di VALERIA ROSSI – Titolo “cinematografico” per una storia che ha davvero del romanzesco: storia bellissima – per una volta! – con due protagonisti principali: una beagle cuordileone e un amstaff che, smentendo per l’ennesima volta tutte le dicerie sui kani killer kattivizzzzimi, diventa un salvatore.
Attore non protagonista, ma con un ruolo di rilievo… un fagiano.
L’attrice principale si chiama Dora ed è appunto una piccola – ma tostissima – beagle, già vittima di un abbandono in passato e poi adottata da Daniela, con la quale viveva felicemente fino al giorno in cui si era persa a Migliarina, vicino a La Spezia, più di sei mesi fa.
Ricerche disperate, appelli su Facebook, avvistamenti che però non erano mai riusciti a far arrivare Daniela in tempo… e intanto il tempo passava e le speranze si affievolivano sempre più.
Come poteva, una piccoletta come quella, cavarsela da sola così a lungo tra i pericoli della strada, le difficoltà di trovare cibo, la possibilità di essere aggredita e tutti i rischi che corre un cane randagio?
Qualcuno cominciava a pensare che Dora fosse ormai scomparsa per sempre: ma quelle persone non sapevano che un beagle… è un beagle! E cioè un cane tostissimo, con una tempra davvero insospettabile ben nascosta dietro al fisico da “cagnolino” e agli occhioni dolci.
I cinofili sanno benissimo che non è per la loro “bontà” che i vivisezionatori prediligono questa razza, ma proprio per la loro tenacia: perché sono dei duri, perché resistono sempre e non mollano mai.
Certo che, però, ci sono eventi difficili da superare anche per un Superdog: e sei mesi di vita randagia sembravano una prova davvero eccessiva per una cucciolona vissuta sempre in famiglia. Quasi nessuno lo diceva ad alta voce, dunque (sicuramente non a Daniela, che continuava a crederci disperatamente), ma erano in molti a pensare che Dora non sarebbe tornata.
E invece… invece ecco apparire all’orizzonte Ares: uno che del supereroe ha pure le physique du rôl, visto che è un amstaff. Anche lui è uno tosto, pure un po’ bulletto (“con gli altri cani è molto dominante – spiega il suo umano Mattia – ma grazie a molto addestramento posso permettermi di lasciarlo libero, almeno in posti il più possibile sicuri”): e una domenica mattina sta mettendo alla prova le sue capacità di cane da caccia (che non è: ma i terrier di tipo bull pensano di poter essere qualsiasi cosa, se solo ci si impegnano un po’), quando… ma lasciamo la parola a Mattia, che ci racconta com’è andata.
“Porto fuori Ares qui a Carozzo, paese in collina nella provincia di la Spezia, percorro come tutti i giorni una strada asfaltata tra le case che conduce in campagna. Arrivati alla fine della strada le case si fermano e inizia un sentiero… lascio libero Ares, che sul sentiero vede un fagiano e parte come un missile. Ovviamente dimenticandosi di essere un cane e quindi sprovvisto di ali, decolla da terra e non prende il volatile…
Io gli faccio comunque i complimenti e lo premio con un pò di carezze (non sono un cacciatore, ma lui non lo sa).
Mancato il fagiano, ci troviamo davanti al cancello di un terreno molto ampio, in cui era comprensibile che nessuno mettesse più piede da mesi. Io ci passavo ogni tanto l’anno scorso, poi è stato recintato e non ci sono più andato… decido di entrare solo per vedere se il volatile fosse ancora in giro. Sia chiaro, io sono contro ogni violenza sugli animali… ma… ehm…avevo amici a cena…
Proseguiamo così dentro questo terreno composto da un prato che poi va verso il basso e si sviluppa a piane, e giù in fondo diventa un bosco di castagni.
Ares era libero e girava vicino a me: del fagiano nessuna traccia! Vabbe’, dài, stasera si mangia altro, penso: poi mi accorgo che Ares ha iniziato a fiutare una qualche pista.
Premessa: quando è libero, se lo chiamo al fuss lui sta dietro di me ed io vado avanti. Se invece gli do il segnale di libertà lui si fa i suoi giri ma non si allontana mai troppo… gatti o cani permettendo!
Stavolta lo lascio andare avanti e scendiamo giù per le piane con ulivi: lui ogni tanto si girava a guardarmi come per dire “Ehi, seguimi che ho trovato qualcosa di interessante!”
Allora continuo ad andargli dietro, pensando avesse fiutato la carcassa di qualche animale morto… invece ‘sto matto di un amstaff si ferma come una statua in una piana e guarda verso tre ulivi.
Subito non capisco, non vedo niente: poi mi avvicino e noto un beagle tutto raggomitolato nell’erba, che non si muove.
Mi avvicino e mi accorgo subito di due cose: la prima è che ha ancora un collare, ma senza medaglietta, la seconda che è in avanzato stato di gravidanza e quindi non può scappare.
In forte stato emozionale chiamo il mio amico Diego Gradolfi, che gestisce abbandoni e adozioni dei cani: gli spiego l’accaduto, gli chiedo se conosce la beagle e lui mi avverte subito “Stai lì e non farla scappare, perché la cercano da maggio! Chiamo la proprietaria e la faccio venire su da te, tu aspetta lì!”
Io resto lì mentre mi arriva la telefonata di Daniela, la mamma adottiva di Dora. Le spiego dove sono e come arrivarci.
Nel giro di quindici minuti, non senza difficoltà logistiche dovute al terreno, Daniela e sua madre arrivano davanti alla piccola Dora, che durante l’attesa si faceva accarezzare senza problema da me, mentre Ares – che è pur sempre un cucciolone di due anni – la invitava a giocare con il classico inchino e abbaiava. Dora restava ferma, si leccava solo il muso mandando segnali di calma. Con quel pancione non sembrava proprio in grado di muoversi… ma davanti ai miei occhi increduli, alla vista di Daniela, non solo la piccola beagle ha cominciato a scodinzolare, ma ha trovato anche anche la forza di rialzarsi e camminare, cosa che ha fatto esplodere in lacrime le sue umane… e qualcuna l’ha fatta scendere pure a me, che generalmente non piango mai o quasi…
Nel frattempo arriva anche il mio caro amico Diego e tutti e quattro torniamo verso la strada e raggiungiamo la macchina di Daniela, con la piccola Dora che cammina vicino alla padrona ed Ares che ci gira intorno come ‘guardia armata’
Arrivati finalmente all’auto mi hanno parlato della ricompensa, ma non ho voluto nulla… ho solo chiesto di far sapere, tramite i giornali o qualsiasi altro mezzo di informazione, che a trovare la piccola Dora era stato un amstaff, per la plebaglia “un pizzzzbull”. Per me questa era la migliore ricompensa, visto che questa è una razza che porto nel cuore fin da ragazzino e che proprio come me, non molla mai davanti a niente.
Ecco, questa è la mia storia…”
Una storia davvero incredibile, proprio “da film”: una specie di bella favola… ma per fortuna, qualche volte, le favole sono vere.
E sicuramente vera è la tenacia dei beagle, che bisogna tener presente (nel bene e nel male!) quando si sceglie un cane.
Dora non soltanto è vissuta randagia per quasi sette mesi, alimentandosi chissà come, bevendo chissà dove, superando chissà quali peripezie: ma è anche rimasta incinta (era quasi impossibile che non succedesse) e quindi ha dovuto provvedere, oltre che alle proprie esigenze, anche a quelle dei cuccioli che ormai sono lì lì per uscire, perché la gravidanza sembra essere quasi a termine. Da brava “lupa inside” Dora si era scavata la sua bella tana e si preparava a partorire lì i suoi piccoli: per fortuna adesso potrà farlo a casa sua, amorevolmente accudita dai suoi umani e con tutte le cure del caso.
E si spera che vada tutto bene, perché Dora è stanca, è magra, è evidentemente provata… ma se guardate bene nei suoi occhi, ci leggerete un messaggio che dice più o meno così: “Sono felice che mi abbiate trovato, ma ce l’avrei fatta comunque, cosa credete? Sono un beagle, io!”.
Negli occhi di Ares si legge invece un altro messaggio: “Andiamo di nuovo a spasso? Ultimamente in giro si trovano cose davvero interessanti!”.
Perché lui è proprio un cucciolone, l’eroe inconsapevole di una storia che si spera possa davvero aiutare a smentire tutte le dicerie sui “pizzzzbull” e gli altri terrier di tipo bull.
Che sono, molto semplicemente, dei cani. E sicuramente ogni cane, dentro di sè, ha nascosto un eroe: ma questi “tipacci” qua, forse… un po’ di più.
Mi sono commossa..
Mi sono commossa! Sono davvero felice per Dora e per Daniela… E anche per Mattia e per quel bel figliolo di Ares, che ha proprio una faccia kattivissima da kanekiller 😉
E se ci inventassimo un nuovo gioco adattissimo ai pizzbull, andare in giro a pattugliare i dintorni per provare un po’ a raddrizzare i torti? Ho come l’idea che non ci sia bisogno di fare un addestramento troppo complesso, in questo caso. (un po’ più complesso addestrare quegli altri, quelli di razza umana…)
Grazie mille Valeria,per me è un onore essere presente qui sul tuo blog…che dire,Ares è arrivato in un punto della mia vita un pò travagliato in cui di certezze ne avevo poche,ma da quando lui è con me non mi sento più solo e ogni giorno ho la forza di andare avanti a testa alta…ti ringrazio a nome di tutti gli amstaff e pitbull mal giudicati dal grande pubblico,spero di aver contribuito a migliorare l’immagine sbagliata che purtroppo hanno questi grandi cani…la loro caratteristica principale infatti non è quella di combattere e uccidere un altro cane,ma è il fatto di non arrendersi mai davanti a niente…e in questo noi umani,abbiamo molto da imparare da loro,i pitbull…grazie ancora Valeria hai tutta la mia ammirazione
Grazie Ares!!!! Ti mandoun bacione sul naso!
