mercoledì 19 Febbraio 2025

Cultura e non retorica per i volontari di canile

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Mi scrive su FB una volontaria, Francesca, chiedendomi di “fare un appello” ai suoi colleghi… ma in realtà dice già tutto lei, tanto che copincollo proprio integralmente il suo messaggio:

Sono volontaria da oltre 15 anni e oltre ad aiutare come posso il Canile della mia zona ho un piccolo rifugio a casa mia, mi occupo di stalli, di rieducazione (con l’aiuto di educatori), di controlli pre-post affido, ecc.
Dopo tanti anni nel settore, dopo mille approfondimenti, seminari, stages, conferenze so con certezza che il randagismo, problema etico e sociale che colpisce profondamente il nostro Paese, nasce fondamentalmente dalla scarsa cultura cinofila (nei Paesi del Nord Europa, es. Danimarca – non che siano esenti da altri problemi di natura etica e sociale in ambito cinofilo – tuttavia non esistono canili, perché i cittadini hanno le principali nozioni di base per la scelta e gestione di un cane e addirittura per l’acquisto/adozione devono obbligatoriamente avere già le principali strutture cinofilie di riferimento – veterinario, centro cinofilo, ecc.). Purtroppo il problema di assenza di cultura cinofila non riguarda solo il normale cittadino (che uno può dire plausibile, anche se secondo me non lo è affatto), ma riguarda purtroppo anche tutti i volontari cinofili che agiscono nella stragrande maggioranza dei casi guidati dall’amore, dal pietismo e dalla passione, senza avere i minimi strumenti cinofili per interagire con i cani, per gestirli in sicurezza, per valutarne il carattere o gli eventuali problemi per l’inserimento in un nucleo familiare. La stragrande maggioranza dei volontari rivolge tutte le proprie energie per cercare casa ai cani del canile, ma il randagismo non si risolve svuotando i canili, ma facendo in modo che non si riempiano più, quindi diffondendo la cultura cinofila.
Non è tollerabile nel 2012, epoca di internet, di seminari, stage, conferenze all’ordine del giorno, che coloro che si occupano di cani non abbiano le minime basi di lettura del segnali calmanti, non sappiano come approcciarsi con i cani, non sappiano quali sono le esigenze etologiche delle diverse razze…
Vorrei che lei che è così brava a scrivere e ha un grande seguito, facesse un appello almeno ai volontari che si occupano di canili e di adozioni perché si documentassero e acquisissero almeno le nozioni di base, che si convincessero che la diffusione della cultura cinofila è l’unica vera speranza per migliorare la piaga del randagismo: se ho il bagno allagato perchè il rubinetto è aperto, non ha senso che impiego tutte le mie energeie per raccogliere l’acqua a terra; certo, lo devo fare per non annegare, ma devo orientare le principali risorse per chiudere il rubinetto!

Che dire? Che Francesca ha ragione, straragione, ultraragione.
Anch’io sono profondamente convinta che quella che chiamo “retorica dell’ammmmore” non porti a nessun risultato (se non, a volte, ad adozioni  superficiali di cani inadatti alla famiglia che li accoglie, che quindi poi comportano problemi seri e invogliano la gente a pensare “canile? Mai più!”). Anch’io credo che un po’ di cultura cinofila migliorerebbe immensamente la situazione nei canili: anzi, ci vorrebbe proprio un po’ di sana etologia, perché ho sentito parlare di corsi tenuti nei canili (teoricamente con lo scopo di acculturare i volontari, appunto) che non fanno che moltiplicare per mille la stessa retorica del “basta amarli, basta coccolarli”. E questo succede perché, come è noto… chi si somiglia si piglia.
Per questo chi intende organizzare corsi per i propri volontari finisce per essere attirato come una mosca sul miele da chiunque proponga terminologie che “suonano giuste” alle sue orecchie: quindi tra qualcuno che propone etologia (che mal si sposa, ahimé, con la retorica dell’ammore, che è cosa ben diversa dall’amore vero, consapevole e accompagnato dalle giuste competenze) e qualcun altro che propone coccole & permissivismo, sceglierà automaticamente il secondo.
C’è anche un altro problema collaterale, che ho subito sollevato anche all’amica di FB quando mi ha mandato il suo messaggio: difficilmente i volontari di canile, proprio perché provengono dall’area animalista anziché da quella cinofila, leggono “Ti presento il cane”.
Figuriamoci! Il sito di una che ha fatto l’allevatrice (figura vista come quella di “mercificatrice di esseri viventi”!) e addirittura l’addestratrice (vista direttamente come una maltrattatrice di cani, anche grazie alla pubblicità negativa che a questo termine hanno fatto i sedicenti “educatori gentili”, che proprio con queste stupide guerre di religione basate solo sulla terminologia hanno conquistato i favori degli animalisti. E l’hanno fatto con uno scopo ben preciso in mente, scopo col quale il benessere dei cani aveva ben poco da spartire) non è sicuramente una “lettura consigliata”… quindi un appello lanciato da questo sito rischia di cadere nel vuoto.
Perché avesse qualche speranza di successo bisognerebbe, innanzitutto, che i pochi volontari realmente acculturati (e che magari ci leggono) cominciassero a diffondere almeno questi DUE messaggi importanti:

