lunedì 17 Marzo 2025

Perché Hachiko e Marley devono costare duemila euro? (ovvero: i prezzi folli dei cani di moda)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Ha avuto moltissimi lettori ed è stato molto diffuso (con mia grande contentezza) l’articolo “Mille euro per un cucciolo? Ma è un furto! …o forse no” , che era stato pubblicato per la prima volta nel 2002, quindi dieci anni fa belli tondi.
Alla fine dell’articolo avevo inserito una nota in cui si diceva che i prezzi dei cuccioli, da allora, erano aumentati di poco o nulla, mentre tutti gli altri prezzi indicati (ovvero, tutto ciò che giustifica il costo di un cane selezionato in un buon allevamento) avevano visto aumenti di almeno il 20%.
Confermo e sottolineo che tutto quanto abbiamo scritto, all’epoca, io e Veronica Zito è vero e rimane vero… però c’è un'”altra faccia della medaglia” che non si può ignorare e che – mannaggia! – sembra anche dar ragione agli animalisti, quando accusano gli allevatori di lucrare sulla pelle degli esseri viventi e altre blaterate simili.
Blaterate, sì, perché in linea di massima non c’è niente di vero: l’allevatore serio, vero amante della razza, non solo non specula neanche un po’, ma spesso riesce a malapena a rientrare delle numerosissime spese sostenute per allevare – appunto – seriamente.
Quando però queste spese, ricaricate dell’onesto e giusto guadagno che mi sembra assolutamente sacrosanto venga riconosciuto a chi lavora seriamente, portano – diciamo – ad un costo “corretto” di mille euro (faccio un esempio a caso, giusto per ragionare su una cifra tonda)… allora, se un allevatore ne chiede duemila, mi deve dare qualche spiegazione in più.
In altre parole: per quale stracaspita di motivo i Labrador post-Marley, gli Akita post-Hachiko, insomma tutte le razze che hanno vissuto o stanno ancora vivendo di luce riflessa per merito (o colpa) di un film o di una pubblicità devono veder lievitare improvvisamente i prezzi, visto che poi non è che al cliente gli dai anche Richard Gere compreso nel prezzo?
Qualcuno risponderà: “perché è una legge di mercato: maggior richiesta, maggior costo dell’offerta”.
Sì, ma allora diamo davvero ragione agli animalisti: allora stiamo facendo un business e non più un lavoro basato sulla passione, sulla speranza di migliorare le razze, sulla volontà di mettere al mondo solo cuccioli sani, tipici e di buon carattere.

Non dico che sia una cosa “scorretta” in assoluto: dico, però, che non mi piace.
E purtroppo dico anche che fa malissimo alla cinofilia, perché un conto è chiedere un prezzo che può sembrare alto, ma che puoi anche giustificare con le motivazioni esposte nel vecchio articolo… e un altro è chiedere il doppio di questo prezzo.
A questo punto, come lo giustifichi? Dicendo che “è uscito il film?”. E allora la gente ti risponde “ma va’ a quel paese tu e il film”… e i casi sono due: o cambia razza (poco male), oppure rimane fissata su quella razza lì (proprio perché il film le ha dato visibilità ed appetibilità), ma va a cercarsi qualcuno che gliela venda a un prezzo accessibile: e nove volte su dieci, va a finire in bocca al cagnaro che importa i cani dell’Est o che accoppia ad capocchiam, senza controlli e senza selezione.
Risultato: la razza se ne va allegramente a quel paese.
Perché se il mondo si riempie di cani dell’Est (brutti, malati e spesso pure schizzati), la gente non pensa “Eh, per forza… tutti gli scemi sono andati a comprare dai cagnari, e questo è il risultato”. NO! La gente pensa che la RAZZA sia malata e schizzata.
Volete un esempio? Ecco cosa scrive una signora su ua pagina di  FB dedicata agli akita: “Ho capito che negli ultimi anni dopo l’uscita del film, c’è stata una corsa selvaggia anche e sopratutto da non professionisti ad accoppiamenti insensati e una lievitazione smisurata dei prezzi. Tutto e solo a scopo di lucro, senza tenere conto delle conseguenze nella salute del cane. Il risultati è che oggi l’akita è piu debole di salute e molto piu spesso finisce in sala operatoria….io sto avendo seri ripensamenti nel prenderlo, e mi dispiace!”

Vedete quanto è perverso il meccanismo?
La signora SA benissimo i motivi che hanno portato alla produzione incontrollata di cuccioli, ha capito benissimo che i cagnari hanno fatto danni… ma come conclude? Dicendo che “la razza” è diventata più debole di salute: cosa ovviamente non vera, perché la razza allevata bene sta in salute esattamente come prima, e i cani allevati bene campano a lungo e felici esattamente come prima.
Però la signora – che è un esempio a mio avviso illuminante di come ragiona TUTTA la gente normale – non pensa: “Devo stare attenta a non finire in bocca a un cagnaro”. No, pensa “forse è meglio che non prenda più un akita”.
Un po’ perché forse non si sente abbastanza preparata da poter distinguere il cagnaro dall’allevatore serio: problema assai diffuso, purtroppo, anche se ormai la rete potrebbe aiutare moltissimo anche in neofita a capire cosa cercare, come e dove, perché di articoli illuminanti è pieno Internet; ma non tutti sanno come trovarli (peraltro Internet è anche pieno di annunci-truffa che a leggerli, se non sei un cinofilo esperto, sembra che ti tirino dietro cuccioli d’oro al prezzo delle patate); un po’, sicuramente, si è fatta spaventare dai prezzi degli allevatori famosi: che seri sono sicuramente, perchè si vede, si capisce, vincono qua, stravincono là, hanno i campioni di sopra e i megacampioni di sotto… però ti fanno pagare il cane come se fosse davvero d’oro, magari anche tempestato da qualche diamantino qua e là.

Dunque? Dunque fare troppo i furbetti per sfruttare il “momento magico” contribuisce, molto spesso, a mandare alla rovina una razza. Perché è vero che tu i tuoi cuccioli li vendi, specie se non sei un cagnaro e quindi non li produci in catena di montaggio: se fai due-tre cucciolate all’anno, anche se spari cifre fuori da ogni logica di mercato, qualcuno che se li piglia lo trovi sempre.
PEEEERO’ … se fai due o tre cucciolate all’anno, anche se hai venduto i cani al doppio del prezzo che facevi prima, non è che ti sei arricchito al punto di farti la villa e lo yacht. Hai messo via qualche soldino in più, sicuramente: ma guarda che poi li sconti tutti, uno per uno.
Te lo dico per esperienza, perché purtroppo io “ho” allevato una razza che ha vissuto un boom della madonna: il siberian husky. Che non ha avuto neanche bisogno di un film (quelli ci sono stati, ma sono arrivati DOPO il boom: non l’hanno causato loro): è esploso e basta, da un momento all’altro, forse solo perché era “strano”, perchè aveva gli occhi azzurri, perché faceva venire voglia di avventura… vai a sapere.
Sta di fatto che è esploso. Io che lo allevavo già da cinque-sei anni, e che avevo sempre fatto pagare i cuccioli al prezzo X (quello che secondo me era il giusto mix tra le mie spese e il riconoscimento del mio impegno), ho continuato a farli pagare X. Avevo più richieste e quindi, per un paio d’anni, ho fatto tre cucciolate anzichè le mie solite due: questo sì. Ma il prezzo non vedevo perché dovesse cambiare.
Molti colleghi che fino al giorno prima facevano il mio stesso identico prezzo, nel momento del boom, l’hanno invece raddoppiato o quasi. E mi dicevano pure “ma sei scema, a continuare a venderli a  X?”.
Ora, non è per voler fare la santa a tutti i costi, eh… ma a me sembrava di essere semplicemente onesta e coerente con la mia filosofia di allevamento.
Sta di fatto che – per farla breve – il boom del siberian husky è durato circa tre anni: dopodiché la razza non è che abbia “rallentato”. E’ colata a picco.
Non li voleva più nessuno, neanche regalati. Un po’ perché avevano scoperto che era una razza difficile, per intenditori e non per cinofili dell’ultima ora o amanti dello status symbol; un po’ perché il mondo si era effettivamente riempito di husky con problemi di salute e di carattere (ce ne voleva, eh…perché questa è una delle razze più dolci della terra verso l’uomo: ma ci sono stati anche parecchi casi di cani mordaci, e mordaci di brutto).

