mercoledì 17 Aprile 2024

“Dargli uno scopo nella vita”: ma quale, e come?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

compiti4di VALERIA ROSSI – Ogni volta che si parla di socioreferenza, ovvero delle domande che il cane si pone (chi sono io? Chi sono gli altri membri del branco? Come possiamo interagire socialmente e qual è il mio ruolo per far sì che il branco funzioni?), qualcuno resta perplesso sulla risposta che noi dovremmo sempre dare all’ultima domanda.
Infatti io dico sempre che il cane deve avere uno scopo nella vita, per essere felice o quantomeno sereno (la felicità è un concetto troppo complesso per essere sicuri di capirlo a fondo addirittura per quanto riguarda noi… figuriamoci quando si parla del cane! Ma la serenità è abbastanza evidente e la si “legge” facilmente): ma molti umani si preoccupano di non essere – o di non essere stati – in grado di offrire questo scopo al loro amico.
Forse perché si pensa a chissà quali compiti complicati e complessi.
Ma l’altra cosa che non mi stancherò mai di ripetere è questa: il cane NON è complicato, né troppo complesso.
Certo, un po’ lo è: è un essere vivente, senziente e raziocinante, quindi non potrebbe non avere una sua complessità.
Però ha anche una mente semplice, lineare, che una volta ottenute alcune informazioni-base (so che qui posso mangiare, dormire in pace, non essere in pericolo, divertirmi ed avere una guida sicura che mi indichi ciò che devo fare), non va in cerca di complicazioni inutili.
Purtroppo la cinofilia new age (come è stata recentemente chiamata da un amico, e gli rubo subito la definizione perché mi è piaciuta un sacco) sta facendo davvero l’impossibile per tirarle fuori, queste complicazioni: sia per il cane che per gli umani che lo circondano.
Ma siccome questo tipo di cinofilia, per quanto mi concerne, è anti-etologica e innaturale, io preferisco guardare al cane come ad un essere fondamentalmente semplice, di cui mi sento responsabile e dei quali bisogni (semplici) voglio farmi carico.
E questo è già abbastanza impegnativo senza volerci aggiungere il carico di ulteriori complicanze spesso inesistenti, ma spesso create ad hoc per poi poter “vendere soluzioni”  (magari altrettanto improbabili).

compiti2Dunque, quando io dico che il cane vuole avere “uno scopo nella vita”, non penso che intenda conquistarsi un premio Nobel: il suo scopo è semplicemente quello di sentirsi utile… ed è uno scopo che può essere raggiunto anche con il minimo impegno e il minimo sforzo.
Tanto per cominciare, cerchiamo di capire se il cane stesso ha già intuito da solo una possibile strada per raggiungerlo: perché, se osserviamo un branco di lupi, ci renderemo conto che i ruoli spesso sono spontanei, se non addirittura genetici.
Qualche tempo fa ho cercato di spiegare, in questo articolo, cosa significhi essere soggetti alpha, beta, omega eccetera: non ho però specificato – anche perché per “specificare tutto” su questo argomento ci vorrebbe un libro e non un articolo – che i ruoli spesso si possono identificare già in una cucciolata di pochi mesi, perché sono in gran parte innati.
Nel lupo la cosa è ancora più evidente che non nel cane: gli alpha, per esempio, hanno una colorazione particolare che li identifica già da cuccioli e che poi viene ulteriormente accentuata dal tipo di alimentazione.
Nei cani questo non succede (almeno, non nei cani di razza, dove il colore del mantello è influenzato dalla selezione umana: sarebbe interessante scoprire se succede nei cani ferali, dove però è assai difficile seguire diverse generazioni): ma una certa “predestinazione” la si può osservare anche qui, dai comportamenti e dalla gestualità.

compiti8Dunque, alpha o omega in parte si nasce e in parte si diventa (quasi sempre per “elezione”, o per acclamazione, quando parliamo di alpha): ma non  è che ci sia qualcuno a dire ad ogni lupo (o cane): “Ecco, tu da grande dovrai fare il poliziotto”, oppure “Tu avrai il compito di disinnescare i conflitti”.
La predisposizione verso i vari compiti esiste già: poi è l’esperienza a raffinare e migliorare i vari ambiti.
Anche il nostro cane, con ogni probabilità, si sentirà “beta inside“, piuttosto che “omega inside“: un po’ per come è lui stesso, individualmente, e un po’ per come l’ha fatto diventare la selezione umana (se e quando ci sarà stata).
E a seconda di come si sente dentro, il nostro cane proverà ad assumersi spontaneamente un compito che gli si addice in modo particolare: per esempio si ergerà a difensore del branco, oppure ad avvisatore o a cacciatore.
Ma qui casca l’asino: perché purtroppo, in moltissimissimi casi, quello che lui sente essere il suo compito ideale non concorda neanche un po’ con le esigenze nostre.
Il cane “avvisatore”, per avvisare, ovviamente abbaia: non è che sappia fare pat pat sulla spalla del suo umano e bisbigliargli all’orecchio “Ehi, guarda che sta arrivando qualcuno”, senza disturbare i vicini di casa.
E l’abbaio troppo frequente, nella nostra società, diventa un problema.
Il cane da difesa, per difendere chi ama, morde: non ha altra arma a disposizione. Se però difende il proprietario – che so – dagli operatori del 118 che stanno cercando di caricarlo in ambulanza perché si è sentito male, allora diventa un problema.
E potrei continuare all’infinito, o quasi: ma non ho bisogno di fare troppi esempi, perché preferisco passare direttamente alla fase due, ovvero a ciò che noi facciamo quando il compito che il cane si è assunto non ci trova concordi.
E quello che facciamo, spesso, spessissimo, troppo spesso, è di INIBIRE il suo comportamento, anziché cercare di regolarlo.
Il che manda il cane in totale confusione.

compiti9D’altronde… mettetevi nei suoi panni. Il cane che si sente “guardiano inside”  (magari perché sono anche secoli, o addirittura millenni, che viene selezionato come tale) è tutto fiero di fare il suo mestiere.
Arriva un intruso, lui abbaia a pieni polmoni, sicurissimo di aver fatto felice il suo proprietario… e questi, invece di dirgli “bravo”, che fa? Gli urla contro, lo sgrida, lo mena, gli tira una secchiata d’acqua.
In alcuni casi gli mette addirittura un collare che gli dà una scossa ogni volta che lui apre bocca… o che gli spruzza una robaccia puzzolente sul muso, che sembra una cosa più “gentile” perché non causa dolore, ma è ugualmente un maltrattamento psicologico, visto che lo scopo è comunque quello di inibire quello che il cane riteneva fosse il suo scopo nella vita.
E’ un po’ come legare le mani a un ragazzo che vorrebbe diventare un grande pianista o un pittore.
Come tagliare le corde vocali di pensava di diventare un famoso cantante.
Ci meravigliamo se questi cani si stressano, e se cominciano a manifestare problemi comportamentali?
Io mi meraviglierei, semmai, del fatto che non vadano in giro mordendo forsennatamente chiunque! Perché la reazione più normale di chi viene inibito nella sua aspirazione principale è la rabbia.
Per nostra fortuna (grande fortuna, direi…) i cani sono animali estremamente adattabili e pazienti: quindi è piuttosto raro che reagiscano con aggressività e mordacità. Invece è frequente che reagiscano chiudendosi in se stessi, arrivando all’apatia o alla vera e  propria depressione.

compiti3Succede perché sono complicati, perché sono “strani”, perché sono difficili?
No: succede perché noi siamo degli emeriti pirla che tarpano le ali a chi vorrebbe solo volare in santa pace.
Ergo: MAI inibire un comportamento spontaneo nel cane, perché spesso è proprio quello il suo “scopo nella vita”.
Se i vicini rompono, se temiamo che il cane faccia male a qualcuno e così via, quello che dovremo fare è regolamentare le sue manifestazioni comportamentali.
Inibire NO, mai e per nessun motivo:  regolare e controllare sì, sempre, in ogni occasione.
Questo è uno dei compiti di un vero leader: e il cane lo accetterà con estrema naturalezza, perché è nella sua natura.
Ovviamente non è che basti schioccare le dita: bisogna lavorarci sopra.  Ottenere un buon controllo (sensato, autorevole e non autoritario) è un lavoro piuttosto lungo e non sempre facilissimo: però è un lavoro importante, anzi fondamentale.
Ho fatto più volte – e rifaccio, perché è facile da comprendere e da mettere in pratica – l’esempio del cane guardiano che abbaia all’infinito e rompe le scatole ai vicini.
Per eliminate il problema del disturbo, senza però inibire l’espressività del cane, di solito basta dargli retta: ovvero, andare a vedere ogni volta che lui ci segnala qualcosa, controllare il motivo per cui si è messo in allarme, dargli un segnale di “tutto ok, non c’è nulla di cui preoccuparsi” qualora questo motivo non sia degno di nota e dargli invece grandi manifestazioni di apprezzamento se l’allarme era fondato.
Certo, non si risolve tutto in due giorni: a volte serviranno mesi prima che il cane impari a sua volta a discernere tra i pericoli reali e quelli solo presunti. Ma una volta che avrà imparato, avremo un cane che:
a) sa esattamente cosa ci aspettiamo da lui, qual è il suo compito nel branco e “cosa ci sta a fare” nella nostra famiglia (ovvero, un cane realizzato);
b) abbaierà solo se avrà un motivo valido, perché segnalerà solo i pericoli reali.
E scusate se è poco.
Non abbiamo i mesi a disposizione, perché i vicini di casa minacciano di farci causa dopo due “Bau”?
Allora abbiamo sbagliato noi, scegliendo un cane che invece si sentiva gratificato proprio dal compito di guardiano.
Se avevamo problemi di viicinato non avremmo dovuto prenderlo, avremmo dovuto rivolgerci a razze più silenziose: anche perché i vicini non è che siano sorti dal nulla. C’erano già.

