lunedì 18 Marzo 2024

Andiamo? MAGARI!!!

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di ORIETTA PIAZZA – In questi tempi bui, guardando i miei cani anche loro un po’ perplessi dal silenzio assordante in cui è immerso l’Appennino, mi assale la nostalgia dei nostri viaggi con loro.
Nessuno dei nostri cani (compreso il ciarplanina Zen di 50 kg) ha mai resistito un solo secondo a scatafsciarsi nel baule della macchina (loro seconda casa) dopo aver marcato stretto noi, zaini, scarpe e valige. Alla fine “hop, andiamo!!!”. Al volo.
Il primo vero viaggio con i cani che mi ricordo ci ha portati a girare la ex Jugoslavia: si era appena conclusa l’orribile guerra nei Balcani, ci sentiamo coinvolti e decidiamo di seguire l’appello del “Manifesto” e di impegnarci per un aiuto a distanza di un ragazzo serbo di Kragujevac. Naturalmente ci si scambiano lettere e telefonate (me la cavo col mio inglese un po’ così): ci si apre un mondo, la curiosità è tanta.

Ci invitano là!!! Andiamo!!!
Decidiamo di affittare un camper e partire: allora avevamo con noi i miei due meticci di pastore tedesco “pelone”, Benny e suo figlio Odyn, al loro primo viaggio impegnativo. Benny in realtà era abituata a viaggiare con me in lungo e in largo per l’Italia in occasione dei campi operativi di protezione civile e delle emergenze: in quelle situazioni generalmente si dorme in macchina e di giorno si scorrazza per i prati in ricerca. Quindi, il camper per loro è certamente un hotel a quattro stelle.
Chilometri e chilometri di autostrade, litoranee, strade ancora martoriate dalla guerra, a volte deserte o frequentate da qualche camionetta della KFOR in Bosnia (la Bosnia era ancora devastata: case crollate o crivellate dai buchi dei colpi di mortaio); una Bosnia che attraversiamo di corsa, con poche soste; me ne ricordo una in particolare, alla frontiera: facciamo scendere i cani per i controlli di rito al camper; approfitto per sgambatina e pipì, adocchiando un pratino perfetto al bisogno.
Mi viene incontro un militare che si sbraccia e urla qualcosa fermandomi; non capisco la lingua, ma la parola “mine” sì!!!
Raggelata, mi allontano immediatamente.
Altre volte, invece, i cani sono utili a smaltire le procedure, perché gli addetti ai controlli ne hanno paura!!! E ci lasciano andare.
Successo anche questo.

Ma arriviamo sani e salvi dagli amici a Kragujevac che si innamoreranno dei cani, soprattutto il ragazzino Strale per cui sono due giganti pelosi gioconi e socievoli. Con loro gireremo tutta la Serbia incontrando spesso anche quello che poi diventerà il nostro idolo, il Pastore di Ciarplanina da cui i nostri amici si tengono alla larga, consapevoli delle spiccate doti da guardiano, mostrate anche durante l’uso in polizia (un Ciarplanina era il personale cane da guardia di Tito). Odyn e Benny non hanno mai mostrato alcun tipo di stress nel viaggiare o nel dormire sul camper o a casa degli amici serbi, o in tenda al ritorno, diversamente da quello che avremmo notato in viaggi successivi col ciarplanina o col meticcio Acab che dopo un po’ di giorni di macchina ci tiene un po’ il muso…
Forse era davvero la nostra grandissima interazione con loro a renderli così temprati e sereni in ogni occasione. Eravamo giovani e con pochi impegni; così, nel tempo libero i cani venivano sempre con noi. In viaggio, in vacanza, in montagna, a Ticino. Anche con modi e mezzi poco “comodi”.

