mercoledì 27 Marzo 2024

Deprivare o sedurre? Il cane sportivo e la responsabilità etica del conduttore

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PREMESSA di Valeria Rossi –  Ho  letto su Facebook, qualche tempo fa, una nota di Maurizio Romanoni che mi è piaciuta moltissimo. Poiché, tuttavia, era dedicata ad un’amica (comune), di cui l’autore faceva nome e cognome, mi è parso eccessivamente “intimo” chiedergli l’autorizzazione a diffonderla così com’era. Dopo averne parlato con Maurizio abbiamo deciso di togliere i riferimenti alla persona e di pubblicare, invece, la parte che parla espressamente di cani. E che dice così:

di MAURIZIO ROMANONI – Nella vita di tutti i giorni, nel cosiddetto “sociale”, è lecito intervenire sui propri cani anche con fermezza – ognuno con la propria sensibilità – per creare punti solidi, ruoli, rispetto, armonia.
Il cane deve imparare a rispettare persone e altri cani. Servono competenze sociali e chiarezza di rapporti con gli umani, in seno alla famiglia e fuori.
Nello sport, per contro, ogni brusco intervento è assai meno lecito: anzi, non lo è affatto e questo distinguo non può che basarsi su una premessa di carattere etico.
Quando decido di fare sport non chiedo il permesso al mio cane. La scelta è solo mia, è imposta. Nutre il mio ego.
Da questa premessa nasce un mondo, un rapporto, uno stile di vita.
Dunque, poiché questa scelta è unilaterale e impositiva, non può che basarsi sulla “conquista e sulla seduzione del mio partner”.
Devo convincerlo che stare con me è bello perché io sono la migliore delle alternative.
Devo convincerlo che le cose che andiamo a fare sono affascinanti e che nulla è più bello e appagante.
Devo convincerlo che il mondo esterno, costituito da altre persone, dai gatti, dagli animali selvatici e perfino dalle cagne in calore, in ultima analisi, è un poco scialbo se raffrontato al “nido” che io sarò riuscito a costruire per lui.
Devo convincerlo che non è costretto a qualcosa, bensì lasciato libero di desiderarla.

Da questo primo discende, ineluttabile ed ineludibile, il secondo punto: tutte le conquiste degne di tale nome sono spesso aspre, difficili, tanto difficili da apparire talvolta impossibili.
La misura della nostra voglia di lottare, di pensare, di inventare è direttamente proporzionale a quanto ci interessa quel che vogliamo ottenere, a quanto amiamo il nostro cane.
Da questo processo è del tutto estranea – e non potrebbe essere diversamente – ogni benché minima forma di coercizione.
Già, ma cosa si intende per coercizione?
Troppo facile additare collari elettrici, a strozzo, punizioni corporali e quant’altro.
Troppo evidente, persino banale, direi. Facili paraventi dietro cui nascondere altre forme ben più subdole e sottili.
L’elenco è assai lungo, ma al primo posto porrei la cosiddetta deprivazione.
Deprivare significa sottrarre, far venir meno, rubare.
Far vivere un cane in box perché mi veda non come un freddo carceriere ma come l’adorato liberatore – secondo la ben nota e cosiddetta “sindrome di Stoccolma” – significa ingannarlo nel più subdolo dei modi, essere vilmente coercitivi, con l’aggravante di non avere neppure il coraggio di afferrare un bastone e colpirlo mentre ci guarda dritto negli occhi e magari scodinzola.
Deprivare significa avere la vittoria facile (vittoria?).
Deprivare
significa avere il potere contrattuale di chiedere ad un detenuto, condannato all’ergastolo, di commettere una strage, pena la privazione di quella misera mezz’ora d’aria, che per lui significa tutto, coincidendo con la sua stessa vita.
Deprivare significa ottenere la fedeltà della propria compagna imponendo la medievale cintura di castità o il “moderno” burka, per non essere oggetto di pericolosi confronti e allontanare il pericolo, anziché vincerlo con la seduzione di chi si ama.
Deprivare significa essere vili e non possedere il benché minimo senso autocritico, che ci porterebbe a sentirci piccoli e ridicoli uomini: dei “quaquaraquà”, aveva scritto il grande Sciascia.

