
di MARIO GIOVANNINI – Afra è con noi ormai da quasi un mese. E, purtroppo, da un paio di giorni è comparso un gravissimo problema: siamo tornati a lavorare. Per noi almeno, che non ne abbiamo punto voglia.
Lei, mantenendo le premesse iniziali, cioé la totale assenza di quelli che sono i problemi classici del cane (del resto ne ha già abbastanza di suo), sembra non soffrire assolutamente di ansia da separazione e passa la giornata tranquilla, dormendo e giocando con Leo. Come faccio a saperlo? Ho piazzato due webcam in casa e li tengo d’occhio dall’ufficio. I miei colleghi sono un po’ perlessi, soprattutto quando mi sentono lanciare qualche urlaccio se giocano con troppa foga. Ma l’importante è che dall’altra parte mi sentano e si chetino. Sempre via web, non è che urli così forte da farmi sentire a 30 Km di distanza.
Aiuta il fatto di aver adottato un cane di chiare origini messicane: da mezzogiorno alle 5 del pomeriggio lei fa la siesta. E non c’è verso di smuoverla. Mia moglie passa da casa per pranzo e la porta in giardino: la cosa si risolve in pochi minuti in cui sbriga quello che deve fare e via. Poi si gira per tornare a casa.
Quando rientro io alle 18 va un po’ meglio, ma non tanto: è contenta di vedermi, ma quando prendo la pettorina si mette a pancia all’aria e mi guarda con gli occhioni da Gatto con gli Stivali per dirmi: “Con questo caldo? Ma sei fuori?”.
Io insisto, ovviamente, ma sembra di passeggiare con un bradipo. Al mattino presto e la sera, invece, torna ad essere un cane e si diverte parecchio. Ma era così anche mentre eravamo a casa in ferie.
Afra non è il mio primo cane, ma dall’ultimo sono passati parecchi anni. E non posso fare a meno di notare quanto sono cambiate le cose, nel frattempo. Ci sono molti più animali in circolazione, ora. E non necessariamente a 4 zampe.
Proprio per via dei suoi problemini di ‘carente socializzazione’ con le persone, cerco di evitare di fare sempre lo stesso giro in passeggiata. Diciamo che, nell’arco della giornata, evito di passare due volte negli stessi posti, in modo che riceva la giusta dose di stimoli. Oltre a evitare di farla diventare un cavallo da maneggio.
Così ho fatto una serie di scoperte interessanti.
Ho preso anch’io un grossocanekattivo!
Non pensavo assolutamente, ma è proprio così. I proprietari di cani sotto i 5 Kg, quando ci vedono arrivare, cambiano lato della strada oppure invertono direttamente la rotta. Dato che Afra avrà anche paura degli umani, ma è fermamente convinta di essere una vera benedizione per i suoi simili e assolutamente non si risparmia nell’elargirla a tutti quelli che incontra, spesso diamo vita a dei balletti esilaranti o a inseguimenti degni di un poliziesco d’autore.
In alcuni casi mi sono preso pena, vedendo signore un po’ oversize stacchettare in direzione opposta, in equilibrio precario ed evidente stato d’ansia, e ho cambiato strada. Un collega, cui ho fatto vedere una foto, anche lui proprietario di un under 5 Kg, mi ha chiesto come mai ho deciso di prendere un pitbull: “Ma non sono troppo impegnativi?”.
Oltre che per i cani, Afra è convinta di essere anche il sogno proibito di ogni gatto in circolazione. Del resto quelli di casa la adorano. Per cui, ogni volta che ne incrociamo uno, scodinzola e comincia la sua routine di invito al gioco.
Risultato: gatto sparito, spesso accompagnato da mormorii di disapprovazione.
Con gli over 5 Kg va un po’ meglio, ma non troppo.
Un: “E’ maschio o femmina?” non può mancare. Mi fa impazzire. Se volevo farla accoppiare, garantisco, avrei cercato altrove.
“E’ femmina, ed è molto socievole con gli altri cani. Il suo?”
“E’ maschio” e allunga il Flexi. A questo punto, di solito, mi piazzo in mezzo tra i due cani.
“E’ tranquillo? Questo intendevo”.
Se vengo rassicurato, ma soprattutto in base a come il cane si sta comportando, mi sposto e li lascio fare conoscenza.
“Bello, che razza è?”
La mia risposta classica è un sorriso, accompagnato da un movimento vago con le mani. Ma spesso non basta. Evidentemente devo migliorare la mia comunicazione non verbale. Se non compare un barlume di comprensione negli occhi del mio interlocutore, aggiungo: “Onestamente non ne ho idea, l’abbiamo appena presa al canile”
Seguono espressioni di rammarico e ipotesi su infanzia disgraziata, età adulta traviata, sevizie di ogni ordine e grado, varie ed eventuali.
In questa fase, di solito, provo ad accennare al fatto che ha paura delle persone, per cui è meglio che non si avvicini troppo. Due (2 di numero) a questo punto hanno liberato il proprio cane e si sono allontanati di un paio di passi. Due.
Il resto del mondo cosa fa? Mi guarda perplesso, elabora l’informazione e commenta: “Eh, poverino – mi hai chiesto tre volte se era femmina e poi continui a usare il maschile, va be’ – chissà cosa avrà passato”.
Bene, ha capito, mi illudo.
E lui? Due passi avanti e cerca di accarezzarla sulla testa… sono tutti convinti di essere il dono di Dio in terra per il mio cane.
L’Eletto da cui lei si farà toccare, nonostante tutto. Ormai lo so, e mi muovo in anticipo. Mi metto in mezzo, saluto educatamente e sparisco.
Ieri pomeriggio, con la cana in modalità bradipo, siamo arrivati in uno slargo dove c’è un po’ di verde. Una strada chiusa, nel senso che termina lì di fronte a un condominio. C’era già una signora con il suo yorky.
Cane tranquillissimo, donna nervosissima con sigaretta tra le labbra. Vedo che il piccolo è libero, ma la mia è al guinzaglio, siamo ancora parecchio distanti, per cui procedo per la mia strada. La tipa ci vede, aumenta la frequenza delle tirate e comincia a fare gesti con le braccia al cane, in stile pastore che raccoglie il gregge. Le do una voce per bloccarle l’attacco d’ansia: la mia è tranquilla, non si preoccupi. Ma lei mi ignora e, sempre mulinando le braccia, continua ad indirizzare il cagnino verso la porta di casa. Mi rendo conto che lo ha portato fuori senza guinzaglio, non ce l’ha proprio…
Lui, per altro tranquilissimo e anche un po’ rassegnato, alla fine ha seguito le indicazioni della mandriana. Che è rimasta alla finestra a controllarci per tutto il tempo che abbiamo passato sotto casa sua. Evidentemente temeva tentatissimo di assidiare il castello e attentare alla loro virtù.
Scherzi a parte, Afra sta meglio. La cura per la gastrite ha avuto un ottimo effetto, che si è riflesso positivamente anche sul suo stato d’animo. Evidentemente è stato rotto un circolo vizioso di ansia/dolore che la destabilizzava.
Non è ancora diventata come la Bisturi di Valeria, ma la comparsa di un estraneo non la getta più nel panico totale. Se lo vede arrivare, spesso non abbassa neanche la coda e la sua zona di sicurezza si sta lentamente riducendo. Se viene presa di sorpresa, e purtroppo capita, per quanto ci si stia attenti, si blocca ancora. Ma non è più terrore cieco e quasi immediatamente si riprende, lasciandosi la cosa alle spalle con una scrollata. E sale in macchina! Da sola. Si infila nel suo kennel perché ha capito che si va in bei posti, dove spesso ci sono tanti cani in attesa della sua venuta. E lei non può tirarsi indietro.