venerdì 17 Gennaio 2025

Il mio nome è Dora

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Lo sguardo appannato e assente… traballante sulle zampe… non mangia e non beve… ecco, sdràiati qui, sulla coperta vicino al fuoco, e noi due più persi dei suoi occhi velati, seduti in silenzio, con le gote rigate.

Nel mio respiro ci sono i prati verdi e la terra, frammenti di erba, particelle aride e umide… è passata una lepre… intensi petali gialli stropicciati… ma io seguo quell’odore, diverso da tutti gli altri, quello che so che devo seguire… questo odore è la trama del gioco.
E il gioco inizia quando LUI mi mette il guinzaglione lungo. E allora andiamo in posti bellissimi, dove si sentono il cielo, la pioggia e il sole. E quando LUI dice “il cane segnala” io fremo e aspetto solo quella parola: “suche”.
E’ lì che il turbinio nel mio naso mi fa sentire viva, il respiro più potente, e mi porta su quella traccia diversa da tutto il resto del terreno.
LUI mi segue e siamo felici.

Non si muove… non mangia… lo sguardo non è il suo… di peso la aiutiamo a sporcare, la teniamo al caldo, terrorizzati all’idea di perderla. Ha quattordici anni.

LUI è sicuro di sé e fa quello che ha in testa indipendentemente da quello che dicono gli altri. Quindi andiamo sempre al campo, anche se piove o fa molto caldo.
Una volta era venuta giù tantissima acqua e il campo sembrava una piscina. Allora abbiamo nuotato insieme nel campo, come quando andiamo al Trebbia.
Uno dei giorni più belli della mia vita!
Gli piacciono le stesse cose che piacciono a me, per questo stiamo noi due. Sua sorella dice che quando lo vedo assumo l’espressione di una che “sta vedendo un’apparizione della Madonna”.
Non so cosa voglia dire e non capisco nemmeno quando LUI dice che io “ho una buona tempra, ma la docilità non è molto alta”, però so che quando prende le palline io corro velocissima da un capo all’altro del campo e gioco con LUI.
Invece mi annoio proprio quando mi spazzola, non so a cosa serva e non riesco a stare ferma. Allora LUI mi dà la “preventiva” prima di iniziare, cioè la spazzola in testa, dopodiché io mi muovo lo stesso.
Non è come quando mi dice “PLATZ” perché allora io sto lì fissa: so che quando poi mi chiamerà o mi verrà a prendere faremo altre cose belle insieme.

Il veterinario dice che potrebbe essere un virus o qualcosa che ha mangiato in giro per il giardino… più probabile la seconda ipotesi… medicine, caldo… Ha quattordici anni…

Un altro giorno più bello della mia vita è quando usciamo la sera dopo cena in passeggiata. Anche lì il mio naso turbina, ma posso andare di qua e di là.
Non ci sono regole. Solo che a noi piace stare all’aperto.
Spesso andiamo al parco e LUI si sdraia sul muretto, io vicina a LUI. LUI guarda le stelle e io vigilo, non si sa mai che arrivi un gatto all’improvviso. C’è stato un periodo in cui LUI parlava a lungo al telefono e allora stavamo tanto al parco.
Dopo quel periodo è arrivata lei.
Lei è quella che mi lascia entrare in mensa e che mi porta sempre dappertutto. Quindi io la seguo, non si sa mai. Con lei è arrivata anche altra gente, ma io ho messo subito in chiaro che:
1. non mi importa nulla di loro;
2. se mi ringhiano, mi spintonano o vogliono bere prima di me io me ne infischio e continuo a fare quello che stavo facendo;
3. se mi passano troppo vicino mentre sonnecchio posso afferrarli per la coda o prendere la loro testa in bocca;
4. siamo io e LUI perché sappiamo fare tante cose insieme, quindi io lo tengo d’occhio – anche da lontano, mentre LUI non se ne accorge – perché potrebbe succedere qualcosa di bello all’improvviso.

Sono passate alcune ore… ci guarda e torna a vedere noi…. torna il suo sguardo…. si rialza, fa qualche passo. Chiede di uscire.

Ho trovato la borsa d’addestramento e ho fatto self-service. Ho preso la manica e l’ho portata a lei, così mi ha servita. Un po’ di volte. Poi LUI le ha detto di smettere perché sono anziana e non devo esagerare. Non so cosa voglia dire.
Allora mi sono piazzata davanti a lei e le ho abbaiato come davanti al revier. Allora lei mi ha servita ancora una volta. Poi mi ha portata in un parco per farmi passeggiare. Io ho fatto il mio giro, ho annusato tutto per bene, mi sono rotolata con gusto e poi sono tornata da lei a fare l’abbaio.
Sarò “anziana” come dice LUI, ma so bene cosa devo fare!

Sta decisamente meglio; ha mangiato! Cammina con qualche incertezza del posteriore, ma a quattrodici anni ci sta. Sospiro di sollievo collettivo… il nostro cane fortissimo, la regina del branco.

Nel mio respiro ci sono i prati verdi e la terra, frammenti di erba, particelle aride e umide… di fronte a me c’è un uomo con la manica e io la afferro e combatto.
L’uomo mi minaccia, ma io non cedo. Il mio morso è serrato e resisto. Finché la preda sarà mia. Solo una cosa mi può fermare: la voce di LUI.
Il mio nome è DORA e questo è il mio branco.

Epilogo
La nostra DORA, la regina del branco, ci ha lasciati nel sonno la notte del 10 aprile 2020, all’età di quindici anni e mezzo, mentre LUI dormiva accanto a LEI.
Sulla sua tomba i fiori selvatici vibrano accarezzati dal vento.
Sono cresciuti in una notte, solo in quel punto. Noi pensiamo che sia una magia.

Note esplicative delle espressioni usate nel testo
il cane segnala – nelle gare di IGP, nella sezione del lavoro in pista, è l’indicazione che il conduttore dà al giudice per informarlo che il cane, quando trova uno degli oggetti appositamente posizionati in pista (cioè sulla traccia olfattiva che il cane deve seguire), lo segnala, in genere mettendosi a terra.
Suche – è il comando per chiedere al cane di seguire la traccia in pista.
Platz – è il comando per chiedere al cane di stare fermo “a terra”, a sfinge.
Lei mi ha servita – si usa il verbo “servire” per indicare quando il figurante fa mordere la manica al cane.
Revier – sembra una tenda indiana, ma con un lato completamente aperto. In IGP viene usato come nascondiglio del figurante, che il cane deve cercare, per segnalarne poi la presenza con l’abbaio.

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2 Commenti

  1. Un racconto commovente,una storia bellissima che lascia intravedere tutto l’amore che scorre da un anima pura verso la sua metà umana.

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