Ebbene sì, dopo una lunga assenza abbiamo deciso di ripresentarci sul ring di una expo, ma questa volta da puri profani in cerca di una valutazione, visto che ci ritroviamo per le mani da ormai quasi un anno e mezzo il nostro primo Australian Cattle Dog, Mandriano (se vi siete persi le puntate precedenti, ne abbiamo parlato qui, qui e qui).
Pessima scelta iscriversi ad un’esposizione cinofila proprio a Luglio, sì… però si trattava di muoverci da casa di meno di 10 chilometri: se così non fosse stato, difficilmente mi sarei convinta a partecipare nuovamente, dato che già da un pezzo avevo chiuso con le expo.
Piccola nota per me estremamente irritante: nel corso di questa Internazionale è stata organizzata anche la speciale rottweiler.
Ho avuto rottweiler da esporre per dieci anni, ma naturalmente quando mi capita dietro casa? Quando non li ho più.
Simpatico il destino, vero?
Devo dire che le expo noooon mi mancavano affatto.
Se quando le bazzicavo da bimbetto con mia mamma erano comunque piacevoli perchè potevo vedere un sacco di cani diversi, e da bimbi non si bada tanto al fattore tempo… negli ultimi anni la componente delle luuunghe attese era la prima cosa che mi veniva in mente pensando alle esposizioni.
Però è anche vero che una expo così vicina a casa, con Giada ormai in un’età in cui avrebbe potuto apprezzare la giornata un po’ diversa e la curiosità per un giudizio tecnico su Mandriano rendevano il tutto quantomeno affrontabile.
Ma veniamo al report della giornata! Questa è stata la prima expo di Giada.
Cioè, in realtà la seconda, ma la prima volta si trovava ancora all’interno del mio ventre, dubito abbia potuto godersi l’evento.
Carichiamo in macchina bambina, scorte idriche, gazebo, sedie e kennel e partia…
Ah, già, il cane.
Prendiamo anche Mandriano, POI partiamo verso Bra.
Evviva, inizia il viaggio! Ah, no, niente, è già finito. Arriviamo, vedo un parcheggio a due passi dalla location.
Davide: “NUOOOO! Abbiamo i parcheggi dedicati agli espositoriii! Fai il giro, passa di là, chiedi allo staff!”
In sintesi, faccio il giro dell’oca, raggiungo un parcheggiatore, e questo mi manda a posteggiare a qualcosa come mezzo chilometro dai ring. Ringrazio cortesemente ma sgommo via e torno al posto che dicevo io, mentre Davide dissimula malissimo il proprio disappunto.
Il fatto è che sapevo che sarebbe toccato a me scaricare la macchina, e pur non avendo chissà quale armamentario (semplicemente un gazebo e due sedie pieghevoli) e speravo ci potesse essere un posto più vicino al ring.
Il parcheggio trovato da Fabiana era comunque sufficientemente vicino – uno dei vantaggi di conoscere bene la città dell’evento! – sicuramente moooolto più vicino di dove ci avrebbe spedito il parcheggiatore. Del resto mica la doveva scaricà lui, la macchina…
Evito di infierire con un “te l’avevo detto”, ma solo perché mi fa comodo che Davide faccia il lavoro pesante di trasportare i materiali fino al piazzale dell’expo, mentre io e Giada portiamo Mandriano senza troppo impegno fisico. Troviamo una zona libera proprio nei pressi del bagno chimico, che sembra decisamente più lussuoso della media a giudicare dalle ampie dimensioni.
Non passa molto che decido di inaugurarlo (non prima di aver tenuto al guinzaglio un bracco italiano con le guanciotte penzolotte mentre il conduttore entrava prima di me), ma scopro presto che le apparenti qualità del wc nascondono una realtà horror: non è il classico gabinetto a cono con mini sciacquone incorporato.
È un cassone con un buco ovale sopra. Proprio così, un enorme parallelepipedo in stile latrina romana, ma SENZA acqua corrente sotto, con ampia vista sul mare di deiezioni umane depositate dai precedenti avventori.
Grazie, ma no, grazie, ENCI.
Speravo che in un evento Internazionale si potesse rappresentare un po’ meglio la sede ospitante, ma a quanto pare sarà per la prossima volta. Forse.
Effettivamente durante l’expo tendenzialmente chiunque avesse sperimentato il bagnofintochimico poi sconsigliava caldamente a chiunque si avvicinasse inconsapevole di ciò che era celato all’interno della strutturla, a suon di FUGGI SCIOCCO, USA IL BAGNO DI UNO DEI BAR.
