di DAVIDE BELTRAME – E’ uscita in questi giorni su diverse testate la notizia del primo cane risultato positivo al SARS-CoV-2, un volpino di Pomeriana di proprietà di una donna che aveva già contratto il Covid-19.
Molti hanno troppo frettosolamente declassato la notizia a bufala… ma no, la notizia è vera, è stata confermata anche dall’OMS e ora ne parlano anche diversi giornali italiani (tra gli altri Repubblica, il Sole 24 Ore, il Corriere), mentre inizialmente ne parlavano maggiormente i media esteri.
Il fatto che sia una notizia confermata però non deve allarmare!
Al momento non si ha alcuna certezza nemmeno che il cane sia malato, infatti si ipotizza anche che si tratti di una semplice contaminazione ambientale, e comunque continua a risulare non provata (e molto improbabile) la possibilità che il cane sia – o diventi – un veicolo di trasmissione del virus.
Perchè l’aspetto fondamentale è che il cane in questione è, come detto. di persone già positive al virus (alcune fonti parlano di una donna, altre di una coppia… ma comunque non cambia il concetto: il cane era in contatto quotidiano con persone già malate, dove si parla della coppia di proprietari si cita anche una loro domestica anch’essa poi risultata malata) e lo stesso comunicato delll’AFCD (Agriculture, Fisheries and Conservation Department) di Hong Kong riporta:
At present, the AFCD does not have evidence that pet animals can be infected with COVID-19 virus or can be a source of infection to people. The Department will conduct close monitoring of the above dog and collect further samples for testing to confirm if the dog has really been infected with the virus or this is a result of environmental contamination of the dog’s mouth and nose. Repeated tests will be conducted for the dog and it will only be returned when the test result is negative.
Ovvero “Al momento, l’AFCD non ha prove che gli animali domestici possano essere infettati dal COVID-19 o possano essere una fonte di contagio per le persone. Il dipartimento condurrà un monitoraggio del cane e raccoglierà ulteriori campioni da testare per verificare se il cane sia effettivamente infetto o se il risultato dei test sia causato da una contaminazione ambientale di bocca e naso del cane. Verranno effettuati più test e il cane sarà restituito alla proprietaria se quando il test risulterà negativo”.
Al momento il cane è risultato positivo a due test, effettuati giovedì e venerdì.
Quindi per prima cosa è importante differenziare tra la positività al test e l’essere effettivamente malato: il cane al momento è asintomatico e questo, insieme alla convivenza con una persona che ha già contratto il virus e al fatto che comunque si tratti di una positività a basso titolo, fa supporre come detto che possa essere “solo” una contaminazione ambientale.
Un altro aspetto che va propendere per quest’ipotesi è che si tratta di un cane anziano (13 anni) che non usciva spesso di casa, quindi è più facile che il contatto con il virus sia avvenuto tra le mura domestiche.
Il cane al momento è in quarantena, a Hong Kong è stato dichiarato che lo stesso iter verrà adottato qualora ci fossero altri casi simili.
Non è il primo animale domestico che è stato testato, ad esempio lo Shiba di una donna di 68anni positiva al virus era risultato negativo ai test.
Tutti gli esperti interpellati concordano sulla necessità di non preoccuparsi e non fare allarmismo: il Dr. Micheal Bradley dello Stanely Veterinary Center ha dichiarato:
Non serve allarmarsi. Non ci sono sono ancora prove che il virus possa infettare cani, gatti o altri animali domestici. E’ probabile che il cane avesse il virus su di sè per contanimazione ambientale, perchè un cane può essere un oggetto che trasporta il virus come qualsiasi altra cosa, per esempio un fazzoletto di carta.
In Italia ANMVI ha pubblicato il parere del prof. Nicola Decaro, da cui in particolare cito:
In linea teorica, potrebbe banalmente esserci stato un contatto con un soggetto umano infetto che l’ha toccato sul muso trasferendogli passivamente il virus, senza infettarlo. E’ il primo caso al mondo e deve ancora essere approfondito. Ma la positività è a basso titolo, quindi a bassa replicazione virale, circostanza che fare stare tranquilli su un’eventuale trasmissibilità all’uomo.
Anche se il cane sviluppasse la malattia, non avrebbe un ruolo epidemiologico importante per l’uomo; nel caso in cui fosse accertata la loro recettività, cani e gatti sarebbero quasi sicuramente vittime, non untori.
Anche David Hui Shu-cheong, esperto di medicina respiratoria dell’Università cinese, propende per la contaminzione ambientale: “È possibile che delle goccioline di saliva infetta abbiano contaminato l’ambiente e poi il cane”.
Insomma, nessuna necessità di allarmarsi, è giusto dire che la notizia è vera e non si tratta di una bufala, ma che ancora ci sono molti dubbi su come il cane possa essere entrato in contatto con il virus, ad oggi continua a essere confermato che cani e gatti non possano contrarre e trasmettere il virus e questo è ad oggi l’unico cane risultato positivo.
A Hong Kong viene ora consigliato alle persone risultate positive al virus di far testare e mettere in quarantena i propri animali domestici,
ovviamente globalmente rimane valido il consiglio che già veniva dato inizialmente dall’OMS di lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli animali… ma questo valeva anche a prescindere dal SARS-CoV-2!
Le notizie si devono dare quando si è sicuri al 100% nn si possono mettere allarmismi… già i cinesi stanno facendo strage di cani…. ma volete che succeda anche qui??????…..la gente è già allarmata…se dite queste cose prima che sia stato accertato succederà un macello anche da noi!!!!!!…MA PERFAVORE!!!!!
Pienamente d’accordo: infatti abbiamo dato una notizia CONFERMATA e SICURA al 100%, dato che il cane era realmente “leggermente positivo” al test per il coronavirus.
Forse sarebbe meglio leggere le notizie a fondo prima di indignarsi…