di VALERIA ROSSI – Continuiamo con il discorso psicofarmaci si/psicofarmaci no, anzi riprendiamo dall’inizio perché è assolutamente indispensabile fare chiarezza.
Allora: punto primo, lo psicofarmaco (in umana come in veterinaria) PUO’ essere non solo utile ma – in alcuni casi – indispensabile.
E quali sono questi casi?
Quelli in cui esiste una vera, conclamata malattia mentale: in altre parole, quando qualcosa “non funziona” nel cervello dell’uomo o del cane.
In quanti casi esistono questi problemi nell’uomo?
In moltissimi, ci dicono alcuni studiosi. In pochissimi, ci dicono altri studiosi (entrambi di chiarissima fama!). In nessuno, afferma qualche ulteriore studioso: in particolare, si pone l’accento sul fatto che molte presunte malattie psichiatriche siano state inventate di sana pianta per giustificare la prescrizione e la vendita di farmaci psicotropi, con la complicità (o direttamente “su ordinazione”) delle lobbies farmaceutiche.
Personalmente tendo a credere (opinione non tecnica, non medica e non da “addetta ai lavori, ma da semplice osservatrice del mondo che mi circonda, un filino più informata della media, forse, avendo avuto una madre che soffriva di una forma molto grave di depressione) che la verità stia nel mezzo: in alcuni casi la terapia psicologica non è sufficiente ed occorre quella psichiatrica, ma è anche vero che – specie negli ultimi tempi – “si marcia” molto sul concetto di “risolviamo il problema con la pillolina, perché è più comoda”: non per il paziente, ma per chi gli sta intorno (genitori di bambini “iperattivi” in primis).
In quanti casi esistono questi problemi nel cane?
L’unica risposta davvero veritiera è: “Non si sa”. Non si sa empiricamente e non si sa scientificamente.
Non esiste una casistica, né esistono studi sufficienti a dichiarare quali e quanti casi di effettiva “malattia mentale” esistano nei cani.
Ad eccezione dei casi in cui sussiste una patologia organica conclamata (per esempio un tumore cerebrale, o una malattia del sistema nervoso centrale, come la rabbia), NESSUNO sa quali e quante “malattie mentali” si possano effettivamente riscontrare nel cane.
In questo campo è assolutamente inconfutabile che si stiano “creando patologie” (dando loro nomi come l’iper-attività, il deficit di attenzione…e guarda caso, diverse altre presunte “malattie” che si stanno “scoprendo” – leggi: inventando – nei bambini).
Però il fatto che la mente del cane sia decisamente più “semplice” di quella umana (basti pensare al fatto che i cani non sono minimamente condizionati da cultura, religione, superstizioni eccetera, tutte cause che possono influenzare pesantemente il “sentire” umano e quindi le sue reazioni emotive), farebbe dedurre che le malattie mentali – ammesso che esistano davvero in senso assoluto, e non come conseguenza di patologie organiche – debbano essere decisamente inferiori. Però, ripeto, i riscontri effettivi non ci sono. Neppure quelli “inventati”.
Al momento attuale non esiste casistica, per il semplice fatto che nessuno, finora, si è mai preso la briga di studiare la mente del cane “in quanto mente del cane”: tutti gli studi compiuti in merito fino ad oggi (da Pavlov in avanti) sono sempre e solo stati riferiti alle possibili applicazioni in umana. E se è vero che qualcuno, oggi, comincia a parlare del “cane in quanto cane”, è anche vero che al momento mancano i riscontri oggettivi e che si fa sempre e solo riferimento agli studi (datati) di cui sopra, TUTTI effettuati con l’intenzione di occuparsi di cani (o di ratti, o di altri animali) per riportarne i risultati sull’uomo.
Perché, allora, di fa un tale uso (e, a mio avviso, costante e preoccupante ABUSO) di psicofarmaci nel cane?
Il motivo è semplicissimo: perché è il mercato che va in questa direzione, esattamente come ci va con i bambini. Il mondo degli adulti, alle prese con problematiche sempre più stringenti e stressanti (non ultima la crisi economica, che guarda caso ha coinciso proprio con un’impennata di vendite di psicofarmaci umani e soprattutto pediatrici), si ritrova indifeso anche di fronte a problemi che, fino a pochi anni fa, venivano affrontati con la massima nonchalance. Avevi un figlio iperattivo? Lo mollavi alla nonna. Avevi un bambino distratto a scuola? Passavi un po’ di tempo con lui, lo aiutavi a fare i compiti, cercavi di rendergli più interessanti le materie di studio.
