di FABIANA ROSA – Ho trovato francamente sconcertante l’assenza, all’interno di un sito cinofilo di rilevanza nazionale come TPIC, del Vero Standard dell’adottante. Come volontaria mi sento in dovere di colmare questa scandalosa lacuna, proponendovi oggi – e solo per oggi, signori! – il vero totale universale standard del vero Adottante di razza.
La Razza Adottante, secondo la classificazione odierna, si divide in due specifiche sottorazze: il rarissimo Adottante Coi Coglioni (ACC) e l’Adottante di Merda (ADM), estremamente più diffuso. Nonostante abbiano le stesse origini, i due specifici sottotipi hanno caratteristiche molto diverse tra loro, ma qui terremo in considerazione solo quella dalla diffusione sfortunatamente più ampia.
ORIGINI E STORIA
L’Umano di razza Adottante ha origini che si perdono nella notte dei tempi, che probabilmente potremmo far risalire a quando il cavernicolo Sgrunpfz, all’epoca neanche maggiorenne, si grattava nella sua caverna pensando che prendere a clavate una preistorica lepre fosse molto più faticoso che farla prendere a qualcuno che corresse meglio di lui e che avesse denti migliori. Fu così che nacque probabilmente la prima alleanza Sgrunpfz-cane, cane che allora somigliava con ogni probabilità più ad un lupo che ad un chihuahua, non indossava cappottini, non faceva bagnetti al borotalco e puzzava almeno tanto quanto il suo amico umano che, come è noto, all’epoca aveva un concetto di igiene generale quantomeno discutibile.
Non essendo previsto allora alcun rimborso spese alla Natura per avergli fornito il tanto puzzolente quanto utile amico peloso, Sgrunpfz è da considerarsi il primo adottante della storia. Successivamente gli adottanti – ovvero coloro che hanno deciso, di loro sponte e senza pagare nessuno, di accollarsi un animale – si sono diversificati per nazionalità, per cultura, per necessità.
Gli Egizi per esempio, sono stati adottanti di cani e di gatti a profusione: per dire, se riuscissimo a riesumare oggi un Amenofis III, egli farebbe la felicità di più di qualche volontario che provvederebbe immediatamente ad accollargli tutta una serie di cosiddetti “canidemmerda”, ovvero quelli brutti, grossi, senza nulla di particolare, né vecchi né giovani, né simpatici né belli, insomma quelli che ti restano sul groppone o nel rifugio ad libitum sfumando, con la certezza che anche le loro preziosissime feci di randagio verrebbero venerate.
Non so se il buon Amenofis redivivo sarebbe oggi a conoscenza della più consona profilassi per la prevenzione della leishmania, ma alla fine so’ cose che se uno ci si mette d’impegno può pure imparare, eh. Cioè, diteglielo, ad Amenofis, che aprisse Google e si informasse senza starci a trifolare i maroni con trecento email per sapere dove si compra l’Advantix.
Comunque possiamo anche dire con onestà intellettuale che, nei secoli successivi all’avvento della ruota, si sia verificato molto frequentemente il fenomeno inverso (ad oggi abbastanza raro, se non nelle campagne), ovvero che il cane o il gatto “adottassero” qualcuno, ossia cominciassero a seguire il tizio che camminava sul sentiero per portare una saccocciata di uova da vendere al mercato, finchè questi non decideva di pagare il dazio anche al peloso, oltre che al feudatario, mollandogli un ovetto per scrollarselo dalle balle. Con ogni probabilità quel gesto sortiva l’effetto contrario, ed il tizio in questione si ritrovava l’essere rognoso ogni giorno alla stessa ora a riscuotere la decima, fino a diventare “il cane di”.
Anche allora la divisione tra Adottante Coi Coglioni e Adottante Di Merda era presente, ma tenendo conto che probabilmente quasi chiunque aveva il problema di come suddividere in quattordici parti l’unica patata disponibile per la cena di tutta la numerosissima famiglia, in generale se al cane arrivava un pezzo di buccia potremmo già dire che gli era andata di gran lusso.
