lunedì 4 Dicembre 2023

Per favore, non chiamatemi animalista

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PREMESSA di VALERIA ROSSI: ho trovato questa testimonianza sul blog di Diana Lanciotti, pubblicitaria e giornalista nota per i suoi libri sugli animali, oltre che per i suoi romanzi d’amore e avventura.
Diana è la fondatrice del Fondo Amici di Paco, nonché direttore responsabile della rivista “Amici di Paco” e direttore editoriale di Paco Editore. Ed è anche la mamma adottiva di Paco, il testimonial del Fondo Amici di Paco. Insomma, una persona più “animalista” di lei
  sembrerebbe davvero difficile trovarla. Eppure ha scritto questo post: e quando l’ho letto mi sono scapicollata a chiederle l’autorizzazione a pubblicarlo, perché esprime perfettamente quelle che sono anche le mie perplessità sul modo di intendere l’animalismo.

lanciotti2di DIANA LANCIOTTI – Da anni, da quando cioè la mia passione sfrenata per gli animali si è tramutata in impegno attivo (devo tutto a Paco, che mi ha aperto gli occhi su realtà come il randagismo, che prima non conoscevo), ho avuto modo di frequentare e conoscere il mondo animalista.
Un mondo variegato, fatto di persone meravigliose, che si sacrificano economicamente, fisicamente e psicologicamente (perché davanti a certi orrori c’è davvero il rischio di andare via di testa) per assicurare una sorte benevola a tanti animali vittime di soprusi inqualificabili.
Un mondo, però, fatto anche da persone che, forse proprio perché ne hanno viste tante e sono rimaste colpite nel cuore e nella mente, sconfinano dall’animalismo al fanatismo. Oppure si tratta semplicemente di persone che affrontano ogni tema della vita con fanatismo e quindi riversano la propria aggressività, i propri eccessi, le proprie intemperanze nell’attivismo a favore degli animali. Finendo, purtroppo, per ottenere effetti esattamente opposti ai loro obiettivi.
In nessun settore della vita il fanatismo ha prodotto qualche risultato positivo nei riguardi di una causa. E’ il caso del fanatismo religioso, del fanatismo razziale, del fanatismo politico. Lo stesso vale per il fanatismo animalista che, anziché portare del bene agli animali, fa solo danno.
Si tratta di minoranze, per fortuna, ma così perniciose e invelenite da fare del male, e in modo pesante, alla causa animalista.
Ma perché sto parlando di queste cose?
Perché ciclicamente, su internet, girano messaggi “animalisti” che hanno contenuti talmente livorosi e pieni di odio che mi fanno rabbrividire.
Uno dei più eclatanti risale allo scorso dicembre ed era di una signora di un’associazione animalista che scriveva tutta una serie di insulti anche molto pesanti sparando a raffica contro le altre associazioni, soprattutto quelle che favoriscono le adozioni in Germania (sai che scandalo: finché in Italia i cani li abbandonano… per fortuna ci sono famiglie tedesche che fanno adozioni meravigliose, ed è tutto documentato… basta informarsi), contro chi adotta cani di razza, contro Susanna Tamaro, che si sarebbe comprata una casa con i proventi dei suoi libri (e dov’è lo scandalo?), contro chi si dichiara animalista ma non va in canile a spalare escrementi e via di questo passo. Ne è nato un battibecco tra la signora in questione e un’altra animalista, le quali se ne sono dette di cotte e di crude, coinvolgendo destinatari che non avevano nulla a che fare con loro.
Allora, sorvolando sul fatto che, a quanto scopro, la signora è abituata da anni a spandere fango, veleni e cacca e più di qualche volta si è beccata una sana denuncia, resto assolutamente sorpresa che una persona che dice di amare gli animali (e che da loro dovrebbe aver imparato qualcosa) possa prendersi la briga di scrivere una sequela tale di cattiverie.

