Nessun essere vivente, per quanto geneticamente dotato, può sostenere lo stress di un’intensa attività fisica se non è debitamente preparato a sostenere questo compito.
Per quanto i muscoli possono adattarsi “velocemente” alle richieste non si può dire lo stesso per il nostro sistema scheletrico, articolare, tendineo/legamentoso e per tutti gli organi maggiormente coinvolti: cuore, fegato, polmoni ecc…
Su questo nasce l’esigenza di fondare qualunque tipo di competizione su basi solide e scientifiche.
Le regole fondamentali della preparazione atletica sono contenute in una scienza denominata “Teoria dell’allenamento”.
Utilizzando i principi di base della fisiologica dello sforzo viene stabilito il modello sul quale costruire una moderna e razionale preparazione atletica.
Per la costruzione di un programma d’allenamento bisogna stabilire dei parametri fissi che possono essere modificabili soltanto in funzione della risposta del soggetto (il cane).
Principio fondamentale della teoria dell’allenamento è la “capacità di adattamento”, secondo la quale tutti gli organismi viventi stabilizzano le loro condizioni d’esistenza attraverso lo sviluppo e riequilibrio corporeo, il comportamento e le modificazioni strutturali.
Lo scopo dell’allenamento è dunque provocare adattamenti a livello fisiologico che portano al miglioramento della prestazione.
Questi miglioramenti dipendono dal dosaggio degli stimoli.
La conoscenza delle caratteristiche dello stimolo che provoca il processo di miglioramento della prestazione è uno dei punti fondamentali delle scienze sportive.
Lo stimolo non è generico né indifferenziato, bensì specifico, poiché deve mirare al riconoscimento degli effetti provocati e dall’adattamento che ne consegue in ogni singolo soggetto.
La reazione dipende dalle caratteristiche degli organi coinvolti, dalle qualità psicologiche del soggetto, dall’età, dal livello di preparazione, oltre che dalle condizioni ambientali. Conoscere la specificità dello stimolo permette di costruire un programma di preparazione.
Una volta individuato lo stimolo specifico, occorre determinare l’intensità, ovvero l’impegno richiesto al soggetto. Il livello d’intensità è determinante, poichè è necessaria l’individuazione della soglia necessaria a provocare l’adattamento.
Il livello di soglia è individuale.
Lo stimolo dovrà altresì avere una certa e determinata durata: lo sforzo che l’organismo produce nell’eseguire un esercizio dipende dalla qualità e dall’intensità, ma è molto importante per quanto tempo esso si svolge.
Ad esempio uno sprint massimale si esaurisce in un periodo pari ai 15/20 secondi e sarebbe impossibile mantenere la stessa prestazione per un periodo superiore; a parità d’intensità la durata diventa molto discriminante.
Si può affermare dunque che per definire le caratteristiche essenziali di uno stimolo è indispensabile stabilire la specificità, l’intensità e anche la durata.
Un’altra variabile di fondamentale importanza nella costruzione di un programma di allenamento e la densità dello stimolo, che rappresenta il rapporto fra il tempo di lavoro e il tempo di recupero nell’ambito dell’unità o del ciclo di allenamento. Infine viene la quantità, molto spesso l’unica variabile comprensibile e di conseguenza utilizzata dal neofita.
L’insieme degli stimoli di allenamento, forma il carico fisico che provoca la risposta adattativa dell’organismo.
L’adattamento può avere carattere generale o specifico secondo il tipo di stimolo e degli esercizi che costituiscono il carico.
Bisogna tenere conto che gli adattamenti sono determinati dal carico fisico nel suo complesso e non dal singolo esercizio, che non è sufficiente a provocare adattamenti efficaci.
E’ soprattutto la ripetizione degli stimoli che permette l’acquisizione di adattamenti in forma stabile. Quando si inizia un processo d’allenamento, nella maggior parte dei casi, si tiene in considerazione soltanto una variabile, vale a dire quella più evidente: la quantità. Ma si trascurano le altre.
Il successo dell’allenamento dipende in gran misura dal giusto dosaggio della densità del carico, giostrando saggiamente il carico con il recupero e il volume con l’intensità.
Va rilevato che alcuna preparazione atletica può da sola creare un campione. Nel momento in cui si sottopone un cane a un superlavoro fisico, bisogna tenere in debito conto l’aspetto nutrizionale (di cui parleremo nei prossimi articoli), quindi il “carburante” con cui nutriremo questa potentissima macchina fisica e tutto il settore dell’integrazione e supplementazione.
Nel cane sportivo o che svolge un’intensa attività fisica sarà di ottimo ausilio integrare l’alimentazione con preparati a base di creatina, carnitina e aminoacidi ramificati: in questo la ricerca ha fatto passi da gigante, cercando sostanze adeguate di origine naturale (integratori alimentari) per aiutare e integrare il lavoro effettuato sull’organismo attraverso l’alimentazione e l’allenamento.
Degli integratori parleremo nei prossimi articoli, illustrando come interagiscono e l’importanza del loro utilizzo.
Cesare Gilardi è un preparatore atletico cinofila professionista ed è disponibile per studiare programmi di allenamento personalizzati per cani sportivi. Email: erpima@mastiffgilardi.com
molto interessante come tutti gli articoli di cesare gilardi, però sarebbe interessante anche qaulche consiglio maggiormente pratico anche se semplice!
Daisy