di VALERIA ROSSI – ASPETTO GENERALE – “Cane di taglia da medio a piccola, ben proporzionato, potentemente costruito, di apparenza rustica, con un fitto mantello ricciuto di tessitura lanosa”.
Così recita lo Standard.
Per la Sciuramaria, l’aspetto generale è “checcariiiiinooooooooooo!“.
E il Lagotto guarda la Sciuramaria col fumetto che dice:”Tu invece sei proprio una cozza”.
No, perché in effetti lui “è” carino: piccoletto, tutto riccioluto, scodinzolino, tenerissimo, proprio da coccole. Però, se lo guardi in faccia, ti accorgi che delle coccole nun gliene po’ frega’ de meno. Per lo meno, non delle tue, se sei un estraneo.
Per piccolo che sia, per quanto ti guardi dal basso in alto, ha sempre un po’ la faccia da “Io so’ io e voi nun siete un c…”.
Solo con i suoi umani la musica cambia (e anche l’espressione): però, anche con gli umani suoi, non ha praticamente mai l’aria da “stropicciami di coccole”, ma più quella da: “allora, si fa qualcosa o vogliamo star qui a smacchiare i giaguari ancora per molto?”.
Perché lui è un cane da lavoro. E’ un cane rustico, un contadino, un campagnolo. Uno da poche menate.
E ce l’ha proprio scritto in faccia.
MINI EXCURSUS STORICO-ARTISTICO: lo so che c’entra poco con i “veri Standard”… però a me ‘ste cose fanno impazzire. E poi ci tengo a far vedere queste immagini a quelli che dicono “Ah, bah, ma che è, hanno fatto una razza nuova che sa solo andare per tartufi… si poteva anche far senza”.
Ecco, allora diciamo che proprio “nuova” questa razza non è. Sì, è vero che è stata riconosciuta pochi anni fa (nel ’92 dall’ENCI, nel ’95 dall’FCI): però guardatevi un po’ ‘sto quadro, quello sulla destra (se non lo vedete bene, cliccateci sopra per ingrandirlo). E’ del ‘400, l’artista è nientemeno che il Mantegna e il dipinto mostra il marchese Ludovico Gonzaga… che ha accanto un cane assolutamente identico all’attuale Lagotto!
Ecco, qui a sinistra vedete il particolare: non solo è indubbio che sia un Lagotto, ma è pure un soggetto tipicissimo! Potrebbe andare in expo domenica prossima, senza che nessuno gli trovasse niente da ridire.
Quest’altro dipinto invece (ancora sulla destra) è stato attribuito alla bottega del Guercino: e l’uomo che tiene la mano sul dorso del cane è proprio lo stesso Guercino (cioè Giovanni Francesco Barbieri, nato a Cento di Ferrara nel 1591 e morto a Bologna nel 1666: uno dei maggiori maestri della Scuola Bolognese del periodo barocco). Ancora una volta, è impossibile non riconoscere un tipico esemplare di Lagotto.
Questo giusto per dire che la razza era già ben nota fin dal ‘400, quindi definirla “nuova” è veramente un azzardo.
E’ vero che – per assurdo – i cani ritratti nel ‘400 somigliavano all’attuale Lagotto più di quelli degli anni ’70 (quando la razza era finita in mano ad improvvisatori e cagnari vari, e stava per scomparire del tutto): però la razza c’è sempre stata. “Nuova” un cavolo.
Definirla “inutile”, poi (sostenendo che i tartufi li sanno trovare anche i meticci – per tacer dei maiali! – e che questi cani “non sanno fare altro”), è un’immane cavolata, visto che ci sono Lagotti capaci di mettersi in luce tanto nello sport quanto nei lavori di utilità sociale. In protezione civile, per esempio, vanno da dio, avendo una resistenza incredibile e ovviamente un fiuto di altissima qualità.
E comunque anche i tartufi li cercano meglio degli altri cani.