compiti5Ovviamente ci sono vari modi per rimediare (ma non sono il tema di questo articolo): l’importante è ricordare che il cane, però, perderà quello che riteneva il suo scopo nel branco. Quindi bisognerà dargliene un altro.
Ho già raccontato in passato, credo, la storia di Ektor, il mio pastore tedesco che aveva fatto prove di lavoro per gran parte della sua vita e che poi venne colpito da un’ernia del disco che bloccò la sua attività: bene, Ektor si era decisamente abbacchiato non solo per la malattia, ma anche per la forzata inattività.
Si riprese quando gli venne dato il compito di fare da “portaoggetti” tra casa mia e casa di mia madre (che stava al piano di sotto): “Porta l’origano alla nonna”, “Porta le uova a Valeria” erano diventati i comandi che lui attendeva con grande voglia di cooperare e di far bene. E gli ridiedero la voglia di vivere, anche se purtroppo la sua vita finì troppo presto, a soli otto anni. Però era bastato dargli un compito, uno scopo (per quanto decisamente diverso dalle prove di UD) per renderlo nuovamente felice.
Anche “fai la guardia a Davide” (mio figlio, allora piccolo) era uno dei suoi compiti,  che prendeva molto sul serio (anche troppo, a volte): ed era una cosa che lui faceva già spontaneamente… ma dargli un ordine preciso, e poi complimentarsi quando si riprendeva in braccio il figlio sano e salvo, lo inorgogliva moltissimo: mentre quando faceva la stessa cosa di sua spontanea volontà non sembrava altrettanto soddisfatto.
A volte, quindi, basta davvero molto poco perché il cane si senta “membro utile” del branco-famiglia: basta anche chiedergli (con una parola-chiave) di fare ciò che già gli piace, facendogli però capire che siamo molto contenti di lui quando lo fa.
Non dimentichiamo che la gratificazione sociale è il premio numero uno, il più ambito di tutti, quello che davvero dà al nostro amico ciò che più gli interessa: la sensazione di essere il cane giusto nel posto giusto al momento giusto.

Concludendo, per dare al cane uno scopo nella vita:

compiti7a) bisognerà seguire il più possibile le sue inclinazioni (di specie, di razza, individuali), il che significa anche scegliere il cane più adatto al nostro stile di vita e non costringere il cane ad adeguarvisi. Se odiamo la caccia, evitiamo di prendere setter o pointer; se ci piace l’agility, lasciamo perdere i molossi; se vogliamo un cane da difesa, non prendiamoci un maltese… e così via. Viceversa, se abbiamo scelto un malinois facciamogli fare uno sport in cui si possa mordere; se abbiamo scelto un terrier, portiamolo in campagna a ravanare nelle tane…e così via.

b) si potranno trovare soluzioni alternative, purché il cane sia sempre convinto che quello che gli facciamo fare (o che gli permettiamo di fare) non è uno sterile giochetto, ma qualcosa di utile, anzi proprio necessario al buon andamento del nostro branco-famiglia.
Portare il giornale al nonno sarà una cosa assolutamente fondamentale, senza la quale il branco non sopravviverebbe: il fatto che lui ritrovi la pallina nascosta sotto un mobile dovrà diventare una questione di vita o di morte.
Insomma, anche dei semplici giochetti possono diventare fonti di grande soddisfazione e realizzazione, sempre che noi riusciamo a fargli pensare che rivestano un’importanza vitale (il che viene amplificato dalla routine: gli esercizi anche più semplici, se ripetuti ogni giorno, meglio ancora se alla stessa ora, diventano per lui appuntamenti da attendere con grande impegno e serietà).
Ovviamente dovremo fingere un po’ e approfittare della sua ingenuità: ma lo facciamo per il suo bene, quindi non è il caso di sentirsi in colpa per questo.  L’importante è non dare mai niente per scontato, ma far sempre sentire al cane – forte e chiaro – il nostro apprezzamento sociale.

Quasi sempre questo è più che sufficiente per ottenere un cane soddisfatto e realizzato, che non manifesterà mai alcun problema caratteriale perché sa quello che ci si aspetta da lui ed è felice di realizzarlo per noi. In altre parole: conosce il vero “benessere”, che troppo spesso ricerchiamo nei paroloni e nelle elucubrazioni… quando di solito basta un po’ di semplice buon senso per renderlo alla portata di tutti, umani e cani.

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40 Commenti

  1. Buongiorno, complimenti per il sito e per l’articolo! Il mio cane è un incrocio setter dall’abbaio facile…appena mi siedo due secondi ai giardini e si avvicina qualcuno abbaia, se abbiamo ospiti abbaia appena li vede arrivare dalle scale… un po’ è anche paura dell’uomo..ma non so bene come comportarmi, ultimamente non so bene come ma è migliorato, nel senso che ai giardini, invece che scappare in avanti verso il “pericolo” e abbaiando ancora di più non appena mi avvicinavo per fermarlo, mi aspetta abbaiando ma quando gli dico di retrocedere e tornare al suo posto mi ascolta…e ogni tanto retrocede abbaiando un po, della serie ” ma io non sono mica convinto!”…il fatto è che purtroppo per lui non ha mai dato segnali utili, abbaia forse per sue paure, ad esempio ogni tanto ha anche abbaiato alle 4 di notte come un ossesso…io sono sempre andata a controllare dalla porta, ogni tanto gli ho anche aperto la porta per fargli vedere che non c’era nessuno…il problema rimane forse un po quando entra qualcuno in casa, è implacabile e non si fida mica tanto di quello che gli dico…ora come faccio a non inibirlo ma controllarlo?

  2. A proposito di “dare ascolto”: l’unica volta che non abbiamo dato ascolto alla nostra cagnolina (Lily, un cocker inglese) è successa una disgrazia. Eravamo in vacanza in bungalow e ad un certo punto Lily (perfetto cane avvisatore) si mette ad abbaiare come una forsennata verso la finestra. Mia madre la zittisce. Dopo un quarto d’ora usciamo sulla veranda: avevamo dimenticato lì la borsa che qualcuno aveva ben pensato di raccogliere, con tutte le chiavi, i portafogli ed il tablet dentro x_x Mai più ignorata la Lily, anche per il minimo “wouff”.

  3. Complimenti un altro bellissimo articolo, concordo e trovo conferma in quello che quotidianamente mi chiede il mio cane, di sentirsi utile al punto che se non le concedo mezz’ora di “lavoro tutto suo” non tocca cibo!!!

  4. Buongiorno, volevo chiedere un’informazione. Il mio cane è un meticcio ma sicuramente ha spiccate doti innate per il nuoto e riporto. Esistono corsi per lavoro in acqua nella provincia di Milano? Grazie mille

  5. Grazieee!!!! era proprio una delle domande che volevo rivolgerti leggendo un’altro articolo. Mi era sfuggito dallo “spulciamento” compulsivo di tutti i vari articoli nella full-immersion che sto facendo 😀

  6. Il mio cane è senza dubbio un avvisatore! Quando suona il citofono lui corre sempre per primo alla porta (e peccato che non arrivi al pulsante per aprire la porta altrimenti glielo avrei insegnato) e ci fa subito capire chi è: conosciuto–>seduto in silenzio ad aspettare che entri ; sconosciuto–>abbaiare a tutta forza!
    Ma l’attività per la quale è maggiormente portato è il salvataggio in mare…dalla prima volta che siamo andati al mare lui si è subito tuffato e si è messo a nuotare come se l’acqua fosse sempre stato il suo habitat. Se poi in acqua c’è gente sconosciuta, lui la raggiunge, una slinguazzata e se ne va, se invece ci siamo io è altri membri della famiglia ci raggiunge, ci afferra dalle mani, dalle braccia o dai capelli e comincia a nuotare verso la riva…solo che devo un po’ aiutarlo e nuotare anch’io per farmi portare a riva visti i suoi 10 kg di peso 🙂

  7. Grazie!!! No, davvero grazie!
    Già qualche tempo fa avevo letto in non mi ricordo più quale articolo un suggerimento simile per far smettere di abbaiare un cane e così ho provato ad applicarlo perché con Trudi non si poteva muovere foglia in giardino senza che lei abbaiasse all’infinito; adesso che hai approfondito meglio la cosa mi è molto più chiaro PERCHÉ ha moderato i suoi abbai.
    Trudi è uno schnauzer, guardiana per selezione e vocazione e davanti casa nostra non poteva muoversi nulla senza la sua colonna sonora, ma ora va decisamente meglio: ormai non abbaia più alla signora che abita in fondo alla strada quando passa in bicicletta (quelle due-trecento volte al giorno), e smette di chiamarmi appena esco a verificare a cosa/chi/dove/perché sta abbaiando. L’unica nota negativa: mi sa che passo per l’impicciona della strada perché ogni volta che lei abbaia io esco per farla smettere e mi ritrovo faccia a faccia col malcapitato che lei sta controllando.
    P.s. A tale proposito penso che uno dei miei vicini abbia l’amante… 😉

  8. e in caso di cane omega? qual’è “lo scopo” del cane omega in assenza di risse da pacificare e soprattutto come posso comportarmi per far sentire realizzata una bulletta omega?
    grazie 😀