Dopodiché, cos’è successo? Che tutti i furbetti che avevano portato i prezzi alle stelle (e che magari si erano anche riempiti di fattrici – e parlo di cagne sane, belle e tipiche: non sto parlando di robaccia da cagnari: però avevano aumentato i numeri), si sono ritrovati con tre o quattro cani da mantenere in più, con cuccioli che gli restavano nelle corna e con i clienti scomparsi.
Chi, come me, aveva continuato ad allevare come prima del boom (perchè non sono certo stata l’unica “santa”!)…è sopravvissuto tranquillamente anche dopo, senza diventare né ricco prima né povero dopo,  ma mantenendosi il suo normale giro di clienti.
Io poi ho chiuso per motivi completamente diversi, ma alcuni di quegli allevatori sono vivi e vitali ancora oggi.
Invece quelli che avevano sparato i prezzi alle stelle sono pure stati presi a pesci in faccia perché “mi ha fatto pagare due milioni un cane che scappa, che mangia le galline, che… ” (metteteci qualsiasi difetto tipico del siberian husky, a vostra scelta)… e hanno chiuso quasi tutti. O hanno cambiato razza: il che, se sei davvero un appassionato folle di “quella e solo di quella”, non è mai una cosa piacevole (a me i cani piacciono tutti, quindi potrei allevare con lo stesso entusiasmo qualsiasi cosa: ma io non faccio testo. Quasi tutti quelli ti senti ti dicono “o questo o niente”. Ma se “questo” passa di moda, difficilmente scelgono il “niente”).

Concludendo: con i prezzi d’oro non solo si fa il male della razza. Si fa anche il proprio, perché si passa da biechi speculatori (e mi tocca pure dire che chi lo pensa, tutti i torti non ce l’ha) e quindi, a moda finita, ci si ritrova in serie difficoltà. Tra l’altro, anche se sembra impossibile quando ci si trova in pieno “boom”…le mode durano poco. TUTTE, sempre.
E’ una costante da che mondo (cinofilo) è mondo e non ci si può certo illudere che per la nostra razza sarà diverso.
Perché, allora, volersi avventare a tutti i costi sul “momento d’oro” vendendo i cuccioli a peso d’oro, anziché continuare con il proprio normale – e più onesto – tran tran?
Mi farebbe davvero piacere che qualcuno me lo spiegasse.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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16 Commenti

  1. io vi posso parlare di akita inu , al di la del boom post film ( il quale ha fatto alzare si i prezzi sugli akita, ma di tutti gli allevatori, quindi sia chi ha una certa selezione più mediocre che quella più alta , senno il costo sarebbe stato il medesimo), chi alleva akita da anni (fin prima del film) ha sempre avuto dei “prezzi d’oro”, prima di sparare sentenze andate a vedere quanto costa importare e acquistare un cucciolo dal Giappone. Probabilmente non ne avete la più pallida idea.