Non di tutti, magari, ma in media sì: perché ci mettono impegno e passione vera, che unita alla grande docilità li rende davvero speciali in questo lavoro. Poi hanno scarsa propensione a distrarsi (non gli interessa, per esempio, seguire le tracce di un selvatico), non si allontanano mai troppo, possono riportare i tartufi anche quando questi si trovano in zone che l’umano non riesce a raggiungere, perché hanno la “bocca morbida” e quindi non li rovinano.
Qualcuno snobba il Lagotto perché la sua ricerca è piuttosto lenta: ma è lenta solo perché è estremamente meticolosa! E infatti spesso questi cani riescono a trovare tartufi anche in tartufaie già battute da altri senza risultato (dopodiché fanno la faccia da “io so’ io…”: e hanno pure ragione di farla).
VARIETA’ ALTERNATIVE: ovviamente, “barboncino” è la più diffusa in assoluto tra le Sciuremarie (e il Lagotto di nuovo le guarda con quella faccia là, ma stavolta pensa: “ignorante”. Anzi, ignurènt, perché lui pensa in romagnolo).
Però, tutto sommato, è quasi meglio quando le Sciuremarie non riconoscono la razza… visto da quelle che invece pensavano di conoscerla ho sentito, nell’ordine, un Lotto, un Langotto e financo un Lingotto.
COMPORTAMENTO E CARATTERE: come dicevo sopra, questo è un cane che ama lavorare.
Ex cane da acqua (“ex” si fa per dire: la ama ancora moltissimo e appena la vede si butta: anche se l’acqua è rappresentata da una pozzanghera), oggi è l’unica razza al mondo specializzata nella ricerca di tartufi e adora girare col naso a terra per i boschi, concentratissimo in quello che fa e ben conscio che dipende tutto da lui. Ovviamente ha ragione, perché gli umani hanno un naso che fa pena e i tartufi, se fosse per loro, rimarrebbero sotto terra in eterno: però, diciamolo, se la tira anche un po’. Ogni volta che ne trova uno ha proprio l’aria di dire: “Visto come sono stato bravo? Tu non saresti stato capaceee… gnegnegnè!”.
Forse per questo, qualcuno dice che non è un cane simpatico. Dipende dai punti di vista: a me, quando fa quella faccia orgogliosa e fiera, fa morire. Anche se è indubbio che ti prende per il culo.
Poi si fa perdonare, comunque: perché fuori dal lavoro è dolcissimo.
E’ un cane tranquillo, che non rompe le scatole, che non litiga con nessuno (neanche con gli altri cani), che ama i bambini, che ha anche i suoi momenti da cane-francobollo che vuole starti vicino-vicino, ma se gli dici che non hai tempo se ne va al suo posto senza neanche mettere i musi (vabbe’, forse un po’ sì, ma poco).
E’ capace di essere allegro e giocherellone, ma anche di farsi gli affaracci suoi o di aspettare con calma il prossimo momento di attività senza per questo disfarti la casa perché si annoia.
E’ un filosofo, un cane zen. A meno che, ovviamente, tu non ti metta in testa di fare il Millan con lui: perché se gli urli contro, se sei nevrotico o violento, lui prima ti guarda col fumetto che dice “cut s’ciupes una roda in curva“, poi si chiude a riccio e si ritira su un dignitosissimo e fierissimo Aventino, dal quale penerai non poco per farlo scendere (ammesso poi che scenda).
E’ vero che è un cane docile e tendenzialmente sottomesso, ma solo se lo decide lui: ovvero se ritiene che tu sia degno di stima e fiducia. Altrimenti ti manda proprio a quel paese.
Con gli estranei mediamente è piuttosto riservato (eufemismo per “non se li caga di pezza”): però ho conosciuto anche Lagotti festaioli e scodinzoloni, quindi penso che dipenda molto dal grado di socializzazione.
Se l’estraneo entra in casa sua, è probabile che gli abbai: ma non altro, perché per far diventare aggressivo un Lagotto bisogna veramente impegnarsi nel commettere tutti i possibili errori umani, da quelli di selezione a quelli di educazione. Finora, comunque, io un Lagotto mordace non l’ho mai incontrato: può darsi che ne esistano, non dico di no. Ma io non ne conosco.
