sabato 5 Ottobre 2024

Cani “pericolosi”: parliamone ancora (a proposito: il “patentino” che fine ha fatto?)

Dello stesso autore...

Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

Ogni tanto (solitamente quando i giornali non trovano di meglio da scrivere) si ripresenta  la fobia: si  torna  a parlare di “cani killer” e di “razze pericolose” e si prospettano tempi sempre più duri per allevatori e proprietari di cani grandi in generale e delle razze più diffuse in particolare (soprattutto rottweiler).
Siccome di questi tempi i giornali hanno parecchio da scrivere, tra terremoti, tsunami e bunga bunga, i cani mordaci non finiscono in prima pagina: però ci sono, ovviamente. Come ci sono sempre stati, perché i cani non mordono su richiesta del giornalista.
Negli ultimi tre giorni un rottweiler ha morso una ragazzina di 12 anni a Lanciano, mentre un pastore tedesco ha azzannato una signora a Capodimonte. In Svizzera il vicepresidente dell’UDC Yvan Perrin è stato morso da un altro rottweiler mentre faceva footing (ma l’ha presa sportivamente, dichiarando: “Ho avuto un colloquio con il cane e al momento del commiato ci siamo dati la mano ma alla fine non abbiamo raggiunto l’intesa“.
In realtà Perrin non ha riportato gravi lesioni (un leggero morso alla mano, quasi completamente assorbito dal cinturino dell’orologio), mentre la ragazzina e la signora di Capodimonte se la sono vista piuttosto brutta.

Tutti i cani hanno morso  “senza alcun motivo”, secondo le cronache.
Come al solito.
Infatti né giornali, né TV si  premurano MAI di assodare come si siano svolti realmente i fatti.
Come sempre, a loro interessa “sbattere il mostro in prima pagina”,  perché “tira” sicuramente più di – che so – un piccolo decalogo di “cose da fare e non fare con un cane”, o di consigli utili per evitare che succedano altre tragedie.
Ma figuriamoci se ce lo dicono! Si darebbero la zappa sui piedi da soli, togliendosi la possibilità di altri titoloni ad effetto!
Siccome noi, invece, vorremmo parlare di “cultura” cinofila… allora a noi non interessa citare i mostri, perché non ne esistono.
Ci interessa invece analizzare i fatti e trovare delle soluzioni, oltre a suggerire metodi di prevenzione. Tra questi c’è sicuramente il famoso “patentino” che fa parte dell’ordinanza dell’On. Martini… ma di questo parleremo tra poco, perché prima bisogna fare una premessa importante.

In tutti i fatti di cronaca ci sono – purtroppo – delle vittime innocenti; ci sono degli animali che, come tali, sono forzatamente innocenti anche loro, perché non hanno alcuna cognizione del bene e del male.
E poi ci sono delle persone: i proprietari dei cani,  le vittime e – quando si tratta di bambini – i genitori:  tutti in qualche modo “colpevoli”, anche se nessuno di loro avrebbe sicuramente voluto che qualcuno si facesse male.
Eppure, se succede, è quasi sempre a “causa” (se preferiamo usare questo termine piuttosto che il duro “colpa”) della loro incapacità di capire, educare, gestire, approcciare i cani.
Prendiamo, per esempio, un caso tipico: il cane “impazzito” che aggredisce un bambino entrato nel suo territorio.
Si può sapere  perché mai dovrebbe essere “impazzito“?
Il cane ha fatto esattamente quello che ci si aspettava da lui: la guardia alla proprietà.
Qualsiasi cane, vedendo un intruso che entra in quella che lui considera “casa sua”, tende a mettersi sulla difensiva: e quando dico “qualsiasi”, intendo proprio “qualsiasi”.
La mia Snowwhite, meticciona figlia di una bobtail e di un vattelapesca, era dolcissima verso chiunque, disposta a farsi strapazzare platealmente da qualsiasi bambino e a buttarsi a pancia all’aria di fronte a chiunque le dicesse “ciao patatona”.
Eppure…la volta in cui mi chiusi (da brava pirla) fuori di casa e dovetti chiamare i Vigili del Fuoco, divenne una vera belva e non permise in alcun modo al povero vigile di entrare dalla finestra, come aveva tentato di fare.
Dovetti piazzarmi vicino al portone e chiamarla in fondo alle scale per dar modo all’uomo di entrare e di far scattare l’apertura automatica. Poco prima, quando gli stessi vigili avevano tentato di aprire la serratura con la speciale scheda che usano in questi casi, lei dal di dentro gliel’aveva strappata di mano con un morso.
In compenso, una volta che io fui rientrata in casa, i vigili si ebbero tutti – compreso il “bieco scavalcatore di finestre” – una cospicua dose di leccatine, scodinzolate e musatine di affetto.
Solo  in assenza della “mamma”  il dolcissimo peluchone si era trasformato in uno strenuo difensore della proprietà.
C’è qualcosa di male in tutto questo?
Ovviamente no.
Anzi, è esattamente quello che vogliamo dal cane: che difenda  i nostri averi quando noi non ci siamo.
Ed è quello che fanno praticamente tutti i cani del mondo, con manifestazioni più o meno eclatanti.
Fanno eccezione (e neanche sempre) alcune razze da compagnia e da caccia, selezionate per secoli in modo da perdere completamente (o quasi) la loro territorialità.
Ma quando si parla di razze “da guardia”, perché dovremmo considerarle “impazzite” se la fanno?
La loro selezione, da secoli, ha fatto in modo che la loro territorialità fosse molto alta, per renderli efficaci difensori delle sue proprietà.
Ripeto: c’è qualcosa di male?
Pensate un attimo a cosa sarebbe successo, nel nostro esempio, se al posto del  bambino fosse entrato un ladro.
Se il cane avesse fatto la stessa identica cosa (ovvero azzannarlo), oggi sarebbe considerato un eroe!

Ma come si spiega a un cane la differenza tra intruso inoffensivo, vigile del fuoco, bambino sfuggito alla custodia dei genitori e ladro armato di pistola?
Un modo c’è: ed è la socializzazione, che tutti  i cani dovrebbero ricevere.
C’è l’inibizione ad aggredire i bambini, che ci si dovrebbe premurare di inculcare a qualsiasi cucciolo.
Ma se tutto questo non è stato fatto, o se non è stato sufficiente, il padrone deve mettere il cane in condizione di fare il suo lavoro senza rischiare drammatici equivoci: il che significa tenerlo sorvegliato e/o metterlo in condizione di non nuocere quando intorno a casa ci sono estranei che non devono essere morsicati.
Il cane da guardia va custodito e l’omessa custodia (o la custodia insufficiente) è sicuramente una colpa: ma del padrone, non del cane!
Così come l’omessa custodia dei bambini – per quanto, da madre, sappia bene quanto impiegano le piccole pesti a farci fessi! – è colpa dei genitori, o di chi per essi.
Quando mio figlio aveva sei anni, un giorno in cui stava giocando con un bob sulla neve davanti a casa, su un dolce pendio privo di qualsivoglia pericolo, approfittò dei cinque minuti in cui rientrai in casa per decidere di cambiare pendio: e ne scelse ovviamente uno che terminava con un salto di cinque metri, ovviamente volandoci e schiantandosi sull’asfalto di schiena.
Si poteva ammazzare o ferire gravemente, e solo per puro “fattore C” non è andata così.
Ma di chi sarebbe stata la colpa? Del bob? Dell’asfalto?
Ovviamente no. Sarebbe stata colpa mia.
“Colpa” sicuramente relativa, visto che nulla faceva presagire il fatto che il pupo dovesse andarsi a studiare tecniche suicide e che io non avevo alcun desiderio di far fuori mio figlio: ma responsabilità mia sì, lo sarebbe stata.
Anche se ero entrata in casa solo per fare la pipì…avevo commesso il grave errore di fidarmi della discrezionalità di un bambino di sei anni, che come tale è assolutamente incapace di capire il pericolo.
Nello stesso modo è responsabilità dei genitori (e non del cane) se un bambino entra in un territorio protetto da un cane da guardia.
E si fa presto a dire “sì, però se non ci fosse stato il cane il bambino non si sarebbe fatto nulla”…perché un bambino fuori controllo, come dimostra l’episodio di mio figlio, il modo per farsi male lo trova sempre e comunque.
L’unica prevenzione starebbe nel controllo costante, ma siccome sappiamo tutti che è impossibile…dobbiamo anche mettere in conto che possa succedere un incidente.
E dobbiamo capire che, se succede, la responsabilità è comunque nostra e non dell’”oggetto” che ha causato le ferite (o peggio).
I bambini si sparano con le pistole lasciate incustodite dai genitori (e non è colpa della pistola), si buttano nei burroni (e non è colpa dei burroni), si massacrano o tentano di massacrarsi in mille modi diversi, semplicemente perché non capiscono a cosa vanno incontro.
Ma neanche il cane capisce!
Il cane usa l’unica arma che ha a disposizione, ovvero i suoi denti, per difendere la sua proprietà: ma non ha la più pallida idea delle conseguenze.
Il cane ha imparato sulla propria pelle, giocando con i fratellini da cucciolo, che il morso di un altro cane fa male e spinge a fuggire: quindi applica l’unico concetto che gli è chiaro (se lo mordo, questo se ne va) a chiunque lo innervosisca o infastidisca.
Non gli passa neppure per l’anticamera del cervello che il SUO morso di cane adulto, applicato a un bambino di pochi anni, possa ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo.
Non sappiamo neppure di preciso se il cane abbia un’idea della morte: figuriamoci se ha idea delle conseguenze mortali di una sua azione.

Il cane impara tutto ciò che gli serve nella vita entro i primi quattro-cinque mesi di età. Impara anche a usare i denti, scoprendo che un morso ben assestato mette in fuga il fratellino noioso o quello che vuole rubargli il giocattolo.
Questa – lo ripeto perché deve essere ben chiaro a tutti quelli che considerano i cani come “killer” – è l’UNICA COSA CHE SA.
Morso = fuga o resa dell’avversario.
Ed è anche l’unica cosa che desidera.
Non sa di poter uccidere e non sa neppure di poter mandare all’ospedale: lui vuole solo liberarsi di una presenza sgradita.
Per questo non possiamo parlare di “cani killer”. Perché il killer umano uccide con la precisa volontà di uccidere: il cane no.

O meglio…il cane intende uccidere una cosa sola, le sue prede: perché è un carnivoro e perché crede ancora di dover uccidere per mangiare, anche se da qualche secolo trova il pranzo pronto in ciotola.
In questo caso, pur restandogli forse estranea l’idea astratta di “morte”, lui infierisce sulla preda finché questa non smette di scappare, permettendogli così di nutrirsi.
E questo ci porta al secondo motivo più frequente di attacchi ai bambini (anche se non tutti con gravi conseguenze, grazie al cielo), dopo la difesa del territorio: e cioè ai morsi indotti dall’impulso predatorio che ogni cane deve avere, perché senza di esso la sua specie non sarebbe mai potuta sopravvivere.
Che cos’è l’impulso predatorio?
Molto semplice: è quella scarica di adrenalina che scatta nel cane, spingendolo ad inseguire e afferrare con i denti qualsiasi cosa che abbia l’aspetto di una preda e che manifesti il comportamento tipico della preda.
Ovvero qualcosa che corra, scappi e  magari strilli. E se è piccolo, tanto meglio.
Vi ricorda qualcosa?
Sì, purtroppo questo è il tipico modo di comportarsi dei bambini cinofobi: urlano, si agitano e corrono via.
Ovviamente, per restare alle cronache di questi giorni, è stato anche il comportamento del politico svizzero, che correndo via ha fatto scattare il predatorio nel rottweiler.
La “fuga veloce” è un comportamento che fa immancabilmente scattare l’impulso ad inseguire-azzannare…a meno che il padrone del cane non abbia operato quello che sarebbe stato il suo primo dovere, e cioè la socializzazione del cuccilo.
Soprattutto verso i bambini, che quando vengono inseguiti e azzannati possono riportare lesioni serissime: ma anche nei confronti di chi corre per sport, per esempio.

