sabato 15 Marzo 2025

La Toxoplasmosi: mito o pericolo reale?

Dello stesso autore...

di TIZIANA MASSA – Per prendere la toxoplasmosi da un gatto occorre mangiarselo crudo (o poco cotto).
Proprio così: se non lo si mangia crudo, il gatto non ha praticamente alcuna possibilità di contagiare un essere umano: e con questo l’articolo potrebbe già avere fine!
Eppure, nel 2012, assistiamo ancora a discorsi che mi permetto di definire, con rabbia, “da pollaio”: ciarle di persone che mai una sola volta si sono prese la briga di parlare con un veterinario, che mai hanno preso in mano una dispensa o sfogliato una rivista specifica che tocchi l’argomento, o ancora perso due minuti su Internet per capire realmente cosa sia la toxoplasmosi e come venga davvero trasmessa.
Chissà perché, in merito ad altre malattie che affliggono il nostro secolo, ci vantiamo di leggere e di esserci documentati, ascoltiamo dibattiti in tv (ciò che poi in effetti viene recepito è un altro discorso, ma vabbè…), leggiamo articoli medici e così via.
Invece, riguardo alla toxoplasmosi, tutto ciò che si sente dire in giro è che “non si devono toccare i gatti”, che “i gatti portano questa malattia”, insomma un “dagli al gatto” generico…e via, la toxoplasmosi è sconfitta!
Non parliamo poi di quando si conosce una donna in gravidanza: le galline e/o i polli umani corrono a razzolare intorno alla poverina spargendo tutta la loro conoscenza sull’argomento e, purtroppo, trovando spesso terreno fertile, al punto che non sono pochi gli abbandoni di innocentissimi gatti da parte di molte persone che hanno in corso (o addirittura in previsione futura!) una gravidanza.
Cercheremo quindi, nella maniera più semplice possibile, di chiarire per l’ennesima volta, dal momento che purtroppo ce n’è bisogno, cosa è la toxo e qual è il ruolo del gatto nella trasmissione di questa malattia.
Magari, perché no, contando anche un po’ sulla collaborazione di chi ci legge affinché diffonda quanto più possibile le notizie qui riportate, contribuendo così a limitare l’ingerenza dei “polli” di cui sopra in faccende di cui non sanno assolutamente nulla.

La toxoplasmosi è causata da un protozoo denominato Toxoplasma gondii.
L’infezione causata da questo organismo monocellulare, ossia formato da una sola cellula, è piuttosto comune, tuttavia la malattia non è molto diffusa.
Diciamo che, in linea generale, i sintomi sono poco avvertiti da chi ne è colpito.
Corrisponde a verità il fatto che il gatto sia la principale fonte di propagazione della malattia, MA, il maiuscolo è d’obbligo, non nel modo in cui molto credono.
Il gatto non è un “untore”: non basta la sua presenza in casa affinché avvenga il contagio, non basta accerezzarlo né dormire con lui.
Come specificato nell’occhiello, per prendersi la toxo bisogna mangiare carne di gatto cruda o poco cotta: o, in alternativa, cacca di gatto in salmì.
I gatti vengono infettati nutrendosi della carne delle loro prede, generalmente uccelli o topi a loro volta infestati dal toxoplasma.
Gli organismi così ingeriti dal gatto si sviluppano nel suo intestino; in seguito, tramite le feci, il gatto espelle le cosiddette oocisti, le quali hanno bisogno di circa 36 o 48 ore di tempo per diventare contagiose.
Pertanto, punto chiave numero uno: se la pulizia della cassettina dei bisogni del nostro micio viene effettuata giornalmente, il problema non ha alcun modo di presentarsi.
Lo sviluppo di oocisti nell’intestino del gatto, con derivante espulsione insieme alle feci, perdura per due/tre settimane, dopodichè il gatto si immunizza.
Va da sé quindi che questa non è la principale fonte di contagio per l’uomo, mentre lo è il consumo di carni crude o comunque poco cotte e infestate da cisti invisibili ad occhio nudo, motivo per cui è preferibile cuocere la carne ad una temperatura minima di 70 gradi per almeno 15/20 minuti.
In questo modo le oocisti vengono distrutte con certezza, mentre non è sicuro che lo stesso accada con il congelamento.
Anche i derivati del latte non pastorizzati e l’insalata non accuratamente lavata possono provocare contagio.