Io voglio che i miei cani mi scelgano, decidano di collaborare, amino respirare con me perché mi trovano interessante, propositivo, dolce ma fermo e deciso. Perché sono capace di “leggerli” e di capire quando è il caso di soccorrerli, affinché non smettano mai di sentirsi parte di un binomio.
Non mi interessa affatto, anzi detesto essere adorato perché rappresento il minore dei mali o, peggio, perché non ho dato loro la possibilità di conoscere altri all’infuori di me.
Certo, la seduzione è arte difficile.
Con il cane dobbiamo imparare a giocare ed a farlo nel modo giusto.
Dobbiamo imparare a toccarlo, a respirarlo, a decontrarre la sua muscolatura quando è teso e stressato e, ancor prima, a non stressarlo troppo.
Dobbiamo capire quando è giusto interrompere il lavoro, non dimenticando mai il rispetto e l’osservanza di quel parametro fondamentale costituito dall’armonico rapporto tra richiesta e rinforzo: laddove per rinforzo non ci si deve limitare a considerare il classico bocconcino, elargito troppo spesso con estrema parsimonia, previa cliccata.
Per rinforzo intendo tutto un mondo, una miriade di “regali” fisici e psichici, di sottili raffinatezze che dedico al mio cane, imparando finalmente a …DARE!
La ricetta facile della deprivazione, per contro, convince, riduce i tempi e garantisce successo mediatico ed economico. Cesar Millan docet.
Ingannare il volgo, in fondo, non è difficile.
Altrettanto non è difficile ingannare il proprio cane, che con acritica pervicacia, continua ad amarci nonostante tutto.
Non è però così facile ingannare la propria coscienza – sempre che la si possegga – che, implacabile, si riflette negli occhi languidi del nostro cane e ci fa scorgere tutta la nostra meschinità.

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46 Commenti

  1. io ho conosciuto personalmente Maurizio e ho fatto anche uno stage con lui, nonché letto il libro. Ve lo consiglio caldamente perché Maurizio oltre ad essere un grande cinofilo, scrive anche bene!

    cmq i commenti dei troll o pseudoanimalisti nn li capisco proprio… cioè cosa pensano? che il cane venga con una cicogna a casa mia? oppure devo camminare penitente per le città aspettando che uno di loro mi segua tipo forrest gump quando si mette a correre?

    perché se vado nel canile nn scelgo in ogni caso? nn è che mi liberano tutti i cani insieme e il primo che arriva da me lo prendo “perché mi ha scelto”. che cazzo, mica sono l’eletto!

    la scelta del cane è SPESSISSIMO una scelta che dipende da noi, ma sta a noi far si che il cane si convinca poi che noi siamo la scelta migliore per lui. e nn è decisamente facile!

  2. Per la serie “cani di un dio minore”.
    Mi piace moltissimo questo articolo… Ma come si fa a sedurre il proprio cane? Lui mi vuole bene e pure mi ubbidisce, sempre che quello che gli chiedo gli sembri ragionevole. Per esempio lasciare che estranei transitino in quello che è o sembra il nostro territorio non gli sembra per nulla ragionevole.
    Esistono cani refrattari alla seduzione? O è solo sbagliato o incompleto quello che si fa?
    Perché non fate degli esempi? Magari vanno bene per un cane e non per un altro, ma almeno si riesce a farsene un’idea. Sono mesi che cerco di capire come potrei diventare più interessante per il mio cane, ma a meno di non diventare un cane anch’io e giocare a rincorrersi o alla lotta non so proprio cosa potrei fare…

    • Sciuramaria, tu stai seguendo la storia di Bruto, se non erro…guarda che lì ci sono un sacco di indicazioni preziose per “sedurre” un cane, ovvero per diventare una guida ai suoi occhi.

      • Effettivamente avevo “copiato” il fatto di portarlo su percorsi che lo spaventano (ma che non sono pericolosi), con molta naturalezza… il risultato è che ora va tranquillo anche su pavimenti lucidi e su griglie bucate… ma non mi pare di aver guadagnato molti punti…
        Proprio ieri in collina l’ho chiamato perché rientrasse in casa… lui si è girato, mi ha guardato, ci ha pensato su, e se ne è andato dalla parte opposta (dove abita il suo amico beagle). Senza scappare, in tutto relax: pareva che mi dicesse “ma dai, torno tra mezz’ora, che differenza ti fa?”

        Mi rileggerò tutti gli articoli di Bruto-Raùl alla ricerca di altri spunti.

        • Rileggiti soprattutto la parte “ignoro il cane fino a quando non gli propongo qualcosa da fare insieme” :-). Spesso i cani ci danno troppo “per scontati”: dispensatori di cibo, coccole, gioco eccetera. L'”averci” a disposizione deve diventare un premio ambito, non qualcosa che arriva facilmente a richiesta. E le coccole bisogna meritarsele (anche solo per aver eseguito un piccolo ordine): non arrivano “tanto per”.
          Questo è il segreto numero uno :-).

          • Sciuramaria: ahahah sisi, come gli uomini e indovina…? funziona pure con loro u_u *almeno col moroso mio funziona benissimo xd*

    • Sciuramaria, hai provato a aggiungere qualche novita’ alla routine quotidiana? Non dico un avventura alla James Bond al giorno 🙂 ma tipo ogni tanto cambiare itinerario delle passeggiate, oppure fare un gioco/insegnare un esercizio nuovo o portarlo con te al mercato invece di lasciarlo a casa, cose cosi’? In modo che il cane impari che sei una persona sempre interessante e sempre piena di belle nuove idee, piu’ interessante di altri cani/persone. Coi miei cani, almeno, funziona.

      • Temo di aver esaurito il mio repertorio, sia di passeggiate possibili (non ho l’auto e abito a Venezia e anche nel we collinari le possibilità sono sempre quelle) sia di giochi/esercizi che conosco… appena viene un po’ di bel tempo però lo porto al mare: dovrebbe piacergli.
        Che voi sappiate esistono libri tipo “101 giochi da fare col tuo cane”?
        Se non esistono, Valeria, ce ne scrivi uno?
        Magari chiedi al web figlio che ne faccia anche un app così ce l’abbiamo sempre nel telefonino…

        • Esistono 🙂 se vuoi conosco “50 giochi con il tuo cane” di Suellen Dainty, “giocare con il cane” di Christina Sondermann, “97 modi per fare ridere un cane” di Jenny Langbehn. Mi pare che siano tutti in vendita anche online.
          Poi su youtube ci sono un infinita’ di video di tricks da fare col cane (cerca “dog tricks”); alcuni sembrano impossibili 🙂 ma il trucco e’ partire da cose semplici, magari che il cane tende a fare gia’ autonomamente (tipo alcuni cani girano su se stessi quando sono felici e eccitati, ma girare su se stesso e’ anche un trick molto comune), e costruire le cose piu’ complesse “unendo” quelle facili (tipo “incrocia le zampe anteriori” e’ un evoluzione di “dai la zampa”: solo che invece che davanti al cane, tieni la mano sempre piu’ in basso e vicino all’altra zampa, e poi pian piano la togli). E inoltre ci sono anche video che insegnano come insegnare certi tricks (ma penso che siano per lo piu’ video in inglese).
          Buon divertimento 🙂

        • Ehhh…se ne esistono! Ne esistono millemila, ma non ne ho mai comprato uno e quindi non so dirti quali siano più o meno validi. Il giorno in cui dovessi leggere su un libro come giocare col mio cane credo che mi suiciderei… ma non perché ritenga inutili questi libri,sia chiaro: è che se dovessi ancora imparare a giocare dopo quarant’anni di cinofilia, sarei proprio ‘nabbestia! Per un neofita, ovviamente, il discorso è diverso.
          Su Tpic comunque c’è un articolo che parla dei giochi: ciapa link.
          Probabilmente non è quello che cercavi, ma magari qualcosa di utile lo trovi anche qua.
          Io cmq resto dell’idea che non sia tanto importante il tipo di gioco, quanto il valore che si dà al gioco: che non deve essere “troppo”, che deve sempre finire quando il cane è ancora entusiasta, che deve essere un premio sociale e non una cosa che arriva “perché sì”. E’ questo che ci rende “interessanti” agli occhi del cane…sì, proprio come succede con i maschietti umani :-).

          • Ne ho ordinati due, di libri, intanto… Grazie del link, ma l’ho letto ennemila volte 🙂
            E’ che al mio cane piacciono i giochi violenti che io eviterei (è 70 cm al garrese ormai e in più si agita troppo e finisce che dalla gioia mi morde come fa coi suoi amici cani) e con la pallina gioca proprio per farmi contenta (solo in casa, all’aperto la schifa)… in compenso gli piace imparare gli esercizi.
            Su youtube ho trovato un video che spiega come insegnare a mettere gli oggetti in un contenitore… ho fatto poco fa la prima lezione. Lui era contento dei bocconcini, ma non capiva… finché non ho preso il topasto di pelouche in bocca e l’ho mollato nella bacinella… allora lo ha fatto! 3 volte (non può essere un caso) anche se un po’ insicuro.
            Non impareranno per imitazione nello stesso modo nostro… però…
            Ci siamo divertiti entrambi e abbiamo fatto anche un po’ di routine dell’allegria perché l’idea che qualcuno del mio entourage lavorativo mi vedesse mi ha esilarato 😀

            Ah, e prima di far questo l’avevo ignorato…

          • Ma la regola che deve essere il padrone a iniziare e finire il gioco la consideri una regola ferrea o può avere delle eccezioni? Sinceramente io assecondo spesso il mio cane quando mi butta la palla tra i piedi (insomma, quando inizia il gioco di sua iniziativa e non mia): non ci vedo nulla di male e non credo di avere un problema di leadership. L’importante secondo me è non diventare il suo schiavetto: se sto studiando o cazzeggiando al pc (tipo in questo momento: ho sto scimmione di quaranta chili con le zampe sui miei piedi che morde uno straccio 🙂 ) ovviamente lo ignoro e lui dopo qualche minuto si arrende. Poi non so, magari posso anche sbagliare.
            Ps. Che è sta storia dei maschietti umani??? Noi non riportiamo palline 😀

          • Sì, la considero una regola ferrea. Perlomeno, secondo me è così: la leadership non deve mai, mai venire meno, neanche per un secondo.
            Poi non è spari nelle orecchie a chi fa in modo diverso, eh! Se non hai problemi e il vostro rapporto funziona, vuol dire che stai facendo le cose giuste per il tuo cane! 🙂
            P.S.: per voi maschietti umani (anche un po’ per noi femminucce umane, ma meno) funziona la famosa regola: “Tu scosali e loro te verranno a cosa’ in man”). E non dire di no! 🙂

  3. il grande romanoni l’ho conosciuto questo inverno, non sul campo ma ad una cena tra “canari” e mi ha colpito molto il suo modo di parlare e soprattutto il suo pensiero che condivido caldamente. vorrei solo aggiungere che ci sono cani che dentro di loro hanno il fuoco vivo e hanno solo bisogno di una persona che li indirizzi nella direzione giusta, a me capita spesso di trovarmi affascinato dai miei cani e non hanno bisogno di convincermi, mi basta un loro sguardo e penso subito che sono l’unica vera alternativa a tutto il resto 🙂

  4. In generale, sono d’accordissimo con l’articolo. La deprivazione e’ certamente il peggiore dei maltrattamenti, perche’ psicologico e non solo fisico.
    Pero’, non mi convince molto l’affermazione che e’ lecito che sgridare il cane nel quotidiano, perche’ e’ il cane che ha scelto di vivere con noi: certo, e’ vero che e’ stato il cane a fare il primo passo… Ma se io adesso sgrido il mio cane perche’ mangia schifezze in giro, non e’ che lui pensi “ah, be’, era un rimprovero giusto. In fondo e’ stata la mia specie a voler vivere con l’uomo, adesso devo adattarmi a questa societa'”: pensa che sia un rimprovero incomprensibile e basta, perche’ in un branco di cani il capo non sgriderebbe certo qualcuno per aver mangiato cibo abbandonato a terra, che per i cani e’ un’azione normalissima! In pratica, questo ragionamento del tipo: “be’, e’ stato il cane a unirsi all’uomo, adesso si adatta” e’ sconosciuto al cane (che non sa nulla di storia), e quindi porsi nei suoi confronti pensandola cosi’ secondo me e’ sbagliato come lo e’ pensare che un cane si senta umiliato quando fa dog dance, che possa capire se gli dico “guarda come e’ bravo fuffi, fai anche tu cosi'”, che sappia da solo che le auto sono pericolose e cosi’ via. Non voglio dire che il cane non vada sgridato mai, ma trovo che sia meglio sgridarlo solo per cose che puo’ capire (rubarmi il cibo dal piatto, impedirmi di salire sul divano dove e’ seduto, …) e per cose come non masticare i mobili o non mangiare schifezze in giro piuttosto o richiamare il cane e basta o insegnargli un comando (tipo “lascia”) che significa “allontanati da li'”

    • Alice, il tuo ragionamento è pericolosissimo! Scusami, ma secondo te: a) siccome “in natura” le macchine non ci sono, non dovrei sgridare il cane che le rincorre o che ci avventa contro, permettendogli così di finire prima o poi investito? b) il cane (che ovviamente non si pone il problema del fatto che la sua specie abbia scelto di vivere con noi), si pone il problema opposto? Ovvero, pensa: “oddio, mi ha sgridato per una cosa ingiusta, perché in natura non sarebbe successo?”
      Queste (scusami) seghe mentali possiamo farcele solo noi. Per il cane esistono comportamenti approvati dl capo/non approvati dal capo. Punto e stop.
      Poi ognuno (“secondo la sua sensibilità”, come scrive Maurizio stesso) può decidere come comportarsi con il proprio cane, e quindi se sgridare o non sgridare, se usare un comando piuttosto che l’altro (altra domanda: ma secondo te il cane fa differenza tra “NO!” e “LASCIA!”?
      Queste distinzioni, ancora una volta, le facciamo solo noi: e il fatto che se ne debba discutere è l’ennesimo risultato negativissimo delle cinofilosofie che invece di condannare un comportamento (umano) condannano il singolo strumento o la singola parola (tipo il “NO”). O almeno vengono recepite così.
      Anche nello sport il cane distingue sempre e solo tra “piace al capo” e “non piace al capo”: siamo NOI, infatti, a doverci porre un problema di responsabilità etica, avendogli imposto una scelta non sua. Il cane di sicuro non se la pone. Però, se non ce la poniamo neanche noi e lo sottoponiamo a un maltrattamento come la deprivazione (o peggio), siamo degli stronzi.
      Mentre, sinceramente, se io sgrido il cane per impedire che si faccia stirare da un TIR, non mi sento stronza neanche un po’!

      • Ok, ho riletto il mio post e ho capito che mi sono espressa malissimo. Io intendevo dire che:
        – se il cane fa un azione come rubare il cibo dal piatto del capo o impedirgli di passare da qualche parte, cioe’ azione che il cane sa benissimo (se gli e’ stato insegnato dai genitori, il che non e’ sempre detto nel caso di cani da cucciolifici) che non si fanno nei confronti dei superiori gerarchici, e’ giusto mostrare (con la voce e la postura, non con la violenza!) disapprovazione per il suo comportamento
        – se il cane fa un azione per lui normalissima, ma che puo’ risultare pericolosa o creare problemi, non ha senso comportarsi come nel caso sopra (mostrare disapprovazione) perche’ non ne capirebbe mai il motivo e finirebbe, per tornare al tuo esempio, per non inseguire le auto quando io sono li’ attenta a guardarlo, ma appena mi distraggo o il cane e’ con un’altra persona, lanciarsi di gusto in mezzo alla strada. Quindi preferisco usare un comando che significhi lascia stare/smetti: la differenza con il rimprovero e’ che si tratta di un comando, esattamente come resta o vieni, che non significa per il cane che sono arrabbiata con lui, a cui quindi (se ben insegnato) il cane obbedisce sempre, e non solo quando rischia un rimprovero (e ovviamente questo comando puo’ essere anche “no”, certo che non penso che il cane capisca la parola stessa!)
        Non riesco pero’ a capire il discorso del cane che si pone solo il problema di piace o non piace al cane, e come si colleghi alla deprivazione: certo un cane tenuto in box tutta la vita non pensa “questa e’ violazione dei diritti animali” pero’ e’ infelice perche’ e’ da solo, oltre a annoiarsi.

        • Alice, io sono convinta che il cane è molto più semplice di come lo dipingi tu: il cane ben addestrato/educato non si pone il problema del perché, ma *sa* che se tu, il suo capo branco, la luce dei suoi occhi, gli dici di non fare una certa cosa, allora lui smette di farla.
          Questo processo non è automatico, ma va insegnato! E l’ubbidienza del cane ce la dobbiamo anche guadagnare!! Il classico esempio è il richiamo: se io chiamo il mio cane, una/dieci/venti volte e questo non viene subito ma quando decide lui, e io lo prendo a botte, ti assicuro che la volta successiva ci penserà ben bene prima di venire verso di te! E tu in quanto capo branco, avrai sicuramente perso un po’ della tua aurea…

