di DENIS FERRETTI – Solitamente ha passato l’infanzia un po’ invidiando gli amici a cui i genitori permettevano di avere un cane. Si è sempre sentito ripetere per tutta l’infanzia che i cani li dovrebbe tenere chi ha spazio, chi ha il giardino… chi ha tempo.
“E quando vai in vacanza come fai?”
Ha sentito compiangere quei poveri cani costretti in appartamento e portati fuori cinque minuti al giorno a far pipì. Ha stramaledetto quei cani nel vicinato che, abbaiando incessantemente, lo tenevano sveglio di notte o lo disturbavano la domenica mattina. E non avendo confidenza coi cani, ha un po’ paura dei cani grossi… soprattutto di certe tipologie che riempiono le cronache con episodi di aggressioni.
Non è, quindi, l’appassionato sfegatato. E’ pieno di dubbi e incertezze, ma i cani sotto sotto gli piacciono. E arriva a decidersi a fare il “grande passo” quando vede realizzarsi le condizioni che da sempre gli hanno detto essere indispensabili: ha una casa con il giardino, ha messo la testa a posto in fatto di viaggi in giro per il mondo, è disposto ad alzarsi la mattina presto e a restare a casa nei weekend e magari vorrebbe dare ai bambini ciò che a lui è sempre stato negato.
A questo punto, perciò, inizia l’operazione di ricerca, con poche idee non chiarissime e tanta apertura ai consigli.
Di solito ha qualche razza preferita, scelta per gusto estetico o perché di moda. A volte perché ricorda cani conosciuti che lo hanno positivamente impressionato.
“Ti ricordi quel bobtail che c’era in campeggio a Viareggio, che divertente? Ho sempre detto che un giorno ne avrei preso uno anch’io”.
“E quello di tuo cugino, che sapeva contare? Che razza era? Un golden labrador?”
Spesso la scelta si divide tra cani molto diversi tra loro, con caratteristiche a volte opposte. Un bulldog o un cocker. Un barboncino o un pechinese. Un jack russel o un bouledogue francese.
E poi c’è sempre l’opzione “meticcio” del canile. Che è l’indicazione più gettonata dalle persone a cui si chiede consiglio.
C’e sempre un parente o un collega di lavoro che ti dice: “Sai cosa? Io se prendessi un cane lo prenderei al canile… almeno, poverino, lo tiri fuori di lì, anziché spendere dei soldi per un cane di razza!”.
Quindi, almeno per avere la coscienza a posto, questa opzione viene sempre valutata.
In altri casi la razza resta più vaga. “Pensavo a un cocker o un barboncino… ma consigliami tu! Vorrei un cane che non sporchi, che non abbai, buono con i bambini, giocherellone ma non troppo agitato… che non mi distrugga il giardino. Perché *ovviamente*, ho il giardino. Un giardino abbastanza grande”.
Meglio un cucciolo o un adulto al canile? Conosci qualche “allevamento”?
La parola usata è sempre “allevamento”… non “allevatore”… perché giustamente se devo comprare un libro vado in una libreria, non vado dal “libraio”.
E tramite un “privato” rischio una truffa?
“Privato”… come un’automobile: si può prendere da un concessionario o da un privato.
Dai privati è risaputo che si possono fare ottimi affari, ma anche prendere sonore… un attimo che guardo sul cercasinonimi….. “imbroglio”. Il sinonimo è imbroglio. Anche se si può essere “imbrogliati” anche dalla concessionaria.
Con questa bozza di idee, e bambino al seguito per presentare il quadro completo, il nostro neofita può presentarsi a chi potrebbe fornirgli un cane: “Buongiorno, stiamo pensando di prendere un cane… pensavamo a uno non troppo grosso, che non sporchi, che non abbai, affidabile con i bambini… che non ci distrugga il giardino… sa, noi abbiamo un giardino”.
Però: “… prima di dare soldi a un allevatore, proviamo a sentire anche in canile.”
L’incontro tra il “neofita medio” e “l’animalista medio” volontario al canile difficilmente si evolve in un adozione a buon fine.
Per l’animalista medio il cane non è un animale che si sceglie, ma che si “incontra”. Da amare come un figlio con i suoi pregi, difetti, le sue caratteristiche.
Se facciamo un bambino, lo accettiamo come viene. Non mettiamo vincoli del tipo “che non sia troppo alto, che giochi tranquillo nella sua stanza, che parli sempre a bassa voce, che non litighi con gli amici a scuola”: faremo i conti col suo carattere.
Ancora più sgradite sono le richieste di caratteristiche fisiche (poco importa se hanno risvolti sul tipo di gestione).
“Lo vorrei a pelo corto… ne avete uno tutto nero?” sono frasi che compromettono quasi sempre l’esito della “trattativa”.
A volte in modo indiretto ed educatamente, a volte con toni più forti, a seconda del carattere del volontario, la risposta standard è quella di prendersi un “peluche”, così si può prendere anche giallo a pallini rossi e sicuramente non sporca e non abbaia.
Reazione a volte giustificata dal fatto che il giorno prima qualcuno aveva portato un cane che non poteva più tenere perché troppo grosso. La settimana prima è stata la volta di quello che aveva morso il bambino e quello che aveva masticato l’impianto di irrigazione facendo danni per un migliaio di euro. E come non ricordare quello che non potevano più tenere perché i vicini si lamentavano per i troppi abbai, e quello che perdeva troppo pelo e quello faceva la pipì ovunque?
Certa gente è meglio perderla che acquistarla.
Il neofita rimane solitamente molto deluso da questi incontri. Offeso per non essere ritenuto all’altezza di prendersi cura di un cane e incredulo sulle risposte acide ricevute. Dunque non esiste un cane che abbai poco e che non sporchi? Eppure quando si parla in generale, si dice sempre che i cani sono intelligenti, che imparano ogni cosa…. e io stesso vedo tante persone con cani educati, buoni e gestibili. Se lo cerco io un cane del genere per me non esiste?
Il neofita conclute perciò che gli animalisti sono dei “talebani”… che sono esagerati, che pensano di essere bravi solo loro. E che magari hanno anche dei biechi interessi e convenienza a non fare adottare cani per cui ricevono sovvenzioni pubbliche.
Però l’impatto col canile non basta a farlo desistere: si valutano altre strade.
Tra le altre strade c’è l’allevamento… anzi l’allevatore serio, consigliato dall’amico cinofilo da sempre. “Mi raccomando: allevatore serio”.
L’allevatore serio di solito è un amatore. Ovvero una persona normale, che alla domenica mattina ama riposarsi e svagarsi con i cani, che non ha un negozio né uno zoo…
Spesso si parte già con il piede sbagliato presentandosi (inconsapevolmente) in orari inopportuni senza appuntamento.
Se poi si fa l’errore di sbagliare il nome della razza… magari perché difficile da pronunciare o ci sembra troppo esotico, si è bollati in partenza.
“Lei ha i volpini spitz? Quelli piccolini?”…
“Salve, a noi interesserebbe un golden labrador”.
Magari semplicemente intendevano un labrador giallo e lo hanno sentito chiamare in quel modo. O volevano essere sicuri di essere capiti in merito alla taglia.
“Saremmo interessati a un maltese. Possibilmente di piccola taglia.”
L’allevatore appassionato risponde sprezzante che “la taglia è unica. Non esistono maltesi di piccola taglia o grande taglia”… mentre il neofita è sicurissimo di averne incontrato uno la settimana precedente grande quanto un cocker. E lui non lo vorrebbe così… come fare a spiegarsi?
Anche gli altri argomenti tirati in ballo solitamente indispongono l’allevatore tanto quanto avevano indisposto il volontario. L’allevatore serio non ha nessuna voglia di mandare uno dei suoi cani cresciuti con tanto amore a fare “il nano da giardino” a casa di chi non può tollerare una pipì di un cucciolo o tiene più al divano che al cane.
Solitamente inizia a fare il terzo grado sulla sistemazione del cane, se ha intenzione di affidarlo ai bambini a fare il bambolotto, sull’alimentazione, sui corsi di educazione che intende frequentare, sulla frequenza delle passeggiate e sulla socializzazione. E conclude di solito con un: “Si prenda un bel pesce rosso”.
Quando poi si viene a sapere il prezzo (che per l’allevatore è quasi un affare di stato… mai fare l’errore di chiederlo per prima cosa), il neofita medio arriva alla conclusione che quello non è un allevatore “serio”… ma un “fanatico”. Un esagerato che pretende cure maniacali e vive in funzione del cane.
Ma non dicono sempre che i cani sono i migliori amici dei bambini? E il mio bambino invece è un problema? Ci sono migliaia di cani che vivono in giardino, i carrelli della spesa sono pieni di scatolette di cibo da due euro al chilo e i cani non muoiono… fanno una vita normale. Fanno i cani.
Non rassegnandosi all’idea di questo assurdo mondo, il neofita allora prova a dare un occhiata alle altre possibilità. Tra queste può trovare l’allevamento commerciale… quello pubblicizzato anche sull’elenco telefonico. Magari un multirazza dove c’è più scelta… e anche se tutti ne parlano male, chiedere non costa niente.
Sicuramente il nostro neofita sarà ricevuto da un venditore “professionale” che lo accoglierà con gentilezza, gli mostrerà i cani e l’allevamento (o meglio lo “showroom” pensato per accogliere il pubblico) dove vedrà recinti puliti, cuccioli appena lavati che giocano tra i trucioli e i fogli di giornale che nascondono eventuali sorpresine che ci sono sotto. E illustrerà le caratteristiche delle razze offerte: sono pulitissimi, affettuosi, ideali con i bambini, intelligentissimi.
Il neofita annuisce. E’ proprio così: c’è scritto anche su tutti i libri.
“Posso metterli in giardino?” “Ma certo che si’… questi occupano pochissimo spazio. Per un cagnolino così andrebbe bene anche un balcone”.
In effetti… se si pensa che la mamma li ha partoriti in una gabbia per conigli… ma la mamma li’ non c’è.
E’ a chilometri di distanza, che si prepara a un’altra cucciolata.
Ai più smaliziati che chiedono di poter vedere i genitori si fa vedere un altro cane. Oppure il papà, dicendo che i cuccioli sono diritti di monta. Oppure la mamma c’è davvero… le tipologie di allevatori non sono così distinte.
Ci sono anche allevatori monorazza che da bravi commercianti pensano per prima cosa a concludere una vendita. A loro si può anche chiedere il prezzo come prima cosa e ti dicono semplicemente quello che costano. Te lo dicono anche al telefono senza bisogno di prendere appuntamento per lasciarlo come l’ultimo dettaglio da definire, come capita con gli allevatori amatoriali. Alcuni hanno anche il listino.
Sulla strada del nostro neofita può anche presentarsi un’altra figura. L’amico d’infanzia, il genitore dell’amichetto di catechismo del figlio, il vicino della cognata… quello che casualmente, proprio in quel periodo ha una cucciolata di… razza da definirsi.
Il vero privato, insomma. Che quasi sempre senza conoscere la razza che alleva, senza avere strutture e competenze, accoppia una femmina “anonima” (senza risultati in expo, senza radiografie) con un cane della stessa razza.
Ovviamente anche questi dirà che sono cani intelligentissimi, bellissimi, cresciuti in famiglia, ottimi con i bambini e adatti a vivere in giardino, o in balcone o da qualsiasi parte, purché li prendi.
La prima parte fortunatamente è spesso vera. La seconda parte è un po’ forzata per vendere cani che se non fossero collocati sarebbero un vero problema per chi li ha in casa.
Il prezzo di solito basso induce molte persone a cambiare anche idea sulla razza inizialmente scelta.
“Avrei voluto un barboncino, ma ho trovato questi spitz vicino a casa quasi regalati….” – disse togliendosi il pelo dalla giacca mentre il cane abbaiava al postino.
“Io cercavo un cane da guardia… poi mi è capitato il labrador… ma va bene così. E’ un patatone che fa le feste a tutti, ma lo adoriamo… siamo veramente soddisfatti”.
Non va sempre a finir male… neofita non significa necessariamente inetto, cattivo, superficiale. In qualche caso si può dire “te l’avevo detto”, in altri casi saranno loro che con un sorriso sardonico ti ricorderanno che spendendo la metà di te hanno un cane fantastico più sano del tuo, che, pagato fior di quattrini, si è scoperto epilettico. O ha il vizio di abbaiare alle moto. O qualsiasi altra cosa che nessun allevatore, serio o no, può prevedere con certezza.
Vediamo perciò che “mediamente” il neofita medio finisce per scegliere i canali meno accreditati.
Forse perché nel mondo prevale la mediocrità.
Ma chi è più acculturato fa forse qualcosa per evitare che “media” diventi sinonimo di mediocrità?
Quando il cane arriva a casa del neofita attraverso questi canali poco raccomandabili, la situazione può evolversi in tre casistiche:
a) il neofita dopo qualche tempo si accorge che il cane che non avrebbe dovuto abbaiare e sporcare in realtà abbaia tantissimo, scava in giardino, morde gli amichetti del figlio, salta addosso, perde il pelo, puzza, mangia, beve e respira… e quindi trova un modo di sbarazzarsene. Lo regala, lo dà al canile, lo abbandona.
b) il neofita dopo qualche tempo si accorge che il cane abbaia, scava, sporca e rompe. Stramaledice il giorno che ha deciso di prenderlo, si ripromette di non prenderne più e si rassegna a vivere con la rottura di scatole di dover rimediare ai danni del cane, pulire dove sporca e portarlo ai giardinetti.
c) il neofita capisce per tentativi ed errori la gestione corretta del cane, si ricrede sul non prenderlo in casa, realizza che pelo corto non significa non avere pelo sui vestiti, capisce di aver fatto scelte sbagliate e si ripromette di non ripetere gli errori fatti in passato.
Se tutti i neofiti fossero del primo tipo, vivremmo in una situazione infernale: i canili scoppierebbero e ci sarebbero solo cani maltrattati. Fortunatamente “neofita” non è sinonimo di “mascalzone”.
Anche gli allevatori seri e gli animalisti impegnati sono stati neofiti a loro volta; neofiti del tipo c), che si sono evoluti fino a raggiungere i massimi livelli. Ed è un peccato che non si possa saltare questo passaggio.
Questo potrebbe avvenire se solo l’approccio dei volontari dei canili e degli allevatori fosse un po’ più morbido.
Non dico che si debbano raccontare bugie e promuovere i propri cani promettendo caratteristiche che non hanno, ma forse armarsi di un po’ di pazienza e spiegare le cose più ovvie, senza essere prevenuti di fronte a convinzioni da correggere, potrebbe dare qualche possibilità ai neofiti, ma anche ai cani.
Perché non dimentichiamoci che poi gli allevatori seri finiscono spesso per piangere e lamentarsi di non trovare nessuna persona affidabile, e a cedere gratuitamente soggetti invenduti ormai adulti per fare spazio in allevamento.
Come pure i volontari dei canili notoriamente piangono perché i canili si riempiono sempre più.
Io non allevo più da anni e non mi considero nemmeno più volontario, dal momento che sono mesi e mesi che a causa di impegni famigliare non metto piede in canile. Però, quando vengo interpellato in quanto esperto e appassionato di cani, rispondo sempre con passione e coinvolgimento. Per questo mi sono preparato alcune FAQ che riguardano tematiche generali, più inerenti alla gestione che alla razza scelta.
Le metto a disposizione di chi sente di condividerle.
In realtà è innegabile che ci siano razze più predisposte a far sentire la loro voce. Molte sono state addirittura selezionate per usarla: per segnalare il selvatico come fanno certi cani da caccia (terrier o cani da caccia al cinghiale) o per fare la guardia. Va anche detto che non tutti i cani abbaiano per lo stesso motivo. Se è vero che volpini e terrier sono più reattivi nei confronti di stimoli come la presenza di persone o animali nel proprio territorio, è anche vero che in assenza di stimoli potrebbero risultare meno rumorosi di un bolognese (razza notoriamente silenziosa) che piange perché lasciato solo, o di un setter che fa la questua per entrare in casa mentre siamo a pranzo. I cani abbaiano per eccitazione o per disagio. I cani da lavoro che impiegano la loro voce mentre svolgono le loro mansioni lo fanno per eccitazione. Ma l’eccitazione si esaurisce in quel momento. Un segugio può abbaiare incessantemente per parecchio tempo, mentre è sulla traccia del selvatico percepito, e rivelarsi silenziosissimo in casa quando riposa tranquillo nel suo angolo. Un terrier lasciato in giardino potrebbe abbaiare a gatti, lucertole, passanti con cani al guinzaglio e non farsi minimamente sentire se lasciato nel salotto di casa. I cani che si sentono a proprio agio solitamente non abbaiano… bisogna valutare l’ambiente e assicurarsi che non ci sia presenza di stimoli che possono turbare l’indole del cane. Ed eventualmente scegliere il cane più adatto ad affrontare gli stimoli negativo. Cani più indipendenti se li si lascia soli qualche ora, cani meno reattivi se ci rumori o persone che possono essere percepiti dal cane.
FAQ n.2 – Che cosa rispondere a chi cerca il cane che “non sporchi”
Innanzitutto occorre definire che cosa intende il neofita per “non sporcare”. La pipì in casa, inizialmente la fanno tutti i cuccioli, così come tutti i bambini hanno bisogno del pannolone. C’è chi impara prima e meglio e chi ci mette più tempo.
Se non si è rassegnati al fatto che un incidente che può capitare, è meglio rinunciare al cane. Non è una questione di razza, mentre è di grandissimo aiuto sapere come il cane è stato allevato.
Se l’animale è cresciuto in box e abituato a sporcare sul pavimento di cemento, troverà normale farla in casa. Anche un cane del canile assuefatto a sporcare nel recinto in cui vive (cosa che per i cani è innaturale: lasciati liberi di scegliere non farebbero mai), potrebbe non percepire la differenza tra il pavimento di casa e il cemento su cui ha sempre vissuto. I cani cresciuti all’aperto con accesso ai prati, invece, faranno il possibile per tornare a sporcare nei prati. E quelli cresciuti in casa abituati ad avere a disposizione un fondo di giornali, tenderanno per i primi tempi a sporcare sul giornale.
Io ho un cane adottato al canile pulitissimo, che la tratterrebbe per ore pur di non farla in casa. Ma non è così per tutti: ci sono cani adulti quasi irrecuperabili. Specialmente i maschi, che possono avere un forte impulso a marcare il territorio.
Sporcare, però, può essere anche inteso nel senso di… perdere il pelo. E lasciare impronte.
La maggior parte dei cani è soggetta a muta e tenuti in ambiente riscaldato hanno un ricambio pressoché continuo di pelo, che volerà sul pavimento, rimarrà sui vestiti e sui divani. Il pelo corto si nota meno sul pavimento, ma è più difficile da rimuovere dai vestiti perché i peli si conficcano nei tessuti come aghi. Quello lungo, al contrario, forma antiestetici batuffoli negli angoli e sotto i mobili che fanno apparire la casa più “sporca”. Ma dai vestiti e dalle poltrone si rimuove facilmente. E’ sufficiente passarli con la mano appena bagnata.
Esistono anche cani che non perdono pelo per casa. I barboni, i bichon e i cani a pelo riccio che vanno tosati mediamente ogni due mesi. Il costo della tosatura è equivalente a quello di mandare un bambino dal barbiere, se ci accontentiamo di una semplice tosatura da casa e non ci interessa una toelettatura da expo.
Un’altra alternativa sono i cani a pelo ruvido, che vanno strippati. La strippatura può essere meno frequente ma è più costosa. E’ un lavoro lungo e noioso che quasi tutti affidano a un toelettatore professionista, soprattutto nel caso si voglia un cane da expo sempre perfetto. Se il pelo è duro ma non troppo lungo possiamo cavacela con un semplice trimming, asportando ogni giorno una piccola quantità di pelo… la quantità che perderebbero naturalmente passando tra rovi e fitta vegetazione. Questo tipo di mantello è tra i più semplici in fatto di manutenzione: riunisce i vantaggi di tutte le altre tipologie. Ma non a tutti piace per via dell’aspetto un po’ arruffato. E’ frequente tra terrier e segugi.
Al contrario i cani barbuti a pelo molto lungo (maltesi, bearded collie, shihtzu, bolognesi, yorkshire), non perdono pelo spontaneamente, ma hanno una manutenzione molto impegnativa. E la casa la sporcano con metodi alternativi… al rientro delle passeggiate dovremo togliere foglie morte, rametti, spighe e corpi estranei di ogni genere.
Le zampe bagnate potrebbero essere un problema per il pavimento di casa rientrando dalle passeggiate.
Da questo punto di vista i cani più cani più puliti sono quelli a pelo raso, malgrado il pelo che lasciano. Sono più veloci da asciugare e non raccolgono polvere. Come sempre la scelta migliore dipende anche dall’ambiente in cui si vive e dalle nostre priorità.
FAQ n.3 – Meglio un cucciolo di allevamento o un cane del canile?
I cuccioli fanno casino. Mordicchiano, portano in giro gli oggetti. Sono divertenti ed è di grande soddisfazione seguirli, vederli crescere e acquisire competenze specifiche della loro età… come si fa con i figli. Sono però impegnativi e fanno le marachelle. A chi prende un cucciolo, consiglio vivamente un allevatore competente e bravo.
Che non significa rinomato e professionista… spesso è il contrario. Chi alleva razze di moda spesso si fa prendere la mano e fa più cucciolate di quante non riesca a seguire correttamente.
L’allevatore bravo è semplicemente l’allevatore che cresce il cucciolo come tu cresceresti tuo figlio. Né quello che improvvisa e non ha le competenze e le strutture idonee, né quello che punta tutto sulla professionalità e li cresce come polli d’allevamento… strutture, gabbie, impianti, mangimi…. e quanto è più lontano dall’ambiente “famiglia”, che è il posto naturale del cane.
Se si opta per il cane di razza, è meglio stare lontani dai facili affari: dagli allevatori professionisti che crescono tante cucciolate da fattrici “di mestiere”, o peggio importano cuccioli da allevamenti simili nei Paesi dove il lavoro costa meno. Il risparmio (eventuale) di poche centinaia di euro lo si paga tutto in termini di cani con problemi indelebili (traumi e paure che restano, spesso e volentieri problemi di salute e morfologia spesso lontana dall’ideale della razza).
Un cane “di razza” di questo tipo (se di razza si può chiamare) non dà nessuna garanzia in più di quella data da un meticcio del canile che prendi gratuitamente.
E se si deve pagare solo per il fatto di avere un generico cane “di razza”…. non so se sia meglio sentire il sottofondo di “che bel cagnolone! Che razza è? E’ un meticcio?” piuttosto che “E’ un labrador o un incrocio?” “Un maltese? Così grosso?”.
Anche i cuccioli del canile non sono “l’ideale” per chi non ha esperienza e ha esigenze precise. Perché anche questi non sono MAI cresciuti in modo “esemplare”… se no non sarebbero al canile.
Hanno trascorso la loro prima notte lontani dalla mamma da soli, magari piangendo tutta la notte… spesso non hanno ricevuto le cure necessarie, possibile che crescano con problemi scheletrici, fobie, ripercussioni varie.
Chi li prende lo fa con una motivazione diversa. Li si prende per fare un atto umanitario, non per avere il cane che non sporca o che non abbaia.
Se si prende un cane al canile, si hanno più garanzie scegliendo un adulto. Supera meglio i traumi ed è più prevedibile. Il carattere è formato e ciò che è lo vediamo… coccolone o agitato che sia. Abbaione o tranquillo, socievole o diffidente.
Ci sono poi altre due opzioni oltre a canile e cane di allevamento: la prima è il “rescue di razza”. Sono cani adulti di cui però si conosce la storia e le motivazioni per cui sono ceduti. A volte sono causa di forze maggiore e potremmo trovare cani rifiutati dagli eredi del proprietario morto o ritirati dall’allevatore da una cliente impossibilitato a tenerlo. Si possono trovare cani abituati a stare in casa, obbedienti, puliti… non è un canale consueto e come nel caso del canile non è detto che si trovi ciò che si cerca. Si può valutare ciò che c’è.
La seconda categoria atipica è il meticcio ben allevato. O “quasi” bene. Ovvero dove l’unico errore grave è quello di non aver saputo controllare la madre e ritrovarsi una cucciolata indesiderata. Basta un attimo. Ma si potrebbe trovare anche chi ha deciso di adottare una randagia già gravida e farla partorire per farla sterilizzare successivamente. In questo caso troveremo cani ben alimentati, socializzati, vaccinati, sverminati e, soprattutto, cresciuti in famiglia… che troveranno nella famiglia adottante lo stesso ambiente in cui sono e in cui si sentono a proprio agio. Le uniche incognite sono l’aspetto fisico e i tratti caratteriali, che non possono essere scelti a priori: ma si valuta ciò che c’è e si sceglie se può fare o meno a caso nostro.
E’ un canale per fortuna sempre più raro… oggi i proprietari responsabili non fanno riprodurre meticci in un mondo che dà loro così poche garanzie. Anche in questo caso la cessione dovrebbe essere a titolo gratuito o con il solo rimborso delle vaccinazioni.
FAQ n. 4 Che cosa rispondere a chi chiede un cane da compagnia che possa stare in giardino.
Il giardino è comodissimo per evitare di uscire quattro volte al giorno (o anche di più in caso di cuccioli) e farsi il giro dell’isolato con freddo e neve. Quando il cane ha imparato, gli si apre la porta e gli si dice di andare a fare pipì. Cinque secondi dopo il cane rientra, noi non ci saremo nemmeno messi le scarpe e le passeggiate ce le teniamo per altri momenti. Le potremo fare all’ora che vogliamo e col tempo migliore, non quando scappa la pipì. Serviranno per garantire movimento e socialità.
Il giardino ha solo questa funzione. Il cane non fa movimento in giardino. Ci può passare anche qualche oretta quando nelle ore più calde di fine inverno si sta così bene sdraiati al sole… o quando nelle ore più fresche della primavera si sta bene all’ombra sotto la siepe.
Per tutto il resto del tempo, il cane sta meglio in casa. Malgrado la diffusa abitudine di lasciare cani tutto il giorno in giardino a scavare buche dalla noia e ad abbaiare a ogni mosca che passa.
Non sono cani felici e danno più noie di quelli che vivono in casa.
Salve bel sito e bell ‘articolo!Volevo aggiungere però che adottare un cane dal canile(non solo per i neofiti )non è una cosa proprio semplice perché anche nel migliore dei casi vivono una condizione di forte stress e disagio perenne e si può inquadrare il carattere del soggetto ma non possiamo prevedere con assoluta certezza le reazioni future in un “ritorno alla vita” .Troppe volte ho visto cani cambiare drasticamente e non positivamente dopo qualche mese con forte disagio dei proprietari .Qui sta alla coscienza ,intelligenza e buon senso delle persone (non tanto al fatto di essere neofiti)di recuperare il cane adottato ma nel 90 %dei casi di troppi animali non si conosce nulla perché i responsabili di canili tacciono e omettono pensando di fare il bene del cane o semplicemente perché è solo un lavoro ……!!!Poi ancora c’è troppa ignoranza troppi cagnari e negozi che importano dall’est e nessuno fa niente!!!!Le associazioni danno in affido e se lo tieni in casa sul divano a poltrire perché sta bene e non hai tutto il giorno a sua disposizione te lo portano via :meglio un canile sfasciato e rischi magari la denuncia!Che dire poi dei mercati rionali dei contadini vari(specifico non voglio offendere in alcun modo la categoria ,cito solo un dato di fatto)dei privati vari e degli annunci ebay subito etc.dove dilagano cuccioli di tutte le risme ma con un unico comun denominatore :liberarsene il prima possibile e truffare il più possibile!!!Una piaga da veterinario e da educatore cinofilo per chiunque figuriamoci per il neofita!Naturalmente ci sono anche i casi quelli citati nell’articolo in via di estinzione ma appunto stanno sparendo!
La gente non sa perché prende un cane piuttosto di un altro ,scieglie tra quelli che vede fregandosene altamente dello standard e del carattere percui pensa di prendere un maltese e porta a casa un terranova (non c’è il senno, e qui non voglio offendere nessuno ma questa cosa l’ho vista con profonda amarezza migliaia di volte facendomi pure sentire un emerito……dopo che erano venuti a consigli!!!!)Da toelettatore professionista poi faccio un appello:vi prego ,umanizzare il cane non significa lavarlo spesso ,usare balsami e lozioni ,stripparlo o accorciare il mantello a forbice fargli topknot con fiocchi o ciuffi colorati !!!!Troppaaa gente possiede(nel senso più spregevole) cani relegati in giardino ,ma anche in casa ,ridotti a dei cessi con la scusa :mi piace rustico!!!!Ma quando lo vogliamo capire che il cane è cane ,non è lupo!!!, che i vari mantelli li ha selezionati l’uomo e fanno parte del corredo genetico di una certa razza perciò concludo:mi rifiuterò sempre di tosare un dalmata o un siberian per es. in entrambi i casi soffrirebbero caldo e freddo e poi sarebbero orrendi specie il secondo nella ricrescita,il primo poi rischia l’ustione!!Se vi piace una razza in particolare e la ritenete idonea alle vostre esigenze di vita vi prego considerate anche la toelettatura che non è un optional ma un must che va insegnato al cucciolo dai due mesi di vita!!!Se poi vi piace per es un wire fox terrier come potete rovinarlo per sempre facendolo tosare(tanto non deve andare alle mostre!)!!!!Deve essere strippato!!!!Andate sempre da un allevatore professionistaaa a prendere un cucciolo che saprà anche consigliarvi sulla cura del suo pelo ma ricordate che sia lui che il veterinario non sono toelettatori non possono fare anche il nostro lavoro perciò cercatevene uno serio e sensibile e sappiate che anche i meticci hanno cure diverse in base ai diversi mantelli e cosa più importante :non portate i vostri Terranova e quintali vari a lavare per la prima volta all’anno d’età :quel povero rottame del pela -cani ringrazia!!!Firmato :un toelettatore incavolato a ragione!
Salve bel sito e bell ‘articolo!Volevo aggiungere però che adottare un cane dal canile(non solo per i neofiti )non è una cosa proprio semplice perché anche nel migliore dei casi vivono una condizione di forte stress e disagio perenne e si può inquadrare il carattere del soggetto ma non possiamo prevedere con assoluta certezza le reazioni future in un “ritorno alla vita” .Troppe volte ho visto cani cambiare drasticamente e non positivamente dopo qualche mese con forte disagio dei proprietari .Qui sta alla coscienza ,intelligenza e buon senso delle persone (non tanto al fatto di essere neofiti)di recuperare il cane adottato, ma nel 90 %dei casi di troppi animali non si conosce nulla perché i responsabili dei canili tacciono e omettono pensando di fare il bene del cane o semplicemente perché è solo un lavoro ……!!!Poi ancora c’è troppa ignoranza troppi cagnari e negozi che importano dall’est e nessuno fa niente!!!!Le associazioni danno in affido e se lo tieni in casa sul divano a poltrire perché sta bene li e non hai tutto il giorno a sua disposizione te lo portano via :meglio un canile sfasciato e rischi magari la denuncia!Che dire poi dei mercati rionali dei contadini vari(specifico non voglio offendere in alcun modo la categoria ,cito solo un dato di fatto)dei privati vari e degli annunci ebay subito etc.dove dilagano cuccioli di tutte le risme ma con un unico comun denominatore :liberarsene il prima possibile e truffare il più possibile!!!Una piaga da veterinario e da educatore cinofilo per chiunque figuriamoci per il neofita!Naturalmente ci sono anche i casi quelli citati nell’articolo in via di estinzione ma appunto stanno sparendo!
La gente non sa perché prende un cane piuttosto di un altro ,scieglie tra quelli che vede fregandosene altamente dello standard e del carattere percui pensa di prendere un maltese e porta a casa un terranova (non c’è il senno, e qui non voglio offendere nessuno ma questa cosa l’ho vista con profonda amarezza migliaia di volte facendomi pure sentire un emerito……dopo che erano venuti a consigli!!!!)Da toelettatore professionista poi faccio un appello:vi prego ,umanizzare il cane non significa lavarlo spesso ,usare balsami e lozioni ,stripparlo o accorciare il mantello a forbice fargli topknot con fiocchi o ciuffi colorati !!!!Troppaaa gente possiede(nel senso più spregevole) cani relegati in giardino ,ma anche in casa ,ridotti a dei cessi con la scusa :mi piace rustico!!!!Ma quando lo vogliamo capire che il cane è cane ,non è lupo!!!, che i vari mantelli li ha selezionati l’uomo e fanno parte del corredo genetico di una razza che la caratterizza perciò mi rifiuterò sempre di tosare un dalmata o un siberian per es. : in entrambi i casi soffrirebbero caldo e freddo e poi sarebbero orrendi specie il secondo nella ricrescita,il primo poi rischia l’ustione!!Se vi piace una razza in particolare e la ritenete idonea alle vostre esigenze di vita vi prego considerate anche la toelettatura che non è un optional ma un MUST che va insegnato al cucciolo dai due mesi di vita!!!Se poi vi piace per es .un wire fox terrier come potete rovinarlo per sempre facendolo tosare????(tanto non deve andare alle mostre!!!!!!)Deve essere strippato!!!!Il suo pelo è duro bianco con macchie nere e fuoco nel momento vitale ,non ha senso snaturarlo ,prendetevi un altro cane!!!!Andate sempre da un allevatore professionista a prendere un cucciolo che saprà anche consigliarvi sulla cura del mantello (anche se vale il discorso :si possono avere cani geneticamente perfetti ma tutto il resto è a discrezione della persona che li ha in mano e che li fa nascere ovvero posso avere un allevatore x di afgani che non sa una Eva di come curare il loro pelo e “si arrangia “magari fregandosene pure!)ma ricordate che sia lui che il veterinario non sono toelettatori non possono fare anche il nostro lavoro perciò cercatevene uno serio e sensibile e sappiate che anche i meticci hanno bisogno di cure diverse in base ai diversi mantelli e cosa più importante :non portate i vostri Terranova e quintali vari a lavare per la prima volta all’anno d’età :quel povero rottame del pela -cani ringrazia!!!Firmato :un toelettatore incavolato a ragione!
Bell’articolo, in particolare molto importante (e spesso sottovalutato) l’aspetto dell’atteggiamento degli esperti (allevatori, volontari ecc.) verso il neofita.
Da un lato hanno ragione ad arrabbiarsi perché c’è un sacco di gente che prende un cane senza la minima conoscenza in merito: dall’altro quella stessa conoscenza, dovrebbero essere proprio i più esperti a darla!
Buongiorno, volevo fare una domanda, mi sono da poco separato dalla mia compagna, abbiamo 2 cane sono fratello e sorella, per vari motivi ho preferito che i cani li tenesse entrambi lei, anche se loro, i cani, vedono di fatto me come padrone, lei invece viene ascoltata poco, soprattutto da parte del maschio
il maschio oltretutto ha fatto molta fatica ad abituarsi a questa situazione, ora piano piano si sta abituando alla casa nuova e al mia non presenza
mi chiedo, pur essendo difficile, è più giusto per i cani non vedermi più? così da abituarsi alla presenza di un solo “padrone”?
invece, se dovessi andarli a trovare, per esempio una volta al mese, non corro il rischio di farli soffrire inutilmente una volta che me ne vado via, dato che posso andarli a trovare solo poche volte l’anno?
in questo modo non si rischia di farli confonderei solo le idee per chi è di fatto il “padrone”?
grazie
Dando per scontato che la decisione dell’affido dei cani sia stata presa e voluta di comune accordo, potresti vederli in quelle occasioni che vengono fatti uscire, cioè in ambiente non domestico.
Grazie per la risposta, ma nel caso dovessi vederli in ambiente domestico che problemi ci possono essere?
perché potrebbe capitare di doverli tenere io qualche volta e li porterei nella loro vecchia casa, è un problema?
Grazie
Probabilmente nessuno problema ma dal momento che ti eri posto il dubbio, smorzare un poco gli incontri in ambiente neutrale poteva essere un escamotage per valutare le loro reazioni.
Se avete inoltre di comune accordo ipotizzato che i cani potrebbero essere ospitati periodicamente nella precedente casa e da te accuditi il problema delle singole visite mensili e delle poche volte l’anno viene meno.
Bell’articolo! Anch’io al principio mi sono rispecchiata un po, proseguendo no di certo e per fortuna, (per fortuna per il mio cane), insomma, se ami gli animali, impari e cresci con loro.
Complimenti ancora Dennis!
Molto centrato il concetto che quando si ha davanti un neofita si ignorante e ingenuo ma sostanzialmente civile e responsabile, allevatori e volontari dovrebbero essere un po piu pazienti meno saccenti e integralisti perché potrebbero perdere tante buone occasioni di vendere o affidare un quattrozampe.
Articolo eccezionale perché eccezionalmente equilibrato. Tutti dovrebbero leggerlo: cinofili, neofiti, allevatori, volontari, proprio tutti! Denis Ferretti non mi delude mai.
Patentino da avere superando esami, prima di avere un cane.
Patentone dopo, e visite obbligate di comportamentisti
Il modo perfetto di avere canili stracolmi più di quanto già non lo siano!
Penso che quando si prende un cane (ma vale per qualsiasi altro animale) la condizione mentale debba essere quella di non aspettarsi niente di buono. Il tempo farà cambiare idea.
Sono d’accordo! Poi ci si fa conquistare da quegli occhi dolci, dalle musate per accaparrarsi carezze e grattini, dalle posizioni assurde che assumono quando dormono, dalla vitalità ed energia che sprizzano da ogni pelocchio!
articolo scritto molto bene. adesso me lo stampo e la prossima volta che qualcuno mi chiederà “dove trovare un cane”, glielo faccio leggere.
Molto bello, non sono proprio d’accordo con la frase “oggi i proprietari responsabili non fanno riprodurre meticci in un mondo che dà loro così poche garanzie”. Giusto un paio di giorni fa ho trovato su fb un ragazzo che chiedeva se accoppiando il suo pit con la sua amstaff avrebbe ottenuto dei cuccioli con delle belle pezzature…
Il ragazzo di cui parli ti sembra un proprietario “responsabile”?
La categoria in via di estinzione e’ quella dei meticci allevati “bene”. Perche’ i proprietari, se responsabili, di solito non li fanno riprodurre. Qualche decennio fa era gia’ diverso…. Oggi sono da considerarsi eccezioni. A volte pero’ l’Inncidente capita anche nelle famiglie per bene, che in quel caso regalano cani meticci cresciuti con tutte le cure che gli allevatori piu’ seri riservano ai cani di razza (vaccini, socializzazione, alimentazione adeguata).
I meticci allevati in modo irresponsabile lo so benissimo che sono tutt’altro che rari. Ma non li consiglierei certo a un neofita.
Buongiorno,
seguo da tempo questo utilissimo spazio, complimenti per gli articoli pubblicati!
Mi sono riconosciuta all’istante nella prima parte di questo articolo, ero proprio così, da bambina desideravo un cane ma non era mai il momento giusto.. Da meno di un anno è entrato nella mia vita e in quella di mio marito Raus, un meticcio acquistato da un privato tramite Internet. Siamo stati devo dire fortunati ad imbatterci in una famiglia la cui cagnolina aveva avuto dei cuccioli, nessun “cagnaro” insomma. Semplicemente, un maschietto si era intrufolato nel giardino della cagnolina, dove è avvenuto il misfatto.
Siamo andati a trovare il cucciolo alcune volte e, all’età corretta, lo abbiamo adottato a tutti gli effetti.
Abbiamo vissuto momenti di difficoltà perchè non è semplice gestire un cucciolo ma ora Raus è parte della nostra famiglia, viziato dai miei genitori e nostro insostituibile amico.
Siamo proprio della categoria “neofiti medi” ma felicissimi della scelta fatta!
Le prime 5 righe mi rispecchiano totalmente! Una infanzia, e adolescenza, passate a desiderare un cane con tutta me stessa. Poi una vita unviersitaria e lavorativa strutturata in maniera tale da avere tutte quelle cose che mi dicevano ci volessero per un cane: giardino, lavoro stabile, orari flessibili ecc…
Per fortuna poi però mi sono discostata dal resto dell’articolo e ho preso un cucciolo in un allevamento con la A maiuscola, tra l’altro di taglia grande e….non sporca in casa, mai nonostante portato a casa a 70 giorni, non abbaia se non quando deve farlo, ed è ubbidiente… Certo è un cucciolo e da un sacco da fare.
Insomma lasciate speranza anche per i neofiti, alle volte vi potranno stupire 😀
C’è pure un altro genere di neofita, quello a metà. Quello che è cresciuto con i cani in condizioni selvagge (noi bambini, i cani erano sempre puliti) da far accapponare la pelle si vicini, quello che è da quando ha imparato a leggere che si sciroppa libri di ogni genere sull’argomento e che a un certo punto esce di casa e si fa una propria famiglia. Con un proprio cane. Solo suo. Ed è tutto diverso, perchè ogni responsabilità è sua e solo sua, mica di mammà. Io sono di quella specie lì, errori ne ho fatti, ogni giorno è tutto un “ma com’è che faceva mamma?”, però siamo tutti felici. Cani, umani e bambini. E ditte che vendono aspirapolveri 😀
” Il carattere è formato e ciò che è lo vediamo….”
Ecco, adesso ho la conferma che al canile mi hanno poi dato il gemello !!! Quello impestato che non riuscivano a sbolognare… quello che tenevano nascosto.. Anzi,no, forse sono venuti a casa mia di notte dopo un paio di mesi e lo hanno sostituito… 🙂 :):)
Una sciuraneofita…