È sempre emozionante per me scrivere del Championnat de France.
Ancora di più quando lo vinciamo.
Domenica 14 maggio 2023 a Cholet (paesi della Loira) siamo stati ospiti del gruppo francese “Cholet Acte”. Per capirci, siamo più o meno nella zona di Nantes. Una bella galoppata da Bergamo, ci abbiamo messo circa quattordici ore ad arrivarci comprensivi di code, lavori, monte bianco, varie ed eventuali…
L’occasione, come si dice, era veramente importante.
La finale del Championnat de France in acqua dolce 2023.
Chiamato a giudicare il Sig. Denis Le Berre.
Ammessi i migliori diciannove cani che nell’anno precedente (2022) hanno ottenuto il punteggio più alto durante i selettivi.
Non siamo arrivati qui con un grande punteggio, 271 su 300. Ma l’importante era, ed è, esserci. Nessuno mi può smentire, credo, se dico che la Francia è la Patria del lavoro in acqua. Hanno il calendario più strutturato in Europa di gare, nel 2023 ben 21 competizioni, più le due finali del Championnat de France in mare ed in acqua dolce.
Hanno una federazione ad hoc, hanno un corso per figuranti che si svolge due volte l’anno, hanno tanti cani che partecipano, hanno un movimento che funziona bene. Hanno la voglia di crescere e migliorare e permettono, loro così tanto nazionalisti (nel senso più positivo del termine) di ammettere al loro campionato anche chi francese non è.
Provo invidia per il loro movimento? Si, tanta. Davvero tanta. Ma non è questo l’articolo giusto per fare polemica…
Cholet ci ha accolto sabato mattina con un timido sole. Bella la location dove abbiamo stazionato, una sorta di centro sportivo.
Ampio parcheggi per furgoni e camping, toilette, spazio per sgambare i cani.
Con me la mia Claudia che meriterebbe un premio per la pazienza e l’aiuto che mi da costantemente, persino infilandosi la muta prima dell’arrivo della bella stagione. Io poi, lo so che sotto gara e soprattutto quelle importanti, non sono il re della simpatia…
Ma Lei ha la capacità di assorbire e mantenermi tranquillo.
Pomeriggio di sole passato nel sistemare il furgone, fare un sopralluogo sui campi gara (terra e acqua) ed una bella passeggiata tra lago e prati. La serata l’abbiamo trascorsa alla cena di gala, offerta dall’organizzazione alla presenza dei concorrenti, dei rappresentanti della Federazione (Cunse) e di tutti i soggetti coinvolti nella finale.
La sala dove siamo stati ospiti esplodeva di colori francesi, blu-bianco-rosso ovunque, sul tavolo sui muri, sul soffitto. Durante la serata si è svolto il sorteggio degli esercizi ed il sorteggio del numero di partenza in gara.
Per noi pettorale numero 11 e comunicazione da parte dell’organizzazione che cinque binomi non si sarebbero presentati per la finale, per cui da diciannove siamo passati ad essere quattordici in gara. Diverse le razze presenti: Terranova, golden, labrador, hovawart e la nostra chesapeake.
Esercizi obbligatori nel lavoro a terra:
50 metri di condotta al guinzaglio con due svolte è un dietro front;
50 metri di condotta senza guinzaglio con due svolte è un dietro front;
Terra resta di un minuto con il conduttore fuori vista;
Richiamo da 30 metri.
Esercizio obbligatorio in acqua:
Recupero tramite polso di un figurante che si tuffa da un gommone e finge di essere svenuto. Il cane parte da un altro gommone posto a cinquanta metri di distanza e rientra con il figurante allo stesso da cui è partito.
Esercizi sorteggiati:
recupero tramite cima pendente di un gommone posto alla deriva a cinquanta metri da riva. Il cane parte e torna a riva;
Recupero tramite presa al polso di un figurante posto a cinquanta metri da riva su un materassino. Il cane parte e torna a riva;
Apporto di gommone partendo da riva ad un altro gommone posto a 50 metri di distanza che finge di essere in avaria. Il cane parte da riva e viene poi issato sul secondo gommone.