    • Alice, ma il cane dovrebbe smettere di mangiare schifezze per strada perché TU, il suo adorato padrone, gli hai detto di non farlo! Non stiamo parlando di istinti – lasceresti che il tuo cane mangi veleno pur di non sgridarlo??? – ma di regole che vanno seguite dal momento che vengono date, possibilmente non in maniera coercitiva e violenta, ma grazie ad un rapporto di fiducia che si instaura con il tuo cane!
      Ti assicuro quando il lupo Alpha redarguisce un suo simile in una situazione, questo non si mette a discutere sul se o sul ma; obbedisce a basta! 🙂

        • Fede, cercare di litigare con un’allevatrice commentando un articolo di un anno e mezzo fa temo porti poco lontano: soprattutto, non credo che la persona in questione la legga, dopo tutto questo tempo.

          • La persona in questione l’ha letto e continua a non capire perché viene attaccata!! Ma chi la/lo conosce Fede???

          • Spettabile Redazione, vorrei segnalare formalmente i commenti dell’utente Fede in quanto ledono la mia immagine e sono totalmente sbagliati in quanto al mio carattere. Io mi reputo una persona ben educata, un’allevatrice seria e coscienziosa, che oltretutto si firma con tanto di nome e cognome. Chiunque leggerà i commenti gratuiti e senza senso dell’utente Fede si farà un’idea errata della mia persona. Vi chiedo per tanto di togliere i commenti dell’utente Fede in quanto niente hanno a che vedere né con l’articolo del sig. Romanoni né tanto meno con i miei commenti. Grazie mille, Benedetta Reiser-Gilardini

          • Ho eliminato i commenti offensivi (e anche le sue risposte, perché altrimenti non si sarebbe più capito con chi stesse parlando). Mi auguro che la cosa finisca qui.

        • Ma chi le dice che i miei cani non mi ascoltino? Dove ci siamo visti, scusi? E poi abbassi i toni che non mi sembra il caso… Almeno io ho un nome E un cognome; lei per quanto ne so io potrebbe essere maschio, femmina oppure un alieno!!

    • Ma perché alla fine, gira e rigira si va a finire a sparlare degli allevatori? Ma cosa vi hanno fatto delle persone appassionate di una razza che decidono di allevare cuccioli, sperabilmente in maniera seria?
      Qui si sta parlando della differenza tra cane da compagnia e cane da lavoro… Chi ha mai tirato in ballo gli allevatori? Ci sono moltissimi meticci che sono ottimi cani da lavoro…

  5. L’articolo crolla e non regge semplicemente perche non c’é alcuna differenza per il cane se fa sport con noi o ci corre al fianco in passeggiata dato che il cane non ha scelto di fare sport, certo, ma non ha scelto manco di stare con noi!
    Come al solito viene umanizzato e paragonato nelle sue emozioni al uomo che é esattamente l’errore piu grande che si possa fare nei confronti del proprio quadrupede!
    Con il cane ci vuole amore Amore e Rispetto e l’amore e il rispetto non escludono la fermezza e la disciplina che non sono affatto uguali alla violenza e non devono esserlo. Cesar Milan poi che centra? Cesar insegna cose a persone che il cane non sapevano manco che bisognava farlo uscire oltre il proprio giardino.
    La stratonata veloce e indolore ad un cane che stava per mordere un bambino é dovuta! Da qui a parlare di maltrattamento ce ne vuole.
    Se il cane sta un quarto d’ora in un box non gli succede proprio nulla. Se non ne é capace é perche gli avete comunicato ansia e di certo non potrà mai nemmeno salire su un aereo con voi….
    Cane non é uguale a uomo o bambino!
    Maltrattare un cane non vuole dire educarlo e viceversa!
    Cesar Millan non maltratta i cani che educa ma li aiuta a ritrovare un equilibrio perduto. É troppo facile prendersela con lui, prendetevela con quei tanti educatori cinofili che quando vedono fallire i propri insegnamenti suggeriscono di sopprimere il cane! Queste parole da Cesar non le sentirete mai! Ma avete mai sentito parlare della Millan foundation? Avete idea di quante cose fa per tutti i cani condannati a morte nei canili americani? Lo sapete che ha salvato piu di mille cani da morte certa e regalato una seconda chance ad animali altrimenti morti? Avete mai visto il programama aspca? Perche non ve la prendete con loro? Loro ti fanno vedere in diretta come i trovatelli vengono soppressi solo perche magari in un fantomatico test di aggressività mordono una mano di gomma che non hanno mai visto prima?! Nessun sollevamento del popolo buonista a questa visione???? Tutti contro Cesar! É davvero ridicolo!

