giovedì 18 Aprile 2024

E’ morto un cane: cosa dire (e cosa NON dire) ai suoi umani

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Dovrei iniziare questo articolo con un “ogni riferimento (alla recente scomparsa di Rebecca) è puramente casuale”: in realtà è davvero “quasi” casuale, nel senso che ovviamente lo spunto me l’ha dato proprio questo fatto… ma non mi riferirò a qualcuno in particolare e nessuno deve sentirsi toccato personalmente.
Detto questo, è anche evidente che ci sono mille modi diversi di sentire la scomparsa di un cane (così come ci sono mille modi diversi di sentire quella di un umano) e che ciò che scriverò qui non può valere di certo in assoluto: non so neppure se valga per Fabiana (l’umana di Rebecca, per chi ancora non lo sapesse).  Vale per me.
Sono le cose che mi farebbe (e che purtroppo mi ha fatto, più volte) piacere o dispiacere sentirmi dire, ma che magari sono diverse da quelle che farebbero piacere o dispiacere ad altre persone.
Il mio vuole essere soprattutto un invito a riflettere magari un pochino, prima di parlare o di scrivere: perché a volte si rischia di fare più male a chi invece si vorrebbe aiutare/consolare.

compassione2a) quella di tacere è sempre una bella scelta… se c’è empatia
Basta uno sguardo, basta una mano sulla spalla o un abbraccio, se si è molto in confidenza (però non a tutti piace essere toccati): non c’è bisogno di tanti discorsi.
L’importante è che si senta che l’altra persona ti capisce, che sa quello che stai provando e che rispetta il tuo dolore.
Se “tacere” diventa sinonimo di “infischiarsene palesemente di come ti senti”, allora è un’altra cosa: ma siccome, pur essendo animali prevalentemente blateranti, siamo ancora capaci anche di esprimere sentimenti con gli occhi o con il linguaggio del corpo, la differenza si nota benissimo.
Se proprio si vuol dire qualcosa, “ti capisco” o “mi dispiace” sono le parole più giuste. Forse le uniche giuste. Basta che siano vere: altrimenti, meglio star zitti.

b) il tempismo è fondamentale
Le condoglianze (tutte, a mio avviso, anche quelle umane) vanno fatte al momento giusto: fatte dopo un mese, magari giusto per convenienza, servono solo a riportare alla mente qualcosa che magari ci si era impegnati con tutte le proprie forze a dimenticare.
Se proprio vogliamo toccare l’argomento, aspettiamo che sia l’altra persona a sollevarlo.
Ma anche nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa del cane, magari evitiamo di cogliere proprio l’attimo in cui palesemente la persona non ci sta pensando (magari sta sorridendo a una battuta, o è tutta presa dal lavoro) per andargli a dire: “Uh, ho saputo del tuo cane, mi dispiace tanto!”.
Questa non è compassione né buona educazione: questo è sadismo. Anche quando è involontario.

c) sdrammatizzare va bene, se non si sconfina nella mancanza di rispetto
Qui l’esempio reale posso farlo, visto che è in positivo: ieri al Debù c’era la presentazione dell’attività invernale, con piccole dimostrazioni pratiche delle varie discipline. A Fabiana è toccata l’esibizioncina di dog dance con Tuono, e il nostro direttore tecnico Davide – come sempre fa, accidenti a lui – ha preso un po’ in giro la dog dance, sfottendoci per “la carica di adrenalina” che comporterebbe.
Questo andava benissimo, tant’è che a Fabiana è scappato perfino un sorriso.
Invece quest’altra cosa non è successa a Fabiana, ma a me: ed è successa secoli fa, quindi posso anche raccontarla.
Mi era morto un cane due giorni prima, e l’amicone di turno arriva, mi molla una pacca sulla spalla (tipo Canavacciuolo: di quelle che ti spostano di due metri) e fa: “Ehhh, ho saputo, mi dispiace. A proposito, la sai la barzelletta di quello a cui era appena morto il gatto, e che…”
Ecco, a quel punto è partito un MAVAFFANCULO! che ritengo si sia sentito fino in India.
Il cretino c’è rimasto male, e tutto mortificato mi fa: “Scusa, volevo solo sdrammatizzare…”
Be’, c’è modo e modo di sdrammatizzare. Sapevatelo.

pontearcod) i voli pindarici più o meno mistici possono piacere come no
Dipende. Dipende un sacco dalla persona: di solito chi è credente è più disponibile a sentir parlare di ponti e di arcobaleni, chi è ateo un po’ meno… ma non è neanche detto, perché a me per esempio (pur essendo ateissima) non dispiace, ogni tanto, illudermi che ci sia un “qualcosa”  che mi permetterà di rivedere i miei animali (degli umani mi frega decisamente meno, che vi devo di’).
Non ci credo per niente, eh… però a volte un’illusione romantica può aiutare un pochino nei momenti più duri. L’importante è (almeno per me) che il romanticismo non diventi un’infinita sviolinata retorica.
Due ore di arcobaleni e di angeli e di “starà correndo sul Ponte con… (immancabile nome del cane dell’amico, morto anni prima, che non abbiamo mai visto né conosciuto)” proprio non le reggo. Non so voi.