Oggi la nonna va a lavorare, perché in pensione non ce la mandano più; e gli stessi genitori devono assolutamente lavorare entrambi, perché altrimenti non arrivano alla fine del mese. Il bambino è diventato più problema che una risorsa, e si cercano soluzioni rapide, semplici e soprattutto capaci di non farci sentire troppo in colpa. Perché un conto è pensare: “porca paletta, mio figlio è un mascalzone perché io non ho tempo/modo/voglia di seguirlo”, e un altro è pensare: “mio figlio, poverino, è un mascalzone perché è malato: ma adesso gli diamo la pillolina magica e risolviamo tutto”.
Ovviamente il vero risultato è una generazione di bambini farmaco-dipendenti, ma i genitori fingono di non vedere, non sapere, non sentire.
E se questo avviene con i nostri figli, figuriamoci quanto il fenomeno sia mille volte più eclatante quando si parla di qualcuno che, dopotutto, “è solo un cane!”
Il fatto è che, mentre un bambino sedato normalmente smette di manifestare il problema, un cane sedato è esclusivamente un cane sedato. Se non si interviene collateralmente con un’adeguata terapia comportamentale, non si ottiene alcun risultato, specie nei casi di aggressività.
Nei giorni scorsi vi ho mostrato i video di Dexter, border collie sottoposto ad un evidentissimo sovradosaggio di psicofarmaci: oggi vi mostro un video che probabilmente la dice ancora più lunga, perché il Dogo che vedete nel video è un cane apparentemanete normalissimo.
Non solo: è un cane socievole, come sono praticamente TUTTI i morsicatori.
Osservate:
Il cane è stato osservato e testato da un addestratore, la cui voce si sente anche nel video.
E’ esattamente così: i cani morsicatori sono socievoli. I cani morsicatori scodinzolano.
Infatti i cani sprovvisti di socialità sfuggono il contatto e quasi mai aggrediscono, a meno che non sia loro preclusa qualsiasi via di fuga.
I morsicatori non sono poco socievoli: sono indocili, che è cosa completamente diversa.
Il Dogo nel video ha morso gravemente il proprietario: è sotto psicofarmaci da due anni (l’intento della notissima comportamentalista che glieli ha prescritti era quello di ridurre la sua competitività gerarchica e territoriale… si può vedere con quali risultati), ma si è potuto soltanto osservarlo perché, come nel caso di Dexter, anche qui il proprietario è “abbastanza contento del risultato”.
Il cane, infatti, non gli parte più addosso di sua spontanea volontà, ma solo se il proprietario lo guarda negli occhi o gli chiede di fare qualcosa: il problema è stato “risolto”, secondo lui e – presumo – secondo la comportamentalista, evitando ogni possibile causa di conflitto. In pratica, il cane è padrone assoluto della situazione (e degli umani) ed è sedato quel tanto che basta per non decidere di partire per andare a mordere qualcuno (a meno che il qualcuno non entri nel suo territorio). Purtroppo, avendo curato parte del sintomo (neppure il sintomo intero, come ben si può vedere), ci sono serie possibilità che al primo errore umano questo cane finisca per fare nuovamente qualche danno serio. Mi auguro (anche per lui) che i suoi proprietari non sbaglino mai: ma è un dato di fatto che vivano con una bomba innescata.
E adesso, finalmente, parliamo di alternative.
Abbiamo pubblicato a puntate tutta la storia di Bruto/Raul, il bull terrier che conoscete ormai sicuramente tutti: dalla soglia dell’eutanasia ad una vita serena di cane equilibrato. Però Raul è un caso particolare, perché i suoi problemi caratteriali sono nati da una storia difficilissima: e se da un lato hanno reso più complesso anche il suo recupero (perché i diversi problemi emergevano uno dopo l’altro senza preavviso), dall’altro avevano alla base un cane sostanzialmente equilibrato e docile, ovvero disposto ad accettare l’uomo come superiore gerarchico.
Le prossime storie che vi presenteremo sono invece storie di cani “di famiglia”, semplicemente “sfuggiti di mano” a persone che li amavano e che mai si sarebbero sognati di maltrattarli, ma che hanno semplicemente dimenticato di educare, stimolare, plasmare la DOCILITA’ dei loro cani.
Molte persone si convincono, per un motivo o per l’altro, che basti trattare il cane come un figlio, non sgridarlo mai, non maltrattarlo, per carità, lasciarlo libero di fare quello che gli pare (così sarà rilassato e felice!): invece, come vado ripetendo da secoli, il cane lasciato “troppo libero” NON E’ un cane felice, ma un cane stressato. Che di solito comincia fin da piccolo a mostrare segni di malessere, che però non vengono recepiti, oppure vengono ignorati prima perché “è troppo piccolo per capire”, poi perché “sì, ogni tanto mi ringhia, ma sta solo giocando, è ancora un cucciolone”…
Poi, magari, il cane comincia a crescere e ad incutere un certo timore: allora ci si rivolge agli “esperti” che spesso esperti non sono (un tempo c’erano solo i classici “cuggini”… ora non più: gli “esperti” si sono moltiplicati come i funghi) e danno i consigli sbagliati.
Alla fine il cane diventa come Ares, che vedete nel video qui sotto:
Attenzione: il video potrebbe trarre in inganno, perché il cane – pur manifestando una certa rigidità – si lascia manipolare dall’addestratore e reagisce violentemente solo alla proprietaria.
In realtà il cane ha sempre avuto questo tipo di reazioni con chiunque lo toccasse in testa e soprattutto sotto la gola.
Ares ha già morso, nella sua famiglia, sia la madre che la figlia, una ragazza di vent’anni: entrambe adorano letteralmente il cane e sono disperate all’idea di lasciarlo, ma ne hanno troppa paura per riuscire a iniziare un percorso di riabilitazione, che è stata iniziata senza far intervenire direttamente i proprietari, se non per il test che si vede nel video.. Il motivo per cui Ares si lascia toccare è il risultato di UNA giornata di lavoro in cui il cane ha imparato ad indossare la museruola. Certamente il cane non appare entusiasta…e in più indossa, appunto, la museruola.
Il video sopra è del 21 maggio. Quello qui sotto è di due giorni fa:
Cosa sarà mai successo, in una settimana?
Il cane sarà stato maltrattato, impiccato-strattonato-massacrato in un qualsiasi modo?
Giudicate da soli, osservando la sua reazione non quando l’addestratore entra nel recinto, ma nel momento in cui Ares lo vede arrivare.
Penso che anche la più sciuramariesca delle Sciuremarie sappia distinguere un cane intimorito da un cane allegro e pieno di aspettative: un cane che scondinzola festoso, non titubante, impaurito o disturbato. Un cane che, subito dopo, si lascia toccare proprio nelle parti che scatenavano la sua reazione aggressiva verso i proprietari, che non potevano più mettergli neppure il collare antipulci senza rischiare di finire all’ospedale.
Che è successo, allora?
Semplicemente, il cane è stato trattato da un vero professionista. Che così commenta questo video: “In questi giorni ho cercato di sviluppare con lui una relazione basata sul reciproco e paritetico rispetto. Il cane ha due anni ed è consapevole perfettamente della sue capacità di offesa. Senza usare psicofarmaci, ma solo attraverso le leggi fondamentali che permettono al cane e all’uomo di dar vita a un intenso nodo energetico, Ares mi dona il suo saluto. L’occasione mi permette di valutare l’accettazione da parte sua di essere toccato da me nella zona sotto il collo (che ha costituito uno dei motivi per i quali il cane era diventato ingestibile e pericoloso all’interno della sua ex famiglia umana)”.
Come finirà questa storia?
Benissimo per Ares, perché l’addestratore ha deciso di tenerlo con sè e di farne un cane sportivo, se mostrerà di avere (come sembra) le giuste doti caretteriali.
Malissimo per i proprietari, purtroppo, che neppure vedendo i risultati raggiunti se la sono sentita di riprendere il cane in famiglia, perché ormai ne hanno troppa paura e temono di non avere alcuna possibilità di ricucire il rapporto.
Si possono condannare, queste persone? Sinceramente, io non me la sento. Le sue signore hanno pianto disperatamente lasciando Ares al campo ed è fuori di dubbio che adorino il loro cane: ma dopo due episodi di morsicatura la loro decisione è comprensibile.
Se ci sono “colpevoli”, in tutto questo, sono da identificare in persone ben diverse: a partire, purtroppo, dall’allevatore, che ha venduto questo soggetto come “cane da compagnia” senza voler (o saper) valutare le effettive capacità gestionali della famiglia e senza seguirla nel modo giusto dopo l’acquisto. Poi ci sono state le persone secondo cui il cane “andava solo amato e coccolato”: consiglio che ha dato i risultati visti sopra.
Ma veniamo ad un’altra storia ancora, anzi due storie parallele: quella di Zara e quella di Twist.
Zara è una rottweiler, anche lei decisamente problematica e anche lei affidata a un addestratore, però stavolta con la stretta collaborazione della sua proprietaria.
La sua storia è iniziata come vedete nella foto a sinistra (è un frame tratto da un video che, nonostante io abbia teoricamente imparato a prelevarli da FB, proprio non vuole saperne di scaricarsi: però direi che basta questa immagine per capire come sia stato il primo approccio).
Twist è un dobermann con un comportamento ossessivo-compulsivo che lo portava a girare ripetutamente su se stesso addentandosi un fianco e/o le zampe posteriori: non era un cane aggressivo, ma un cane assolutamente incapace di vivere serenamente (si causava anche automutilazioni).
Il candidato ideale ad una bella botta di psicofarmaci! La storia di Twist la esamineremo per intero in un altro articolo, altrimenti questo non finirebbe più… per ora vi basti osservare il video che ritrae entrambi i cani dopo un periodo di lavoro con l’addestratore (per Zara si trattava di pochi giorni):
La storia di Zara, però, è decisamente più “a lieto fine” di quella di Ares…e stavolta per tutti: perché la sua proprietaria si è impegnata, ha lavorato, ha sudato sangue…ma oggi eccola qui, con la sua cagnona:
E questo è il suo commento: “Eccola la mia splendida ragazza!!! Sì, è proprio lei ad aver vinto la coppa! E’ stata una strada lunga, dove siamo stati tenuti per mano, a volte ho pianto per la paura di non farcela, ma alla fine abbiamo avuto un risultato fantastico: Zara agli esordienti! Dall’ eutanasia al “red carpet”: merito di tutti i ragazzi del campo. Accarezzare un cane è bello, ma poter accarezzare un cane del genere, credetemi, non ha prezzo!”
Mi pare che non ci sia nulla da aggiungere, se non una parola per chi è ancora convinto che “addestratore” significhi “maltrattatore”.
In realtà è una parola che ho già detto, ma ripetere non fa mai male: guardate i cani e diteci se vi sembrano cani che hanno subito una qualsiasi violenza.
Sono sicura che la risposta ve la darete da soli. Io posso solo dire che le bacchette magiche non esistono (e neppure le pillolette magiche): ma le persone che sanno fare il loro lavoro, anche senza ricorrere agli psicofarmaci, quelle sì. Per fortuna esistono.
Buongiorno,
sono molto interessata all’argomento in quanto io e il mio ragazzo abbiamo da 10 mesi adottato un rot maschio già adulto. Il cane già precedentemete aveva dei problemi che a detta dei vecchi proprietari erano piccoli e di poco conto… per me non è così e non dico che il cane sia ingestibile… però ci sono dei comportamenti che vorrei correggere. Potrei avere un contatto dell’educatore o della redazione alla quale descrivere dettagliatamente i problemi per avere dei suggerimenti?
Grazie mille.
Martina
Certamente, scrivi pure a tipresentoilcane@gmail.com
ho visto per la prima volta questi video e non ho visto niente solo un tipo che non sapeva casa faceva mettendo la mano nella gabbi di un dogo argentino e un tipo che voleva fare toccare un rottweiler ad un estraneo e meno male che aveva la museruola che qualcuno mi può spiegare non letto i vostri commenti ma bo io non ho visto nessun professionista anzi dei sconosciuti della razza da qua sie visto che il dogo argentino era già pronto alla reazione da un bel po e chi conosce la razza la avrebbe visto dal suo corpo il rottweiler era girato e non si vedeva molto ma se questi sono professionisti non vorrei in immaginare poi bo
Magari se leggi anche l’articolo, oltre a guardare i video, capisci qualcosa in più.
si dovrebbe smettere di regalare gli animali ai propri figli come se fosse un giocatolo ed poi quando cresce si accorgono che non riescono ad badare loro e allora si inizia la bandono, ho non riescono ad curalo, e cccc e cosi inizia. non i danni le cure giuste a gli animali, o pure ci sono quelli che fanno a copiare i cani cosi sessa sapere cosa fanno e li copiano tra madre figlio padre e figlia tra fratelli o cani con problemi di salute o cani aggressivi e poi cosa nasce,e allora a cade che bisogna mal trarli con farmaci o sopprimerli basta a tutto questo
penso siano andati da un veterinario generico, non credo sappiano che esiste il comportamentalista.
in ogni caso io sosterrò sempre che se non si ha tempo per badare al cane, non bisogna tenerne uno (magari due).
ho saputo che non hanno intenzione (per ora) di dargli il farmaco.
D’accordissimo sul non uso, altrimenti non sarei d’accordo con questo articolo 😉 . Ma io farei vedere il cane da qualcun altro più esperto: come ho detto al convegno di Verona l’ansia da separazione viene confusa con altre patologie, soprattutto da chi non è competente (veterinari generici). Si tratta di una sindrome molto rara (meno dell’1% dei problemi comportamentali).
miii io non ci posso credere, un amico del mio ragazzo si è rivolto al veterinario per il suo maltese, gli è stata “diagnosticata” la sindrome da abbandono e gli ha prescritto antidepressivi.
passare più tempo col cane no, eh?
Perchè fanno i veterinari se non hanno a cuore la salute degli animali? Perchè?!
La diagnosi è stata fatta da un veterinario generico o da un comportamentalista? Chiedo questo perché nel primo caso si tratta di persona non competente.
La questione non è ‘passare più tempo col cane’ perché magari per motivi di lavoro questo non è possibile. Piuttosto bisogna migliorare la qualità della vita del cane in assenza del proprietario. Questo non lo si ottiene sicuramente solo con anti-depressivi (che fra l’altro dovrebbero essere prescritti in casi molto gravi), ma serve anche un supporto terapeutico a livello comportamentale.
proposta provocatoria: se noi padroni del cane siamo troppo nervosi per gestirlo in modo calmo, non si potrebbe iniziare prendendolo noi, il Prozac?
Anche al mio cane è stato dato il prozac. Ero andata dal comportamentalista perchè abbaiava e disturbava i vicini. Risultato: dormiva tutto il tempo, sembrava sempre triste e non giocava più! Per fortuna poi il suo vet mi ha detto di non darglielo più e di non andare più dal comportamentalista. Ed è tornato il mio cagnetto vivace ed adorabile di sempre! 🙂
Non conosco Massimo Giunta se non perché qualcuno me ne ha parlato. Però non posso che fare i miei complimenti per la sua competenza e per come mostra amore per il proprio lavoro oltre che per i cani.
Pongo lui e Claudio allo stesso livello. Ci fosse più gente come loro e meno macellai sui campi la vita canina sarebbe molto migliore nel nostro Paese.
Come ho conosciuto Claudio (dopo tante peripezie 🙂 ) non mi dispiacerebbe conoscere quest’altro ‘galantuomo dei cani’ (passatemi il termine).
Personalmente non credo che Giunta o Mangini possiedano queste doti straordinarie, così come qualsiasi altro “sussurratore” più o meno autoreferenziato: semplicemente, il cane non li conosce, dunque, con qualche accortezza diventa facile ottenere il suo rispetto, contrariamente ai proprietari che invece sono stati ampiamente “pesati” dal cane e bollati come inetti o -peggio- persone degne di nessuna fiducia.
In altre parole, tali figure partono da una posizione di ENORME vantaggio nel costruire un rapporto equilibrato con il cane, mentre i proprietari ne devono – più difficilmente – RI-CONQUISTARE LA FIDUCIA, missione tutt’altro che ovvia.
Dunque, si tratta di miracoli solo apparenti, solitamente tanto più eclatanti, quanto più maldestri sono i proprietari nel loro approccio con il cane.
Nel caso del primo rott, le proprietarie hanno fatto una scelta saggia a rifiutare il cane “ri-educato”, perchè molto probabilmente, appena rientrato a casa, il problema CON LORO si sarebbe ripresentato.
Gimpa, a parte il fatto che di “sussurratore” ce n’è uno solo ed è uno di troppo (dal quale si dissocia qualsiasi professionista serio), nessuno ha mai parlato di “doti straordinarie” né di miracoli e affini: si parla di COMPETENZA. Hai presente?
Quella che manca invece ai venditori di fumo, educatori o addirittura ri-educatori sulla carta, ma capaci di rieducare (FORSE) solo i cani con minimi problemi ed incapaci anche solo di affrontare i soggetti e le razze più “tostarelle”, che alcuni di loro non accettano neppure sui loro campi ed altri vorrebbero addirittura eliminati dalla faccia della terra (alla faccia della cinofilia, intesa come amore per i cani).
Ovviamente il lavoro del rieducatore è semplificato dal fatto che il cane non lo conosca (anche perché, se l’avesse conosciuto prima, non ci sarebbe stato bisogno di rieducarlo: sarebbe bastato educarlo!): non concordo granché, invece, sulla “posizione di vantaggio” che avresti quando devi affrontare sessanta chili di cane che pensano di poter mettere tutti al loro posto aggredendoli. Personalmente trovo moooolto più vantaggioso lavorare con un cucciolo e permettere ai suoi proprietari di rimediare agli errori PRIMA di arrivare ai 60 kg.
Purtroppo, però, gli errori si commettono e qualcuno deve metterci una pezza. E i casi sono due: o questi proprietari finiscono in mano a una persona competente (addestratore, ma anche comportamentalista bravo e capace…e magari a tutti e due contemporaneamente), oppure si finisce nel campo degli psicofarmaci e/o delle soppressioni.
Infine, per quanto riguarda il caso del rott… concordo anch’io sul fatto che le proprietarie di Ares abbiano fatto bene a rinunciare a lui: non sarebbero state in grado di reggere un cane così. Però, come vedi nel secondo caso, anche una donna, neppure giovanissima, se ci si mette d’impegno riesce a recuperare il rapporto con il suo cane. Anche quando è tosto.
E questo è ciò che succede quasi sempre, perché sono davvero rari i casi di persone che rinunciano al cane dopo averne pagato la riabilitazione: chi decide di rinunciare, rinuncia e basta. Ovviamente il compito della persona competente è ANCHE quello di insegnare al proprietario come ricominciare daccapo e non ripetere gli stessi errori. E ti assicuro che è la parte più difficile. Ma si può fare, e spesso si fa.
Egregio Gimpa, in un italiano abbastanza chiaro io non ho scritto di ‘miracoli’ ma della competenza dimostrata da Giunta e Mangini. Quel genere di discorso lasciamolo a programmi tv di pseudocultura come ‘Mistero’ e cerchiamo di dare merito alle persone competenti anziché minimizzarne le doti.
Quanti cani aggressivi hai recuperato? In 6 anni, fra i tanti a me ne sono capitati non più di una quindicina e me li sono dovuti gestire da me, imparare tutto da solo. Sapendo le difficoltà che inizialmente ho avuto, ammiro chi come le due persone citate mostra una certa confidenza con questo genere di problemi. Nient’altro e nulla di miracoloso.
Mia nonna mi ha insegnato: “can che abbaia non morde” , NON “can che scondizola non morde”
La mia mamma mi ha insegnato “can che abbaia può anche mordere” 🙂
Belli i filmati! Meno male che ci sono educatori\addestratori, insomma, quelli, che sanno come comportarsi coi cani senza drogarli! I farmaci, a parer mio, vanno dati solo in caso di malattia, che nel caso dei cani non può essere mentale… comunque… perchè mettere solo video di rottweiler e dobermann? Anche i cagnolini piccoli possono diventare in gestibili!
Perché questi avevo scaricato! Prossimamente su questo schermo avremo anche un meticcio morsicatore. E i cagnetti piccoli dovrebbero arrivare nel fine settimana. Po’ di pazienza, pleassseeeee!!! 🙂
Chiedo scusa per il mio commento, allora… mi è scappato, perchè su questo sito, giustissimanente, si difendono i molossoidi, ma poi sembra sempre loro i cattivi! Scusa ancora!
Posso chiedere una delucidazione? Lo scodinzolio nel cane è segno di socievolezza?
Di per sè, è un segnale dell’intensità dello stato d’animo del cane e va associato ad altri segnali (es. orecchie, bocca aperta e lingua penzoloni, postura ecc.).
Lo scodinzolio nel cane ha moltissimi significati: siccome spiegarla qua sarebbe lunga, forse è meglio che scriva un articoletto. Faccio subito! 🙂
Ti faccio un esempio. Il mio cane, quando ha intenzioni non proprio amichevoli (tipo coi gechi sul muro della veranda: li odia con tutto se stesso 🙂 ), fa oscillare la coda molto lentamente, assume una postura molto rigida e la bocca tende a chiudersi. Quando le sue intenzioni sono amichevoli, specie con le persone, la coda si muove molto velocemente, tira le orecchie indietro e tenta di salire addosso al tizio emettendo un guaito.
Articoletto online 🙂
Vorrei dire che sono interessantissimi questo articolo e questi filmati! Anch’io ho un rott Axel di 4 anni molto impegnativo ma che mi dà mille soddisfazioni! Ci fossero più persone come Massimo Giunta!!! Lo ammiro tanto! E spero che i proprietari di cani problematici capiscano che le pillole non risolvono niente! Riprendere in mano l’educazione del proprio cane con un vero esperto che ci mette l’esperienza e il cuore può essere l’unico modo x vivere bene e far vivere bene il nostro cane!
Giusto stamattina al parchetto, la mia cagnolina stava giocando con un altro cane maschio, che però continuava ad abbaiare. Il proprietario per farlo smettere lo acchiappa per la pettorina e gli urla un “basta”, tutto questo mentre il cane gli ringhiava. Poi si gira verso di me e fa: “eh, a me ringhia. E’ il cane di mia sorella, ma in casa comanda lui, io sono un suo sottoposto e mi ringhia spesso”. E io lo guardavo con due occhi, anche perchè lui lo raccontava anche abbastanza divertito…
Per la cronaca, era un incrocio tipo jack russel. Se foste stato un rottw non sarebbe stato così tranquillo il ragazzo, ma prima o poi i danni lì farà anche un cane così piccolo…
La mia veterinaria è stata morsa sul seno dal piccolo pinscher che stava visitando. Svariati punti e una gran bella cicatrice. E sarebbe potuto andare peggio, avrebbe potuto morsicarla sul viso.
Il tutto per dire che anche i piccoli cani ne possono fare di danni e che la loro stazza non ne esenta i padroni dalla necessità di una sacrosanta educazione o tantomeno dalla socializzazione.
il video del Dogo mi ha fatto molta impressione, perché io, senza saperne una beata cippa, da decenni sostengo che il cane che uccide lo fa scodinzolando. la prima volta avevo 16 anni ed una signora mi esortava ad accarezzare il suo canone dicendo:-Non avere paura, guarda, muove la coda ,è contento di fare amicizia- e dissi questa cosa. Ho sempre avuto ragione, per istinto animale, quello che mi fa parlare CON gli animali e non AGLI animali, cosa che può fare chiunque. beh, quel cane scodinzolante mi stava dicendo che gli stavo sulle scatole ed io capii al volo.
anche i miei cani sono “Ammoredimammina”, ma se fanno cazzate li punisco, anche mettendomeli sulle ginocchia e scaldando loro il sedere. se dico no è no, la tartaruga non si mangia, la cacca non si porta nella cuccia, non si lasciano i ratti morti in mezzo alla stanza, non si fa a botte.
Sarà stata fortuna, non ho mai avuto un cane morsicatore, cani da guardia incorruttibili, sì, cani da difesa da paura, sì, ma mai nessuno di loro ha morsicato.Solo, una volta tornai a casa ed il mio Bull terrier aveva credo aggredito un mariolo, perché in giardino c’era una scarpa da tennis sporca di sangue. ma non essendo stato invitato ad entrare, credo che il cane si sia comportato benissimo…bene. benissimo se avessi visto il mariolo in faccia (ghigno)
Lauradeijack mi piace!
Ma sei sicura che il mariolo non sia finito nello stomaco del tuo cane, e la scarpa insanguinata è tutto ciò che è rimasto del tizio (come nei film splatter)? 😀
Scherzo ovviamente.
mah… chi l’ha detto che “basta amarli come figli”? il problema è che anche i figli andrebbero “amati come i cani” con delle regole sennò anche loro diventano “pericolosi”.
Ci sono cani speciali che devono essere gestiti da persone altrettanto speciali. Grazie Massimo Giunta e grazie Claudio Mangini, per aver dimostrato la vostra professionalità e le vostre capacità , che vanno oltre le “chiacchiere” e i “copiaincolla” di cultura cinofila da scrivania. Grazie a voi che sporchi di “zampate” e di “bava” potete DAVVERO insegnarci qualcosa!!!!!!!!
Mammamia… queste storie mi mettono paura…
Perché tu credi di fare le cose giuste col tuo cane e poi ti diventa così (prima della “cura”)… ma come succede? Improvvisamente? Oppure un poco alla volta che puoi anche accorgertene in tempo?
Mi auto-rassicuro pensando a quanta gente incontro per strada con cani normali e gestibili. Mica saranno tutti dei geni cinofili…
Fortunatamente i cani ‘normali’ (o almeno i cui comportamenti sono considerati accettabili dai loro padroni) sono la stragrande maggioranza della popolazione canina, altrimenti i canili strariperebbero o ci troveremmo in situazioni tipo Romania od Ucraina. :-/
I cani davvero problematici (quelli che ‘mordono forte’, non la semplice pinzata, anche se non è detto che la semplice pinzata sia un comportamento accettabile) in percentuale sono lo 0,1% e forse anche meno, e non sono necessariamente cani di taglia media o grande. Un Jack Russell di sei chili ci mette poco a causare morsi da quindici punti di sutura.
Mah guarda per la mia esperienza il mondo è pieno di gente che si rapporta coi propri animali in modo istintivamente corretto. Poi magari se gli parli di “etogramma” pensano si tratti di una cosa che si fa alla posta.
Il contadino mio vicino di casa ha un concetto piuttosto retrò di come vadano trattati i cani.
Il cane va curato quando sta male (ma di prevenzione manco l’ombra), non esce mai fuori dall’enorme giardino di casa (ma ogni giorno al mattino perlustra col suo padrone tutto l’enorme terreno del padrone e sta con lui mentre fa i lavori di campagna), prende uno scappellotto ogni volta che guarda con aria mangereccia uno dei miei gatti e non ne vuole sapere di salire in macchina.
Gli animalisti probabilmente lo manderebbero al rogo (e per alcune cose non avrebbero tutti i torti).
Però il suo pastore tedesco è uno dei cani più equilibrati che io conosca.
I danni li fanno quelli che “io il mio cane lo tratto come un figlio”, non quelli che hanno chiaro che “il cane è una bestia”, da rispettare ma pur sempre bestia.
Succede SEMPRE un po’ alla volta: il fatto è che molte persone (non penso proprio che sia l’0,1% come ha detto Gilas…anche se mancano statistiche precise, penso che si superi ampiamente il 10%) ignorano tutti i segnali. “Ma è cucciolo”…”Ma vuole solo giocare…” “Ma intanto è di taglia piccola…” (e poi ti chiamano col Jack russell che ha mandato in ospedale tutta la famiglia), sono le frasi classiche di chi non vuol capire. Il brutto è che, quando capisce, poi non vuole ammettere di aver sbagliato. Allora o dà la colpa al cane (con conseguente eutanasia, in molti casi), oppure accetta di buon grado di sentirsi dire che il cane “è malato”. E allora giù di psicofarmaci, che l’unica cosa che curano è la coscienza dell’umano. Ma la cosa peggiore, sai qual è? Che io posso diventare viola a forza di postare esempi come quelli del border, o del dogo: la gente penserà sempre che il suo caso sia diverso. “Ah, ma il mio vet è più bravo di così, lui le dosi non le sbaglia di sicuro!” “Ah, ma il mio cane non è così aggressivo, con la pilloletta non morde più, è cambiato tutto!”. Certo, cambia finché il cane prende la pilloletta. Ma cosa fai, lo tieni a VITA sotto farmaci? A me la sola idea fa venire l’orticaria. Eppure è PIENO COSI’ di gente che lo trova normalissimo. D’altronde gliel’ha detto il dottore, mica un pirla qualsiasi.
Fortunatamente c’è ancora tanta, TANTA gente che continua a tenere i cani “da cani” nel senso più corretto del termine, senza bambinizzarli e senza farci troppi misticismi intorno. Per ulteriore fortuna, i bambinizzatori (di solito bambinizzatrici, perché mi duole ammetterlo ma sono soprattutto donne) tendono ad essere attratti dal cane di piccola taglia, che almeno grossi danni non ne fa (però ti rovina la vita lo stesso. Il fatto che uno non finisca all’ospedale non giustifica il fatto che si debba vivere come schiavi del cane).
Per assurdo, sta succedendo che le più Sciuremarie di tutti, quelle che mai apriranno questa rivista e giammai faranno il corso dal guru e neppure leggeranno FB… son quelle che hanno meno problemi con i cani. Perché i cani si limitano a “viverli” e a gestirli con buon senso.
Se ci pensi bene, la Sciuramaria che segue anche solo questo sito e che legge cose completamente contrastanti…o si aggancia ad una linea di pensiero e segue pedissequamente quella, o se è chiamata ad usare lo spirito critico (che è proprio quello che io vorrei stimolare!), se non ha almeno una solida base di buon senso, rischia di finire in balia delle onde. Avrà ragione Tizio? Devo fare come dice Caio? Aiuto!
Questo succede perché non si ha più neppure una base comune, un qualcosa che “vada bene per tutti” da cui partire, poi, in direzioni diverse.
Almeno, fino a qualche annetto fa, era opinione comune e generale che il cane dovesse seguire delle regole e obbedire ai tuoi comandi. Poi potevi scannarti sul “come”, sul metodo, sullo strumento eccetera…ma QUELLO era assolutamente comune a tutti. Ora neanche più questo.
Il cane deve pensare per conto suo, deve autocontrollarsi, deve autoregolarsi…ma cazzarola, il fatto che il cane abbia un cervello non significa che debba essere LUI a decidere come mandare avanti la nostra famiglia! Invece glielo facciamo credere…e a volte lui lo fa a modo suo. Perché è un cane. Quindi per lui è del tutto logico pensare “se nessuno qui pone dei paletti, li metto io”. Peccato che lui possa metterli solo usando i denti. Non ha altro, povera bestia.
Ma se lo fa…ecco che appaiono all’orizzonte gli spettri del prozac o dell’eutanasia.
Sai una cosa, Sciuramaria? Io ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto rinascere cane, nella prossima vita: se non altro per scoprire se ci avevo azzeccato o no, con le mie convinzioni. Ma cane in questo periodo storico? Proprio no. Lascio perdere.
Piuttosto rinasco balenottera azzurra, che a dimensioni almeno siam già lì.
Valeria, eh no caspiterinaaaa, non siamo mica tutti così. Posso anche chiamare il mio cane “piccolino della mamma” (PT 40 Kg ed io “diversamente alta” e 48 KG), ma ciò non toglie che ho ben chiaro che lui è un Cane (animale) e tutti i suoi atteggiamenti sbagliati sono attribuibili esclusivamente alla sottoscritta. Non gli dò assolutamente nessuna “pasticchina miracolosa”, ma sicuramente non è un cane felice, come hai scritto in un altro articolo, infatti ha gli stessi problemi di Ares, con la differenza che si limita a ringhiare senza nè pinzare nè mordere (per ora).
Finora ho trovato chi mi dice “pera” e chi mi dice “mela”, con il risultato che non funziona “na beata minchia”.
VOGLIO e DEVO lavorare su di me, ma con la persona giusta e non è così facile come dici tu, incontrarla.
Non demordo, prima o poi stanerò quella giusta, a costo di rinascere PESCATORE per catturare una BALENOTTERA AZZURA!!!