a) non si può e non si deve confondere l’allevatore serio con il cagnaro.
Proprio ieri, mi pare, ho dato una rispostaccia a un tizio che “non comprerà mai un essere vivente”… e infatti si è preso un cucciolo staccato dalla madre a 20 giorni, che adesso non riesce a gestire e che sta pensando di riportare indietro (perché lui che ama i cani!). Quando gli ho ringhiato si è offeso a morte, straparlando di “cuccioli chiusi in teche di vetro o in gabbiette di un metro quadro”, confondendo palesemente un allevamento serio con un negozio, o peggio ancora con i canifici da cui provengono i cuccioli venduti in negozio.
Ecco, forse la prima cosa che bisognerebbe spiegare ai volontari è che un allevatore serio non “mercifica” alcunché: mercificano quelli che comprano e rivendono come se i cani fossero paia di scarpe (appunto negozi e sedicenti “allevamenti” che vendono cuccioli di diecimila razze, quasi immancabilmente comprati all’Est per quattro soldi e rivenduti a caro prezzo), ma l’allevatore “crea” con amore, passione e spendendo una montagna di soldi. Chi compra un cucciolo in allevamento non paga “la vita del cucciolo”: paga l’allevatore per il lavoro professionale che ha svolto (e mi sembra logico e naturale che un lavoro professionale venga retribuito. Retribuiamo pure il ginecologo e l’ostetrica che assistono noi umane durante il parto, ma questo non significa mica che “paghiamo il bambino!”)
Se i volontari cominciassero a capire questo, forse smetterebbero di fare propaganda contro gli allevatori come se fossero i loro concorrenti, mentre in realtà sono i loro alleati. I veri nemici sono i cagnari, quelli che effettivamente fanno compravendita di esseri viventi… ma che con gli allevatori seri c’entrano come i cavoli a merenda Purtroppo la guerra tra poveri (animalisti vs allevatori) fa proprio il gioco di commercianti e trafficanti di schiavi… e così il randagismo prolifera, probabilmente con grande soddisfazione di chi, dall’alto, e guadagnandoci molto più di un allevatore serio, specula sui canili e sui volontari stessi.
Invece, se si vuole non solo svuotare i canili (che al momento è come svuotare il mare col cucchiaino, perché se per ogni cane adottato ne arrivano altri tre, come sta succedendo in tutta Italia, qualsiasi sforzo diventa vano e si sprecano energie per nulla), ma evitare che tornino a riempirsi, l’unica cosa veramente saggia da fare sarebbe quella di indirizzare le persone in cerca di un cane verso gli allevatori seri. Perché quelli mettono al mondo cuccioli sani, di buon carattere, che difficilmente danno problemi e che quindi non vengono abbandonati.
Non è la cosa principale, ma anche il fatto di aver pagato è un deterrente contro l’abbandono: non per niente esiste il detto “cane regalato, presto abbandonato”… mentre non ho mai sentito dire  il contrario.

b) l’ammmmore (quello retorico, ovviamente non quello VERO, che è indispensabile sempre!) non solo non basta, ma a volte è anche deleterio.
Rifilare a una famiglia un cane problematico dicendo loro che “basta amarlo e coccolarlo” è un vero insulto al cane (che nove volte su dieci tornerà indietro) e anche alle persone, che per compiuto un atto di amore e solidarietà ora si ritrovano pieni di problemi fino al collo (e talora si beccano anche qualche morso).
Non posso dimenticare che Raùl, il bull terrier mordace di cui abbiamo raccontato la storia su questa rivista, era apparso in alcuni annunci come “cane dolcissimo e sfigato, in cerca di amore”. Sì, di amore e di straordinarie competenze, visto che era capace di zomparti addosso di punto in bianco e di staccarti un braccino (per chi non avesse seguito la storia, la prima volta che l’ho visto è rimasto quaranta minuti di fila attaccato al braccio – fortunatamente protetto da un costume da mondoring – dell’educatore che eseguiva il test).
Non so se quell’annuncio sia stato messo per semplice non-conoscenza dei problemi che aveva questo cane (però, se non si sanno le cose, sarebbe meglio non postare!) o perché i problemi non si era stati in grado di capirli: che sarebbe ancora più grave, perché un cane come quello, se sottoposto al regime “ammore + coccole + nient’altro”, avrebbe mandato qualcuno all’ospedale, se non all’altro mondo.
I cani bisogna conoscerli, bisogna capirli, bisogna analizzarli al microscopio prima di affidarli a qualcuno: non si devono “svuotare i canili” e basta, si devono costruire nuovi rapporti che possano funzionare con piena soddisfazione di cani e umani. Altrimenti finisce che il cane uscito da un canile poi rientra in un altro (perché qualcuno si vergogna di riportarlo dove l’ha preso… ma lo molla lo stesso, solo che cambia canile o rifugio).
Quindi sì, occorre cultura, preparazione, studio: me se coloro che sono in grado di darli (e cioè  proprio allevatori e addestratori) vengono visti come “il nemico”, ecco che, anche nella migliore delle ipotesi – e cioè in quella dei canili che almeno pensano di organizzare dei corsi – questi vengono affidati a chi dice ai volontari quello che vogliono sentirsi dire, anziché quello di cui hanno bisogno.

Due semplicissimi, piccoli messaggi. Facili da capire, se ci si leva qualche fettina di prosciutto dagli occhi.
Ci sarà davvero qualcuno capace di diffonderli a tappeto? Chi lo sa.
Io so solo una cosa…e cioè che, se nessuno ci prova, il solito povero cane metaforico continuerà a mordersi la coda in eterno: e forse bisognerebbe cominciare a  chiedersi a chi tutto questo faccia davvero gioco.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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37 Commenti

  1. Un cane enorme sodomizzato da uno piccolino???
    Che io sappia i cani non si sodomizzano. Se il membro attivo della cosiddetta coppia è poi palesemente più piccolo alle parti posteriori dell’altro proprio non ci arriva.

      • Si ahahah, scusate la parola è che proprio la scena era squallidissima.
        C’era questo cane enorme, Ghost si chiamava poverino, che raspava disperato per uscire, e dietro c’era un cagnolino indisponente che non la smetteva di montarlo! Era ovvio che questi due cani insieme non potessero stare!

  2. Adesso racconto due cose io:
    01) La mia prima cagna, Laika, era una meticcia presa al canile…non da me ma regalo imposto, e ammetto che ho anche fatto fatica ad amare, mi ci è voluto tempo. Volevo un cane! Mi sono documentata tanto, ma davvero tanto, in ogni modo (ed è proprio in quel periodo che ho iniziato anche a leggere te Valeria, e ho ancora tutti i libri che non ho mai smesso di conservare gelosamente) e ho stilato una lista di RAZZE che secondo me faceva per me. Perché un cane di razza? Per fare la fighetta ai giardini? Certo che no! Perché prima di portare a casa un animale, mi pongo chiaramente DUE domande prima di tutto: Cosa POSSO DARE io al cane? Ho tempo/voglia di toelettarlo, portarlo a spasso, quante ore sarebbe solo e quante in compagnia, chi altri vive nella mia famiglia ecc. e Cosa VOGLIO IO dal cane? Un paciocco che faccia le feste a tutti? Un cane con il quale fare sport? Ecc. e in base a questo, orientarmi verso le razze il cui carattere ed esigenze venissero maggiormente incontro alle mie, per costruire un rapporto il più sereno possibile. Per tutta risposta (perché il cane di razza è CARO) mi è stata presa una bastardina di quasi 30 kg, solo perché mentre tutti i cani si agitavano per vedere chi passava davanti alla gabbia, lei se ne stava seduta con sguardo perso nel vuoto! Erano andati a prenderla mia madre e mio nonno, che tutto sono fuorché cinofili! Io appena l’ho vista ho capito subito che aveva dei problemi, e infatti li aveva! Io ora non voglio usare paroloni che non conosco, ma questa povera bestia è stata per tutto il periodo della sua infanzia legata ad una catena, da sola, dove la padrona le rifilava cibo bollente quando si ricordava, poi, rimasta incinta, è stata abbandonata. Gliel’hanno riportata, lei non l’ha voluta, quindi finalmente l’hanno portata al canile e poi a casa mia. E’ apparso subito evidente che nonostante tutto il mio impegno, io e la Laika parlassimo due lingue completamente diverse! Non eravamo parte dello stesso branco. Per lei noi eravamo altri animali! Sono stati dieci anni difficilissimi, e costruire uno straccio di rapporto è stata un’avventura. Sono anche stata morsa e l’amabile cagna mi ringhiava dal mattino alla sera! Fortunatamente questa esperienza negativa non ha smorzato il mio amore per i cani, e in un modo o nell’altro non mi sono arresa. Ma sono sicura che sarebbe tornata al canile se adottata da certe famiglie (anche perché bella non la era proprio, e anche l’estetica sa essere molto importante!). La lezione è servita a qualcuno? Nossignore! Il fatto che io sia stata morsa? Nemmeno! Per i miei genitori era “fatta così!” Ma hey, loro mica ci interagivano! A portarla fuori e a fare tutto ero io! Ora sono ancora convinta che un cane preso al canile, adulto, sia per molti un terno al lotto! Io non c’ero quando hanno preso la cagna, non so di preciso come si fossero comportati i volontari, ma quello NON ERA un cane per tutti. Se non altro la mia Laikona mi ha insegnato tanto.

    02) Poiché lavorare con i cani aggressivi e spaventati e ciò che nella vita amo di più, e magari questo potesse essere un giorno il mio lavoro, mi presento come volontaria in un famoso canile di Parma (non nel Burundi, a Parma, dove anche i barboni hanno la puzza sotto al naso!) e spiego che sono disposta a collaborare con loro, anche se pioveva o nevicava, io volevo stare con i cani. Accenno inoltre con estrema gentilezza che sono entusiasta della cosa anche perché lavorare con i cani sarebbe un giorno il mio sogno. Per tutta risposta sono stata trattata malissimo, dicendomi che a loro non gliene frega niente e mi spediscono con una paletta a raccattare cacche. C’erano circa 500 cani! Alcuni erano “PERICOLOSI” e c’era un cartello, altri erano “pericolosi” ma il cartello era stato dimenticato, altri erano “pericolosi” ma non era vero! Vi pare il caso di lasciare una persona in mezzo a dei cani in questo modo? Per me no! Poi vedo attorno scene che mi fanno schifo! Ricordo in particolare un cane enorme che era in una gabbia con due piccoli cani che continuavano uno a ringhiargli e l’altro a sodomizzarlo mentre il povero raspava per uscire, ed una cagnolina che aveva tanta tanta paura, e che veniva continuamente spinta contro al muro ed obbligata a ricevere carezze che NON VOLEVA. Mi è stato detto che se due cani litigavano, bisognava colpirli sul muso aprendo la canna dell’acqua e mirandogli negli occhi. Finito questo lavoro vado nell’ufficio dove ci sono i volontari e la gran capa sta facendo gli annunci. Davanti a me, parlano dicendo cose del tipo “Eh dai, il cane X non capisce niente ed è un gran rompiballe, scriviamo gioioso e festoso nell’annuncio, altrimenti questo qua non se lo piglia nessuno!”.
    Letteralmente schifata e sconvolta, non mi sono MAI PIU’ ripresentata in quel canile!

    Ora non voglio dire che nessuno debba prendere un meticcio (ne ho proprio uno di 40 kg che mi dorme vicino) dal canile o che tutti i volontari siano così, solo che davvero, purtroppo come dice l’articolo e le varie testimonianza, l’ignoranza è un brutto male e la causa di tutto ciò. L’amore gratuito fatto di coccole e bocconcini, non è la cura per i problemi di un cane, e non potete limitarvi al “poverino, adesso lo porto a casa, gli do una cuccia calda d’inverno e l’aria condizionata d’estate e poi lo metto nel letto con me!” non funziona così, il cane non capisce questo! Non tutte le persone ovviamente sono adatte a tutti i cani di razza e meticci, soprattutto se per queste persone l’universo cane è un mondo ancora da scoprire. Non è giusto alimentare un circolo vizioso dove vengono assegnati cani ingestibili a persone che non sanno gestire nemmeno loro stesse, e poi rivedere questi cani al canile o abbandonati!

  3. Mc grazie, fortunatamente credimi ci sono volontari davvero in gamba e che si sbattono millemila volte più di me quindi onore al merito, sono mosche bianche come dice Valeria, ma fortunatamente, per i cani, ce n’è!
    Valeria quanto agli “alti papaveri” mi trovi completamente concorde specie, purtroppo in certe associazioni più grandi e blasonate, è un argomento triste e delicato che ho preferito non toccare.
    Conosco, fra i volontari davvero in gamba, un paio di persone che dopo essere stati attivi per anni in alcune associazioni sbattendosi come matte, aver portato proposte e innovazioni alle alte sfere, ma aver toccato con mano che non si faceva l’interesse dei cani, hanno deciso di staccarsi e creare una loro associazione, magari meno blasonata con meno donazioni, ma facendo davvero l’interesse dei cani, senza pensare a se stessi o al proprio ego e ringrazio il destino che mi ha fatto conoscere queste persone (il destino e i miei cani, visto che li ho adottati tramite loro), perchè è solo merito loro se ancora credo nel volontariato e credo che in qualche modo si riesca comunque a fare del bene e sopratutto a fare il bene dei cani, e se per arrivarci ci sono svariati travasi di bile, discussioni e muri di gomma da affrontare pazienza, per tanti nemici che dovrebbero essere alleati ci sono degli amici veri e veri alleati con cui si pensa solo ed esclusivamente al bene del cani.
    Dopo il post sfogo di prima ho voluto riportare anche qualcosa di positivo, perchè comunque qua tutti amiamo i cani e penso speriamo in un evoluzione positiva…certo è che è tutto da rifare, da migliorare da rivoluzionare, ma proprio chi davvero ama in maniera sana non deve smettere mai di parlare, informare, tutelare anche prendendosi del saccente o peggio.
    Un abbraccio e grazie come sempre per i tuoi bellissimi articoli.

