Il “gruppo sanguigno” è determinato dalla presenza o assenza di molecole sulla membrana esterna dei globuli rossi (o eritrociti), definite come “antigeni eritrocitari”, che possono variare da una specie animale all’altra.
Nell’uomo abbiamo un sistema AB0 e per questo i gruppi sanguigni possibili sono A, B, AB e 0; inoltre, un soggetto, per quanto riguarda il sistema “Rh”, può essere Rh+ (positivo) o Rh- (negativo),
Anche i cani hanno un loro gruppo sanguigno, indicato però con la sigla DEA, che sta per “Dog Erythrocyte Antigen“, seguita da alcuni numeri che si riferiscono ai differenti antigeni presenti sui globuli rossi: per adesso, quelli conosciuti e utilizzati sono 1.1, 1.2 , 3, 4, 5, 6, 7 e 8.
L’antigene considerato maggiormente immunogeno è il DEA 1.1, che prevede un’ulteriore suddivisione in DEA 1.1 negativo e DEA 1.1 positivo.
Il cane di gruppo DEA 1.1 negativo è definito come “donatore universale” poiché sulla superficie dei globuli rossi non presenta tale antigene, esattamente come accade nell’uomo per il gruppo 0 Rh negativo.
Per questo può donare sia ad altri DEA 1.1 negativi ma anche a DEA 1.1 positivi, mentre al contrario, un soggetto DEA 1.1 negativo può ricevere solo da un altro DEA 1.1 negativo.
Tali antigeni sono capaci di stimolare il sistema immunitario e di innescare una reazione anticorpale nel soggetto ricevente quando trasfusi, per cui è molto importante valutare la compatibilità con il donatore. Le maggiori reazioni immunitarie si verificano quando viene utilizzato del sangue DEA 1.1 positivo in cani DEA 1.1 negativi, perché lo sviluppo di anticorpi anti-DEA 1.1 in cani negativi precedentemente sensibilizzati provoca l’emolisi dei globuli rossi subito dopo la trasfusione.
Anche se il DEA 1.1. rappresenta l’antigene più immunogeno, tutti gli altri antigeni sono comunque in grado di stimolare la formazione di anticorpi. Infatti, anche in seguito a incompatibilità con il DEA 1.2 si possono innescare importanti reazioni, pur meno gravi rispetto a quelle causate dal DEA 1.1. Il DEA 7 invece, pur essendo coinvolto nelle reazioni immunologiche post-trasfusionali, è meno importante nella pratica clinica poiché è un anticorpo naturalmente presente, e possiede un basso potere agglutinante. Per quanto riguarda gli altri gruppi antigenici non sono state apprezzate reazioni significative in seguito a trasfusione di sangue.
Alla luce di ciò, è evidente come il donatore ideale sia un cane di gruppo DEA 1.1 negativo: tuttavia, la frequenza di questi soggetti è relativamente bassa (circa il 40% della popolazione canina), e per questo anche il sangue DEA 1.1 positivo viene comunemente utilizzato.
Storicamente, nei cani la prima trasfusione di sangue è sempre stata considerata a basso rischio perché nella stragrande maggioranza dei soggetti sono scarsi o del tutto assenti anticorpi naturali contro gli antigeni eritrocitari canini: infatti solo il 15% dei cani possiede anticorpi nei confronti di antigeni non propri senza che possano essere riferibili a precedenti sensibilizzazioni trasfusionali. Tali anticorpi sono per lo più attivi nei confronti degli antigeni D.E.A 3,4,5 e 7: non sono stati mai rilevati anticorpi naturali nei confronti del D.E.A 1 che è il principale responsabile delle reazioni immediate in caso d’incompatibilità.
Questo è il motivo principale per cui nel cane non succedono gravi reazioni alla prima trasfusione anche in assenza di prove di compatibilità. Tuttavia, è comunque sempre consigliabile individuare il gruppo sanguigno del donatore e del ricevente prima di ogni trasfusione, ancora di più nel caso in cui un paziente debba ricevere prelievi ripetuti.
Nella maggior parte dei casi infatti, un soggetto bisognoso di sangue, necessiterà di più di una trasfusione (in rari casi una sola è sufficiente): una prima donazione effettuata alla “cieca” in caso di emergenza fra soggetti incompatibili è in grado di stimolare la formazione di anticorpi in tempi rapidissimi, con la possibilità di provocare gravi reazioni già alla successiva trasfusione effettuata a breve distanza di tempo.
Queste eventualità rendono indispensabile la conoscenza dei gruppi sanguigni nei cani sia donatori che riceventi, in modo da diminuire il rischio di reazioni post donazione, soprattutto considerando che ormai molto spesso anche in medicina veterinaria, e in modo particolare nella specie canina, si ricorre alle trasfusioni di sangue.
Proprio come accade nell’uomo quindi, si è presentata la necessità di poter ricorrere a dei soggetti donatori che, in caso di necessità, possano aiutare un loro simile a guarire; allo stesso tempo però si è pensato a tutelare la salute sia dell’animale donatore che quella ricevente. In quest’ottica, nel 2016 è stata emanata dal Ministero della Salute la “Linea Guida relativa all’esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario“, che riporta nei dettagli i criteri di selezione dell’animale donatore e i relativi esami di base da eseguire.
