venerdì 6 Dicembre 2024

La sterilizzazione chirurgica nella specie canina

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Luisa Valentini
Luisa Valentini
Luisa Valentini è Professore Associato di Clinica Ostetrica e Ginecologia Veterinaria, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Dottore di Ricerca in Biologia della Riproduzione Umana ed Animale Specialista in Fisiopatologia della Riproduzione degli Animali Domestici Coautrice di comunicazioni presentate a Congressi Nazionali e Internazionali e di lavori in estenso pubblicati su riviste internazionali. Da sempre appassionata del cane e di tutto quello che riguarda il suo mondo.

di Dr. LUISA VALENTINI –  Il termine sterilizzazione, quando non riferito al mondo microbiologico, indica l’eliminazione della capacità riproduttiva, temporanea o permanente.
Il termine castrazione definisce nello specifico la soppressione dell’attività gonadica, che in genere si ottiene per via chirurgica tramite l’asportazione delle gonadi (testicoli nel maschio e ovaie nella femmina), ma che può essere anche attuata farmacologicamente, somministrando molecole che bloccano l’asse endocrino riproduttivo (ma ha un’azione limitata nel tempo, attualmente costi elevati e, per certe sostanze, alte percentuali di effetti collaterali).
Per capire la differenza, una cagna può essere sterilizzata anche con la legatura delle tube ovariche, o con l’asportazione dell’utero lasciando le ovaie, e un maschio reso sterile col taglio dei dotti deferenti (c.d. vasectomia): ma non sono castrati.
Le finalità per cui si sterilizza sono diverse.
Da un punto di vista socio-sanitario, la sterilizzazione di cani non padronali o, comunque, dei cani che non devono essere specificamente destinati alla riproduzione, al momento è l’unica vera arma per il controllo del randagismo e della popolazione canina.
In tale ottica, le cagne da affezione, anche se di razza, andrebbero comunque sterilizzate in quanto la riproduzione di una razza dovrebbe attuarsi nell’ambito di rigidi criteri di selezione e dopo aver escluso possibili tare genetiche dei riproduttori e, inoltre, la non attività riproduttiva le espone con alta frequenza a rischio di patologie spesso gravi..

Per quanto riguarda il cane maschio, le tecniche chirurgiche di sterilizzazione sono due: la castrazione (orchiectomia) e il taglio dei dotti deferenti (vasectomia o deferentectomia).
La castrazione elimina il comportamento riproduttivo in quanto il cane, nell’arco di poche settimane, non percepisce più la cagna in calore. L’asportazione dei testicoli non determina alcuna modificazione esteriore del soggetto, né riduce l’aggressività (contrariamente a quanto a volte si pensi, questo perché l’azione degli ormoni androgeni sul cervello avviene già durante la fase fetale, prima della nascita).
In compenso, riduce il vagabondare legato alla ricerca della cagna e le lotte tra maschi in presenza di cagna in calore.
Questo intervento, previene (o elimina, in caso già clinico) alcune patologie prostatiche, come l’ipertrofia e le cisti prostatiche e riduce notevolmente (ma non elimina) l’insorgenza di prostatiti; per contro, aumenta il rischio di carcinoma prostatico in modo inversamente proporzionale all’età in cui viene effettuato l’intervento (minore è l’età, maggiori sono i rischi di insorgenza). Questa neoplasia, fortunatamente, è molto rara ma purtroppo ha decorso molto maligno.
Ovviamente, la castrazione previene, o elimina, tutte le patologie testicolari e dell’epididimo (condotto che si trova addossato al testicolo e che viene asportato contestualmente).
La vasectomia (o deferentectomia) ha come unico scopo quello di evitare che l’accoppiamento sia fertile.
Il cane mantiene intatto il comportamento sessuale e si accoppia regolarmente.

Per le cagne di proprietà non destinate ad attività riproduttiva (con questa definizione non intendo la cucciolata singola fatta perché il vicino di casa ha un cane della stessa razza: fare una sola cucciolata, ai sensi della prevenzione sanitaria, è come non farne neppure una*), l’ovariectomia (o ovarioisterectomia) è la tecnica più efficace e che sicuramente ha il miglior rapporto costi (riferiti al paziente)/benefici.
Riferendomi nello specifico alla cagna, la non attività riproduttiva la predispone con elevata frequenza a due patologie:

1. La piometra, che è un’infiammazione della mucosa dell’utero indotta da infezione batterica secondaria, che si sviluppa su un utero in genere già alterato da processi degenerativi cistici, e che insorge esclusivamente in una specifica condizione ormonale (sempre nella fase diestrale, quella che segue il calore e che dura 2-3 mesi o, in alternativa, può essere indotta dall’uso di progestinici, che si somministrano per sopprimere i calori o di estrogeni somministrati subito dopo un accoppiamento indesiderato per bloccare un’eventuale gravidanza). In genere si manifesta in cagne di media-avanzata età, che non hanno mai partorito o che non hanno avuto parti da diversi anni. Particolarmente predisposte sono le cagne che hanno calori ravvicinati (ogni 4-5 mesi), mentre i soggetti che hanno un calore all’anno, o comunque maggiormente distanziati, sono meno esposti. Pertanto, una piometra spontanea può insorgere solo se vi è attività ovarica, per cui l’ovariectomia, effettuata in qualunque momento, previene tale patologia. Le c.d piometre del moncone, insorgono sul moncone residuo dell’utero solo se è stato lasciato l’ovaio, o un suo frammento;

2. I tumori (neoplasie) mammari, la cui insorgenza è legata principalmente all’azione degli ormoni steroidi sessuali prodotti dall’ovaio. Il meccanismo di insorgenza è progressivo e, una volta innescato, in genere evolve in senso tumorale anche se si toglie la fonte ormonale tramite ovariectomia. Tuttavia, nella cagna, tale aspetto è ancora oggetto di discussione (contrariamente alla gatta in cui purtroppo la neoplasia mammaria è quasi sempre maligna e non beneficia assolutamente dell’ovariectomia nel momento in cui si è già sviluppata).
Quello che è certo è che, tanto più precocemente viene effettuata l’ovariectomia, tanto minori sono le probabilità che possa insorgere un tumore mammario, fino quasi ad annullarsi se l’operazione è eseguita nella cagna prepubere.
Sulla base di ciò, molti veterinari consigliano l’ovariectomia nella cagna prepubere o, al massimo, dopo il primo calore. L’azione predisponente sui tumori mammari della pseudogravidanza clinica (cioè quella con sintomatologia manifesta) non è ancora stata definita in modo univoco, in quanto i riscontri sono stati contrastanti.

