martedì 1 Ottobre 2024

Le esposizioni canine hanno ancora un significato? (parte prima: le porcate illecite)

Dello stesso autore...

Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

C’era una volta la cinofilia: ma c’era anche, in un tempo ancor più lontano, la cinotecnia, o cinotecnica che dir si voglia…ovvero quella sorta di “filosofia cinofila” secondo la quale un cane dovrebbe essere costruito nel modo più corretto per svolgere il tipo di lavoro per il quale è stato selezionato.
Molto, ma molto tempo fa, quando nacquero le prime esposizioni canine, il loro senso era proprio quello: un esperto nella razza X dava un giudizio cinotecnico sul soggetto Y, e i migliori soggetti identificati venivano guardati con occhio di riguardo come riproduttori.
Se i cani appartenevano a razze da lavoro, al giudizio tecnico sulla morfologia si abbinava anche quello sulle qualità caratteriali, esibite appunto durante le cosiddette “prove di lavoro”.
Quando un cane risultava contemporaneamente “bello e bravo”, ovvero riusciva ad ottenere il giudizio di “eccellente” sia in esposizione che in prova di lavoro, l’allevatore godeva come un riccio, cominciava  ad utilizzare quel cane in riproduzione e (se maschio)  lo proponeva anche per monte esterne, con la consapevolezza che avrebbe potuto migliorare la razza.
I Giudici, in quei tempi remoti, erano quasi sempre Grandi Allevatori maiuscoli, rispettati da tutti perché avevano già dimostrato di sapere ottenere il massimo in allevamento e perché avevano superato brillantemente un severo esame tecnico.
Erano persone che avevano in testa, chiare come una bella fotografia, le proporzioni, le misure, i pesi ideali rappresentati dallo Standard di razza (sempre e solo redatto in funzione dell’utilizzo pratico del cane): quando un soggetto arrivava sul ring lo paragonavano a quella foto che avevano in mente e premiavano le caratteristiche nelle quali il soggetto che avevano di fronte si sovrapponeva a quella immagine, mentre penalizzavano come difetti i punti in cui se ne scostava.
Poi il cane veniva invitato a camminare e a trottare: e il Giudice, nella sua mente, sostituiva la foto con un video in cui immaginava di vedere il movimento ideale, ripetendo lo stesso processo di identificazione di pregi e difetti.
Se a fine gara non eri del tutto convinto, andavi a parlare col Giudice che cominciava a sciorinarti con scioltezza pesi, misure, proporzioni e spiegazioni del perché, per esempio, il tuo cane aveva una bella testa, ma un collo imperfetto. Ti spiegava, per esempio, che un collo un po’ corto come quello avrebbe potuto limitare la plasticità del galoppo in un levriero come il tuo. Ti suggeriva, qualora volessi accoppiare il tuo cane, di badare a trovargli un partner con un collo particolarmente corretto, per cercare di sistemare quel problemino.
Alla fine tu te ne uscivi sempre non del tutto convinto (perché gli allevatori non accettano MAI che il loro cane possano avere un difetto), ma impressionato dalla competenza, dalla professionalità e dalla gentilezza del Giudice.
Stringevi la mano agli avversari, accettavi giudizio e qualifica e ti mettevi subito in cerca di un cane (con un bellissimo collo) da accoppiare col tuo.

Ci sono, ancora oggi, le esposizioni canine: nelle quali i Giudici continuano ad essere allevatori (o ex tali) che hanno superato un severo esame tecnico.
Solo che oggi, in Italia, quando i cani fanno il loro ingresso sul ring, può succedere (non dico che succeda sempre: ma spesso sì) che non li guardino neanche in faccia.
Quelle che guardano realmente sono le facce dei conduttori (anzi, degli handler, in inglese che fa più figo), che immediatamente scremano dall’alto della loro esperienza: questo è un allevatore, quei due sono handler professionisti, questo è un pirla qualsiasi che ogni tanto appare con il suo cane… quello là boh,  mai visto, dev’essere un novellino che porta il suo cane a questa expo solo perché abita a due chilometri da qui, quindi sarà la prima e l’ultima volta che lo vedo.
A questo punto le qualifiche sono belle che attribuite, con il seguente criterio: Eccellente agli allevatori e agli handler professionisti, indipendentemente dalla qualità di ciò che portano al guinzaglio (gli handler, in un tempo non troppo remoto, accettavano di presentare solo cani di alto livello, per evitare figuracce: ormai presentano anche le peggiori ciofeche, tanto hanno capito che vincono lo stesso); Molto Buono al novellino, che intanto sarà felicissimo perché crede che “Molto Buono” sia un complimento, mentre in realtà per prendere meno di così bisogna presentare un carciofo con la coda.
Il pirla qualsiasi…vedremo, magari do’ un’occhiata al cane e poi decido.
Intanto, però, bisogna fare la classifica, perché gli Eccellente (ovvero gli handler e gli allevatori) sono cinque o sei e non possono vincere tutti.
Allora: l’Eccellente primo lo diamo a quell’allevatore lì, perché è il Presidente del Gruppo cinofilo della città Y che mi piacerebbe tanto visitare, non ci sono ancora stato. E se gli faccio vincere il cane, ovviamente mi chiama a giudicare lì.
Oppure potrei darlo a quell’altro, che in effetti ha il cane un po’ fuori pelo… però mi ha promesso che mi ritira tutta la cucciolata che mi è rimasta sul gobbone.
Un posto sul podio lo devo dare di sicuro a quell”handler lì,  perché, poveraccio, lui con questo lavoro ci campa: certo che se lo piazzo più indietro del secondo posto rischia di perdere il cliente (e poi le sei bottiglie di vino che mi ha mandato a casa erano proprio buone).
Ah, lì c’è un altro handler, che anche lui poveraccio, deve campare: però non mi ha mandato neanche una cocacola.
Eccellente quarto.
Agli altri troviamo la scusa che i cani erano bellissimi, ma fuori forma (mettendoli comunque in rigoroso ordine di toelettatura);  però segnamoceli, che la prossima volta li mettiamo più avanti. Altrimenti si incazzano e piantano grane col loro Club perché non mi vogliono più a giudicare la loro razza.
E adesso vediamo chi mandare sul ring d’onore… uhm, il maschio in classe Campioni mi piace di più, ma quello che presenta la femmina in Libera non è forse il consigliere del Club che mi è venuto a prendere all’aeroporto quando hanno organizzato il loro raduno?  Fa’ un po’ vedere bene la faccia! Cavoli, la smettesse di stare piegato sul cane…che non possiamo star qui tutto il giorno. Oh, ecco…ecco che alza la testa: ma sì, è proprio lui!
E’ proprio quello che, qualche anno fa, in albergo mi ha fatto trovare quella simpatica sorpresina: quella che mi chiamava “scodinzolino mio”, perché sapeva che ero un giudice di cani.
CAC, CACIB, BOB!