Tralasciamo i cani dei nobili e dei ricconi che se la svaccavano su poltrone di velluto e passavano le giornate a caccia o a posare per ritratti di dubbio gusto con personaggi dalle improbabili parrucche e ancor più improbabili colletti: non era certo la regola.
La sostanziale differenziazione tra Adottante Coi Coglioni e Adottante di Merda si è comunque resa ufficiale solo in tempi relativamente recenti: ovvero nel momento in cui qualcuno si è diciamo “arrogato” il diritto di effettuare una scelta rispetto alle caratteristiche che rendano qualcuno “degno” di possedere un cane (gratuitamente, per l’acquisto le cose sono molto diverse).
I tempi quindi coincidono con la nascita di un’altra razza, quella del Volontario. Talvolta la scelta in questione è oculata e sensata – d’altro canto il cane l’ho curato, stallato, spulciato, sverminato, ho pagato io i veterinari e me lo so’ accollato: mi sembra più che corretto che io scelga esattamente a chi voglia darlo o meno; altre volte assistiamo a schegge impazzite completamente prive di raziocinio che cercano casa al cane/gatto sperando di non trovarlo: sono i Volontari Di Merda, di cui prossimamente valuteremo lo standard (un colpo al cerchio e uno alla botte).
Tornando al nostro standard dell’Adottante Di Merda, ci occuperemo quindi qui solo ed esclusivamente dello standard di razza odierno, quello ufficialmente riconosciuto dall’associazione V.C.S.F.C. (Volontari Che Se Fanno il Culo).
CARATTERISTICHE ED ATTITUDINI
L’Adottante Di Merda è il sottotipo più diffuso della razza Adottante.
Ciascun volontario sa che per ogni richiesta di adozione che va a buon fine, che si tratti di un cane o di un gatto, ne dovrà ricevere almeno 50 di merda. Il volontario impara a riconoscere un Adottante di Merda fin dal primo contatto.
L’Adottante Di Merda si presenta trasversalmente in tutte le sue possibili esplicazioni, è un esemplare molto vario nelle sue caratteristiche, quindi essendo corporatura, estrazione socio culturale, situazione economica delle più disparate, andiamo subito ad analizzarne il comportamento.
L’Adottante Di Merda non è un “reale” adottante, è per lo più un semplice rompicoglioni professionista che non ha alcuna reale intenzione di pigliarsi un cane: vuole solo trifolarvi le palle facendovi perdere tempo. Gli Adottanti Di Merda veri, cioè quelli che maltrattano il cane, che ve lo riportano perché un anno prima gli avevate assicurato che sarebbe diventato di 10 kg e invece è arrivato a 11 (successo ad un’amica volontaria, giuro), che lo mollano in canile perché è diventato vecchio e loro ora hanno preso un cucciolo, che lo tengono legato a catena, ecc. non sono da inserire in questa categoria, bensì in quella degli stronzi e delinquenti, che non prenderemo in esame in questa sede.
Ci occuperemo quindi solo ed esclusivamente dei banalissimi buontemponi scassaminchia con cui il Volontario Medio è costretto ad avere a che fare per capare, tra le cinquanta rotture di cazzo, l’unica richiesta decente per quel poveraccio che aspetta una casa in canile.
VARIETA’
Si definisce Adottante Di Merda colui che appartiene ad una o più delle seguenti categorie:
• L’adottante fantasma
Scrive sotto l’appello del cane appena pubblicato: “Lo adotto io! Chiamatemi! (segue numero telefonico)”. Alla gentile richiesta di chiamare i volontari (che non rincorrono nessuno per appioppare cani), l’elemento non risulta pervenuto. Nel frattempo però ha ricevuto ottanta mipiaciate sotto il suo commento e una pletora di commenti tipo “Grazie, menomale che è stato adottato, hai proprio un grande cuore”, con conseguente archiviazione mentale della pratica da parte del pubblico e termine delle condivisioni.