E a proposito, mi vengono in mente almeno due particolari trekking con Benny e Odyn.
Il primo, la traversata da Varzi al mare, attraverso l’Appennino pavese. Equipaggiati di tutto punto noi e i cani che avevano i loro personali zaini creati in casa: un’idea nostra che volevamo brevettare ma che, inutile dirlo, qualcun altro ha brevettato.
Unica differenza tra cani e umani: pesantissimi i nostri zaini con tenda e tutto, leggeri i loro: croccantini e borraccia e stop. Si cammina tra boschi e crinali, poche le soste; si becca un temporale a secco con fulmini e saette che richiede il nostro trasporto a valle con una jeep di fortuna.
Ci si sveglia con la tenda rosicchiata dalle muccherelle pascolanti. Quando si fa una sosta nei paesini dell’entroterra ligure i cani vengono sempre accolti con un sorriso da parte degli abitanti. Loro stanchi, ma felici e sempre zompettanti. Forse oggi qualcuno vedendoli con le bisacce in spalla ci avrebbe denunciato per maltrattamenti: i tempi cambiano… e non sempre in meglio.
Anche scorrazzare da Pavia a Vigevano in bicicletta attraverso il Parco del Ticino con i cani quasi sempre liberi è stata una gran gioia per loro.
Devo dire che i pochi tratti su strade secondarie asfaltati con i cani al guinzaglio non sono stati il massimo: tenerli al fianco non è facile e loro vincolati alla bici non si divertivano. Poi, un nubifragio di due giorni ha rovinato tutto e il ritorno ce lo siamo fatto mesti mesti in treno con cani e biciclette, ma loro sempre tranquilli e sereni. Anche se allora portavano il collare a scorrimento e nessuna pettorina firmata…

Purtroppo, l’ultimo viaggio di Odyn in Toscana gli è stato fatale: una piroplasmosi non diagnosticata subito dai veterinari se lo è portato via al ritorno… Con grande dolore da parte nostra e con l’arrivo (dopo un po’) del Ciarplanina, il cane più bello ed equilibrato del mondo… almeno per noi.
E col ciarplanina si va in montagna, naturalmente.
Un cagnone di 50 kg che soffre molto il caldo, Patouf. E non era nemmeno abituato alla macchina: non c’è voluto molto. Dopo un mesetto che era con noi (lo abbiamo preso all’età di 4 anni) anche lui si scaraventava volentieri a bordo. Non un grande camminatore invero, Patuof: questi grandi cani da guardiania vivono costantemente attenti al territorio che devono controllare e, anche se mostrano una sorprendente capacità di accelerazione da zero a cento in un secondo al bisogno, amano stare tranquilli.
Una passeggiata il nostro ciarplanina se la faceva volentieri, ovviamente evitando gli orari più caldi, perché a mezzogiorno lui trovava un riparo all’ombra e si fermava lì: “Vi saluto, io vi aspetto qui”.
Equilibratissimo sempre: è capitato in un minuscolo rifugio di montagna che, a causa di un’acquazzone, facessero irruzione una cinquantina di ragazzi vocianti e il cane non ha fatto una piega. Invece, bisognava sempre ricordarsi di non lasciarlo solo e legato vicino ai nostri zaini; se la sua compagna di allora, la Lupa-Lula, tentava di farsi notare da ogni passante per giocare a “mi tiri il sassetto?”, lui, invece, allontanava in modo incruento ma rude ogni malcapitato che osasse avvicinarsi a più di due metri dai nostri beni.
La lupa Lula, della Luletta, lupafarfalla, Lupalla ecc. era il re dei buffoni. Anche lei quasi pastore tedesco (caratterialmente molto credibile) da canile, ci ha conquistati dal primo giorno di prova fuori dal rifugio per il suo stile da viaggiatrice consumata (sarà stata la compagna di un camionista?). Era già anzianotta Lula, quando abbiam pensato di tenerla assieme ai nostri Odyn e Benny. Ma al primo giro in macchina con noi sedeva composta nel baule e ci seguiva con lo sguardo attento se ci fermavamo per una commissione: irresistibile!