Va sempre così?
No, grazie al cielo no. Ho detto “spesso”, non  “sempre”.
I giudici seri (che adesso si chiamano Esperti Giudici, come se quelli di prima fossero degli imbecilli) esistono, esattamente come esistono gli allevatori seri.
Però, proprio come gli allevatori seri, bisogna individuarli e imparare a riconoscerli: perché purtroppo, anche ho ovviamente esagerato un filino, tutte le cose urende che ho descritto sopra succedono veramente.
Magari non tutte contemporaneamente (a volte sì), ma succedono. E ve lo posso garantire essendo stata allevatrice, avendo utilizzato diversi handler e avendo fatto parte del consiglio direttivo di un Club… al cui interno, sia chiaro, succede pure di peggio.

Per esempio, ci sono le riunioni del Consiglio in cui, all’ordine del giorno, potrebbero trovarsi (faccio esempi a caso) i seguenti punti:
a) grave allarme sul fatto che all’interno della nostra razza ci sia un incremento mostruoso della tal malattia genetica;
b) esame della denuncia fatta dal cliente dell’allevatore che ha venduto un cane figlio del cane X facendolo risultare come figlio di Y;
c) scelta dell’Esperto Giudice per la Speciale di Vattelapesca.

Bene, la riunione si svolgerà in questo modo:

punto a): cinque minuti di discussione, al termine dei quali si decide che alla prossima riunione valuteremo la possibilità di rendere obbligatorio un esame per la diagnosi precoce della tal malattia genetica.
punto b): un minuto e quaranta, giusto il tempo di dire all’allevatore incriminato (se presente, in quanto membro del Consiglio stesso): “Ma porca puttana, se devi fare ‘ste porcate almeno falle bene, senza farti beccare!”.
Se invece l’allevatore non è presente gli si manda una letterina (che verrà scritta con calma più tardi, dal segretario) in cui lo si informa che il deprecabile caso che lo riguarda è stato segnalato al Collegio dei Probi Viri che lo convocherà per il mese successivo, quando gli dirà “Ma porca puttana, se devi fare ‘ste porcate almeno falle bene, senza non farti beccare!” (magari gli darà anche una multa, ma  non è detto).
punto c): quattro ore di rissa selvaggia: tre per stabilire quale Giudice dev’essere chiamato per la Speciale (ovviamente ognuno vuole assolutissimamente quello che ha fatto vincere più spesso il suo cane), più un’ora per decidere chi dovrà andare a prenderlo all’aeroporto.

Va proprio-proprio sempre così?
Ehm…sì. O almeno, ci si picchia molto vicino.

Tutto ciò può spiegare, in parte, per quale motivo alcuni Esperti giudichino chiacchierando col commissario di ring (viste da fuori sembrano discussioni molto tecniche, ma in realtà la domanda più frequente è “chi è quello lì? Tu lo conosci?”) , mandando sms sul cellulare mentre il cane fa il suo giro al trotto, non toccando neppure il bobtail o il collie con quattro metri di pelo contonato e laccato, sotto il quale potrebbe esserci veramente di tutto, e così via.
L’altra parte della spiegazione sta nella tragica esistenza dei cosiddetti “all round”, ovvero dei famigerati Giudici abilitati a giudicare tutte le razze del mondo.
E figuriamoci.
Le razze canine riconosciute sono uno sproposito, più di trecentocinquanta: non basterebbe una vita per studiare davvero, imparare a memoria e magari anche capire ed interpretare, gli Standard di ognuna di esse.
Quindi il Giudice all round conosce bene la sua razza (o almeno si spera); ne capisce di altre tre-quattro che magari gli piacciono particolarmente; si è fatto un’idea decente di un’altra decina di razze molto diffuse, che quindi gli capitano sotto gli occhi in quantitativi industriali ad ogni expo, e bene o male ormai ci ha fatto l’cchio per forza.
Per tutto il resto, questo signore è Esperto quanto il cugino del mio verduriere, che ha una passionaccia per i cani e ogni tanto si legge qualche monografia cinofila.
Aggiungiamo che la qualifica di “all round” viene sempre e solo attribuita al culmine di una lunghissima carriera: col risultato che questi signori, oltre ad essere “Esperti relativi”, spesso sono anche ultraottantenni che possono manifestare qualche vago calo delle capacità visive  (infatti, quando confabulano col commissario di ring, non gli chiedono più “Lo conosci quello?”, perché ormai conoscono TUTTI da due generazioni. Adesso chiedono: “Tu che ci vedi bene…quello lì con maglione rosso è proprio il famoso handler  americano, o è uno che gli somiglia?”).
A volte, oltre alle capacità visive, gli calano pure quelle cognitive (vedi: “Questo cane non è abbastanza quadrato!” “Eh, meno male, visto che è un pastore tedesco!” “Ma cosa dice? Il pastore tedesco deve stare nel quadrato!”. Episodio, ahinoi,  realmente accaduto).
L’unico lato buono degli ultraottantenni è che ormai non gliene frega più nulla di chi va a prenderli all’aeroporto.

