venerdì 29 Marzo 2024

“Razze” meticce al rifugio: i cani-lupo

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Ricordo che, negli anni ’70, il pastore tedesco era volgarmente chiamato “cane-lupo”.
I soggetti che presentavano evidenti segni di imbastardimento, spesso più piccoli, con orecchi appuntiti, a volte pelo lungo, occhi a mandorla o altri tratti atipici, erano invece chiamati “pastore alsaziano”.
Chissà perché.
Poi la cinofilia ufficiale divenne sempre più alla portata di tutti e le razze più diffuse furono finalmente conosciute con il loro nome ufficiale.
Non più “lassie”, ma “collie” o pastore scozzese.
Non più “volpini di pomerania”, ma “piccoli spitz”.
Già negli anni ’80 era molto facile essere corretti anche dal più inesperto dei “cuggini”, se si diceva “cane-lupo” anziché “pastore tedesco”.
Ma c’è un ambiente in cui il termine “cane-lupo” resiste tutt’oggi: tra i volontari dei canili e tra gli aspiranti adottanti.
Basta dare un’occhiata alla descrizione degli ospiti dei canili sui siti internet o leggere gli appelli con cui si cerca di trovare casa ai randagi. I “cani-lupo” non mancheranno mai.
In questo caso, non si tratta quasi mai di pastori tedeschi. E nemmeno di… “alsaziani”.
Cioè, non si tratta, in genere, di cani necessariamente nati da genitori con una parvenza di omogeneità.
Si tratta, di solito, di comuni meticci di tipo lupoide, che hanno ereditato da chissà quali antenati, tratti somatici che li fanno somigliare a pastori tedeschi o belgi.

Identikit del cane-lupo
Un cane-lupo “con tutte le carte in regola” dovrebbe avere: taglia medio-grande o grande (dai 20 ai 50kg); orecchi eretti; muso lungo a tronco di cono (da lupoide); pelo da lungo a corto, ma sempre con sottopelo; colore solido, non necessariamente come quello del pastore tedesco, ma, in ogni caso, rigorosamente senza macchie bianche (che comunemente sono attribuite a incroci con cani da caccia); coda generalmente portata bassa e non arrotolata sul dorso (che lo farebbe divenire automaticamente… cane da slitta!)

A queste caratteristiche fisiche corrisponde solitamente (e stranamente) una buona omogeneità caratteriale.
Quasi tutti i cani-lupo sono dotati di buona intelligenza, sono ottimi avvisatori, difensori della proprietà e dei familliari e naturalmente obbedienti.
Sono robusti, hanno un mantello facile da tenere in ordine e sono molto versatili.
E’ per questo che sono anche molto richiesti e facilmente piazzabili se ben valorizzati.
La loro omogeneità, relativamente alta se si considera che stiamo parlando di meticci, deriva forse dalla cospicua presenza nel loro patrimonio genetico di geni di pastore tedesco, un cane talmente comune che sta, ormai da decenni, ai vertici della classifica delle razze più diffuse.
I cani-lupo di colore fulvo o nero, sono spesso attribuiti a incroci con il pastore belga, ma questo difficilmente corrisponde alla realtà dei fatti, visto che i pastori belgi contano ben poche iscrizioni rispetto ai pastori tedeschi.
E’ molto più verosimile ipotizzare l’accoppiamento tra un pastore tedesco e un meticcio più leggero (di qualsiasi tipo) da cui siano nati cuccioli neri o fulvi carbonati (entrambi i colori sono dominanti sul nero focato).

Irreprensibili guardiani
Il carattere dei cani-lupo, seppur piuttosto omogeneo, differisce leggermente da quello del pastore tedesco vero e proprio. Il motivo principale credo risieda nella tipologia di pastori tedeschi che sta a monte di questi incroci. Come tutti i meticci, anche i cani-lupo provengono spesso da accoppiamenti fortuiti, o quanto meno poco selezionati.