Un altro problema, meno grave, ma comunque a volte molto fastidioso, è la comparsa di pseudogravidanza clinica in alcune cagne. Questa condizione, molto frequente e che tende a recidivare dopo ogni calore, determina modificazioni fisiche e comportamentali nella cagna, che può modificare il carattere (diventando apatica o, al contrario, più nervosa e aggressiva) e assumere tutti i comportamenti tipici del parto (irrequietezza, raspa, alleva oggetti), e determina produzione di latte, con rischio di insorgenza di mastiti e dermatiti da lambimento.

Tuttavia, queste due patologie non sono le uniche che in qualche modo vengono influenzate dagli ormoni sessuali, ma esistono anche altre patologie, tumorali e non, che, al contrario, sono più frequenti nei soggetti castrati (maschi e femmine), rispetto a quelli interi.
È il caso dell’osteosarcoma, tumore maligno e aggressivo, particolarmente frequente in alcune razze di taglia grande o gigante, quali Rottweiler, Dobermann, Alano, San Bernardo; o l’emangiosarcoma, tumore maligno, che colpisce con più frequenza alcune razze, come Boxer, Pastore Tedesco, Labrador e il Golden Retriever. Queste neoplasie, fortunatamente, hanno un’incidenza di gran lunga inferiore rispetto ai tumori mammari e in alcune razze il riscontro riveste carattere di eccezionalità.

Gli ormoni gonadici hanno un’azione regolatoria anche sulla crescita ossea. Ciò è particolarmente evidente sul maschio, la cui crescita è maggiore se viene castrato precocemente. Questo aspetto va tenuto presente soprattutto nei soggetti di grande taglia e nelle razze soggette a displasia dell’anca. La sterilizzazione molto precoce (prima dei 5 mesi di età), aumenta l’insorgenza di questa patologia.
Tra le conseguenze indesiderate della gonadectomia, vi è la predisposizione all’obesità.
Anche questo aspetto però va ben inquadrato.
Nella mia esperienza, quando ho ovariectomizzato cagne già in soprappeso, queste sono in genere diventate obese in breve tempo.
Il discorso vale anche per il cane maschio.
Il dubbio però sorge, in quanto in genere si parla di soggetti che, se già in soprappeso giovani, denotano una propensione alla sovralimentazione da parte dei proprietari (che in genere non è quello che mettono nella ciotola, ma tutto quello che danno come extra). Inoltre, alcuni soggetti manifestano un incremento di appetito dopo la chirurgia e molti proprietari tendono ad assecondarlo, forse anche perché mossi da sensi di colpa. Il termine predisposizione non coincide con evento ineluttabile.
Questo è l’alibi che più di frequente si sente quando si incontrano proprietari di soggetti obesi “È così perché è castrato”. Niente di più falso; se si pone attenzione, soprattutto all’inizio, i cani mantengono la loro forma perfetta e la loro vivacità e il loro metabolismo non viene alterato.
Altra possibile conseguenza è l’incontinenza urinaria nella cagna castrata. Questa si manifesta tipicamente quando la cagna è in decubito, in quanto la pressione dei visceri addominali sulla vescica determina la fuoriuscita di urina, e più frequentemente nelle cagne obese e di grande taglia. Le percentuali riportate in letteratura sono molto variabili e probabilmente in parte risentono anche dell’età a cui vengono sterilizzate le cagne (in alcuni Paesi, si sterilizzano i cuccioli a 3 mesi di età) e delle tecniche adottate.
L’origine è multifattoriale, ma la carenza prolungata di estrogeni ovarici è una delle cause; l’altro fattore è lo spostamento posteriore della vescica, indotto dalla contestuale asportazione dell’utero (in caso di ovarioisterectomia).

La sterilizzazione chirurgica apre un problema etico, in quanto è un intervento fatto su un animale sano e, pertanto, non ha finalità terapeutiche. Questo, però, a una prima analisi. Riferendomi nello specifico alla cagna, considerata l’altissima incidenza della piometra e delle neoplasie mammarie nelle cagne non ovariectomizzate, si comprende come la questione sia più complessa.
Valutando l’enorme beneficio che si ottiene sulla prevenzione di queste due patologie, entrambe gravi e che portano a morte il soggetto, se non tempestivamente risolte, si comprende come comunque sia più opportuno sottoporre a ovariectomia la cagna, quando è giovane e in buona salute.

Un manifesto della LAV pro-sterilizzazione

Sul momento ottimale, visto che è un intervento programmabile, anche qui le opinioni non sono univoche. Molti veterinari preferiscono effettuarla nella cagna prepubere, altri dopo il primo calore.
In genere si consiglia di effettuarla tra 6-9 mesi, prima del primo calore. Personalmente, appartengo alla schiera che preferisce attendere il primo calore, soprattutto se si tratta di cagne di grande taglia, e ancor più se appartenenti a quelle razze a più elevato rischio di osteosarcoma o emangiosarcoma, salvo motivi contingenti (ad esempio, una cagna che può facilmente accoppiarsi).
Nella mia casistica non ho avuto riscontri di cagne con tumori mammari, pervenute già ovariectomizzate, il cui intervento fosse avvenuto prima dei 3 anni, e nessun caso di cagna sterilizzata dopo un calore (questo non esclude che possa avvenire, ma in via eccezionale; mentre risulta molto più difficile correlare altri aspetti patologici a un’ovariectomia molto precoce ).

