lunedì 20 Gennaio 2025

Quando i buoni eravamo noi…

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di SILVIA NITRATO IZZO – Quando ero piccola, i buoni eravamo noi.
Quelli che con i cani avevano sempre pazienza. Che li amavano tutti e cercavano sempre di comprenderli, aiutarli, trovare soluzioni che risolvessero i problemi delle famiglie con un cane.
Noi eravamo quelli che non riuscivano a capire come si potesse vivere senza un cane, come si potesse darlo via (tranne per motivi seri), come si potesse dire “ma è solo un cane”.
Ma noi eravamo (e lo siamo tutt’ora) quelli dell’addestramento classico.
Della scuola tradizionale che addestra il cane ed educa il proprietario invece di “educare” (o provare ad educare) il cane e intortare il proprietario con fiumi di filosofiche teorie new age, come fanno (o provano a fare) quelli che, a detta della stampa e di buona parte del mondo mediatico, sono i “buoni oggi”.

izzobabyQuando ero piccola io e arrivava un nuovo cliente al centro cinofilo dei miei genitori avevo sempre un po’ paura di come sarebbe potuta andare a finire la conversazione. In un modo o nell’altro spesso il cliente in questione cominciava a lamentarsi del cane: “io non lo sopporto più”, “è stupido, non capisce niente”, “l’altro giorno gli ho dato un sacco di botte”, “se continua così sarò costretto a darlo via”.
Molti poi lo facevano sul serio.
Ed io, da piccolina, in quelle occasioni ero sempre tesa perché sapevo che mio padre, addestratore classico (sì, proprio uno di quegli addestratori che oggi vengono faziosamente chiamati maltrattatori) si infastidiva molto durante queste conversazioni e trattava bruscamente questi insensibili proprietari di cani.
Tante volte l’ho sentito arrabbiarsi e discutere mentre provava a far capire loro che i cani non sono oggetti o robot da comandare con la bacchetta, che bisogna avere pazienza, costruire un rapporto.
Che non bisogna mai menare un cane e perdere le staffe perché si rovinerebbe il nostro legame senza ottenere granchè.
Che invece il cane va addestrato con il giusto lavoro, il gioco e il premio e corretto con l’utilizzo dello strumento giusto, come ad esempio il collare a scorrimento che ha la stessa identica funzione del morso e le redini di un cavallo.
Non impicca e non strozza nessuno. E’ solo uno strumento di sicurezza che ci aiuta a correggere velocemente gli errori e i vizi più radicati nel cane.
Proprio come tirare le redini di un cavallo in fuga o dare un colpettino di sperone al cavallo per farlo partire al galoppo.
Ogni strumento può causare danni se usato male. Un collare a scorrimento può strozzare se ad usarlo è un cretino. Come uno sperone può ferire e un morso lacerare la bocca di un cavallo. Sempre se ad usare questi strumenti è un cretino.
Come una pettorina (il simbolo per eccellenza del buonismo cinofilo) può segare il busto di un cane. O sfilarsi e farlo scappare rischiando che vada a finire sotto una macchina. O causare la caduta del proprietario che non è in grado di reggere il proprio cane, il quale, se aggressivo, può tranquillamente andare a mordere, ferire o anche uccidere il suo obbiettivo.

izzo1Un collare a scorrimento, usato da una persona seria e affiancato ad un percorso di addestramento classico, è soltanto una sicurezza per il binomio. E’ un ausiliario che sarà tenuto sempre lento e morbido, in modo da far sentire il collo del cane molto più libero di qualsiasi altro attrezzo esistente, e che sarà utilizzato solo all’occorrenza, con colpetti leggeri che richiameranno all’ordine, senza strozzare o impiccare nessuno. Proprio come il morso di un cavallo, che se usato da una persona seria non lacera nessuna bocca, ma comunica e richiama solo all’ordine quando ce ne è bisogno. O uno sperone che non ferisce ma stimola il cavallo, con leggeri colpetti.
Ma torniamo a noi: mio padre (sempre quell’addestratore cattivo che utilizza questo “strumento di tortura”) si arrabbiava davvero tanto con questa gente. Se la prendeva a cuore.
Perché all’epoca il cane nelle famiglie non era amato e rispettato come ora. Le persone lo tenevano spesso in giardino a fare la guardia e stop. Non gli interessava molto altro. E al primo problema via. Tant’è che quando arrivava un nuovo cliente al centro dentro di me speravo sempre che per quella volta andasse bene. Che non dicesse: “Se fa qualcosa di sbagliato io gli meno e alla prossima che combina se ne va”.
E così sono cresciuta. Fra padri che non ne volevano proprio sapere di cani in casa, madri stufe dei danni che menavano col giornale e cani riportati indietro anche adulti.
Sì, lo so, forse ho enfatizzato un po’, non era proprio così tragica la situazione. Anche all’epoca c’era già tanta gente che amava i cani. Professionisti e non. Persone con una grande passione per la cinofilia. Ma vi assicuro che le situazioni che vi ho sopra descritto erano piuttosto frequenti. Ed è per questo che dico che, all’epoca, noi eravamo i buoni.

izzo3Poi siamo piombati nell’era del marketing cinofilo e del buonismo da quattro soldi.
Mi sono svegliata una mattina e ho scoperto che improvvisamente eravamo diventati i cattivi.
Uno sciame errante di nuovi educatori cinofili è piombato aggressivo sulla vecchia scuola degli addestratori classici, additandoli pubblicamente come macellai e insensibili maltrattatori e iniziando uno studiato percorso di diffamazione mediatica, appoggiati furbamente da istituzioni e media che non vedevano l’ora di ripulirsi un po’ la facciata con qualche finta campagna buonista.
E, ahimè, questa campagna di consensi ne ha ottenuti: principalmente da parte di quella larga fetta di persone che di mondo cinofilo non ne sanno quasi niente e che facilmente si sono lasciati incantare dai lustrini e dalle belle parole di chi si spaccia come paladino degli animali e che magari con gli animali ha cominciato a lavorarci l’altro ieri. Però ha frequentato qualche buona scuola di marketing.
Ma come? – mi è venuto da pensare –  I buoni non eravamo noi?
Quelli sempre in mezzo ai cani, nel fango sotto la pioggia, con il freddo e il caldo. Quelli che ci vivono da una vita, con gli amici a quattro zampe, e che li conoscono fin nel profondo. Quelli che si farebbero in quattro per salvare ogni cane sulla terra e che li amano come componenti della famiglia stessa. Quelli che non sopportano chi non li comprende e li tratta male. E poi sì, quelli che li addestrano e ci fanno sport. Proprio come a un bambino indisciplinato fa bene ogni tanto prendersi anche qualche strillone dall’allenatore di calcio.
E allora come è possibile che adesso, solo perché dico di essere un addestratore, tutti mi debbano guardare male?
Addestravo il mio primo peluche di cane insieme a mio padre a 6 anni e ora mi tocca pure sentire la neo-diplomata educatrice di turno, che ha preso in mano un guinzaglio per la prima volta un mese fa, che mi da dell’arretrata guardandomi con spocchia dall’alto in basso?

izzo4Eh si, cari amici, perché c’è un minimo comun denominatore che accomuna gran parte di queste nuove leve della cinofilia: l’arroganza. Ascoltateli parlare, osservateli. Una continua alternanza di aggressivi attacchi al nemico (che saremmo noi) e di improvvisi cambiamenti di tono in cui con voce pucciosa si parla al peloso di turno con un serie di smielatissimi “Fuffy piccolino che bravo che sei, vieni qui che facciamo un po’ di giochi cognitivi e dopo la mamma ti da un bel bocconcino!”. Ma per favore.
Per poi tornare nuovamente in versione esorcista posseduto dal demone del buonismo cinofilo che deve combattere, a suon di voce strozzata e sguardo fulminato, la sua crociata contro gli addestratori classici (che intanto continuano a lavorare beati nei loro campi, ottenendo risultati costruiti con il tempo e il sudore).
E allora, cari amici dell’opposta fazione, fate un favore all’umanità: datevi una calmata.
Che se questa guerra non la iniziavate voi, nessuno di noi si sarebbe accorto della vostra esistenza e avreste potuto continuare a lavorare come più vi aggradava.
Oh, poi riuscire ad ottenere risultati concreti sarebbe stato solo affar vostro.
Se preferite potete continuare a pretendere di rimettere a posto cani aggressivi e pericolosi con l’amore, i bocconcini e le coccole… e se vi va male con una bella dose di Prozac, perché è questo che fate.
Potete continuare ad illudere giovani con corsi dai costi esorbitanti, in cui di concreto si impara poco e niente (più niente che poco). Continuare ad infamare il lavoro degli altri perché non sapete fare il vostro. Continuate pure. Noi abbiamo altro da fare. A noi piace stare con i cani.

izzo5Ah, dimenticavo: una mattina mi sono svegliata e ho scoperto che eravamo diventati cattivi anche perché alleviamo i cani di razza “mentre nel mondo a migliaia muoiono nei canili o randagi”.
Tanto che vuoi che si sappia in giro di etologia, che vuoi che importi alla gente di informarsi su come l’allevamento delle razze sia fondamentale per mantenere il cane domestico. E che senza il lavoro dell’allevatore sarebbe rimasto selvatico e inadatto alla vita con l’uomo. E che se smettessimo di allevarlo lentamente tornerebbe selvatico e noi dovremmo rinunciare alla sua compagnia.
Cosa vuoi che importi.
E ancora… mi sono svegliata un’altra mattina e ho scoperto che eravamo diventati cattivi anche perché abbiamo una pensione per cani. Bella, spaziosa e grande tra l’altro.
Ma no, ma che sei matto,  “lasci il cane in una gabbia?”.
Meglio lasciarlo a casa di qualcun altro, conosciuto su questi siti internet dove la gente dà la disponibilità a tenere il tuo cane quando sei fuori. Così puoi star sicuro che non scappi. L’importante è che stia in una casa al caldo con qualcuno che di cani magari ne sa poco e niente (più niente che poco) e che si è improvvisato in questo mestiere per arrotondare lo stipendio. Meglio questo che lasciarlo in una struttura organizzata con personale qualificato, veterinario sul posto ed esperienza decennale.
Certo.
E che ci vuoi fare: mentre tutto il mondo sembra impazzito e la new age cinofila invita tutti a boicottare il nostro mestiere noi andiamo avanti sereni. Sicuri e fieri di quello che facciamo ogni giorno, tutti i giorni da quarant’anni.

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25 Commenti

  1. Il problema, secondo il mio modestissimo parere, è che gli esseri umani in moltissimi campi ( dall’educazione dei cuccioli umani e quelli diversamente ricoperti, pelo piume squame… dalla scuola umana a quella canina ed altro ancora…) hanno confuso autorevolezza con autoritarietà e come spesso fanno hanno buttato il bambino con l’acqua sporca. Per eliminare l’errore dell’auoritarismo ( le maestre che tiravano bacchettate sulle dita ) siamo arrivati all’estremo opposto ( mettere una nota in un diario significa ritrovarsi davanti un genitore che ti piazza il dito sotto il naso, se ti va di lusso, chiedendoti come ti sei permesso di criticare il santo pupo. Che magari ha preso a cartellate la maestra stessa…) . Buttando via quanto di sano c’è nel mezzo.
    Ossia il buon vecchio rispetto. Del docente e del discente.
    Mi sembra che sia successa la stessa cosa in campo cinofilo.
    Al campo dove vado ( il mio cane viene addestrato come metodi tradizional-gentili. A cane non si fa del male ma un no è un no. Punto. Non ci si mette a chiedergli perfavoretesorodimammafarestiunsendutobellobello?) alcuni problemi si risolvono col tellintonTouch, ad esempio, ma la tradizione non è per questo finita nel cesso. Il mio cane per dirne una, ha un semistrozzo da sempre. E nessuno mi ha mai detto bah. Porta anche la pettorina ( ho un dobyanguilla… esce da qualsiasi cosa) e nessuno mi ha dato pacche sulle spalle per questo.
    Sono strumenti utili, saputi usare bene. Punto. Questi ed altri.
    Basta usare una cosa in via d’estinzione: il sano buon senso.
    E poi per dirla con Newton la tradizione è quel gigante sulle cui spalle sali per guardare un orizzonte più ampio.
    Senza il gigante, resteresti un nano.
    Certo, la relatività è più moderna e universale della semplice mela che cade. Ma senza l’intuizione dell’una non ci sarebbe stata l’altra.
    Ed il bello è che le due cose non si escludono: convivono serenamente per costruire l’universo.
    I

  2. Ma sai cara Silvia cosa ti dico?Alla fine tutte queste parole non contano,quello che conta davveo sono i fatti.Io non ti conosco personalmente,non posso parlare di te nello specifico ma posso portare ad esempio quello che è successo ad una amica.
    Un anno fa ha preso un cucciolo di labrador,tutto bene tutto bello,e ha ovviamente deciso di fare un corso da padrona responsabile.Conosciamo tutte e due un ragazzo,un educatore,con cui tutte e due abbiamo lavorato con altri cani anni fa e che lei ha inizialmente scartato perché troppo…..militare.
    Bene inizia questo corso un po più….hippy diciamo….e più passano i mesi più con questo cane saltano fuori problemi su problemi nella gestione del quotidiano e col corso la soluzione non si prospetta neanche lontana all’orizzonte.
    Morale della favola….è tornata ai metodi “militari” per scoprire che tutto nasce da una cattiva selezione fatta dall’allevatore ecc ecc ma questo non conta,quello che conta è che con tanto lavoro e fatica e non certo con l’aaaaammmmmòòòre adesso un po alla volta le cose vanno meglio.
    Questi sono i fatti per me:se uno è fortunato ed ha un cane che non ha problemi va benissimo anche un corso hippy in cui in pratica non c’è niente da fare ma di fronte a cani (e padroni) con problemi seri ci vogliono perso e con le palle.

  3. Premetto che non ho niente contro nessuna scuola di pensiero, e che noi con i nostri cani abbiamo avuto il piacere di lavorare e venire a contatto con diverse di queste realtà e ci siamo trovati sempre ben. Ovvio che quasi tutto dipenda dal professionista specifico, che la teoria o la scuola di pensiero hanno il loro peso, ma poi dipende sempre da chi e come le applica.
    Pero, leggendo l’articolo riguardo all’arroganza mi verrebbe proprio da dire: senti da che pulpito. E vorrei far notare alla signora che si sta “macchiando” dello stesso peccato di diffamazione di cui accusa gli altri.
    Quello su cui sono assolutamente d’accordo e che lascia basita anche me è che sia assurdo vedere tutti questi corsi per educatore dove in poche lezioni ti diplomi e sei abilitato a lavorare con i cani (?!?) e queste orde di nuove leve che spuntano e che a 15 anni con mezzo corso alle spalle e 3 cani visti dal vivo si sentono già professionisti affermati.
    Però a parte questo bisognerebbe anche capire che per fortuna esiste una cosa chiamata progresso, per cui quello che era giusto o corretto 50 anni fa non è detto che lo sia anche oggi. Che le nuove teorie, al di là delle supercazzole che infastidiscono pure me, forse non sono tutta cacca.
    Essere chiusi nelle proprie posizioni è sbagliato in un senso e nell’altro.
    Vorrei sapere se l’autrice si è presa la briga di conoscere approfonditamente queste nuove scuole di pensiero prima di sputare sentenze.
    50 anni fa erano normali tante cose che per fortuna ora ci fanno rabbrividire, come sottolinea l’autrice stessa. Ma questo non vale solo per i proprietari che prendevano a pedate il cane: lo strangolo forse era normale all’epoca, oggi ci sono metodi ugualmente efficienti, ma senza il bisogno di strumenti coercitivi.
    E visto che il paragone è nell’articolo, io uno strangolo non l’ho mai usato, ma filetto e speroni sì e tanto, in passato. Allora, anni fa nessuno si sognava di montare senza filetto o di tenere un cavallo sferrato. Oggi alla luce di nuove scoperte, tantissimi cavalieri scelgono di non usare imboccature (tanto meno speroni o frustino), di tenere il cavallo scalzo, libero e in branco ecc, per rispetto dell’animale, per il suo benessere, e perché i risultati si ottengono lo stesso, anche migliori.
    Lo stesso credo valga per lo strangolo.
    E comunque se si smettesse di allevare magari si perderebbero le razze, ma non è che il cane tornerebbe selvatico eh.

    Quella del boicottaggio delle pensioni invece mi giunge proprio nuova….

    • Vedi Luma provo a risponderti un punto alla volta: la briga di informarmi sulle nuove scuole prima di “sputare sentenze” me la sono presa eccome. Come già detto prima, per anni ho cercato di pendere con più leggerezza questa guerra di fazione cercando un dialogo e leggendo, informandomi etc… posso dire con assoluta tranquillità che nella maggior parte dei casi quello che mi sono trovata davanti è stato solo un muro. Prima di passare al contrattacco le ho provate davvero tutte! Ma come detto nell’articolo, quando passi una vita in mezzo ai cani e osservi tuo padre trattarli come figli e poi ti svegli una mattina e vedi invece che una di quegli innumerevoli neo-educatori, dei quali ti stupisci anche tu, che si è diplomata da un mese, definirlo in pubblica piazza maltrattatore solo perchè appartiene alla scuola classica, e come lei altri 10000 accaniti contro il nostro mestiere (e non mi dire che non è così), scusa ma le balle ti girano un bel po’! Perchè sai che non è la verità. Che è una bugia grossa quanto una casa e che è solo business e marketing. Lo so per fortuna che non sono tutti così. E ho conosciuto e parlato anche con bravissimi educatori molto molto più moderati. Ma devo dirti che la maggior parte appartiene alla fazione dei fondamentalisti con i quali non si può parlare e che non si limitano come me ad un articolo ironico in cui dico la mia, ma che invitano continuamente a boicottare il nostro lavoro. Sono sempre stata del partito “vivi e lascia vivere” e per me chiunque può lavorare se ottiene risultati e rispetta l’animale. Ma non deve cominciare a calpestare l’erba del vicino e a fare disinformazione solo per portare acqua al proprio mulino. Questo è scorretto. Le tecniche evolvono e di questo ne sono certa, ma come già scritto a Giuseppe, è l’addestramento classico stesso che evolve e cresce. Non sono loro ad aver portato l’innovazione. Ognuno è libero di scegliere il metodo e la scuola che preferisce senza però avere la presunzione di sentirsi il depositario della verità assoluta. Questa per me è arroganza. E il mio articolo è solo in difesa del nostro mestiere.
      Vado a cavallo da quando sono bambina è per questo che ho fatto quel paragone. Ho fatto anni e anni di agonismo e adesso guarda un po’ la mia cavalla vive sferrata in branco! Però conosco entrambe le realtà e so che se voglio posso montare a pelo e in libertà, ma anche mettere filetto e speroni e farmi un’oretta di Dressage, perchè conosco la tecnica giusta e sono in grado di lavorare bene, rispettare il cavallo senza fargli alcun male. Anzi. Semplicemente rispetto una tradizione antica e la scuola classica dell’equitazione che si tramanda da secoli e che anche lei come l’addestramento classico evolve e si migliora.
      In ultima cosa, se smettessimo di allevare le razze SI il cane tornerebbe selvatico. Non domani, nemmeno dopo domani e nemmeno fra dieci anni. Ma fra qualche secolo si. Il cane è figlio dell’uomo ed è stato l’uomo con la selezione a renderlo domestico, spingendo di più su quelle doti caratteriali che lo hanno reso adatto alla vita con lui. Se smettessimo di selezionarlo e lasciassimo fare gli accoppiamenti solo al caso, molto lentamente quelle doti andrebbero perse e il cane, si, tornerebbe selvatico.
      Ti saluto 🙂

      • Beh, se effettivamente ti sei informata e ti sei posta in modo aperto verso le nuove teorie questo ti fa onore, ma dall’articolo non traspare proprio questo, anzi, sembra che da parte tua, come da parte di tanti tuoi colleghi, ci sia una forte chiusura alle novità. Se non è così tanto meglio!
        Per quanto riguarda il progresso, beh non so se è proprio corretto dire che è l’addestramento classico che si evolve. Sarebbe corretto se gli addestratori con il tempo avessero assorbito le nuove scoperte e avessero modificato le loro tecniche di conseguenza, certo non prendendo alla cieca tutte le novità, ma valutandole obiettivamente e scegliendo cosa appoggiare e cosa no. In realtà io vedo tanti addestratori, che si autodefiniscono “tradizionali” che rimangono fermi nelle loro posizioni, che usano le tecniche e gli strumenti di 50 anni fa o che magari hanno modificato qualcosa, ma rimangono comunque arroccati sulle loro posizioni, rifiutando molto spesso le nuove teorie o tecniche. Ci sono poi tante (troppe direi) nuove scuole di pensiero che propongono approcci anche completamente diversi, che spesso fanno inorridire gli addestratori “old style”, come mostri tu stessa con il tuo sfottò: <> Ecco pensa un po’ che io nella frase virgolettata non ci vedo niente di male! Quindi questa continuità che tu dici io proprio non la vedo.
        Poi capisco che uno voglia difendere il suo lavoro, ci mancherebbe, però nel momento in cui scrivi “Se preferite potete continuare a pretendere di rimettere a posto cani aggressivi e pericolosi con l’amore, i bocconcini e le coccole… e se vi va male con una bella dose di Prozac, perché è questo che fate.” non sei molto diversa da quelli che dicono “addestratori classici tutti maltrattatori” e che tanto accusi (giustamente) nell’articolo.

        E’ così difficile pensare che si possa educare o riabilitare un cane senza usare lo strangolo o le maniere forti?
        Non capisco, se ci sono persone che riescono a lavorare con i cani senza usare la forza o strumenti coercitivi, dovreste essere contenti e fiondarvi a capofitto sulle nuove tecniche. Invece no, rimanete barricati nelle vostre posizioni e buttate fango: non so, vi dà fastidio perchè a voi non riesce? Perchè è questo che viene da pensare.
        Mi dispiace, ma mi sa proprio che il nostro modo di pensare è diverso: tu dici che sai che puoi montare a pelo e senza imboccatura, ma scegli comunque di continuare a montare in modo tradizionale. Io dico, se si può montare senza usare strumenti che possano infastidire o provocare dolore al cavallo, perchè continuare ad usarli?

        Comunque rispetto il tuo lavoro e invidio molto la tua vita passata in mezzo ai cani fin dalla nascita!

        • No vedi Luma c’è proprio un’incomprensione di fondo: tu continui a mettere sullo stesso piano “usare lo strangolo” e “usare le maniere forti” è proprio questo che mi fa imbestialire ed è questo il motivo per cui mi sono stufata e ho deciso di scrivere l’articolo. Usare lo scorrimento e usare le maniere forti sono due cose lontane anni luce. Ma si continua a confondere e far pensare che l’addestratore classico è quello che recupera i cani solo con gli strumenti coercitivi. Finchè la penserai così sarà impossibile comprendersi. Nè io nè mio padre abbiamo mai usato queste MANIERE FORTI. Non ho mai visto mio padre alzare un dito su un cane e maltrattarlo. Tutto il lavoro viene fatto sul rinforzo positivo, il gioco , il premio e lo stimolo. In più c’è lo scorrimento che viene usato come ausiliario e strumento di controllo. Ma ancora devo sentire paragonare l’addestratore a quello che usa solo la coercizione e le maniere forti perchè usa lo scorrimento. NON C’ENTRA NIENTE!!! Mio padre addestra in rinforzo positivo, gioco e premio da 30 anni e io con lui. Non posso proprio accettare che passi il messaggio che queste “nuove” tecniche le abbiano portare i gentilisti mentre noi usiamo solo coercizione. NON C’è NULLA DI PIù SBAGLIATO. Ecco perchè dico che chi apre bocca nel 90% dei casi non sa di cosa parla. Non sa come lavoriamo. Non è mai venuto sul mio campo a vedere come il 90% del nostro lavoro sia impostato sul gioco pensa un po’. E lo so benissimo che non sono tutti così i nuovi educatori ma lo sfogo, scusami è arrivato alla fine di un periodo in cui ho potuto costatare che NESSUNO sa veramente come lavora un VERO addestratore classico. Compresa tu, mi spiace.
          Per quanto riguarda l’equitazione, io SCELGO di fare entrambe le cose, montare a pelo e lavorare in DRESSAGE perchè so per certo che non faccio alcun male alla mia cavalla che si diverte con me e fa un po’ di sano sport, Per la cronaca non si può fare il Dressage a pelo.
          Ti saluto

          • Guarda, ti puoi imbestialire quanto vuoi, ma non ho mai insinuato che voi picchiate i cani, o che gli addestratori tradizionali maltrattino i cani (qualcuno purtroppo lo fa, si sa, ma sono una minoranza per fortuna). Usare le maniere forti non significa maltrattare un cane o picchiarlo, significa a parer mio, impostare il rapporto sulla coercizione, fisica e psicologica, su una dominanza nel senso brutto del termine. Almeno io intendevo questo.
            Poi io non giudico il lavoro di nessuno, non ne avrei neanche le competenze. Però il fatto che non si riesca a lasciarsi alle spalle uno strumento a mio parere superato come le strangolo mi lascia un po’ perplessa, perchè mi fa pensare che sia proprio quel tipo di impostazione con il cane basata sulla coercizione che non si riesce ad abbandonare. E il fatto che si senta sempre questo bisogno di usarlo, di avere la sicurezza psicologica che all’occorrenza posso dare lo strattone e tenere il cane sotto controllo, mi lascia ancora più perplessa, soprattutto perchè ci sono tantissime persone competenti che riescono a lavorare con un’impostazione diversa e ottengono gli stessi risultati, forse migliori (in termini di rapporto con il cane, non di risultati sportivi eh, mi spiace ma di quelli mi importa poco).

            Anche perchè se, come dici, tutto il vostro lavoro è basato su premi e giochi, non capisco cosa ti dia fastidio nella sciura che fa fare giochi cognitivi al cane e poi gli dà il bocconcino (non è quello che fate anche voi?).
            Poi queste sono le opinioni di una sciuramaria ignorante che cerca di informarsi il più possibile, ma che rimane inesperta (che sarei io).
            Però ti dico che dalle tua parole traspare la stessa arroganza e la stessa voglia di infangare a priori che tu vedi nei tuoi “avversari”.
            Sull’argomento equitazione, non salire in cattedra, so benissimo che nelle discipline agonistiche non si può lavorare a pelo o senza imboccature (alcuni regolamenti lo vietano proprio), però parli con una che è contraria a fare agonismo con il cavallo, quindi…
            Io non sono mai stata interessata alle discipline sportive, ho praticato tanti anni equitazione con il solo scopo di divertirmi col cavallo e fare passeggiate e trekking. Considera però che ho smesso quando sono arrivata a non sopportare più quello che vedevo, il tenere i cavalli in box, in modo così lontano dalla loro natura e dalle loro esigenze, usare strumenti che provocano dolore e spaventano l’animale ecc. Credimi ho studiato tanto e poi tanto e alla fine, con grande sacrificio perchè adoro stare con i cavalli, ho abbandonato, Adesso quando posso (poche volte l’anno) vado in un centro purtroppo lontano da casa dove tengono i cavalli come piace a me, e dove si monta senza imboccatura rigorosamente per fare passeggiate e poco più (si lavora anche, ma senza scopi agonistici). Questo per farti capire il mio pensiero.
            Buona giornata

          • Il problema Luma è sempre lì. Provo a rispiegare ancora e cito le tue parole: “Usare le maniere forti non significa maltrattare un cane o picchiarlo, significa a parer mio, impostare il rapporto sulla coercizione, fisica e psicologica, su una dominanza nel senso brutto del termine.” STA TUTTO QUI L’ERRORE e scusa se lo scrivo a caratteri cubitali ma mi pare che non si voglia capire. L’addestramento classico, quello vero, non imposta il rapporto sulla coercizione fisica e psicologica e su una dominanza nel senso brutto del termine. Questo è quanto di più lontano ci possa essere dalla verità. Ecco perchè poi mi incavolo e scrivo articoli anche un po’ piccata; perchè proprio non si riesce a capire che io posso impostare il rapporto con un cane sulla coercizione e sulla dominanza anche senza l’uso dello scorrimento. Anche solo con una pettorina posso trattare male il cane, urlargli contro, strattonarlo a vanvera (si può fare anche con la pettorina) o menargli. Posso invece impostare (come facciamo noi) il rapporto su gioco, premio, comprensione etc…senza nessuna “dominanza o coercizione fisico/psicologica” (e se non ci credi vieni a conoscere i miei cani) e contemporaneamente continuare ad usare lo scorrimento come strumento di sicurezza, perchè sì, Luma noi siamo persone responsabili e se dall’alto della tua esperienza o dei tuoi amici/conoscenti/colleghi tu ti sentiresti tranquilla di far andare in giro un Dobermann che è venuto a far la riabilitazione al tuo campo dopo aver sbattutto due volte a terra la padrona e aver ucciso (non morso, ma ucciso) due cani, con la pettorina,questa scusami ma io la chiamo incoscienza. Ci sono cani e cani. Con alcuni vanno bene determinate tecniche e io infatti non ho mai detto che le “nuove” tecniche non siano mai valide. Ho detto più volte di essermi confrontata spesso anche con il nuovo che però a volte, scusami, ma anche se si spaccia per novità non lo è. Per cui, ti ripeto, se con un cane va bene un certo tipo di lavoro più “morbido” ok, sono la prima a farlo. Ma l’abilità sta nel comprendere che bisogna attentamente valutare i casi e non dimenticare mai che c’è una RESPONSABILITà di base che è quella che ti impedisce di trattare un cane problematio che ha già provocato seri danni solo con i bocconcini e la pettorina oppure di lasciar andare in giro un Labrador super eccitato sempre e solo con la pettorina perchè purtroppo (è successo) può sfuggire al controllo e finire sotto una macchina. Ecco perchè noi retrogradi non rinunciamo allo scorrimento. Perchè è una sicurezza per tutti. E non perchè non sappiamo lavorare in un altro modo. Il fatto che ci sia tanta gente che con altre tecniche ottiene risultati anche migliori, cara Luma, è tutto da dimostrare. Fin’ora con i miei occhi non ho mai visto recuperato per bene un cane davvero difficile con quelle che tu definisci BUONE MANIERE e fidati che ho cercato, chiesto e richiesto di VEDERE. Ma nulla.
            La vita anche per l’essere umano non è solo coccole, bocconcini e amore. Si cresce nell’educazione anche con il cazziatone. Si matura e si diventa più forti. Così per l’uomo come per l’animale. Il fatto che tu sia contraria a priori alle discipline sportive con l’animale proprio non lo capisco. E’ come dire di non far fare sport ad un bambino. Un genitore sa quanto sia importante per la sua crescita, per superare gli ostacoli e maturare e se il bimbo cade da cavallo e non vuole più risalire lo spinge a farlo. Se prende la cazziata dall’istruttore e non vuole più andare al campo, il genitore lo spinge e lo forza anche un po’ se necessario a tornarci. Stessa cosa per le discipline sportive con l’animale. Il cane nello sport matura e cresce insieme a noi, creando il binomio, supera gli ostacoli e diventa più forte. Anche perchè se proprio la mettiamo così già solo il salire sopra un cavallo è una forzatura. Anche senza sella e senza imboccatura. Perchè dovresti farlo allora? La mia cavalla vive libera tutto il giorno e quando voglio vado a farmi una bella cavalcata in libertà. Ma poi faccio anche Dressage. I miei cani sono sereni e vivono liberi e felici. Poi ci lavoro e faccio sport e portano tutto lo scorrimento per SICUREZZA e senso di RESPONSABILITà. Nessuno di loro si sente dominato te lo posso assicurare. Non puoi affermare che “noi ancora non ci lasciamo dietro questo strumento e che molti lavorano e recuperano meglio senza”. Perchè l’hai detto tu di non avere molta esperienza e penso che prima di poter fare affermazioni così assolutiste devi vederne ancora molti di cani.
            Infine il mio articolo è in DIFESA della mia categoria. Non mi sarei mai sognata di scrivere cose così per prima. Sono del partito vivi e lascia vivere e per me tutti devono avere lo spazio per lavorare come meglio credono. Ma se ti svegli una mattina e vedi che non si fa altro che invitare al boicottaggio del tuo mestiere facendo solo tanta cattiva informazione, allora si che ti DIFENDI. Si chiama istinto di conservazione. E se hai letto bene il mio articolo io non prendo in giro la sciura che fa “Fufy vieni qui” perchè molto spesso anche io parlo con voce scema ai miei cani. Io prendevo in giro tutte quelle persone che in 2 minuti passano dalla voce pucciosa alla versione esorcista che combatte la crociata contro l’addestramento. E con questo davvero PASSO E CHIUDO.
            Buona giornata anche a te

          • No aspetta, io non sono contraria alle discipline sportive con gli animali a priori. Diciamo che non sono una persona particolarmente sportiva e competitiva (leggi: pigra) per cui non mi interessa molto lo sport anche quello con il cane o con il cavallo. Mi piace fare esercizi o versioni semplificate delle varie discipline per divertirmi insieme ai miei cani, come ai tempi mi piaceva fare due saltini col cavallo (bassi eh!) o lavoro in piano, ma non sono fatta per gare o simili! Ma non sono contraria a fare sport con il cane, anzi penso che sia una bella cosa, quello sano però, perchè purtroppo tanta gente, specialmente ai livelli alti, mette davanti la vittoria al benessere del cane. Per il cavallo la penso un po’ diversamente, è un animale molto diverso dal cane e penso che le discipline tecniche ad alti livelli e il mondo delle competizioni non siano compatibili con il suo benessere e le sue caratteristiche etologiche (il discorso sarebbe lunghissssimo!). Pensiero mio eh!
            Per il resto, capisco la tua voglia di difendere il tuo lavoro e anche la tua rabbia, e se effettivamente ti poni in modo aperto alle varie novità e ti sei informata tanto meglio, dall’articolo traspaiono una chiusura e un atteggiamento di lieve superiorità che forse non corrispondono a realtà, magari è solo un’impressione.
            Detto questo, ripeto, io non sono assolutamente contraria a un certo tipo di addestramento tradizionale, pensa che la persona che forse ci ha aiutato di più con i nostri cani è proprio un addestratore classico, anche se prende qua e là quello che gli piace anche dalle nuove correnti e tecniche.
            Solo che ci sono alcune cose che proprio non riesco a mandare giù, vedi strangolo, anche se è ovvio che i danni si possono fare anche con le pettorine e si può maltrattare il cane anche senza mettergli niente al collo.
            Comunque verrei molto volentieri a conoscere i tuoi cani, magari un giorno verrò a trovarvi davvero!
            Passo e chiudo anch’io, che già come al solito ho scritto troppo!

  4. E allora, se le cose stanno così… Io tifo per i cattivi. Ecco.
    io di cani non ne capisco un accidenti, tantomeno di educazione e cinofilia, tuttavia ho preso dal canile un cane che ringhiava anche alle femmine, che abbaiava a tutti e che adesso… con il giusto allineamento dei pianeti ed un certo grado di umidità dell’aria, talvolta, raramente ed occasionalmente famigliarizza anche con i maschi e che permette, legato al camper che le persone entrino nella piazzola e ci vengano a salutare mettendoci anche le mani sulle spalle. (credo fermamente di avere un cane eccezionale che in mani diverse sarebbe stato fantastico, ma l’ho preso io..). Certo siamo andati a scuola da dei cattivoni. Eh sì, di quelli che usano il collare a scorrimento e che non si fanno prendere per il cu… naso dal cane. E il truzzone ha anche collezionato almeno 3 calci in culo nella sua vita…
    Ecco io ai buonisti new age che parlano e pontificano, darei il mio cane, anche come è ora, per mezza giornarta. Poi ne riparliamo ok?

  5. Date 80 EURO a questa donna!! (cit)

    A parte gli scherzi, io gravito intorno sia agli addestratori classici che intorno ai “nuovi” (che di nuovo in realtà non hanno nulla, ieri ho assistito a un incontro sul clicker,, tutto bello tutto giusto ma anche tutto gia detto e ridetto) e non posso che quotarti..

    Però devo ammettere che presentarsi al quartier generale di nota cinofilosofia come accompagnatore con in mano “Il cane utile dello Scanzani” fa il suo effetto!!!

  6. Perché questo articolo? Perché adesso? Una guerra iniziata diversi anni fa e che ora è in una fase molto più leggera rispetto a prima…francamente non ne vedo il motivo (se non qualcuno molto personale che, naturalmente, non posso conoscere). Detto questo, io ho sempre pensato che la diffamazione new age derivasse da profonda ignoranza: i guru di turno – che magari qualcosina la sanno – riempiono la testa ai loro seguaci di cose non vere o distorte e alla fine si ottengono migliaia di educatori che credono che la realtà sia effettivamente quella che gli è stata raccontata…ergo, una battaglia fatta senza cognizione di causa. Contro la disinformazione mi sono sempre battuto.
    Però, non me ne voglia l’autrice del pezzo, colgo la stessa ignoranza (nel senso di “non sapere”) da parte sua verso il mondo dell’educazione cinofila odierna e la stessa forma di diffamazione di massa senza alcun distinguo. Stessa guerra stesse armi? Mah…
    Forse la guerra (o la pace???) andrebbe fatta con le armi del campo, della conoscenza cinofila, dei risultati, dell’apertura mentale da parte di tutti, del mettersi in discussione.
    Altrimenti, colleghi tutti, non se ne esce.

    • Ciao Giuseppe, sono l’autrice del pezzo. Ti rispondo senza assolutamente fare nessuna polemica. Purtroppo devo dirti che non è affatto vero che questa guerra si sia affievolita, anzi… per anni ho cercato di pazientare, di prenderla col sorriso ma poi quando vedi che ogni sforzo di cercare dialogo nella maggior parte dei casi si rivela inutile ci sta anche lo sfogo. Che poi non è affatto uno sfogo fine a se stesso bada bene. Ma una vera e propria testimonianza. La mia, di ragazzina cresciuta fra i cani con due genitori (papà addestratore mamma veterinaria) che hanno sempre considerato i cani come parte della famiglia e che all’epoca era convinta di fare parte dei “buoni”, quelli che amano gli animali, primi fra tutti i cani mentre gli altri nemmeno sapevano che esistesse questo mestiere in buona parte dei casi. E che ora, per colpa di questa moda cino-filosofa-buonista, si è svegliata una mattina e ha scoperto che improvvisamente il lavoro dei genitori costruito con passione e sudore viene boicottato, senza motivo e faziosamente da chi attacca a tutto spiano gli addestratori classici, gli allevatori e chi possiede una pensione. Insomma il mio lavoro è ingiustamente attaccato contemporaneamente su tre fronti. E mi dici che la guerra si è affievolita? Forse per qualcuno si ma per la maggior parte delle nuove leve fidati che è ancora bella aspra. E questa cosa non sai quanto mi faccia soffrire. Se c’è una cosa che non sopporto è chi invita a boicottare il mestiere degli altri senza conoscerlo e facendo informazione faziosa. La trovo una cosa molto grave e ingiusta. Per cui, se mi permetti, dico la mia 🙂

      • Ciao Silvia, per quanto riguarda la guerra, ho scritto il mio pensiero e la mia percezione in risposta a Davide, per cui non mi ripeto; per quanto riguarda il discorso della testimonianza, lo comprendo e capisco la voglia di dire la propria. Quello che però posso testimoniare anche io è che molti addestratori, comportandosi in modo analogo rispetto ai loro detrattori, sentendosi come te, sono rimasti fermi sulle loro posizioni, senza aprirsi minimamente ad altro….almeno per un arricchimento professionale a favore degli amati cani. E, bada, questa è una testimonianza diretta. Dunque, sperando che tu non appartenga a questa categoria di addestratori, voglio anche io dire la mia: non è abbassandosi ai livelli dei detrattori e delle loro modalità che si vince la guerra e si fa crescere il mondo cinofilo. Questo ho percepito, come toni e se ancora so leggere un po’ l’italiano, dal tuo articolo, ma soprattutto da tanti tuoi colleghi che sparano a zero senza neanche sapere di cosa si parla. Esattamente come i loro giurati “nemici”. Cordialmente.

        • Ma guarda Giuseppe sono sempre stata una persona molto aperta a tutte le novità. Sia io che mio padre. Siamo persone molto umili e sempre pronte a provare e sperimentare e se una cosa funziona ne siamo felici! Anche se è una tecnica che appartiene ad un’altra scuola… Il nostro lavoro evolve sempre e lungi da me essere di quelle persone “sempre ferme sulle proprie posizioni”. Siamo i primi che cercano sempre il “nuovo”, l’evoluzione. Ma rimaniamo anche molto fedeli alla nostra scuola, che ci ha formato e che è tradizione. Ma non deve assolutamente passare il messaggio che l’addestramento classico sia “contro” ogni evoluzione e che invece tutto il nuovo provenga solo dalle scuole più “moderne”. E’ l’addestramento classico stesso che evolve di continuo, si migliora e si rinnova sempre. E’ per questo che mi arrabbio con chi invece vorrebbe spazzar via con un colpo di spugna un’intera generazione di professionisti e un’intera tradizione. Quello che dobbiamo dimostrare lo dimostriamo ogni giorno con i fatti e sul campo. E so benissimo di cosa parlo quando scrivo un pezzo del genere. Sono anni che “studio” la causa in tutte le sue sfumature! 🙂

    • Giuseppe, “fase molto più leggera” DOVE di preciso, scusa? 😀
      Basta visitare le pagine Facebook di alcuni “gruppi” gentilisti (o i profili di chi frequenta/segue quelle scuole) per leggere righe di strali contro chi usa lo strumento X, dal “maltrattatore di cani” a “gente senza anima” e affini. Su Facebook girano ciclicamente le campagne contro lo strumento X o Y, su riviste/siti di settore non è certo raro leggere che “va usata la pettorina, per carità mai il collare a strozzo che è lo strumento del demonio e se vedete che lo usano dove andate fuggite a gambe levate da quel campo”.
      Se questa ti pare una “fase molto più leggera”…ANZI, la diffusione dei social altro non ha fatto che peggiorare le cose, perchè prima magari gli “scanni” erano limitati ai newsgroup o ai siti “di settore”. Forse ti sembra più leggera solo perchè ora essendo molto semplice fare il proprio gruppo Facebook ci sono direttamente le “fazioni divise” e alla fine ognuno rimane nel suo gruppetto mentre prima il confronto era più diretto, ma il tenore dei messaggi non mi sembra affatto più “moderato” di prima, anzi…

      Senza contare poi che il “nemico comune” dell’addestramento classico si trova “contro” le sigle A, B e C che poi magari si scornano pure tra di loro, perchè ovviamente il metodo del “buttar fango” sugli altri per far vedere che loro invece sono belli e bravi lo usano anche tra di loro…

      Le armi “del campo, della conoscenza cinofila, dei risultati” sono quelle che in molti hanno provato a usare nei primi anni in cui iniziavano a esserci le invettive contro l’addestramento classico e contro alcuni strumenti: “lasciando correre” gli attacchi che arrivavano dai “new age”, il risultato è che come evidenzia Silvia, ora determinate categorie sono viste come “i cattivi” da molti perchè “il guru X dice così”.

      • Ciao Davide. “Fase molto più leggera” è comparativo di minoranza e, secondo la mia percezione (che di “salotti cinofili virtuali” ne frequento parecchi), attualmente la situazione è più leggera. Più leggera non vuol dire sana e rispettosa, ma solo…più leggera! Basti pensare che da circa un annetto (o poco più), perfino la più nota scuola anti addestramento ha rivoluzionato il proprio sito web per fare spazio alla figura dell’addestratore e ha introdotto lo sportello degli sport cinofili, prima assolutamente banditissimi. A me sembra un passo avanti. dunque, la situazione attuale, sempre secondo la mia opinabilissima percezione è questa: la fase è meno forte perché si è abbassato il livello generale di “anti-addestramento”, però, per contro, coloro che erano maggiormente fissati su questa cosa, visto che attorno a sé hanno visto scemare un po’ quella battaglia, hanno inasprito ancora di più i toni. Diciamo che gli attacchi sono più profondi e scortesi, ma anche più isolati (nel senso di singoli). Ovvio che possa sbagliare. Come anche tu e tutti gli esseri umani del mondo.

        • Giuseppe, proprio perché è un comparativo di minoranza mi chiedevo (e continuo a chiedermi) dove tu veda la situazione “più leggera”, ma forse è solo questione di “salotti cinofili virtuali” diversi, io continuo a vedere più o meno ciclicamente attacchi gratuiti a persone magari mai viste e conosciute (e quindi figurati se si sa come lavorino col cane…) solo perché non dichiarano che brucerebbero sul rogo lo strumento X. Però magari è solo perchè mi capitano più discussioni di quelli che hanno “inasprito” e meno di quelli che invece hanno una posizione “più leggera”, chissà.

          • Beh, al di là dei salotti diversi che possiamo frequentare, ho ben spiegato (forse ti è sfuggito) rispetto a cosa ho paragonato la situazione attuale: ho messo in evidenza dei fatti – quindi non suscettibili di percezioni diverse – come la citata nota scuola che ha completamente rivisto la propria posizione e con lei una gran parte dei suoi “adepti”, che costituiscono un numero impressionante di educatori. Ti pare poco? A me no. Se poi si vuol buttare solo altra benzina sul fuoco…beh, lo capisco. E’ un po’ come i giornalisti che non sanno cosa scrivere e parlano di aggressioni di cani 😉 Ci sono argomenti che tirano sempre…

          • No, Giuseppe, non mi è sfuggito, comunque ti ringrazio per le spiegazioni, come il comparativo di minoranza del commento precedente…volevo tranquillizzarti, anche se ti senti tanto superiore da dover spiegare a noi poveri stolti il significato dei tuoi commenti, riesco a leggerli per intero anche da solo 🙂
            Il fatto che a quanto dici UNA scuola abbia “rivisto la propria posizione e con lei una gran parte dei suoi adepti”
            a) mi sembrerebbe solo la conferma di come in certe “scuole” si vada tanto dietro al guru e al marketing, visto che – sempre a quanto dici – molti degli “adepti” sarebbero passati dal “dagli all’addestratore” ah “oooh che carini gli addestratori” semplicemente per un improvviso “cambio di linea” del guru X
            b) a parte che *una* scuola non fa un “cambio di direzione”, un po’ come la proverbiale rondine che non fa primavera…tu hai deciso che siccome questa “nota scuola” ha cambiato linea, la diatriba “gentilismo/addestramento classico” starebbe vivendo una “fase più morbida”: fatti oggettivi tanto quanto quello da te riportato (capisco che non essendo stato scritto da te ma da un povero stolto non lo consideri degno di nota :), però ciò non ne cancella l’esistenza) dimostrano il contrario, vedasi la recente “no chain no pain” del Gentle Team e discussioni conseguenti, i vari codici deontologici di alcune associazioni che praticamente equiparano collari elettrici e collari a strangolo, il fatto che in una recente intervista la parola “addestratore” sia stata usata (per l’ennesima volta) con accezione negativa proprio da parte di un fondatore di una delle “note scuole”…questo senza andare a cercare i “singoli fanatismi” che spesso vanno ben oltre il lecito/comprensibile, ma sui quali almeno si potrebbe obiettare che non rispecchino per forza le idee della scuola X (anche se poi sembra un po’ curioso che tutti quelli formati della scuola X parlino di addestratoricattivimaltrattatorisenzaritegno e poi i fondatori della scuola X dichiarino di non dire niente del genere ai loro allievi).

            In tutto questo, certo, quando un addestratore scrive un articolo sulla sua esperienza e percezione personale, senza lanciare chissà quali accuse, demonizzare metodi e strumenti, è “buttare altra benzina sul fuoco”, così come lo è il mio trovare discutibile la tua impressione di “distensioni” e “fasi più morbide”, ma tant’è…

            Non credo serva continuare oltre la discussione, ti evito anche la fatica delle lezioncine di italiano o del farmi notare i “fatti oggettivi” :), che quando non collimano con la tua idea misteriosamente non sono più tali ma diventano “casi isolati”. Buon proseguimento.

          • Mi spiace che tu l’abbia presa così, ma SEMPRE OGGETTIVAMENTE, dalle tue risposte anche un bambino avrebbe potuto capire che ti fossi perso dei passaggi, quindi li ho ho rispiegati. Per te è presunzione, per me è corretta comunicazione. Anche in quest’ultimo post hai dato prova di perderti pezzi…a quanto pare ti manca la visione d’insieme: non ho detto che il fatto della scuola X equivalga a “fase più morbida”, ma ho solo fatto un esempio che si affianca al fatto che in prima persona leggo in salotti cinofili cose più morbide e, viceversa, cose più astiose proprio da parte degli addestratori (rileggi, se la tua umiltà te lo consente, i primi due post).
            Colgo l’occasione per farti notare che ti sei comportato proprio come l’ex amico della sig. Rossi: esci dall’argomento e attacchi la persona; non ti fa certo onore.
            Le accuse dirette o sarcastiche che mi hai fatto non si reggono in piedi e anche con Silvia credo di essere stato molto tranquillo e cordiale. A meno che per te essere corretti e cordiali non debba significare solo pensarla allo stesso modo….

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