  2. Salve a tutti , penso che il problema sia sempre la cultura cinofila che manca in questo paese.Facendo l’educatore addestratore da 18 anni ne ho viste di cotte e di crude con fregature e truffe di ogni.Per esempio adesso si è diffusa questa moda del Toy….e tutti sti cagnari e sfornare cani venduti come toy e prezzi strotosferici …poi prova a spiegarlo alla sciuramaria di turno che ha speso 1200 € per un meticcio “ha ma se lo volevo con il pedigree volevano 1500 € e io delle esposizione non ne devo fare”manca veramente la cultura cinofila di voglio prendere un cane aspetta che sento da tizio o caio che ci sono in mezzo da sempre se mi possono aiutare…No funziona esattamnete al contrario vado a capofitto su una razza xche l’ho vista in tv-al cinema-nella pubblicità-la moda- poi scoppia la bomba…telefonata tipo “ho preso un beagle ma dannazione abbaia come un matto come mai”e grazie al C@@zo mi verrebbe da ripondere è stato creato e selezionato apposta , oppure “ho un bracco ma quando usciamo a fare la passeggiata ha sempre il naso per terra e non mi considera” cara la signora avete preso un super cane da caccia lui fa il suo lavoro…….e ma io avevo visto quello del mio vicino della casa del mare che era bravissssimo e adesso come facciamo…e signora bisognerebbe fare x e poi fare y …aaaahhhh ma come tutte queste cose …e si signora e la prossima volta si prenda un trudy non un cane quest’ultima frase non l’ho mai detta a nessuno a la voglia sarebbe tanta
    saluti a tutti ciao ciao

  3. Ciao,
    ad andar bene chiedono 2.000,00€ ma la prima volta che ho sentito una allevatrice m’ha sparato “seriamente” 6.000,00 ad akita giustificando che dalle sue cucciolate escono solo campioni e infatti pretendeva la seguissimo tutti appassionatamente alle mostre.
    Ma devo dire è stata una eccezione. Le altre volte diamo stati sempre sopra i 2000 però.
    Alla fine, ho trovato il maschio, da allevamento ma a pelo lungo, a meno della metà della metà della metà, perchè per loro sono un disonore. La femmina ho dovuto affidarmi ad un privato.
    Giusto o sabgliatoora ho due akita spettacolari che amo tantissimo e quando passo per strada camminano fieri come due leoni.

    • DICO LA MIA. NON è CHE SEMPLICEMENTE ANCHE GLI ALLEVATORI SERI, NEL MOMENTO CHE LA RAZZA CHE MAGARI ALLEVANO DA DECENNI TRA MILLE SACRIFICI E ZERO RITORNO ECONOMICO, DIVENTA DI MODA, AUMENTANO I PREZZI SEMPLICEMENTE PER TIRARE UN RESPIRO (ECONOMICO) DI SOLLIEVO E MAGARI INVESTIRE MAGGIORMENTE NEL MIGLIORAMENTE DELLE LORO STRUTTURE E DEI LORO CANI? E’ POSSIBILE CHE SE UN CANE COSTA PRIMA 1000 E DOPO UNA PUBBLICITA’ 2000 (X ESEMPIO) POSSA VOLER ANCHE DIRE CHE IL MILLE DI PRIMA POTESSE SIGNIFICARE IL SEMPLICE RIENTRO DEI COSTI DI UNA RAZZA NON DI MODA? LO CHIEDO PERCHE’ IN MOLTISSIMI SETTORI è COSI’, NON SO SE AVETE VISTO PER ESEMPIO LE PUBBLICITA’ DI FAMOSI MARCHI AUTOMOBILISTICI COME BMW E MERCEDES A PREZZI CON CUI FINO A 2 ANNI PRIMA CI COMPRAVI IL VOLANTE…..

    • I prezzi in se stessi non significano nulla: vanno motivati. Se chiedono 5000 euro per un cane perchè i genitori sono entrambi campioni, perché hanno fatto tutti i test genetici possibili e immaginabili, perchè hanno già fatto altri figli campioni, perché i cuccioli sono già stati socializzati ed educati…embe’, ci posso anche pensare.
      Se mi chiedono 2000 euro “perché è un akita” e quindi di moda, se lo possono tene’!