Per quanto riguarda il criterio chirurgico, se ovariectomia o ovarioisterectomia (asportazione contestuale di utero e ovaie), esistono due scuole di pensiero, entrambe con argomentazioni valide.
Nella nostra clinica preferiamo effettuare l’ovariectomia, salvo che non ci siano motivi che inducono a togliere pure l’utero. Questo per due ordini di fattori: l’intervento è meno invasivo e, inoltre, si riduce il rischio di spostamento caudale della vescica, che è una delle concause di insorgenza di incontinenza urinaria da sterilizzazione.
Altri Colleghi preferiscono eseguire l’ovarioisterectomia, per scongiurare potenziali patologie uterine.
A tal proposito, però, va specificato che i tumori dell’utero sono estremamente rari anche nella cagna intera, e diventano un problema virtuale se la cagna è sterilizzata in giovane età, e la piometra non può mai insorgere se le ovaie vengono completamente asportate.
L’utero non più sollecitato degli ormoni ovarici rimane un organo poco irrorato, che va incontro a ipotrofia assumendo aspetto simile a quello della cagna prepubere, per cui molto difficilmente andrà incontro a patologie.

Come sempre, nella Clinica, non è possibile fare un ragionamento univoco, in quanto esistono pro e contro su entrambi gli aspetti, ma, di sicuro, il massimo beneficio lo si ottiene effettuando l’ovariectomia (o ovarioisterectomia), e mai altre tecniche di sterilizzazione chirurgica (legatura delle tube ovariche o isterectomia), che mantengono l’attività ovarica, con tutte le conseguenze relative, in quanto la cagna attirerà i maschi, favorendo la formazione di branchi e relative lotte, e conseguenti disagi.
Inoltre, l’asportazione del solo utero, induce in genere la degenerazione cistica delle ovaie, con comparsa di calori sempre più frequenti e ravvicinati, fino a uno stato di calore persistente.
Ovviamente nessuna di queste due tecniche, che cito solo per dovere di completezza, ha alcuna efficacia sulla prevenzione dei tumori mammari e la legatura delle tube non previene in alcun modo la piometra; inoltre, e qui parlo solo per esperienza personale in quanto non ho trovato casistiche in tal senso, una cagna che si accoppia ripetutamente senza mai partorire è più soggetta a sviluppare piometra nel tempo (in genere questo si verifica quando si mantiene una cagna intera insieme a un maschio vasectomizzato, o una cagna in cui è stata effettuata solo la legatura delle tube).

In conclusione, valutando i singoli aspetti, la sterilizzazione andrebbe sempre consigliata nelle cagne che non sono destinate all’allevamento, in considerazione dell’alto rischio di patologie. L’intervento chirurgico deve in ogni caso prevedere l’asportazione completa delle ovaie e andrebbe programmato in giovane età, in modo da ottenere i massimi benefici sulla prevenzione dei tumori mammari, ma preferibilmente quando la crescita è per gran parte completata (specie nelle cagne di grande taglia).
Per quanto riguarda il cane maschio, l’intervento andrebbe effettuato preferibilmente nel cane adulto, che ha completato lo sviluppo somatico, meglio se intorno ai 2-3 anni (salvo indicazioni specifiche), in modo da ridurre il rischio di insorgenza di carcinoma prostatico.
In nessun caso, la qualità di vita del cane, maschio o femmina, ne risente, salvo cattiva gestione da parte del proprietario (mi riferisco, in particolare, al problema obesità), né ci sono modificazioni comportamentali verso i proprietari.

*Bitches whelping rarely or never in their lives have a greater chance of developing pyometra with rare or no occurrence of pregnancy (Romagnoli S. Canine Pyometra: Pathogenesis, Therapy and Clinical Cases. 2007)

Per saperne di più (per addetti ai lavori)

Gregory SP, Holt PE, Parkinson TJ, Wathes CM. Vaginal position and length in the bitch: relationship to spaying and urinary incontinence. J Small Anim Pract. 1999, 40(4):180-184.

Kustritz MV. Determining the optimal age for gonadectomy of dogs and cats. J Am Vet Med Assoc. 2007; 231(11):1665-1675.

Reichler IM. Gonadectomy in cats and dogs: a review of risks and benefits. Reprod Domest Anim. 2009, 44 (2):29-35.
Cooley DM, Beranek BC, Schlittler DL, Glickman NW, Glickman LT, Waters DJ. Endogenous gonadal hormone exposure and bone sarcoma risk. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2002, 11(11):1434-40.
Ru G, Terracini B, Glickman LT. Host related risk factors for canine osteosarcoma. Vet J. 1998, 156(1):31-9.

Autore

  • Luisa Valentini

    Luisa Valentini è Professore Associato di Clinica Ostetrica e Ginecologia Veterinaria, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Dottore di Ricerca in Biologia della Riproduzione Umana ed Animale Specialista in Fisiopatologia della Riproduzione degli Animali Domestici Coautrice di comunicazioni presentate a Congressi Nazionali e Internazionali e di lavori in estenso pubblicati su riviste internazionali. Da sempre appassionata del cane e di tutto quello che riguarda il suo mondo.