Assodato tutto questo:  ha ancora senso portare un cane a un’esposizione canina?
In teoria no. In pratica sì, perché gli allevatori – a differenza dei Giudici – NON devono dare alcun esame per ottenere l’affisso: ergo, non sono tenuti a capire qualcosa di cani.
Sembra folle (no, lasciatemelo proprio dire: E’ folle!), ma funziona così: per diventare allevatori basta fare due cucciolate e – ovviamente – pagare una bella cifretta all’ENCI.
Il resto è tutto un optional. Optional che, grazie al cielo, moltissimi allevatori prendono seriamente, studiandosi a fondo la propria razza, con tutti i pregi e difetti possibili, con tutte le linee di sangue, con le possibili malattie genetiche e compagnia bella.
Altri, però  (specie quelli che allevatori si improvvisano, guarda caso, proprio quando una razza diventa di gran moda), non hanno alcuna intenzione di studiare alcunché, e la scelta dei riproduttori la delegano proprio alle expo. Più il cane vince, più gli faranno fare cuccioli.
A queste persone, tocca ammetterlo, le expo servono ancora: perché il Giudice, alla fin fine, l’esame cinotecnico l’ha superato. Qualcosa di cani SA. A volte ne sa parecchio.
E se è vero che qualifiche e classifiche potranno essere assegnate con i criteri visti sopra, è anche vero che il giudizio sul ring, anche solo per salvare la faccia, lo devono dare. Pregi e difetti li devono ancora individuare e citare. E mettere pure per iscritto.
Se si ignora la classifica, se si prende con beneficio di inventario la qualifica (visto soprattutto che ormai  un Eccellente non si nega a nessuno) e se si leggono SOLO i giudizi, qualcosa di buono può ancora venirne fuori. Qualche indicazione utile per l’allevamento può arrivare (ma di questo parleremo più a fondo nella seconda parte).
E poi si può sempre avere l’immane culo  (o la saggezza, se si pre-selezionano le expo a cui partecipare) di beccare il Giudice serio, veramente appassionato, magari giovane e ancora pieno di Sacro Fuoco, che essendo appunto giovane e non conoscendo ancora tutte le facce può perfino prendersi la briga di guardare i cani e di metterli in ordine di merito e non “di guinzaglio”.
Magari ne capisce anche e dà giudizi corretti.
Attenzione: se li dà TROPPO corretti, e magari sega il cane del Famoso Allevatore o dell’Handler VIP, la sua carriera potrebbe concludersi qui. Ma non disperiamo: c’è sempre il raro caso del Giudice corretto E ammanicato politicamente (in cinofilia o fuori di essa), che viene sempre chiamato perché, anche se ci tocca subire un giudizio davvero competente, poi con le sue conoscenze ci può tornare utile in qualche altro campo.
Il Giudice ammanicato MA competente e al di sopra dei giochetti corrotti  lo si riconosce facilmente dal fatto che gli organizzatori non gli presentano MAI i propri cani (intesi come “figli dei loro cani” o come “loro cani intestati ad altri” – magari il giorno prima –  perchè quelli di loro proprietà non possono presentarli per regolamento), a meno che non siano davvero dei cani della madonna.

Insomma, come dovrebbe comportarsi, oggi, un allevatore?
Apparentemente è molto semplice: se ne capisce di cani, se è in grado di valutare e giudicare da solo i propri soggetti, potrebbe tranquillamente starsene a casa, risparmiando tempo, soldi e incazzature, e girare alla larga dalle expo.
Problema collaterale: in questo caso non avrebbe mai coppe e coccarde da mostrare orgogliosamente ai clienti (che ci tengono: e se non gliene fai vedere almeno uno scaffale pieno, cominciano a chiederti “scusi, ma perché i suoi cuccioli costano così cari, se i genitori non hanno vinto un accidenti?”. E non hanno neppure tutti i torti.
La soluzione più facile (che infatti è abbastanza utilizzata…) è quella di aggirare il problema frequentando a spron battuto esposizioni  locali, strapaesane, di parrocchia.
Non solo un discreto allevatore vincerà sempre e comunque, scontrandosi con cani di negozio, “fatti in casa” e magari senza pedigree, ma si porterà a casa copponi giganteschi anche solo per aver vinto la classe (e siccome è probabile che arrivi fino al Best in Show, se ha un cane appena appena decente, tornerà a casa con sette-otto chili di coppe: con cinque o sei “locali”,  uno scaffale si riempie).
Purtroppo alle locali mancano i CAC e i CACIB, e quindi i campionati: ma per questi si può rimediare andando all’estero (se si hanno soldi da spendere), possibilmente in staterelli piccoli, dove ci sono pochi cani e spesso bruttini. E soprattutto, dove bastano due CAC per finire il campionato (e se poi becchi pure il CACIB, finisci anche quello internazionale).

Se l’allevatore NON capisce un accidenti di cani, ma non vuole neppure accoppiare a casaccio e spera in un giudizio esterno valido per selezionare gli accoppiamenti,  allora in expo gli tocca andarci. Ma dovrà imparare a distinguere, a scegliere, a selezionare: non i cani, ma gli Esperti Giudici.
Perché , ripeto, quelli corretti ci sono, quelli bravi anche:  l’abbinata è drammaticamente rara, ma qua e là troviamo anche quella.
In generale:  è mediamente più facile avere un giudizio onesto da un Giudice straniero (specie se a prenderlo all’aereoporto ci va la donna delle pulizie del Club, oppure un allevatore che non spiccica una parola nella lingua del suddetto Giudice).
E’  quasi sempre più facile avere un giudizio onesto da un Giudice giovane, che ancora non è caduto nelle spire del  Sistema: forse non avrà una grande esperienza, ma sopperirà con la pulizia morale. E poi, essendo fresco di studi, è più facile che si ricordi qualcosa sugli Standard.
E’  mediamente più facile avere un giudizio onesto da una donna, perché non ho mai sentito, in trent’anni, che a una Giudice femmina qualcuno abbia fatto trovare sorpresine in albergo: e non datemi della maniaca, se insisto su questo punto, perché purtroppo conosco nomi e cognomi   – anche se per ovvi motivi non posso farli – di molte, troppe persone che fanno “girare” più ragazze nel mondo cinofilo che all’ Olgettina (il che è tutto dire).

Ultima considerazione: sono di più i Giudici corretti o quelli corrotti?
Impossibile stabilirlo, anche perché ovviamente non conosco tutti gli Esperti mondiali: l’importante, però, è che l’allevatore o il proprietario di un cane non infilino direttamente nella seconda categoria il Giudice che non l’ha fatto vincere.
La tentazione è fortissima, specie quando si sa come funzionano le cose: però la cosa non è così automatica.
Anche l’allevatore più competente, quello che davanti a un cane estraneo saprebbe redarre un giudizio impeccabile, di fronte a suoi cade un po’ vittima della “sindrome dello scarrafone” (quella per cui “ogni scarrafone è bello a mamma sua”): ne sono stata vittima io stessa, quindi SO benissimo che non è questione di malafede, ma soltanto di amore. Nei nostri cani ci innamoriamo dei pregi e a volte non riusciamo proprio a vedere i difetti: e sapendolo, sarebbe molto bello poter pensare “vado in expo e mi fido di quello che dice il giudice, perché lui non ha la fette di prosciutto sugli occhi”.
Un tempo si faceva davvero. Ora non più. Perché a forza di scoprire marciume, corruzione, porcate di ogni genere, è assolutamente UMANO che un allevatore (o un proprietario) pensi: “Ecco!  Se non gli piace il mio meraviglioso cane, costui dev’essere PER FORZA corrotto!”
Purtroppo, a volte, la triste realtà è che il nostro cane non è poi così meraviglioso. Ma in questo ambiente e di questi tempi, diventa sempre più difficile ammetterlo: trovare capri espiatori è moooolto più comodo e gratificante.

 

 

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

    Visualizza tutti gli articoli

Nella stessa categoria...

27 Commenti

  1. Sarebbe bello creare un mondo expo parallelo dove le razze sono giudicate solo da esperti di quella razza, o da allevatori che lavorano con passione per mantenere le caratteristiche della razza.
    E sarebbe ancora più bello creare un ENCI parallelo!!!!!!!
    E vai!!!! Non prendetemi per pazza. Io cerco di continuare seguendo solo la mia passione sfegatata, fregandomene di tutto il marcio che cerco di combattere incacchiandomi e scrivendo a destra e sinistra….e, nonostante ottenga risposte folli, incompetenti etc. etc. continuo ancora e ancora. Però cercando di fare cose + furbe e che sono più mirate a far lavorare il cane rispettando le caratteristiche della sua razza. E mi metto in gioco in prima persona facendomi km. x andare a farci le ossa insieme. Siamo noi, che siamo la base, che dovremmo essere più impegnati in prima persona. Comunque la vita vola e, dover accettare sempre le solite schifezze non va bene. Se gli altri non vogliono cambiare, perchè a loro va bene così………(stendiamo un velo pietoso) e fanno solo finta di indignarsi…..noi andiamo x la ns. strada. Rompendo però sempre e comunque le palle ai precedenti! Buon lavoro e auto rilassamento!!!

  2. <3 <3 <3 Ecco si, Valeria……sopratutto la prima parte dell'articolo, dove ricordi per benino ciò che dovrebbe essere…dovremmo farne un manifesto da spedire alle società specializzate, all'enci, ai giudici , agli allevatori….

    Brava !!!!