Il cane può essere un donatore se:
• Ha un’età compresa tra 2 e 8 anni.
• Il suo peso corporeo è superiore ai 25 kg.
• Ha un carattere docile.
• È in regola con tutte le vaccinazioni.
• È in salute e non è sottoposto a terapia farmacologica.
• È regolarmente identificato tramite l’iscrizione all’anagrafe canina.
Il prelievo di sangue può essere effettuato esclusivamente da un medico veterinario, attuando una metodica che garantisca asepsi, e con dispositivi non riutilizzabili: le sacche da prelievo sono quelle usate anche in medicina umana e devono essere adeguatamente ispezionate sia prima che dopo il prelievo, per verificare l’assenza di eventuali difetti.
L’animale donatore deve essere sottoposto ad una preliminare visita clinica, in modo da valutarne le condizioni generali di salute, con particolare attenzione agli stati di debilitazione, iponutrizione, edemi, anemia, ittero, cianosi, dispnea e lesioni cutanee.
Durante la visita vengono eseguite anche una serie di analisi di laboratorio volte ad escludere gli stati patologici, la positività a malattie trasmissibili, ed individuare il gruppo sanguigno; tali analisi vanno ripetute ad ogni donazione, naturalmente ad eccezione del gruppo sanguino.
Le modalità previste per l’attuazione della procedura di donazione non devono provocare sofferenza, angoscia o danni durevoli ai donatori; il sangue può essere prelevato dalla vena dell’avambraccio o dalla vena giugulare, con il cane posto in decubito sternale o laterale oppure in stazione quadrupedale. La parte dove viene eseguito il prelievo deve essere tosata ed accuratamente disinfettata. In genere l’operazione dura 5-10 minuti e il proprietario può rimanere presente in modo da tranquillizzare il cane.
La donazione è sicura, e non comporta danni per il cane, anzi permette di verificarne regolarmente lo stato di salute; può essere effettuata ogni 90 giorni, prelevando circa il 1,5-2% del volume ematico corporeo, senza superare i 18 ml /Kg.
Come riportato nella normativa, è obbligatorio adottare un sistema sicuro di registrazione e di archiviazione dei dati che consenta di ricostruire il percorso di ogni unità di sangue, dal momento del prelievo fino alla sua destinazione finale. La sacca può essere utilizzata massimo entro 30 giorni dal prelievo.
Il Ministero ha stabilito inoltre che un soggetto, al fine di tutelare la salute sua e del ricevente , possa essere giudicato permanentemente non idoneo alla donazione di sangue se affetto o precedentemente affetto da malattie autoimmuni e immunomediate, malattie cardiovascolari, malattie del sistema nervoso centrale, neoplasie, malattie maligne, tendenza anomala all’emorragia, crisi convulsive, diabete insulino-dipendente, epilessia, malattie cardiovascolari, glomerulonefrite cronica e pielonefrite, policitemia vera, babesiosi.
Un candidato può essere anche dichiarato temporaneamente non idoneo alla donazione di sangue per un periodo di tempo variabile in funzione della patologia o condizione rilevata (Leishmaniosi, Ehrlichiosi, Borreliosi, stato di gravidanza), o la donazione può essere rinviata sempre secondo quanto stabilito dal medico veterinario:
- Rinvio di sei mesi: trasfusione di sangue, trattamento con farmaci emoderivati, intervento chirurgico di rilievo, allergia ai farmaci;
- Rinvio di tre mesi: parto o interruzione di gravidanza, somministrazione di sieri di origine animale;
- Rinvio di tre settimane: somministrazione di vaccini costituiti da virus o batteri vivi attenuati;
- Rinvio per 48 ore: somministrazione di vaccini costituiti da virus o batteri uccisi o inattivati o da tossoidi, assunzione di farmaci.
- Altre ragioni e durata di rinvio valutate dal veterinario.
In merito alle donazioni, nel 2015 è nata la “Dog Blood Donors” (DbD), la prima banca dati in Italia per cani donatori di sangue. Il progetto è stato realizzato e finanziato da “Almo Nature”, grazie alla guida della dottoressa Benedetta Giannini, e patrocinato dalla Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani (FNOVI) e dall’Associazione Nazionale Medici Veterinari italiani (ANMVI).
La procedura per entrare a far parte della banca dati e candidarsi come donatore è molto semplice: il cane deve essere regolarmente iscritto all’Anagrafe Canina, e il proprietario, dopo la registrazione sul sito, può rivolgersi al suo medico veterinario per il test del gruppo sanguigno. In seguito, si procede all’iscrizione del cane alla piattaforma.
Sia il test che l’iscrizione alla Dog blood Donors sono completamente gratuiti.
È evidente come il progetto rappresenti un punto di riferimento importante per tutti i veterinari che, in caso di necessità, possono accedere alla banca dati e identificare il cane donatore con il gruppo sanguigno necessario, contattando il proprietario e chiedendo la disponibilità a portarlo presso la struttura. Per il padrone non sussiste nessun obbligo di rispondere positivamente alla chiamata: se il primo della lista non dovesse essere disponibile, si prosegue nella ricerca fino a trovare un donatore. Dare il consenso ad una donazione è un gesto di grande generosità, ma è una scelta assolutamente libera, e come tale viene sempre rispettata.