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35 Commenti

  1. Articolo interessante che cade a fagiolo. Il mio PLI di 2 anni è ansiosetto di natura. Quando aveva 6 mesi ed è iniziato ad entrare in circolo il testoterone è cominciato il disastro: piangeva, ululava quando stava solo 1 ora, faceva pipì dappertutto, aveva la concentrazione di un paguro ubriaco. Voleva giocare, ma dopo un lancio di palla o 15 secondi di tira molla, smetteva perché voleva fare altro, ma nemeno lui sapeva cosa e si agitava tantissimo.
    Dopo altri 6 mesi, vista l’assenza di miglioramento, la comportamentista con cui lavoravamo ha consigliato la castrazione chimica. E qui c’è stato il miracolo: finite le pipì, gli ululati, l’agitazione incontrollata ecc, certo c’era ancora un po’ di ansia, ma passata mano a mano che si facevano nuove esperienze.
    A un anno di distanza (quindi a 2 anni di età) il testosterone è lentamente tornato, e dopo i primi mesi relativamente tranquilli ora siamo punto e capo su tutta la linea: pipì, pianti, agitazione, scarsa concentrazione…sembra che gli più crescono gli zebedei, più gli si rimpicciolisca il cervello 🙂
    Non so che fare, pensate che se aspetto qualche mese (e quanti?) lui possa imparare a gestire questi benedetti ormoni, oppure è il caso di darci, letteralmente, un taglio?

  2. Secondo la sua esperienza, per ottenere una buona prevenzione riguardo le neoplasie mammarie e minimizzare i rischi di insorgenza di incontinenza, sarebbe consigliabile un intervento di ovarioisterectomia dopo il secondo calore della cagnetta?

  3. Non ho detto razze precoci, ma soggetti precoci. Per esempio non è raro che alcune cucciolone Rottweiler abbiano il primo calore a 6-7 mesi, come non è raro in questa razza, ma non solo, avere calori più ravvicinati, con intervalli di 4-5 mesi. In un caso del genere, ad esempio., se la cagna ha avuto il primo calore molto precocemente preferisco aspettare qualche mese in più, sia perché completi la fase di rapida crescita (ci sono evidenze che una castrazione troppo precoce possa favorire la displasia; probabilmente questo adpetto ha un’incidenza maggiore nel maschio), ma anche perché è una razza molto soggetta a osteosarcoma. Per cui reputo meno rischioso attendere un calore in più che castrarla ancora in fase di crescita. Come ho più volte detto, non si può fare un ragionamento univoco, ma bisogna valutare sempre lo specifico caso. Attualmente, e a mio avviso più correttamente, si inizia a parlare più dei 2-2.5 anni di età come demarcazione tra una prevenzione significativa delle neoplasie mammarie.

    • Grazie per i chiarimenti. Mi consulterò col veterinario, ma avere qualche nozione in più in merito a sterilizzazione, incidenza di alcune malattie e prevenzione mi rassicura.

      • Prego. Ribadisco, comunque, che i criteri non sono assoluti, per cui possono esservi delle differenze di approccio tra un clinico e l’altro, perché sono diversi gli aspetti da considerare e comunque si ragiona sempre in termini di probabilità.

        • Sono perfettamente d’accordo con ciò che dice. Mi rendo conto che è necessario fare un calcolo di costo/beneficio sui grandi numeri, e che di conseguenza non ci sono garanzie sul singolo caso, tuttavia le sue informazioni mi hanno permesso di superare alcune paure. Spero solo di riuscire a trovare un veterinario competente e scrupoloso.
          E a questo proposito avrei una domanda: come riconoscere un bravo veterinario? 🙂

    • Buonasera, ho letto con attenzione i suoi commenti che trovo interessanti e utilissimi. Vorrei poter fare una domanda relativa al mio cane maschio che é in piena fase di agitazione ormonale. Il 15 agosto é fuggito dalla recinzione del mio giardino e, contrariamente a quanto accaduto nei giorni precedenti, non è più tornato. Dopo 12 giorni circa sono riuscita a trovarlo con una femmina di una vicina anche lei scomparsa, in una zona di proprietà di una famiglia che ha letto la medaglietta e mi ha contattato. Mi è andata bene che fosse sano e salvo, ne sono consapevole. Ora, il punto é che lo devo incatenare altrimenti fugge ancora e, anche se sono sicura che andrebbe dalla femmina a circa un km da qui, non me la sento di rischiare… Posto che devo programmare la castrazione quanto prima, devo comunque attendere che passi questo momentaccio? Il cane ulula e piange quasi di continuo. Non pensa ad altro che ad andare in direzione cagna. Ma se li facessimo stare ancora insieme, da lei xché io ne ho altri 4, la situazione cambierebbe per lui? La padrona della femmina mi ha detto che l’ultima volta che sono stati insieme, tre giorni fa, lui ha provato a montarla e lei non ha voluto, lo ha allontanato.
      Grazie mille per la risposta!

      • Scusa, ma… tenerlo in casa, anziché incatenarlo???
        Neanche da pensare all’idea di lasciarlo insieme alla cagnetta: non vorrai mettere al mondo una cucciolata indesiderata, spero! 🙁

      • Il cane maschio non va incontro a modificazioni fisiche cicliche, come accade per la femmina in cui esistono dei momenti ottimali per effettuare la sterilizzazione chirurgica in quanto gli ormoni ovarici modificano anche l’irrorazione tessutale e lo sviluppo delle mammelle. Può tranquillamente programmarla, tenga però presente che l’eliminazione degli androgeni circolanti è lenta e gli effetti si esauriscono dopo un mese circa, per cui il cane può manifestare ancora il desiderio sessuale e anche accoppiarsi, quindi deve comunque tenerlo in ambiente chiuso anche dopo la castrazione. Ovviamente l’intensità va progressivamente riducendosi.