  3. questi articoli mi consolano delle risate che si fanno i miei amici quando dico che le mostre canine dovrebbero essere delle gare di morfologia e non degli show televisivi, che noi allevatori non siamo delle “veline”, che il criterio di giudizio non dovrebbe essere l’appariscenza ma la corrispondenza agli standard. E come dicono in parecchi basta con l’ipertipo e basta anche con i giudici che si costruiscono (direi inventano oppure gli vengono suggeriti dagli handler o dagli allevatori “di grido” che sfruttano l’ignoranza altrui) criteri di scelta propri che non corrispondono allo standard e quindi non sono criteri di scelta per la razza

  4. Marò…tristemente illuminante… ;P Mo telefono all’amico handler in Slovacchia e mi faccio riportare a casa Daretta :)))

  5. bell’articolo..complimenti..quante verita’..io come allevatore mi demoralizzo ogni volta che partecipo ad un’expo,,ma non per la ragione di qualifiche o meno dei miei cani ma per il modo superficiale che molti giudici hanno nel valutare i soggetti..ho sentito piu’ di una volta dire ;- Ah questo lo conosco anche se non lo guardo so’ com’è poi è campione..il BOB lo do’ a lui..ne avrei tante da dire episodi ai quali ho assistito veramente vergognosi..handler che entrano nel ring con cani scorretti zoppicanti e che ne escono con la qualifica in tasca..io dico sempre alle persone che si rivolgono a me sia per consigli che per un cucciolo..signori quello che conta per un buon allevatore è aver dei buoni cani e non tanto dei cani campioni
    Io allevo una razza molto difficile e la quale rischiava di perdere la funzionalita’ per la qual è stata creata, il KK inglese (essendo una razza dinglese) ne ha modificato lo standard questo è stato ratificatodalla FCI ed entrato in vigore da circa 8 mesi, ma niente è cambiato vincono sempre i cani ipertipici, chiaramente se presentati da handler o da famosi allevatori, si invece presentati da privati gli viene detto che è un cane vecchio standard ed in questo caso niente qualifica..è una giungla di incomprensione..infatti credo che se a breve non cambieranno le valutazioni dei giudici scrivero’ una lettera sia al KK Inglese che alla FCI e pure all’ENCI per avere delucidazioni comunque credo che continuando cosi’ si rovineranno le razze avremo sempre piu’ dei cani “finti”. Io come allevatore ho una mia politica…selezionare e non tanto vincere dei campionati..questi li lascio ai chiaccheroni e a chi mette avanti il proprio ego..e non la salute delle razze in genere..

    • @Cristina: standing ovation. Visto il tuo post direi che allevi bassethound… razza inglese, standard modificato da poco… cmq, anche se non avessi azzeccato la razza, il discorso non cambierebbe: BASTA CON L’IPERTIPOOOOO!!! In tutte le santissime razze del mondo. Dobbiamo allevare cani, non caricature!

      • Si allevo con tanta passione ed amore bassethound, razza unica sia nell’aspetto che nel carattere, ma haime’ se non viene modificato almeno negli eccessi le caratteristiche avremo cani certamente che della funzionalita’ del segugio non hanno piu’ niente.
        Nei ring spesso si vedono muovere dei soggetti che sembrano piu’ dei molossoidi che dei cani da caccia, con pelle che abbonda e ricade da tutte le parti ossatura enorme, ma purtroppo sono i cani che vincevano prima proprio perche’ sostenuti da handler o da allevatori ben ammanicati ed adesso anche se lostandard è cambiato la valutazione NO. Mi sono sentita dire che nel nuovo standard non ci sono misure precise pertanto sta’ all’interpretazione del giudice valutare, ma scherziamo…il KK inglese ha modificato tale standard priprio perche’ i soggetti andavano incontro ad un ipertipicita’ esagerata e dannosa. E’ una vergogna dovrebbero proprio essere i giudici a studiare il vero standard delle razze e valutare bene in expo le modifiche che questo ha apportato ma figuriamoci.. ed un allevatore che deve fare..valutare da solo e cercare sempre piu’ di fare dei cani sani che non possano avere dei proplemi proprio per la troppa ipertipicita’e..in tasca all’expo che vinca chi vogliono..non certo ( molte volte) il migliore..

  6. Quante tristi verità, purtroppo!! Io seguo la cinofilia e le expo da quarant’anni ormai, e ho davero assistito al declino della cinotecnia e al trionfo del nonsense.
    Anch’io continuo a frequentare le expo perchè anch’io ne sono rimasta contagiata, sono ammalata di cinofilia e ormai sono un caso inguaribile. Ma ho finito di portarci i miei cani per sentirmi dire baggianate da chi conosce la razza molto peggio di me. Scelgo solo poche expo mirate con giudici che so essere competenti (per una razza come la mia, dunque, solo all’estero). Ma difronte a tutto questa inflazione di campioni che di speciale hanno ben poco anzi, che ne sarà del futuro della selezione e delle razze?
    Boh, sperando in tempi migliori…

  7. ciao valeria, ti leggo e ti stimo dal numero 0 della tua rivista ti ho seguita on line cartacea e ora.., con qsto articolo stimo i giudici che si sono rifiutati di essere..rimanendo in tema, mi piacerebbe avere tua risposta su come i boxeristi vivono il BCI odierna..TENETEMI! altra cosa ..sei socia BCI???

    • @Nadia: no, non sono più socia di nessun club. A dire il vero, in questo momento non ho neppure un cane 🙁
      Come vivono i boxeristi il BCI? Credo dipenda dai boxeristi 🙂
      Ne ho sentito ieri una che mi ha detto “non faccio più nessuna vita di club, tanto non cambia mai nulla, sempre le solite mafie”. Ma presumo che altri siano contenti… altrimenti perché ci sarebbero sempre le stesse facce ai vertici, da secoli?

