sabato 28 Settembre 2024

Polemiche (poco sensate) sulla futura pista per racing e coursing a Maserada sul Piave

Dello stesso autore...

Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

Ci è stato segnalato da un nostro lettore che stanno nascendo molte polemiche in merito alla futura realizzaione di una pista a Maserada sul Piave.
La notizia per ora, almeno a quel che ho trovato online, si trova praticamente solo su un articolo del “Gazzettino”, effettivamente scritto in maniera un po’ approssimativa e che potrebbe dare adito a fraintendimenti… ma solo se proprio si vuole andare a vedere per forza il “potenziale marcio” dietro a quest’iniziativa, che nasce peraltro dall’ENCI. Ora, va bene che l’ENCI non è perfetta e può avere alcune lacune… ma davvero pensiamo che finanzi e realizzi un qualcosa che maltratterebbe i poveri levrieri?
A quanto pare, secondo soprattutto alcune associazioni animaliste, sì.

Perchè questa è principalmente la preoccupazione che aleggia su molti profili, pagine di associazioni e che ha anche originato due diverse petizioni su Change.org: il fatto che la pista potrebbe portare interessi e “traffici loschi”.
Il fatto che in due giorni siano nate due petizioni distinte sullo stesso tema non so se sia dovuto al fatto che magari le associazioni che le hanno proposte non si amino tra loro o sia stato solo un caso, sicuramente frammenta il risultato (ed è uno dei problemi delle petizioni online, che spesso ne nascano diverse su uno stesso tema andando a “distribuire” le adesioni e non consentendo magari un singolo numero maggiore)… ma questa è un’altra storia.

Il punto è che tutta questa è una polemica che mi sembra veramente non abbia il minimo senso di esistere.
Il fatto che molti levrieri provengano effettivamente da situazioni spregevoli legate al mondo delle corse all’estero, non vuol dire che una pista pensata peraltro per le prove di lavoro di alcune razze porterebbe lo stesso problema anche in Italia… e infatti le argomentazioni portate a sostegno delle petizioni sono piuttosto risibili, e stanno creando anche molto dissapore e discussioni – non sempre tenute nei limiti di educazione e correttezza – principalmente tra chi partecipa con i propri cani al mondo sportivo e chi invece (spesso adottante delle associazioni che hanno promosso le suddette petizioni) ha adottato il cane magari proprio salvandolo dal lato brutto delle corse all’estero e quindi vede in tutto questo settore solo il marcio.
Vediamo allora le principali obiezioni portate alla costruzione della pista, e perchè personalmente le trovo poco sensate.

C’è il rischio scommesse

Questo è il punto più tirato in ballo, anche l’opposizione comunale lo ha portato come punto per criticare la scelta della maggioranza di avallare l’opera.
Le scommesse sulle corse di cani sono illegali in Italia, l’ultimo cinodromo legato alle scommesse nel nostro Paese è stato chiuso nel 2002.
Non vuol dire che il fenomeno non esista clandestinamente, certo … ma difficilmente si verificherebbe all’interno di una struttura autorizzata, pensate per altri scopi, utilizzata principalmente da persone che tengono ai propri cani (perchè far correre il proprio cane non è automaticamente maltrattamento, santa polenta).
Ed è difficile pensare che l’eventuale giro clandestino venga influenzato dalla presenza di una pista “ufficiale”.
Ammettiamo pure che potrebbe crearsi un meccanismo per cui al di fuori della pista si scommette, poi si “sfrutta” l’attrezzatura della pista ad esempio per avere i tempi cronometrati in maniera precisa e una pista uguale per tutti… a quel punto, il problema sarebbe la pista? Pensiamo che quelle stesse persone non si organizzerebbero semplicemente in altro modo?
Se il problema è il benessere dei cani coinvolti nei giri di scommesse, credo sinceramente che la presenza di una struttura autorizzata sia il problema minore.
Fermo restando poi che mi sembra ingenuo pensare che la pista sia a “uso libero” per chiunque passi di lì per caso: probabilmente verrà utilizzata per prove organizzate, anche venisse resa disponibile per gli allenamenti richiederà un’iscrizione e quindi di lasciare i propri dati e ci sarebbe probabilmente uno storico degli ingressi… tutte cose solitamente non molto gradite a chi opera in un contesto illegale.

