giovedì 16 Gennaio 2025

Il Pedigree…non lo voglio no!

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Mica devo andare a fare le gare…

Questo é – fin troppo spesso – ciò che dichiarano le persone che hanno acquistato un cane di razza senza pedigree.
Un po’ lo dicono perché non sanno a cosa serva effettivamente un pedigree…un po’ perché a volte, per avere anche il pedigree, viene richiesta una cifra che supera il prezzo del cane stesso.
Be’, intanto sfatiamo un mito.

Il costo del pedigree è dato dalla somma del prezzo per la denuncia di Monta e Nascita (“Modello A”), che è unica, più il costo dell’iscrizione per ogni singolo cucciolo nel momento della presentazione della Denuncia di Cucciolata (“Modello B”).

Le tariffe sono: Mod A:  € 14,50 (unico per tutta la cucciolata, entro i 25 gg)
Mod B:  € 21,00 a cucciolo (entro i 90 gg.)
Oltre i tempi previsti ci sono delle maggiorazioni.
Per ogni pratica c’è da aggiungere € 8,50 a titolo di diritto di segreteria

Quindi il costo MASSIMO di un pedigree è di circa 43,50 euro…(se la cucciolata è di un cucciolo solo, per cui ricadono su di lui pure le spese di segreteria)…a meno che non si iscriva la cucciolata  in ritardo: nel qual caso, però, non si vede perché la distrazione dell’allevatore dovrebbe essere pagata dal cliente).
Il costo medio va dai  25 ai 35 euro.

Se per un pedigree viene richiesta una cifra “X” a parte, diversa da queste…tutto fa presupporre una piccola propensione alla malafede.
Chi si trovasse in questa condizione oggi ha un’informazione in più per comprendere che in “quel” posto specifico é bene non prendere un cane di razza.

Ma che cos’è, in realtà, che fa crescere il prezzo di un cane di razza?
Per cominciare a capire qualcosa di più é bene comprendere che, così come non tutti siamo dotati di doti fisiche e psichiche tali da poter intraprendere la carriera di scienziato, di modello o di sportivo ad altissimi livelli, lo stesso succede per i cani.
Non tutti i soggetti sono ai massimi livelli.
Per gli esseri umani esiste una bellezza cosiddetta convenzionale, che dipende dalla moda, e una bellezza artistica, che consiste essenzialmente nella giustezza delle proporzioni.
Se vogliamo fare i filosofi…la bellezza, non solo quella estetica, chiaramente, é la manifestazione dell’immagine divina.
Per i cani di razza la bellezza (l’unica esistente, in cinotecnia) si identifica con l’aderenza allo Standard, tanto per quanto riguarda le caratteristiche estetiche quanto per quelle caratteriali, ovvero con la massima rassomiglianza del soggetto in questione a quanto descritto nello Standard della razza a cui appartiene.
Trattandosi di razza, gli individui che la compongono hanno in comune un patrimonio genetico ereditario e trasmettono ai figli una serie di caratteri omogenei.
Ma…c’é un grosso ma, e cioè il fatto che la trasmissione genetica non è mai certa né scontata.

Senza entrare nello specifico, che richiederebbe una preparazione sulla genetica da adetto ai lavori, tanto da parte di chi scrive quanto da parte di chi legge, questi caratteri a trasmissione genetica possono esprimersi in maniera più o meno evidente.
Detto in parole poverissime: i soggetti appartenenti ad una stessa razza non escono tutti uguali, come da uno stampo.
Le variazioni possono essere infinite.
E possono ritrovarsi sia nelle caratteristiche estetiche, che possiamo riassumere brevemente in: colore, lunghezza e tessitura del pelo, altezza, forma delle orecchie, forma della coda, forma del cranio e del muso, che nelle attitudini caratteriali, che fanno si che un levriere, con le sue lunghe gambe, corra forte più di un bassotto, che questi sappia, grazie alle sue gambe corte e al suo coraggio, entrare e scovare il nocivo in tana, che il labrador riporti più naturalmente di un segugio, e che questi sappia seguire una traccia in maniera più funzionale di un barbone.
Un cane di razza, perché possa considerarsi tale, deve avere un certo “vestito” ed ANCHE un certo carattere, e queste sue caratteristiche devono trasmettersi alla prole.
Se uno od entrambi i genitori sono carenti in alcune di queste caratteristiche, lo saranno ancor di più i loro figli.

E’ solo attraverso lo Standard di razza che si può comprendere, leggendolo accuratamente, che un soggetto appartenente ad una specifica razza “deve” essere alto al massimo 50 cm e con il pelo lungo e setoso, ad esempio, che “deve” essere un cane molto vigile (che tradotto dallo ‘standardese’ significa che abbaia molto!), che “deve” essere diffidente o amichevole con gli estranei (e questo può significare una propensione di razza alla guardia piuttosto che alla compagnia) ecc ecc.
Se si cerca un cane silenzioso, adatto alla vita di appartamento, con il pelo corto, tendenzialmente amichevole, e poi ci si ritrova con un cane abbaione, che semina peli ovunque, rompitutto, diffidente, la vita con quello specifico cane potrebbe rivelarsi estremamente difficile.
Allora, che fare per tutelarsi?
Ecco che qui diventa importante il pedigree, non come “pezzo di carta” ma come “pezzo di storia” del nostro cane.
Ed ecco perché é importante che all’interno di quel pezzo di storia siano presenti cani noti e testati, i cosiddetti campioni.

Prima ancora della bellezza, però, c’è la salute.
Moltissimi cani, di razza e non, soffrono per alcune patologie la cui influenza é – in parte più o meno importante – anche ereditaria.
Se all’interno del pedigree di un cucciolo possiamo riscontrare i controlli effettuati nelle quattro generazioni precedenti nei confronti di queste patologie, é possibile presuppore una certa propensione alla salute anche nel cucciolo.
Non si avrà mai la possibilità, almeno con gli esami attualmente in uso, di avere la certezza assoluta dell’assenza della patologia, ma quantomeno sapremo che le possibilità sono molto più remote.
Questi esami…COSTANO!

Aspetto caratteriale
Per moltissime razze (da caccia, difesa, utilità, ecc.) esistono dei test studiati apposta per comprendere quanto questi soggetti siano portatori delle caratteristiche caratteriali desiderate.
Se sul pedigree del cucciolo é possibile riscontrare la presenza di molti soggetti testati caratterialmente, si hanno maggiori probabilità che anche il cucciolo sia un buon soggetto dal punto di vista caratteriale.
Un setter che ha paura dei colpi, un labrador che non ha attitudine al riporto, un bassotto che ha paura della volpe, un rottweiler che ha paura delle persone NON sono soggetti che rispecchiano lo standard caratteriale.
Anche questi test…COSTANO!
Costano per il tempo che va dedicato alla preparazione del cane, costano per gli spostamenti necessari a raggiungere il posto adatto alla sua preparazione, costano perché va pagata l’assistenza di un professionista, costano per l’iscrizione alla gara…e così via.

Terzo aspetto: quello estetico
Se molti soggetti presenti nel pedigree del cucciolo hanno avuto buoni risultati nelle esposizioni di bellezza, le probabilità che il cucciolo sia un soggetto aderente allo Standard anche dal punto di vista morfologico aumentano.
Questo aspetto è, forse, quello che può interessare meno dal punto di vista concreto; tuttavia se si desidera un cane mignon, di 2-3 kg di peso, e poi il cane é 10 kg…così come se si cerca un soggetto di taglia grossa, e poi il cucciolo in questione resta mini, non tutte le necessità verranno soddisfatte.

Se i soggetti presenti all’interno del pedigree di un cucciolo NON SONO mai stati sottoposti a esami, prove e giudizi, come é possibile comprendere quanto questo cucciolo rappresenta la sua razza?
O si é dei super esperti (e anche così è difficile capirlo), oppure si deve andare alla cieca.
Certo, possono esserci le rassicurazioni di chi ha prodotto quella cucciolata: ma lasciano il tempo che trovano.
Mai come in questo caso, carta canta!

Le probabilità che un soggetto nato da genitori, nonni e bisnonni selezionati, esenti da malattie a trasmissione genetica, corretti dal punto di vista del carattere e dell’estetica sia a sua volta sano, equilibrato e tipico, sono stratosfericamente più alte di un soggetto che invece nasce da cani non controllati.
La storia del cucciolo rappresenta quasi sempre quello che il cucciolo sarà da grande.
Forzatamente, questa storia ha avuto un costo, che é stato sostenuto da tutti quei proprietari – allevatori consapevoli e responsabili che hanno fatto controllare tutti gli antenati di quel cucciolo.

Far riprodurre due cani di razza selezionati non é “produrre in serie”: ciò sta a significare che non si potrà mai avere la certezza assoluta del miglior risultato ed è lo stesso motivo per cui non bisogna mai abbassare la guardia e continuare a perpetrare i controlli con serietà.
Tuttavia, l’investimento fatto da chi ha scelto questa via pone il futuro proprietario di quel cucciolo nella situazione ottimale per poter avere un cane sano, tipico ed equilibrato.

Quello che costa sul serio, in termini di denaro, di tempo e di dedizione al cane, non é il pedigree in quanto “pezzo di carta”, ma le informazioni in esso contenute, “ la storia” del lavoro di selezione.

Leggere per informarsi e arrivare a conoscere è la regola aurea per la scelta di un cane di razza!


Qui di seguito, per un’informazione più completa, TUTTE le tariffe ENCI aggiornate a novembre  2012:

tariffario_enci


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40 Commenti

  1. ti posso rispondere con la mia esperienza personale: premetto che posso fare le pratiche on line e questo facilita un po’, ma in ogni caso nulla cambia, perchè anche in delegazione la pratica te la fanno on line quando vai a portare il mod B, e dal momento che inserisci i dati questi finiscono on line.
    l’arrivo del pedigree cartaceo: ho fatto la pratica mod b on line il 5 aprile, i pedigree sono arrivati il 17 aprile

    • aggiungo: i pedigree sono arrivati A ME. se dovessero essere intestati al nuovo proprietario, credo arriverebbero in delegazione, la quale avviserebbe via racc che c’è il ped e poi bisognerebbe andarselo a prendere.
      ho usato volutamente il condizionale perchè non sono certissima di questo iter. potrebbe anche essere che la raccomandata arrivi direttamente dall’enci centrale che avvisa che il ped è in delegazione ed è da andare a ritirare

      • E’ giusto ciò che scrivi Dani, il pedigree intestato al nuovo proprietario attraverso il passaggio diretto dal modulo B arriva alla delegazione di appartenenza del nuovo proprietario, il quale viene invitato al ritiro presso la sede ed al pagamento del corrispettivo passaggio,cioè € 13,00 + gli € 8,00 di diritti di segreteria.

  2. Scusate, una domanda forse sciocca. Ma quanto tempo trascorre in media per ricevere il pedigree cartaceo del proprio cane? Quanto tempo perchè sia aggiornato invece il libro genealogico online dell’Enci?
    Grazie

  3. MA QUANTE PAROLE AL VENTO!!!!!! I CANILI SONO PIENI DI CANI STRAORDINARI SENZA TUTTE ‘STE PAGLIACCIATE !!!…..I TROVATELLI SONO SEMPRE E COMUNQUE I PIU’ BELLI!!! I MIGLIORI!!!!!!

    • @Valeria: preghiera numero uno: se puoi evitare di “urlare” (ovvero di scrivere tutto maiuscolo) te ne sarò davvero grata: soprattutto perché il maiuscolo è fastidioso da leggere.
      A parte questo, perché si deve essere razzisti (per un verso o per l’altro)? Non ci sono cani “migliori” di altri: i cani sono tutti cani e tutti meritevoli di uguale amore e rispetto. Gli umani, invece, non sono tutti uguali: ci sono quelli meritevoli di rispetto e quelli che non ne meritano affatto… ma soprattutto, ci sono quelli che vogliono un cane perché “vogliono un cane” e quelli che invece hanno in mente di svolgere una certa attività, o un certo sport, o un certo compito sociale. Per questi ultimi, che non mi sembrano affatto “pagliacci” ma persone che amano il cane e che vogliono avere un bel rapporto di collaborazione con lui, non sempre può essere adatto il trovatello: perché potrebbe avere una storia difficile, traumatica o altro, e per esempio non sarebbe adatto alla pet therapy. Oppure potrebbe avere problemi di salute e non potrebbe fare agility… ma in generale, se tante persone hanno passato tanti anni a selezionare nel cane le doti più adatte a certi compiti, non si vede perché questo lavoro dovrebbe andare sprecato, o essere considerato “una pagliacciata”.
      Il fanatismo fa sempre male a tutto: anche alla cinofilia.
      Meglio sarebbe specificare, forse, che per chi vuole “un cane in quanto cane” è caldamente consigliato il trovatello, mentre chi ha bisogno (per un motivo o per l’altro) di un cane di razza pura deve accertarsi che lo sia davvero, senza cadere nelle trappole dei cagnari che vendono cani senza pedigree (e presumibilmente senza selezione, senza controlli sanitari e senza un beato tubo di niente) come se avessero chissà quale valore commerciale, solo perché “somigliano” alla razza X o Y.

  4. Volevo ringraziare per l’eloquente articolo finalizzato a sfatare una leggenda metropolitana come quella del costo del pedigree. Sarebbe stato bello citare, tra i fattori che determinano il costo di un cucciolo, anche lo stallone utilizzato per l’accoppiamento. Molte persone, in possesso di misere nozioni, si limitano a chiedere se i cuccioli hanno il pedigree e se entrambi i genitori sono visibili rimanenendo quasi deluse se il padre non è presente sul posto, senza capire che questo aspetto spesso è una nota positiva e non negativa. Personalmente, nell’allevare la mia razza, sto quasi esclusivamente utilizzando stalloni esteri molto noti che vivono in paesi dove sia possibile ottenere, in poco tempo, un progeny test. In una razza tra le più afflitte da patologie ereditarie, poter contare su progeny test significativi relativi e centinaia di figli radiografati e sottoposti ad altri test sanitari, genetici e non, offre maggiori garanzie. Per uno dei miei ultimi accoppiamenti ho utilizzato uno stallone statunitense che vive in Scozia. Tra monitoraggi del progesterone, viaggi, prelievo e spedizione del seme ed inseminazione in utero siamo già a quota 1000 euro e pensare che devono ancora nascere e deve essere ancora corrisposto il tasso di monta.

    • Emilio, nell’articolo che citavo prima, ‘mille euro..’ c’è anche un piccolo richiamo ai possibili costi di monta. che possono andare da quello che dici tu alle… stelle !

  5. Finalmente!!!!! “Ruberò” questo bellissimo articolo (citandone la fonte) per divulgarlo il più possibile! Complimenti! Hai scritto benissimo e con estrema chiarezza ciò che da tempo rispondo a chi mi dice che è “immorale” “pagare” un essere vivente e non capiscono con che coraggio si fissa un prezzo per un cucciolo! Senza contare, poi, che per accudire una cagna gravida con ecografie, cibo corretto alla situazione fisica, svezzamento/socializzazione della cucciolata, primi vaccini, ecc. ci sono ancora tutta una serie investimenti di tempo e denaro che si vanno ad aggiungere a ciò che hai messo in risalto tu e che nessuno considera mai! Grazie per questo articolo!
    Rossella

    • grazie per i complimenti e ruba pure ! per i costi d’allevamento c’è un articolo che si intitola “mille euro per un cucciolo” ; pur nn essendo contemplate tutte le possibili sfighe allevatoriali ne comprende le + comuni..