I progenitori pastori tedeschi dei cani-lupo che troviamo nei canili non sono certo da ricercarsi tra quelli che frequentano expo e prove di lavoro.
Ed è ugualmente improbabile che gli antenati siano cani guida o cani impiegati nella protezione civile.
Nella maggior parte dei casi, i progenitori vanno ricercati tra i soggetti tenuti per la guardia nelle nostre campagne, a volte legati alla catena davanti alle stalle o ai capannoni. Da questi soggetti lasciati un po’ a sé stessi a volte nascevano cucciolate con cani vaganti del tipo più disparato.
Di solito si trattava di cani più piccoli, perché i cani grandi fanno paura e comunemente si tengono chiusi o legati, mentre i cani di campagna di mezza taglia sono spesso liberi di andare a ingravidare la lupa del vicino, spesso con grande orgoglio dei proprietari.
Un’altra categoria abbastanza rappresentata è quella del classico “cane di famiglia”.
Parliamo cioè del pastore tedesco “da giardino”, consueto complemento delle case e villette di periferia.
Questi cani sono tenuti solitamente per guardia e compagnia.
La loro vita trascorre tra giardino/cortile e qualche passeggiata al guinzaglio o in libertà vigilata nei parchi e nei campi, nelle zone meno urbanizzate. Eventuali scappatelle di questi soggetti e incursioni dei classici cani vaganti nei cortili e giardini in cui sono rinchiuse le femmine in calore, contribuiscono ulteriormente all’incremento della popolazione dei “cani-lupo” che troviamo nei canili.

Questi due tipi di impiego, che differiscono dalla selezione classica del pastore tedesco da lavoro (e da expo), hanno privilegiato la selezione involontaria di un carattere leggermente diverso da quello previsto dallo standard.
Questi cani-lupo sono, tutto sommato, più adatti alla guardia che alla difesa. Sono un po’ meno coraggiosi, più diffidenti, più calmi e più indipendenti. Hanno meno tempra e meno temperamento, mentre di solito è molto marcata la territorialità.
Anche scegliendo tra i soggetti più aderenti allo standard e più simili agli esemplari di razza non si creda di poter prendere un cane-lupo al canile e di poterne fare un cane-guida o di impiegarlo ai massimi livelli come ausiliario della protezione civile.
A monte di questi cani così specializzati c’è una selezione attentissima operata da persone molto competenti.
I cani adatti sono pochi e devono avere precise doti caratteriali. Giusti livelli di docilità, di coraggio, di tempra di temperamento…
Queste cose, in ogni caso, non vanno a sminuire la validità dei cani provenienti dal canile per la funzione che normalmente gli è assegnata.
Non stiamo parlando di cani “inferiori”. Nessun cane è inferiore.
Si tratta semplicemente di cani diversi.

E, detto tra noi: quante delle persone che vogliono il cane-lupo da tenere (ahimé troppo spesso) in giardino, hanno realmente bisogno di un cane-guida o di un cane da soccorso o di un “commissario Rex” capace di obbedire a cento comandi diversi?
Quanti sono disposti a seguire un cane del genere e a impegnarsi regolar-mente nell’allenamento del cane?
Ricordiamo che la selezione dei migliori allevatori garantisce solo una predisposizione a determinati compiti.
Per trasformare un cucciolo, sebbene perfettamente selezionato e svezzato senza traumi, nel prototipo del cane “intelligente” occorrono tempo, dedizione e competenza.
Non si diventa Rin-tin-tin restando legati davanti al garage o dormendo nel cortile mentre i padroni lavorano o guardano la tv.
Pur non considerando quelli che considero esempi negativi estremi (cani relegati in angusti recinti o legati negli angoli più remoti senza mai contatto con le persone), rispetto ai quali è addirittura preferibile la vita in canile, bisogna fare i conti con la realtà quotidiana.
Non si può pretendere che ogni proprietario di cani abbia la possibilità (e la volontà) di mettere il proprio animale al centro delle proprie attività.
Alcuni cani dovranno adeguarsi al fatto che i proprietari lavorano e non possono occuparsi di loro per diverse ore…ma se l’alternativa è appunto il canile, una sistemazione in cui il cane venga nutrito regolarmente, faccia la sua passeggiata regolare, riceva qualche spazzolata e qualche coccola è pur sempre un miglioramento.