lanciotti4Vorrei tra l’altro far notare alla signora che si scandalizza tanto e insulta chi sceglie un cane di razza, che non c’è reato né contraddizione a condividere la propria vita con cani di razza. Io stessa ho sempre avuto accanto, e amato, cani di razza e non.
Non ho mai capito questa presa di posizione (propria di certa parte integralista dell’animalismo) contro i cani di razza, ma ho invece sempre sostenuto l’importanza di amarli e rispettarli, di razza o no che siano. Proprio non capisco e non condivido questa preclusione, questo “razzismo” verso le razze canine. Sarebbe come dire che, con tutti gli extracomunitari senza casa e lavoro che ci sono, al momento di mettere su famiglia bisognerebbe scegliere uno di loro invece che un connazionale che ha magari una casa e anche una buona posizione lavorativa… Ma questa è pura demagogia, è populismo dei più beceri e retrivi.
In quanto ad andare nei canili e raccogliere m… e pipì, forse a quella signora sfugge che c’è anche un altro modo di aiutare il prossimo (animali e umani che siano): la sensibilizzazione.
Io stessa non sono mai andata (e l’ho sempre detto chiaro e tondo) a raccogliere deiezioni nei rifugi. Non perché mi faccia schifo (anzi, ammiro e ringrazio chi lo fa), ma perché ho preferito sfruttare e mettere al servizio della causa animalista (gratuitamente, anzi rimettendoci, com’è giusto nel volontariato, di tasca mia) la mia capacità di scrivere e la mia professionalità maturata nel marketing e nella comunicazione, per far riflettere tante e tante persone sulle crudeltà che gli uomini sanno commettere contro gli animali. E in tanti anni sono riuscita a smuovere tante, e davvero tante, coscienze e sono felice di averlo fatto soprattutto con i più giovani: i più malleabili, i più aperti alla comprensione e al rispetto. Valori che sono purtroppo estranei a persone non più così giovani, impantanate nella melma del loro livore, del loro astio inconcepibile e incontrollabile contro il mondo intero.
Persone che, quando “militano” nell’animalismo, fanno solo del male.
Non è di certo offendendo, infangando, diffamando che si fa del bene agli animali che si dichiara di voler aiutare.
Forse non dovrei parlarne, forse non varrebbe nemmeno la pena di dar seguito a certe sciocchezze (come diceva mia nonna “certe lingue parlano solo per prendere aria”), ma guarda caso proprio ieri ne è capitata un’altra, che mi ha mio malgrado coinvolta più direttamente.