Cosa significa “socializzare” un cane?
Significa semplicemente fargli “scoprire”, all’età giusta (e cioè, all’incirca, dai due ai quattro  mesi di vita) tutto ciò che fa parte della società umana in cui dovrà vivere e che non rappresenta né una minaccia, né una preda: persone, altri cani, animali diversi…e bambini, perché il cane non li riconosce automaticamente come “cuccioli d’uomo” , a meno che, ovviamente, non ne abbia qualcuno in casa.
Ma averne uno potrebbe non bastare, perché il cane rispetta istintivamente tutti i membri del proprio “branco”, ma non necessariamente estende questo rispetto a tutti gli altri membri della stessa specie.
Molti cani, per esempio, dormono abbracciati al gatto di casa ma rincorrono spietatamente i gatti estranei, perché per loro il gatto di casa è parte del branco e gli altri sono prede.
Nello stesso identico modo, molti cani adorano il “loro” bambino e sono disposti a morire per lui (altra frase retorica, che usiamo perché comunque esprime bene il concetto di “forte legame”), ma non sopportano i bambini sconosciuti.
Affinché un cane riconosca “tutti” i bambini come tali, e quindi non come prede ma come piccoli umani che non si devono aggredire per nessun motivo, occorrono appunto la socializzazione e l’inibizione all’aggressione: portare il cucciolo a vedere diversi bambini (stando bene attenti affinché l’esperienza non sia traumatica: deve trattarsi di bambini educati al rispetto per gli animali), in diverse circostanze e in luoghi diversi, bloccare sul nascere qualsiasi forma di aggressività (anche giocosa) verso qualsiasi bambino, che deve essere considerato “tabù”. Il cane deve sapere che i denti, sui bambini, non si possono usare. MAI e per nessun motivo.

Altra faccia della medaglia: i bambini devono essere educati ad amare, capire e rispettare i cani.
Parlate con loro, spiegate loro cos’è un cane, come ragiona un cane, come reagisce un cane a certi stimoli.
Fate capire bene ai bambini cos’è l’impulso predatorio.
La cosa più sbagliata del mondo è quella di criminalizzare i cani (“stai lontano, attento che morde!”) pensando che il modo migliore per non essere morsi sia quello di evitare qualsiasi cane. E’ un tragico errore, perché i cani ormai fanno parte della nostra vita quotidiana, sono parte integrante della nostra società.
Ed è giusto che sia così, perché sono sempre stati e sempre resteranno i nostri migliori amici.
Però bisogna conoscerli. Non evitarli, ma conoscerli e capirli.
Chi conosce i cani non corre rischi: chi li teme sì, specialmente se si tratta di un bambino.
Oltre ai bambini, comunque, bisogna far conoscere al cane anche ciclisti,  scooteristi, amanti di footing e jogging e tutti gli altri personaggi che potrebbero far scattare il predatorio. Così come bisogna “presentargli”vigili urbani e altre persone in divisa, preti, suore, signori con occhiali, barbe o cappelli, persone sulla sedia a rotelle, insomma tutti gli umani che, per le loro caratteristiche fisiche o per il loro abbigliamento particolare, potrebbero NON essere riconosciuti come “persone” e quindi potrebbero far scattare un’aggressività difensiva o autodifensiva, o un impulso predatorio.
Quando il cucciolo impara a riconoscere abiti, atteggiamenti e fisicità particolari, si instaura un meccanismo di assuefazione grazie al quale anche il cane adulto considererà “normale” tutto questo. In caso contrario il cane potrebbe avere reazioni indesiderate la prima volta che incontra qualcosa di insolito.

Ma quanti padroni di cane sono correttamente informati sull’importanza della socializzazione? Ho addirittura  paura ad azzardare una risposta. So solo che a un buon ottanta per cento dei clienti che ho avuto in tutta la mia vita cinofila, sia come allevatrice che come addestratrice, l’ho spiegato io per la prima volta, perché non ne avevano mai sentito parlare prima.
E credo che molti altri allevatori condivideranno questa drammatica percentuale.

IL RUOLO DELLA POLITICA: IL MITICO “PATENTINO”

Dopo svariate ordinanze inutili in cui si continuava a decretare  che fosse “sbagliata” o “pericolosa” questa o quella razza (nonostante i cinofili continuassero a cercare disperatamente di spiegare che la razza non conta un accidenti, ma conta SOLO il modo in cui il cane viene gestito, allevato, educato), finalmente nel 2009 l’on. Francesca Martini (PdL, nella foto a sin.) sembrò vedere la luce…o almeno qualcosa di simile.
Emanò infatti un’ordinanza in cui si diceva, tra le altre cose, che:

a) non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza ad una razza o ai suoi incroci (alleluja: ci sono voluti anni, ma alla fine qualcuno c’è arrivato)

b) Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocati dall’animale stesso (doppio alleluja: i cani sono sempre innocenti, i proprietari irresponsabili invece no).

c) i Comuni, congiuntamente con le Aziende Sanitarie Locali, in collaborazione con gli Ordini professionali dei Medici Veterinari, le Facoltà di Medicina Veterinaria, le Associazioni Veterinarie e le Associazioni di protezione degli animali avrebbero dovuto istituire “percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione denominata patentino”.
E qui gli alleluja si ammosciavano già, perché non era ben chiaro come potessero ASL, veterinari e associazioni protezionistiche trasformarsi improvvisamente tutti in educatori e – ancor peggio – terapisti comportamentali: ma era comunque un passo importante quello di capire che ad essere istruiti dovevano essere i proprietari, e non i cani.
Si sarebbe poi potuto fare di meglio, passando – per esempio – al concetto che non solo i cani “segnalati” dai veterinari (ovvero, si presume, quelli che tentavano di mordere LORO) avrebbero dovuto seguire un corso, ma tutti i proprietari di cani indistintamente, visto che tutti i cani hanno i  denti.
E poi, magari, si sarebbe finalmente arrivati anche a capire che il comportamento di un cane si plasma da cucciolo, e non da adulto (magari dopo che ha già manifestato problemi), introducendo qualche bel corso per proprietari di cuccioli.
Sognare sembrava lecito, dopo che finalmente le leggi cominciavano ad andare nella direzione giusta… ma il punto è che di questi famosi corsi, e di questi strombazzatissimi patentini, io NON HO MAI VISTO TRACCIA.

