mercoledì 10 Settembre 2025

Freddo cane – Racconto n. 9 – Marley

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di FEDERICA SANGIORGI – Fuori ci sono quattro gradi. E chi mi conosce lo sa bene: io, il freddo, lo odio.
Ma lui, scatenato Aussie di nemmeno sei mesi, ha passato tutto il pomeriggio a casa da solo; ha energia da vendere, e a passare la serata avvolti in una bella (e calda!) coperta di pile nemmeno ci pensa. O forse sì, ma tassativamente dopo la passeggiata! Così, come ogni sera, a malincuore ci lasciamo il calduccio di casa alle spalle e usciamo.
Facciamo il nostro solito giro e, quando passiamo davanti allo spiazzo che tutti noi canemuniti del quartiere utilizziamo come area cani, Marley si punta e fissa il cancello. Ha piovuto tutto il giorno, posso solo immaginare la distesa di fango che c’è là dentro.

“Marley adesso no, andiamo” gli dico, ma lui non si muove, continua a guardare l’ingresso, poi guarda me e inizia a sculettare. Sì, perché lui la coda non ce l’ha, perciò quando il suo intento è quello di scodinzolare va a finire che muove tutto il posteriore.
“Mi hai lasciato a casa tutto il giorno, me lo devi!” sembra voler dire con quello sguardo da cane abbandonato in canile. Sguardo che, tra parentesi, funziona quasi sempre. Non ci vuole molto infatti per farmi cedere.
“Cinque minuti e andiamo eh” lo minaccio, mentre apro il cancello e sgancio il guinzaglio. Lo chiamo verso la zona dove c’è più erba, per limitare i danni da fango.
Lui si lancia in una corsa folle, con tanto di cambi di direzione con derapata e salti che in un cucciolo di quell’età ti fanno salire l’ansia, ma vaglielo un po’ a spiegare, a un Australian…

Vederlo così felice mi fa quasi dimenticare che sto quasi avendo un principio di congelamento, e i cinque minuti diventano dieci, forse anche quindici.
Quando arriva il momento di andare lo chiamo, compiaciuta del fatto che risponda quasi subito e che i tanti esercizi sul richiamo che stiamo facendo stiano dando i primi frutti.
Ma poi lui si blocca. Mi fissa, con un orecchio leggermente sollevato e il tipico sguardo da Aussie fuori di testa.
“Marley, non ti azzardare!”
Ma è troppo tardi. Non ho nemmeno finito la frase che lui si è già tuffato in quello che spero sia solo fango, e ci si sta rotolando come se fosse la cosa più bella del mondo. Cinque infiniti secondi dopo si rialza, da una sgrullatina al pelo, mi raggiunge, si alza sulle zampe posteriori e si stampa letteralmente sui miei pantaloni puliti, tutto soddisfatto.
L’ho già detto, vero, che odio l’inverno?

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