E’ Ares che ha tutta la mia! 🙂
i terrier son mitici
Mattia e Valeria, vi ringrazio per questa stupenda storia. Sono la “mamma” di una amstaff e fa male sentire sempre parole d’odio nei loro confronti, o vedere che quando cammini per strada ti si crea il vuoto intorno.. Mi sono commossa, sia per la povera Dora che ha finalmente fatto ritorno nella sua casa, sia per il bellissimo Ares.. Senza di lui che fine avrebbero fatto la cagnolina e i suoi cucciolotti? I pitbull sono cani incompresi, attaccati da tutti, infilati in mezzo a qualsiasi storia di cronaca che vede come protagonista un cane (che il 90% delle volte non è un pit e il 10% restante lo è ma è di proprietà di qualche schizzato che lo ha addestrato per farlo diventare “il più cattivo possibile”, e sottolineo che di cani incattiviti DALL’UOMO ce ne sono tanti, ma non possiamo di certo mettere a confronto la potenza di un pit con quella di un barboncino..). Per una volta vorrei accendere la maledetta televisione e sentir parlare dell’amore che possono dare questi cani, della pet terapy, della loro intelligenza, della morbosità e fedeltà incondizionata verso il padrone. Sono caratteristiche che possono avere tutti i cani, ma chi ha un pit in casa sa di cosa sto parlando. Ma soprattutto sa che tali caratteristiche vengono riconosciute sempre a tutte le altre razze, ma non a questa, che a mio parere ha una marcia in più rispetto alle altre.. saluti a Dora e Ares!
Bellissima storia a lieto fine, fossero tutte così! =)
Più Ares per tutti!! Alla faccia dei “pizzbull kanikiller”! (e vabbeh,lui si crede pure un cane da caccia ma come dice Valeria credono di saper fare tutto :)) Bellissima storia,però che belle queste diciamo “rivincite” degli Amstaff..Come se loro dovessero sempre dimostrare qualcosa per colpa di molti che etichettano la razza. L’unica cosa che ci dimostrano è solo l’ignoranza umana!
Bravo di nuovo ad Ares e al suo proprietario e tanti auguri a Dora (e sì,anche io sono ormai tra quelli che vorrebbero sapere dei suoi cuccioli) e a Daniela che finalmente può dormire sonni tranquilli. 🙂
Davvero finalmente una bella storia!!! Fa bene al cuore. Chissa` se potremo sapere dei cucciolini di Dora? Sembra abbia un reggimento nel pancione … farebbe piacere! Grazie.
certo! siamo in attesa…dora forse ha bisogno del cesareo Daniela sta aspettando… 🙂
Storia molto bella, unico neo, e basta con sti “vivisezionatori”, le cure Sia per noi Che per gli animali domestici non si possono sperimentare sui cavoli, nè tantomeno le malattie (nostre E dei cani) si possono studiare sui cavoli o sulle colture in vitro, e su questo sito non si fa altro che parlare di quanto i risultati degli esperimenti sono stati o (per malattie ancora non chiare) saranno utili, per coerenza sarebbe bello non prendersela con chi, pagato una miseria, dedica la vita a cercare dei risultati, e poi passa anche per mostro.
Ci vorrebbero più spesso queste notizie, soprattutto la mattina, poi ci si sente più ottimisti nell’affrontare la giornata! 😀
Una bella storia !!
Di tutti gli “interpreti” non ce n’è uno che abbia sbagliato una “battuta” !! 🙂
A partire dagli interpreti pelosi, loro non recitano, vivono . . . per questo sono eccezionali nella loro parte, per arrivare a quelli umani che hanno fatto tutti la cosa più giusta, nel modo più giusto e anche al momento giusto !!!
Complimenti a Mattia per come ha chiuso l’avventura, spero di incontrarlo a spasso per La Spezia con il suo “bullo” per stringerli la mano .
Bellissima favola vera che avevo letto giusto sulla bacheca di Diego, uomo che qualche mese fa si è macinato andata e ritorno la Spezia- Sondrio per portarmi in adozione il mio segugiotto spaventato. 🙂
Elena sei la mamma di Poldo?
la felicissima mamma di Poldo. Seguo molto gli articoli di Ti presento il cane anche per essere meno sciuramaria e poterlo seguire meglio nella sua timidezza 😉