Esercizi in se fattibili, non è stato estratto l’esercizio che come si dice “fa la differenza”.
Ma l’esecuzione è sempre alla base di ogni buon risultato: ogni esitazione, ogni doppio comando, ogni incertezza porta a punti di penalizzazione: è LA finale, bellezza.
Con il pettorale numero undici la nostra gara è andata in scena nel primo pomeriggio. Se per i concorrenti della mattina nuvole e freddo l’hanno fatta da padrone, dopo pranzo si è dovuto addirittura arrivare a bagnare la zona di sosta dei cani del terra resta per il troppo caldo.
Campo a terra un piazzale in asfalto off limits già dal sabato mattina: ottima scelta.
Campo in acqua un lago pieno, ma talmente pieno che la piattaforma in acqua che ne permetteva l’accesso da riva sembrava un’isoletta, per cui il giudice Denis Le Berre ha dato la facoltà ai concorrenti di partire o dalla stessa oppure dall’acqua con il cane che già nuotava.
Per noi subito “un brivido” ad inizio della prova a terra. Dopo la presentazione al giudice, lo stesso deve verificare la correttezza della imbracatura del cane.
E che problema c’è, direte Voi.
Eh, ve la dico io: la Mave non ha simpatia per chi entra nel suo raggio di mezzo metrom ed ancora meno di essere toccata. Non è obbligatorio che il giudice lo faccia, non mi è mai successo…. ma c’è sempre una prima volta.
Ammetto di aver pensato per qualche istante di ritirarmi perché davvero non sapevo come gestire la cosa così su due piedi.
Grazie alla sapienza della mia Claudia ed all’incoraggiamento di Jerome Prevost che voglio ringraziare pubblicamente (perché essendo lui in gara avrebbe avuto tutto l’interesse che io avessi problemi…) per avermi aiutato, ci siamo presentati al ring.
Attimo di tensione ma con un po’ di esperienza (vedi foto) l’ho portata a casa.
Durante la finale viene esposta una lavagna con i punteggi in tempo reale che il giudice assegna… ma solo del lavoro in acqua. Una volta finito tutti gli esercizi si passa alla premiazione e solo dopo vengono svelati i voti del lavoro a terra, così da creare suspense e mantenere alto l’interesse per la competizione.
Condotta con e senza guinzagliom nella media.
Terra resta ben eseguito.
Richiamo fatto bene.
Probabilmente do un paio di doppi comandi in condotta…
Andiamo in spiaggia. C’è un po di vento e corrente. Ma c’è il sole.
La Mave è carica. La vedo. La sento.
Le faccio assaggiare la piattaforma. Non scivola. Il tuffo le piace e poi secondo me partire dall’alto è meglio, per via di una prospettiva migliore che il cane può avere. Ci imbarchiamo sul primo gommone e ci posizioniamo sulla boa di segnalazione posta a 50 metri dalla riva.
Il gommone è pieno di gente. C’è il giudice, la sua assistente, il pilota, uno o due figuranti. Capisco che la giornata è buona: la Mave non guarda nessuno dei presenti. Nel momento in cui il gommone si è messo in moto le ho dato un “Attenta”. E Lei a scrutare l’orizzonte. Appena si è mosso il secondo gommone è diventata un fascio di muscoli. Segnale del giudice e via… il figurante si butta.
Resto fermo… aspetto qualche secondo e “Mave… polso”.
Lei via come un treno arriva, sceglie il polso destro, aggancia, il figurante alza il braccio sinistro, il segnale per il giudice che è stato preso correttamente. Rientro al gommone senza intoppi.
Secondo esercizio, il gommone alla deriva. Come detto ho facoltà di scegliere da dove partire. Scelgo la piattaforma, e scelgo bene; la Mave inquadra il gommone, parte in maniera corretta, viaggia bene, aggancia la cima e torna verso la piattaforma.
