di VALERIA ROSSI – Come molti dei miei lettori ormai sanno, io amo esattamente nella stessa misura cani e gatti. Conseguentemente, non posso concepire di vivere senza almeno un esemplare di entrambe le specie.
Chi ha letto il mio e-book autobiografico sa che ho convissuto anche con rane, bruchi, mantidi religiose, criceti, conigli, pesci rossi e perfino una volpe…. ma senza di loro posso concepire di vivere.
Senza cani e gatti, no.
Ecco, io ogni tanto mi chiedo: PERCHE’?!?
Tipo stamattina, che sono anche mezza malata (vabbe’, ho qualche lineetta di febbre: niente de che. Però non è che sia proprio in formissima) e mi piacerebbe starmene un po’ in pace, magari svaccata sul divano.
Invece… mi alzo dal letto stile zombie, tento di guadagnare il bagno e inciampo in Venerdì, che vuole comunicarmi che ha fame facendo lo slalom tra le mie gambe.
Vabbe’, ho capito, ma posso fare prima la pipì, almeno?
No, non posso.
O meglio, io ci provo (soprattutto perché devo), ma già da dentro il bagno sento rumorini tipo “ding, ding, DENG” (ha tirato giù l’accendino, o l’apribottiglie, o qualsiasi cosa si trovasse sul tavolo).
Perché fa ciò? Per giocare, penserà qualcuno. I gatti amano giocare con qualsiasi oggettino…
Invece no: lo fa perché mi ha addestrato.
Una volta, o forse due, comprendendo il messaggio “FAMEEEE!” che si nascondeva dietro all’abbattimento di qualche oggetto (e non sopportando più i ding ding deng sbam), le ho dato effettivamente da mangiare: così adesso, ogni volta che la sciuragatta ha fame ( e cioè SEMPRE), mi abbatte mezza casa.
Che poi lo so benissimo, eh, che non si devono rinforzare i comportamenti sgraditi: con i cani, lo so.
Ma con le gatte, a volte non ci penso proprio.
Nel tentativo di rimediare all’errore commesso, adesso non filo più di pezza Venerdì quando abbatte accendini o apribottiglie azionando quello che il figlio ed io chiamiamo “Zampomatic”.
Siccome il divano è occupato, mi metto al pc a scrivere e ci rimango imperterrita mentre alle mie spalle sento nuovi DING (penna), inquietanti e sordi SBANG (saliera, e auguriamoci di aver chiuso il tappino coi buchini perché altrimenti ne troverò ovunque… e porta pure sfiga), o direttamente SKATAFASC! (telefoni, – anzi, telefonO: sempre uno, sempre lo stesso, il mio – telecomandi e, se per caso ci dimentichiamo di toglierli, bicchieri o altro che richieda accuratissime scopate per raccattare tuuuutti i pezzettini di vetro sparsi ovunque).
Dopo un po’, vedendo che non mi giro neppure, Venerdì passa al piano B: l’oscuramento del monitor.
Voi riuscireste a scrivere con una gatta che passeggia avanti e indietro sulla scrivania, sventolando la sua coda piumosa davanti al monitor? Io no.
Ma siccome neppure questo comportamento va rinforzato, mi limito a spostare la gatta e continuo a lavorare.
Lei torna allora sul tavolo dedicandosi ad abbattimenti sempre più impegnativi, tipo quello delle bottiglie dell’acqua.
A questo punto non resisto più e parte l’urlaccio: BASTAAAA!!! GATTODIMERDAAAAA! PIANTALAAAAA!
La grandissima puttana, a questo punto, parte sparata per il bagno (è lì che si trovano le ciotole): i miei urlacci disumani, ben lungi dal turbarla, per lei sono un segnale di vittoria. Come se le avessi detto “tesoruccio, hai tanta famona? Ora la mamma ti dà subito la pappa”. U-gua-le.
L’unica che si attapira moltissimo è la Bisturi, che fa facce da poverocane ingiustamente sgridato. Quindi vado a consolarla (“Non ce l’avevo con te, imbecille!”), dopodiché preparo le ciotole (what else?).
Nemesi, che durante tutta la prima parte della mattinata ha continuato a dormire, appare dal nulla al suono della ciotola di plastica che viene sollevata da terra.
Che suono fa una ciotolina di plastica che viene sollevata da terra?
NESSUNO, ovviamente. Eppure lei appare.
A questo punto riempio le ciotole e poi chiudo le gatte in bagno, perché se non le chiudo la Bisturi va a fregarsi il cibo delle gatte (e, già che c’è, magari si fa pure uno spuntino con la lettiera. E poi mi bacia in bocca).
Dopo trenta secondi netti, Nemesi si ritiene sazia e miagola per uscire: le apro e poi richiudo, perchè Venerdì invece deve finire con calma la sua ciotola e poi quella di Nemesi (che resta sempre mezza piena: Nemesi mangia apparentemente pochissimo, ma in compenso ha un culo che fa provincia. Venerdì mangia il doppio e rimane sempre in forma: sarà tutto l’esercizio fisico che fa devastandomi casa).
Torno al PC: è domenica e sono mezza malaticcia, ma un paio di articoli devo prepararli lo stesso, anche perché non si sa se domani starò meglio o peggio e Tpic va comunque aggiornato. Avendo un paio di idee comincio a scrivere… e dal bagno si comincia a sentire un rumorino tipo strusc-strusc-strusc…, che nel giro di un minuto circa diventa un deciso GRATT GRATT GRATT, francamente insopportabile.
E’ Venerdì che ha finito di mangiare, vuole uscire dal bagno e quindi raspa sulla porta.
Ora aspetta un momento, ragatta: fammi finire di metter giù questo concetto, che altrimenti perdo il filo.
Ed io ci provo, a buttar giù il concetto: ma al GRATTGRATTGRATT sempre più intenso e convinto si aggiunge il concerto di MIU! MEW! MIAU! del Comitato di Liberazione Povere Gatte Ingiustamente Imprigionate: ovvero Nemesi, che mi avvisa che Venerdì è prigioniera.
“Lo so, un momento, cinque minuti! Famme fini’ sta frase!”
Macché: i MIU MEW si intensificano (trad.: “Cretina, ti sei dimenticata di aprirle! Muovi ‘sto culo! Libera quella povera vittima, che ci devo giocare!”), finché non urlo “EBBASTAAAA!”. E si riattapira il cane.
Stavolta per consolare la Bisturi devo ricorrere all’ossetto di pelle di bufalo, perché c’è rimasta malissimo (“DUE sgridate in dieci minuti, senza che io abbia fatto assolutamente nulla!”, è il canpensiero).
L’ossetto di pelle le ridona l’omeostasi, ma intanto ho perso il filo e quindi tanto vale che vada ad aprire la porta del bagno.
Immediatamente Venerdì e Nemesi cominciano a giocare a rincorrersi, e di questo non ho la foto perché se provo a scattargliene una inquadro regolarmente il pavimento vuoto: vanno a trecento all’ora, sono impossibili da immortalare.
In compenso, tornando alla scrivania, vedo che la Bisturi, ritenendosi perdonata e quindi libera di fare il cappero che vuole, si è piazzata sul divano.
Segue ordine perentorio: “Scendisubitodalì!”. Non perché le sia proibito generalmente il divano (in realtà, in casa mia, niente è proibito a nessuno): le è proibito in questi giorni perché, essendo malata, ha un problemino di incontinenza e il divano me l’ha già allagato due volte.
La reazione all’ordine perentorio è quella che vedete nella foto: mi guarda con la faccia da Comitato di Resistenza Poveri Cani Ingiustamente Scacciati.
Perché, se ce l’ho sempre lasciata stare, adesso la caccio dal divano?
E purtroppo ha ragione. Mi sento colpevole, perché lei mica può sapere di essere un pericolo pubblico ad alto rischio di allagamento. Non l’ha mai fatto apposta a pisciare in casa, le scappa all’improvviso… e in ogni caso non potebbe collegare il divieto di divano alle sue pisciate estemporanee.
Sta di fatto che i sensi di colpa non sono nulla, in confronto all’idea di dover di nuovo lavare copridivano, fodere dei cuscini e cuscini (che ci mettono ventidue anni ad asciugare: e intanto io la televisione la guardo da una sedia dura & scomodissima). Dal divano si deve scendere, punto.
La Bisturi obbedisce (con la faccia ancora più attapirata di prima) e si infila nel kennel rigido, rifiutandosi di rivolgermi la parola.
Perché non torna sul tappetone a rosicchiarsi l’ossetto? Perché è offesissima.
Ma perché non va nel kennel morbido, che è molto più spazioso e più comodo?
Perché il kennel morbido è occupato. No, non l’interno, ma le parti esterne.
C’è Venerdì che si sta facendo le unghie su una parete, mentre Nemesi se le sta facendo sul tetto.
E adesso qualcuno magari penserà: ma queste povere micine non dispongono di un tiragraffi? ECCERTO che ne dispongono!
Hanno un grattatoio alto più o meno quanto me, con tutto ciò che un gatto può desiderare: i pali, lo scivolo, la casetta, la pantofola… tutto abitabile e tutto ufficialmente grattabile, perché fatto apposta.
Ovviamente entrambe lo snobbano, preferendo demolirmi il kennel morbido che costa un occhio e mezzo.
Che dovrei fare, a questo punto?
Mi pare ovvio: tiro un urlaccio. Ottenendo cosa? Bravi, indovinato: un definitivo “non ti parlerò MAI più” della Bisturi, mentre le gatte se ne stracatafottono.
Il bello è che ogni tanto capita che qualche lettore, vedendo che su questo sito c’è anche la rubrica “Ti presento il gatto”, mi chieda consigli sulla psicologia felina.
Ecco… leggendo questo resoconto della mia mattinata-tipo (sì, perché tutto ciò succede ogni giorno, mica solo oggi!) forse capirete perché, quando leggo quelle email, io reagisca così: “AHAHAHAHAHAH!!!”
No, perchè… capire la psicologia felina?!? Ma stiamo scherzando?
Nessuno al mondo riuscirà mai a capire cosa pensano i gatti. Chi dice di capire i gatti è come chi dice di capire le donne: un povero illuso che prima o poi andrà incontro a severissime disillusioni.
Io non li capisco, i gatti. Non ci provo nemmeno, a capire i gatti. O meglio, ci provo “dopo” che me ne hanno combinato qualcuna: ma mai mi illuderò di saperli prevenire e/o educare/addestrare a comportarsi in modo consono.
Intanto, però, devo preoccuparmi di consolare ulteriormente la Bisturi, che ormai si sente più vittima di Berlusconi: quindi la chiamo, la faccio giocare un po’, le tiro su il morale (per fortuna ci vogliono circa quindici secondi perché lei passi dal “non voglio più vederti” al “la vita è bella e noi ci amiamo tanto”). Quando la vedo sufficientemente rinfrancata, ovvero così…
…passo al contrattacco con le ragatte, le prendo su di peso e le richiudo entrambe in bagno (con un po’ di premietti golosissimi, perché in fondo, poverine, farsi le unghie è una loro esigenza… anche se se le fanno sempre e solo nei posti sbagliati). Almeno stanno cinque minuti brave e io posso finire lo stracavolo di articolo, del quale ho scritto due frasi.
Torno verso la scrivania, e nel frattempo la Bisturi è diventata così:
Ora, qualcuno è per caso in grado di spiegarmi PERCHE’ io non riesca a vivere senza cani & gatti?
AHAHAHAHAHAHAH!!! Quanto ridere! Non solo per le divertentissime scenette raccontate, ma anche perché, possedessi io anche solo un briciolo delle tue capacità, quest’articolo avrebbe potuto essere scritto da me tante sono le similitudini con il tran tran di casa mia. E c’è Mordi che quando ha fame ‘suona’ la ciotola con la zampetta (seguito dall’immancabile avviso di supporto del marito “Pavlov!”, ma figurati se mai alza lui le chiappe a dargli l’ennesima razione di pappa), Bobo che sotto tutto quel pelo è un gatto peso piuma ma mangia come un Leonberger e se solo ci riuscisse arriverebbe a mettere la zampa nel mio piatto per fregarsi direttamente la bistecca tanto quanto le patate arrosto, Jessica che miagola per uscire così da poter miagolare da fuori per entrare e via così all’infinito, Winston (a.k.a. il cerebroleso) che vassapere perché ma in tanto lui miagola. E in mezzo a tutto questo universo felino, Bonnie la mia borderina, che sto tentando di tirare su educata ed equilibrata e senza troppe crisi di identità che la convincano di essere pure lei un gatto. Ma, Signor no! Senza minimo un gatto e un cane io non ci vivo! 😀
torno a casa dopo una giornata di lavoro e trovo:
un gatto deficiente che mi aspetta a bordo strada, entra nel cancello a bomba mentre scarico la spesa e mi lascia un quatro d’ora a chiamarlo col cuore in gola, mentre lui è già dentroa farsi i fatti suoi
iun cane stitico con uno stronzo(pardon!) da 1 kg nel sottocoda, così devo cacciarlo nella doccia e pulirlo il meglio possibile e asciugarlo che fa freddo(lo scarico si intasa)
un cane sensibile che a questa scena di violenza si ritira al piano di sopra, dove bisogna portargli la ciotola, sennò non mangia, e poi fa il morto fino al mattino dopo
una gatta indecisa che continua a schizzare dentro/fuori casa
Ecco perchè non posso fare a meno di cani e gatti !
Ha, ha…guarda, il mio, che si chiama Gino, è un vero stronzo, basta solo il gesto di lanciargli la ciabatta, poi schizza come un lampo…avete presente il gatto Silvestro? Ecco, scivola addirittura con le sampine, è un vero disgraziato!
He, he, he quanto ridereeee, u-gu-a-li! Vedo che anche alla tua micia piace farsi le unghie sul divano…il mio gatto, smette di rompere solo se gli faccio vedere la ciabatta…appena riesco ti racconterò una storia!
@lella: il mio smette solo se gli lancio i cuscini!
Quando leggo tutte le “tragedie” dei gatti altrui, rimango sempre fra lo scioccato e la divertita: perché io non ho mai avuto in casa un gatto che mi facesse veri e propri disastri. In casa abbiamo sempre avuto gatti molto educati, che poi magari facevano una vitaccia da strada, ma che poi non si azzardavano mai a salire sulla cucina o a saltare sul tavolo.
In special modo i miei due ultimi mici (loro non la fanno la vitaccia da strada, loro fanno la “vitaccia da giardino” al massimo… l’unico vero problema è che il siamese Ryo ha delle abitudini strane (gli piace mangiare lo scotch, per esempio… e di recente anche i datteri, boh) e se vedo che la pattumiera è per terra, so per certo che è stato Take (ex gatto di colonia, un po’ più spartano e poco schizzinoso verso qualsiasi tipo di cibo), anche se di solito capita solo se faccio tardi e quindi non gli do il cibo all’orario giusto. Per il resto son sempre gatti bravissimi, che si fanno le unghie sul loro palo, che mi danno abbastanza retta, anche se di solito mi dimostrano il loro disappunto, miagolando con un tono veramente “lamentoso e seccato”.
Non so se sono stata io ad “umanizzare loro” o loro a “gattizzare me” (è probabile), ma con i miei gatti ho sempre un legame fantastico!
Ormai se i miei amici hanno problemi con il gatto o dei dubbi contattano me e non si rendono conto che certe volte mi chiedono cose a cui neanche io so rispondere, perché ho un rapporto così naturale con loro, che molte cose vengono da sè…
Comunque se i miei gatti hanno fame fanno due cose: miagolano e mi stanno appiccicatissimi tutti ronfanti (e questo è il modo gentile in cui mi dicono che hanno proprio fame), oppure, quando Take si mette a “grattare” lievemente a lato della mia scrivania, o a qualsiasi superficie – senza rovinarla, è giusto per ottenere la mia attenzione (di solito succede se ho le cuffie con la musica, mentre lavoro e perdo la cognizione del tempo).
io mi chiedo ogni santo giorno come fanno i miei tre gatti a comparire sempre nei momenti giusti, che non sono solo quelli in cui si mangia, bensi’ quando lavo per terra ed e’ tutto bagnato, in quel momento si materializzano tutti e tre e passeggiano sul bagnato come niente fosse. mi chiedo cosa ho fatto di male, dove sbaglio!!! pero’ li amo.
I tuoi camminano come se niente fosse? Magari i miei. Loro si accorgono che è bagnato, si schifano di essersi bagnati le zampe e cominciano a correre slittando per il corridoio a cercare un posto asciutto. A meno che non usi la candeggina: Linus è estasiato dall’odore della candeggina.
Non puoi stare senza perche` non si puo`. Punto.
I miei gatti hanno addestrato il nonno (80 anni, che ha il fiatone solo per andare in bagno) ad alzarsi e aprire la porta a comando: “nonno, voglio uscire!”; 30 sec dopo “Fa freddo-piove-c’è vento fammi entrare!!!”
Ogni mezzora circa (moltiplicato per due e mai assieme naturalmente)
Però mi dimostrano il loro affetto coprendomi di regali. A seconda delle stagioni ho ricevuto: topi, farfalle, lucertole, nidiacei di vario tipo, ghiri, piccoli serpenti e una quaglia.
…il mio gatto organizza dei sit in ogni volta che mi metto a studiare invece di passare il tempo in modo più costruttivo (leggi: giocando con lui). No, non si siede sul pavimento con aria offesa.
Si siede sul mio libro, anzi, sul rigo che stavo leggendo, con aria da “Prego, continua pure, non c’è problema per me”.
Oppure. Quando sono sdraiata a letto, mi snobba senza problemi. Fino al momento in cui io non penserò “Devo alzarmi per prendere un evidenziatore” o, peggio, “devo alzarmi per fare la pipì”.
Solo allora lui si accomoderà sulle mie gambe, con quell’aria da gatto indaffaratissimo che non va disturbato.
Si pulirà il pelo, si farà un pisolino.
E io lì, a chiedermi “Ma perché non mi sono alzata trenta secondi primaaa!”.
Gatti…come vivere senza?
^_^
E delle braccia costantemente piene di graffi che tu sopporti stoicamente, fiero, quasi siano ferite di guerra…ne vogliamo parlare?
sigh….. così imparo a ridere degli altri…..
mentre stavo sghignazzando su questo articolo micio Romeo (cinque mesi fra pochi giorni) era beatamente in acquaio a leccare la pentola dove ho cucinato la salsiccia: ))))))
Bellissimo questo articolo..soprattutto per la domanda finale, mi sono quasi commossa! Perché ti capisco, è così anche per me.. mi hai fatto morire dal ridere anche perché ci sono diverse analogie con i miei gatti e cani.. grazie di quest’articolo 🙂
PERCHE’ loro sono autentici
Valeria… e il breton come primo cane, e l’infanzia piena di animali assurdi, e la filosofia “almeno un cane e un gatto o non è vita”, e le catastrofi causate dalla convivenza con loro… La smetti di copiarmi?! OOOOPS! Hai cominciato prima tu mi sa… Allora temo di essere io la copiona. Che brutto germe che mi hai attaccato.
Oddio lo fa anche la mia gatta di buttare giù le cose e fare rumore quando vuole mangiare XD troppo belli i gatti!
Bwahahahahha bellissima descrizione 😀 a me manca solo il cane per aver il quadro completo XD
I gatti non si addestrano ovviamente, che blasfemia, Loro addestrano Te.
Venerdì è troppo buffa in foto 😀
pensa un po’ che io riesco a farmi tiranneggiare anche dalle cavie… ma come sta la Bisturi se posso chiedere?
La Bisturi sta bene, apparentemente. Si lecca un po’, ma per il resto è “normale” (vabbe’, per quanto possa essere normale uno staffy…).
Ora aspettiamo la seconda analisi delle urine…e speriamo che il problema sia tutto lì e che si possa risolvere con una semplice bottarella di antibiotici!
He he he sembra la descrizione di casa mia! I tre gatti sono i veri padroni, noi due umani (madre e figlio) i devoti servitori e la pitbull Iara un accessorio benevolmente tollerato dai regali felini. Le richieste di cibo avvengono più o meno nello stesso modo che hai descritto. Qui l’apoteosi è al mattino, più o meno all’alba, momento in cui Gino, il maschio più affamato dell’Universo, decide che ora basta, ti devi alzare e darci la pappa. Così inizia a fare quello che fa solo in questa occasione: salta su tutti i mobili della camera da letto e ne rosica con vigore gli angoli, perchè sa che quel rumore mi fa scattare su come una pazza furiosa. Io lo inseguo per ucciderlo e lui naturalmente mi conduce in cucina miagolando pietosamente come se non avesse mai mangiato in vita sua. Arrivano a rimorchio anche gli altri due e inevitabilmente li sfamo maledicendo il giorno che sono entrati in casa (seeeee….). Sfamati i gatti, torniamo tutti a letto e loro si riaddormentano accanto a me come tre angioletti… E tutti i giorni è la stessa storia…. Ma chi potrebbe farne a meno, ora?
Madoooo Valeria se ti capisco!!!! non ho due gatti, ma uno (e cane of course) ed è P R O P R I O così!!! ma chi ce lo fa fare???!!??
Siamo nella stessa barca allora! Anche io 2mici (di cui uno è una specie di tigre del bengala) e un cagnolo vittima della suddetta tigre. Ma se non dovessi correre a sedare una rissa almeno tre volte al giorno, a tirare fuori un gatti dalla dispensa, a far uscire quell’altra che si è rinchiusa nella scarpiera, a spiegare al cane che il telecomando non è cibo nè gioco, beh, avrei una vita estremamente triste.,
😀
Perchè senza cani e gatti passeremo più tempo seduti, e si sà, non fa bene.
Perchè dopo una passeggiata, anche se fuori c’è un tornado, e si inveisce contro il tempo, poi si torna a casa e si vede il facciotto del nostro cane tranquillo e rilassato, e ci si sente meglio, si apprezza di più il caldo e il riposo.
Perchè un gatto che ti sceglie come poltrona ti riempe di gioia, anche se ti si atrofizzano le gambe, perchè non vuoi svegliarlo…
Perchè quando sei triste, il tuo cane ti porta tutti i suoi giochi, partendo con quello che gli piace di meno, e poi se non giochi, a malincuore ti porta il suo gioco preferitissimo e gli compare il fumetto: “senti, io dopo questo non so proprio che fare”… e allora finisci per sorridere anche se stai piangendo.
Perchè le passeggiate nel bosco sono più belle, l’erba è più verde e il cielo è più blu, se un cane viene con te.
Perchè forse, se non ci fosse il cane, nemmeno faresti il giretto nel bosco.
Perchè si spendono interi minuti a osservare la piena consapevolezza del gatto di essere meraviglioso.
Perchè d’inverno i piedi e le gambe stanno sempre al caldo sotto delle palle di pelo.
Perchè il letto è vuoto, e non importa se non ti svegli avendo perso la sensibilità a tutti e 4 gli arti.
Ma soprattutto perchè una casa senza animali, non è casa, è solo un posto dove mangiare e dormire!
Questi sono i motivi per cui io non potrei vivere senza cani e gatti!
perchè senza non ti divertiresti ^_*
perché la vita è bella quando cani e gatti scodinzolano e ci leccano o ci fanno le fusa e ci vengono a svegliare (rispettivamente…) meglio di qualsiasi scarpa fashion o pantalone griffato… perché mia figlia era triste e ora che c’è una gattina che peserà si e no 2 etti ha ritrovato il sorriso… potrei riempire un libro di perché, anche se la gattina ha appena fatto la pipì sul divano allagando ben DUE cuscini…
quando mi chiedono se il cane mi rovina casa, io penso sempre alla mia gatta, che in appena tre anni di vita ha dimezzato un paio di servizi di tazzine da caffe’ della nonna, ha deciso che il modo ideale per farci smettere di fumare e’ buttare a terra tutti i posacenere di casa, e la sera mi obbliga a vedere la “Gattotivvu'” fino a quando non le do i suoi croccantini.
……perché altrimenti la vita sarebbe vuota (nonostante figli, marito ecc.)!!!!!! Per me è così, io non potrei vivere senza cane e gatto in casa!!!!