  4. Buongiorno, ritengo che la sterilizzazione sia un atto di civiltà, tuttavia mi piacerebbe sapere quali sono gli effetti collaterali della ovariectomia sulle cagne sterilizzate al primo calore o poco prima. Ho letto di problemi ossei e di degenerazione neurologica, di ipoplasia vulvare e incontinenza urinaria. Che cosa c’è di vero?

    • Buonasera, sono tutti aspetti veri, ma vanno ben inquadrati nella loro reale incidenza. Per quanto riguarda i problemi ossei, sia degenerativi che tumorali, effettuare l’ovariectomia quando la cagna ha completato la fase di rapida crescita sicuramente li ridimensiona molto, se non li elimina del tutto. Anche per altre forme tumorali (tipo emangiosarcoma), è stata vista una correlazione con l’età in cui è stata effettuata la castrazione. Tutti questi tumori però hanno incidenza molto inferiore rispetto alle neoplasie mammarie, che sono i tumori più frequenti della cagna intera o sterilizzata tardivamente, anche se c’è una incidenza nettamente maggiore in alcune razze. L’ipoplasia vulvare, o vulva infantile, è anch’essa ovviabile attendendo uno-due calori. Anche l’incontinenza urinaria e le infezioni vaginali possono essere molto ridotte mantenendo la cagna in peso. Sulla degenerazione neurologica non ho dati, ma forse potrebbe essere correlata ad alterazioni endocrine (tipo ipotiroidismo) che e stato ipotizzato possano essere incrementate dalla castrazione (dati non accertati). Devo dire però che non ho avuto riscontri in tal senso. Per quanto riguarda il maschio, non reputo ci siano motivi validi per castrarlo in forma preventiva. In ogni caso, la castrazione andrebbe fatta non sul cane troppo giovane, in quanto può aumentare l’incidenza di carcinoma prostatico.

      • La ringrazio per la risposta celere e chiara. Mi pare di capire che se una cagna viene sterilizzata DOPO il primo calore, riceve in massima misura i benefici dell’intervento e minimizza gli effetti collaterali. Se così fosse affronterei l’intervento con minor apprensione 🙂

        • In biologia (e di conseguenza in clinica) non esiste il tutto bianco o tutto nero, si cerca di ottenere il massimo dei benefici ragionando sempre e solo su calcolo di probabilità. Spesso, come anche per la castrazione, alcuni aspetti sono positivi e altri negativi, ma, come ho già riportato negli altri interventi, si cerca di fare quadrare il cerchio il più possibile cercando di inquadrarli nella loro reale incidenza. Inoltre, alcune criticità emergono nel tempo, col progredire degli studi, per cui si rivedono o si integrano con i dati già noti. Questo spiega anche perché a volte le visioni non sono univoche tra gli stessi colleghi. Va anche detto che le casistiche riportate sono sempre un dato parziale riferito a una popolazione limitata, di una certa area geografica, per cui vanno sempre contestualizzate. La mia esperienza personale, confrontata anche con quella di diversi colleghi, mi ha portato nel tempo a consigliare l’ovariectomia dopo un calore, ma anche due in alcuni soggetti molto precoci e appartenenti a certe razze. Come sempre, poi, il ragionamento va fatto sul caso specifico, mai in termini assoluti.

          • “… consigliare l’ovariectomia dopo un calore, ma anche due in alcuni soggetti molto precoci e appartenenti a certe razze …”

            Mi scuso per l’insistenza: quali sono le razze per cui consiglierebbe di aspettare un calore o anche due? Razze medio grandi? E che cosa si intende per razze molto precoci?
            Grazie ancora per l’attenzione

  5. Ciao a tutti! scusate se riapro questo argomento, ma ho un dubbio che forse qualcuno potrà chiarire…in che modo gli ormoni steroidei influiscono sull’insorgenza di tumori mammari nelle femmine? mi spiego meglio: in medicina umana molti tumori presentano recettori per gli ormoni steroidei, e questi ne facilitano lo sviluppo, ma non influenzano l’insorgenza del tumore stesso! Quindi nel cane verrebbe da pensare che funzioni allo stesso modo, ovvero che gli ormoni quando presenti accelerino il decorso della malattia, ma non che ne determinino l’insorgenza, data invece dall’accumulo di mutazioni a carico del dna, come in gran parte dei tumori umani…qualcuno potrebbe darmi spiegazioni in merito? Grazie mille!! =)

    • Buonasera. Faccio una premessa: esistono sicuramente alcune similitudini tra la patobiologia del tumore mammario umano e quello del cane, ma anche delle differenze, legate alla diversa fisiologia riproduttiva della donna rispetto alla cagna, ma anche alla differente morfogenesi mammaria, che nella cagna segue un differente andamento. L’influenza degli ormoni ovarici sullo sviluppo neoplastico mammario nella cagna sicuramente è confermata dall’oggettivo effetto preventivo dell’ovariectomia precoce. Personalmente non ho mai operato di neoplasie mammarie cagne sterilizzate entro i 2 anni di età (una sola a 3 anni, poi tutte ovariectomizzate più tardivamente o, molto più spesso, intere). Sicuramente, un probabile effetto indiretto della fisiologica prolungata stimolazione progestagena è l’induzione di fattori di crescita mmammari locali, tra cui il GH, molto probabilmente implicato nella patogenesi tumorale. Ma ancora molti aspetti patogenetici sono da definire. Poiché l’attività riproduttiva costante sembra ridurre l’incidenza delle neoplasie, probabilmente più che la prolungata azione del progesterone, il discorso a mio avviso andrebbe inquadrato come una mancata rigenerazione della ghiandola mammaria in assenza della fase di allattamento, che nel tempo può evolvere in senso neoplastico, a seguito della lunga stimolazione in fase luteale. Ad ogni modo, riporto di seguito, due review e un lavoro sull’argomento,in cui si riporta il ruolo degli ormoni ovarici, ma anche di altri possibili fattori.