Meno male che durante le lunghe ore di attesa (ovviamente il nostro ring ha millemila cani e impiega il doppio degli altri a portare avanti i giudizi…) incontriamo dal vivo alcune di quelle che fino a quel giorno erano solo conoscenze online, nello specifico Alice Faoro, Caterina Giovannitti e Chiara Canesi accompagnate da una rottweilerina, un labrador e soprattutto due morbidosissimi cattle dog, Harley (femminuccia) e Joy (maschietto), che destano subito l’interesse di Mandriano.
Per semi-citare Kung fu Panda 3: “Tu sei come me, ma femmina! E tu sei come me, ma scuro!”
Osserviamo con grande interesse il loro brindisi di neuroni, in un tripudio di espressioni inconsapevoli e goffi tentativi di comunicazione. Abbiamo anche una foto a testimonianza dell’incontro tra grandi menti.
Harley ha subito manifestato lo stesso istinto infermieristico di Mandriano: si è lanciata sulle ferite che ho su una gamba a causa di una reazione a una pianta urticante.
Lei non mi aveva mai visto, ma ha deciso che doveva salvarmi, mentre prendeva felice coccole da Giada, che ha poi chiesto più volte durante l’expo se potessimo portarci a casa quella morbidina. Chissà da chi ha preso.
Anche Mandriano manifesta spesso un forte istinto da crocerossino, con il piccolissssimo dettaglio che lui PRETENDE di curarti, quindi ti tiene fermo a forza con una zampa.
Piazzata strategicamente sulla tua gamba, con le unghie. Quindi la sua cura include anche la tortura. Ma guai a protestare, altrimenti si offende. E se si offende, abbaia. A proposito, Fabiana per l’expo aveva sfoggiato questa maglietta – assolutamente veritiera! – dedicata al Cattle Dog. A me. per la cronaca, ha fatto indossare la seconda, che mi è valsa i complimenti di almeno 4 persone durante la mattinata. GRAZIE, MOGLIE.
I tentativi di comunicazione dei Cattle non sono stati comunque goffi quanto i miei tentativi di acquistare in segreteria il libretto delle qualifiche. Considerato che fa caldissimo, il posizionamento degli espositori è lasciato alle leggi della pirateria, pertanto per attraversare il piazzale non è fattibile percorrere i normali sentieri, dato che sono stati colonizzati versando del sangue, e lo slalom tra un gazebo e una tenda o tra un tris di kennel e un tavolino da toelettatura raddoppia il tempo di percorrenza.
In qualche modo raggiungo il tavolo, aspetto il mio turno in coda e chiedo se accettino un qualsiasi tipo di pagamento elettronico (anche solo Satispay, che vi assicuro da noi ormai accettano praticamente OVUNQUE. Ah, a proposito: è stracomodo, e se pensate di attivare l’app sul vostro smartphone potete usare il codice promo FABIANABUONC, che dà un bonus sia a voi che a noi).
La risposta, purtroppo, è negativa, il bancomat più vicino NON è poi così vicino… quindi la soluzione è tornare al gazebo al fresco e mandare in missione Davide.
Armato di GPS (perchè Fabiana conosce benissimo la città, ma io non altrettanto) ringrazio il destino che il bancomat sia a una distanza tollerabile, visto che pur essendo ancora relativamente presto, il caldo si fa già sentire.
Questo è un aspetto che ha causato delle comprensibili rimostranze da parte di alcuni espositori: pur essendoci molte zone d’ombra e sebbene la maggior parte dei ring fosse ben coperta, uno è stato sempre sotto il sole, con ben poca gioia di cani ed espositori di quel ring.
Mentre Davide è via, Giada si fa identificare tutte le razze che passano davanti alla nostra postazione, e naturalmente finisce per chiedere se possiamo introdurre in famiglia un esemplare per ciascuna di esse, dal cane da montagna dei pirenei al bull terrier, al bassotto standard a pelo duro. Per il ritorno di Davide abbiamo accumulato una lista che si potrebbe completare nel tempo che mi resta da vivere solo tenendo tre o quattro cani per volta, così appena lui apre il portafogli gli sfilo un po’ di banconote fuggendo verso la segreteria e smollandogli SUA figlia.