lanciotti3Tra le centinaia di appelli che mi arrivano ogni giorno, uno in particolare mi ha colpita. Si intitolava “Che il mondo sappia” ed era lo sfogo di una signora animalista alla quale hanno avvelenato tre cani. Una cosa orribile, che lascia solo immaginare la sofferenza che devono aver patito i tre poveri cagnolini e il dolore che deve provare la signora. Però a disturbarmi, nel messaggio, c’è stata una frase: “siate maledetti… io vi maledico voi i vostri figli e i figli dei vostri figli…”
E’ questa cosa di maledire “i figli e i figli dei vostri figli” che mi turba. Che cosa c’entrano i figli e i nipoti, se i loro genitori o nonni hanno compiuto un gesto così infame?
Non so perché ma mi viene da rispondere, e lo faccio, invitando a evitare espressioni di odio e vendetta e a imparare dagli animali, che non sanno odiare e vendicarsi.
Apriti cielo. Non l’avessi mai fatto! Mi arrivano mail indignate che mi accusano di buonismo, di sprecare le mie parole, il mio tempo…
Tra le altre cose mi scrivono: “Ci sono uomini e merde e loro sono delle merde… purtroppo la genetica non è una favola… e normalmente i figli somigliano geneticamente ai genitori…”
E poi tirano in ballo Dio, lo Spirito Santo, il castigo divino, l’impossibilità di perdonare.
Al che rispondo: “Che cosa c’entra il buonismo? Allora lasciamo che ci pensi Dio a punirli? No, deve punirli la giustizia umana, che non è fatta di certo di inutili maledizioni ai figli dei figli.
E poi non tiriamo in ballo la genetica, per favore. Lavoriamo, piuttosto, e concretamente, perché i figli di quei barbari crescano secondo principi di umanità, rispetto e amore. L’odio e la vendetta non hanno mai insegnato e portato a niente.  Il motto del Fondo Amici di Paco è “persuadere con dolcezza”. Non può immaginare come funzioni, molto più della violenza e dei pugni nello stomaco.”
Non l’avessi mai scritto!
Mi rispondono appellandosi di nuovo al castigo divino, dicendo che non serve a niente “predicare” contro l’odio e la violenza e facendo un quadro catastrofico del genere umano: “Non è possibile cambiare il mondo che ci circonda”.
E ancora: “Lei si tenga la sua politica io vado avanti con la mia e se posso i metodi per insegnare il rispetto agli animali non è certo quello di parlare xke non vogliono ascoltare se ne fregano, sono solo bestie… in un modo o nell’altro questa gente deve essere trattata con la stessa moneta una giustizia nel mondo non c’è… l’unico modo x farli imparare è quello di fargli provare il dolore inflitto mi creda… non cambieranno mai… possono solo peggiorare e le cronache ce lo insegnano ogni giorno… vedo che ancora non si rende conto beata lei e ancora spera nell’essere umano, si prepari rimarrà delusa glielo garantisco… l’ignoranza è l’unica cosa che non si può combattere. Io se ne incontro uno lo faccio pentire di essere venuto al mondo… lei continui a parlare, a spiegare… il buonismo non ha mai portato nulla di buono, solo facciate, solo apparenza…
Il tutto in tono violento e arrabbiato.
A sentire queste persone non ci sarebbe speranza, cercare di cambiare le cose sarebbe inutile.
Io, invece, la speranza l’ho e non voglio rinunciarci.
E’ vero che c’è ancora tanta crudeltà, ma ci sono anche tante cose positive.
Il Fondo Amici di Paco opera dal 1997 e i risultati si vedono. La storia di Paco, grazie alla quale il problema del randagismo è stato portato alla luce (all’epoca nessuno ne parlava e non se ne sapeva nulla), ha prodotto grandi cambiamenti nella sensibilità delle persone e anche nel riconoscimento dei diritti degli animali a livello legale e istituzionale. Negli ultimi 15 anni abbiamo compiuto passi molto importanti, che sono sotto gli occhi di tutti. I cambiamenti non possono mai avvenire tutti insieme, ma gradualmente.
Non bisogna mollare e pensare che tutto sia inutile. Credo fortemente nell’importanza di lavorare coi giovani: quando li incontro nelle scuole li vedo molto più partecipi, responsabilizzati e coinvolti di quanto non fossero un tempo. I progressi ci sono, è assurdo negarli: basti pensare a com’era la situazione 20 anni fa. Allora i cani accalappiati restavano in canile 3 giorni e poi venivano soppressi, per fare un esempio. Il mio Paco si è salvato solo per una questione di mesi. Sennò toccava anche a lui.
Non esistevano leggi contro i maltrattamenti, non c’era tutta l’attenzione che c’è ora verso i diritti degli animali. Il fatto stesso che ci siano tante persone che si danno da fare per aiutare gli animali è il segno che le cose vanno molto meglio.
Non bisogna guardare solo il lato negativo…
Come si fa a dire che tutto è inutile?
In tanti anni di lavoro a fianco degli insegnanti ho visto casi di ragazzi usciti brillantemente da situazioni di degrado proprio grazie al nostro impegno. Proprio lo scorso novembre ad Arese, in un incontro con oltre 300 ragazzi delle medie e delle superiori, ne ho avuto la riprova. Sono esperienze che confermano quanto sia giusta ed efficace la strada che abbiamo intrapreso.
Ma se si preferisce lasciare le cose come stanno, dare tutto per perso e inveire contro il genere umano… è uno sport che non mi interessa. Di certo è meno impegnativo. Ma non fa per me.
Stando accanto da sempre agli animali, amandoli in modo viscerale, profondo, a volte devastante, mi sforzo di mettere da parte i sentimenti umani di odio e vendetta. Non è buonismo, ma è voglia di imparare da chi è superiore a noi umani in fatto di amore incondizionato e dedizione.
Se il messaggio animalista spesso non passa, ma addirittura viene rifiutato, è proprio perché si usano modi e linguaggi che anziché avvicinare allontanano chi non è coinvolto e responsabilizzato come lo siamo noi.
Ho spiegato, ho cercato di spiegare il mio punto di vista a queste signore che tanto fanno per gli animali, dicendo loro che l’aiuto che loro danno sarebbe ancora più grande e incisivo se riuscissimo a sensibilizzare le persone e soprattutto i più giovani.
Mi hanno risposto schernendomi, insultandomi.
Ecco, ecco perché non voglio essere chiamata animalista.
Se l’animalismo è questo, è quello violento, becero, fanatico, disinformato, diffamatore, aggressivo, perennemente arrabbiato, io non ho nulla a che farci.
Io amo semplicemente gli animali, li rispetto e voglio fare qualcosa di buono e giusto per loro. Senza per questo mettermi in lotta contro i miei simili. Senza odio, con amore. Con dolcezza, senza violenza.
Col sorriso e la speranza, invece che con la bava alla bocca, gli insulti e le maledizioni.
Invece di sprecare tempo ed energie a sputare veleno, gettare fango, odiare e maledire, dovremmo dare l’esempio dimostrando a tutti che amare gli animali non vuol dire odiare i propri simili, e che si è umani più “umani” se si usa la nostra presunta superiorità di specie tendendo una mano alle specie più deboli.
Non serve a niente prendersela con il mondo intero. Andiamogli incontro a braccia tese, non prendiamolo a cannonate o a cazzotti sul naso.