      Guil-Luna S, Stenvang J, Brünner N, Sánchez-Céspedes R, Millán Y, Gómez-Laguna J, Mulas JM.Progesterone Receptor Isoform Analysis by Quantitative Real-Time Polymerase Chain Reaction in Formalin-Fixed, Paraffin-Embedded Canine Mammary Dysplasias and Tumors.Vet Pathol. 2013 Nov 18

      Sleeckx N, de Rooster H, Veldhuis Kroeze EJ, Van Ginneken C, Van Brantegem L.Canine mammary tumours, an overview.Reprod Domest Anim. 2011, 46(6):1112-31

      van Garderen E, Schalken JA. Morphogenic and tumorigenic potentials of the mammary growth hormone/growth hormone receptor system. Mol Cell Endocrinol. 2002, 29;197(1-2):153-65.

  6. Ho scritto che preferisco attendere un calore perché nella mia esperienza clinica non ho visto alcuna differenza per ciò che riguarda la prevenzione dei tumori, ma trovo vantaggi ad effettuarla quando la cagna è più matura fisicamente. Nelle cagne di razza grande questo assume più importanza. Al contrario, la castrazione nel cane maschio non la consiglio, se non per motivi terapeutici o per aspetti contingenti, in quanto i problemi prostatici legati all’attività androgenica in genere sono reversibili nel momento in cui si castra, per contro la neoplasia prostatica, come ho detto, è favorita dalla castrazione specie se fatta su animale molto giovane. Per fortuna, però, è alquanto rara ma molto aggressiva. Quindi si tratta di fare sempre una valutazione costo-beneficio, sempre caso per caso. Le variabili sono tante, e non possono essere facilmente tutte descritte, né inquadrate in un articolo divulgativo. Ci sono sempre pro e contro, ma in linea di massima consiglio l’ovariectomia nelle cagne non destinate alla riproduzione, possibilmente non oltre il secondo calore, anche se nella mia esperienza le cagne sterilizzate entro i 2 anni di età in genere non presentano poi neoplasie mammarie, che purtroppo sono molto frequenti nelle cagne intere od ovariectomizzate tardivamente, come pure la piometra. È ovvio che una cagna intera può vivere tutta la sua vita senza incorrere in questi problemi, ma è altrettanto vero che piometra e tumori mammari sono le patologie a cui più frequentemente vanno incontro le cagne non ovariectomizzate. E le conseguenze sono molto gravi e comunque richiedono chirurgie molto più invasive.

  7. Per quanto rigaurda la prevenzione contro i tumori mammari soprattutto nei cani, ultimamente i maggiori esperti di oncologia stanno rivalutando le linee guida di sterilizzazione precoce, che prima era considerata con percentuali di prevenzione accettabili anche tra il primo e il secondo calore, dicendo che probabilmente una percentuale di diminuzione del rischio di tumore mammario potrà essere definita accettabile solo sterilizzando la femmina prima del primo calore. Che la prevenzione ci sia è fuori da ogni dubbio e accettata universalmente in medicina veterinaria, bisogna solo capire se la sterilizzazione va effettivamente consigliata solo prima del primo calore o se va bene aspettare tra il primo e il secondo.

  8. Seconco me non sterilizzare le femmine, sia nei cani che nei gatti, è per assurdo un pò come andare contro natura. Nel senso, analizziamo il comportamento in natura dei canidi e dei felini ( la maggior parte )…i primi hanno una stagione riproduttiva una/due volte all’anno che termina con l’accoppiamento e la gravidanza, e la stessa gravidanza isterica è stata ipotizzata uno stratagemma evolutivo di alcuni canidi per far si che i piccoli di un branco non patissero la fame ( venendo allattati e ” adottati ” da più femmine, anche se le gerarchie prevedono che solo alcuni elementi rimangano gravidi all’interno del branco). Nei gatti poi, che sono animali prettamente solitari in natura, il contatto tra cospecifici è limitato alla stagione degli amori, e nelle gatte l’accoppiamento è praticamente sempre fertile a causa della ovulazione indotta. Analizziamo ora il cane/ gatto di casa. Psicologicamente gli accolliamo pensieri tipicamente umani: “ma se non ha una cucciolata non avrà mai il piacere di essere mamma”, “ma se la sterilizzo le faccio un torto”, “ma la sua natura la prevede intera e le tolgo qualcosa che madre natura le ha dato”, “se la sterilizzo prendo una scelta al posto suo quando non può decidere”. Ma analizziamo ora ciò che madre natura ha dato loro: ormoni che sentono solo e soltanto nella stagione giusta, quella della riproduzione, della gravidanza e dell’allattamento, e che altrimenti rimangono silenti, il cane/gatto non ne percepisce la presenza nè ne sente la mancanza. I disagi, anche comportamentali, per questi animali, sorgono quando gli ormoni ci sono e li sentono, ma funzionano a vuoto, a causa delle condizioni casalinghe che fanno sentire loro meno il fotoperiodo naturale ( riscaldamenti accesi di inverno, luce elettrica ): nelle cagne femmine gravidanze isteriche con mastiti, agitazione, stress, nei cani maschi tentatii di fuga, agitazione, ricerda delle femmine. Nelle gatte femmine calori ripetuti a causa del mancato accoppiamento, nei maschi lotte continue per territori sovrapopolati quando in natura al massimo capita un intruso ogni tanto, una vita di stress continuo e terribile. La natura non li ha programmati per avere cicli riproduttivi a vuoto, e nella mia esperienza personale se si vuole far vivere davvero sereni questi animali nel caso non li si voglia far figliare per motivi personali, la cosa migliore è prendersi la resposabilità di una scelta che li porterà in una condizione più naturale, ossia della quiete indotta dalla mancanza di un richiamo che non può essere soddisfatto,e di cui comunque loro non sentirebbero la mancanza. Questo indipendentemente dalla sicuramente consigliabile prevenzione contro tutte le malattia adeguatamente descritte nell’articolo e contro il fenomeno del randagismo, che già di per sè basterebbero e avanzerebbero!