  6. Penso che questo articolo sia utilissimo per spiegare che un pedigree in fondo non costa niente e quindi è veramente sciocco non richiederlo se c’è.
    Trovo però che da un certo lato, nello spiegare l’importanza di tanti aspetti, si possano creare nei profani delle aspettative che…. :(( …
    Magari, ci fossero tutte le informazioni elencate! Qui in Italia invece in molti casi sui pedigree non c’è nessun tipo di informazione utile. A volte solo i titoli di bellezza conseguiti dagli avi, e neanche aggiornati, perché magari qualcuno può aggiungere titoli dopo essersi riprodotto. I test caratteriali, gli esami per le patologie sono elementi positivi *se ci sono*… e se sono positivi. Ci sono in giro tanti pedigree con riprouttori con displasia di grado C, fattrici che non hanno uno straccio di giudizio, figlie di riproduttori che non hanno uno straccio di giudizio… quindi non è che l’appartenenza certificata a una razza dia *sempre* garanzie di aderenza a uno standard.
    Paradossalmente (evento rarissimo, ma non impossibile) è meglio un cane senza pedigree perché figlio di genitori senza pedigree, ma testati (ed esenti da patologie), curati, ben tenuti da un allevatore competente e attento alle esigenze dei cuccioli, piuttosto che un cane con pedigree figlio di riproduttori non testati (o testati ma non perfetti) e meno competente. Ciò non toglie che se si può avere, l’allevatore competente non lo rifiuta e che è sempre meglio piuttosto di niente. Ma non è che dia tutte queste “garanzie”…. sarebbe molto migliorabile!

    • 🙂 parto da qui, citandoti: “è meglio un cane senza pedigree perché figlio di genitori senza pedigree, ma testati (ed esenti da patologie)” .. :O …perchè, esistono? … 😀
      un allevatore attento e scrupoloso fa i test ai riproduttori, e nn risparmia sui 20 euro dei pedigree; il ‘succo’ del mio articolo era proprio questo, oltre che di spiegare a che serve il ped.
      I figli di Pallino e Birilla – con tutto il rispetto per loro eh – anche se i genitori hanno ped potrebbero essere dei pessimi rappresentanti per la loro razza, oltre che affetti da patologie.
      Se vogliamo un cane di razza impariamo a sceglierlo tra i figli di genitori testati, controllati e con una ‘storia’ .

      • @non sono assolutamente la norma, hai ragione. E’ piu’ un caso “teorico” che reale… era piu’ che altro per dire che non bisogna comunque perdere di vista la sostanza. Comunque qualche raro caso esiste… qualche genio o qualche pazzo :)… qualche strana coincidenza. Io stesso per dire….se mi capitasse che la vileda si accoppiasse con uno yorkshire o con un volpino non è che i cuccioli solo perché non possono avere il pedigree non li vaccinerei non li chipperei e non mi dedicherei alla loro socializzazione. Li seguirei con tutte le cure e attenzioni *esattamente* come farei con un cane di razza. Se facessi agility o floppydisc seriamente con un meticcio.. non è che non gli farei fare degli esami per verificare che tutto sia a posto e che non rischio di spezzargli la schiena, solo perché è un meticcio.
        Poi ci sono i casi particolari delle razze non riconosciute… i barboni phantom, il cane fonnese, il bisbol… no forse quello no. Comunque anche solo trent’anni fa (che sembra tantissimo, ma in realtà è ieri l’altro) se avevi un cane corso non avevi il pedigree, ma c’erano persone che ci credevano e lavoravano in una certa direzione. E i cani non erano dei cessi inferiori ai mastini con pedigree che invece già stavano prendendo la strada di diventare tutti “marci”. Di solito, si’ ci sono comunque delle associazioni riconosciute… ma qualche caso di qualche folle che ha lavorato da solo per poi trovare seguaci (Dobermann, Laverack, arkwright, Rose, von Stehpanitz…)… Si era agli albori della cinofilia moderna ma hanno iniziato con cani che non erano ancora di razza e tanti Fido e Diana, che però testavano e valutavano con i mezzi di allora…
        Anche in tempi piu’ recenti però non sono mancate immissioni di sangue di razza diversa a scopo migliorativo… fatti di solito dagli allevatori piu’ prestigiosi e carismatici che si sono guadagnati la fama di aver fatto la differenza… E ovviamente quando si è usato un barbone negli schnauzer, un pireneo nei maremmani, un greyhound nei pointer ecc. ecc. non è che sis ia *subito* il pedigree, anche se *poi* tutti hanno voluto cani come quelli di chi ha fatto queste cose… Son casi rari eh. Sono poche le persone che possono permettersi di fare di tutto e hanno comunque ragione :)) Però casi non impossibili e soprattutto “teoricamente”, “concettualmente”, diciamo accettabilissime.
        E’ ovvio comunque che quando non c’è il pedigree è solo perchè per qualche ragione “non lo si può avere”. Non certo perché si nega la sua importanza e si vogliono risparimare i 20 euro.