  4. Signora Rossi, sono daccordo un po’ su tutto, tranne che su una cosa: perche’ giustificare i prezzi? Lasciamo perdere per un attimo il fatto che il cane e’ un essere vivente, che tutti noi lo amiamo e che deve essere trattato con il rispetto che merita: quando lei era proprietaria di un allevamento non prestava forse un’attivita’ di vendita? E quando mai andiamo a comprare qualcosa e chiediamo al venditore di giustificarci il prezzo richiesto? Se si fa cultura cinofila, se magari si studiano le genealogie, si chiede un parere (piu’ di uno) su un allevamento, forse si arriva a capire che il prezzo di un cane ha una propria motivazione, senza questionarla. E si riesce anche a distinguere tra un “cagnaro” e un allevatore serio. Per quel che riguarda gli allevatori, anche seri, che hanno speculato, come lei ha gia’ detto il boomerang e’ tornato indietro, quindi credo che la situazione si riequilibri da se’.

    • Daniele, non è che mi metta a chiedere ogni volta al venditore di scarpe perché costano tot…ma se un paio di scarpe che il giorno prima era in vetrina a 100 euro me lo ritrovo il giorno dopo a 200, glielo chiedo eccome! E se mi dice che sono raddoppiate perché le ha indossate la tale attrice nel tale film, gli dico anche che se le può tenere.
      I prezzi devono sempre avere una logica: fare attività di vendita non significa che si possano prendere i clienti per i fondelli a piacimento.
      Per quanto riguarda gli allevatori speculatori…sì, forse la situazione si è rieliquibrata per loro, ma non per le razze. La mia, per esempio, è stata completamente rovinata 🙁

    • Ciao Daniele, chiedi quando mai chiediamo di giustificare il prezzo, beh posso risponderti che la gente “sciuramaria” (in qualsiasi campo) vuole avere giustificazione del prezzo praticamente sempre. Magari non lo chiede esplicitamente ma lo vorrebbe.
      Considera che non tutti quelli che comprano da un allevatore sono cinofili acculturati, non tutti vanno dall’allevatore pensando “si pago di più ma ho garanzie e blablabla”. Ci sono anche le sciuremarie che vanno dall’allevatore solo perchè han visto il cane bellissimo dell’amica che l’ha preso li e per pigrizia o comodità per fortuna nemmeno vanno a cercare i cagnari, vanno li perchè così hanno il cane “della stessa marca” di quello dell’amica.
      Ma quando il prezzo di un bene è nella mente del profano superiore al solo prezzo dei materiali, se il bene non ha una marca famosa e nota per essere costosa, il profano si chiede a cosa sia dovuto il prezzo maggiore.

      Ti spiego da dove deriva questa osservazione. Io non vendo cani. Io vendo trapunte fatte a mano. Vuol dire che compro la stoffa, magari la tingo, la taglio, la cucio a volte a macchina a volte a mano, assemblo la trapunta e la trapunto, a macchina o a mano. Mi ci vogliono circa 400 ore di lavoro certosino per fare una trapunta che è, in questo caso, un bene di lusso, nè più nè meno.
      Eppure le sciuremarie di turno mi dicono “eh ma dai cinesi costa 40€, perchè la tua costa 100 volte tanto? Ci saran dentro si e no 20€ di stoffa!”
      Puoi spiegare quanto vuoi alla sciuramaria sartoriale che quella dei cinesi è un’altro pianeta, che ci hai messo minimo 2 mesi per farla e che comunque no, non ci sono solo 20€ di stoffa.

      Ora, se le sciuremarie non sono in grado di valutare un lavoro artigianale, un lavoro che si vede che c’è, se sono tanto cieche da chiedere “ma è cucito a mano?” quando sei li davanti a loro che stai cucendo a mano proprio in quel momento li, non ci si deve stupire che vogliano giustificazione del prezzo quando addirittura il lavoro non si vede.
      Perchè l’allevatore si farà anche il culo ma la sciuramaria di turno vede solo il cuccioletto carino carino e pensa che l’allevatore sia quella persona che si limita a dar la pappa a 4 cani e a giocare con loro finchè magicamente non saltano fuori i cuccioli, ovviamente gia belli, sani e col fiocco rosso annesso.

      • Ciao Silvia, grazie per il chiarimento, che, come quello della signora Rossi, e’ correttissimo, e’ che ho proprio un rifiuto a credere che ancora si possa pensare, in ogni settore commerciale, di poter trovare “l’occasione” mentre la gente seria che propone qualita’ e’ spesso bollata come “ladra” o come minimo come approfittatrice.
        L’ignoranza (o la stupidita’? Anche un ignorante di uno specifico settore puo’ capire che l’assioma prezzo alto = prodotto di qualita’, anche se non sempre, corrisponde al vero) continua a mietere vittime.
        (Piccolo OT: purtroppo una vittima canina dell’ignoranza ci sara’ presto: alludo al dogo che in diretta tv ha morso in faccia la conduttrice. Magari non si terra’ conto della manipolazione fastidiosa della conduttrice, ne’ del suo stare ad un millimetro di distanza da un cane prima mai visto, gia’ stressato dall’essere passato in pochi giorni da un lago ghiacciato ad uno studio televisivo).

  5. Fortunatamente esistono allevatori SERI che continuano a lavorare con del cervello! E’ a quelli che ci dobbiamo rivolgere, e comunque a mio avviso ben venga se le mode sono passeggere… Altrimenti i danni rischiano di essere enormi ed irreparabili!

    • Quoto! Guarda che cosa hanno fatto al pastore tedesco: l’unico cane che non è mai passato di moda da quarant’anni a questa parte!

  6. Perchè l’uomo è portato a pensare che sia meglio un uovo oggi che una gallina domani e se oggi posso avere l’uovo più grosso tanto meglio.

  7. La risposta è proprio racchiusa tra le righe del tuo articolo, tu hai allevato husky ed hai attraversato il periodo magico, restando fedele a te stessa ed al principio per il quale ti eri avvicinata alla razza.
    Chi invece decide di cavalcare l’onda e di improvvisarsi “allevatore” di razze delle quali conosce a malapena lo standard (perchè lo ha letto su wikipedia, non ha certo fini legati alla ricerca ed allo studio della razza, per garantirne salute, caratteristiche e sopravvivenza, mentre nutre un serio interesse a garantirsi un discreto stile di vita.
    Non durano mai molto,punto prima perchè l’onda come arriva se ne và, punto secondo perchè mancano i presupposti per continuare a farlo con pazienza, passione e sacrificio.

    • No, no, Monica: io non parlavo di quelli che si inventano allevatori perché la razza è diventata di moda. Quelli son cagnari e basta. Io parlo di gente che allevava anche prima, di allevatori seri e competenti, che al momento del boom, semplicemente, raddoppiano i prezzi. E magari fanno un paio di cucciolate in più e si prendono un paio di fattrici in più, ma senza mai scadere nel cagnaresimo vero e proprio.

      • Allora forse è solo non essere capaci di resistere e di non cadere in tentazione, senza pensare al rischio di cadere in qualcosa di peggio.
        Anche se credo che chi è caduto nel gioco del “raddoppio il prezzo” (pur essendo un buon allevatore), abbia visto i propri cani, forse anche solo per un attimo, come un “mezzo” per raggiungere altri obbiettivi, perdendo di vista il VERO patrimonio inestimabile che è l’empatia ed il rapporto con i proprio animale.
        …forse mancava qualcosa già prima, ed il padron soldo, ha solo svelato gli altarini!

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