di VALERIA ROSSI – Al Debù abbiamo modificato un po’ le nostre puppy class: non più soltanto socializzazione, ma anche qualche primo elemento di gestione del cane (per gli umani) e soprattutto la “presentazione” ai cuccioli di stimoli diversi, superfici diverse su cui muoversi, piccoli ostacoli da superare e tutto ciò che può arricchire il loro patrimonio sensoriale ed insegnare loro che vincere qualche piccola paura (ovvero superare un piccolo stress) significa trovare una bella gratificazione dall’altra parte. Si fanno tre-quattro incontri, ognuno dedicato ad acquisire qualche competenza in più: ma alla base di tutto, ovviamente, c’è sempre e soprattutto la socializzazione.
Bene: fin dal primo incontro, nel quale si è socializzato e si sono affrontate le “difficoltà” (per un cucciolo lo sono!) rappresentate da substrati e oggetti diversi, sono emerse notevolissime differenze tra i soggetti presenti, che erano: una piccola meticcia fobica proveniente dal canile, un alaskan malamute, un pastore svizzero bianco, un border collie e un pastore tedesco. “Guest star” cuccioloni: Samba, rottweiler (che è bravissima con i cuccioli: anche se resta un filino cinghiala inside, data l’età, fa davvero il possibile per essere delicata). “Guest star” adulti: Yuma, meticcia simil-setter smaliziatissima, buona come il pane ma anche capace di rimettere a posto gli indisciplinati con severe sgridate (sempre del tutto incruente, ma loro non lo sanno e ci credono).
Cosa si è visto in questa puppy class?
Innanzitutto il già citato “razzismo” dei cani, ovviamente legato alle esperienze neonatali: i simili fanno immediatamente amicizia con i simili, ovvero con i cani che più ricordano loro madre e fratelli. In questo caso, non essendoci due soggetti della stessa razza, è nato un vero e proprio idillio tra il pastore svizzero e il border, che hanno fatto immediatamente comunella ignorando, almeno all’inizio, tutti gli altri. Solo dopo un po’ di tempo le due (sono due femminucce) hanno cominciato ad interagire anche con gli altri: in pratica hanno scoperto che anche loro erano cani!

Poi si è visto molto bene quanto sia possibile, nei tempi giusti (e cioè entro i quattro mesi) recuperare anche i cani fortemente paurosi o addirittura fobici.
La meticcetta tigrata, quando è arrivata per la prima volta al campo, era terrorizzata da umani e cani e non accettava di interagire con nessuno di essi: dopo un paio di lezioni ha cominciato ad aprirsi con gli umani e durante la puppy class ha imparato anche a comunicare efficamente con i cani (per esempio, ha imparato a sottomettersi ai “grandi”, cosa che non sapeva letteralmente fare!), ha preso fiducia ed ha accettato il gioco sociale, interpretando anche la parte della preda (vedi foto in alto), divertendosi… mentre solo una settimana fa, se un altro cucciolo l’avesse inseguita, si sarebbero sentiti i CAIN CAIN fino a Milano).
L’interazione con cani competenti migliora anche le situazioni cani-umani: la borderina, che ho subito definito “bastardissima” perché reagiva mordendo con entusiasmo se solo le si impediva di fare il cavolo che voleva, dopo un paio di “rimesse a posto” da parte di Yuma si è data una clamorosa calmata anche con i suoi umani.
Quanto al malamutino, è arrivato già ben socializzato ma mooolto indipendente e pure un po’ tamarro: “so’ superiore, non mi mescolo alla plebaglia“.
Se ne stava per gli affari suoi, esplorava tutto l’esplorabile, agli altri cuccioli concedeva al massimo una sniffatina: ad un certo punto si è “appropriato” della tenda piena di bottiglie di plastica e ha deciso che “lì comandava lui e quella era casa sua”.
Ci hanno creduto tutti i cuccioli, spediti fuori a ringhiate: non ci hanno creduto minimamente le due adulte (“quasi” adulta, nel caso di Samba), che ignorando le sue minacce sono entrate e hanno fatto uscire lui: a questo punto anche lui ha deciso che forse valeva la pena di interagire con gli altri, ha abbandonato la tenda e si è messo a giocare (almeno un po’: l’aria di superiorità non l’ha persa, ma diciamo che ha fatto agli altri il grande onore di partecipare ai loro giochi).
E il pastore tedesco? Come tutti i cuccioli della sua razza, lui non è propriamente un cuor di leone: infatti all’inizio stava un po’ sulle sue, ma poi ha deciso di buttarsi nella mischia… e soprattutto ha deciso che quella vasca piena d’acqua (che sarebbe dovuta servire a far conoscere ai cuccioli questo elemento, invogliandoli a metterci almeno una zampa dentro) era la sua piscina personale.
Ci si è tuffato, c’è rimasto dentro per dieci minuti buoni (Anto’… fa caaaaldooo!) e quando è uscito si è sentito molto più figo di prima (oltre che più fresco, forse), partecipando con maggior entusiasmo ai giochi, anche a quelli “a muso duro”.
Nessun altro cucciolo è entrato in acqua: qualcuno ci ha messo dentro una zampina, ma niente più.