    • Grazie a te per la tua testimonianza che lascia almeno un briciolo di speranza…come quella di Marco e di tanti altri volontari che, oltre al cuore, posseggono anche un cervello.

  4. Ho appena letto l’articolo, che non può che trovarmi d’accordo.
    Io mi considero un’aspirante cinofila (nel senso che per quanto studi e mi impegni non ritengo di avere ancora conoscenze sufficienti per fregiarmi del “titolo” di cinofila), animalista e pseudovolontaria (pseudo perchè credo di fare davvero troppo poco per ritenermi una vera volontaria)….insomma mi ritrovo in una specie di limbo!
    Inanzitutto è difficile, ma davvero tanto, far passare le 2 regolette di base di cui scrivi sopra, e credimi non è che io non ci provi, sopratutto quella riguardante la differenza fra canificio e allevamento con la A maiuscola….si finisce sempre su sta ca..o di “mercificazione delle anime” e quando fai l’elenco di costi che un allevamento serio affronta e che un lavoro fatto bene va comunque riconosciuto e pagato la risposta è…la vita non si vende e guarda i canili come sono pieni…e i meticci sono i più belli…viva la razza fantasia ecc…insomma la sensazione è spesso quella di scontrarsi contro un muro di gomma, non che non continui a saltarci contro questo benedetto muro, ma alle volte mi chiedo se non sarebbe più giusto dedicare tutto il poco tempo che ho direttamente ai cani che hanno davvero bisogno di aiuto, ma poi continuo a dirmi che un minimo di sana cinofilia base è utile proprio per il benessere dei cani e continuo a rimbalzare contro il suddetto muro Altro problema sono proprio i volontari spinti dall’ammmmmmore, quelli che proprio di cinofilia anche spiccia non capiscono un h, il problema con questi è proprio che sono piuttosto permalosi ogni consiglio (specie se arriva da una pseudovolontaria ultima arrivata) viene visto con sospetto, tacciato di presunzione se non peggio, qua però credo che andrebbe fatto un discorso che prescinde dall’etologia ed entra nella psiche umana o meglio nelle motivazioni, perchè la mia (personalissima) osservazione è che molto spesso chi fa volontariato (in canile o tramite associazioni) non sempre lo fa spinto puramente dall’amore per i cani, ma molto spesso lo fa per motivazioni molto più edonistiche e quindi egoistiche e si sa quando si mette in gioco la psiche umana (che purtroppo non è semplice come quella canina) entrano in gioco tanto situazioni non piacevoli che complicano il tutto.
    Fortunatamente non sono tutti così, alcune fra le mie più care amiche sono volontarie per amore e questo amore le ha spinte a voler conoscere (ed è normale direi…quando ami qualcuno non vuoi sapere tutto dell’oggetto del tuo sentimento?) e la conoscenza le ha portate ad essere delle volontarie eccezionali che valutano attentamente i cani e i possibili adottanti, preferendo dire un no che non vedere tornare il cane indietro dopo un adozione frettolosamente giudicata.
    Però come dicevo io mi trovo in un limbo, perchè dall’altra parte ci sono i possibili adottanti, che se i volontari hanno poca conoscenza cinofila…loro nel 90% dei casi non ne hanno alcuna, spesso l’unica considerazione onesta è che non gli affideresti neanche un Trudy (i peluche) e quindi non li ritieni idonei per l’adozione, ma lo fai un po’ con la morte al cuore perchè tanto sai che nel 90% dei casi se perseverano (e nn vanno a comprarsi il cane in qualche negozio) un volontario che glielo da il cane lo troveranno e se poi questo poveretto verrà riportato o farà una vita di m…a pazienza!
    Per non parlare poi dei travasi di bile che ti prendono davanti al quantitativo abnorme di gente che richiede un cucciolo in adozione in questo modo ” vorrei un cucciolo della razza xxx entro i 3/4 mesi di età, sano e possibilmente del colore xxx” e quando gli fai presente che in canile difficilmente troverà un cucciolo di razza sano e pure di uno specifico colore e che se ha una motivazione seria per volere una determinata razza è meglio si rivolga ad un allevatore serio (e nel mio caso parte tutta la manfrina della differenza tra allevatore e cagnaro i negozi ecc) e qua arriva la risposta standard ” è ma io non lo voglio comperare perchè non è giusto e poi gli allevatori sono tutti dei ladri ecc…”, primo travaso di bile, ma ancora cerchi di essere gentile e gli dici, possiamo valutare fra le varie associazioni un incrocio di razza oppure un cucciolo meticcio, ma che sia esteticamente di vostro gradimento e sopratutto caratterialmente indicato al vostro nucleo famigliare…risposta? E’ ma se è un meticcio non è un XXX (razza)….e qua vi assicuro che il travaso di bile è inevitabile, lo sconforto tanto e la sensazione di cercare di vuotare il mare con un cucchiaino infinita….
    Scusate il post lunghissimo, che per la foga sarà pure infarcito di errori grammaticali, ma l’argomento mi tocca davvero tanto da vicino…

    • Ary, il tuo (come quello di altri che hanno commentato prima di te e che sono comunque mosche rare, ovvero volontari che credono che la cinofilia sia anche questione di cultura e informazione, non soltanto di sentimento) è il classico esempio di “persona intelligente che ama i cani senza per questo avere la sindrome della crocerossina: e che proprio per questo, purtroppo, spesso si ritrova a combattere, oltre che con le “normali” brutture umane (abbandonatori, maltrattatori ecc.), anche con chi dovrebbe essere suo alleato.
      Tu hai ragione quando dici che la psiche umana gioca un grosso ruolo in tutto questo (non per niente parlo di “sindrome”della crocerossina, ovvero di uno stato patologico…): però una grossa responsabilità ce l’hanno anche le – diciamo così – “alte sfere” del protezionismo-animalismo eccetera, che normalmente non hanno propria nessuna sindrome (se non quella di speculare sui cani, in alcuni casi…ma per fortuna non in tutti), e che farebbero la stessa identica presa sulle persone psicologicamente più fragili se introducessero ANCHE un po’ di cultura nella retorica dell’aMMMMMMore e del pietismo. Non dico di metterci “solo” quella, ma “anche” quella, magari sì: intanto i volontari si sbatteranno lo stesso (da bravi schiavetti spesso sfruttati, ma fortunatamente per loro anche gratificati dal sentirsi tali…) anche se qualcuno, magari, gli spiega l’importanza di saper distinguere tra allevatori e cagnari, ma anche tra cane terrorizzato (che NON va rinforzato a coccole) e cane solo un po’ intimidito (che invece si può coccolare)…e così via.
      Il punto è che così si farebbe SOLO il bene dei cani…non ne viene nient’altro in tasca a nessuno. Ed io continuo a chiedermi quando effettivamente importi dei cani a certi “alti papaveri” del mondo protezionistico 🙁

  5. Valeria non per altro, come sai (tra mille difficoltà soprattutto economiche ma non solo), l’associazione di cui sono presidente i Canisciolti Onlus organizza corsi (GRAZIE perchè al più mitico di questi uno dei relatori eri TU!!!!!), forma addestratori – educatori tra i volontari, OBBLIGA gli affidanti delle cagne a sterilizzarle se no niente cessione (organizzandoci con veterinari amici che ci fanno il prezzo di costo), oprganizza puppy class gratuite, mette a disposizione degli adottanti un rinomato centro cinofilo e fa seguire tutti i cani che hanno problemi gratis!!! FAREe LE COSE BENE COME VOLONTARI SI PUO’ E SI DEVE!!!! Anchè perchè le povere creature li dentro hanno bisogno del meglio!!!!
    Tutto ciò costa soldi e fatica…ma se uno decide di farlo…

    • Marco, voi siete un fulgido esempio… raro :-(. Per questo ho deciso di appoggiarvi in ogni modo possibile…ma purtroppo di associazioni come la vostra ce ne sono veramente poche-poche-poche.

    • Marco magari voi foste la “norma”, purtroppo realtà di questo genere è possibile trovarle soprattutto al nord; scendendo l’interesse disinteressato per i pelosi – perché va fatto tanto di cappello anche alle strutture che offrono gratuitamente supporto agli adottanti di canili e rifugi – scema notevolmente.

  6. Valeria su FB pullulano anche annunci relativi a cani con un pesante passato di maltrattamenti alle spalle, definiti poveri esseri che cercano solo un po’ d’ammmmmmmore. Il che è sacrosanto ma un cane traumatizzato e diffidente richiede una grandissima preparazione, pazienza, dedizione e anche soldini perché o sei già un Esperto o devi farti affiancare da un Esperto. Ma nessuno questo si sogna di dirlo, in compenso commenti strappalacrime a frotte, specie del tenore “gli animali sono meglio dell’uomo”. A me uno che ritiene tout court gli animali migliori di qualunque essere umano mi perplime un po’, vuol dire che ha grossi problemi di socializzazione intraspecifica…

  7. Per maggiore chiarezza, la “responsabilità” di svariate adozioni poi non andate a buon fine, era causata dall’ingenuo entusiasmo con cui i volontari del settore adozioni presentavano i cani, a prescindere se questi fossero adatti o meno a chi desiderava prenderne uno, perché, almeno questa era la normativa in quel canile comunale, se un adottante decideva di prendere il cane X, che poteva essere anche un lupoide o un derivato di border per la signora settantenne, non c’era modo di impedirglielo.

  8. Articolo interessantissimo e di cui c’era davvero il bisogno perché fa delle sottili ma fondamentali distinzioni.
    Ho fatto anche io la volontaria in un canile comunale, all’ “avanguardia” debbo dire perché il discorso sulla sterilizzazione non rimaneva sulla carta e il cui personale annoverava sia educatori che addestratori.
    La politica, per quanto riguardava gli aspiranti volontari, era lo scoraggiamento nel senso che si prospettavano soprattutto le difficoltà per dissuadere i pietisti, i buonisti, i dispensatori d’ammmmmmore che probabilmente avrebbero combinato casini con cani già stressati dall’ambiente.
    Ciò nonostante in merito alle informazioni da fornire e da chiedere agli adottanti non si brillava.
    Mi è rimasto impresso il caso di un cane di taglia medio grande che, vissuto precedentemente in branco, quindi ferrato sul “canese” ma scarso nella socializzazione con l’uomo, venne dato a una coppia con bimbo piccolo che non aveva mai posseduto cani prima.
    Dopo un mese il povero tato venne “restituito” perché, a causa di un involontario pestone sulla zampa da parte del bambino, gli aveva accostato il muso aperto al volto. Messaggio inequivocabile di “guarda cosa fai” e nulla più, ma terrore puro del piccolo e dei genitori, animati magari dalle migliori intenzioni del mondo nel prendere un randagio ma del tutto digiuni di cinofilia.
    Capisco il desiderio di svuotare i canili, pieni a casa della diffusa ignoranza su chi è un cane in Italia, ma una maggiore selettività a monte, istituzioni e normativa permettendo, eviterebbe un sacco di rientri, che per i cani sono un trauma pesantissimo.

  9. Ciao, dibattito interessante, ma sembra un accanimento esagerato contro dei VOLONTARI!
    Sono d’accordo che il mondo necessiti di Cultura,ma non credo sia la sola categoria dei volontari di
    canile ad averne bisogno!Credo che un volontario generico debba fare il meglio che può in base alle proprie
    capacità, possibilità.Non siamo tutti uguali,non credo sia “colpa” di FB ecc.., credo sia principalmente
    responsabilità di coloro che hanno le conoscenze,ma non permettono a tutti di poter comprendere di aver bisogno di un certo sapere e nuove conoscenze!
    Esistono migliaia di scuole, scuoline,scuolette,più o meno blasonate, la maggior parte molto costose
    per il “padrone medio” e molte si rivelano truffe di improvvisati cinofili!Non si deve pensare che un cane lo
    debba avere solo chi con il cane vuole un rapporto simbiotico di collaborazione,ma anche una persona che con
    rispetto reciproco vuole occuparsi di un animale sereno ed essere lui sereno a sua volta!
    Le “vecchie” scuole di pensiero, quelle nuove,imbroglioni,ignoranti,arricchiti,ecc..penso che per molte persone
    questo sia il Caos. E’ difficile per loro capire anche di chi fidarsi.Vuoi che tutti i possessori di cani conoscano chi sia PAVLOV? Bene!Sbattiti per far arrivare il messaggio a più gente possibile!Questo è quel che penso e che cerco di fare io!