    • Il cane non ha scelto di stare con noi? 14.000 anni di storia ti contraddicono!
      Poi parti tutto cannato a parlare di Amore e Rispetto…e subito dopo ti lanci in un’accorata difesa di Millan? Ahahahahah!!! Tu sei un troll, vero? Dimmi che sei un troll!
      Millan il rispetto per il cane non sa manco dove stia di casa!!!

      • Scusa il tuo cane lo hai scelto tu o ti ha scelto lui? La maggior parte delle persone sceglie il proprio cane e non viceversa!
        Saró anche un troll ma per essere il commento della redazione non mi sembra molto professionale!

        • E chi ha detto che la redazione debba essere professionale? 🙂 Magari trollo anch’io, che ne sai?
          P.S.: sì, la persona sceglie il proprio cane (a volte anche il contrario, a dire il vero): ma qui il discorso di riferiva alle specie, ed è indubbio che sia stato il cane a scegliere l’uomo e non viceversa.

  6. Menomale che poi ne avete parlato e, di conseguenza, deciso di diffondere questa bellissima (per me commovente) lezione d’amore. Però… mi viene una domanda, o una riflessione, o quel che è, perché non nel quotidiano un rapporto così basato? Perché questa differenza tra il quotidiano e “lo sport”? Ho sempre cercato di porre su queste basi il rapporto con la mia pastoressa (a volte riuscendo, a volte meno, a volte con qualche strillo…).
    “Io voglio che i miei cani mi scelgano, decidano di collaborare, amino respirare con me perché mi trovano interessante, propositivo, dolce ma fermo e deciso. Perché sono capace di “leggerli” e di capire quando è il caso di soccorrerli, affinché non smettano mai di sentirsi parte di un binomio.”
    Questo è. Questo dovrebbe essere sempre. O non ho capito una mazza? 😉

    • penso che passi la stessa differenza di un papà terribilmente appassionato di violino (o basket, o arrampicata, o pittura…) che vorrebbe coinvolgere i propri bambini. se è un bravo papà, non li costringerà in modo prepotente o con pressioni psicologiche a seguirlo, ma proporrà l’attività da lui amata in modo da renderla affascinante, ma lealmente, accettando un eventuale disinteresse. lo stesso papà, essendo piombato, così come i suoi bambini, nel mondo, che ha le sue regole, in primo luogo tenterà di convincerli che guardare prima di attraversare la strada, lavarsi i dentini, essere beneducati con la maestra ed i compagni sono attività affascinanti: solo che in questo caso un eventuale disinteresse NON sarà accettabile, perchè la scelta NON è nè del papà nè dei bambini i quali dovranno convincersi e bon, pena fare una vita da reclusi, schivati da tutti.

    • Lisabetta, credo proprio che Maurizio volesse sottolineare che il rapporto con il cane sportivo dev’essere ANCORA più “etico” di quello con il cane-e-basta: perché il cane ha scelto di vivere nella nostra società e quindi deve sottostare alle sue regole (il che a volte può anche comportare un urlaccio se non si adegua), mentre non ha scelto, ma gli è stato imposto di fare sport, e quindi in questo caso devi essere doppiamente attento a dargli sempre e solo piacere, e mai imposizioni/coercizioni. Non voleva certo intendere che al di fuori dello sport puoi strapazzare platealmente il cane 🙂 … però il rapporto con il cane da lavoro/sport deve essere “ancora più” attento all’etica.

      • bellissimo articolo, che descrive come DOVREBBE esere il rapporto etico tra umano e cane -sportivo-atleta ,vorrei che fosse cosi , che ci fosse il massimo rispetto tra umano e cane che decide di stare con noi e condividere gli eventi sportivi che noi gli proponiamo. vorrei vedere tanti “Conduttori ” umani che al di fuori delle competizioni passeggiamno con i loro cani , vanno in ferie con loro , insomma vivono il proprio rapporto con il cane alla pari e non campo_kennel -box e viceversa …….

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