Una volta in segreteria, scopro che oltre a non poter effettuare un pagamento elettronico in una expo internazionale (sì, questa cosa mi è rimasta qua, si nota?) il personale non ha nemmeno un accesso ad internet (buffo, eppure quelli sul tavolo sembrano proprio smartphone…), così sono costretta a ri-ritornare indietro e ripresentarmi ancora una volta col mio cellulare, accedendo con esso al libro genealogico online per poter comunicare tutti i dati del mio cane. E vabbè.
Mentre Fabiana compiva la sua Odissea per ottenere l’agognato libretto, Giada mi elencava tutti i cani visti fino a quel momento e coglieva l’occasione per spupazzarne qualcun altro. Le foto con i cagnONI le abbiamo subito girate alla nonna per farle prendere un coccolone, perchè siamo brutte persone.
Nel frattempo Alice, Chiara e Caterina erano in attesa vicino al ring del CAE1, a cui era possibile iscriversi sul momento. Io non avevo pensato di iscrivere Mandriano perché ODIA il resta (di solito me lo contesta a gran voce) e tende a scartare pure se provo a mettergli il guinzaglio, quindi sono abbastanza sicura che richieda un lavoro specifico prima di poter fare un tentativo.
Le ragazze, però alla fine mi convincono a unirmi al gruppo e tentare… così alla fine faccio il colpo di testa e ci provo.
Anzi, ci proviamo, perché il CAE1 valuta il binomio e perché Mandriano accetta esclusivamente un contratto societario alla pari.
In attesa di passare provo ad afferrare le zampe di Mandriano, poiché una delle prove prevede proprio che si possa fare questo gesto senza che il cane si ribelli.
Naturalmente lui si divincola ossessivamente, dandomi un’anteprima di quanto sarà indecorosa la figura che farò di lì a breve.
L’istinto schivereccio di Mandriano si era manifestato durante la mattinata quando una coppia di signore aveva provato ad accarezzarlo (dopo aver chiesto il permesso per farlo, nota di merito), ottenendo una perfetta scansata.
Le signore temevano fosse colpa di un loro errato approccio, Fabiana nel tentativo di rassicurarle ha esclamato: “Tranquille, è nella sua memoria di razza, è abituato a scansare i bovini!”.
Fortunatamente ha subito aggiunto “lo fa anche con me”, dimostrando in pratica come Mandriano si sottraesse anche alle sue carezze.
Una volta allontanatesi le sciure le ho fatto notare che la parte sui bovini avrebbe potuto essere leggermente equivocabile.
Al momento della prova, in realtà, Mandriano decide che non mi merito di essere professionalmente sbeffeggiata, così a sorpresa esegue tutte le prove quasi perfettamente. La peggiore è sul resta in presenza di stimoli, dove in realtà se ne infischia totalmente del passaggio dei figuranti (che è la cosa più importante a livello di sicurezza), ma di tanto in tanto si alza e fa un passo verso di me, così da costringermi a ripetere il comando ben due volte.
Per il resto mi sorprende su tutto, dato che resta impassibile anche sulle prove col gruppo di estranei, con il rumore del giornale, la lettura del microchip da un estraneo e l’apertura dell’ombrello: mi sarei aspettata che un mago della schivata come lui balzasse via a ogni gesto… ma in realtà si preoccupa solo del tanto ammore che prova per la mamma e rimane concentrato su di me tutto il tempo. Persino quando gli afferro le zampe si lascia fare tutto senza gesti inconsulti.
Sebbene Fabiana stia provando a meriti a Mandriano, l’artefice del buon risultato è palesemente Giada.
Infatti, mentre eravamo in attesa nel piazzale prossimo al ring del CAE-1, lei ha svuotato il suo zainetto da cui oltre a una serie di cibi sottratti dalla dispensa (e con cui avrebbe potuto sopravvivere per una settimana, minimo) ha estratto una chiave inglese e ha iniziato ad aggiustare il guinzaglio del buon Mandriano.
Mi sembra lampante che sia stata questa regolazione a fare la differenza.
Alla fine prendiamo il brevetto come tutti gli altri. Peccato che il mio cane si chiami “Cowboy Blue Rock Ranch”, e non “Cowboy BILLIE Rock Ranch”.
Quando provo a farlo notare, però, rimediano scarabocchiando con la biro sopra al tesserino oramai plastificato (ehm… così sarei stata capace anche io…), cosa che naturalmente oltre a non rimediare al danno rovina per sempre la card.