Non ho notizia di Comuni o ASL che li abbiano effettivamente istituiti.
Non ho notizia di veterinari che abbiano segnalato “cani con obbligo di frequenza del corso”.
Voglio sperare che sia un problema limitato alla mia regione, quindi , se in altri posti d’Italia questi patentini vengono rilasciati, prego i lettori di informarmene.

Al momento, però, non mi risulta che all’ordinanza sia mai stato dato uno straccio di seguito pratico.

Personalmente sono convinta che un corso di educazione cinofila sia assolutamente indispensabile per chi prende un cane, esattamente come lo è la patente per guidare una macchina.
In Italia ci sono sicuramente più macchine che cani: eppure a scuola guida ci vanno tutti, senza protestare e senza fare tanto casino.
Non è vero che è impraticabile, così come non è vero che gli educatori cinofili non bastano. Se non bastano, si creano: così come si sono creati gli istruttori di scuola guida.
Certamente non saranno tutti geni: ma non lo sono neanche gli istruttori di scuola guida.
E infatti non tutti quelli che guidano l’auto per strada sono Schumacher…ma se non altro sanno dove sta l’acceleratore e dove il freno. Chi porta in giro un cane spesso non sa neanche quello.
La patente di guida non è nata con l’automobile, ma è nata quando l’automobile ha cominciato a diffondersi e a diventare un pericolo reale.
Oggi i cani mal gestiti sono un pericolo reale: perché se è vero che i media si avventano come avvoltoi sulle notizie e le gonfiano a loro piacimento, è anche vero che non si può restare indifferenti davanti ad adulti e bambini gravemente feriti e talora uccisi.

Qualcosa va fatto: ma non basta scrivere una legge “quasi” ben congegnata, se non le si dà un seguito pratico.
Nel frattempo ci terrei a ricordare che è quasi impossibile che un cane attacchi ciecamente e ferocemente qualcuno che per lui non rappresenta una minaccia (vera o presunta) o l’idea di una preda.
Ricordiamo ancora che l’impulso predatorio viene stimolato anche quando si tiene qualcosa in alto, fuori dalla portata del cane, che incuriosito cerca di raggiungerlo per vedere di cosa si tratta.
Se noi lo abbassiamo alla sua portata – di qualsiasi cosa si tratti – il cane lo annuserà, prenderà atto e sarà soddisfatto.
Se glielo sottraiamo, lo stimoleremo a saltarci addosso per prendere l’”oggetto misterioso”. E se spingiamo via il cane, oltre all’istinto predatorio stimoleremo anche la sua aggressività.  Se poi lo colpiamo, scatta anche l’aggressività per autodifesa, con le drammatiche conseguenze di cui a volte leggiamo sui giornali.
Moltissimi bambini  (e cani piccoli ) sono stati morsi perché il padrone (o il genitore), vedendo arrivare un cane grosso, si è spaventato e li ha presi in braccio.

Concludendo…se volete evitare di essere morsi, ricordate che di fronte ad un cane sconosciuto:
a) NON  si deve gesticolare in modo vistoso;
b) NON si devono prendere  in braccio bambini o cani piccoli
c) NON ci si deve comportare come prede (scappare, urlare, gesticolare ecc.) , ma restare calmi e fermi  e lasciarsi annusare: se si teme che il cane possa rappresentare un pericolo bisogna arretrare lentamente, allontanandosi senza MAI correre.
Anche se il cane vi avesse morso, cercate di resistere al dolore e comportatevi nello stesso modo: allontanatevi piano, con calma e senza panico.
d) NON bisogna guardare il cane negli occhi, perché questo per lui è un gesto di sfida. Distogliete lo sguardo e possibilmente lanciate segnali di calma o di pacificazione: sbadigliate, socchiudete gli occhi, leccatevi le labbra.
Qualsiasi cane sa leggere questi segnali come inviti alla non-aggressività: se è molto eccitato forse non li leggerà con assoluta immediatezza, ma voi continuate a lanciarli. Serviranno.
e) anche se il cane appare amichevole, NON bisogna dargli pacche sulla testa, che lui non apprezza perché sono un segno di dominanza, e non di amicizia. Le può accettare dal proprietario, ma uno sconosciuto potrebbe scatenare una reazione difensiva.

Purtroppo è un dato di fatto: se è vero che tutti i cani sono innocenti e fondalmentalmente buoni, è altrettanto vero che TROPPI cani sono in mano a persone completamente ignoranti e che spesso incontrano persone altrettanto sprovvedute.
I proprietari di cani mordaci non sono persone cattive: i veri e propri delinquenti che usano volontariamente il cane come arma rappresentano  una percentuale infinitesimale.
Quelli che invece ci circondano da ogni lato, quelli veramente “pericolosi”, sono gli ignoranti.
Quelli che credono di “sapere tutto sui cani”; quelli che “il mio cane non farà mai il furbo, perché sa che se ci prova…”; quelli che “hai dimenticato il cancello aperto: e il cane?”; quelli che “io voglio il cane che sbrana, perché ho la villa in collina e non me ne frega niente di avere un cane bravo”; quelli che “il mio cane deve conoscere solo me”. E così via.
Queste sono le vere bombe innescate: non i cani (di qualsiasi razza siano), ma i padroni che non sanno letteralmente cos’hanno per le mani.

Infine:  la razza c’entra o no con la pericolosità?
Ovviamente c’entra: ma non certo perché esistano “razze pericolose” di default.
C’entra perché, a parità di cane ineducato e non socializzato, è evidente che un soggetto di quaranta chili farà più danni di uno che ne pesa tre.
E c’entra perché alcune razze, anche a parità di pesi e misure, sono più o meno reattive, più o meno territoriali, più o meno protettive e così via. Questo va detto semplicemente perché è vero; però è anche vero che ci sono pit bull da protezione civile, rottweiler da pet therapy e perfino un dobermann da soccorso in acqua (il che è strano non perché il doby sia un “canecattivo”, ma perché ha il pelo raso e senza sottopelo!).
Dunque, la razza in se stessa non ha niente a che vedere con la pericolosità.
Quella che porta alla pericolosità di un cane è solo la cattiva gestione (figlia dell’ignoranza).
Certo, se molte vittime di casi di morsicatura avessero avuto di fronte un chihuahua anziché un rottweiler, le conseguenze sarebbero state più lievi: ma non ci sarebbe stata NESSUNA conseguenza se il padrone del cane si fosse preoccupati di educarlo, di socializzarlo con i bambini, magari di non tenerlo sempre in giardino ma di farlo vivere all’interno della famiglia.
Il cane è un animale sociale, ed è proprio per questo che è potuto diventare il fedele compagno dell’uomo: ma se dalla nostra società lo escludiamo, se lo releghiamo in giardino o in un recinto, se lo facciamo vivere come un paria…lui proverà la stessa frustrazione e vivrà le stesse nevrosi di un uomo tenuto in completo isolamento.
E un cane nevrotico sì, che può essere pericoloso: ma la colpa è sempre e solo di chi ce l’ha fatto diventare.
Se si continuerà ad ignorare questa semplice verità si continueranno a prendere “scorciatoie” inutili, anzi dannose come la “lista nera” di razze (strada già intrapresa in diversi Paesi del mondo, senza che siano minimamente diminuiti i casi di morsicature) o l’imposizione della museruola, che, come qualsiasi etologo potrà confermarvi, è un’altra causa di nevrosi che aumenta l’aggressività. In alcuni casi la posso accettare, ma sempre e comunque…è una follia! Senza contare che la stragrande maggioranza dei casi di aggressione avviene in famiglia, seguita a ruota dalle aggressioni causate da cani fuggiti da recinti o giardini.
Che vogliamo fare? Tenere il cane con la museruola anche in casa, o quando è sul suo “posto di lavoro” a fare la guardia?
E’ inutile continuare a girare intorno al problema: i proprietari di cani devono sapere quello che fanno. Punto.
O si fa piazza pulita della disinformazione e dell’ignoranza, o continueremo a leggere cavolate assurde sui giornali – cito a caso: “cani grossi come vitelli”, “belve feroci”, “cani selezionati per i combattimenti” (ma chi, il rottweiler? Il rottweiler, in origine, era un BOVARO!), per non parlare del super-classico “cane impazzito” –  e la gente continuerà ad essere morsicata più o meno gravemente.
Il corso formativo è l’unica strada percorribile:  ma dev’essere obbligatorio, perché altrimenti lo frequenteranno i soliti quattro gatti e tutti gli altri continueranno come prima, con le solite conseguenze. E soprattutto, i corsi devono essere istituiti per davvero, non solo sulla carta.

A questa società serve che TUTTI i proprietari di cani siano costretti a frequentare i corsi, per legge.
E’ complicato, inattuabile, la gente lavora e non può essere obbligata a seguire un corso? NON E’ VERO!
Se possono andare a scuola guida, possono andare anche a scuola di cinofilia.
Altrimenti stanno senza cane…perché non ce lo ordina il dottore di prenderne uno.
Sia chiaro, mi piange il cuore a dire una cosa simile: perché non riuscirei neppure a concepire la mia vita senza un cane e il mio pensiero nei confronti di chi non ce l’ha è: “POVERETTO”.
Però chi non ha voglia di sapere, di informarsi, di superare lo scoglio dell’ignoranza…be’, quello fa diventare “poveretto” il cane (e a volte anche chi lo incontra). Quindi è meglio per tutti che stia senza.
Così come – se mi permettete di andare un momentino fuori tema, ma neanche troppo – potrebbero tranquillamente stare senza figli quelli che li mollano nei cassonetti dell’immondizia, o quelli che tirano su dei minidelinquenti che a dieci anni circolano già armati.
L’essere umano ha il dono del libero arbitrio, per carità…e anche il bambino meglio educato del mondo, una volta diventato adulto, potrebbe intraprendere una strada sbagliata.
Però, quando si parla di bambini o di ragazzini che GIA’ stanno sulla strada sbagliata, mi viene da pensare che una patente obbligatoria anche per i genitori non ci starebbe male.
Qualche anno fa, per uno strano scherzo del destino (o forse di un database che non capiva cosa stava associando)…andando a leggere di una tragedia che aveva visto protagonista una bambina morsa seriamente da un cane sul sito del TGcom, si trovava, tra gli “argomenti correlati” , quest’altra notizia: “Bambina di nove anni stuprata da branco”.
Peccato che il termine fosse inesatto proprio come la “correlazione”…perché in nessun branco animale esiste lo stupro: è un’esclusiva dell’essere umano.
Già. Non sarebbe poi malaccio, una patente per i genitori; e farebbe sicuramente bene alla nostra società.  Ma non sembra una strada praticabile.
Accontentiamoci di praticarla con i cani, dunque: perché con loro, almeno, si può fare. E perché è l’UNICA cosa sensata da fare.
Però non basta scriverlo su un’ordinanza, e poi infischiarsene se non succede nulla.

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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26 Commenti

  1. spiego il mio punto di vista.
    è chiaro che se decidi di tenere un cane importante decidi anche di assumerti molte responsabilità. è anche chiaro che viviamo in un mondo dove l’ignoranza in generale è un problema (e la questione dei cani è marginale… visto che abbraccia molti altri aspetti della ns. società).
    personalmente consiglio ai proprietari di cani impegnativi una buona recinzione, dei cartelli di avviso molto chiari ed un’educazione dei cani stessi migliore possibile. questo non ci esclude dai problemi, ma ci aiuta molto nell’evitarli.
    naturalmente quando hai a che fare con gente ignorante non c’è niente da fare.
    il mio cane corso (femmina e decisamente docile ed amato da quasi tutti i miei conoscenti compresi i vicini di casa) non poteva proprio vedere un bambino di circa dieci anni che di tanto in tanto viene a trovare i nonni (miei vicini di casa). quando lo vedeva si scatenava… così una domenica ho osservato il comportamento del bimbo in questione. passava in bici davanti al cancello e provocava il cane in tutti i modi (anche tirandogli sassi). chiaramente l’ho richiamato, chiaramente ho avvisato la nonna. ho provato anche a dargli dei biscottini da dare alla cagna… ma appena giravo l’angolo era ancora li a provocare di nuovo. e la nonna? se io ero presente richiamava il bambino (di malavoglia), se io non c’ero se ne fregava, convinta che la recinzione fosse abbastanza. ecco, è successo che il cancello motorizzato si sia aperto da solo un paio di volte… e che la cagna si piazzasse davanti al loro cancello aspettando che il bambino uscisse. mi sono cagato addosso… premetto che il cane non esce MAI dal cancello se non ci siamo noi, però odiava talmente il bimbo che voleva fargli la festa.
    in questo caso di chi è la colpa? non del cane, non del bimbo… ma dei suoi parenti idioti. però alla fine di chi è la responsabilità se accade qualcosa?? quindi ho personalmente portato il bimbo in casa e fatto in modo che imparasse a conoscere il cane (per bene). ora le cose sono ok… però quanta fatica, gente…
    del resto il cane grosso non me l’ha ordinato il dottore.

    ps. non nego che se il cane mordesse la vecchiaccia sotto sotto ne sarei felice… però il bimbo non ha colpe. e forse neanche la vecchiaccia… l’ingoranza non è sempre una colpa.

  2. Ciao , volevo fare una domanda … Io ho un cane beagle , ma è troppo amichevole ! non so come farlo diventare più aggressivo … Se è così , so che nessuno non eviterà mai di rubarmelo , anche perché va sempre da tutte le persone che vede sulla strada per farsi coccolare e a volte non mi ascolta se ci sono altre persone in giro . Quando qualcuno viene a casa nostra , o sente il campanello suonare , è la prima ad andare alla porta e quando entra gli salta addosso come se fosse suo padrone (nonostante è uno sconosciuto) . Cosa potrei fare ?

  3. Ho un cucciolone di Riesenschnauzer di quasi 8 mesi, e per quanto sia il mio primo cane sembra che il lavoro sulla sua educazione stia riuscendo molto bene: ama tutte le persone, i cani, i gatti e giocherebbe con il mondo intero (è un cucciolo, è vero, ma spero che mantenga quest’indole giocosa). Unica pecca, i bambini. E non certo per mia scelta.
    Personalmente non amo i bambini, il mio istinto materno è unicamente interspecifico, ma questi sono problemi miei: voglio che il mio cane sia calmo e si controlli bene di fronte ai bambini, che vista la sua considerevole mole potrebbero farsi male anche solo se desse loro una zampata per giocare. Ho cercato così di insegnargli a voler bene ai bambini, o almeno a non temerli, e mi sono scontrata da subito con madri psicotiche ed iperprotettive: alcune già a 10 metri di distanza dal cane (che mandava tutti i possibili segnali di felicità verso lei e la prole) tirano su i pargoli e mi strillano “tieni lontano quel cane!”, oppure dicono il classico “stai attento che ti mangia/morde!”.
    Così quella povera bestia del mio cucciolo, ogni volta che incontriamo un bambino, si mette a terra guaendo di frustrazione e mi guarda con il chiaro intento di dire “voglio solo annusarlo, perché non mi lasci avvicinare?”. Vaglielo a spiegare che non dipende da me. I risultati sono stati ancora peggiori con i figli dei parenti. Strillano come aquile, istigando il cane a giocare, per poi piangere disperati quando questi abbaia nella posizione di invito al gioco.
    Il clou è stato raggiunto con una madre che mi è passata accanto (vedendo benissimo il cane, che si faceva gli affari suoi) lasciando la sua bambina di 3 anni una decina di metri dietro di lei: la piccola ha visto il cane, è trasalita e si è nascosta dietro un angolo. Io, ingenuamente, lo ammetto, ho pensato che passando oltre senza lasciar fermare il cane non sarebbe successo niente, ma la bambina ha cacciato un urlo da far gelare il sangue appena le siamo passati accanto, facendo quasi venire un infarto a me e spingendo il cane a mettersi a terra davanti a lei per vedere cosa fosse successo: strilla sempre più acute, io che cerco di trascinare via il cane di 30 kg che mi guarda con l’espressione da “non vedi che ha qualcosa che non va? La lasciamo qui?” e la madre che finalmente nota l’assenza della figlia e mi fissa come se le stessi facendo qualcosa.
    Questa, per me, è follia.
    In compenso, giusto ieri aspettavo mia madre fuori dal supermercato e una bimba di 2 o 3 anni ha chiesto alla mamma se poteva avvicinarsi al cane (mamma che già conoscevo, suo figlio di 11 o 12 anni era stato l’unico ad approcciare correttamente il mio cucciolo): avuto il permesso, si è avvicinata camminando, ha steso le manine unite dal basso e se le è lasciate annusare e leccare, lodando il cane senza urlare. Alla fine ha voluto cercare di dargli un bacio sul tartufo, finendo per farsi leccare tutta. Al mio tentativo di evitare un lavaggio completo della piccola (almeno per igiene), la madre ha detto “non ti preoccupare, sono tutti anticorpi”. Giuro che quasi quasi avrei potuto commuovermi. 🙂
    Spero di non essermi dilungata troppo, comunque complimenti per gli articoli: contenuti e stile sono eccezionali!

  4. Bell’ articolo… Alcune cose però mi hanno fatto riflettere.. Certo che mantenere la calma in caso di “puntamento” e’ dura.. Poi se il “puntato” e’ un bambino solo o un anziano diventa ancora più difficile.. Ma perché nell’ articolo si definiscono “sprovveduti” gli eventuali malcapitati? Si devono addestrare le future vittime o i proprietari? Nella logica del “se” allora tutti quanti dovremmo munirci di porto d’armi e pistola per difenderci dai criminali.. No no.. Mi lasci dire.. La responsabilità ricade al 100% sul proprietario anche se la vittima ha commesso l'”errore” di spaventarsi. Inoltre il termine “poveretto” riferito ai non possessori non e’ molto carino. Non ho un cane da molti anni per mancanza di spazio ma la mia vita non dev’essere giudicata solo da questo punto di vista…per il resto concordo su tutto

    • Non sono assolutamente d’ accordo sul fatto che “La responsabilità ricade al 100% sul propietario”; se uno e’ cosi stupido da provocare un cane che si stava facendo i fatti suoi allora e’ sicuramente colpevole. E se uno lascia che il proprio figlio vada a provocare un cane, allora oltre che colpevole e’ pure veramente deficiente.