    @Valeria:Non credo esistano “nemici”,ma esiste il CAOS, dove IN QUESTO CAOS molti si arricchiscono tanto,a discapito di tutti e soprattutto dei cani. Occorre una controCULTURA in Italia che indichi apertamente quale sia la via più corretta da percorrere.La gente non sa,se un allevatore è disonesto, sta a te farlo chiudere,se un educatore non è competente un occhio sveglio lo capisce subito. Ho conosciuto volontari molto competenti da poter essere veri educatori cinofili,ma senza il pezzo di carta!
    SE VI VIVE NELL’OTTICA DELLO SCONTRO, NON SI RIUSCIRA’ MAI A FARE NULLA, SE SI COLLABORA NON SI HANNO CONFINI!

  10. Leggevo su facebook i commenti a questo articolo e una frase mi ha colpito “l’ignoranza NON è una scusa”.
    Questo e’ sicuramente vero, inoltre la legge non ammette l’ignoranza ma lo fa per un motivo molto pratico, che dovrebbe assolvere tutti quelli che “non sapevano”.
    Io comunque credo che chi manca di cultura cinofila non ha scuse ma non ha neanche colpa. La colpa eventualmente e’ dei cinofili che se ne stanno chiusi nei loro campi di addestramento e non fanno formazione alla gente.
    Gli ‘ignoranti’ sono una tabula rasa da scrivere, se nessuno ci scrive non e’ colpa loro.

    • No mario, nel caso delle puppy mills l’ignoranza non è una scusa. Ormai gira no troppe informazioni su come funzionano queste orrende catene di montaggio della sofferenza, perchè una persona che ha un cane, che ha girato per campi cinofili, e che legge questa rivista online possa dire impunemente simili bestialità. I commercianti sono correi degli allevatori, ovviamente. Sarebbe come a dire che chi vende merce rubata non è colpevole. Loro sanno benissimo da dove vengono i cuccioli, e che età hanno. Se i commercianti smettessero di guadagnarci su questi poveri cuccioli, ovviamente le importazioni finirebbero. Ma che te lo dico a fare? Uno che pensa che basti la licenza di commercio per fare queste cose (illegali, per giunta). Ma va’, va’…

  11. Ho letto l’articolo, mah… non so che dire. Mi sembra un attacco gratuito verso tutto e tutti, verso i volontari che si impegnano moltissimo, verso i negozianti con regolare licenza di commercio, verso allevatori dell’Est che perche’ rubano i profitti agli allevatori nostrani (siamo sicuri che siano tutti cagnari?), verso gli animalisti che vedono il cane come animale di affezione e non da lavoro/bellezza/utilita’ come invece lo concepisce l’ENCI, verso un proprietario neofita che ha preso un cane e invece di relegarlo in giardino come fanno molti altri si preoccupa di educarlo.
    Io ho un cane meticcio, ritengo che in linea di massima i cani non si debbano vendere perche’ i canili sono strapieni di cani, ho un cane che alla vista di estranei ha reazioni violente, mi sono informato, ho girato mezza italia, ho fatto corsi, stage, ho pagato fior di quattrini a professionisti molto conosciuti, ho fatto migliaia di ore di pratica in campo, ma il mio cane non e’ diventato “bravo”. Gli educatori cinofili millantatori che usano metodi inefficaci hanno il mio totale disprezzo visto i soldi che mi hanno ‘rubato’.
    Non mi fido neanche di certi allevatori che stanno rovinando certe razze. Nell’ articolo sembra che gli allevatori abbiano l’aureola sulla testa, che siano tutti santi.
    Almeno i volontari dei canili sono in buona fede, ne conosco alcuni molto ma molto preparati, sicuramente di piu’ di un educatore cinofilo che ha fatto un corso di 7 giorni e ha aperto un campo rovinando i cani dei clienti.
    Per quanto riguarda il ‘tizio’ che ha preso il cucciolo dobbiamo spiegare che l’Italia non e’ omogenea, una persona che abita a 120 miglia nautiche dalla Libia e’ molto ma molto piu’ svantaggiato di uno che abita al nord Italia, e’ lodevole che abbia deciso di prendere un cane, di accudirlo e di educarlo, ma onestamente non e’ colpa sua se manca la cultura cinofila. Se uno viene attaccato su facebook da una persona sconosciuta e’ normale che risponda a tono.
    Io mi immagino gia’ la scena, se un cinofilo si presenta a una scuola per migliorare la cultura cinofila, per spiegare qualcosa come si tiene un cane in casa gli rispondono “si va bene ma quell’essere immondo che tiene al guinzaglio non puo’ entrare nell’edificio scolastico”.

    • Un attacco gratuito “verso i negozianti con regolare licenza di commercio”… e secondo te, solo perché ha una “licenza di commercio”, un negoziante può comprare i cuccioli dai cagnari dell’Est a 50-100 euro e rivenderli a 800-1000 euro?
      E secondo te gli allevatori italiani temono la concorrenza dei cagnari dell’Est perché “gli rubano i profitti”?!?
      Allora, vediamo di capirci: una decina d’anni fa, ai tempi di Sirchia, un gruppo di cinofili decise di fare ricorso al TAR contro la becera ordinanza sui cani pericolosi. Per far questo fondammo un’associazione, che una volta esaurito l’iter del ricorso decidemmo di utilizzare per fare informazione sui tuoi “allevatori dell’Est” e sui bastardi nostrani che rivendono quei cuccioli. Dal primo sito di “ti presento il cane”, che a quei tempi non conosceva praticamente nessuno, chiesi a chi avesse avuto brutte esperienze con cani acquistati in negozio, o alle fiere del cucciolo (allora erano gli “spacci” più frequenti di cuccioli dell’Est: Internet era agli albori delle truffe cinofile…), di mandarmi le loro testimonianze. Dopo una settimana dovetti pregare di NON mandarmene altre, perché mi avevano giò sotterrato sotto una marea di email che parlavano tutte di cani malati, morti, moribondi… e tu pensi che gli allevatori seri temano la CONCORRENZA?!?!?
      Scusami, ma non hai proprio capito un accidenti.
      Guarda, mo’ metto online qualcuna di quelle testimonianze, che ho gelosamente custodito. Tolgo i nomi e cognomi, ma sappi che li ho tutti.

    • @Mario2:mi dispiace per il fatto che non sia ancora riuscito a risolvere il problema del tuo cane.
      Tieni presente che più del 90% dei cani attacca per paura e non per chissà quale cattiveria inside. Se ha avuto un passato da canile questo non ha aiutato.Se non ha problemi fisici,la maggior parte traumi psicologici si riesce a farglieli superare, ma ci vuole pazienza, tempo e costanza. Poco esercizio costante tutti i giorni. Io non ho un “certificato” ma so di cosa sto parlando.
      Occorrerebbe vedere il cane e capire le dinamiche in gioco.Cmq se ti serve un consiglio..qui siamo

  12. Io ho preso due gattini dal canile della mia frazione. Ho detto alla volontaria che ho fatto il tacrec, che mi occupo di salvataggio in acqua e che se avessero avuto bisogno, sarei stata più che disponibile a dare ai futuri proprietari qualche delucidazione sui comandi di base, sul rapporto cane-famiglia, sulle buone abitudini, etc. OVVIAMENTE AGGRATISSE. Secondo voi mi hanno chiamato? Ma figuriamoci. Io sono un’educatrice e – VADE RETRO SATANA! – ho anche un cane di razza dunque per loro sono IL MALE. Mavvaffanculovaaaaaaaa!!!!!!

  13. Partendo dal presupposto che qualche svalvoltato c’è, ma non è che siamo tutti così, ne tantomeno tutti ignoranti o fanatici, vorrei fare presente il problema del centro sud:
    Fino a quando le NS. beneamate amministrazioni non risolvono il problema con le aree di campagna e industriali, vere e proprie fabbriche di cuccioli, potremmo avere volontari iper esperti o ignoranti come capre, che danno cuccioli con criterio o allacazzo, il problema non si risolverà MAI!!!

    • Magari fosse solo un problema del centro sud, io ogni tanto per curiosità do un’occhiata agli annunci di cani in adozione/vendita nella mia zona(centro-nord) e la stragrande maggioranza degli annunci sono PALESEMENTE CAGNARI(tipo razze inesistenti; cuccioli con libretto e microchip, ma SENZA PEDIGREE; cuccioli spacciato come “di razza pura”, e venduti a prezzi chiaramente troppo bassi per qualsiasi allevamento serio, e che dalle foto si vede benissimo FUORI STANDARD ecc….)
      Insomma a quanto pare in tutta Italia c’è un’offerta enorme di cuccioli di “provenienza cagnara”, e di conseguenza ci deve essere una domanda altrettanto grande, di cuccioli di razza(o meglio SIMIL RAZZA) a prezzi “stracciati”. Finché la gente non avrà quel minimo di cultura cinofila necessaria a distinguere i cagnari dagli allevatori onesti e competenti, e finché non capiranno che non è possibile risparmiare sull’acquisto del cucciolo oltre il lecito, le fabbriche di cani continueranno a prosperare, e a “produrre” tanti futuri randagi

    • CREDO TU ABBIA RAGIONE,ma MI SONO STANCATO DI TROVARE COLPE ALTRUI!SENZA ESSERE RETORICI,LE COSE DEVONO PARTIRE DAL BASSO COME SEMPRE SENNò CHI STA SOPRA NON TI CONSIDERA.
      QUINDI OCCORRE CHE TUTTI QUELLI CHE REALMENTE HANNO A CUORE IL BENESSERE DEI CANI NELLA NOSTRA SOCIETA’ SI UNISCANO FORMALIZZANDO CONDIVIDENDO ED ADOTTANDO DELLE REGOLE BASE COME STILE DI VITA QUOTIDIANO!
      SOLTANTO CREANDO UN MODO DI PENSARE E DI AGIRE SI CAMBIANO LE COSE!
      PARLO DI CANI…NON DI POLITICA!!! 😉

      “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)

  14. Beh, io ho telefonato per qualche annuncio strappalacrime su fb. Ho parlato con varie volontarie. L’ ultimo annuncio richiedeva uno stallo. Bene. Ho dato la mia disponibilita’ con tutti i controlli reputati da loro necessari. Mi ha risposto che lo stallo non era pensabile perche’ lei amava quella cagnolina ma non potendola tenere la affidava ad una struttura/pensione. Ora io ci capisco poco, ma forse non stava meglio a casa mia?

    • @BARBARA:GLI STALLI SONO UN MONDO A Sè.CI SI DOVREBBE ADDENTRARE IN UN GROVIGLIO PSICOLOGICO CHE NON CREDO VALGA NEMMENO LA PENA!Casi come il tuo ce ne sono a centinaia tutti i giorni, NON SEI L’UNICA!C’E’ + VOGLIA DI AIUTARE I CANI CHE CONSAPEVOLEZZA,PER FORTUNA CI SONO ANCHE TANTE PERSONE CHE SANNO QUEL CHE FANNO!
      GLI ANNUNCI SONO TUTTI STRAPPALACRIME..SE PUOI/VUOI FARE STALLI,TROVATI DEI CONTATTI FIDATI E RELAZIONATI SOLO CON LORO, POCHE PAROLE-MOLTI FATTI..SE è IL CONTRARIO MOLLA IL COLPO SUBITO!
      SI LOTTA INSIEME NON DIVISI!!!

      d.
      “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)