Terzo esercizio, polso su materassino sempre partendo dalla piattaforma. Anche qui direi ottima partenza, buon aggancio ma per via della corrente un rientro spostato di qualche metro rispetto al punto di partenza. Poco male credo.
Ultimo esercizio l’apporto di gommone a gommone. Scelgo di partire dall’acqua perché il gommone da portare è parecchio grosso e pesante. Mi prendo alcuni metri di rincorsa. La Mave guarda me e guarda i figuranti sul gommone, guarda me e guarda i figuranti… cima in bocca e un solo comando…. “Apport”. E Lei via come un treno, si lascia issare sul gommone e al mio comando lascia la cima.
Bello, bello… bello.
Tanti complimenti ed applausi alla nostra uscita dalla spiaggia, non lo nascondo ero veramente contento. Finito gli ultimi concorrenti la lavagna riportava…
Polso 17/20, gommone alla deriva 19/20, polso su materassino 16/20 e apporto del gommone 19/20. Totale 71.
Al momento primi, mentre ad una incollatura tre binomi a pari merito con 70 e via via gli altri che purtroppo avendo incassato almeno uno zero erano fuori dai giochi.
Si va alla premiazione…. Gran bel podio. Colorato, pieno di premi. Fa caldo e c’è il sole. Si inizia dal quattordicesimo e si va via via….
Podio.
Viene chiamato al terzo posto Eric Goetz, rimaniamo io e Jerome Prevot.
All’ultimo Championnat lui primo ed io secondo. Ci incrociamo con lo sguardo, siamo a trenta metri di distanza. Io mollo la Mave alla Claudia e lui lascia Jedi il suo cane. Ci abbracciamo. Lui è un omone grande e grosso, mi surclassa. Rimaniamo così finché Denis le Berre nomina il secondo classificato. Attende un attimo. Jerome trema. Io lo stringo forte… secondo classificato Jedi. Ci abbracciamo, ci diamo il cinque. Lui va verso il podio con Jedi, io verso la Claudia e l’abbraccio…..
Poi arriva il nostro momento, il podio e la Coppa. Ma quei momenti con Jerome non li dimenticherò mai.
E poi…. Via alla festa, le foto i premi i Brindisi e tutto il resto….. bello, bello…. Bello.
Ah… volete sapere del lavoro a terra…? Giusto. Per noi 16/20, abbiamo perso due punti per condotta. Totale per noi 87/100, secondo posto per Jerome e Jedi con 84,5/100 e terzo Eric Goetz con Obelix con 83/100.
Ed ora i doverosi ringraziamenti. Alla Cunse che mi permette di partecipare al loro campionato. Al gruppo Cholet Acte per l’organizzazione. Al giudice Sig. Denis Le Berre, ho apprezzato molto il suo modo di giudicare. Alla segreteria, ai piloti, ai figuranti ed ai commissari di campo. Ai miei avversari, sempre e solo durante la gara ma ormai posso dirlo, grandi amici fuori dal campo e come detto una menzione speciale per Jerome Prevot per il pre gara.
Grazie alla mia Claudia che mi segue sempre con immensa pazienza. Alla mia mini super squadra: il mio Tommaso, Lucio Scarabino e la Claudia, squadra piccola ma di grande valore. A Ursula Moilliet allevatrice della Mave. A Cristina Milesi, la nostra sempre disponibile veterinaria di fiducia.
E grazie al mio coccodrillo, Mattaponi’s Tewa detta Maverick. Se è vero, come è vero, che non è un cane semplice da gestire in alcune situazioni, ha davvero una gran voglia di lavorare e difficilmente tradisce. Negli ultimi due anni ha vinto due Championnat de France, una volta è arrivata seconda, ha vinto l’Europeo a squadre, quello individuale ed il campionato italiano csen. G R A Z I E !!!!