        • Secondo la nostra saggezza popolare: “chi e’ causa del suo male pianga se stesso”.
          Se uno e’ cosi deficiente da andare a provocare un cane che stava per i fatti suoi (o addirittura a casa sua), allora significa che il morso se lo e’ cercato e che se ha un minimo di onore e dignita si debe assumere la responsabilita delle conseguenze dell proprie azioni.
          Nessuno sano di mente penserebbe che le proprie azioni non hanno conseguenze.
          Lasci un figlio piccolo incustodito e questo si mette in un pericolo, di chi e’ la colpa? Del vicino che tiene il suo cane in giardino? O del povero imbecille che non ha insegnato al proprio figlio che i recinti non si scavalcano? Dai, diamo la colpa al tizio che aveva lasciato il suo cane nel proprio giardino e senza possibilita di uscirne. Perche il ragazzino che scavalca ed entra in una proprieta privata e’ inocente, cosi come sono innocenti quei deficienti dei genitori che non gli hanno insegnato a vivere e che non si preoccupano di controllare cio che fa.
          E anche in strada vale l’ educazione. Io non strillo in faccia alle persone che non mi piacciono, non metto le mani in faccia (o altrove) alle ragazze carine, non metto le mani in testa a tradimento a bambini che non conozco, non afferro le borse della spesa altrui, non salgo sulle automobili di perfetti sconosciuti solo per vedere se sono comode… e chi lo fa e’ un povero disadattato sociale, esattamente come chi si sente in diritto di toccare, accarezzare e simili un cane altrui senza chiedere il permesso.
          Se io accarezzassi tuo figlio senza nemmeno presentarmi prima, tu che faresti? Se io salissi sulla tua automobile per provarne i sedili, tu che faresti? Se io prendessi un panino dalla tua spesa e me lo mangiassi senza chiedere il permesso, tu che faresti? Se io ti prendessi dalle mani il tuo cellulare e facessi una telefonata, tu che faresti? Per le persone civili ed educate accarezzare un cane altrui senza permesso, strillargli in faccia, o simili rappresenta esattamente lo stesso livello di maleducazione.
          Poi se tu mi trovassi nel tuo giardino raccogliendo un fiore come reagiresti? E perche il mio cane dovrebbe reagire in modo diverso?
          Se uno e’ cos deficiente da saltare dal decimo piano sperando di atterrare in piedi, allora si merita tutti i danni che si provoca; esattamente come si merita tutti i danni che si provoca chi scavalca un cancello ed entra in un giardino dove ci sono dei cani; esattamente come si merita un morso chiunque invece di farsi i fatti suoi decide di andaré a dare fastidio a un cane che stava tranquilamente per i fatti suoi.
          Gli adulti maturi sanno assumersi le proprie colpe, i bambini viziati no. Se un adulto si e’ cercato un morso sara’ lui a scusarsi con il propietario del cane; se un bambino viziato (anche se anagraficamente adulto) si e’ cercato un morso dimostera’ la sua mancanza di maturita e di responsabilita accusando un cane che ha solo reagito a una provocazione e che non avrebbe mai fatto nulla se lasciato in pace.
          Solo gli irresponsabili potrebbero chiedere che i cani vengano addestrati a subire qualsiasi angheria senza reagire; semplicemente perche non avendo loro le palle per assumersi la responsabilita di quello che provocano vogliono essere tutelati dall’ alto.
          Qualsiasi propietario di cane (responsabile) si preoccupera di insegnare al proprio cane di non attaccare mai per primo, di sopportare piu di quanto farebbe in natura, di non dare fastidio… ma solo un emerto deficiente arriverebbe a certe forme di maltrattamento psicológico che sarebbero necessarie per protegere quei coglioni che si sentono in diritto di toccare tutto, di entrare ovunque ecc… e senza assumerserne le conseguenze.

          • Alt! È chiaro che chi entra in una casa dove è segnalato la presenza di un cane lo fa a proprio rischio e pericolo… Per tutto il resto cioè quando il cane è fuori è il padrone a rispondere dei danni a cose, animali e persone. Su internet si può scrivere di tutto ma la legge su questo punto è abbastanza chiara,comunque finiamola qua per non scaldare troppo gli animi..

          • Marco, vaya forma di discutere… veramente adulta e matura.
            Mancano gli argomenti per comtrobattere e allora si chiude con un “finiamola qua per non scaldare troppo gli animi”; insomma o ti do ragione o sono il cattivo che provoca risse…
            Poi dici che “la legge su questo punto è abbastanza chiara”; allora citiamola. Anche io potrei dire che la legge dice quello che sostengo io, senza citare articoli o altro.
            La legge italiana dice che abbiamo sia diritti che doveri (iniciando dalla Costituzione), e considera i cani come una proprieta (per triste che cio possa essere); e (se le cose non sono cámbiate últimamente) prendere una cosa altrui senza permesso e’ “furto” (e visto che dici di conoscere la legge cosi bene non hai bisogno di link). Se tu stessi seduto al ristorante e io mi avvicinassi prendendo in mano il cellulare che tu tieni sul tavolo (senza chiedere permesso e senza nemmeno salutare all avvicinarmi) tu che diresti? Ti starebbe bene se ti rispondessi che volevo solo vederlo? O che diresti se lo usassi per collegarmi ad internet senza chiederti niente? Lo stesso vale se io sto seduto al ristorante e qualcuno solleva il mio cane (secondo lui per giocarci, secondo me per rubarlo).
            E se mentre tu stai camminando in strada io (sconosciuto) mi avvicinassi e dessi una manata volontariamente e con enfasi al tuo zaino tu come reagiresti? Sarebbe mio diritto farlo? Per la legge cane e zaino sono entrambi proprieta di uno, e quindi valgono le stesse considerazioni.
            Se sei in grado di ribattere argumentando, allora fallo pure. Io apprezzo il confronto. Ma se vuoi trollare cose assurde come quelle del tuo ultimo commento… allora non far perdere tempo agli altri.