Inutili i commenti dei disperati volontari che cercano di spiegare che NO, il cane non è stato adottato, ormai è tutto vano. Il cane in questione è ancora lì a grattarsi le pulci in canile, ed il tizio non si è mai degnato di farsi sentire. Scoprirete generalmente che si tratta di un disturbo ossessivo compulsivo: scrive “Lo adotto io!” praticamente sotto ad ogni appello che giri in internet (senza mai adottarne nessuno, ovvio): bisogna arrendersi, c’é anche gente che dovrebbe far uso di antipsicotici e invece niente, continua a rifiutare le cure.
• Il Grafomane
NON chiama per avere informazioni sul cane, ma ti fa perdere la metà del tuo tempo libero per due settimane, inondandoti di domande assurde su Whatsapp (tanto non si paga) o per email (tanto non si paga), domande a cui il volontario potrebbe rispondere in cinque minuti di telefonata, ma il tizio in questione non si degna di spendere venti centesimi, piuttosto ti fa perdere giorni a scrivere. Dopo essersi debitamente informato per due settimane anche sul peso specifico dell’urina del cane di due chili e mezzo che vuole adottare, sparisce o dichiara “no vabbè alla fine abbiamo comprato un Cavalier King in un negozio”.
• Il lovogliopiccolopiccolista
E’ fissato col peso del cane, ne vuole uno di taglia piccola. Ma non piccola, lo vuole di taglia piccola-piccola.
Gli presenti ventordici nani tra i 4 e i 5 chili, la domanda è sempre “ma più piccoli non ne avete? Perché io lo voglio MASSIMO di due chili”. Alla risposta “sì, abbiamo le zecche, le pulci e gli acari, ma deve firmare il modulo di affido”, si risente.
Se il cane è cucciolo chiederà “ma mi assicura che non cresce?”.
No, notoriamente come tutti gli esseri viventi non cresce, e le posso assicurare anche che non morirà mai. Ma mai, eh. Resta così, ibernato fino alla fine dei tempi.
A me capitò una che mi chiese se il cane che voleva adottare passasse in una gattaiola di 17x17cm (specificando la misura), perché non aveva voglia di stare ad aprirgli la porta per andare in giardino.
Quando finalmente ne trovi uno di due chili al netto delle giornaliere deiezioni, ti dice che “sì però lo voleva più chiaro”.
Alla fine compra un cucciolo di Pastore del Caucaso, tanto lo tengo fuori.
• L’affetto dalla Sindrome di Tourette
Scrive o chiama per avere un cane tal dei tali, e prima ancora di presentarsi chiede “sì ma quando me lo date?”. La serena spiegazione della procedura per l’adozione (questionario, preaffido e firma del modulo) funge da fattore scatenante per la patologia neurologica da cui è affetto e comincia ad urlare e ad insultarti pesantemente in modo del tutto gratuito dicendotene d’ogni, da vergognati, così il cane non troverà mai casa fino a io non accetto che mi si controlli, io voglio il cane o me lo dai o ti denuncio (per cosa, non si sa), senza lasciarti spazio neanche per commentare e aggiungendo tra gli insulti almeno una o più locuzioni a scelta che ti indichino come “donna dalla sessualità promiscua”.
• L’Adottante per procura
Pericolosamente animato da buoni sentimenti.
Il temutissimo adottante che chiede il cane/gatto per… [inserire qui membro della famiglia a caso fino al quarto grado di parentela o conoscente fino al decimo grado di relazione: mio padre, mia nonna, il mio trisavolo, il nipote del mio portiere, la cognata del mio datore di lavoro, la segretaria del dentista del mio vicino di casa, ecc.].
Alla domanda “Scusi ma la segretaria del dentista del suo vicino vive in Papuasia senza telefono o è affetta da focomelia e mutismo contemporaneamente? No, perché queste sono le uniche due accettabili condizioni per cui non possa telefonare lei (e nel mentre si pensa: chi conosco, per un preaffido in Nuova Guinea?)”.
La/il centralinista risponde che gliel’ha chiesto lei, di occuparsene.
Si deve dunque configurare a quel punto nella mente del volontario la situazione di dialogo:
Esaltato/a e futuro adottante per procura:
-Sìl’hoadottatolosaichebelloadottareuncaneticambialavitadovrestifarloanchetuepoiseisola (pausa di respiro) dovrestipopriotrovartiunacompagniauncanesarebbeperfettochedici? Eh? Eh? Eh? Eh? Eh?
S. – Eh, non lo so… non sono molto conv…
E. – Sìdaicipensoiooratelotrovouncanepertecipensoio? Eh? Eh? Eh?
S. (per levarselo/a dai maroni): – Vabbè, vedi un po’ tu…
Ecco come il soggetto si è sentito investito della responsabilità e della carica di “ricercatore del cane per la persona X”, persona che con ogni probabilità un cane non lo adotterà mai nella vita, semplicemente perché, come non gliene fregava una beneamata mazza prima di incontrare il cane della signora, così sarà nei secoli a venire.
Purtroppo questa gente pensa di “fare del bene”, mentre prima o poi sicuramente riuscirà ad appioppare un animale a qualcuno, qualcuno che prontamente dopo una settimana non lo vorrà più. Cane che ovviamente poi dovrai piazzare TU, volontario.
L’ho sempre detto io, guardatevi dai cretini, non dai cattivi.
• Il Formatore della prole cinofila
Esordisce dicendo che il cane/gatto è per il figlio. A richieste perplesse di chiarimento dichiara: ah guardi, ha assicurato che se ne occuperà lui.
Nel giro di quindici secondi scoprirete che il figlio è ancora in età prescolare. Interessante il fatto che gli si richieda, a quattro anni, di essere responsabile di un altro essere vivente, so’ cose che forgiano il carattere. E lo forgiano soprattutto quando poi questo essere vivente, a cui ormai il piccolo balilla cresciuto a pane e Montessori si sarà affezionato, gli verrà tolto per essere riportato in canile perché in casa non se ne possono occupare. Come sappiamo sono cose di cui uno non risente per nulla, in età adulta. Ringraziano sentitamente gli psicanalisti di domani.
• L’Assicurista
Esordisce con “Ho visto l’annuncio del cane Ciccio, ma mi assicura che non morde, non abbaia, non sporca, non perde peli, non da fastidio, non sale sui divani, non vuole uscire tanto spesso, non caga, non piscia, non mangia tanto e non si ammala?
No, perché… [segue spiegazione a scelta tra non voglio spendere per curarlo, ho il divano nuovo, sto fuori 23 ore al giorno, ho i mobili d’epoca, vivo in un monolocale con altre 14 persone, non posso stare lì a pulire, e simili]”.
Di solito io propongo un cactus o un cane morto di vecchiaia qualche giorno prima in canile, di cui ancora bisogna smaltire i resti: con un po’ di deodorante sarà il cane perfetto per questo genere di richieste.
• Il Regalista a Sorpresa
E’ quello che cerca un cane/gatto da regalare per [Natale, compleanno, laurea, comunione, matrimonio, funerale] a [mamma, nonna, amico, amica, parente].
Alla domanda: “Mi scusi ma la persona interessata lo sa?”, la risposta è sempre “Noooooo! E’ una sorpresa!!”.
Io quando penso ad una sorpresa penso ad un viaggio a Tonga, una cena in un bel ristorante o un pacco da scartare con dentro un meraviglioso vestito che non solo mi calzi a pennello ma che mi faccia anche sembrare più magra di 10kg, di certo non ad un coso peloso che caga piscia e richiede attenzioni, ma tant’è. A voler indagare, scoprirete che la persona interessata non ha neanche mai voluto un animale, ma il Regalista è convinto che una volta che lo vede, vedrai che…
La telefonata si conclude generalmente con una brusca ed inspiegabile interruzione del campo da parte del mio telefono. Deve essere rotto, in effetti.
Questi ed altri individui che popolano la rete ed i telefoni rendono la vita di noi volontari quantomeno pittoresca, ma in onestà preferirei far smaltire a qualcun altro questo buon 90% di contatti e sorbettarmi solo quelli che senti essere perfetti già dalla prima telefonata.
Che si presentano, che spiegano che vita fanno, che hanno già predisposto tutto per l’arrivo perché tutta la famiglia ci pensa da tanto tempo, e che dopo tanto peregrinare per la rete si sono fortunatamente innamorati proprio di quel cane lì. Si faranno tutti i controlli del caso e scoprirete che sono anche meglio di quello che sembrano. Vi chiederanno informazioni sul cane in questione per motivi organizzativi, per sapere se il loro stile di vita possa coincidere con il carattere dell’animale in questione e non per avanzare pretese di avere un cane perfetto.
Vi manderanno notizie e qualche foto ogni tanto, una volta adottato, e rideranno se qualche volta, tornati a casa, scopriranno che Ciccio è salito sul tavolo per mangiarsi la torta di mele fatta dalla nonna il giorno prima. Lo cureranno se sta male e non vi accuseranno se, nonostante tutte le analisi che gli avete fatto fare prima di mandarlo in adozione (perché vanno fatte, signori volontari!), ad un controllo scopriranno che magari aveva un’intolleranza a qualche cibo, o qualche altra cretinata gestibile.
Gli daranno tutte le attenzioni di cui ha bisogno, senza necessariamente umanizzarlo: lo tratteranno “da cane”, gli vorranno bene e lo educheranno il giusto senza snaturarlo. Saranno felici di vivere con lui finché lui sarà su questa terra.
Quando incontrate queste persone, non ve le fate scappare, sia che vivano in un monolocale che in una villa: qualsiasi animale non vedrebbe l’ora di vivere finalmente un amore responsabile.
Illuminante davvero!!!! Non mi ero mai soffermata a pensare alle difficoltà che incontrano i volontari che cercano di migliorare la vita a i poveri sventurati pelosi… noi siamo stati fortunati in tutto col nostro ciccione peloso,da chi ce lo ha affidato ai 2 anni di meravigliosa vita insieme. Mi conforta leggendo l’articolo vedere come le 20 volte che siamo andati a trovarlo prima di portarlo a casa,la rivoluzione dell’arredamento,la costruzione della cuccia,le 200 domande fatte prima,le 10.000 fatte dopo (e ogni tanto ce ne scappa ancora qualcuna…),non siano per la razza divina del volontario un “impegno oneroso”,ma la reale condivisione di un interesse sincero. Tra virgolette perché un impegno in realtà è,ma almeno è costruttivo!!! Grazie ancora per l’epifania!!!
Io una pelosona canina l’ho adottata (25kg) con grande felicità per la distruzione dei calzini, del telecomando, delle scarpe, dello smartphone (ahi!) e molte altre gioie che i cuccioli riservano. Ansia da separazione, mi dicono.
Appena arrivata a casa dalla sicilia siamo andate dal veterinario e c’era un “piccolo” problema di cui i volontari non si erano accorti: pda. Dotto arterioso pervio che tradotto significa intervento al cuore dal costo esoso intorno ai 2500 o il cane rischia di non superare il primo anno di vita . La prima cosa che ho pensato è stata “che sfiga ho avuto”, la seconda subito dopo è stata “fortuna che è capitato a me almeno in qualche modo la opero magari qualcun altro no e la lascerebbe morire”, non necessariamente perché adottante di merda ma perché magari uno non ha la possibilità, non è un imprevisto da 2-300 euro. Io, per esempio, non ce li avevo, non tutti. La volontaria appena l’ha saputo (e senza nemmeno che io le chiedessi niente) ha organizzato una lotteria e mi ha aiutato in modo significativo. Una lotteria personale con gli amici e alla fine ne siamo uscite alla grande. è stata una bellissima dimostrazione di solidarietà. È stata un’esperienza che mi ha segnata, vedere quanto lavoro, impegno e umanità c’è dietro a un’adozione… Ti fa pensare che in fondo c’è speranza.
Ok scusate dovevo commentare l’adottante di merda e son finita a dire quanto son strafighi i volontari, vogliate perdonarmi ma è stato più forte di me
Il regalista è toccato al fratello del mio cane, erano in otto cuccioli abbandonati, neanche 45 giorni, in piena piazza in centro, le volontarie che li davano via neanche come un bicchier d’acqua nel deserto, uno dei tanti finito in mano a uno che lo voleva regalare al suo nonno, neanche un mese dopo ero in giro con il mio cucciolo e ritrovo il ragazzo, mi chiese se non volevo anche il fratello, quello che voleva dare al nonno, il povero novantenne non ce la faceva con un cucciolo di Pointer iperattivo.
Io sono un’adottanta. Ho visto la cucciola, me ne sono innamorata, ho chiamato. Ho parlato con i volontari sei volte. Ho chiesto che mi venissero a fare la visita preaffido senza fare un frizzo perché volevo fossero assolutamente tranquilli su dove la piccola andasse a stare. Ho firmato tutti i moduli. Ho cercato un padrino di volo. Me la sono andata a prendere a Roma. Ho fatto il passaggio del chip. Dopo dieci giorni scopro che ha la lehsmaniosi benché le analisi dei volontari dicevano di no. L’ho curata. Poi diventa distruttiva. Assai. Scopro che lo era anche dallo stallante ma non ne ero stata messa al corrente. Educatore coi controcazzi mi insegna a gestirla. Oggi viviamo felici, lehsmaniotiche e pacifiche ma è stata dura e avrei apprezzato un po’ meno approssimazione. Credo di essere un’adottante coi coglioni, sinceramente.
si ma a volte, i volontari – nella foga di “piazzare ” i cani – ti rifilano delle “sole” clamorose: il cane deprivato… diventa il cucciolotto timido che “nemmeno si muove”, l’iperativo ha fatto troppo canile ecc. Insomma maggiore serietà nell’affidare il cane giusto alla persona giusta eviterebbe tante “restituzioni”…
il post si e’ sovrapposto e me ne scuso
stupendo questo articolo!!!! pero’ a me e’ capitato di avere a che fare con una volontaria umbra che aveva qualche problema di gestione della rabbia, e dopo averglielo fatto notare si e’ presa la briga di insultarmi su fb e dire che ero folle. non l’ho denunciata xche’ avevo di meglio da fare, adottare un altro stupendo questo articolo!!!! pero’ a me e’ capitato di avere a che fare con una volontaria umbra che aveva qualche problema di gestione della rabbia, e dopo averglielo fatto notare si e’ presa la briga di insultarmi su fb e dire che ero folle. non l’ho denunciata xche’ avevo di meglio da fare, adottare un altro cane che aspettava , mentre gente cosi’ vive x la notorieta’ e x poter insultare il prossimo a piacimento. nelle due medaglie c’e’ sempre il rovescio e la cosa che mi disturba di piu’ e’ che alla fine chi ne risente sono cani difficili a piazzare che continuano a stare in gabbia per le paturnie mestruali di qualche PSEUDO VOLONTARIA.vi saluto.
Questo articolo è l’ennesima autocelebrazione del “bravo volontario” che ha capito tutto.
A me francamente fa paura la gente che non riconosce come normale chi è diverso da sè. Sa di talebano.
L’adottante che fa domande strane non è blasfemo e non va deriso, semplicemente non conosce e non è condannabile. Se dovessimo dare i cani ai soli cinofili esperti, staremmo freschi.
Se si è stanchi di fare il volontario, si abbandoni l’attività, coscienti che la mancanza possa essere notata, forse, per i primi tre quattro giorni, non di più.
Se si riconosce non idoneo il candidato adottante, semplicemente non gli si affida il cane. Questo è nelle facoltà dei volontari e delle associazioni, senza però sentirsi in diritto di classificare buoni, meno buoni, cattivi, quasi cattivi ecc.
Un volontario, ex candidato adottante che faceva le domande stupide.
Ma quanto siete razzisti!!
Fabiana non la conosco ma le tributo la mia ammirazione e stima. Lei è immensa 🙂
posso aggiungere una sottocategoria? l’adottante stagionato, l’anziano (ma anziano vero) che vuole adottare un cucciolino e che, se accontentato (e purtroppo succede spesso), finirà invariabilmente per non riuscire più un giorno a prendersene cura, indipendentemente dalla sua speranza di vita. Quanti ce ne sono, e quanti cani si troveranno fuori dell’adottabilità media, finiti chissà dove e chissà come, oltre che in canile, perché i parenti dell’adottante (dopo molte promesse al momento dell’adozione) se ne sbarazzano. Cani anziani e traumatizzati. Per mancanza di senso di responsabilità nei confronti della vita che ci si prende l’impegno di garantire.
Una volta per strada ho incontrato una signora anziana che ha cominciato a fare le feste ai miei tre piccoli che avevo al guinzaglio. Era simpatica, sorridente e si vedeva che con i cani ci sapeva fare. Ho cominciato a chiacchierare con lei ed ad un certo punto le ho chiesto: ma perchè non si prende un piccolo cane? Fanno tanta compagnia. E la signora mi ha risposto tristissima che non se lo poteva permettere perchè aveva 75 anni e il cane avrebbe rischiato in futuro di rimanere da solo. Ora io dico va bene non diamo un cucciolo ad un anziano ma un cane avanti negli anni si, perchè no? Ho un vicino di casa che credo abbia ottant’anni che vive da solo con una vecchissima yorkie. Si assomigliano, sono rinsecchiti tutti e due, acciaccati alquanto ma sempre insieme ed in giro dalla mattina alla sera. Che vita farebbe quell’anziano sempre solo senza la sua adoratissima Molly?
Ne hai dimenticato un tipo fondamentale: L’ADOTTANTE COMPULSIVO. Come educatrice sono stata da una signora con 5 cani anziani(dai 9 ai 16 anni), 4 gatti (finestre sempre chiuse sennò i gatti scappano), che lavora da mattina a sera. Sono stata chiamata perché la cucciola arrivate con staffetta, di 6 mesi, non è un cane equilibrato. Fa la pipì in casa ed è sempre attiva. Ripeto esce solo la mattina alle 5 e la sera dopo le 7, con cinque nonnetti che invece la fanno sulle traversine in casa, mica in giro come lei! Le hanno dato il cane perché sono 40 anni che è volontaria animalista. BEL PREAFFIDO DEMMERDA, COMPLIMENTI.
muoro…..
Sei una forza della natura! FANTASTICA!!!!
L’adottante assicurista interessato al GATTO invece vuole la certezza che il gatto non graffierà tende, divani, mobili e che faccia subito le fusa a comando. Epico fu il gatto tornato indietro ad un’amica perchè “Fa le fusa a mia cugina ma a me no” 😀
ok io sono sicuramente quella con sindrome di tourette!!! ma di gente affetta da manie di onnipotenza iin tre anni ne ho incontrata tanta e alla fine chi fa da se fa per tre…
I tuoi articoli mi fanno sempre molto ridere.
Ma sono tristemente veri.
I tuoi articoli mi fanno sempre molto ridere.
Ma sono tristemente veri.
I piccolisti/assicuristi sono la più grande piaga dell’umanità. Arrivano dal veterinario col cagnetto al seguito che qualche sventurato (ce n’è sempre qualcuno!) ha avuto l’idea di appioppargli e passa metà della prima visita, mentre tu cerchi di spiegargli i minimi principi di gestione e educazione a interromperti con “Ma dotto’ i volontari mi hanno detto che resta piccolo, quanto sarà grande, 5kg? 3kg? Ma quanto diventa alto, così? O così?… No ma, quanti cm?”
Cerchi di spiegare che è un meticcio di genitori ignoti, che anche il Pastore Tedesco più selezionato ha un RANGE di peso e altezza sullo standard, tiri fuori le curve di crescita e li inviti magari a tornare a pesare il cane regolarmente per avere un’idea più accurata.
Ti guardano attoniti e delusi, chiedendosi in che cavolo di università hai studiato per non sapere con uno scarto di 0,5 mm e/o 1 etto il peso e l’altezza del cucciolo da adulto.
A volte guardi il cane (che di chili ne pesa sì 5, ma ha 2 mesi) e ti chiedi se il tizio che gli ha dato il cane è un qualche sadico chiuso a casa a sghignazzare al pensiero di questi deficienti con l’equivalente di un futuro bovaro del bernese e il veterinario che si trova a dover spiegare la situazione.
Giuro che quando Sif era piccolo (sì, è stato anche più piccolo dei suoi attuali tre chili) c’era gente che mi fermava e mi chiedeva se “fa i cuccioli” (…”perchè ne voglio uno, subito, ma che assomigli al suo, se possibile ancora più nano”…). No, lui è maschio e al limite lo posso clonare, io ho 45 anni ed ho chiuso la fabbrica…
Eccolo lì, quello con la sindrome di Tourette! L’ho beccato di persona!
Premetto che un cane non ce l’ho, visto che per ora vivo in un bucolocale e non potrei dargli un ambiente adatto a essere felice; ho però due gatti, un colosso scemo e pelosone e una micina cieca adottata in gattile ormai un paio d’anni fa. Volevamo un gatto giovane ma non cucciolo (per essere certi che fosse sano e per non soccombere all’altra belva, che a sei mesi pesava già sei chili abbondanti), e in primavera non era facile trovarne.
Dopo aver girato vari rifugi e contattato diversi volontari (tutti molto gentili e professionali, devo dire), salta fuori questa micetta cieca e guercia che farebbe al caso nostro. Sì, ho un debole per gli animali sfigati, lo confesso.
Quindi che si fa? Si chiama, si va a vedere la micia, si riceve la visita preaffido (che in realtà è stata più che altro un quarto d’ora in cui una volontaria ha spupazzato l’altro gatto e poco altro)… e finalmente si va a ritirare la bestiaccia!
Io e il mio moroso, tutti contenti, ci presentiamo al gattile armati di trasportino e assistiamo a una scena delirante: anziana signora tutta sciantosa che urla come un’ossessa, bestemmia, sbatte la porta in faccia a un volontario e minaccia rappresaglie tipo “vi faccio chiudere! Mando dei miei amici a picchiarvi”.
Noi due adottanti, terrorizzati e in imbarazzo, ci siamo sorbiti parte della filippica con tanto di “non adottate niente da loro, sono dei bastardi!”.
Alla fine la gorgone se n’è andata e abbiamo potuto portar via la nostra Guercia; pare che alla pazza fosse stato negato di portarsi via parecchi gatti perché non ritenuta idonea (ne aveva già tipo quindici e in un ambiente al limite del decente), ma che lei non se ne fosse fatta una ragione.
Che ansia!