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39 Commenti

  1. Gli animalisti sono solitamente persone di buon cuore e grande sensibilità, ma troppo spesso si fanno manipolare da ideologie fanatiche e controproducente o talvolta perfino losche e folli: basta pensare al PETA (e a HSUS) Americani, che sono un abominio che professa di voler amare gli animali ma sparge solo morte fra di loro e si fa dare un sacco di fonti x usarli x accoppare cani e gatti sani (e che vorrebbe eliminare ogni cane e gatto sul pianeta, e ogni animale domestico..a partire da PITBULL, perchè colpire il pitbull è come sparare sulla Croce Rossa e loro lo sanno, dicono di volerli estinguere “x il loro bene, per non farli soffrire oggi e in futuro”, ma è solo lo “step 1” del loro perverso piano folle e delirante..!!!)…Se non ci credete fate una ricerca online in inglese sul tema: ne resterete scioccati…e le idee di sti pazzi vengono esportate in tutto il mondo.

  2. Che bello poter leggere queste parole! All’interno del movimento di difesa animale sta diventando sempre più importante prendere posizione contro le modalità di protesta offensive ed aggressive. Stanno confluendo nello stesso movimento, infatti, pericolose correnti fasciste (dove, con “fasciste” intendo estreme, razziste ed illibertarie). Purtroppo, questi attivisti e queste associazioni si sono convinti di essere Eroi, unici puri difensori del destino animale, i reali possessori della Verità. Si ritrovano, così, ad insultare chiunque la pensi anche solo minimamente in modo differente. Sono controproducenti e dannosi per la causa. Non sono gli slogan urlati in piazza, non sono le lacrime di coccodrillo né la spocchia a cambiare il mondo: anziché guardare tutti i “non-vegani” dall’alto in basso, dovremmo forse discutere ed informare chiaramente e con serenità. Non è buonismo, ma buon senso, educazione e strategia.
    Per altro, costoro il più delle volte continuano a riproporre e sostenere il paradigma antropocentrico che sono, invece, convinti di combattere. Ancora una volta, dannosi, dannosi, dannosi.
    Nella speranza che questo movimento possa maturare e diventare serio.

    P.s. Sono vegana da anni ma non voglio assolutamente definirmi “animalista”, perché ho scelto di non voler essere accumunata in nessun modo a queste pratiche che disprezzo.

  3. Bell’articolo, in cui mi ritrovo con tutte le scarpe….
    E’ da un po’, esattamente dall’articolo dello scorso anno sui cani del Moncenisio che, gira che ti rigira, mi trovo spesso una serie di commenti di persone che si definiscono “animaliste” che proprio non capisco.
    Non dico “non condivido” perchè, per condividere o meno dovrei/vorrei prima capire… e no, nun cela fo’…
    Alcuni esempi:
    – I cani non si devono comprare.
    Ma, solo i cani o tutti gli animali?? e, nel caso perchè alcuni animali si e altri no??
    Inoltre, da che mondo e mondo la campravendita degli animali esiste, ha permesso che l’uomo potesse vivere e sopravvivere… Lo scambio di animali per altri generi alimentari o non è ciò che ci ha permesso di andare avanti.
    Cosa facciamo, riavvolgiamo il nastro e rifiamo tutto da capo o da oggi aboliamo il commercio??
    Parlo di commercio LEGALE, chiaramente, sotto TUTTI punti di vista…
    – I cani si DEVONO prendere solo al canile.
    Nei miei giri al Parco di Monza ho conosciuto, in due tempi, due signore che hanno adottato il loro cane, un meticcio F e un M, entrambi cani randagi.
    Entrambi con grossi problemi relazionali e di comportamento…. Entrambe stanno investendo MOOOOLTO tempo e denaro per recuperare questi due cani…
    Non mi vergogno nel dire che, no, non credo che io lo farei, che avrei la costanza di farlo.
    E quante persone potrebbero permettersi di investire altrettanto… e parlo soprattutto del tempo…!
    E quanti hanno la consapevolezza che è una cosa che va fatta per poter avere un cane equilibrato??
    Per non parlare poi delle malattie ereditarie. Non conosco la storia non so cosa può succedere… cosa che mi è capitata in prima persona: il mio cane, un meticcio, lo scorso anno ha cominciato a non camminare più… Un incrocio molto PT… Per un mese ho tremato parecchio. Poi, non era nulla di grave, solo una contrattura. Ma quanti, al contrario hanno e sviluppano patologie anche gravi che li condannano in vario modo??
    – Animali e sperimentazione.
    E qui mi riferisco principalmente e tutti quanti, un po’ di tempo fa, hanno augurato di morire a quella ragazza malata che “ringraziava” gli animali che erano sacrificati per trovare i farmaci per la sua malattia.
    Io ero, e resto, allibita…. Ma chi siamo per augurare una cosa del genere???
    Forse ci si dimentica che per millenni gli animali e le loro malattie hanno permesso di scoprire/curare malattie che ci hanno permesso di arrivare al 2014???
    Ora, posso concordare che sarebbe ora di smettere, ma quanti sarebbero pronti ad offrirsi per la sperimentazione??
    Io no. E lo dico convinta, dato che mi sono già trovata nella condizione, e ho declinato l’offerta. Mi spiace.
    Merito di morire anch’io? Bhe, poco male, bene che ci vada nessuno ne uscirà vivo…