Se, dunque, ci troviamo in questa situazione (cioè se siamo normali persone che lavorano), siamo veramente sicuri che un cane cosiddetto (erronea-mente) di “intelligenza superiore” faccia al caso nostro?
Ogni medaglia ha il suo rovescio.
I cani più facilmente addestrabili (perché di “addestrabilità” si tratta) sono sicuramente più vivaci, più orientati al gioco (e alle marachelle) e più sensibili alla solitudine e alla noia.
Sono cani capaci di inventarsi ogni tipo di abilità distruttiva per scaricare tutte le energie che devono smaltire; e se non si riesce a incanalare questa loro “voglia di fare” in qualcosa di positivo, mediante l’educazione e l’addestramento, la stessa voglia di fare può condurre a tanti atteggiamenti indesiderati.
Quel forte senso gerarchico che fa sì che il cane senta il bisogno di un capo a cui obbedire è lo stesso che legittima il cane a svolgere il ruolo di capo se non reputa nessun umano degno di tale carica.
Insomma, le stesse caratteristiche che permettono il raggiungimento dei massimi livelli in campo agonistico non sempre si rivelano altrettanto vantaggiose tra le mura domestiche.
Il fatto è che il pastore tedesco (il vero pastore tedesco) in realtà non è affatto un cane “per tutti”. Se è il cane più venduto e più diffuso non è certo perché le sue caratteristiche aderiscano alle esigenze della famiglia media.

Tutto ciò è dovuto prevalentemente alla, peraltro meritatissima, immagine da “supereroe”regalatagli dal cinema e dalla TV.
In realtà una grandissima percentuale delle migliaia di cani iscritti ogni anno si è trovata in realtà ad occupare un ruolo che non gli si addice.
Nessun allevatore serio che seleziona cani adatti a svolgere tutte quelle funzioni particolari e difficili che lo coinvolgono in vari campi sarebbe contento di veder finire la maggior parte dei suoi cuccioli a far la guardia al giardino.
Sia pure con le dovute cure, la giusta alimentazione e la passeggiata quotidiana.
E’ uno spreco. Di denaro per chi compra il cane, di energia per chi l’ha allevato.
Credo sia molto più saggio trovare in canile, gratuitamente, un tipo di cane leggermente diverso, in cui involontariamente si sono selezionate caratteristiche che maggiormente si addicono al tipo di vita che intendiamo assegnargli.

Alla ricerca del proprietario ideale Malgrado la “selezione” verso compiti che si addicono maggiormente a un mastino che non a un pastore, nemmeno i cani-lupo del canile sono dei cani da guardia propriamente detti. Cioè, la svolgono in modo diverso. Sono molto vigilanti e tutto sommato abbastanza dinamici. Sorvegliano il territorio muovendosi spesso e ispezionando la proprietà. Non hanno quel dinamismo irrefrenabile e quella voglia di fare tipica dei cani da lavoro, ma non sono neppure cani tranquilli e flemmatici. Devono avere qualche possibilità di dare sfogo alle loro energie, hanno bisogno di interazione con il padrone e di una vita stimolante. Sono molto rustici, si adattano bene a vivere all’esterno anche nei climi più rigidi, ovviamente con una cuccia in un luogo asciutto e riparato, ma hanno comunque bisogno di contatto umano. In casa non sono certo tra i cani più facili da gestire: perdono molto pelo e sono ingombranti anche se tranquilli. Tuttavia, se i proprietari trascorrono troppo tempo lontano da casa, passare qualche ora sotto lo stesso tetto ovvierebbe ai problemi che derivano dal lasciare il cane troppo tempo da solo.