Tornando alla “responsabilità” del gatto, è bene sapere che le oocisti resistono molto bene nell’ambiente: pertanto, chi possiede un giardino dove i gatti possono lasciare i loro bisogni e ha piacere di curarlo, può indubbiamente continuare a farlo con tranquillità, ma deve osservare delle semplici regole di igiene, quali utilizzare guanti da giardinaggio e, a lavoro terminato, lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone (precauzione da adottarsi normalmente anche dopo aver toccato carni o verdure crude).
Non è altresì necessario negarsi il piacere di una carezza ad un gatto di strada, per carità; basta solo lavarsi le mani in seguito!
Per le donne in gravidanza la malattia costituisce un reale pericolo, non tanto per la donna quanto per il bambino che deve nascere e che può subire malformazioni.
Il discorso comunque diventa solo un pochino più delicato dal punto di vista delle precauzioni, ma assolutamente nulla di insormontabile o che possa indurre ad abbandonare il gatto di casa.
Ferme restando le precauzioni in merito alla cottura della carne, lavaggio della verdura sotto acqua corrente e utilizzo dei guanti protettivi per giardinaggio, la donna incinta deve provvedere ogni giorno alla disinfezione della cassettina dei bisogni di micio proteggendosi con guanti di gomma (meglio ancora se lo fa fare da terzi: altrimenti i mariti a cosa servirebbero?), gettare le feci del gatto nel gabinetto ed alimentarlo
esclusivamente con cibi industriali o con cibi rigorosamente cotti.
E’ meglio che il gatto di casa non abbia, almeno per il periodo della gravidanza, libero accesso all’esterno, dove potrebbe cacciare topi o uccelli e rimanere contaminato.
Infine, durante la gravidanza è bene non avere contatti con gatti randagi, a meno che non si abbia la possibilità di lavarsi accuratamente
le mani immediatamente dopo averne toccato uno. Un gatto randagio non viene pulito regolarmente e potrebbe avere sul pelo residui di feci.
E’ un caso raro, ma meglio evitare i rischi inutili.

I SINTOMI
Per quanto riguarda il gatto, di solito la toxoplasmosi non manifesta segni clinici di infezione.
Quando accade, accade più frequentemente nei gatti piccoli o adulti, piuttosto che quelli anziani, con sintomi che vanno dall’inappetenza, alla sonnolenza, alla febbre, per arrivare ai problemi respiratori, polmonite, epatite con diarrea e vomito, problemi agli occhi e al sistema nervoso.
Per quanto riguarda l’uomo i sintomi sono generalmente assenti o, se presenti, tanto trascurabili che…in effetti vengono quasi sempre trascurati: la stragrande maggioranza delle donne che risutano positive alla ricerca di anticorpi per la toxoplasmosi (è un esame di routine in gravidanza) non si era mai accorta di averla contratta.
Solo in casi rarissimi appaiono problemi di qualche gravità, dei quali è bene parlare con il proprio medico.
L’unica malattia davvero pericolosa per qualsiasi umano, gravido o no, è l’ignoranza.

NOTA: il cane NON trasmette la toxoplasmosi.
Può esserne contagiato, può ammalarsi ma non può contagiare nessuno perché le oocisti NON vengono emesse con le feci, come avviene invece nel gatto. Qualsiasi allarmismo nei confronti del cane è ancora più immotivato di quello che riguarda il gatto.

Autore

Articolo precedente
Articolo successivo

Nella stessa categoria...

13 Commenti

  1. salve, mio fratello è affetto da toxoplasmosi. lui lavora in una officina dove vivono diversi gatti randagi.

    tutti siamo risultati negativi, al 99% è venuto a contatto con qualche fece di gatto secondo il dottore e non “il veterinario”.

    affermare che il gatto “Per prendere la toxoplasmosi da un gatto occorre mangiarselo crudo (o poco cotto)” è sbagliato.

    • No, veramente è sbagliato quello che ha detto il dottore. Al 99% la toxo si prende mangiando verdura cruda non lavata.
      Oddio, si può anche prendere mangiandosi la cacca di un gatto, ma non credo proprio che sia il caso di una persona adulta. Consulta pure tutta la letteratura che vuoi, in merito…e vedrai che a volte pure i medici sparano corbellerie.

  2. Be’, io sono cresciuta con millemila pelosi in casa (gatti e cani) e sono riuscita a NON prendermi la toxo.
    Adesso siamo in attesa di due bimbi e la Fulvia micia di casa non fa altro che ronfarmi intorno: chi ci potrebbe rinunciare???

  3. io e mio marito stiamo pensando di avere un figlio, quindi è il momento di fare tutte le analisi necessarie compresa quella che riguarda la toxo… risultato non ne sono immune, qualche giorno fa sono andata a portare i risultati al mio medico e mi dice: “ok, devi stare attenta quando sarà il momento a non toccare CANI e GATTI, sarebbe meglio proprio non averli in giro per casa…” io l’ho guardato mezza sconvolta e gli ho non troppo delicatamente dato dell’ignorante 🙂 e gli ho fatto notare che con quelle parole potrebbe spingere una donna ad abbandonare il proprio animale… il povero dottore è rimasto senza parole quindi gli ho consigliato di aggiornarsi!!! ovviamente quando mi sono sposata c’era già questa idea e prima di portare un cucciolo dentro casa mi sono informata facendo ricerche in internet e chiedendo al mio veterinario!!!
    spero che sempre più donne non si limiti ad ascoltare l’opinione di medici che della trasmissione della malattia ne sanno poco o nulla, ma che per amore dei proprio pelosi si informi meglio!!!

    Anna

  4. ciao io ho una domanda un po’ strana…il mio cane è saltuariamente coprofago, e spesso predilige le cacche di gatto…io lo coccolo e sbaciucchio non preoccupandomi dei possibili effetti collaterali, però mi sorge un dubbio: e se per sfiga mangiasse una cacca di gatto infetto, potrebbe congiarmi la toxo per via di questi sbaciucchiamenti?

  5. Io son la prova che prendersela dal gatto non è poi così facile. Ho sempre vissuto coi gatti, un bel (mica tanto) giorno uno ha iniziato a star male, analisi e controlli salta fuori che ha proprio la toxo e la stava manifestando neurologicamente. Anche gli altri due sono risultati positivi.
    Io me li sono sempre paciugata senza alcuna precauzione, così come mi son sempre coccolata tutti i gatti di strada possibili ed immaginabili, mi son sempre mangiata l’insalata dell’orticello in giardino alla concimazione del quale partecipavano anche i gatti, e non mi son negata di stendermi sull’erba dove anche i gatti pascolavano.
    Ecco dopo aver fatto di tutto per prendermi la toxo… son negativa -_-
    E sentendo altre mie conoscenze con una storia simile non sono un caso raro.

    • Anche io nella mia infanzia ho fatto di tutto per prendere la toxo e, nonostante giocassi in strada con tutti gatti del vicinato che mi capitavano, mi rotolassi nei prati con loro dove sicuramente qualcuno aveva il proprio wc privato e ho vissuto per anni con un simil siamese che viveva in strada (che ovviamente nessuno aveva vaccinato o gli comperava cibo di alta qualità) e, quando mamma non vedeva, “qualcuno” lo faceva entrare in casa e salire sul letto……
      le mie analisi per la toxo sono risultate negative…. inoltre avevamo un campo dove mia nonna allevava maiali conigli galline ecc ecc e non contenta di tutto quello che già facevo, sono caduta nello scolo delle cacche della fattoria! E adoravo rubare pezzetti di salsicce appena fatte per mangiarle crude!!!
      Ma in età adulta ho proseguito la mia ricerca della toxo… adoro bistecche alla fiorentina, mangio tonnellate di prosciutto bresaole e quant’altro… e le analisi sono ancora negative……
      e ora che aspetto un bimbo devo stare per forza attenta a tutto quello che in vita mia ho sempre fatto e mangiato….. che fortuna eh!!!!! :-)))))

  6. anche io soo risultata positiva… già da quando ero piccola che stavo sempre a giocare in cortile e abbiamo sempre avuto gatti. forse qualche cacchina stantia nel giardino. in effetti in genere si e no che ce ne si accorga di averla contratta. io credo di aver avuto una febbriciattola a 37 circa per qualche giorno ma una mia amica ha avuto un’infezione alla retina pare a causa della toxo. comunque sia non mi sognerei mai di dare via il gatto nel caso aspettassi un bibmo e non l’avessi già avuta… che discorsi basta appunto prendere quell 2 o 3 precauzioni…
    PS: impedire di uscire a certi gatti è dura e forse non è neanche giusto. preferisco sempre le precauzioni.

  7. Ciao, mi sa che c’è un refuso, il nome corretto dovrebbe essere “toxoplasma gondii”, non “condii”.
    Si può fare un articolo sulla neosporosi, che affligge il cane? Grazie!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico