, ma graverà di più su un lato rispetto all’altro, “affondando” di più sull’attrezzo propriocettivo.
Ciò porterebbe ad un carico di lavoro inadeguato, che potrebbe anche provocare lesioni muscolari da sovraccarico, in base alla durata dell’esercizio, all’attrezzo (dimensioni, texture e gonfiaggio) e al vostro stato psico-fisico (età, peso, emotività, grado di allenamento…).
Per i cani il discorso non cambia.
Ecco il motivo per cui continuavo ad avere dei dubbi sulle metodiche da me usate in quel periodo, soprattutto per gli esercizi propriocettivi statici: non dando al cane tempo e modo di gestire il proprio corpo sull’instabilità, avrei potuto rischiare inutili sovraccarichi o lesioni muscolari, seppur lievi, o addirittura accentuare problematiche fisiche già esistenti.

Lo studio della ginnastica propriocettiva e posturale in umana (sono anche istruttore, per quanto riguarda l’umana, di entrambe le discipline) e l’incontro, poi divenuto collaborazione, con alcuni esperti in osteopatia animale, fisioterapisti umani, medici veterinari, oltre all’aumento del parco attrezzi presenti sul mercato, mi ha dato lo stimolo e lo spunto per rivedere e perfezionare l’approccio del cane sugli attrezzi propriocettivi, cambiandolo quasi totalmente per certi esercizi.
Suffagrata dal confronto e dalla condivisione con altri professionisti, capii che l’allenamento propriocettivo non poteva essere relegato ad una mera esecuzione di esercizi in obbedienza o alla costruzione di tricks o di comportamenti.
Non è fermare il cane su delle posizioni che vogliamo che assuma in quel momento, non è usare gli attrezzi come target, non è la costruzione di uno schema motorio, ma è qualcosa di più e di meglio.
E’ la libertà del corpo di muoversi ascoltando gli input che arrivano dai muscoli, dai tendini, dai legamenti, dalle articolazioni e dai recettori dei polpastrelli, ed è la capacità di avvertire il movimento del proprio corpo in relazione allo spazio.
Quindi ho dovuto pensare e trovare un altro modo per fare eseguire al cane gli esercizi propriocettivi, con l’obiettivo di renderlo più consapevole del proprio corpo, di lavorare la muscolatura in maniera più adeguata, cercando al contempo di rilassarlo mentalmente e fisicamente senza farlo entrare in “modalità lavoro”.
Per questo motivo, dopo un processo di studio, prove e confronti, io, per taluni esercizi, soprattutto quelli in statica, iniziai ad usare il cibo senza richiedere nulla al cane: nessun comando, nessun target.
E, nel 2015, cambiai il nome in Dog Balance Fit, segno di una evoluzione che era avvenuta.
Vi assicuro che, se il cibo viene utilizzato correttamente, se viene dosato, se viene scelto in maniera adeguata, si vede il cane “lavorare” rilassato, sia fisicamente che mentalmente, e abbandonare schemi motori.

Ovvio che occorre saper premiare: non è né facile, né scontato. Occorre precisione, e occorre capire come agire per non farlo fissare sul cibo.
Così facendo, il cane velocemente prende confidenza con gli attrezzi instabili ed effettuerà aggiustamenti e microaggiustamenti posturali per trovare la sua posizione di comfort sull’instabilità.
Proprio quegli aggiustamenti, cercati consapevolmente (e non a comando o casualmente), sono importantissimi nell’allenamento propriocettivo; la propriocezione non deve essere minimizzata a meri esercizi meccanizzati ed eseguiti “a soldatino” e a comando dal cane, ma è il cane che deve muoversi ascoltando il proprio corpo.
E’ molto differente.
Credete non sia possibile? Provate una lezione coi Tecnici di Dog Balance Fit Csen!

Ovviamente non per tutti gli esercizi , non per tutti i cani e non per sempre si userà costantemente il cibo.
Anzi, in seguito, quando il cane sarà allenato sulla propriocezione e si sarà abituato ad ascoltare il proprio corpo, potremmo introdurre anche comandi verbale o gestuali senza l’ausilio del premio (io lo consiglio). Ma l’importante è che il cane sia sempre libero di muoversi, di aggiustarsi per trovare la corretta postura e per equilibrare e uniformare il peso del corpo in tutti gli arti.
Resta inteso che ci si deve adeguare al cane, sempre e comunque.
Per questo amo dire che il metodo ideale non esiste, ma DIPENDE dal cane, dalla sua emotività, dall’esercizio che gli si propone, ecc… L’importante è non “bloccarlo”, non “congelarlo”: gli esercizi propriocettivi non sono e non devono essere eseguiti come esercizi di obbedienza!
E vi assicuro che, per un’amante come me del targeting e dello shaping, del gesto preciso e curato, arrivare a questo è stato una rielaborazione intensa e profonda.
Certo tutto è un divenire, e non si smette mai di studiare e di imparare; le collaborazioni e i confronti aumentano e aumenteranno sempre, per migliorare e mettersi in discussione.
Solo così si cresce.

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