        • denis, qui stiamo a fare cinofilia anche per la sciura maria.. se tu ti metti a parlare dei ‘padri’ delle razze canine la povera sciura maria va in tilt 😀

      • dani… esistono!
        io sono la pazza che testa i genitori anche se non hanno pedigree (anche per la LORO salute facendo agonismo) e ha avuto cuccioli, che a parte il pedigree, hanno avuto lo stesso trattamento che DOVREBBERO avere tutti i cuccioli sia burocraticamente che etologicamente.
        però ribadisco che se i genitori hanno il pedigree, anche se mi chiedono lo sconto seenza pedigree, io senza non glie li do e spiego che mi costa una 30na di euro e non è quello che porta su il prezzo,che è una specie di stato di famiglia che attesta di chi è figlio il cane e gli da il diritto di appartenere a quelal razza sennò è soltanto un “bel meticcio”, che se un giorno volesserofarci i cuccioli almeno ha i documenti e che è comunque un loro diritto averlo anche se “Non ci fanno le gare”.tanti no lo vogliono e POI si pentono quando è tardi se qualcuno gli dice peccato per il pedigree perchè è un bel cane… con meil problema non cel’hanno perchè senza nonglie lo do!
        se vogliono lo sconto se ne discute, ma non è il pedigree che fa la differenza e spiego loro di diffidare da chi propone grossi sconti senza il pedigree e il perchè…la disinformazione è ancora tanta…

  7. Nel prezzo del pedigree devi aggiungere anche il costo per il microchip, che è obbligatorio per l’emissione del pedigree ed è obbligatorio che l’inserimento venga fatto da un veterinario (e nn più in allevamento come prima) con tanto di ricevuta fiscale. Il costo del microchip varia da comune a comune da 3€. a 5,30€. mentre l’inoculazione da parte del veterinario varia da 28€. a 35€. secondo l’onestà dello stesso.

    • il microchip è obbligatorio “indipendentemente” dal pedigree. Anche se fai nascere dei meticci per legge li devi chippare.

      • Non avendo nessun controllo, i bastardini vengono ceduti a 35/40 giorni di vita senza niente ( anche perchè di solito vengono regalati e nessuno spende x poi regalare) ed è il nuovo proprietario che fà la spesa del microchip, di solito dopo che qualcuno lo avverte che c’è la possibilità di una multa. Perchè non diciamo che in italia siamo abituati a eludere le regole costantemente e spesso ce ne vantiamo? Facile quì fare i fiscali, ma la realtà è diversa, per questo io menzionerei anche la spesa del microchip, la gente deve sapere che è un costo anche quello ed è sinonimo di serietà. Nn menzionarlo significa dare libertà di azione a chi lo fà inoculare al cliente.