Poveri cani, saranno costretti a correre

Questa è un po’ la stessa – erronea – polemica che ogni tanto viene fuori riguardo al Canicross.
Se un cane non ha voglia di correre, non corre. E’ una cosa che non puoi costringerlo a fare nè con le buone nè con le cattive… e anche riuscissi a farglielo fare controvoglia, i risultati sarebbero ovviamente scadenti.
Ma i levrieri nella maggior parte dei casi amano correre, non per niente esistono discipline dedicate come racing e coursing e non per niente hanno “invaso” alcune discipline (come il Flyball), perchè vanno come dei missili e perchè gli piace farlo. Anche nel caso delle corse all’estero, il problema principalmente non è tanto quanto succede “in pista”, ma il fatto che una volta terminata la carriera sportiva i cani non essendo più “utili” vengano abbandonati o soppressi, e il fatto che – complice lì sì, il giro di denaro intorno al settore – i metodi di allenamento e preparazione dei cani siano spesso poco etici.
Ricordiamo che racing e coursing sono discipline riconosciute dall’FCI, valgono come prove di lavoro e hanno un preciso regolamento, che mira anche alla tutela della salute del cane: ad esempio è obbligatoria la presenza di un veterinario che valuti le condizioni di salute dei soggetti, e ad esempio “Se il veterinario ritiene che la salute di un cane sia messa a rischio, la giuria/i giudici deve/devonoescludere il cane dalla prosecuzione del racing/coursing.“. Ed è proprio in quest’ottica che l’ENCI mira alla realizzazione della struttura.

Ho salvato il mio cane dalle corse e non lo riporterei mai in quel mondo

Dubito che la costruzione della pista includa anche il prelievo coatto di ogni levriero presente sul territorio nazionale per farlo correre a forza…
Non vuoi che il tuo cane corra, o comunque non vuoi che non corra in pista? Non ce lo porti. Chi invece ha piacere di far correre il suo cane perchè al suo cane la cosa piace e farlo in una struttura attrezzata, lo potrà fare… esattamente come nessuno ci obbliga a giocare a calcio, tennis, pallavolo, basket… ma chi ha piacere di farlo trova aree attrezzate dove sfogare la sua passione.
Non si capisce però perchè se a Tizio non piace far correre il proprio cane o farlo partecipare a determinate discipline, non dovrebbe farlo nemmeno Caio (e se lo fa, è una brutta persona che maltratta il suo cane).

Non è credibile che la pista sia per corse amatoriali se investono soldi per farla

Questa sinceramente la trovo allucinante… ma giuro, c’è davvero in una delle due petizioni (cito: “L’obiettivo è lecito, e non c’è molto da eccepire sul piano legale, dal momento che la pista sarebbe dedicata a corse amatoriali, anche se con 160.000 euro in ballo il termine stona.“) e sembra sia anche una delle obiezioni portate dall’opposizione comunale, il “mancato ritorno economico”.
Fatemi capì… pensiamo che tutte le strutture dedicate ad attività amatoriali siano nate senza investire in euro? Pensiamo che l’unico modo per ripagare l’investimento sarebbero le scommesse?
Il fatto che siano previsti allenamenti e corse amatoriali non vuol dire che la pista sarà ad uso gratuito, che non ci saranno sponsor che investiranno in qualche spazio pubblicitario, che non vengano organizzati eventi dove si pagherà un’iscrizione… ricordiamoci che amatoriale non vuol mica dire gratuito! Per rimanere nell’ambito cinofilo, ad esempio le esposizioni amatoriali prevedono comunque che i partecipanti paghino una quota per l’iscrizione…
Capirei storcere il naso fosse stato detto “buttiamo 160mila euro a fondo perduto senza aspettarci nessun ritorno”, ma così non è per quanto riguarda l’ENCI, che sicuramente prevede un ritorno dalle iniziative organizzabili nella struttura, nè per il comune che oltre a prevedere un indotto riceverà anche 4000 euro all’anno (per 15 anni).