TESTA: “Vista dall’alto – dice lo Standard – ha forma trapezoidale ed è moderatamente ampia; gli assi longitudinali superiori del cranio e del muso sono leggermente divergenti”.
Per accorgertene, però, devi tosare il cane: oppure piazzargli le mani in faccia e palparlo (al che lui farà la classica espressione da “ma ti facessi gli affaracci tuoi?”).
I Giudici in expo lo fanno e quindi “sentono” forme, andamento degli assi craniofacciali ecc.: chi lo guarda e basta vede una palla di riccioli e ciao (e pensa “checcarriiiiinoooo”).
Bene, carino indubbiamente lo è, e l’abbiamo già detto: ma sotto i riccioli si nasconde un cervello molto pensante, ed è bene ricordarsene.
Spesso i cani molto miti e docili vengono considerati un po’ scemotti, e il Lagotto non fa eccezione: sono in molti a pensare che non sia esattamente un genio. In realtà gli imbecilli sono quelli a due zampe, perché questo cane ha un’intelligenza brillantissima: che ovviamente sfodererà solo quando ritiene che ne valga la pena, ovvero se il suo umano sa capirla e sfruttarla. Ne deriva una logica conseguenza: a umano imbecille corrisponderà un cane che si comporta come tale (ma che in mani diverse potrebbe rivelarsi un Einstein a quattro zampe. E l’ho già visto succedere).
Come si può vedere nelle immagini, un Lagotto che abbia un buon rapporto con il suo umano può fare qualsiasi cosa: agility, dog dance, obedience… insomma, tutto: anche se ci fosse qualche pazzo furioso a cui non piacciono i tartufi (se vi fanno proprio schifo e ve ne hanno regalato uno, speditelo pure a me!), con un cane così le occasioni di divertimento non mancheranno mai.
OCCHI: da qualche parte ce li ha.
Se li trovate, sappiate che secondo lo Standard devono essere “piuttosto grandi, rotondi e ben distanziati. Il colore dell’iride va dall’ocra al nocciola e marrone scuro, secondo il colore del mantello. Sguardo attento, espressione intelligente e vivace“.
Nei cuccioli e cuccioloni, che ancora non hanno tutti i riccioli sugli occhi, l’espressione si vede decisamente meglio: e di solito sarà l’espressione di cui si parlava sopra (quella da “io so’ io e voi…”), a meno che qualcosa non attiri tutta la sua attenzione.
In quel caso è capace di fare la faccia da Carfagna, sgranando gli occhi e tirando anche le orecchie in avanti (cosa che la Carfagna non sa fare), con effetto buffissimo.
ORECCHIE: per lo Standard sono “di dimensione media, proporzionata alla testa, triangolari con punte arrotondate. Pendenti a riposo o leggermente rialzati quando il cane è in attenzione. Se tirati verso il tartufo dovrebbero raggiungere il muso a ¼ della sua lunghezza. Sugli orecchi il pelo tende a mostrare riccioli più sciolti, ma rimane molto ondulato“.
Ma intanto non si vedono neanche queste: sono parte integrante di quel palloncino riccioluto che è la testa di un Lagotto. Le vedi solo quando il cane va in attenzione.
CORPO: un buon Lagotto deve stare nel quadrato, ovvero essere quasi alto quanto lungo.
ARTI: robusti, diritti, paralleli…e soprattutto resistenti. Il Lagotto è un cane che non si stanca. Dategli un bosco e lui ve lo percorrerà in lungo e in largo, di sopra e di sotto, avanti e indietro, anche cinquanta volte di fila, senza neppure aprire la bocca per ansimare.
Quindi qualcuno spieghi alle Sciuremarie che non è assolutamente il caso di portare il cane in braccio.