        • io i miei “baatardini” li ho dati via NON PRIMA dei 2 mesi anche se qualcuno li voleva prima “perchè si attaccano di più” ma non esiste, devono star eocn mamma e branco fino a 2 mesi minimo…
          chippati iscritti all’anagrafe, sverminati e primo vaccino, un libro e 12 paginette riassunte su come comprotarsi col cucciolo, cibo di qualità per mamma ecuccioli e integratori ed extra per la mamma, socializzati e trattati uguali a quelli di razza. richedendo poi un piccolo rimborso spese simbolico ci sonostata dentro, tanto quei soldi li avrebebro spesi comuqnue… e pagare almeno da un minimo di garanzia in piùche non lo smollanoper strada appena si stancano.e poi almeno, se per caso lo abbandonavano, con il chip il cane tornava a me…mi sentivo pià tranquilla a chipparli,legge o meno che sia.
          poi ci sono quelli che fanno il pedigree ma fanno fare il chip al nuovo proprietario per non figurare che è nato da loro… e qui parlaimo di evasione fiscale… entriamo in un altro campo.ma mi rendo conto che non siamo in taniti a fare così, cani di razza o meno.

          • Brava, peccato che in Italia siete in pochissimi a fare così. Per quanto riguarda il pedigree viene rilasciato al proprietario della fattrice e solo se il cucciolo ha il microchip. Ogni cucciolata ha 2 modelli da compilare e i dati devono coincidere altrimenti all’ENCI, il computer, blocca la pratica e viene richiesto il DNA su tutta la cucciolata genitori compresi. Questo significa che chi nn vuole dichiarare i chip nati a casa sua deve, a priori, effettuare il passaggio di proprietà della madre prima del parto. Una volta deciso chi è il proprietario della madre, a lui devono corrispondere numero di cuccioli dichiarati nati vivi e microchip inoculati obbligatoriamente dal veterinario.Sai quante volte sono stata chiamata dai canili per riconoscere cani di pura razza che sul mercato hanno un valore oltre i 1000 euro, purtroppo nn funziona più lo spauracchio dei soldi, vengono abbandonati lo stesso.

    • quoto… il chip è obbligatorio per tutti, LO SAREBBE almeno, da noi i cuccioli vanno dichiarati entro 30 giorni dalla nascita e chippati entro i 60, pedigree o no che sia non cambia.
      che poi quaklche allevatore “furbo” faccia mettere il chip all’aquirente prima di presentare il modello B per non figurare all’asl che sono nati da lui si sa… ma no sarebbe corretto perlegge.
      Il costo da noi è 3,10 euro a chip all’anagrafe, 20 euro al vet per metterlo.
      la mia vet però mi fa sconti comitive…visto che ci vado con “il pulmino pieno di cani”…quando ci vado…

      • Sicuramente non abiti al Nord. Da me, Reggio Emilia, i veterinari arrivano a prendere anche 35€. e nel mio comune, Poviglio uno dei più cari, spendo 5,16€. E quando ricevo telefonate da Napoli dove mi danno della matta per i costi, come dovrei rispondere?

        • certo che sono del nord, e neanche lontana da te…
          abito a ferrara e 20 euro è il prezzo “di cartello”, poi quando vado con una cucciolata intera dal mio vet mi capita che mi fa addirittura 10, sconto comitive…

          • beh, forse ti conviene se devi fare una cucciolata eh, anche se devi spostarti…alla fine ti conviene non zto scherzando!però io sono cliente da anni e mi fa gli “sconti comitive” visto il numero di cani che ho…è economica ma non so se a te farebbe gli atessi rpezzi, di certo non più di 20 a chip e 30a vacino questo garantito.

    • Nota: ho cancellato i commenti relativi a un errore che avevo commesso inserendo tariffe non aggiornate, non per nascondere l’errore (l’ho fattooooo!!!), ma perché se uno leggeva l’articolo aggiornato e poi vedeva nei commenti che le tariffe non erano più quelle, non ci capiva più niente.
      Le tariffe citate, da ADESSO, sono tutte aggiornatissime!

  8. ps: da qualche anno ci sono anche dei test con ricerca di marcatori DNA x alcuni problemi a trasmissione genetica. Questo permette di essere sicuri al 100% che i figli di quei 2 cani saranno assolutamente SANI per quella specifica patologia

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