  9. Il mio cane invece è un guardiano a tutti gli effetti, non solo avvisa abbaiando ma si lascia trasportare troppo ringhiando agli sconosciuti!
    Fin quando l’abbaio si limita alle mura domestiche dove non vede ma semplicemente “sente” che uno degli inquilini della porta accanto stia rientrando o uscendo da casa, lascia tutto quello che fa per andare ad abbaiare contro la porta con tanto di pelo a criniera!
    Ma al richiamo e al mio segnale di stop smette di abbaiare e cerca di avere un contegno pressapoco normale anche se ….se lo ignorassi completamente son sicura che riprenderebbe ad abbaiare come un forsennato.
    Quando siamo nel giardino di mia mamma è il guardiano indiscusso della strada che costeggia l’ingresso principale, se passa qualcuno pelo ritto, ringhio e abbaio eloquente fin quando il malcapitato non si toglie dalla visuale, se il malcapitato invece è costretto ad entrare dentro al condomino la sua permormance è proprio intimidatoria!
    Non abbaia alle persone che si trovano nei giardini limitrofi a quello di mia mamma, sa bene che quello non è un luogo di passaggio quindi anche se si avvicinano alla ringhiera di confine non invadono il suo territorio.
    Quando abbaia solo perché sente qualcuno in avvicinamento, richiamandolo viene quasi immediatamente, ma se già c’é in atto anche il contatto visivo non lo scolli più e continua ad abbaiare fin quando “l’intruso” non sia allontanato.
    Quando esagera invece di rimproverarlo (l’ho fatto in passato ma quando si trova in questo stato diventa sordo) mi limito ad attaccarlo al guinzaglio e trascinarlo dentro, dove di solito si calma nell’arco di 3 minuti. Secondo voi cosa dovrei fare per riuscire a calmarlo?
    Ovviamente abbiamo alzato la recinzione del giardino che da sulla strada perché essendo un meticcio di 2 anni e mezzo e di ben 35 kg incute un certo timore ai poveri passanti.
    Ovviamente in casa non può entrare nessuno sconosciuto che non abbia già conosciuto fuori, credo che tenterebbe di morderlo e sinceramente non posso certo testare questa mia ipotesi con una cavia umana non consenziente!
    Qualcuno di voi si ritrova con lo stesso problema?

  10. Ciao Valeria, io ho un piccolo leviero italiano di sei mesi. Non so ancora quale sia il suo compito, quello che so per certo è che adora le persone, in particolare i bambini, e quando sente rumori fuori dalla porta vorrebbe andare a salutare tutti quelli che passano per le scale e farsi fare le coccole, adora farsi rincorrere dagli altri cani suoi amici, adora correre dietro alla pallina che rotola e riportarla (ha anche studiato per portiere di calcio e a volte è veramente difficile fare passare la palla oltre le sue lunghe zampette). Hai dei suggerimenti da darmi su quale compito potrei dargli? Altrimenti gli darò il ruolo ufficiale di riportarore di palline e magari un domani di pantofole, visto che le abbandono sempre in giro per la casa!
    Grazie

  11. Grazie per l’articolo 😉 interessante! Ho già capito moltissime cose delle due cane leggendolo…ed ora so anche come comportarmi di conseguenza!
    Grazie grazie grazie !!!

  12. bè,che dire? articolo capitato proprio a fagiolo direi! =) mi stavo giusto chiedendo l’altro giorno perchè la mia Corso abbai sempre, chiunque arrivi. Poi ho capito che stavo sbagliando domanda, non è perchè abbaia, ma come abbaia! Ho notato che l’intonazione e l’insistenza sono diverse. Se sta arrivando qualcuno che conosce (ad esempio il fratello del mio ragazzo, amici, parenti ecc.) l’abbaio sembra meno intenso e si placa appena varcano la soglia. Se invece è qualcuno che non conosce (tecnici, postino, sconosciuti) l’abbaio è ad alta frequenza e moooolto prolungato. Ogni tanto, aimè, se nota che la gente ha paura (e non li biasimo perchè un cagnetto di 30 kg , muscoloso e possente che ti abbaia contro, sicuramente non lascia indifferenti) ci scappa anche la ringhiatina. 🙁 il punto è che non vorrei eliminare il suo ruolo di avvisatrice (dopotutto è un Cane Corso, e avere qualcuno che ti avvisa che ci sono persone in arrivo è parecchio comodo dato che stiamo in campagna. Soprattutto perchè l’altra cucciola che abbiamo, una staffy, si farebbe coccolare anche da un ladro secondo me) ma mi metto anche nei panni degli sconosciuti che entrando in casa e se la fanno in mano! Come posso migliorare questo suo lato? Invece il cane di mia madre, un incrocio tra una barboncino e un ignoto(eh si, la barboncina se l’è spassata in giro per il quartiere), fa da guardiano della casa ad hoc! peccato che una volta, arrivati i ladri in casa ed essendo solo, ha provato anche a difendere il territorio del branco, beccandosi qualche botta da quelle esimie teste di caXXX!!

  13. Proveniendo dalla nostra piccola esperienza con il nostro Labrador di due anni (che è stato anche il nostro primo cane), non posso che condividere quanto è stato scritto nell’articolo! Dopo un corso di educazione di base abbiamo provato a fare insieme un po’ di agility, senza alcuna velleità agonistica ma solo per rimanere in forma e lavorare insieme… ma dopo qualche percorso mi guardava con la faccia che diceva: “ma che mi stai facendo fare???” (a parte i tunnel perché ci sarebbe passato dentro tutto il giorno). Abbiamo cercato altre strade e complice la mia e la sua passione per l’acqua abbiamo cominciato il percorso del salvataggio in acqua. Si è trasformato. Ora quando arriviamo al lago o al mare non vede l’ora di buttarsi in acqua insieme a me, nuotiamo insieme, lavoriamo insieme, in una attività che gli piace. Si vede da come ti guarda. Nessuna preghiera per fargli fare un saltino come nell’agility, ma una voglia matta di infilarsi in acqua. Chi ci sta seguendo ci ha portato dall’obbedienza a terra all’obbedienza in acqua, senza forzature, ma accenttando il progressivo adattamento del cane. Ora mentre lo guardo dormire stanco (ma penso felice) dopo una mattinata di allenamento al lago, penso di aver raggiunto un primo traguardo nel rapporto con il nostro amico peloso.