Neanche da cucciolo, perché già a tre mesi è in grado di far schiattare di fatica la Sciuramaria senza che lui si sia neppure riscaldato i muscoli.
Se c’è un problema, con questa razza, è proprio il fatto che necessita di taaaaanto esercizio fisico: però non te lo dice. Non è come un labrador o un border, che se non possono sfogarsi all’aperto ti distruggono la casa, così forse (forse) ti sorge il lecito dubbio che non siano precisamente cani da divano.
Lui, se non gli dai alternative, il cane da divano lo fa. Beatamente e tranquillamente, senza lamentarsi mai.
Solo che non gli fa affatto bene alla salute, né fisica né mentale: si impigrisce, si ammoscia, si spegne.
Diventa “un cane” come tutti gli altri, che non darà – purtroppo! verrebbe da dire – nessun particolare segno di squilibrio (qualcuno diventa un po’ brontolone e ringhiosotto, ma niente di più), ma che sembrerà solo l’ombra del super-cane che avrebbe potuto essere.
Quindi, Sciuremarie: io posso anche capire che di fronte a un cucciolo di questa razza, con questo faccino qui e questo nasino e queste orecchiette, voi perdiate il lume della ragione e partiate in quarta gridando “coccoleeeeeeeeeeeeeeeeee!!! DEVO riempirlo di coccoleeee!!!”… però, cazzarola, contenetevi.
Non è un peluche, è un cucciolo: e non resta così. Tra pochi mesi, anche se sarà sempre ricciolino, sarà diventato (l’ho già detto, ma lo stra-ribadisco) un cane da lavoro, un cane rustico, un cane di campagna, un contadino. Serio, determinato e sgobbone come ogni contadino che rispetti.
Le coccole non hanno mai ammazzato nessuno, per carità: ma quando diventano soffocanti, lo dice la parola stessa, soffocano.
E soffocano attitudini, selezione, secoli di impegno da parte degli allevatori che si sono dati un gran daffare prima a costruire, e poi a ri-costruire, una razza che è diventata una delle icone del “made in Italy” nel mondo.
Sciuramaria, guardami bene in faccia: tu, un cane così, me lo vorresti davvero tenere sul divano facendogli pucci pucci e grattandogli il pancino dal mattino alla sera?
Ci acsè svampei che t’coz, ti direbbe il Lagotto: se così svampita che vai a sbattere.
Rispetto, ci vuole.
Che non significa solo “non maltrattare” nel senso di “non prendere a calci o a stirazzoni” (cosa che le Sciuremarie non farebbero mai), ma anche “non tradire” la storia, le attitudini, la memoria di razza, il DNA di un cane (cosa che invece le Sciuremarie fanno regolarmente, senza immaginare neppure di striscio che anche questo sia un dannatissimo maltrattamento).
Questo è un cane selezionato per la ricerca del tartufo. Non sai da che parte si comincia, o non ti interessa andare a tartufi? Fagli fare qualcos’altro.
Qualsiasi altra cosa, tranne il cane da divano.
Per pietà.
CODA: “inserita non troppo alta né troppo bassa; si assottiglia verso l’estremità. Quando è pendente, dovrebbe giusto arrivare al garretto. A riposo è portata a scimitarra; in attenzione decisamente rialzata. Al lavoro, o quando il cane è eccitato può essere portata sul dorso, ma mai arrotolata“.
E mi pare che lo Standard dica tutto quello che c’è da dire…tranne una cosa, forse, che non interessa ai Giudici ma che interessa moltissimo chi col cane ci deve vivere. La coda del Lagotto è morbida. Essendo anche lei coperta di ricciolini, quando ti sbatte contro non fa male.
Potrebbe sembrare una cosetta da poco, ma se per caso avete avuto a che fare con amstaff, boxer e financo staffy (garantisco!), sarà una caratteristica che apprezzerete assai.