    E ce ne sarebbero molti altri di spunti, basterebbe rileggere alcuni commenti anche non molto vecchi…
    Ma da tutti ne esce, in primo luogo, una mancanza di voglia di ragionare, di farlo su delle basi e non solo a slogan o demagogia…
    Per anni ho lavorato e vissuto in comunità per persone con problemi di disagio fisico, psichico e/o sociale, detenuti, minori allontanati dalle famiglie o in carcere… Per anni ho vissuto portando avanti i diritti di quanti ne avevano proprio pochini… ma mai e poi mai ho augurato la morte a chi emarginava, a chi allontanava, a chi relegava in un angolo…
    Al contrario solo cambiando, o cercando di cambiare il contesto qualche passo avanti si è fatto…

    • Hai ragione, M.M.K. Affrontare bestie a due zampe è molto più complicato e richiede un notevole impegno e dispendio umano e intellettuale: non tutti, evidentemente, sono in grado di farlo e, soprattutto, di farlo bene…

  4. Che dire, io se mi schiacciano i piedi non sono più una signora, sono incazzata con chi ci governa e chi continua a dare retta a gente che dovrebbe stare in galera e non governare e continuare a parare in televisione, sono incazzata coi prepotenti, gli ottusi, i maleducati, chi fa violenza, indipendentemente che sia umano o animale, coi medici incompetenti, stronzi e disumani, con chi va per le strade con auto o camion fregandosene di tutto e tutti, senza rispetto per la vita propria e degli altri, se mi dovessi mettere al loro livello e lasciarmi andare all’istinto…bè, sarei peggio di loro, ecco perchè condivido questo articolo, anzi, ammiro le persone che si rimboccano le maniche e vanno avanti a testa alta, comunque. E’ bello, malgrado tutto, credere e sperare, grazie!!!

  5. Perché non è forse vero che parlare da dietro una scrivania (che è un modo per dire genericamente chi affronta le problematiche citate nell’articolo come chi lo ha scritto) avrà forse un atteggiamento più mite di fronte a certi soprusi umani nei confronti degli animali rispetto a chi li vive in maniera attiva ogni giorno, ripeto, sporcandosi le mani in senso lato?

  6. Questo sito fa sperare che ci sia ancora un po’ di buon senso al mondo.

    Grazie per pubblicare testimonianze come questa e quella di Andrea, la futura vet..

  7. Noto anch’io che la direzione presa dal mondo è quella giusta… certo molto lenta, ma giusta. Molte cose sono migliorate e molte miglioreranno. Detto questo se qualcuno mi avvelena il cane è l’ultima cosa che fa su questa terra.

  8. io ci vado in canile, raccolgo anche la cacca ma questo e’ un particolare, ci vado perche’ raccogliendo la cacca passo 3-4 ore con cani meravigliosi, sono 3-4 ore di fatica e divertimento, in cui raccolgo anche deiezioni.
    purtroppo si e’ scelto di puntare troppo sugli aspetti negativi del randagismo, cosa che secondo me provoca una desensibilizzazione bestiale. Diciamocelo chiaro, a vedere sofferenza tutti i giorni ci si abitua.
    Alla felicita’ non credo, quindi sarebbe meglio puntare sull’animalismo felice.

  9. Giulia Felheart in altri paesi non esistono randagi perché li sopprimono dopo la quarantena ed in ogni caso, sempre secondo il mio parere, (p.s. Per chi nn ha capito l’articolo é una cosa, il commento personale un’altra) i cani, i gatti, i criceti o le tigri non vanno venduti. Allevare per vendere e avere un profitto é un principio errato che porta alla fin fine danni per gli stessi animali.