Un buon compromesso tra le esigenze di una casa perfettamente in ordine e l’esigenza di passare molto tempo insieme può essere quello di circoscrivere un’area della casa che comprende un numero di stanze limitato a cui si consente “sempre” l’accesso al cane. Questo contrapposto alle stanze alle quali l’ingresso del cane è sempre precluso.
Generalmente è meglio così, piuttosto che alternare momenti in cui lo si lascia entrare a momenti in cui lo si esclude.
Non sempre il cane riesce a capire i motivi di queste esclusioni alterne. Essere lasciato in giardino mentre i familiari sono riuniti in casa può essere molto frustrante.
Paradossalmente sono più tranquilli i cani che stanno sempre fuori.
I cani di campagna vivono abbastanza bene anche questa condizione perché si combina con la presenza all’esterno degli stessi proprietari, che trascor-rono più tempo tra nel cortile o nell’orto che non tra le mura domestiche.
I cani-lupo si adattano bene soprattutto alle persone adulte e in piene forze. Le persone anziane possono gestirli, ma solo se hanno buona esperienza e hanno avuto cani in precedenza.
Sono cani di notevole forza fisica e con una certa indipendenza d’azione.
Con i bambini di casa sono di solito molto dolci e consci della propria forza. Raramente si ribellano ai loro giochi (se si mantengono entro certi limiti dettati dal buon senso), ma possono diventare molto protettivi nei loro confronti.
Se la vostra casa è spesso frequentata dagli amichetti dei vostri bambini, non è molto saggio lasciare il cane presente e incustodito, in quanto potrebbe prendere la parte dei suoi protetti anche a seguito di banali litigi tra bambini. Allo stesso modo non sono cani che possono essere affidati a bambini piccoli perché li portino a spasso senza la supervisione di un adulto.
Da un certo punto di vista i piccoli sarebbero più al sicuro, ma occorrerebbe qualcuno che sappia controllare le reazioni del cane.
Generalmente sono molto gerarchici.
I rapporti con i conspecifici non sono sempre dei più facili, nonostante la corretta socializzazione che nei cani provenienti dall’abbandono è pur sempre un optional.
I responsabili dei rifugi, in ogni caso, fanno sempre riferimento al singolo esemplare che devono collocare, che ovviamente conoscono molto bene.
In genere non ci sono problemi ad affiancare gli adottati a cani di sesso opposto, o per quanto riguarda gli esemplari più sociali, con cani, seppur dello stesso sesso, di pari taglia e con caratteristiche che di per sé diano un forte contributo alla stabilità della gerarchia.
Per esempio una buona differenza di età.
A volte anche in canile si formano dei piccoli “branchi” già collaudati e i cani possono essere affidati in coppia o addirittura in gruppetti più numerosi.
L’istinto predatorio nei confronti degli altri animali è solitamente abbastanza sviluppato.

Il rispetto per gli altri animali domestici può essere assicurato (a suo tempo) dall’obbedienza, ma è molto difficile che cani di questo tipo rimangano indifferenti nei confronti degli animali da cortile in assenza del padrone.
In ogni caso, molto dipende dalle esperienze individuali dei singoli cani adottabili, che andranno valutate caso per caso.
I cani-lupo sono solitamente diffidenti nei confronti degli estranei e in qualche caso, in mani sbagliate, possono divenire davvero pericolosi.
Alcuni sono solo un ottimo deterrente per gli intrusi che volessero entrare nella proprietà, per il loro aspetto non proprio rassicurante e per l’abbaio. Altri possono addirittura attaccare chi minaccia la proprietà.
I canili sono perciò molto cauti a concedere l’affidamento di questi cani che paradossalmente sono molto richiesti, tant’è che a volte sono maggiori le richieste degli effettivi abbandoni.
Molto spesso, però, sono richiesti da persone sbagliate.
Talvolta da persone che li condannerebbero a una vita forse peggiore di quella che si può condurre in canile, relegandoli alla catena negli angoli più remoti della proprietà o abbandonandoli a guardia di capannoni industriali.
Altre volte le richieste provengono da persone inaffidabili, che si dimostrano interessate all’immagine grintosa che può dare un “cane poliziotto”, ma si dimostrano impreparati a una gestione responsabile di un cane di questo tipo.
In linea di massima si sta più tranquilli quando si affidano questi cani a persone che sono attratte soprattutto dalla loro intelligenza vivace, che ambiscano a un cane dinamico e pur non impegnandosi in attività cinofilo-sportive, cerchino appena qualcosa in più del cane semplicemente da coccole o da portare a passeggio ai giardinetti.
Il cane-lupo si adatta alla passeggiata ai giardinetti.
Ma è più indicata la passeggiata nel sentiero di campagna, o di montagna, lontano dalla gente che può impaurirsi, lontano dai nevrotici cagnetti attaccabrighe di città, dove sia possibile correre in libertà, godere di tranquille giornate di relax insieme ai propri riferimenti umani e dare prova delle proprie notevoli capacità intellettive.

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2 Commenti

  1. Io ho 40 anni (quasi perche li compiro’ a giugno) e ricordo che quando ero ragazzino dalle mie parti (sono cresciuto sulle colline della maremma) si usava il termine “cane-lupo” e che “pastore tedesco” lo iniziai ad ascoltare quando ero gia piu grande (quindi meta’ degli anni 80).
    E c’era anche chi per semplicita’ li chiamava direttamente “lupi”. E mio padre ancora oggi dice “cane-lupo”

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