CONCLUSIONI: in questo “vero Standard” non ho preso troppo in giro la razza. Chiedo scusa a chi si fosse aspettato un po’ più di sano cinismo, ma il fatto è che non mi riesce di essere troppo stronza con le razze italiane, che di solito sono già trattate in modo sufficientemente stronzo dalla nostra stessa cinofilia ufficiale (basti pensare a quante di esse sono più diffuse all’estero che in Italia, ed è detto tutto). Per fortuna, però, non è questo il caso del Lagotto, che è stato valorizzato e promosso piuttosto bene: e infatti c’è un’altra ragione per cui ho scritto in modo meno satirico del solito.
C’è che, quando la butto particolarmente in caciara, mi ritrovo poi quintalate di messaggi – su FB, in email e pure su questo sito – di persone che dicono che “le ho fatte innamorare” della razza X o Y. E questo, ovviamente, mi fa un immenso piacere… ma quando si tratta del Lagotto mi fa anche paura, perché se si innamorano le Sciuremarie (quelle che hanno in testa il cane da divano) siamo fregati. E siccome questo cane ha una faccia capacissima di far innamorare quel tipo di Sciuramaria lì, ho preferito ribadire millemila volte che le sue qualità sono ben altre. Che i riccioli passavano di lì per caso (cioè, per caso no: ma non servono a dargli la faccia coccolosa, servono a proteggerlo da rovi e cespugli se deve lavorare nello sporco). Che al “checcarino” questo cane preferisce di gran lunga il “che bravo!” nel suo lavoro.
Spero, di tutto cuore, che si sia capito.
Condivido la descrizione delle caratteristiche del lagotto. Una sola cosa mi preme sottolineare. Credo sia limitativo dire “cane da lavoro” oppure che non è un cane da compagnia. Questo significa relegare questa bellissima razza nell’ambito della ricerca del tartufo e, come noto, non sempre questi cani vengono trattati molto bene dai tartufai. Il mio Bartolo è un eccezionale cane da compagnia che porto ovunque: ufficio, banca, bar e perfino dal parrucchiere. Apprende molto in fretta e con il suo padrone è legatissimo (sin troppo). Certo è un cane impegnativo ed esigente. Ma mi chiedo quale cane non lo sia. A meno che non si vogliano degli automi telecomandati invece che esseri viventi (quindi vivaci e non sempre in “obedience” come oggi va molto in voga). Saluti.
Signora non vorrei essere offensivo ma secondo me lei di lagotto ne capisce poco, i miei tutto sono tranne che scodinzolino e con la puzza sotto al naso, quelli vogliono giocare e basta e a volte di lavorare proprio non gli va e mi fanno incavolare da morire perchè se non trovo non guadagnò. (Sono tutti e 4 con pedigree)
“Quelli”, evidentemente, hanno capito ESATTAMENTE come comportarsi con un simile padrone.
ottimo , vado a vedere dove fanno il raduno, cmq il 12 gennaio saro’ sicuramente a milano all’internazionale
canina.
grazie
buona giornata
Ciao Sergio
Ottima scelta ma sono di parte quindi non vale , hai provato a dare un occhio al sito del club italiano lagotto ci sono riportati i nomi degli allevatori soci inoltre se ti va ai primi di febbraio se ricordo bene c’è il raduno del club cosi puoi vedere molti bei lagotti sia in mostra che al lavoro
ho dimenticati di dire che vivo in montagna e vado spesso a fare passeggiate…
complimenti x il sito
io è da molto tempo che vorrei un cane, ne ho avuti in passato, doberman, eccezzionali ma delicatissimi,
ora mia moglie ha un maltese, splendido ma suo.
vorrei appunto un cane x me , che mi segua , lavoro solo al mattino e il pomeriggio vado spesso nei boschi a passeggiare , nei weeekend con mio figlio, ma durante la settimana mi godo i colori e i profumi trentini.
ho una piccola casetta e mezza montagna dove passo gran parte della giornata dove ho degli animali , tipo galline anatre e un paio di mici che mi tengono compagnia e pensavo di inserirci appunto un Lagotto
e perche no, farei anche il patentino per i tartufi che è previsto x la tarda primavera prox.
chiedo consigli, dove fare un buon acquisto ecc
ciao sergio
Ciao,
volevo chiedre un consiglio,
adoro il lagotto romagnolo e sto valutando di prenderne uno la prossima primavera…ora per fortuna il lavoro sta avendo degli sviluppi con spostamenti anche all’estero…il cane lo posso portare con me , lavoro in proprio e lo ho sempre fatto! Prima avevo un dalmata che è stato con me 16 anni, ma non dovevo andare all’estero..gli spostamenti saranno sempre con auto di proprietà.
Sono indecisa se prendere un lagotto oppure un bolognese, cane più piccolo e forse più pratico per gli spostamenti…..ma sono aperta anche per consigli di altre razze e preferibilmente italiane.
Ho 2 pappagalli allevati a mano che si spostano con me….
Grazie
Se viaggi in auto, direi che puoi scegliere tranquillamente il cane che ti sembra più adatto a te, senza farti problemi di “misura”. Se dovessi viaggiare spesso in aereo, invece, il lagotto finirebbe sicuramente in stiva, mentre il bolognese potrebbe viaggare in cabina con te.
Scusate vorrei chiedere un parere: sono indecisa nell’acquisto fra un lagotto ed un barboncino medio. Il cane lo voglio regalare a mia figlia che lo desidera tantissimo. Avendo nove anni lo gestiremo io e mio marito. Sono io che ho appoggiato la sua richiesta e sto cercando di decidere fra i due cani quello più adatto a livello caratteriale. Qui i tartufi non c’entrano nulla. Io sono una persona che ama camminare e anche il resto della famiglia è sportiva quindi il nostro cane non starà immobile per tutto il giorno ma si dovrà comunque adeguare alla nostra vita: entrambi lavoriamo e la mattina resterà solo a casa. Non abbiamo un giardino e viviamo in un appartamento dove abbiamo messo, salvo cucina e bagni, il parquet(ho messo in conto che non sarà più quello di prima, mi chiedo solo quanto il cane lo può distruggere). Disponiamo di terrazzo (dove non lascerei mai chiuso un cane). Comunque stiamo in un piccolo centro e attraversata la strada abbiamo un parco tutto dedicato ai cani e sentieri che si inerpicano verso la collina quindi non sarà difficile gestire le sue uscite. Vi chiedo di darmi gentilmente un consiglio. Ho avuto il barboncino (probabilmente non puro) ma ero molto piccola: ricordo solo che era un cane buono ed intelligente. Il lagotto non lo conosco. Per il resto ho sempre convissuto con cani e gatti e conosco i problemi e i benefici. Ho scelto fra questi due cani perché mi piacciono entrambi (il barboncino però non sarebbe mai expo)e perché non hanno muta. Grazie
Barboncino. Lui è un cane da compagnia, il lagotto è un cane da lavoro.
Ciao Valeria,che ne pensi di questo post(l’ho trovato su di un forum di tartufai)?
salve a tutti…
<>
NON SO PERCHE’ MA NON RIESCO A INCOLLARLO BENE…Ci riprovo!
