martedì 5 Novembre 2024

Tutto quello che non sapevo quando ho incontrato Golia

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Dàimon. Ho imparato questa parola guardando un film di fantasia, in cui ogni persona è “collegata”, dalla nascita, con un animale, come se la stessa “anima” vivesse in contemporanea in due esseri, indissolubilmente legati.
Ovviamente, i cattivi della situazione cercano di tagliare questo legame, catturando i bambini che una volta separati dal loro dàimon diventano apatici e insicuri.

Credo che Golia sia il mio dàimon.
Golia è un bassotto, anzi IL Bassotto. Ovvero tutto quello che non sapevo quando per caso sono capitata in un allevamento e – di punto in bianco – ho deciso di portarlo a casa.
Mentre scrivo, lui se la ronfa a pancia all’aria davanti alla stufa a pellet, nella cuccia da cui qualche giorno fa mi abbaiava con disappunto perché la stufa era spenta, causa guasto. Con lo stesso disappunto mi abbaia, tutto impettito e serio, quando vuole che gli apra una porta. Questo gli è stato insegnato perché – diciamolo – Golia è un pochino viziato… ma solo un pochino!

Io lo trovo bellissimo – e sono ovviamente di parte – ma lo sareste anche voi se lo aveste visto tutto gonfio, dritto su quelle zampette “a trumeau”, sfidare maschi mediamente grandi tre volte lui (ultima volta in ordine temporale, quando in famiglia è arrivato un pastore dell’Asia Centrale grande almeno quanto otto Golia) … oppure esplorare a fondo la campagna, naso a terra, sempre pronto per grandi opere di scavo… o correre nell’erba alta con le orecchie al vento, visibile solo in fase di salto…

Golia può accompagnarvi per ore nello sfrenato shopping milanese così come nuotare senza sosta nelle fredde acque del fiume Trebbia. Non solo, in campo di addestramento è capace di fare una condotta spettacolare, con tanto di seduto e terra, solo che non lo farà mai quando lo decidete voi.
Curioso, forte, indipendente, testardo, permaloso.
Chiamatelo e arriverà di corsa, dopo un tempo di attesa variabile per rispetto delle necessarie priorità, tipo l’ispezione degli scavi in giardino. Quando chiamate lui non batterà ciglio, continuando imperterrito le sue attività. Tranquilli: ci sente benissimo.

Qualche anno fa, sulle spiagge della Costa Azzurra, si era guadagnato l’appellativo di “macho” italiano corteggiando tutte le cagnoline della spiaggia. E quando si innamorava era poi capace di passare ore fissando l’orizzonte fuori dalla finestra, ululando il suo “sentimento” verso il cielo. E’ stato uno di questi amori a spingerlo a nuotare la prima volta: doveva inseguire una cagnolina.

Golia adora rosolarsi al sole e rotolarsi nell’erba, meglio ancora se sotto c’è qualcosa di puzzolente, ma quando piove o fa freddo potrebbe decidere – irremovibile – di non uscire, salvo obiettivi fondamentali da perseguire, come verificare i mille odori del terreno. Attenzione quando si rifiuta di uscire perché il passo successivo è eleggere una stanza a toeletta.
Se va bene sceglie il bagno, ma non è la regola.
Se non lo trovate potrebbe essersi infilato sotto al copridivano, sotto al piumone del vostro letto oppure ovunque si possa scavare una tana perfetta. Se invece lo sentite abbaiare a squarciagola e la voce arriva dal bagno, si sta spazientendo perché ha sete e voi non avete ancora aperto il rubinetto del bidet.

Quando Golia si annoia organizza in autonomia divertenti attività di svago, tipo rubare il flacone dello shampoo – dopo aver aperto a testate la porta del bagno ed essere entrato nella doccia – per poi correre per la casa col flacone mezzo aperto… altrimenti potrebbe presentarsi col vostro maglione preferito, tutto scodinzolante e pronto per una nuova sessione di “tira-molla”. L’unico problema è che gli manca il concetto di “molla” e qui la colpa è decisamente mia: non gli ho mai insegnato il “lascia” e chiunque provi a togliergli un oggetto, a parte me, rischia le dita.

Il suo morso è bello tosto e anche la sua reattività quando qualcosa non va per il verso che lui si aspetta. Nessuno mi crede quando dico che, tra tutti i nostri cani, di cui Golia è il più piccolo di taglia, quello che potrebbe mordere più facilmente è proprio lui.
Se avete dubbi provate a chiedere all’amico tecnico che è venuto a riparare la stufa e che si è ritrovato Golia ringhiante appeso ai pantaloni. Lo stesso Golia che, in caso di rumori sospetti, è il primo a dare l’allarme, lanciando all’attacco tutto il resto del branco.
Quando mi sposto per la casa o per il giardino, so che Golia prima o poi verrà a cercarmi. Così come quando vado a dormire, so che dopo poco sentirò il suo inconfondibile calpestio ritmato mentre mi raggiunge nella cuccia di fianco al letto. Se sto dormendo e lui si muove, io mi sveglio.

E so, anche nel buio, se non sta bene o se ha in mente di combinarne una delle sue. Perché Golia, in ogni situazione, qualsiasi cosa succeda, alla fine cerca me. Mi cerca con lo sguardo e viene da me. Perché ha imparato negli anni che sono quella di cui può fidarsi, quella che gli risolve ogni cosa. Una magica imperdibile responsabilità!
Ogni tanto penso a quando l’ho portato a casa: stava in una mano e io ancora non immaginavo tutto quello che avremmo fatto insieme.
Non sapevo che mi avrebbe accompagnata in così tanti percorsi, non solo geografici.
Ancora non sapevo i nostri quattordici anni insieme.

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