    • … anche lavorare in banca e rifiutare un mutuo/prestito. Anche vendere banane cavoli e lattuga nei quali si sa benissimo che ci sono i pesticidi (magari bio… ma sempre pesticidi)

    • Vendere e maltrattare sono due azioni diverse, non assimilabili. Vendere/acquistare non implica maltrattare. Per l’animale, che sia venduto o regalato è altamente indifferente. Spererebbe solo di fare una vita nel rispetto delle sue caratteristiche biologiche: e questo dipende da noi, come specie dominante che si prende cura di un animale e con cui decidiamo di convivere. Finiamola con certi luoghi comuni..

  10. Certo Diana, la strada che porta alla meta è sempre la stessa. Prima l’impegno per studiarsi la situazione il meglio possibile, e poi trovandosi il modo che ci è più congeniale per “lavorare sul campo” con tutto il cuore, ovvio. Ma tenendo il cervello acceso ben bene… e qui di solito casca l’asino. E certo non solo in questo campo. A ragionare con le budella non si è mai arrivati da nessuna parte!! Sono contentissima che hai scritto questo articolo, me lo terrò idealmente sulla spalla come angioletto custode quando alla fine di questo mese andrò per la prima volta in una scuola con la mia cagnolona (cane lupo cecoslovacco) per cercare di spiegarla ai bambini!

  11. Anche io per gli stessi motivi, chiedo di non essere chiamata tale e mi dissocio da questa moltitudine di persone.. Ma non leggo una cosa: questa signora è, perlomeno, vegetariana? Perchè in caso non lo fosse, il termine non le può essere affibiato comunque.

  12. beh, ma come ha scritto lei stessa è un mondo variegato! come in tutte le cose ci sono anche gli estremisti! Mi spiace che abbia generalizzato e quindi chiede di non essere chiamata animalista… Posso dedurre che sia uno sfogo!!! Posso capire la signora incazzata perchè gli hanno avvelenato i suoi cani, giustamente è furibonda ma chi non lo sarebbe?! Noto anche, che qualcuno non ha perso tempo ad esprimere dissenso ai vegetariani!

  13. Tra l’altro signor Orso Pedriali non mi sembra che le sue parole siano meno pesanti di quelle citate nell’articolo. Anzi.

    Inoltre voglio dire una cosa:sono d’accordo con alcune,e sottolineo alcune, parti dell’articolo, ma la penso esattamente come Medusa Meccanica Kuntz, perché è sicuramente molto più facile parlare seduti ad una scrivania anziché andare a sporcarsi le mani. Ed è quindi anche lecito pensare che chi ogni giorno si confronta con le realtà più crude e dure sia anche più incattivito nei confronti di certe situazioni.

  14. Penso che questo mondo non ha piú posti per chi é debole e che chi si fa carico di proteggere i deboli DEVE essere forte, arrabbiato e a volte poco gentile perché non ha scelta…certe volte.
    Bisogna solo sperare che gli animalisti siano, oltre che persone generose, persone intelligenti.
    Questo penso

  15. Penso che questo mondo non ha piú posti per chi é debole e che chi si fa carico di proteggere i deboli DEVE essere forte, arrabbiato e a volte poco gentile perché non ha scelta…certe volte.
    Bisogna solo sperare che gli animalisti siano, oltre che persone generose, persone intelligenti.
    Questo penso

    • … con buona pace di Ghandi, Madre Teresa di Calcutta etc etc …..
      O per dirla diversamente “chi vusa pusè la vaca l’è sua” (trad. “Chi urla di più si aggiudica la vacca” che parlando di compravendita di animali ci sta giusta giusta…!)

  16. É uno sfogo scritto bene e in alcune affermazioni mi ci ritrovo (inutile offendere, e inutile il fanatismo) MA:
    Nessuna guerra si affronta con le buone maniere e penso agli ecoterroristi, agli animalisti dell’ALF che DEVONO usare la forza e andare contro la legge per cambiare l’abitudine umana (disumana) della prevaricazione, dello sfruttamento,dell’ antropocentrismo.

    Poi i cani di razza:
    Io penso solo a quel cane che morirá dietro le sbarre di una gabbia,o sotto un’auto,o di stenti o seviziato solo perché non appartiene ad una razza.
    Non ha pedegree,non é stato scelto,acquistato e voluto da nessuno ma solo nato cosí,brutto e sfortunato.
    Io penso che chi ha scelto un cane di razza avrebbe potuto dare amore a lui

    • Ci sono persone intelligenti, disponibili e generose, che in quanto tali, non hanno bisogno di fare alcuna guerra.
      Anzi, hanno più risultati degli sciroccati fanatici che urlano ed insultano a random.

      L’ultima volta -che ricordo- che quelli dell’ALF hanno usato la forza per liberare nei boschi (quindi grande idea, quella di liberare sul nostro territorio specie non autoctone che SE sopravvivono, distruggeranno le specie nostrane), dei visoni destinati alle pelliccie, tutti gli animali in questione sono morti schiacciati dalle macchine -o di fame-, nel tentativo di ritornare indietro.
      Quindi usare la forza gli ha solo dato la fama di delinquenti (difatti li hai definiti ecoterroristi), ed in più, hanno ucciso tutti gli animali che si erano ripromessi di liberare.
      E’ servito a qualcosa? No. Appunto.

      Circa al cane che muore in gabbia…
      Bhe scusa, non è nemmeno colpa di chi compra un cane di razza, se qualche stronzo ha abbandonato il suddetto meticcio. (E sarà mica colpa di quelli col cane di razza, se certi psicopatici seviziano gli animali, scusa!)
      Oltretutto certa gente non fa del male agli animali “solo perchè non sono di razza”.
      Credimi quando ti dico che nel canile vicino a casa mia, hanno cani di razza che ne hanno passate di cotte e di crude anche loro!
      (Vedi il setter inglese picchiato dal proprietario con una sbarra di ferro, che è stato portato via da lui prima che gli sparasse perchè “Non era brava a cacciare”. O vedi il rottweiler maltrattato e poi mollato a crepare di fame in un recinto, dai proprietari che si erano trasferiti e che lo avevano mollato lì. Oppure i cuccioloni di pitbull che sono stati sequestrati e poi portati in canile, in quanto erano destinati ai combattimenti..)

      Come dicevo in un commento in un post precedente…Non è colpa dei cani di razza o degli allevatori.
      E’ colpa della gente imbecille.
      Sterilizzazzioni ed obbligo di corsi/patentino per quelli che hanno un cane -di razza e non- aiuterebbero molto più di una “guerra” inutile discussa sul web.
      E di sicuro aiuterebbe anche con il problema del randagismo.
      Ma di nuovo, bisognerebbe fare un po’ il culo a certi signori al governo. Sono loro che fanno le leggi, non quelli col cane di razza.

        • Certo…
          SE al bosco ci arrivi.
          SE riesci a superare la strada trafficata .
          SE non ti sei ferito o mutilato gravemente nel tentativo.
          SE non finisci preda di altre creature selvatiche.
          SE nel detto bosco riesci a trovare cibo che non sei in grado di procacciarti, in quanto sei nato e cersciuto in una gabbia.

          Inoltre, che io sappia, non ci sono stati sopravvissuti quella volta lì.

          Inoltre, animali del genere -qui si parlava di visoni amiricani, se non erro..- SE sopravvivono, avranno grandi possibilità di distruggere le specie che già vivevano qui.
          (Vedi gli esempi di animali “liberati in natura”: Scoiattoli grigi che stanno spadroneggiando -e di conseguenza distruggendo- il nostro scoiattolo rosso, il cane-procione, il procione ecc..Tutti animali che non appartengono al nostro paese e che stanno facendo danni, o stanno facendo estinguere altre creature.
          A volte è anche pericoloso. Ti dico solo che anni fa, vicino alla città dove vivo io, avevano trovato dei crotali -serpenti a sonagli americani- ed un cobra, liberati nei boschi.
          Ecco. Se un crotalo o un cobra mi morde, chi caspita ce l’ha il siero per curarmi dal veleno?
          No, perchè quei serpenti, qui, manco ci dovrebbero essere…)

          In ogni caso..Che allevare animali da pelliccia, sia una barbarie non discuto. (Io personalmente non vestirò MAI pelliccie di alcun tipo.)
          Tuttavia io credo fortemente che tutta quella storia dei visoni non si possa definire nemmeno lontanamente “liberazione di animali” oppure “intervento animalista”.
          Gli animali sono morti tutti e -francamente- bisognava essere scemi a pensare che una cosa simile avrebbe funzionato.
          Perchè anche ai bambini insegnano che se un animale nasce e cresce in una gabbia, poi non sarà più in grado di sopravvivere da solo in natura.