<>
Essendo nato negli anni Cinquanta ricordo molto bene la lunghissima trasmissione della RAI in occasione del primo uomo sulla Luna nel luglio del 1969. Ricordo ancor di più quella maratona televisiva (restata negli annali) per la presenza determinante del Prof. Enrico Medi, astrofisico di fama mondiale nonchè persona dotata di un genio e di una umanità fuori dal comune. Ebbene egli aveva il dono assai raro di saper spiegare le cose più astruse e complesse in termini accessibili a tutti, amplificando così l’entusiasmo di tutti di fronte a quell’evento storicamente straordinario del primo uomo sulla Luna. Io avevo poco più di 14 anni e, forse perchè ancora molto “imbevuto” dai romanzi fantastici di Jules Verne e dalle letture della mitica serie fantascientifica di Urania, mi appassionai allora, anche grazie al Prof. Medi che ricorderò per tutta la vita, alle varie questioni dell’Astrofisica e dell’Astronomia. Che poi andai ad approfondire per mio conto attraverso la ricerca e lo studio dei testi scientifici più utili e significativi. Volevo arrivare proprio qui: la comune amica Valeria Rossi ha da tempo compreso l’importanza di saper rendere “facile il difficile”, evitando nei suoi “Standards” le nomenclature astruse o tecnicamente per pochi, cercando e riuscendovi pienamente di avvicinare nel modo meno “traumatico” gli appassionati alle varie razze, incluso il nostro Lagotto Romagnolo. Chi poi desidererà saperne di più allora sì che dovrà prendere in mano il “vero Standard morfologico” (quello coi paroloni per intenderci) e soprattutto i “commenti allo Standard” che sono il suo indispensabile corollario esplicativo. Un lavoro importante quello di Valeria nel quale ha saputo “specializzarsi” da anni e con successo. Grazie da parte di un vecchio amico.
Giovanni Morsiani
giovannimorsiani@libero.it
Ciao Valeria, sto ingurgitando tutti i tuoi veri standard, divertentissimi e molto più commestibili degli standard classici per noi “non del settore”.
Al di là della comicità, condivido pienamente la critica sul fatto che si facciano conoscere poco alcune razze canine italiane ed è un peccato perchè abbiamo delle varietà strepitose (ma il dalmata, allora, è nostro o no?!?!?).
Ti chiedo quindi, quando avrai tempo, se puoi fare “il vero standard dello… Spinone”, che fa parte, secondo il mio modestissimo parere, da italiano, di una di quelle razze di cui “vantarsi” in giro per il mondo.( sono patriottico NON nazionalista) 🙂
Ps. ti scrivo nella pagina del lagotto perchè….sto cedendooooo 🙂
Brava, anzi bravissima Valeria. Hai saputo descrivere il nostro “Can rèzz” (come si chiama il Lagotto in dialetto romagnolo) in modo vivace e simpatico, proprio come è lui. Noi ci conosciamo da tanto tempo ma vedo con piacere che non hai perso la tua tipica verve e la vis comica. Sto per scrivere il secondo libro sul lagotto: mi piacerebbe affidarti un capitolo di quelli più scanzonati. Parliamone se vuoi al 3312560700. Un abbraccio da un vecchio amico.
Giovanni Morsiani
Valeria ti ho già ringraziato su FB sotto una rarissima foto di Frodo sul divano a farsi fare coccole… da amici è sempre stato definito un cane “anaffettivo”, perchè non si lasciava “pastrugnare” dagli estranei gratis e con noi non lo hanno mai visto fare il francobollo, ma quando in casa è arrivata Whoopee una Flat coated retriever sprannominata la zecca nera … anche lui ha imparato il piacere delle coccole. Il Lagotto ti ruba l’anima se tu sai guardare e valorizzare quotidianamente la sua. Ah dimenticavo io quando giro per PC più di una volta mi sono sentita dire “uh poverino guarda quel barboncino gigante” … bhe io e Frodo facciamo spallucce e andiamo in giro a testa alta … bhe io a testa alta e lui a tartufo basso 🙂
da neo lagottista condivido in pieno l articolo posso aggiungere che se siete dei camminatori è il cane perfetto vi accompagnerà ovunque e difficilmente si allontanerà da voi anzi vi controllerà per ricevere ordini e collaborare con voi .
il mio desiderio esaurito ancora prima di lunedì!! 😀
Dopo le prime righe in effetti ho pensato che era meno sarcastico, ma traspariva molta dignità tipica di questo fantastico ammasso di ricci!!!
purtroppo per me sempre più positivamente colpita da questa razza…prima o poi!