E ora che siamo diventati grandi e responsabili… ci facciamo un bel viaggetto!!!, con la tenda e senza prenotazione.
Abbiamo voglia di Nord Europa, di fresco e di vento, di boschi e di piccole Venezia coi canali… ma sììì a settembre (scorso… sigh) andiamo in Belgio!!!
I cani? Naturalmente vengono con noi… Per Acab nessun problema, è uno schizzo di 8 anni, ma Celia ha 11 anni e un legamento crociato rotto (e l’altro operato qualche anno fa…). No, no a casa non si lasciano, ci verrebbe la malinconia: viaggiare senza cani per noi è un po’ come danzare senza musica. Ma Celia può camminare al massimo mezz’oretta, ci intima il veterinario…
Attimi di panico… Come si fa?? Se non può camminare troppo, la portiamo; nel marsupio? Nello zaino? 15 kili??? No, no. Sedia a rotelle, passeggino??? Noooo una schnauzer doc nel passeggino??? Mai!. Ma forse, se fosse una comoda carrozza… un rimorchio ?
Eh sì, andiamo in Nord Europa dove i cani viaggiano comodamente nel carrello trainato dalla bici!!
Detto fatto, acquistiamo on line l’accessorio : molto soddisfatti, si ripiega facilmente, si spinge agevolmente e ha buone ruote 4 x 4.

Soddisfatti noi; Ora, si tratta di capire che ne pensa lei…Tutto il male possibile, lei che è kane dignitoso e tutto di un pezzo; ma alla fine bocconcini , preghiere e ringhi hanno la meglio: “entro e ci sto, ma con la migliore mimica “giratadiballe” che riesco a trovare”.
Così partiamo e giriamo il Belgio, fino alla ventosissima spiaggia di Ostenda, dove spingere lei e il carrellino è un’impresa degna di Ambrogio Fogar al Polo. Almeno, per noi.
Lei ha sempre accettato la comoda sistemazione con la grazie e la leggiadria di un porcospino. Però giretti sulle 4 zampe se li faceva, quindi tutto ok.
Del resto, anche Acab non è che apprezzasse completamente i tour turistici dell’incantevole Bruge, di Liegi,di Anversa.

Certo, i miei cani sono un po’ provinciali: anche se in città ci vanno spesso sono dei montanari che apprezzano le frequenti scorrazzate per campi e boschi: e diamogli torto!.
Comunque, nessun problema, cani bene accolti in Belgio, su mezzi pubblici e ristoranti, dove spesso metteno anche il ciotolino con l’acqua e quello per l’assaggio delle immancabili cozze con patatine fritte (sì, in Belgio si mangiano le cozze in molti modi!).
Unico neo gli alberghi da “poracci” dove abbiamo dovuto approdare qualche volta se era troppo tardi o troppo freddo per montare la tenda. Tipo IBIS… per intenderci,, sovrapprezzo esoso per il cane : anche 15 euro a esemplare! Compensano l’impegno le vaste campagne dove scorrazzare coi cani liberi, anche se costellate di mandrie bovine (i cani non hanno mai disturbato i pacifici ruminanti) e i boschi quasi ininterrotti di certe zone della Vallonia.
E. per concludere questa “rimpatriata” nei ricordi di viaggio non posso ignorare… il viaggio col gatto.
Sì, la nostra micia Hilde ha viaggiato: a Ferrara al Buskers Fest, a Venezia dove ha fatto tremare tutti i piccioni di piazza San Marco appena zompata giù dal cestino… e in Camargue!!! Col cestino o lo zaino, ma anche con tanto di pettorina e lunghina.
Perchè il gatto? In qualcuno dei nostri giri di qualche giorno in città come Venezia i cani non avrebbero apprezzato. E poi… l’eccentricità giovanile un po’ scema. Hilde si adattava bene, o almeno pareva. A parte alcuni colpi apoplettici che ci ha fatto venire con le sue passeggiate aeree stile Barone rampante.
E ora… il prossimo viaggio? Mi viene il groppo allo stomaco. Croazia? qui andiamo spesso e con i cani di solito tutto ok: il massimo della libidine le spiaggette dedicate a loro del campeggio di Nivice… chissà. Belgrado dagli amici… di nuovo… quando??!!

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