          • cosa non ti è chiaro in: “Meglio morire tentando di sopravvivere in un bosco, piuttosto che con un elettrodo nel culo no?”

            e comunque, queste azioni servono a procurare il maggior danno economico possibile agli aguzzini, facilitando il fallimento economico degli stessi…. purtroppo lo sappiamo che gli animali una volta liberi muoiono, ma meglio morti fuori che pelliccia per baldracche

        • Eh, bhe…Tanto morto per morto..
          Certo che non mi è chiaro!
          Ti rendi conto che quello che dici è:
          Gli animali sono morti tutti? Pazienza. Ci han provato.
          Tanto erano morti comunque.
          L’importante era creare il danno economico.

          Chissenefrega. Vuoi mettere la soddisfazione di vedere le baldracche senza pelliccia, ora?
          Perchè? Tu veramente, credi che a quelli che vendono -presumibilmente a caro prezzo- le pelli di quei visoni alle case che producono pelliccie, gliene sia fregato qualcosa?
          Ovviamente no. Per loro quello era solo un “carico andato perso”.
          Soldi che se ne vanno, vero.
          Ma probabilmente due giorni dopo gli sono arrivati altri 300 visoni nuovi da allevare e ammazzare.
          Per cui…Ripeto:
          E’ servito a qualcosa?
          No, perchè mi pare che si producano e vendano ancora fior di pelliccie.
          Per cui “danno economico” un gran bel piffero. Probabilmente quella gente sta scuoiando visoni ancora adesso.

          Quindi, a che pro tutta la pantomima “animalista” (e metto le virgolette, perchè per me gli animalisti sono quelli che amano gli animali. Non quelli che fanno ste cazzate e poi se ne lavano le mani, se uccidono più di quello che salvano..) se alla fin fine, tutto ciò che si voleva ottenere era fare il danno economico?
          Se proprio volevano…Davvero era così complicato ficcare quei visoni dentro a delle gabbie e lasciarli andare in seguito un luogo sicuro?
          Si faceva danno all’ambiente,sì, ma perlomeno gli animali avrebbero avuto maggiori probabilità di vivere e di poter PROVARE a sopravvivere nel bosco.

          Inoltre..Elettrodo nel culo o meno -sempre ammesso che sia questo il metodo di uccisione di quegli animali…Non lo so, ma non credo, visto che con le scariche elettriche la pelliccia degli animali potrebbe rovinarsi e questo è proprio ciò che quella gente non vuole.- tutti quegli animali sono morti.
          Tu che ne sai che siano morti tutti sul colpo? Magari alcuni tra quelli investiti hanno agonizzato per ore prima di morire -visto che il raid era stato fatto di notte e di conseguenza quando in giro non c’era nessuno a parte appunto, le automobili in strada-.
          Dal mio punto di vista, quei geniacci hanno solo fatto soffrire ulteriormente quelle povere bestie. Altro che, elettrodo nel culo.
          Al bosco a TENTARE di sopravvivere, quei visoni non ci sono proprio mai arrivati.

          • non c’è niente da approfondire, è evidente: a certa genmte ma il renso della realtà, della misura, della relatività, della relazione (con altri fatti, con la società). agire in positivo è difficile perché bisogna considerare tutti questi aspetti. agire in negativo, per ODIO non amore, è semplicissimo: un capro espiatorio a caso e la frustrazione della propria vita è svanita per un attimo. gente di questo tipo è sempre esistita, l’unica cura e NON CURARSI DI LORO. come nel 70 bisognava ragionare con i comunisti non con le brigate rosse, come bisogna ragionare congli immigrati mussulmani non con i terroristi islamici, eccetera. parlare con un fanatico è inutile: presi nel loro vortice distruttivo, finiscono sempre per distruggere se stessi.

          • Lola, purtroppo non tutti hanno le capacità intellettive sufficienti per capire il suo pensiero pure così semplice ed immediato…come ha avuto modo di notare, a tali soggetti non interessano gli animali, l’amore non è per i cani, i visoni o le drosofile, il loro amore è per l’immagine di se stessi come paladini di una qualche causa. Il più becero egoismo.

  17. Lei è un’animalista. Quelli sono animalardi o vegcazzari. Basta saper distinguere. Di solito basta vedere che a livello di istruzione sono fermi alla quinta elementare e hanno da poco scoperto di avere un pollice opponibile.

  18. ho sempre rifiutato l etichetta animalista,è riduttivo e in qualche caso offensivo,come se aldilà del mondo animale(seppur importantissimo)non vi fosse altro.invece mondo animale,ambiente ed umani,sono un tutt uno nella salvaguardia del pianeta

  19. Bell’articolo.
    La misura e il buon senso vengono spesso dimenticati perché non offrono capri espiatori su cui riversare le proprie frustrazioni. Ci vuole coraggio per perdonare e comprendere, insultare da dietro uno schermo ne richiede pochissimo.

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