Come scritto meravigliosamente dalla signora Rossi,il lagotto è sconsigliatissimo alla chi ricerca un cane da compagnia.Se vi foste innamorati di questa razza e non disponete di un giardino e tanto tempo per accompagnarlo fuori,ecco un elenco di cose spiacevoli che un lagotto tipico fará non appena lo avrete portato a casa:
avete lasciato la ciotola dell’acqua a disposizione…ci sará entrato tutto per bere e avrá rovesciato l’intero contenuto a terra; se vive fuori…chissenefrega,se è il parquet del monolocale a lungo andare questa situazione vi snerverá!
oltre a rovesciare ogni contenitore contenente liquido assorbirà lo stesso come un mochovileda, ma senza pulire!
in giardino si comporterá come una talpa alla rovescia…risultato simil gruviera ma non altrettanto buono! La terra inoltre rimarrà attaccata al pelo delle zampe e alla barba e al rientro il pavimento sopracitato sarà un campo di battaglia!
è un mangione…se non assecondate il suo appetito con pantagruelici pranzi e cene…si arrangerà procacciandosi il cibo in maniera autonoma…vasi di plastica ,bulbi, frutta , semi,scarpe,carta…e feci di cui è golosissimo!
il cane ricciolino non perde pelo che belloooooo! Ma attenzione,cresce si allunga come una capigliatura femminile e si infeltrisce come il maglione della nonna!
Il padiglione auricolare va strippato regolarmente con le pinze apposite o usando le dita…non solo il pelo vi si attaccherá…
sciura Maria se le mie poche argomentazioni non l’hanno ancora convinta,mi può contattare…ne ho altre…
LA MIA RAZZA!!!! GRAZIE VALERIA!!! 🙂 🙂
I Lagotti Romagnoli possono davvero svolgere qualsiasi tipo di lavoro, non si fermano davanti a nulla. Sono ottimi per l’agility, l’obedience, la pet-terapy, la protezione civile, quasi quasi il tartufo rimane l’ultima specialità….
I punti fermi sono tre, il Lagotto Romagnolo è un cane da Lavoro, Rustico e Campagnolo.
Adorano Giocare, Interagire e Collaborare con i compagni umani in qualsiasi attività 🙂 😀
Io ho tre femmine, la Licia il mio primo amore, la quale mi ha fatto conoscere il meraviglioso mondo dei Lagotti e che quest’anno compirà 7anni e le sue due figlie, la Olly e la Tea, che il 29 Marzo compiranno 3 anni. Sono il mio orgoglio, l’altra metà della mia anima, hanno completato la mia esistenza e non le ringrazierò mai abbastanza per questo. Ho un’Azienda Agricola a Cesenatico ed un Castagneto a Perticara e quindi ho la fortuna di potermele sempre portare dietro, tra prati e boschi, e con loro non ci si annoia davvero mai!! <3 <3 <3 🙂 😀
certo che un cane così figo e che ti trova pure i tartufi ti fa innamorare! comunque tranquilla Redazione, pur essendo io sciuramaria inside NON prenderò un lagotto, non avendo boschi a portata di mano!
Io adoooro il lagotto (e pure il tartufo neh)! È uno strafigo pazzesco!
il mio primo cane era tale e quale ad un lagotto ma non abbiamo mai saputo se fosse di razza o meno. In effetti non abbiamo saputo niente di lui tranne il nome. Mia madre che cercava un cagnolino per me (avevo 3 anni) risponde a un annuncio di un anziano signore che non poteva più tenere il cane avendo deciso i suoi figli di mandarlo in ricovero (il padre non il cane).quando lei si presenta all’appuntamento in un bar con un sacco di domande tipo è vaccinato,cosa è abituato a mangiare ecc. il poveretto non gli ha dato il tempo quasi di aprire bocca. Le ha detto “si chiama Lucky” ed è scappato piangendo. non abbiamo mai saputo nulla di lui ma Lucky è rimasto con noi per 12 anni e quando vedo la foto di un lagotto marrone peso sempre a lui e a quel povero vecchietto
Salve io e mio marito alleviamo lagotti da parecchi anni e lei è stata veramente brava a spiegare con parole molto chiare cos è il lagotto.
Complimenti e grazie
Rosanna