  15. Concordo pienamente!! Non so se Valeria si ricorda di me (la dog sitter di Bergamo che ha intervistato a marzo), appunto faccio la dog sitter e facevo volontariato al canile!! Nell’intervista di Valeria facevo buona pubblicità al canile dove andavo e (pensando di fare una cosa buona) ho condiviso l’intervista sulla pagina fb del canile!! Non l’avessi mai fatto!! Prima roba l’hanno cancellata, secondo da quel giorno sono stata vista malissimo perchè in qualche modo facevo del “business” con i cani e, roba peggiore, dicevo (e diró sempre) che AMO il lavoro di educazione cinofila e che appena finisco l’università metteró tutto il tempo a mia disposizione a cercare una scuola valida per fare della mia passione un lavoro!! Ebbene, da lì sono risultata il diavolo..non da tutti, per carità, ma dalla maggior parte…fino a sfociare in alcuni episodi dove mi sono rifiutata di coccolare un cane appena arrivato che stava tremando come una foglia, gli occhi sbarrati e via dicendo..ho proposto di fargli fare una passeggiata, ma no, quello di cui aveva bisogno (secondo loro) erano mille mani che lo accarezzassero…e sento moooooolti volontari con un briciolo di cultura cinofila che hanno il mio stesso problema…mi auguro veramente che la situazione cambi, x il bene di tutti i cani!!!

  16. purtroppo il pietismo paga, e questa e’ una delle cause per cui in alcuni casi non si riesce ad uscire da una certa mentalita’ (anche se nella mia realta’ sono stati fatti grossi passi avanti: quando ti presentano argomenti validi, e vedi che questi argomenti ti aiutano a gestire meglio i cani, non ci puo’ essere nessuna obiezione). Io pubblico appelli per i cani del mio canile, cercando di evidenziare al meglio le caratteristiche del cane (che ho dedotto con le mie competenze non d a professionista, ma anche coadiuvate dall’opinione di professionisti, comunque da una situazione di canile che non e’ ottimale per capire, e che rimane indicativa). Questi appelli sono perlopiu’ inascoltati, o passano tra tanti, mentre un cane salvato da avvelenamento, da maltrattamento o altro trova molta piu’ eco. La sindrome da crocerossino che ha ognuno di noi spesso prende il sopravvento sulle nostre reali esigenze.

    • “La sindrome da crocerossino che ha ognuno di noi spesso prende il sopravvento sulle nostre reali esigenze.”
      Bravo, secondo me è proprio la sindrome delle crocerossine(e crocerossini) una delle cose più deleterie; così si finisce per fare “razzismo” al contrario, cioè penalizzare i cani migliori, quelli sani e di buon carattere, e favorire quelli più malaticci e problematici(che spesso vengono riportati al canile)

      Il pietismo non è vero amore, ma spesso solo una gara a chi sembra più buono!

  17. Il problema dei canili è anche collegato a quanto (non) fanno certi comuni che li hanno in proprietà/gestione, e quanto agevolano o, molto più spesso, letteralmente ostacolano l’operato dei volontari. Ci sono canili in cui i cani non vengono adottati perchè non è permesso l’accesso al pubblico e/o dove i volontari possono entrare solo una mezza giornata alla settimana. I canili-lager poi sono ancora peggio.

    Dall’altra parte la retorica dell’ammmmmmmmmmmmmmore viene alimentata sì da facebook ma – al grande pubblico – da servizi quali quelli di Striscia dove, da un lato c’è l’aspetto meritevole di denuncia e segnalazione di situazioni di vero e proprio degrado (canili-lager) ma dall’altro si fa leva sulla compassione più bieca verso tutti questi cani (o gatti), tanto che anche alcuni cani da pastore, spesso maremmani o similari, di 40-50 kg e passa e con il carattere che hanno, vengono descritti come ‘poveri cagnolini’.

    • Già, i programmi tipo Striscia non fanno mai informazione completa. Per esempio fanno decine di servizi in cui mostrano il sequestro dei cani importati dall’est, ma non dicono mai che i cani di razza venduti nei negozi, o tramite annunci su internet(mi riferisco ovviamente solo a quella maggioranza di annunci SENZA PEDIGREE, o che vendono razze inesistenti, tipo CHIHUHUA TOY. Alcuni annunci provengono anche da allevatori seri!) e allevamenti multirazza, sono quasi sempre di provenienza CAGNARA.
      Insomma parlano del problema in maniera generica, ma non dicono mai come dovrebbero comportarsi i potenziali acquirenti di cani, per evitare di alimentare questi traffici!non hanno mai fatto un servizio per insegnare al pubblico, a distinguere gli allevatori seri dai cagnari!

  18. Mi permetto di aggiungere un 3 punto: la sterilizzazione
    Additata come una pratica contro natura, una tortura, in realtà eviterebbe la nascita di molti cuccioli indesiderati…
    “Perché privare la mia cagnetta delle gioie della maternità?”
    “Devo fare accoppiare il mio maschione perché ne ha bisogno!”
    Sono tutte balle!
    I cuccioli meticci vanno nella stragrande maggioranza dei casi a finire nei canili, se non regalati a chi magari non si sognava nemmeno di prendere un cane (e dopo dove andranno a finire?), o magari fanno una fine peggiore.
    E non ci si può neppure “fare soldi” perché la vendita di animali senza pedigree è vietata

    • Mario, questo punto io non l’ho inserito perché mi pare che nel “circuito” dei canili e delle associazioni animaliste in genere sia già stato recepito: sono le sciuremarie che ancora non la vogliono capi’… ma nei rifugi, almeno sulla carta, si sterilizza.

      • ehm, mi permetto di dissentire amaramente.
        La mia cagnetta di canile DOC mi è stata data intera senza nemmeno la raccomandazione di sterilizzarla.
        Nei canili dove faccio volontariato si chiede agli adottanti di firmare un foglio su cui si impegneranno a non far riprodurre i cani adottati, STOP.I controlli post affido se ci sono non si protraggono abbastanza a lungo per verificare l’adempienza a quella clausola, e molto spesso ho visto cani provenienti dai canili che adottano quel tipo di premura riprodursi beatamente.

        E quei canili non sono comunque molti, la maggior parte fanno come quello dove mi recai io: ti danno il cane e bon.

        Se davvero si vuole arginare il randagismo bisognerebbe vietare l’adottabilità di cani interi, solo che la mancanza di fondi per le sterilizzazioni renderebbe i canili pieni zeppi di cani in attesa di adottabilità (e nel frattempo tranquilli di farsi i propri porci comodi se il gestore del canile non ha l’accortezza di impedire gli accoppiamenti)

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