    • Ciao,premesso che io non faccio quel tipo di ragionamenti tipicamente antropomorfizzanti,devo dire che cmq il tuo discorso è in parte sbagliato. Molte femmine non soffrono per nulla nell’avere i loro normali cicli(nel 95% dei casi la pseudo gravidanza non è patologica e non stressa la cagna,è solo un fenomeno fisiologico..alcune cagne diventano più nervose esattamente come noi donne umane,senza però impazzire),mentre nella mia piccolissima esperienza vedo tanti maschi impazzire letteralmente per il fatto di essere interi(scappare,digiunare per giorni,urinare frequentemente ecc)
      Perciò,mi può anche star bene il discorso se lo si applica anche ai maschi,che hanno insito nella loro testolina di dover proseguire la specie molto più delle femmine.

      • intanto complimenti. non è da tutti avere la consapevolezza del controllo della cagna in calore.
        ma tu sei una….. sai quanti invece la s-ragionano ?
        d’accordissimo cn te sulla sterilizzazione delle femmine E dei maschi. purtroppo viviamo in italia, paese fintamente laico e terribilmente machista.
        sterilizzare i maschi? è ancora una questione che ‘un s’affronta (cit) …. con le femmine si cominciano ad avere piccoli risultati, ma siamo ancora lontanissimi dalla cultura.
        sin che nn ne avremo – e temo che ci vorranno ancora decenni – ad oggi l’unica arma è la sterilizzazione.

      • Ciao! Non mi riferivo speficicatamente a te quando parlavo di pensieri antropomorfizzati ( non posso immaginare il motivo per cui hai deciso di mantenere intera la tua cagna, riferisco i discorsi che sento ogni giorno sul perchè non si voglia sterilizzare le femmine ), e sicuramente avrai preso la decisione con coscienza e per il bene del tuo particolare cane secondo la tua linea di pensiero che non posso giudicare. Tuttavia mi sento di dire che secondo me mantenere una cagna intera ( a meno che tu non voglia farle fare una cucciolata per qualsivoglia motivo ), analizzando l’intero quadro di pro e di contro, praticamente porta solo svantaggi o comunque una possibilità di problemi futuri. Metti caso che la tua cagna al 7° calore cominci a soffrire di pseudo gravidanze con tutto ciò che comporta( dicevo gravidanze isteriche perchè è un termine comune per definire le pseudogravidanze, non nel senso che impazziscono ), poichè non è detto che succeda ogni volta ma non è neanche detto che non succeda mai nel corso della sua vita…e quindi a quel punto decidi di sterilizzarla perchè ogni volta è un tormento…praticamente l’hai fatto comunque e hai perso l’occasione per una prevenzione antitumorale. Nel senso, se è vero che sterilizzare precocemente la cagna porta vantaggi, mantenerla intera messo anche caso che tu sia un proprietario responsabile che la sa gestire, perchè secondo te dovrebbe essere la soluzione migliore per la cagna?

    • Ma quella non è una malattia che deve essere prevenuta in quanto tale ma un fenomeno fisiologico che può apparire in alcune cagne sterilizzate. Non me la sentirei di sterilizzare solo per prevenire quello che può essere un lontano fenomeno fisiologico.
      Ti riporto il parere di un medico vet di Bologna( Dr. Luigi Zappoli ):
      Nel 95% dei casi la pseudociesi(pseudo gravidanza) è un fenomeno del tutto naturale ed in quanto tale si autolimita in un periodo variabile da una a tre settimane. Nel restante 5% dei casi, di solito è sufficiente eliminare i giochini , aumentare l’attività fisica e ridurre di un 20% l’apporto calorico. Qualora questi rimedi non risultassero sufficienti, è il caso di intervenire con antiprolattinici come il Galastop, oppure programmare la castrazione del soggetto.
      Come vedi non sempre si richiede la sterilizzazione in questi casi.
      La verità è che più frequentemente,in fatto di probabilità e statistiche,sono i cani maschi a soffrire dell’essere interi.
      La mia femmina è intera e non soffre minimamente.
      L’unico problema sono le malattie neoplastiche,che nelle femmine intere paiono avere un’incidenza enorme..però come ho già detto sopra vorrei sottoporre all’attenzione della vet che ha scritto quest’articolo o di chi altro esperto un’articolo di carattere scientifico al riguardo e sapere che ne pensa.

  9. Ciao,io sinceramente non sono d’accordo sulla sterilizzazione delle cagne d’affezione(dei randagi sì però!) per motivi di controllo della riproduzione. Questo controllo può essere effettuato anche senza ricorrere alla sterilizzazione,semplicemente controllando la cagna nei giorni in cui è a rischio accoppiamento.
    Io faccio così con la mia e finora non ho mai avuto problemi.
    So che potrà sembrare troppo scomodo e difficoltoso a qualcuno,ma a parte che dipende dal singolo caso e nel mio caso non lo è affatto,vorrei dire che rispetto profondamente chi sterilizza per motivi sanitari ma non chi lo fa per motivi di comodità,nascondendosi dietro altre ragioni che in realtà anche se non ci fossero state per il fattore comodità e meno responsabilità la sterilizzazione sarebbe cmq avvenuta. Non bisogna per forza sterilizzare per non far accoppiare la cagna. In quelle che non danno problemi di gestione o problemi come gravidanza isterica ecc come la mia si possono controllare benissimo: è una responsabilità in più che bisogna accollarsi dal momento in cui prendiamo un cane di sesso femminile. Bisogna pur esserne consapevoli.
    So che i manifesti animalisti dicono tutto il contrario però io penso che bisogna fare una propaganda non tanto sulle conseguenze del problema randagismo e sul suo aspetto più esterno,ma anche sulle sue radici: mancanza di cultura cinofila.
    Il problema così si prospetta molto più radicato,profondo e difficile,ma solo risolvendo questo risolviamo davvero il problema,e non certo solo “ordinando a tappeto la sterilizzazione”,come si fa di solito.
    Sono d’accordo per la sterilizzazione come controllo delle nascite(per quanto riguarda la prevenzione sanitaria,è una decisione molto personale e anche sottoposta a diverse variabili,ma che rispetto ) ma preferirei che fosse dettata da una scelta consapevole e davvero compresa appieno.
    Perchè,molte volte,le campagne pro sterilizzazione minano solo alla superficie del problema,ma preferirei che fosse accompagnata da un’acculturamento(magari iniziando a scuola,se n’è parlato a volte qui anche per altri contesti) in modo tale che non ci sia un Tizio o un Caio che davanti a queste campagne pensa: ma tanto io non faccio nascere i randagi perchè quel mio amico ne vuole uno,tanto io alla mia voglio un sacco di bene e non mi interessano i soldi ecc(e vi assicuro che la gente pensa così).
    Perchè c’è chi lo pensa,e se gli viene spiegato solo una parte del problema(spiegandogli solo quando è bene sterilizzare ma non il resto),si rischia (secondo me) di non risolvere mai davvero il problema del randagismo.
    E’ vero che ci potrebbero essere casi in cui nonostante la consapevolezza si decide cmq di accoppiare,ma questi, da che mondo e mondo ,esisteranno sempre perchè maggior cultura dà maggior coscienza,ma maggior coscienza non sempre significa” maggior numero di persone che prende la decisione giusta nel bene del suo cane”,perchè una volta che hai acquisito coscienza(so quel che faccio,le sue conseguenze e le alternative) sta a ognuno di noi se segurla o meno.
    Di certo,se c’è semplicemente ignoranza,questi casi saranno sempre più,soprattutto se l’ignoranza è accompagnata dal non avere valori,un cuore,o come preferite voi dirlo….
    PS: per quanto riguarda le malattie invece,ripeto il mio rispetto anche se ho letto un’articolo molto importante che smentisce in parte l’effetto preventivo della sterilizzazione. Se avrò l’attenzione di qualche esperto o della stessa Valeria vorrei far leggere questo articolo!(è in inglese,ma la parte fondamentale si capisce bene)

    • Anche perchè,dimenticavo,se proprio si vuol far controllo del problema randagismo,è utile anche sterilizzare i maschi.
      Dopotutto il tuo maschio potrebbe sentire a distanza una femmina non sterilizzata in calore,che sia appartenente a qualcuno o randagia,e scappare andando ad accoppiarsi.
      Penso che in questi casi il maschio sia anche più difficile da controllare.
      Eppure,nonostante l’eventualità,non mi sembra che sia molto diffusa la pratica della castrazione.

    • L’articolo a cui ti riferisci credo di conoscerlo ed è del 2012. Conclude dicendo che non esiste un’evidenza statistica in tal senso, ma è scritto da statistici non da clinici. Rimane il fatto, però, che personalmente non ho mai avuto un caso di cagna con neoplasie mammarie se ovariectomizzata entro i 2.5 anni; ovvio che questo è un dato mio non assoluto. Per contro, tutte le cagne affette da neoplasie mammarie erano intere o sterilizzate mediamente dopo i 4 anni. Le piometre riguardano esclusivamente le cagne intere, o con attività ovarica presente. Siccome la sterilizzazione a scopo preventivo ha un notevole risvolto etico, sono molto attenta alle casistiche e mi confronto spesso con colleghi anche di altri territori, direi con riscontri molto simili. È ovvio che è una decisione che deve essere presa con attenzione, dopo che il veterinario ha fornito tutte le informazioni e ha valutato lo specifico caso. Perché nella clinica non esiste il dato dogmatico, ma tutto poi va integrato con le caratteristiche del soggetto. La cosa fondamentale è sempre affidarsi a un veterinario esperto in modo da avere delle informazioni corrette che mettono in condizione il proprietario di fare le sue valutazioni e di optare, o meno, per la castrazione.

  10. sterilizzo martedi.. la mia cagnolina precedente (e primo cane,adottata che aveva un anno di età)è deceduta nella stessa operazione non ha reagito all adrenalina..operazione endovensosa..veterinario consigliato dalla ragazza del preaffido siccome lei stessa andava da quel vet. Per mesi mi sono data la colpa delka mia ignoranza. Ora di questa vet mi fido ciecamente ma tanta paura lostesso!

  11. Bell’articolo davvero…. Il mio l’ho già sterilizzato a 7 mesi, perché mi hanno detto che i cani sono fertili a partire dai 6 mesi. E lui viene lasciato libero in collina ogni we. Volevo evitare guai a lui, cuccioli indesiderati, e problemi all’eventuale cagna se era più piccola di lui (da bambina mi è morta di parto una cagnolina per questo motivo).
    Non so se i rischi che corre sono compensati da un paio d’anni di libertà… forse sì…

  12. La mia meticcia ha avuto la piometra chiusa a 13 anni. Nonostante sia sopravvissuta, perchè presa miracolosamente per i capelli, è stata un’esperienza così tremenda da farmi giurare che avrei sterilizzato i miei prossimi cani, giusto solo per quello (è stata giorni in pericolo di morte, ha avuto danni permanenti a fegato e reni e non è più stata lo stesso cane. E’ morta a quasi 16 anni comunque, per fortuna, ma avrebbe avuto una vecchiaia molto più serena, se l’avessimo sterilizzata).

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