e) i particolari, magari, evitiamo di chiederli
Il cane è morto improvvisamente? E’ morto di ictus, di avvelenamento, o magari di torsione, come è successo a Rebeacca?
Ecco… se proprio ci tenete a sapere com’è successo nei minimi dettagli, chiedete a Google: troverete tutti i particolari che vi interessano su quella malattia, senza bisogno di andare a girare il coltello nella piaga dell’umano direttamente colpito.
Confesso che questo è un errore che a volte faccio anch’io: un po’ per la mia formazione di quasivet, che mi porta a guardare sempre il lato clinico, ma soprattutto perché – come tutti, credo – ogni volta che muore un cane mi prende un terrificante attacco di sciuramarienesimo.
In particolare, divento la tipica Sciuramaria che ha appena letto l’enciclopedia medica (veterinaria, in questo caso): comincio a vedere tutti i sintomi in tutti i miei cani (e tanti saluti agli studi fatti).
Però bisognerebbe pensare un attimo a come si sente il proprietario del cane, quando gli chiediamo di rivivere i momenti drammatici che ha appena passato: e infatti, quando è successo che lo chiedessero a me, ho risposto educatamente e nel modo più esaustivo possibile (proprio perché li capivo), ma pensando “ne farei volentieri a meno, grazie”.
Poi, anche qui… c’è differenza tra preoccupato interesse e curiosità morbosa (e anche questa si vede abbastanza chiaramente): e se il primo è comprensibile, la seconda infastidisce a sangue.

ridacchiaref) ridacchiare non è carino
C’è sempre quello che arriva, ti chiede “come stai?” e sorride, o addirittura ridacchia.
Forse per l’imbarazzo o per il nervosismo, forse perché vorrebbe sdrammatizzare anche lui, forse perché (come ha detto il figlio) “ha i muscoli facciali che non si rendono conto, come la Bisturi”.
Sta di fatto che a te sorge spontaneo il “che cazzo ridi?“.
Magari non glielo dici, ma che lo pensi è garantito: perché è irritantissimo.
Se non sapete fare le condoglianze a qualcuno senza ridacchiare nervosamente, vi prego, non fa-te-le

g) serve dirlo? Accennare al fatto che “fosse solo un cane” fa incazzare di brutto
E non parlo dell'”era solo un cane” dispregiativo, sia chiaro: quello credo proprio che non si sognerebbe di dirlo nessunissimo frequentatore di questo sito (altri sì… e tocca sopportarli senza strozzarli, anche se la voglia è tanta. Magari solo per il gusto di dirgli subito dopo: “Ecco, adesso sei morto tu. Eri solo uno stronzo, e mi è dispiaciuto molto di più per il cane: quindi avevi torto”. Nun se po’ fa’: non perché certi personaggi non lo meritino, ma perché si va in galera).
Comunque, qui sto parlando di quelli che la prendono larga, che magari ti dicono cose come: “Eh, lo so, è proprio terribile: ma muoiono anche i bambini, di queste cose…”, sottintendendo quindi che se fosse morto tuo figlio sarebbe stato peggio.
E grazie, lo so anche da sola che sarebbe stato peggio: peccato che questo non mi faccia stare meglio. Mi fa solo girare le palle a mille.

Altro, al momento, non mi viene in mente.
Se a voi è capitato qualcosa di diverso, e volete aggiungerlo nei commenti, fatelo: perché credo che in generale serva avere un’idea su come comportarsi (e soprattutto NON comportarsi) di fronte a quella che per il resto del mondo è effettivamente “solo” la morte di un cane, ma per chi la vive è una tragedia, senza se e senza ma.
Il fatto è che i casi sono due: o si sa quello che prova chi ha perso il cane, oppure non lo si sa (e se appartenete a questa seconda categoria, non sapete quanto siete fortunati).
Nel primo caso, io penso che la cosa migliore sia proprio far sentire all’umano la nostra comprensione e la nostra empatia, senza retorica e senza troppi proclami.
Nel secondo caso il messaggio che preferisco ricevere, personalmente, è solo questo: “Non capisco quello che provi, ma mi rendo conto che dev’essere una cosa molto brutta da provare e cerco comunque di starti vicino”.
Non c’è bisogno di fingere un’immedesimazione e una comprensione che non possono esserci: fateci solo capire (con poche parole o con un semplice gesto) che ci volete un pochino di bene e che quindi vi dispiace che stiamo male.
Ce n’è d’avanzo, ve l’assicuro. E sarete rispettati per questo.

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56 Commenti

  1. Purtroppo il mio leone ha saltato il muro della terrazza ed è finito sotto una macchina : morto sul colpo , era come un figlio ……c’è chi mi dice : prendine subito un altro…..ma io non credo sia così facile

  2. Venerdì scorso scendo alle 7.30 con il mio Cesarino, un bassotto di 1 anno e mezzo. La mattina lo portavo sempre giù io e per abitudine senza guinzaglio. Lo facevo perché sotto casa ho un parcheggio con dei giardinetti privati e normalmente le auto vanno a passo da uomo. Fatto sta che Cesare si è lanciato per abbaiare ad un Furgone che procedeva un po più veloce e me lo ha ucciso. L ho preso in braccio ed è morto dopo circa 30 secondi. Uno strazio, una tragedia per me, per mia moglie e per mio figlio di 9 anni. Ho un senso di colpa che mi uccide. Il giorno dopo forse tutti e 3 straziati abbiamo preso altri 2 cuccioli di bassotto. Uno è anche il fratello di Cesare. Ovviamente non è la stessa cosa e tutti stiamo soffrendo come mai. Col tempo impareremo sicuramente ad amarli come e quanto Cesare. Ma per il momento è solo un grandissimo vuoto ed un senso di colpa straziante. Unica cosa è l enorme affetto che mi hanno dimostrato tutte le persone che mi conoscono ed hanno conosciuto Cesare.

    • Non so come sia stato possibile ma il mio leone è saltato dal terrazzo e di dove poteva andare ha preso l’unica strada che non doveva :quella che porta a l’aurelia , 2 macchine lo hanno scansato la 3 lo ha preso in pieno …..morto sul colpo ……siamo distrutto era come un figlio…….

  3. Beh, io avevo il mio Sweety, chihuahua di 9 anni e mezzo che non aveva mai avuto nemmeno un raffreddore in vita sua.
    Era la mia ombra e io la sua. Come ha detto il mio psicologo “l’unico testimone della parte più importante della mia vita”.
    Inizia a zoppicare dalla mattina alla sera.
    Doppia ernia cervicale e rischio paralisi.
    Dopo mille giri e consulti dilapido tutti i miei risparmi per farlo operare nella clinica che, mi dicono, è la migliore nel centro Italia.
    Dal primo momento che è entrato in clinica passando per quando l’operazione è andata bene fino al momento in cui il suo sistema immunitario è impazzito poco prima delle dimissioni e lui mi ha lasciato, i medici mi hanno sempre detto “capisce, è un cane anziano, è delicato”.
    Al quarto l’ho mandato fragorosamente a quel paese davanti a tutta la sala d’attesa.
    In nove anni Sweety non aveva mai sofferto di nulla e i chihuahua sono trai cani più longevi al mondo, che motivo c’è di ribadire continuamente che è anziano? Volevano forse mettere le mani avanti?
    E certo non è una consolazione, quindi a volte meglio tacere, come fece la neurochirurga, la quale addirittura si fece scendere una lacrima vedendomi disperata.
    Il mio cucciolo non c’è più, il dolore in sei mesi non si è minimamente affievolito, chissà se un giorno potrà davvero rimanere solo la parte bella dei ricordi e se riuscirò mai a togliermi dalla mente la vista di Sweety in terapia intensiva, intubato e stordito dalle medicine che batte la testa sul vetro quando sente la mia voce….
    Un abbraccio a tutti voi, un pensiero dolce perché chi ha perso un cane ha perso una grossa fetta di sè, del proprio cuoricino e del proprio essere.

  4. mia cugina disse (a distanza brevissima dalla perdita del mio primo cane) “era solo un cane….ne prendi un altro no? figurati che una mia amica gli è morto un figlio e ne ha fatto subito un altro..ora è felicissima” io rispondo… “a si come la Franzoni? vai a fanculo va!”

  5. Un anno e mezzo fa ho dovuto far sopprimere il mio cane a causa di un tumore alla milza.
    Ero nella sala d’aspetto dello studio veterinario, il mio cane era in sala operatoria e avevo appena preso la decisione di non svegliarlo più, stavo piangendo a dirotto.
    E’ entrata una signora, una volontaria che si occupa di adozioni, che ha cominciato a chiedermi come mai stessi piangendo. Quando ha capito che il mio cane in quel preciso momento stava morendo, ha cominciato con: “Beh se vuoi ci sono dei cani da adottare frutto di un sequestro, dimmi se ti interessano. Sai, sono cani di razza!”.
    Il mio stupendo bastardino in quel momento stava per morire e questa ha subito approfittato della situazione per cercare di farmi adottare un cane su due piedi, credendo di tentarmi con i “cani di razza”. Non so cosa mi abbia trattenuto dal tirarle un pugno in faccia.
    Dopo una settimana circa ho effettivamente adottato un cane in canile, ma mi sono ben guardata dal chiamare lei.

  6. In un momento cosí difficile della mia vita, non so cosa darei per avere la mia beagle di fianco, è morta a dodici anni, sette mesi fa. Ieri parlando con una conoscente di questo mi sento dire “ma pensa alla tua salute adesso, cosa ti importa del cane?”. Forse alcune persone non si rendono conto di quanto il tuo cane diventi parte di te, cosa avrei dovuto rispondere? Del mio cane mi importa, perché se adesso Wendy fosse qui sul divano con me, tutto sarebbe più facile. Sono sempre più convinta che il silenzio sia quasi sempre la scelta migliore.

  7. Poche ore dopo aver perso il mio cane, mentre ero in attesa dal veterinario, simpaticona di turno mi scrive “dai pensa che stai facendo felice il veterinario, il lato positivo! Non per te, eheh…dai che scherzo, per sdrammatizzare” serve dirvi dove l’avrei mandata a sdrammatizzare? Ad una mancanza di tatto simile non sono neanche riuscita a rispondere.

  8. A me è piaciuto che una mia amica mi abbia scritto una lettera dove mi diceva cosa adorava del mio cane e che non si sarebbe mai dimenticata (i ciuffetti sul naso e il codino cortissimo sempre trillante <3) mentre a mio marito è andata male, purtroppo...Il nostro Pj è morto investito dalla corriera e lui ha preso qualche giorno di malattia, per cui, quando è tornato a lavoro, non si può dire che abbia preso i colleghi alla sprovvista. Incontrandolo, un di questi gli ha chiesto: "Come stai?", mio marito "Non so se sai che hanno investito il mio cane ed è morto" e quello "Si vede che non l'avevi addestrato bene".
    Lascio a voi qualsiasi commento.......

    • capisco che lo sberlone modello Bud Spencer ( quello che ti gira tre volte sul posto ) non sia ammannibile per motivi legali, ma un bel ” ma va a farti….,. “completare a piacere, no?
      ok, meglio essere superiori. Schiacciando certi vermi ci si sporca le suole.

  9. Per quella che è la mia esperienze, nel caso in cui muoia un cane a chi ne ha più d’uno, ci sono frasi infelici come quelle che a me han fatto saltare i nervi, pur nelle migliori intenzioni dei maldestri tentativi consolatori di molti quando è morta una delle mie due canine: “beh, dai, c’è l’altra…”, nella variante “per fortuna ne hai (n.b. l’imperfetto sarebbe stato più adatto, ma più crudele ancora renderlo esplicito) due…”. Ho capito, anche tu hai due gambe, se te ne sego una è una bella fortuna che tu abbia l’altra, eh? Io è così che mi sento tutt’ora: zoppa, mutilata.

  10. quando guardo le foto del mio primo cane, Orlando, è tutta una questione di secondi..fino ai trenta sorrido, poi guardo meglio, rivedo le orecchie, il muso, le sue espressioni, rivedo noi due assieme ed allora crollo come se non fossero passati 12 anni. Ho resistito un mese da sola, poi mi son accorta che non passerà mai il dolore della perdita e quindi ho preso Ginger. E’ vero che all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà a lasciarmi andare

  11. La cosa più bella che mi sia stata detta, toccandomi sul cuore: “da qui non te lo porterà via nessuno”. Ancora ci penso qualche volta… tra l’altro da una persona da cui non me lo sarei aspettato. Mi ha fatto un piacere immenso, perché ho “sentito” che era vero!

  12. Ho perso animali in tutti i modi possibili: più spesso di vecchiaia, improvvisamente o “addormentati” …. è sempre stato un dolore, che sono riuscita a sopportare pensando, come lo penso degli umani, che se lo meritano, gli animali sempre, gli umani spesso ma non sempre, l’affetto ed il tempo passato con loro compensa lo strazio della loro perdita. Che comunque non è facile da metabolizzare. Mi aiuta il fatto di essere vissuta in una famiglia contadina per metà, e di essere fermamente convinta che la morte non sia affatto una fine. Potete credere che siano quei 21 grammi di anima o più prosaicamente e scientificamente l’energia dei nostri atomi, visto che in tema di energia nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto muta, come vi pare, ma io sono convinta che la morte sia un passaggio verso altro, ed altro migliore. Perciò sono convinta che ritroverò, in che formato non so, tutti gli affetti che mi hanno preceduto, merlotto e pesci rossi compresi.
    Ma se c’è proprio una frase che non tollero, è “ma dai, era solo un animale!”. Già, ma mille volte più sensibile ed intelligente di te… che apri la bocca senza connetterla con l’unico neurone che hai….
    Eppure la si sente ogni volta.

  13. A PROPOSITO…
    io non sopporto l’esplosione virale di video su FB dell’ultimo giorno del tal cane, dove a volte si vede pure il momento dell’eutanasia…
    MA CHE BISOGNO C’E’?!?!?
    a me da fastidio.E non li voglio vedere sti video!
    so com’è ci sono già passata, voglio vedere i momenti belli non questi…
    bah…

  14. Sif è il mio primo cane, ma ho praticamente passato l’infanzia con il pastore tedesco di mia zia; quando mi hanno detto che non c’era più – era anziano e malato – mi trovavo in vacanza con la scuola. Ricordo che ero seduta per terra in un angolo a piangere, quando sento due mie compagne che parlano tra loro e una dice all’altra “Sai, bisogna lasciarla in pace, le è appena morto il cane”…segno che non tutti i ragazzini sono dei piccoli mostri. Pensando ad Argo ho ancora il magone; e sono passati tipo trent’anni!

  15. Tutto verissimo.
    A me è capitata un’anima pia e sensibile (l’ironia si spreca) che, dopo qualche giorno dalla morte del mio secondo cane (e il primo davvero “mio”), se ne è uscita con un “ma che stai male a fare, tanto è morto”.

    Non so come ho fatto a stare ferma e non prenderla a pugni.

  16. Iago è il mio primo cane, ma mi ricordo cosa mi venne detto quando invece morì il mio coniglietto. I miei primi due conigli vissero una decina d’anni e morirono entrambi di vecchiaia. Tempo dopo me ne regalarano un altro: un giovanotto vivace dal pelo lungo e maculato. Presi un gatto e spesso giocavano e si rincorrevano (a vicenda, anche se spesso il gatto esagerava e pretendeva di giocare ancora quando il coniglionon voleva più). Fatto sta che un giorno trovai il coniiglio sotto il frigorifero, morto, ma senza alcuna lesione. Tra pianti disperati ipotizzammo che il gatto avesse esagerato e che al coniglio fosse preso un infarto o qualcosa del genere. Lo raccontai ad una mia amica e lei cosa fece? RISE. Quanto la odiai in quel momento pochi possono saperlo. Ancora oggi, a distanza di due anni, non riesco a perdonarglielo del tutto e non riesco più a vederla un’amica come prima. Una mancanza di rispetto del genere è insopportabile. Rise, poi si scusò, ma continuò comunque a sostenere che la vicenda faceva ridere, anche dopo averle esposto il mio disappunto.

  17. Ho perso le mie due ombre; una 16 anni e l’altra 13, a distanza di 6 mesi una dall’altra.
    Non ho fatto in tempo a metabolizzare la morte dell’una che ho perso anche l’altra.
    Non riuscivo a stare in casa senza provare il vuoto assoluto, ho odiato anche i commenti tipo “ci vuole tempo poi passa…” (perché quando soffri non hai la prospettiva del tempo futuro. Soffri “qui ed ora”) anche se fatti col cuore e sapevo di non essere affatto pronta a prendere un altro cane, ma ho messo tutto il coraggio che avevo e mi sono buttata…dopo 15 giorni dalla morte della seconda ho adottato un altro cane.
    All’inizio non è stato facile, ero sentimentalmente un po’ chiusa, ma c’abbiamo lavorato e tempo qualche mese ci siamo aperte tutte e due ad un rapporto di fiducia e cuori a non finire =)

  18. ricordo che per un cane speciale che avevamo e che è morto 15 anni fa, era un cane autonomo e aveva amici in giro per i dintorni… una signora che viveva nella nostra via con cui avevamo la confidenza del buongiorno, un rapporto cordiale ma non stretto, ha suonato alla nostra casa, ci ha chiesto come stesse il cane che non vedeva da qualche giorno (erano amici, lui appunto ne aveva in varie case soprattutto bambini e vecchietti). saputo che non c’era + si è seduta, ha preso il caffè, si è parlato di quanto fosse speciale… e se n’è andata a casa con una sua foto che mia mamma le ha regalato 🙁 ma anche 🙂

  19. quando muore un animale è brutto, senti la mancanza anche a distanza di tanti tanti anni… consola sapere che ha avuto una bella vita, il tempo sicuramente fa stare molto meglio ma è cmq un dolore… però sinceramente a me non da fastidio che gli altri mi portino i loro esempi e di conseguenza parlare anche dei particolari, lo trovo terapeutico e cmq mi interessano sinceramente le storie di altri animali… non capisco questo non voler sentire degli altri e voler pensare solo ai propri quindi mi immagino sempre che anche x chi ho di fronte sia lo stesso… poi io sono circondata da persone sensibili quindi sto attenta, ma ammetto di mio di essere abbastanza con il pelo sullo stomaco… tendo a mettermi nei panni anche di persone a cui dei miei animali non glie ne può fregare di meno e non mi urtano, OVVIAMENTE SEMPRE NEI LIMITI DELL’EDUCAZIONE.

  20. Quando purtroppo un cane se ne va, credo che sia d’obbligo la prudenza. Troppo facile non essere capiti, sforare nel delirio o essere infastiditi dai commenti di vario genere.
    Ancora non abbiamo doveri sociale legati al lutto “canino”. Approfittiamone per vivercelo senza commenti. Nè nostri nè altrui.

  21. Nessuno che si è mai sentito dire………….BEH DAI, SE SUCCEDEVA A UNO DI FAMIGLIA ERA PEGGIO.
    Manca poco che gli arriva uno sberlone in faccia.
    Mi sono limitata a girarmi e andarmene.

  22. In 40 anni di vita ho dovuto salutare già due cani, 7 topi, 1 gatto e 2 pesci rossi… Per ognuno di loro ho pianto tutte le mie lacrime. Ma passato il momento più difficile, il momento in cui il magone è sempre pronto a far capolino, beh, dopo il ricordo diventa dolce. E allora mi piace parlare di loro, ricordare le cose belle e divertenti.

    Con qualche amico (con cui ovviamente ho confidenza) ho scoperto che è cosa comune. Ricordare le cose buffe secondo me aiuta a trasformare il ricordo della morte nel ricordo di tutto il meraviglioso che c’è stato.
    Come ho detto prima, non subito. Subito ci dovrebbe essere l’empatia, ma poi può esserci il sorriso, perché se ci mancano tanto è perché ci hanno fatto tanto ridere…. e ricordare i sorrisi è un modo di farli vivere, almeno nella nostra mente.

    E sì, pure i miei pesci rossi mi facevano sorridere, perché appena arrivavo a casa e mi vedevano nuotavano alla velocità della luce e se infilavo un dito nell’acqua, venivano si autoaccarezzavano….

    • Io ho sofferto tantissimo per la morte di una tartaruga d’acqua (la Luna)….e quando è morto il primo pesce rosso me lo sostituivano per evitarmi dolore (che sia giusto o meno non lo so, ma per come ero io da piccola è stata la scelta “migliore”)…portavano il corpicino in negozio e se ne facevano dare uno il più possibile uguale….praticamente, ufficialmente, ho avuto due o tre pesci rossi vissuti un tempo spropositato…(quando non riuscivano a “farmela”…).
      non oso pensare cosa succederà quando rimarrò senza cane….io non mi riprenderò più…meglio non pensarci…

      • AH beh… casomai ci fosse qualche superstite Highlander, sappi che i pesci rossi, i normalissimi pesci rossi, vivono parecchio. Nella vasca in giardino di sicuro ce ne è uno che ne ha PIU’ di venti. Ed immagino ce ne siano anche altri meno riconoscibili.

        • Non lo metto in dubbio…però, un tempo, quasi tutti non ne sapevano nulla…la vita medie dei pesci rossi “d’appartamento” (probabilmente tenuti da schifo) si abbassava parecchio. Dunque, rispetto al proprietario medio del pesce rosso, il mio (i miei…) era ultracentenario…vivevano male? di sicuro…mai più animali senza opportuna documentazione (ora che lo posso fare!)
          Ora non prenderei mai un animale per tenerlo chiuso in gabbia o altro (nato o meno che sia in “cattività”) perchè mi rendo conto che lo spazio che ho a disposizione è troppo piccolo (sebbene non abbia un giardino piccolissimo!)

          • Saggia scelta! Purtroppo esistono tante persone, magari anche armate di buone intenzioni, che non si documentano abbastanza e tengono gli animali in modo indecente.
            Pesci nella boccia, testuggini sul balcone, criceti in micro gabbiette, pappagallini idem ecc. ecc.
            La sfortuna di certi animali è di essere robustissimi, ovvero di metterci tanto tempo a morire.
            Ma il fatto che un animale sopravviva, mica vuol dire che stia bene!!!
            Questo vale anche per cani e gatti eh, ma in generale se la passano meno peggio della maggior parte degli altri pet.

          • Purtroppo quando sei piccolo (a parte qualche eccezione) non ti rendi conto (e qui dovrebbero essere gli adulti a dire di “no” e perchè…un bambino a cui piacciono gli animali pensa di volerne uno e basta, purtroppo….
            Son d’accordo! per non parlare delle caprette che vivono vicino a me….spazio angusto (zona di “relativa campagna”)….i brividi…
            per non parlare da dove provengono gli animali da “negozio”…
            in uno, dalle mie parti, vendevano addirittura l’insetto stecco…(?)…paura

    • Faccio un copia-incolla: “Ma passato il momento più difficile, il momento in cui il magone è sempre pronto a far capolino, beh, dopo il ricordo diventa dolce. E allora mi piace parlare di loro, ricordare le cose belle e divertenti.”
      Hai detto una frase bellissima e vera! Grazie

  23. Condivido tutto anche se estenderei in generale a tutti gli animali con cui si stringe un legame profondo affettivo, emotivo. Credo che i meccanismi del dolore sono comunque gli stessi per il lutto di amici o parenti. Personalmente infastidisce da morire anche la corsa morbosa a dover dire qualcosa … anche se non hai confidenza o ancor peggio non conosci proprio la persona, magari solo per esorcizzare le tue di paure.

  24. Bellissimo questo articolo se posso aggiungere una cosa …per i più piccini io a mia figlia quando è morta la nostra Emma con cui aveva instaurato un legame molto particolare ho raccontato che è diventata una stella essendo stata tamente fantastica che era stata chiamata a illuminare un pezzetto di cielo poiché dal mio giardino si vede bene il pianeta Venere è veramente luminosissima e tuttora benché sia passato un anno e abbiamo un altro cane la saluta tutte le sere spero di essere stata utile a qualcuno

    • io a mia figlia fin da piccolissima, i primi animali son morti che aveva 5 mesi, avendone vari è un continuo, glie ne sono morti a tutte le età e ora ne ha quasi 10 di anni… le ho sempre detto (se il corpo c’era, spesso i gatti vanno a morire altrove) che quello era il corpo di xyz, ma non era lui davvero. e lo seppellivamo. ma comunque non le ho mai parlato ne di stelle ne di arcobaleni ne di gesù giuseppe maria… le dico che l’energia che è dentro di noi (animali compresi) quando muoriamo si espande tutto intorno, diventa cibo x le piante, calore e aria che ci circonda. il risultato è che la bambina a seconda dell’età e del tipo di morte a volte l’ha affrontata bene, altre, quasi sempre, se ci ripensa piange a dirotto ancora adesso. )in particolare le nostre adorate cavie che sono state mangiate dal cane di un signore che non è mai venuto nemmeno a chiedere scusa… l’urlo sgomento di mia figlia lo ricordo ancora. si è sentito a metri e metri di distanza. eravamo in un bungalow, i porcellini dentro nella loro gabbia. i cani dovevano stare al guinzaglio e questo golden del vicino mentre eravamo in spiaggia ha distrutto la gabbia entrando dentro al bungalow e li ha uccisi, scena raccapricciante. beh i proprietari non si sono mai fatti vivi.) quando muore un animale è brutto, senti la mancanza anche a distanza di tanti tanti anni… consola sapere che ha avuto una bella vita, il tempo sicuramente fa stare molto meglio ma è cmq un dolore… inutile edulcorarlo anche se sono bambini

      • Ho notato anche io che se un animale muore di vecchiaia le cose vanno meglio. A fronte della decrepita cagnolina che se ne è andata, mia figlia settenne, che la adorava, a muso duro disse: “i cani non sono dinosauri che vivono 10mila anni(!)” E stop. Vabbè, lei è un tipino eh….
        La morte prematura ed “ingiusta” è sempre più difficile.
        Vivere in campagna però aiuta sia ad avere un’idea meno edulcorata di quelle che sono le leggi della natura, che ad affrontare la morte come “un fatto della vita”..

        • concordo se muore un animale giovane è più difficile che se muore uno anziano perché consola che la vita se non oggi ma domai dovrà per forza finire. me ne sono morti/scappati tanti di animali in particolare pappagalli, cocorite.

  25. Scena da brivido. A un’amica muore il cane con cui era praticamente cresciuta. Decide di uscire comunque per distrarsi….incontriamo una sua cara amica (che non sapeva niente della morte del cane visto che fino a 2 giorni prima era allegro e pimpante), la vede mogia mogia e nel tentativo di tirarla su spara un “ma cos’ hai? Ti è morto il gatto?” “No, veramente mi è morto il cane” e scappa piangendo….una scena da sotterrarsi vivi :/

  26. Spiz ha ragione. Ancora più ridicola è stata la scena di me con la volontaria di turno:
    Sono andata all’area di sgambamento… Non sapevo dove andare (a dir la verità nemmeno mi ricordo come ci sono arrivata)
    Incontro i soliti, tra cui una volontaria. tutti i presenti mi stanno vicino e mi dicono bellissime parole… Finché questa non se ne esce con:
    “è volata sul ponte… Ma adesso ne puoi prendere un’altra.
    Hai l’occasione di adottare! Magari invece di una taglia medio/grande potresti prenderne due di taglia piccola”

  27. Su una sola frase non sono d’accordo : “se non sapete cosa si prova siete fortunati “. È una frase capibilissima quando detta nel momento di dolore, perché davvero ci sono situazioni in cui si sta troppo male, si è troppo coinvolti per averne una visione obiettiva. Penso però che il dolore per la perdita sia proporzionale al valore emotivo dei momenti passati, chi non è in grado di capire non ha vissuto questa meravigliosa esperienza e, secondo me, si è perduto qualcosa di prezioso.

    • Hai ragione: ma io intendevo rivolgermi a chi non ha mai perso un cane, non a chi non ne ha mai avuto uno! Dando per scontato che i miei lettori il cane ce l’abbiano tutti… ma non a tutti ne sarà ancora morto uno.
      Ecco, questa è la grande fortuna… purtroppo destinata a finire, perché i cani non ci possono sopravvivere. Ma finché dura, “è” una fortuna 🙂

    • Non soltanto l’ho sentito per un cane: l’ho sentito dire a una donna che aveva perso il bambino (aborto spontaneo al quarto mese): “Su, dài, ne fate un altro!”.
      E’ una cosa talmente incommentabile che ho preferito non metterla neppure nell’articolo 🙁

    • Forse non sanno che non puoi prenderne un altro, perché un altro NON ESISTE! Ogni cane ha il suo carattere, è assolutamente unico, non puoi rimpiazzarlo. Con questo non biasimo chi adotta un cane subito dopo averne perso uno, ognuno affronta il dolore a modo suo. Per me, che allora ci misi un paio d’anni per guardare gli altri cani senza soffrire, è impensabile e salterei alla gola di chiunque mi suggerisse una cosa del genere.

      • Io sono fra le persone che han preso subito un altro cane, semplicemente perché non volevo più tornare a casa la sera sapendo di trovarla “vuota” (pur essendoci il marito…ma lui non conta :-)). Ma da una femmina bionda siamo passati ad un maschio bianconero…non doveva essere un “sostituto”, non doveva assomigliarle in niente doveva essere “solo” un altro cane da amare. Ma nonostante adori il mio Attila e il tempo passato mi viene ancora il magone pensando a lei.

        • Questa è la prova che ognuno vive la morte del proprio cane a suo modo. Non giudico chi come te prende un altro cane, se ti ha aiutato a superare il dolore, hai fatto la cosa giusta. La mia era un’osservazione verso chi ti propone di prendere un altro cane con troppa leggerezza, come a sottintendere “massì, era solo un cane! morto un papa se ne fa un altro…”

    • A me dissero (quando il cane era ancora vivo tra l’altro, ma malato) “beh dai, appena muore prendine un altro, uguale eh, stessa razza e colore, e chiamalo con lo stesso nome, così poi è come se non fosse morto!”

      • Condivido in pieno l’articolo e i vostri commenti, ve ne aggiungo una che per me è…..uno schifo:” Ti ho visto proprio ieri…sono passati solo tre mesi dalla sua morte e parlavi sorridendo!!! Dai su, vuol dire che poi non hai sofferto così tanto per la sua perdita!” Giuro che mai dimenticherò quella frase, non era un cane ragazzi, ma anche se lo fosse stato, avrei provato comunque schifo per una persona che parla così! Ci sono persone che la sensibilità non ce l’hanno nemmeno nel @!

      • Ma magari preleviamone qualche cellula e poi cloniamolo, vah, che facciamo anche prima… Proprio vero che “un bel tacer non fu mai scirtto”…

      • Capisco perfettamente.
        Non mi è successo con un cane, ma con un gattino di sei mesi.
        Il mio vicino di casa lo aveva investito da dieci minuti.
        Mi han chiamata di sotto, mi han mostrato il cadavere -si può immaginare come fosse ridotto- con una certa nonchalance, ed il tipo è poi venuto a scusarsi dicendo “Eh, guarda, ti procuro un altro gatto uguale-uguale. So che ci tenete agli animali, voi..”.
        ..Mentre ero ancora sotto un certo shock e stavo tipo piangendo.
        L’avrei buttato giù per le scale, giuro..

    • ah come no….

      a me addirittura un pappagallo a cui tenevo tantissimo che avevo allevato con l’imprinting e che non riuscivo a tenere in gabbia, perché riusciva sempre ad evadere, e che mi seguiva ovunque… un amica di mia cugina se lo è prima coccolato (era con me al parco) e poi lo ha investito con la bici, e come se non bastasse poi mi ha detto era solo un pappagallo ne comprerai un altro, sono stata male per un mese e tut ora ci sto male e sono passati quasi 4 anni… comico vero? quando ti uccidono un animale a cui tieni prima ti dicono:” poi te ne prendi un altro”, ma manco si sognano di risarcirti… per quel pappagallo ho speso più di 40 euro in pappe da imbecco, tanto tempo, un abbassamento sostanzioso della media scolastica, intere notti di in sogna, più di 30 euro per l’acquisto dei genitori e il mantenimento…. e tanto altro forse so cosa significa essere mamma o allevatore anche se lo ho provato per poco tempo e in forma ridotta, ma a 12 anni era parecchio

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