  14. Okay..Nel mio cane, la cosa dell “avvistatore” potrebbe anche starci, visto che abbaia quando sente rumori strani provenire dal bosco vicino a casa -specie durante la notte- o quando arrivano estranei a casa o di fronte al cancello di casa.

    Non so se dovrei considerarlo come guardiano..
    Intendo..Da buon pastore, ci avverte della presenza di uno che si avvicina al nostro territorio..Però anche quando abbaia a degli estranei lo fa arretrando. Non con intento aggressivo, quindi.
    Eppure tempo fa durante una notte -tipo tre e mezza di notte-, ci ha fatti ca*are sotto a tutti, perchè si è messo a ringhiare e ad abbaiare in modo minaccioso verso la porta d’ingresso.
    Non so cosa ci fosse di fuori, ma sembrava non piacergli per niente.

  15. “Di solito basta un po’ di semplice buon senso per renderlo alla portata di tutti, umani e cani.”
    Aspettavo di leggere questa frase…
    Vale sei come il vino.
    Col tempo migliori!
    😉

  16. Ciao Valeria, bell’articolo grazie! Lo scopo della vita della mia labrador di 8 mesi sembra quello di…procacciarsi il cibo! Nonostante la sua ciotola si riempia con crocchette di prima qualità due volte al giorno alla stessa ora e non le manchino premietti vari durante la giornata quando fa bene o quando facciamo gli esercizi per ripassare i comandi base, lei risulta perennemente affamata! cerca di rubare e arraffare cibo dai ripiani della cucina e dalla tavola apparecchiata e lo fa sia a casa sua (cioè nostra)sia dai “nonnni”, che abitano al piano di sotto. Abbiamo provato più volte e con diversi metodi (ignorarla, “NO!”, urlaccio, giornale arrotolato ecc.)a dissuaderla ma quando si tratta di cibo è più forte di lei!Qualche tempo fa, dopo l’ennesimo furto della pagnotta dalla tavola, mi sono messa a rincorrerla per provare a torgliergliela ma lei,scappando, se l’è ingoiata con voracità impressionante,per cui ho smesso di farlo visto che mi sembra controproducente (c’è il rischio che si strozzi ingozzandosi mentre corre). Per cui il metodo che usiamo ora è cercare di precederla e, nel caso in cui riesca ad arraffare qualcosa, lasciare che si allontani per mangiare con calma,così che non si senta minacciata dalla possibilità che le togliamo la preziosa conquista. Secondo te dobbiamo continuare in questo modo? sbagliamo? dove sbagliamo? grazie!

    • IO con la mia pitbulla ho utilizzato u metodo molto semplice e gentile al 100% che mi permette anche di lasciare u pollo arrosto x terra e uscire di casa o farmi la doccia e ritrovarlo intonso ma con una pozza di bava a 50cm di distanza, o so quanto funzioni con una “ladra impenitente”, ma vale la pena di provare..

      in pratica ho fatto capire molto gradualmente al cane che se on cercava di prendere il mio cibo o il cibo incustodito, ne avrebbe ricevuto un minuscolo bocconcino (ORA Non serve + nemmeno quello da moltissimi ani, ma di tanto in tanto le do minuscoli bocconconcini del cibo stesso se è una cosa molto appetitosa e che non le fa male soprattutto), a questo univo il NO detto in tono secco ma on irato (e la mia mano che si frappone fra cibo e cane se il NO non bastava) se il cane provava a prendere il cibo, il trucco credo sia stata la lenta gradualità che l’ha convinta che aspettare vuol dire ricevere un po’ del cibo e una gratificazione sociale, mentre cercare di rubare si riceve solo una sgridata (SE LO SI FA GRADUALmente il cane non sarà sottoposto a tentazioni a cui on può resistee, chiaramente fino a percorso completato bisogna stare MOLTO ATTENTI A NON LASCIARE CIBO A PORTATa senza controllo per evitare che il cane si autogratifichi mangiando da solo e che quindi continui a trovare conveniente rubare).

      Si comincia ad es mangiando ua cosa gradita al cane sul divano vicino a lui, e se il cane riesce ad attedere senza cercare di fregare il cibo o mendicare insistentemente ne avrò un minuscolo pezzetto ad es ogi 30-60 secondi e poi si diradano i tempi sino a un unco micro boccone a fine mangiata dell’umano (tutto ciò richiede varie sessioni, piche o tante a seconda del cane); poi si passa a mangiare sempre vicino a lui (usare cose molto appetitose x il cane ma che non gli facciano male e dare solo pezzi minuscoli) ma da un piatto e pian piano si può lasciare il piatto (ad es messo su un tavolino a portata di muso) sempre + vicino al cane e diradare i bocconi e allungare i tempi, dopo si passerà a prendere qualche boccone noi umani e mangiarlo x poi disinteressarci al piatto senza muoverci di li mettendo in tentazione il cane ma on troppo e gratificandolo con pezzetti e elogi se non cerca di rubare x tempi sempre + lunghi (non andare oltre i 15 minuti in questa fase)…i passi successivi consistono nell’alzarsi lasciando il piatto un po’ + incustodito ma rimanendo sempre ella stanza prima molto vicini e poi via via + lontani, girandosi di spalle ecc in una difficoltà che sale lentamente, ma mantenendo le gratifiche in cibo e verbali prima frequenti e poi diradate (devono tornare frequenti ad ogni aumento di difficoltà x poi diradarsi di nuovo)…
      Pian piano si potrà arrivare anche ad uscire dalla stanza via via x tempi + lunghi e a spostare l’esca in cibo o cambiare cibo ecc, ma MOLTO GRADUALMENTE e cercando di sorvegliare il cane ad es dall’altra stanza con specchi o webcam in modo da tornate subito x dire NO se cedesse…

      quando il cane avrà completamente appreso che se non cerca di arraffare cibo un po’ del cibo che anela gli verrà concesso a tempo debito con elogi, allora si potranno lasciare cibi incustoditi senza preoccupazioni..

      Non è un metodo immediato, ma eseguito con pazienza non è nemmeno molto lungo, sembra molto + lungo e complicato a descriverlo che ad applicarlo (comunque esistono tantissimi metodi x insegnare ad un cane a non rubare, alla fine bisogna sceglierne uno adatto sia a noi che al cane, e x adatto a noi intendo comprensibile e facile da applicare x i proprietari)..

      ha funzionato sia con la mai Tessy (egregiamente, sin da quando era cucciolona)che con la sua sorellastra (che sta da me solo oggi tanto ed era una gran ladra) e anche con la madre di tessy, ladra di prima categoria, ma lei essendo sorda x l’età on sentiva il no quindi ho dovuto lanciarle un paio di volte una ciabatta sul sedere x evitare che si ustionasse il naso con le padelle sul fuoco (anche lei sta da me molto poco quindi i risultati sono stati + difficili rispetto a quelli con il mio cane, poi l’ho conosciuta che aveva già 5 anni e rubava da sempre sia dalla tavola che dai cestini della spazzatura che da cose messe a scongelare mangiandole con tutta la confezione…una volta in campagna mangiò il compost ancora “non maturo” e dovemmo correre dal veterinario x una brutta infezione gastroenterica dovuta forse a resti di pollo marcio)…

      l’ho descritto solo perchè è un metodo che può essere efficace x quanto ho visto, ma in cui non si rischia di far male o spaventare il cane, al massimo se non funziona vuol dire che o si sta sbagliando qualcosa, ad es si precipitano i tempi, o non è il metodo adatto x quel singolo cane).

      Per gli altri lettori: l’ho descritto perchè si parlava di una labradorina di 8 mesi, ma io eviterei di usarlo con il “fai da te amatoriale” ad es su un cane adulto aggressivo che ruba e che magari si incazzata se gli dici NO e gli sposti il piatto da sotto il muso (poi in un cane aggressivo che ruba ho idea che il rubare non sia il problema principale da affrontare).

      • Ti ringrazio moltissimo per i preziosi consigli e per aver descritto nel dettaglio il metodo che hai utilizzato! Hai ragione, con la mia labradorina, che è ancora piccola, il tempo non ci manca per fare le cose con pazienza e in maniera graduale quindi tenteremo 🙂
        Dalla descrizione che hai fatto lei risulta molto simile alla madre di Tessy, ladra di prima categoria che ruba anche dalla spazzatura e capacissima di mangiarsi i surgelati!ahahah!al di là della cattiva abitudine (che vogliamo assolutamente correggere) ci fa fare delle risate incredibili!:D

  17. a Pedro piace fare Coliandro! in casa si assume il compito di verificare se qualcuno si intrattiene troppo a lungo intorno all’abitazione, avvisando (grazie al Dio dei Bovari, BREVEMENTE: brrr BOFF BOFF!) col suo vocione che lì c’è un cane grosso e non è il caso di fare i furbi. a passeggio, sta all’erta e controlla a tappeto l’orizzonte. questo ho notato che lo fa più “intensamente” se è notte e se lo porto a spasso da sola (per dire, la domenica mattina e col marito fa il pirla e basta). potesse, credo che indosserebbe rayban a goccia e mi direbbe “tranquilla, piccola” soffiando una boccata di chesterfield.
    fatico ad ammettere (e prima di avere il Pedro non avrei mai creduto) che è una sensazione rassicurante e gratificante (seriamente… chi ha mai avuto non dico un amico ma un FIDANZATO, in nome di Odino, che offrisse questo senso discreto e affettuoso ma potente, affidabile, di forza e protezione, scevro da qualsiasi tamarrìa?). tuttavia non credo che sia del tutto giusto e temo che possa evolvere in modo non del tutto sicuro 🙁 vorrei incanalarlo, senza tarparlo, rispettando la sua inclinazione a fare lo sbirro, solo vorrei dirgli tatone, puoi fare l’ispettore ma il commissario sono io… non so come fare…

  18. Ciao Valeria la mia cagnolina se sono in casa è un perfetto cane avvisatore,quando sente rumori fuori dalla porta o sul pianerottolo abbaia a pieni polmoni , a me piace molto che mi avverta perchè mi fa stare tranquilla quando sono in casa e senza sapere fino ad ora che è il comportamento giusto le do’retta vado a vedere e le dico: brava che mi hai avvertita tutto ok…..lei si calma e siamo tutti felici, i vicini non si lamentano perchè se non sono in casa mi dicono che il cane non lo sentono mai. Il problema è quando suonano il campanello perchè a quel punto invece non riesco a controllare l’esplosione di abbai al punto che non sento chi è…..e cosi ebbene si, la spruzzo con lo spruzzino dell’acqua anzi la minaccio perchè non serve piu’ spruzzarla davvero e appena smette di abbaiare le dico brava e le do’ un premietto , poi aspettiamo insieme chi sta salendo. Sbaglio a fare cosi? Ci sono metodi migliori?Grazie ilaria

    • Be’, sì :-).. ci sono metodi migliori. Per esempio il controcondizionamento, che significa “farle fare qualcosa di alternativo all’abbaio”. Tipo: suonano il campanello? Si corre a prendere la pallina perché quel suono significa che si gioca (condizionamento classico).

    • Io sono mezzo sordo e quindi quando qualcuno suona al campanello non sempre lo sento, ma per fortuna c’e’ Luna che provvede ad avvisarmi in modo che se c’e’ qualcuno al cancello io possa affacciarmi dalla finestra e vedere chi e’. E ora che Luna e’ confinata in camera degli ospiti (per una complicazione della sterilizzazione che ha comportato due chirurgie extra e parecchio tempo di riposo) Balrog ha deciso che si debe occupare lui di sostituirla e ha iniziato ad abbaiare lui quando suonano il campanello. Praticamente ha visto Luna farlo sin dal giorno in cui lui e’ arrivato a casa nostra e ora si e’ convinto che sia una cosa importante e che “qualcuno debe fare”.

  19. I soliti 92 minuti di applausi 😀

    Solo una cosa: quando aveva 4 mesi e mezzo abbiamo portato per la prima volta Nala dai “nonni” di Padova (da Milano). Lei era sul sedile dietro (con regolare cintura di sicurezza agganciata alla pettorina, ovviamente). Ad un certo punto, altezza Desenzano, mi sento zampettare sulla spalla… sulla prima non ci faccio caso: ‘si annoierà e vorrà un po’ di coccole’, penso. Dopo 5 minuti lo rifà, un po’ più insistente. ‘Vuoi vedere che sta male? Del resto è il suo primo viaggio lungo in macchina’. Così mi fermo alla prima stazione di servizio, la facciamo scendere ed effettivamente stava poco bene (non per la macchina ma per l’ultimo giro di sverminazione).

    La cosa di fare tap tap sulla gamba o sulla spalla (se è ad altezza che c’arriva) quando sta poco bene o deve scendere per i bisogni non l’ha più persa. Quindi sì, a volte il cane (in questo caso un cane MOLTO intelligente) può fare tap tap sulla spalla al proprio umano :)))

  20. Ahaha articolo bellissimo! e confermo…la mia Bre ha il compito alla sera di toglierci i calzini…..e troppo felice di farlo…e se tardo a chiederglielo….prende lei l’iniziativa! quello è il suo compito 😉 che esegue autogratificandosi senza bisogno di premi

  21. Bell’articolo, grazie 🙂 domandona: se uno ha un cane meticcio, come può capire quale sarebbe l’aspirazione del cane? Io di cani ne ho due, x la più giovane è abbastanza chiaro che il suo ruolo è quello di “avvisatrice” ( molto utile per altro ), però la più vecchia non mi sembra avere talenti particolari… È un cane da pastore ( di quelli allevati per il lavoro, non di razza, che si trovano nelle malghe in montagna ) ma non sembra molto interessata alla pastorizia… Cioè le pecore le guarda con interesse, ma non cerca di seguirle. Mentre adora correre e adora inseguire selvatici ( per lo più lepri ) quando la porto in campagna

    • Alice, ti sei risposta da sola! Se il tuo meticcio ama inseguire i selvatici, la sua passione è quella: fagliela sembrare un lavoro che fate insieme (il che non vuol dire che devi metterti ad andare a caccia…ma puoi “virare” la sua attitudine facendogli fare delle ricerche di persone o di oggetti, per esempio) e avrai trovato il suo scopo 🙂

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