  8. Hai proprio ragione, come al solito il tuo articolo ci prende in pieno!!
    Anche a me è capitato un all round qualche anno fa, giudicando il mio corso disse: il tuo cane ha la testa troppo quadrata, lunghezza e larghezza sono uguali..così non va bene… mi diede eccellente ma fuori dal podio….io non sono un allevatore professionista ma lo standard lo conosco, protestai :” ma lo standard dice ,la sua larghezza al livello delle arcate zigomatiche è uguale o supera la sua lunghezza ”, lui disse che mi sbagliavo…..lasciai perdere, ma ci rimasi male non tanto per la qualifica che era comunque eccellente e migliore femmina, figurarsi io ero un privato appassionato…ma sto fatto non mi è mai andato giù, avrebbe potuto trovare un’altra scusa…..,o era veramente rinc……vista l’età (vi assicuro che non era per niente giovane!!!)?

  9. sono un po’ denis e un po’ valeria .. ma anche un po’ mariachiara .. Ho delle crisi di identità? .. 😀 così parrebbe 😀 tutti voi accendete una luce per incentrare l’attenzione su UN punto specifico delle expo.. e tutti voi avete centrato l’obbiettivo .. le expo sono tutto questo e ancora altro .. personalmente amo molto trovarmi con chi ha la mia stessa razza per scambiare esperienze, guardare cani sconosciuti, vedere con i miei occhi cosa un certo riproduttore ha dato su quella cagna. poi avrei un paio di robine da dire sul giudice giovane, specialista, allevatore, animato da sacro fuoco.. ma visto che mi son bruciata me lo tengo 😀

    • @Dani: guarda che anch’io sono un po’ denis e un po’ mariachiara… perché alla fin fine il “virus” delle expo ci ha contagiato tutti, perché hanno molti lati divertenti, perché siamo tutti orgogliosi di esibire la coppetta e chi dice che non gliene frega nulla è sincero come Berlusconi.
      Però… PERO’ il significato cinotecnico, in tutto questo, non c’è. E invece le expo dovrebbero averlo, altrimenti a chemminchia servono?
      Solo agli umani, ma non ai cani? Non è mica normale…

  10. …c’è anche un altro problema: quanto è definito e preciso lo standard? alcuni standard inglesi non lo sono, per cui ci sono state molte “interpretazioni”. Caso eclatante, il labrador. Quelli da show sono spesso inguardabili, soprattutto i maschi con le loro teste da rottweiler. E’ vero che i giudici, anche gli specialisti di retrievers, hanno avallato quanto fatto dagli allevatori (recentemente è intervenuto anche il Kennel Club d’oltre Manica, per cercare di far capire ai giudici che certi cani vanno penalizzati), però c’è stata una deriva del pensiero e del senso delle proporzioni. Vedere cani da lavoro ridotti a dei botoli da ring fa male al cuore.

  11. sono d’accordo con quasi tutto, però c’è un problema in più, ed è che il giudizio scritto, che dovrebbe essere comunque ‘illuminante’ per l’allevatore, non è obbligatorio secondo le regole FCI. Questo significa che in molti Paesi questo giudizio scritto… non viene stilato. Il giudice guarda, esamina, qualifica e stila la sua graduatoria. Ovviamente senza parlare con l’espositore durante il giudizio perché, questo sì, è vietato dappertutto. Stop. Io sono italiana ma vivo (e allevo) in un Paese in cui non esiste giudizio scritto. È vero, fuori giudizio è sempre possibile chiedere al giudice cosa pensa del cane (sempre e quando si parli una lingua… comune). Però questa non può essere la norma, perché è evidente che in uno show in cui a ogni esperto tocca almeno una cinquantina di cani… le cose si farebbero difficili se dovesse dare ‘udienza privata’ a tutti gli espositori.
    C’è anche un’altra considerazione: le expo NON servono soltanto per avere un giudizio. A me come allevatore piace andarci con i cani che ritengo veramente eccellenti e in perfette condizioni, con i cuccioli tipici che devono ‘farsi’. E questo per il gusto della giornata espositiva, per il piacere di far conoscere la mia razza a chi magari non l’ha mai vista in vita sua, anche per la gioia di scendere in pista con un cane ‘pensato’ (attraverso la scelta dei genitori), cresciuto, preparato (a tutti i livelli) DA ME. Esibizionismo? Eh, un pochino di sicuro sì. Ma anche tanta voglia di vivere una dimensione di vita con il cane, di far diventare il cucciolotto ‘timido’ un ‘matador’ a cui è difficile non dare almeno una seconda occhiata.
    Capisco le critiche mosse da Denis, però non è che solo le ciofeche abbiano bisogno di essere educate alla pista. Un cane da show nasce con certi requisiti psichici e fisici, ma nasce anche dal lavoro delle persone che scelgono di puntare su di lui. È come un atleta che deve sottoporsi ogni giorno ad allenamenti, regimi dietetici, sedute di fisioterapia e molto altro per raggiungere veramente il massimo nelle sue performance.
    I giudici? A volte funzionano, a volte purtroppo no (e questo non a seconda di come valutano i miei cani). Però comunque sono solo una parte dello show, non il centro. Per fortuna.

    • @Mariachiara: mah… sinceramente anch’io confesso di essermi divertita (almeno per i primi 4-5 anni…poi è cominciato a subentrare un vago senso di “chepalle”…) ad andare in expo coi cani tutti tirati, lucidati, in perfetta forma, che sicuramente erano un piacere per gli occhi molto più dei botolastri infangati, sbavazzati, coi fili d’erba che gli uscivano dalla bocca ecc.ecc. che erano invece i miei cani a casa mia, dove facevano “i cani” in massima libertà. Però dubito che a loro fregasse qualcosa di far piacere ai miei occhi (o a quelli del giudice, se è per questo!) e credo che si divertissero immensamente di più a casa… anche se in expo gli piaceva venire, più che altro a causa dell’overdose di bocconcini 🙂
      Che poi il cane da show debba essere ‘sto grande atleta…’nzomma, dai … per fare due giri di ring non mi pare ci voglia tutto sto allenamento! Se li alleniamo SOLO per lo show, e non per il lavoro per cui sono nati, a mio avviso li “discaneggiamo” un po’ . Un po’ tanto, a volte: specie quando i cani da show diventano “una razza a parte”, come è successo alla mia (che infatti non posso più guarda’) e a molte altre.
      P.S.: sul giudizio scritto sono d’accordo al 300%. Dovrebbe essere obbligatorio ovunque.

      • forse mi sono spiegata male: io intendevo ‘atleta’ nel senso più completo del termine. Anche un carlino se si vuole che sia un cane da expo per davvero deve sviluppare caratteristiche ‘speciali’, deve essere preparato. È normale che in show si vedano anche cani presi e portati lì, per avere un giudizio o per pura curiosità, però quelli NON sono ‘show dog’, sono visitatori occasionali. Il lavoro che si fa con e per il cane è appassionante… capisco che ci si possa stufare ma io devo essere proprio bambina dentro, perché ho iniziato negli anni Ottanta e anche se ho dovuto ‘mollare’ per qualche anno appena ho potuto ho ricominciato con più entusiasmo di prima 🙂 Il rovescio di questa medaglia purtroppo sono le persone che invece di migliorare il cane attraverso il lavoro continuo con lui e su di lui non si fanno scrupoli e lo ‘alterano’ con mezzi illeciti e degradanti come le tinture e simili. Ma le cose non vanno così dappertutto. Di recente ho letto una petizione di molti cinofili inglesi (e non solo) esasperati che chiedono che al Crufts i migliori di razza prima delle foto di podio non vengano prelevati dal ring e sottoposti a controlli severissimi tesi a dimostrare che il cane non ha nel pelo tracce di lacche, prodotti al silicone e simili, vi passo il link per leggere la petizione (se è contro qualche regolamento del sito mi scuso in anticipo, ma penso di no):
        http://www.ipetitions.com/petition/coat-testing/
        A me al contrario è capitato di vedere un giudice imbarazzatissimo che dopo aver esaminato un cane non sapeva come fare per pulirsi le mani, sporche di un nero vischioso che non andava via nemmeno con l’aiuto di un fazzolettino… Ora io dico, forse con un po’ di buon senso certi estremi si potrebbero evitare…

  12. Quante verità. Io dopo anni di frequentazione alternandomi a espositore e commissario di ring sono tristemente giunto alla conclusione che infatti…. non ha piu’ senso.
    Oltre agli episodi di giudizi dati al conduttore di cui parli, che confermo in pieno (magari come dici tu… non cosi’ spudoratamente tutti insieme), io ho assistito anche a un cambiamento nel criterio di valutazione… dove l’effetto “show” diventa sempre piu’ rilevante a discapito della cinotecnia. Che in parole povere significa che vince chi spende piu’ soldi dal toelettatore piu’ bravo, o chi impiega piu’ tempo a formare il cane a camminare nel modo piu’ elegante possibile o chi è piu’ bravo a far capire al cane a suon di bocconcini e premi che deve tenere il piede proprio li’ e proprio cosi’ e deve stare fermo con la testa cosi’ anziché cosa’. Che non è facile eh… solo che al fine dell’allevamento… insomma io prererirei impiegare denaro ed energie diversamente.
    Quindi… oggi come oggi può capitare che, anche ammesso di trovare un giudice onestissimo, e completamente sopra alle parti che giudica senza pensare al fatto che il signor X è uno che porta dieci cani tutte le domeniche e il signor Y ne porta uno ogni tre mesi, che non si fa scrupoli a far vincere A tutte le volte se ritiene che ha i cani piu’ belli incurante del fatto che poi va a finire che B, C e D i loro cani non li portano piu’… anche ammesso di trovare quello che dà molto buono già alla classe giovani rischiando di scoraggiare da subito e non aspetta di farlo quando hai già vinto qualche cosa e rischi di fare il campionnato. C’è comunque il rischio di una valutazione che tiene che premia soprattutto il cane che a) cammina perfettamente a testa alta guardando fiduciosamente la mano in cui il conduttore tiene nascosto il suo wurstel di fegato al gorgonzola tartufato, b) sta in posa statuaria a testa alta guadando l’obiettivo senza tirare fuori la lingua anche se ci sono trenta gradi, c) è presentato da un conduttore che dà un’impressione di professionalità e serietà. Perché poi vanno le foto sui giornali e l’effetto è molto diverso se c’è va il signor Ferretti Luigi con i jeans e il maglione blu a scacchi o se c’è la dottoressa Laura Beatrice Biagiotti Ferretti in tailleur blu con accessori abbinati e logo dell’allevamento.
    Che può anche avere una sua logica…. se non fosse che tutto quello che riguarda standard, funzionalità… in una parola “cinotecnia” passa in secondo piano.
    I media che si occupano di questi eventi li trattano alla stessa stregua di sfilate di moda, andano a riprendere le cose piu’ appariscenti… le operazioni di fonatura dei barboni a bordo ring, le sfilate di shih-tzu, maltesi e razze agghindate, gli accessori, i gadget…. parlano dei prezzi da capogiro, intervistano chi vanta un curriculum di centinaia di expo in tutto il mondo, chi ha fatto tanti chilometri, chi stupisce con frasi d’effetto… e mai nessuno che intervanga a dire “no, guardate che le expo non sono questo. Hanno finalità diverse…. Non è una sfilata di moda.”
    Forse perché infatti ormai… “sono” una sfilata di moda. Non lo erano, ma lo sono diventate.