Le corse potrebbero incentivare l’importazione di soggetti dall’Irlanda

L’Irlanda è uno dei paesi dove il problema di come vengano selezionati e trattati i cani per le corse – e soprattutto il destino riservato a quelli “non idonei”, ovvero la soppressione – è maggiormente presente e sentito, e su questo nulla da dire… però torniamo un po’ allo stesso discorso delle scommesse: perchè la presenza o meno di una struttura (ripetiamo, non pensata principalmente per le corse) dovrebbe incentivare il fenomeno dell’importazione?
La pista sarà utilizzata per prove di lavoro, sicuramente in gran parte da chi già ha un cane (perchè ricorderei che già ci sono levrieri che fanno racing e coursing…), chi valutasse l’importazione lo farebbe a prescindere dalla presenza della pista e magari già lo ha fatto per partecipare alle prove di lavoro che già venivano organizzate.

Insomma, mi sembra più un processo alle intenzioni che l’evidenza di oggettive problematiche; se dovessimo sempre ragionare in ottica di quali interessi illeciti potrebbe attirare una struttura o un’attività, o di cosa potrebbe andare storto, allora non si dovrebbe mai realizzare praticamente nulla.
Spiace anche constatare che sembra esserci per l’ennesima volta un contrasto tra il “mondo associazioni/adozioni” e il mondo di chi invece con il proprio cane fa sport e attività: anche i cani che fanno attività sportive passano la maggior parte del tempo amati e coccolati o stanno stravaccati nella cuccia o sul divano, semplicemente qualche ora a settimana si allenano o partecipano a una gara.
Purtroppo sembra invece, a leggere i commenti e i post di sostegno alle petizioni, che l’idea sia che automaticamente il cane che corre in una pista sarà maltrattato e debba invece o vivere solo sul divano, o al massimo correre in mezzo ai prati.
Paradossalmente infatti molti dei firmatari della petizione sembrano non aver nemmeno letto le ragioni della petizione che hanno firmato, ma gridano indistintamente al “maltrattamento” e appunto ai cani “costretti a correre per l’ego umano”, con gli immancabili esempi antropomorfizzati (tipo “provate voi a correre dietro a una salsiccia per capire come si sentono loro a correre dietro una preda finta”, scordandosi oltretutto che moltissime persone praticano atletica e corrono semplicemente perchè li fa stare bene farlo… senza manco il bisogno della salsiccia!).

Concludo l’articolo riportando un parere che ho trovato molto equilibrato (e nonostante questo ha portato alcuni commenti vergognosi rivolti all’autrice, è sempre interessante vedere come molti ferventi amanti degli animali poi siano così pronti ad augurare accidenti vari alle persone).
Forse la sua è una posizione equilibrata perchè è una persona che ha cani rescue e ha anche partecipato ad attività sportive con i suoi cani. Forse il segreto è proprio lì: se invece che litigare dalle proprie torri ci si frequentasse e conoscesse un po’ meglio, si scoprirebbe che alla base l’amore per i propri cani è lo stesso.
Sembra però che ci sia più interesse a dividere piuttoso che unire, del resto le polemiche emerse su questa iniziativa sono in buona parte le stesse che le medesime associazioni hanno sempre posto sul mondo del racing e del coursing (a dimostrazione che il problema forse non è tanto la possibile pista, quanto proprio tutto il concetto delle “corse”).
Vedremo come evolverà la situazione, attendendo magari un intervento anche da parte dell’ENCI, che vista la “maretta” venutasi a creare credo dovrebbe dire la sua per spiegare un po’ più a fondo l’iniziativa, e anche per dare minor adito a fraintendimenti… fermo restando che pur essendo l’articolo sul “Gazzettino” un po’ lacunoso, sarebbe sempre buona norma informarsi prima di scandalizzarsi.

Autore

  • Davide Beltrame

    Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

    Visualizza tutti gli articoli

Nella stessa categoria...

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico