venerdì 29 Marzo 2024

Ti presento… il TTouch – I TTouches: come farli e perchè

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Valeria Rapezzi
Valeria Rapezzi
Laurea in Allevamento e Benessere Animale, conseguita nel 2007 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano. Ho approfondito l'argomento "alimentazione naturale", dedicandomi nello specifico all'alimentazione BARF negli ultimi 6 anni. Come istruttore cinofilo sono convinta che l'alimentazione abbia un grosso peso sul benessere e sul comportamento dei nostri cani. Un altro modo che utilizzo per lavorare per il benessere dei cani che seguo, è il TTouch. Sono diventata Practitioner 1 nel 2011 e nel 2016 ho conseguito la qualifica di Practitioner 2. Applico il TTouch in ambito di educazione, riabilitazione comportamentale e disabilità.

di VALERIA RAPEZZI – I TTouches consistono in una varietà di tocchi con pressione leggera e scivolamenti fatti sulla superficie della pelle con consapevolezza e un’attenzione focalizzata.
Facendo TTouch® diamo al cane nuove informazioni (esperienze) stimolando così l’aspetto sensoriale del sistema nervoso.

Tipi di TTouches

– Circolari: il fondamento della tecnica TTouch® è un modello circolare di tocchi fatti sul corpo del cane. Le dita o la mano infatti muovono gentilmente la pelle del cane in un cerchio e un quarto in senso orario
– Sollevamenti: con questo movimento, la mano alza e supporta gentilmente i tessuti del corpo, e lentamente li riaccompagna fino ad arrivare alla posizione iniziale. Questo spesso aiuta l’animale a sciogliere la tensione muscolare intorno a articolazioni e diverse parti del corpo.
– Scivolamenti o TTouches di collegamento: lunghi scivolamenti da una parte all’altra del corpo. Questi rinforzano la consapevolezza dell’animale e collegano tra loro le differenti aree del corpo.

Il cerchio base del TTouch®

Le dita non scivolano sulla pelle, ma “spostano la pelle” compiendo un movimento circolare di un cerchio e un quarto. Immaginate il quadrante di un orologio disegnato sul corpo dell’animale con cui state lavorando, con le 6 verso il basso e spostate la pelle in senso orario, disegnando un cerchio e poi proseguite fino ad arrivare ad ore 9; questo è il classico cerchio un quarto del TTouch®.
Generalmente lavoriamo in senso orario. Però prendete consapevolezza della direzione nella quale fate i cerchi. Se il vostro animale non sta accettando il vostro TTouch, cambiate la pressione o il tempo, scegliete un TTouch diverso, o cambiate direzione del cerchio.

La scala di pressione che utilizziamo nel TTouch® va da 1 a 10. Quando lavoriamo con i cani,
utilizziamo principalmente una pressione da 1 a 4. Una leggera pressione di 2 o 3 è quella di solito
più efficace. Per i gatti una pressione di 1 o 2 è quella maggiormente accettata.
Un leggero contatto, cioè quello sufficiente a muovere delicatamente la pelle, senza tensioni eccessive e sgradevoli, promuove il rilascio di ossitocina (anche chiamata “ormone della fiducia”).
In uno studio del 2010 promosso dal National Center for Complementary And Alternative Medicine, sono stati comparati gli effetti di un massaggio svedese e di un tocco leggero sui livelli, tra altri fattori, di Cortisolo e Ossitocina. Si è visto che un tocco più leggero ha maggiori effetti nell’aumento di Ossitocina rispetto al massaggio svedese, oltre ad una diminuzione più marcata di ACTH, un ormone che stimola il rilascio di Cortisolo.
L’obiettivo dei TTouches è supportare la funzionalità e la comunicazione tra le cellule, pertanto la pressione necessaria è molto inferiore a quella utilizzata nei massaggi.

I Sollevamenti

Questo tipo di TTouches sono lineari e consistono nell’accompagnare i tessuti in piccolissimi sollevamenti, facendo scorrere le dita appoggiate al corpo del cane/gatto contro il senso di gravità.
E’ fondamentale che questo tipo di movimento sia fatto in maniera delicata, evitando tensione nella cute, e molto lenta.
Una volta eseguito il piccolo sollevamento (pochi millimetri di escursione) si effettua una piccola pausa, sorreggendo il tessuto, per poi riaccompagnare il tessuto al punto di partenza, con un movimento ancora più lento rispetto a quello di andata.

Scivolamenti o TTouches di collegamento

In questo tipo di TTouches la pelle non si muove assieme alle dita, ma si fanno scivolare le dita o la mano sopra la cute/pelo dell’animale.
Questo tipo di TTouches può essere utilizzato in fase iniziale come apertura del lavoro e esplorazione del corpo (per individuare zone con differenze di temperatura, tensioni, variazioni nella tessitura del pelo ecc), come collegamento tra zone del corpo su cui abbiamo lavorato con altri tipi di TTouches (circolari e/o sollevamenti) e zone su cui non abbiamo lavorato, oppure come chiusura del lavoro sul corpo (per valutare se ci sono variazioni rispetto alle caratteristiche individuate in fase iniziale).
In questo caso la pressione è quella sufficiente per scorrere sulla superficie corporea dell’animale con cui siamo lavorando, e la velocità è quella che ci consente di avere la giusta attenzione e consapevolezza nella percezione di quanto sentiamo con il palmo o il dorso della mano e/o delle dita.

I nomi dei TTouches

I nomi dei TTouches sono nomi di animali, per due ragioni principali: alcuni tocchi sono stati inventati per una specifica specie animale, da cui hanno tratto il nome (es. Leopardo Nebuloso, Lama, Sollevamento del Pitone…) mentre altri hanno il nome di un animale perché questo richiama una caratteristica del TTouch o della posizione della mano nell’esecuzione del TTouch stesso (es. Procione, Orso, Tigre…).
Ogni TTouch prevede una differente posizione della mano o delle dita, che varia la superficie di contatto e, di conseguenza, la sensazione sperimentata da chi riceve il TTouch.
Quindi, anche se il movimento circolare base è sempre lo stesso (un cerchio e ¼ in senso orario), la variabilità nelle applicazioni e nelle informazioni che possiamo fornire al sistema nervoso del nostro animale, partendo la semplici TTouches è molto ampia e personalizzabile sul singolo soggetto e in base alle sue esigenze specifiche, che possono variare molto di volta in volta, a seconda di situazione fisica, emotiva e fattori esterni di vario tipo.

Le foto che corredano l’articolo, ad eccezione dell’ultima che è di Valeria Rapezzi, sono tutte di Valeria Boissier che ringraziamo per l’autorizzazione a loro utilizzo.

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