  5. Ciao, a me ultimamente succede una cosa strana con la mia australian, si spaventa per qualcosa (es: manichini, ombre se siamo al buio, persone che si avvicinano a me troppo in fretta…) lei procede di pari passo tutte le volte con: guarda bene con le orecchie in avanti, poi tutta ad un tratto si raggomitola sù, abbassa la testa e scappa a gambe levate!!! e non c’è pettorina o collare in grado di tenerla!!! le ho provate tutte!!! bocconcini, ho provato a rimanere ferma, ma a lei non interessa nulla!!! se decide di scappare… si scappa!!! poi se vuoi senza di me non va molto lontano, indietreggia 4 o 5 metri poi mi aspetta, ma se faccio per tornare verso il “pericolo” lei scappa di nuovo!!!! …non ha mai dato questi problemi, credo che si sia spaventata per qualcosa, ma devo fare qualcosa xkè la porto sempre con me e sta diventando un problema!!!

  6. Ciao Valeria, sicuramente al prossimo corso, che si terrà in autunno, mi farò vivo; grazie per la disponibilità!
    Vorrei aggiungere che siamo molto presenti anche nelle scuole, dalle elementari alle superiori. In alcuni plessi, addirittura, è la scuola stessa che propone un progetto che normalmente comprende un intervento di due ore in classe con la presenza di un cane, una visita al canile ed un incontro in campo con numerosi cani. Inoltre collaboriamo con un’associazione di volontariato che organizza incontri con portatori di handicap. In ultimo abbiamo attivato uno sportello di promozione della corretta relazione uomo cane. Insomma, ci diamo parecchio da fare e i risultati cominciano a farsi vedere. 🙂

  7. Riporto a galla questo articolo, peraltro molto interessante, per parlare un attimo del patentino. Come accennato da Dani, l’ASL TO3 (Collegno-Pinerolo) ha organizzato e svolto finora 10 edizioni del corso per il cosiddetto patentino; l’ultimo si è tenuto a maggio e, visto che nel frattempo era decaduta l’ordinanza Martini, è stato rinominato “corso formativo per proprietari di cani”. Abbiamo avuto una media di 35 partecipanti per edizione. La nostra impostazione è stata quella di seguire il programma ministeriale, dando tuttavia ampio spazio ad informazioni più pregnanti per quanto riguarda la relazione, lo sviluppo comportamentale e la comunicazione (diciamocelo, il programma ministeriale è un po’ troppo banale e il livello medio di chi frequenta i corsi piuttosto alto). Ogni edizione è stata organizzata da una Onlus (canile rifugio, associazione di volontariato per i cani o con i cani) ed i proventi, tolte le spese, sono andati a tale associazioni. I docenti sono: un veterinario comportamentalista, un educatore cinofilo e 3-4 veterinari ASL con conoscenze specifiche (che non percepiscono nulla, ci tengo a precisarlo). Abbiamo anche organizzato un’edizione gratuita rivolta agli studenti maggiorenni di un istituto superiore (iniziativa molto interessante).
    Naturalmente continueremo ad organizzare questi corsi. Inoltre a breve partirà un corso obbligatorio di due ore per tutti i futuri proprietari di cani presi in canile, inizialmente in un canile pilota ma con la volontà di estenderlo a tutti i canili dell’ASL. Mi rendo conto che due ore sono poche ma sono comunque meglio di niente…

    • Mauro, a me piacerebbe che se ne parlasse più diffusamente, di queste iniziative (a quanto mi risulta sono davvero pochissimi i Comuni che hanno organizzato corsi che, fino a poco fa, sarebbero stati obbligatori per legge!). Quindi, quando organizzerete i prossimi, fatemi sapere programmi, orari, modalità eccetera…e se vuoi scrivere anche un articolo sulle esperienze passate, magari con qualche foto, se ne avete, ve lo pubblico più che volentieri.
      Le cose belle facciamole conoscere!!!

  8. In calce alla cronaca di un recente episodio avvenuto qui a Pescara di un cane che ha azzannato un bambino (che probabilmente era andato a stuzzicarlo) ho riportato sul nostro giornale online anche le ‘regole’ pubblicate in questo tuo articolo che trovo veramente molto istruttivo ed interessante, riportando anche il link di questa pagina.
    In merito ai corsi per ‘conduttori’ di cani qui non risulta siano stati ancora fatti, come in moltissime altre parti d’Italia. Cordiali saluti. Nicola

    • Nicola, grazie per il link…e peccato per i non-corsi cinofili. Il tuo giornale ne ha parlato? Avete sollevato il problema?

  9. …A Trapani, in Sicilia Occidentale, L’ASP(Azienda Sanitaria Provinciale) ha organizzato il corso “Good Dog” insieme ad una associazione locale di educatori cinofili, con il rilascio del cosiddetto “Patentino”. Il corso si è sviluppato in 12 incontri, uno a settimana, di circa tre ore ciascuno con una parte teorica ed una pratica. I partecipanti erano 20 o poco più.

  10. ti informo che ho fatto – a novembre – il corso cosiddetto ‘patentino’ promosso dalla mia asl !!! fatot bene, docenti preparati, info ricevute di buon livello

    • Oh, benissimo! Sono felice di sapere che qualcuno li fa.
      Spero di ricevere altre notizie simili in merito da altre parti d’Italia: mi piacerebbe avere una sorta di “mappa”.
      E un’altra cosa mi piacerebbe sapere: quanta gente ha partecipato?

      • eravamo una 50ina; inoltre è stato ripetuto almeno un altra volta e mi pare ce ne sia una terza in preparazione. credo sia possibile reperire notizie tramite ASL veterinaria di Pinerolo.

          • Sì, sarebbe bello assai! Mi perdo il filo dei commenti perfino io, che sto qua attaccata tutto il giorno. Però su questo tema non c’è: mo’ chiedo allo smanettatore ufficiale di casa se riesce a trovare un plug in o qualcosa del genere 🙂

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