Evidentemente quei tesserini di cartoncino costano carissimi, e rifarne uno da capo, dopo aver fatto pagare “SOLO” 25 euro di iscrizione, comporterebbe una considerevole perdita economica, suppongo. Beh, almeno sul libretto delle qualifiche, dove risulta la prova superata, il nome è giusto.
Non si può dire che il CAE-1 non abbia avuto negli anni un buon successo: anche in questa expo sono stati più di una ventina i binomi che hanno partecipato… però credo che oggettivamente il prezzo sia criticabile, specie se contiamo che al suo esordio una decina di anni fa era possibile sostenere la prova con 10/15 euro. Il prezzo è praticamente raddoppiato senza che il CAE-1 dia particolari vantaggi rispetto a prima, a parte per alcune razze poter essere – cosa che personalmente trovo peraltro discutibile – un’alternativa alla prova di lavoro per ottenere la certificazione di Riproduttore Selezionato.
Al momento dei giudizi dei cattle dog è ormai pomeriggio (tuuuutti gli altri ring avevano finito), ma finalmente riusciamo a passare qualche minuto sul ring, dove il giudice valuta eccellenti entrambi i partecipanti (solo Harley e Mandriano, Joy era in visita ma non partecipava), ma decide di NON dare il BOB a nessuno dei due.
E lo posso pure capire: abbagliato dalla bellezza dei nostri cani, probabilmente non se l’è sentita di mandarne avanti solo uno dei, così ha cercato di fare le cose equilibrate.
All’uscita incontriamo e conosciamo di persona e non solo “da remoto” anche Francesca Petroso, che mi fa notare di aver corso nel ring passando DIETRO al giudice, cosa che QUELLO SPECIFICO GIUDICE non sopporta e penalizza (nelle expo fatte finora, ho sempre visto giudici che PRETENDEVANO di stare all’interno della pista).
Io ovviamente non ne sapevo nulla, ma se mai nel mio cervellino si fosse riaccesa la scintilla della passione… Beh, Francesca mi ha sicuramente fatto ricordare uno dei motivi per cui avevo smesso con le expo.
In ogni caso, visto che non si va al ring d’onore, salutiamo le amiche incontrate e cominciamo a sbaraccare la postazione per tornare a casa.
Anzi, COMINCIA, Davide, e finisce pure, perché l’addetto alla fatica fisica è lui.
A questo punto, chi mi conosce di persona, leggendo l’articolo, avrà notato in questi dettagli una refrattarietà agli sforzi fisici che solitamente non mi appartiene.
Chi non mi conosce ma ha osservato le foto del CAE1, avrà invece notato, oltre al mio fisico non propriamente leggiadro, un ventre dalla forma sospetta. Probabilmente, anche le ragazze l’hanno notata: ma quando una pancia del genere sta su una persona sovrappeso, hai sempre paura a fare domande, perché rischi la mega figuraccia.
Invece è proprio come sembra: io e Davide siamo in attesa del nostro secondogenito, un maschietto, che Giada già scalpita per conoscere; quindi posso dire di aver partecipato alle mie ultime due expo con in ciascuna un figlio diverso in grembo.
Che record, eh?
Allora, mi raccomando: incrociate le dita per noi e fate il tifo affinché vada tutto bene, perché la strada è ancora lunga… E suggeriteci i vostri nomi preferiti nei commenti! Però mi raccomando, evitate la R, che Davide non la pronuncia…
Ecco, questo è il principale motivo per cui questo articolo esce così a distanza dall’effettivo svolgimento dell’esposizione: oltre all’ecografia in foto, stavamo aspettando i risultati di un esame per avere la certezza che stesse tutto procedendo per il verso giusto e abbiamo voluto aspettare per annunciare la novità.
Io pensavo che ormai passato con Giada il periodo pappe, il periodo pannolini, il periodo asilo… non dico sarebbe stata tutta discesa, però ecco, almeno aver superato il tutto.
Ma giustamente Fabiana negli ultimi anni ha introdotto in casa svariati cuccioli di cane, poteva mica non arrivare anche un altro cucciolo umano, no?
Giada è in brodo di giuggiole, i nostri cani per ora si comportano tutti come al solito e non sembrano avere percepito grossi cambiamenti, ma del resto a parte Destiny parliamo di un rottweiler, un chihuahua e un cattle dog: speriamo che il futuro arrivo non li prenda come esempio!