Altre esperienze: il malamutino già smaliziato ha affrontato tutti gli “ostacoli” con grande nonchalance, mentre la meticcetta si è trovata un po’ in difficoltà (notare i segnali di calma mandati a tutto spiano: ma dopo che “ce l’ha fatta”, si è sentita un supercane anche lei. Per esempio il tubo, che l’aveva piuttosto impressionata la prima volta, una volta superato è stato ripercorso avanti e indietro (senza aiuti umani) per duemila volte, col fumetto che diceva “guardate cosa so fare!!!”.

Insomma, ogni cucciolo ha avuto i suoi tempi e i suoi modi sia nell’approccio con gli altri, sia nell’affrontare e superare le difficoltà che gli proponevamo. E queste variabili non sono state legate solo all’educazione ricevuta fino a quel momento (con l’eccezione, forse, proprio della meticcia che ha alle spalle la brutta esperienza di canile), ma proprio alla selezione di razza e alle caratteristiche individuali.
Ritengo non soltanto sbagliato, quindi, ma particolarmente dannoso parlare di “cane” generico, o di “cani tutti uguali”: certo, nei cuccioli le differenze sono meno spiccate che nell’adulto, ma esistono già a questa età ed è importantissimo tenerle nel dovuto conto quando si lavora con un cane, adattandosi all’individuo e non pensando semplicemente alla specie.








Grazie mille Valeria dell’articolo, anche io l’ho trovato molto utile. Abbiamo preso un mese fa un cucciolo femmina di Breton, Lulù. L’arrivo del cane in casa è stata una bella rivoluzione, con tre figli (uno diverso dall’altro, come i cuccioli della puppy class di cui parlavi) che devono anche loro imparare a rapportarsi al cane e in alcuni casi a vincere le proprie paure. Il problema più grande arriva verso sera, col rinfrescare delle temperature, Lulù coccolona, sonnacchiosa e dolcissima durante il giorno, diventa un GREMLINS terrorizzando almeno 2 figli su 3 e facendo imbufalire il marito. Morde con più tenacia e se riesce ad infilarsi in sala, salta su chiunque si trovi sul divano prendendone il possesso, mentre salta e abbaia molto convinta di poterla spuntare. Sul mordere abbiamo provato ad usare il CAIN, ma a giudicare dai risultati si potrebbero fare 2 ipotesi: una ipoacusia percettiva bilaterale del cane.. Oppure siamo noi poco convincenti. Sul comportamento del divano fino ad ora ci siamo solo arrabbiati sbattendola fuori casa. Questa non è la soluzione ideale.
Inizieremo questo sabato la socializzazione, di Lulù che non sembra aver paura di niente, nè degli altri cani incontrati finora, nè delle situazioni potenzialmente pericolose: il figlio mezzano le ha insegnato a salire la scaletta dello scivolo e lanciarsi giù all’inseguimento della pallina. Spavalda e ribelle, ma dolcissima.
Come dobbiamo comportarci? Dobbiamo imparare noi a gestirla o deve essere educata ad adattarsi alle nostre esigenze? Perché questa vivacità è proprio sua, come è sua la dolcezza che ha negli altri momenti. La via di mezzo esiste?
Grazie
Simona
La mia esperienza con le puppy class non è positiva…quando ho portato Flender ha manifestato subito ostilità nei confronti di tutti gli altri cuccioli presenti. Non c’erano cani adulti, purtroppo!! E’ sempre rimasto tutto il tempo per fatti suoi….cercava di pinzare i cuccioli più esuberanti che ovviamente dopo gli giravano alla larga….
Bellissimo articolo Valeria! Quanto mai purtroppo non ci ho pensato anche io di far fare una BUONA e SERIA puppy class alla mia bassottina terrorizzata-da-qualsiasi-cosa-al-mondo. Ti chiedo un consiglio: ammetto da ex (spero) ignorante in materia di averla presa da privati, che si sono sempre dimostrati molto affettuosi con lei (siamo andati diverse volte a vederla dalla nascita a quando l’abbiamo portata a casa) ma che evidentemente hanno commesso almeno 2 gravi errori:
1) lei è la figlia di 2 soggetti schizzati e paurosissimi (in confronto a loro lei è un fiore)
2) sicuramente non l’hanno fatta mai approcciare al mondo esterno in generale;
Detto questo appena ho capito che la cucciola era seriamente problematica (e purtroppo ho realizzato alla sua età di 8 mesi), mi sono affidata ad un bravissimo educatore che ci ha aiutati molto a “recuperare”la piccola.
Ora lei fa 1 anno il 5 luglio…Io ho lavorato molto con lei e lavoro tutt’ora tutti i giorni per darle più autostima e controllo di se, ma purtroppo sono un pò scoraggiata perchè, nonostante sia migliorata, ancora non ne vuole sapere di approcciarsi ad altri cani a meno che non siano più piccoli (in tutti i sensi) di lei… il che è spesso difficile per ovvie questioni soprattutto di taglia essendo una bassotta nana… ed anche in casa di giorno non ha più problemi ed è serena e tranquilla (grazie anche al fatto che abbiamo un altro bassotto di un anno più grande molto equilibrato) , ma quando usciamo di sera tutt’ora da segni di ansia da separazione (fa SEMPRE la pipì sul divano e a volte mi rosicchia i mobili).
Premesso tutto ciò (scusami della pappardellona) ti chiedo: secondo te riuscirò mai eliminare la paura che Sissi (la cagnolina) ha dei suoi simili e questa ansia da separazione “serale”? Come posso fare? Hai consigli in generale per la mia situazione?
Grazie mille!