    Per quanto riguarda i giudici allrounder, so che sono molto criticati (come hai fatto anche tu) per la presunta incapacità di poter conoscere centinaia di razze…
    Io invece non sono dello stesso parere… in realtà, con una formazione adeguata, non è impossibile poter dare un giudizio “tecnico” anche a una razza che non si è mai visto… se si è letto lo standard il giorno prima. Basta che si sappia che appunto si tratta di un giudizio di un tecnico e non di uno specialista. Ed è proprio per questo che il regolamento prevede l’esistenza di esposizioni “speciali” e di esposizioni “nazionali” e “internazionali”.
    A una speciale si dovrebbe “pretendere” che il giudice abbia molta esperienza con la razza, che abbia allevato, che abbia visto tanti di quei cani e che abbia una passione tale che magari con la terza elementare, senza nemmeno sapere che cosa significa convertente o divergente, o dov’è l’occipite, sappia riconoscere le linee di sangue dalla faccia e sia in grado di dire di valutare quanto sia bello un cane semplicemente perché riesce a vedere quanto somiglia alla foto che ha in mente.
    Viceversa a una nazionale o internazionale, mi aspetto che il giudice abbia visto tanti cani di razze diverse e abbia uan formazione teorica accuratissima (quindi che sappia dov’è l’occipite… non mi perdo a raccontare aneddoti, ma mi scappa da ridere a distanza di dieci anni) e che riconosca l’adrenza a uno standard studiato il giorno prima anche di un cane che vede per la prima volta.
    Io non sono giudice, ma, realisticamente, ti assicuro che se mi presentano un qualsiasi meticcio, ti so dire quanto è alto, se è costruito nel quadrato, se ha il muso lungo quanto il cranio, se ha l’orecchio inserito alto o basso, se ha la coda arrotolata sul dorso o a falce, se ha sottopelo, se ha l’occhio a mandorla e ogni altro dettaglio che può essere indicato in uno standard. Non dico di sapere tutti gli standard a memoria (qualcuno si’ :)… ma se sapessi di giudicare una razza, almeno andarselo a scaricare il gionro prima…
    La somma di giudizi di tecnici e di specialisti dovrebbe garantire la qualità totale. Perché entrambi hanno… pecche. E si compensano. Anche i giudizi troppo “specialisti” hanno delle controindicazioni.
    Il guaio è che invece la distinzione speciali, internazionali e nazionali esiste solo sulla carta. Di fatto può capitarti benissimo che a una speciale ti giudica il solito allrounder, all’internazionale trovi il giudice mantovano che l’anno prima hai trovato al raduno, alla nazionale trovi lo specialista che guarda l’espressione in barba allo standard.
    La critica all’allrounder credo non debba essere fatta alla figura in sé. Il problema è quello che hai fatto notare anche tu: spesso gli allrounder sono degli ultraottantenni alle soglie della demenza senile, che oltretutto non fanno neanche lo sforzo di leggersi lo standard il giorno prima e a volte si ritrovano a giudicare razze di cui nemmeno sapevano l’esistenza, perché ai loro tempi non c’erano nemmeno. Ma tanto adesso non conta piu’. L’importante è che siano dei perfetti fotomodelli. Però almeno le figure del tipo: “L’avanese… avanti!” guardando il coton de tuléar, potrebbero evitarle.

    Ultimo commentino sulle locali: in realtà non è cosi’ matematico che un allevatore bravo le vinca facilmente come rubare caramelle a un bambino. Anche qui possiamo trovare dei giudici che in realtà giudici non sono… ma può essere il cacciatore allevatore di setter settantenne con licenza media che si ritrova a giudicare anche il cocker americano…. e magari per i “suoi” standard… E’ piu’ cane il cane dell’est o il mezzo meticcio. Ci possono essere giudici che non si accorgono nemmeno che un cane zoppica… insomma è un po’ un terno al lotto, anche se nel lungo periodo forse hai ragione. Ma nel breve può succedere di tutto e può anche essere poco piacevole per un allevatore che gli si possa dire “non vinci nemmeno una locale. Allora forse è meglio davvero non andare. A meno che non interessi cosi’ tanto il prosciutto o la mountainbike.

    • Ciao Valeria! Ho letto con attenzione il tuo commento e dopo 20 Anni che allevo e frequento esposizioni canine se posso dire la mia con l arrivo degli handler le esposizioni canine sono diventate la ROVINA delle razze! e tutto quello che hai detto lo vissuto sulla mia pelle nella parte positiva e negativa! questo a testimoniare CHE E VERO!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico