venerdì 29 Marzo 2024

I cani di cento anni fa usati come “scusa” anti-allevamento

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Mi hanno segnalato da più parti un articolo intitolato “Gli stessi cani di razza fotografati oggi e 100 anni fa: ne valeva davvero la pena?”
L’autore parte già prevenuto nella breve introduzione: infatti sostiene che l’ incrocio selettivo dei cani sia nato “nel XIX secolo in Inghilterra, dove la classe dirigente aveva il capriccio di possedere animali sempre più “caratterizzati”, con aspetti morfologici specifici“.
Assolutamente falso: l’incrocio selettivo dei cani nacque praticamente insieme alla domesticazione, quindi almeno 15.000 anni fa, con lo scopo di ottenere soggetti particolarmente adatti a determinate funzioni. I cani si sono sempre selezionati badando ad un insieme di caratteristiche fisiche e psichiche (voglio un cane da guardia? Deve essere bello grosso, ma anche vigile ed aggressivo. Voglio un cane da caccia? Deve essere docile, altrimenti non mi cederebbe la presa, ma anche robusto e resistente… e così via) che si sono ovviamente sommate a quelle naturali: per esempio, nei Paesi più caldi non si sarebbero mai potuti selezionare cani con folto sottopelo, piacesse o meno agli umani.

show_800Quello che accadde nel XIX secolo in Inghilterra fu la nascita delle esposizioni canine, non certo della selezione.
Ovvero, si cominciarono a presentare i risultati del proprio allevamento a persone esperte che fossero in grado di dare un giudizio sulla bellezza funzionale, la sola ed unica richiesta dagli Standard di razza (anch’essi nati più o meno nello stesso periodo). In pratica, le esposizioni nacquero per mostrare al pubblico il risultato del proprio lavoro di allevamento e per avere l’opinione di persone profonde conoscitrici della razza in oggetto.
Cosa c’entri tutto questo con un “capriccio”, me lo dovrebbero gentilmente spiegare.
Tra l’altro, “bellezza funzionale” – per chi non lo sapesse – significa che nel cane si andava ricercando (e così dovrebbe essere ancora oggi) una morfologia il più possibile adatta alla funzione:  quindi, in una parola, cani SANI e capaci di compiere il loro lavoro, qualsiasi esso fosse.
L’intento iniziale delle expo è poi andato alla deriva, e l’allevamento oggi è soprattutto dedito alla “produzione” di cani belli-e-basta? Purtroppo sì, è innegabile. Ma questo è successo semplicemente perché ogni mercato segue la sua legge: si cerca di offrire ciò che il cliente richiede.

pelosissimiQuindi c’è offerta di cani “solo belli” (nei quali si è trascurato magari il carattere, o peggio ancora la salute) perché c’è richiesta di cani “solo belli”. E c’è questa richiesta perché non c’è cultura cinofila, perché il cane è per molti ancora uno status symbol… ma anche perché l’uomo ha un senso estetico particolarmente sviluppato e quindi è del tutto normale che ami la bellezza.
In alternativa al piacere istintivo per il bello può esserci solo la cultura, ancora una volta: è solo questa che può portarci ad amare il diverso, l’imperfetto e perfino il malato.
Ma di carenze culturali ne abbiamo ancora tantissime nei confronti degli umani, e figuriamoci nei confronti degli animali.
Detto questo, tra naturale pulsione per la bellezza e cultura può esserci anche un conflitto: lo dimostra l’attuale propensione generale verso il meticcio adottato (spesso frutto più di “moda animalista” che di vera cultura, visto che l’unico modo serio di svuotare i canili sarebbe quello di promuovere il cane di razza ben allevato, e non certo di combatterlo): conflitto che sta alla base di questo articolo sull’evoluzione delle razze, dal quale purtroppo emerge la scarsa conoscenza cinofila di chi l’ha scritto.
Vediamo uno per uno gli esempi fatti.

Ma non è un Bassethound: è un suo antenato!
Ma non è un Bassethound: è un suo antenato!

Bassethound: è vero, è stato eccessivamente appesantito (ma il cane moderno ritratto è obeso: un basset da expo non dovrebbe essere così ciccione). Non è vero, invece, che sia “più basso” di quello di cent’anni fa: tra le altre cose, quello nella foto: a) è un Basset Artesien e non un Bassethound; b) era insellato, problema comune a molte razze di tipo “basset” e che l’allevamento moderno (quello serio) ha quasi totalmente risolto.
Dobermann: a parte il pessimo gusto di mettere la foto di un cane amputato come “dobermann del 2015”, visto che i cani del 2015 dovrebbero essere integri… è vero che la razza va soggetta ai problemi descritti, ma non c’è alcun legame tra questi e l’aspetto fisico, che è rimasto pressoché immutato nella sostanza (mentre appare immensamente migliorato dal lato estetico).
I problemi cardiaci sono – notoriamente – legati ad alcuni riproduttori famosi che hanno fatto una montagna di monte prima che le patologie si evidenziassero: ahimé, succede.
Gli esseri viventi, in quanto tali, vanno soggetti a malattie anche genetiche, e nessuno ha la sfera di cristallo: finché il problema non si manifesta non puoi sapere che c’è.
Semmai è criminale continuare ad usare un cane in riproduzione dopo che l’hai scoperto… ma qui si possono accusare i singoli individui, e non certo l’allevamento o la razza in generale.
Quanto ai “problemi di coagulazione del sangue e displasia dell’anca”, sono diffusissimi in moltissime razze… e altrettanto diffusi nei meticci.
San Bernardo: qui siamo alle comiche, visto che si condanna il fatto che oggi il cane abbia “un pelo inspiegabilmente folto e pesante“.
Primo, fateme capi’ perché il pelo folto e pesante dovrebbe essere un problema in un cane da soccorso alpino. Secondo, esistono (ancora oggi) due varietà di San Bernardo: a pelo corto e a pelo lungo. E certo che se mi metti un cane a pelo corto nella foto “storica”, e uno a pelo lungo nella foto moderna, il mantello ti sembrerà cambiato “inspiegabilmente”.

...e questo non è un boxer.
…e questo non è un boxer.

Boxer: quello del 1915 è un cane corso, non un boxer: e basterebbe questo a vanificare qualsiasi discorso relativo al confronto tra le due immagini. Ma che l’epilessia possa essere causata “dal cranio troppo piccolo” è una vera boiata, paragonabile a quella del dobermann che impazzisce perché gli cresce troppo il cervello… senza contare che il boxer tutto ha, meno che un cranio piccolo! Ma stiamo scherzando? Ha una capoccia tanta!
Bassotto: è stato “allungato”? Sì, gli allevatori tiravano, uno davanti e uno di dietro… maddai.  Nonostante il tentativo di mostrare due piani di ripresa diversi, uno che “allunga” visibilmente più dell’altro, perfino dalle due foto mostrate non si notano differenze rilevanti.
Bearded collie: avrebbe “visto il suo pelo svilupparsi a dismisura, cosa che lo rende molto sensibile al minimo innalzamento della temperatura“. Ma neanche per idea.
Il mantello del cane è sempre un eccellente termoregolatore, che protegge sia dal caldo che dal freddo. Avrebbe potuto esserci un problema come quello descritto se si fosse sviluppato “a dismisura” il sottopelo, semmai… ma quello è rimasto identico da cent’anni a questa parte. L’idea che “pelo lungo” sia sinonimo di “cane che soffre il caldo” è tipico delle Sciuremarie che infatti d’estate si precipitano a tosare i cani, predisponendoli così a scottature e colpi di calore.
Ancora una volta, poi, viene chiamata in causa la displasia dell’anca: decisamente a sproposito, visto che il bearder è una razza abbastanza “ben messa” da questo punto di vista. Se proprio si voleva, era meglio chiamarla in causa sul San Bernardo… e invece, anche lì, si è pensato solo al pelo.  Mah.

pt2015Pastore tedesco: ma dove sono andati a pescare la foto del “2015”? Quello poteva essere un cane tipico negli anni ’60…
Poi che significa, “la parte posteriore è sempre più bassa”? Cinotecnicamente non ha senso.
Parliamo di cani iperangolati nel posteriore? Ci sono, è vero… ma quello nella foto proprio non lo è!
In compenso i problemi di movimento poteva averli il cane del 1915, tanto “impalato” dietro da sembrare un chow chow!
Carlino: i due soggetti sono praticamente identici, tanto che il povero articolista deve andarsi ad attaccare alla coda “più arricciata” (e neanche tanto!) di quello moderno. Anzi, da come scrive sembra che sia proprio la coda arricciata a causare i problemi di salute!
“Ne valeva la pena”… ma de che?
Bull terrier: evvai, finalmente una razza in cui si può dire che la selezione umana abbia influito pesantemente sull’aspetto… ma che c’entrano le “conseguenze sul suo udito“?
La sordità è legata al mantello bianco e non c’entra una beatissima cippa con la forma del cranio. Non vale barare contando sull’ignoranza del lettore medio (ammesso e non concesso che l’ignoranza non ce l’abbia già chi ha scritto questa seconda castroneria colossale).

saluki1915Saluki: le due foto ritraggono cani pressoché identici: e sarebbe stato difficile trovarne di diversi, visto che questa è una delle razze in assoluto meno “intaccate” dall’uomo. Il Saluki è fatto così fin dai tempi primitivi: e se “si scotta il naso” (a parte il fatto che non so dove abbiano preso ‘sta notizia), significa che se l’è sempre scottato. Che poi possa venirgli il cancro… sai che roba. Quello può venire a tutti i cani (meticci compresi), così come può venire  a tutti gli umani: mi sa che abbiamo sbagliato selezione pure noi.
Bulldog: oh, finalmente una razza in cui si può rinfacciare alla selezione umana di aver creato ipertipi con seri problemi di salute! Il che è vero, verissimo… tant’è che si sta cercando di rimediare e che lo Standard è stato modificato penalizzando proprio gli eccessi. Questo però non lo diciamo, perché suona male.
Invece scegliamo la foto di un Bull’nd terrier per illustrare un ipotetico bulldog di cent’anni fa: ma quello nel disegno è un cane che può risalire ai primi dell’800… oltre a non essere affatto un bulldog!
Cent’anni fa il bulldog inglese era più o meno identico a quello attuale. Anzi, già nell’800 era abbastanza simile a quello attuale!
Ma di cosa stiamo parlando? Tra l’altro, ancora una volta come “cane moderno” viene scelto un esemplare obeso.

Concludendo: di cose da dire ce ne sarebbero, eccome, su alcuni effetti negativi della selezione di cani “solo belli”. Ma qui si son dette cose che non stanno né in cielo, né in terra.
Quindi i casi sono due: o l’articolista capisce poco di cani, oppure ha tentato di far colpo sulle Sciuremarie usando trucchetti da quattro soldi, che di sicuro non aiutano a perorare la causa delle adozioni (semmai servono a far sorridere i cinofili un filino più acculturati, che in questo articolo trovano tali e tante inesattezze da renderlo attendibile come una banconota da trenta euro).
La stessa conclusione è fuorviante: “tutto questo avviene mentre milioni di cani meticci vengono uccisi ogni anno per eutanasia a causa del sovraffollamento dei canili o delle strade“.
Ma dove? In Italia no di sicuro! Il che fa pensare che l’articolo sia stato tradotto: e infatti, cercando la fonte, appare un sito in spagnolo. Ma quando si traduce un pezzo, solitamente si adegua anche il contenuto alle usanze del Paese in cui viene ripubblicato! Altrimenti si dicono cose inesatte.
La chiusa dell’articolo è questa: “la prossima volta che un vostro amico vi dice che vuole comprare un cane di razza, portatelo di peso davanti al canile più vicino“.
A parte il fatto che bisogna vede’ se l’amico ci viene, perché se qualcuno mi portasse “di peso” da qualche parte io reagirei male già in partenza (e lo farei anche se volesse portarmi a mangiare nel ristorante pluristellato: figuriamoci se si permette di fare violenza su una MIA libera scelta)… se davvero l’originale è spagnolo, e se pensiamo delle perreras, posso perdonare quasi tutto.
Però l’articolo è stato ripubblicato in Italia, dove i cani non vengono ammazzati perché, almeno in questo, uno sforzo di civilità l’abbiamo fatto.
E allora credo che qui sia lecito rispondere con: “La prossima volta che volete leggere qualcosa di serio sui cani, evitate gli articoli scritti da un incompetente“.
Che come scelta, non fa mai male.

 

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60 Commenti

  1. Ma per favore! Prendete i meticci che poi sono gli unici veri cani degni di questo nome. Lasciate stare la natura! Non manipolatela. Il dolo termine “cane di razza” mi fa inorridire. Gli esperimenti genetici fateli sui vostri figli.

  2. c’è da dire che manca secondo me l’esempio più palese di quelli che sono i magheggi degli allevatori: il mastino napoletano e il corso. sapere che la versione “ancestrale” è identica a tutti e due perché in sostanza hanno brachimorfizzato ilmastino e incrociato con boxer il corso… la dice lunga.

    il mio intervento non è contro il cane di razza ma bisogna ammettere che gli allevatori hanno, negli anni, teso sempre a estremizzare i caratteri “particolari” (difetti).

  3. In effetti però, nel libro del 1915 quello viene proprio indicato come Boxer e non come cane corso.
    Il Saluki invece, veniva chiamato gazelle.

  4. Cara Valeria, sul PT proprio non ci hai azzeccato… Ormai esistono due raze di PT, quelli da lavoro, funzionali, e quelli da bellezza, iperangolati, non funzionali, con incidenza della displasia enormemente maggiore rispetto ai cani da lavoro che vengono creati solo per soddisfare l’ego di alcuni allevatori da “bellezza”. Diciamo la verità: il PT da bellezza è ormai un cane “storto” che alcuni si ostinano a definire bello.

    • Ma va’? Davvero esistono due razze di PT? :-)))
      Scherzi a parte,non è assolutamente vero che il cane da bellezza è un cane storto (e non è neanche del tutto vero che l’incidenza di displasia sia “enormemente maggiore” che nei cani da lavoro: guarda le statistiche. Come al solito ci sono PT davvero “belli” e PT ipertipici, “storti”, come li chiami tu, ma anche con musi molossoidi e altre piacevolezze inguardabili. Però i cani di un certo livello sono ancora funzionali; che poi abbiano perso parecchio sul lato “carattere”, è un dato di fatto… ma è anche vero che forse le linee da lavoro ne hanno un po’ troppo, di carattere… capisc’amme’ 🙂

  5. Io ODIO nella maniera più profonda questo scontro tra “cani di canile” e “cani di razza” e di conseguenza tra chi sceglierebbe solo uno o solo l’altro. Mi riferisco ai commenti sotto l’articolo dello pseudo giornalista.
    Io sono tipa da cane di canile, perché mi sembra scontato andare a prendere un cane che vive in una gabbia ma è un mio pensiero e un mio punto di vista. Apprezzo chi compra il cane di razza da un allevatore vero, e non lo fa per un capriccio, e magari lo sterilizza perché non ha intenzione di farlo accoppiare. Leggendo l’articolo e guardando le foto ho visto che era davvero troppo costruito e falso.
    Penso che se si vuole far capire alla gente quanto sia positivo liberare un cane da una gabbia allora non si dovrebbe sparare a zero sull’altra categoria. Si dovrebbe invece far capire quanto siano falsi certi luoghi comuni (“il cane del canile è malato, cattivo, imprevedibile, pericoloso, la volontaria mi ha detto che diventava di 4 kg e ne pesa 38” ecc), dei casi possono esserci, sicuramente.. ma non sono bombe a mano, sono cani.. e molti di loro hanno vissuto in casa, basta avere pazienza. Molti commentatori hanno scritto “cani di canile mai più! Solo di razza! Ne ho preso uno e ho avuto problemi!” Beh, se pensano che il cane di razza sia programmato per essere docile, mite, con gli orari dei bisogni ad hoc.. forse è meglio un peluche. Secondo me una cosa non deve escludere l’altra, invece frasi fatte e falsità come quella dell’articolo fanno l’effetto contrario!

  6. articolo interessante come spunto di discussione. l’articolo iniziale non tiene conto di alcune considerazioni, ed è molto superficiale su altre, che però non mi sembra siano correttamente sviluppate nell’articolo della signora Rossi. ovvio che la selezione come ricerca di soggetti adatti ad un determinato lavoro e loro propagazione esiste da migliaia di anni, ma nell’800 nasce, in effetti, un diverso tipo di selezione, ovvero quella a fine di bellezza(che i soggetti che si vedono in expo’ siano, per definizione adatti al lavoro mi pare un’affermazione un po’ leggera, dato che generalmente tra i soggetti rustici- da lavoro- e quelli che si vedono in expo ci sono grandi differenze, e i secondi spesso presentano caratteri considerati disfunzionali da chi davvero lavora con i cani), che ha anche teso alla separazione, per selezione morfologica, delle razze, dato che molte si somigliavano, prendendo come assunto che lavori simili, in condizioni simili, richiedono/producono caratteri simili. molti caratteri che oggi vengono ritenuti tipici di alcune razze sono quindi stati “inseriti” in tempi moderni. il cane in foto, definito “cane corso” non si sa su quali basi, è effettivamente un boxer, dato che il prognatismo, nel boxer come nel dogue de bordeaux è un carattere moderno e disfunzionale. logico che i primi soggetti di entrambe le razze, ancora strettamente imparentati con i cani da lavoro, apparissero molto diversi dai moderni. per quanto riguarda il sanbernardo, un cane da soccorso nella neve(e i moderni che si vedono in show non capisco su che basi siano definiti funzionali per questo mestiere) non deve avere pelo lungo, che si impasta di neve e gela. e infatti il pelo lungo è un carattere comparso nel sanbernardo con l’inizio della selezione da show, in seguito al rinsanguamento con il terranova. i vecchi sanbernardo da lavoro(quelli dell’Ospizio, per intenderci) erano cani a pelo corto o medio corto, e basta vedere i soggetti conservati o le vecchie fotografie per rendersene conto(vedi Barry I, etc). ma sopratutto, NON erano cani da 100kg, con fronte bombata e labbra pendule e sbavacchiose. anzi, erano cani piuttosto piccoli rispetto agli standard attuali, diciamo che giravano attorno ai 45/ 50kg. se poi parliamo del bulldog inglese, va detto che nasce come cane da compagnia..con tutto quello che ne consegue. il bulldog da bullbaiting era un animale completamente diverso… questi sono solo alcuni esempi, ma il discorso potrebbe continuare molto a lungo.

  7. Io l’articolo l’ho condiviso sul mio profilo. Per quanto alla vista del pastore tedesco mi sia ribaltata dal ridere! Se vedesse un pt di adesso, iper angolato, rosso con maschera nera probabilmente direbbe che quel cane non è in grado di camminare.
    L’ho condiviso perché è vero che per alcune razze ci si è accaniti nella ricerca dell’ipertipo e questo senza tener conto di eventuali problemi di salute.
    Che poi, pensandoci a posteriori, basterebbe fare un contorno tra linea di bellezza e linea da lavoro 🙂
    La linea da lavoro è rimasta tutto sommato fedele all’originale, quella di bellezza portata un po’ all’eccesso.
    Non mi sento però di condannarlo in toto poiché il proposito era nobile, le parole meno 🙂

  8. “Quindi i casi sono due: o l’articolista capisce poco di cani, oppure ha
    tentato di far colpo sulle Sciuremarie usando trucchetti da quattro
    soldi”… un lapsus mi ha fatto leggere “alcolista” anzichè “articolista”, lasciando spazio a una terza via interpretativa per spiegare in che stato sia stato redatto l’articolo vaneggiante in questione 😉

    • la seconda che hai scritto, articolo palesemente scritto in “malafede” almeno spero perché se chi scrive articoli “canini” scrive ste robe “coscientemente” siamo fritti.

      • a scanso di equivoci: la seconda che ho scritto era nella citazione tra virgolette, copiaincollata dall’articolo di Valeria, non mi arrogo diritti d’autore che non ho anche se la penso esattamente come lei 😉 (la citazione era per il lapsus e quindi per la proposta della terza via interpretativa, quella era la mia sarcastica, che non pensavo di dover motivare, ma la precisazione a questo punto ritengo sia opportuna)

  9. onestamente questo articolo mi pare ridicolmente di parte e non intendo l’originale, intendo questa risposta.
    ma come si fa a dire che tanti cani di razza attuali non abbiano problemi? basta guardare certe razze per vedere che sembrano deformati…le difficoltà respiratorie nei carlini sono un esempio, la displasia nei pastori tedeschi un altro. Ovvio che anche i meticci si ammalano, ma qui si parla praticamente di malformazioni genetiche e non è ignoranza ma buon senso, non è questione delle fotografie messe lì ma di cani che si vedono in giro tutti i giorni, e l’articolo manco va a toccare quei poveri cani “mini” o “toy”. Come si fa a difendere l’allevamento anche solo da un punto di vista etico? il selezionare in base alle proprie preferenze e acquistare con soldi degli essere viventi lo trovo abbastanza agghiacciante.
    Ma soprattutto, e questo trovo che sia il punto principale, I cani in italia non vengono ammazzati e in questo è sì un passo avanti verso la civiltà, peccato che tantissimi marciscano nei canili per anni o decenni, mentre la gente è impegnata a comprare cani di razza…non mi sembra granchè meglio, anzi, viste le condizioni di troppi canili è forse peggio.
    La TUA libera scelta influisce sulla vita di questi cani che crepano mentre fai nascere cuccioli di razza, quindi non è tanto questione di portar di peso ma di far ragionare. Vuoi far del bene a un cane adottandolo o te ne frega solo di te stessa e dei tuoi desideri? A prescindere dal trattarli bene ovviamente, che si spera valga per qualsiasi cane, è comunque ingiusto.

    Un esperto cinofilo dovrebbe consigliare l’adozione nei canili proprio per il bene dei cani, non il difendere chi li vende (che sono allevatori decenti se va bene, perché si sa quanti arrivino nei negozi da puppy mills).

    • Quello che io trovo agghiacciante francamente è questo commento..andiamo per punti. Le patologie esistono sia nei cani di razza che nei meticci. La differenza sta nel fatto che le razze tendono ad avere delle patologie ‘ tipiche’ ,il che non significa ” ogni esemplare di quella razza avrà la tal patologia” , significa piuttosto ” SE un esemplare di una determinata razza si ammala, è probabile che si ammali della tal patologia appunto, tipica”. Se si ammala, cosa non per forza scontata. Oltretutto esistono razze che per alcuni periodi di tempo sono state effettivamente afflitte di frequente da alcune patologie,che oggi sono comunque più che circoscritte grazie alla BUONA SELEZIONE, ma ne esistono moltissime altre che da secoli sono sanissime robustissime, vedi levrieri, e molti cani da guadiania. Tornando alle fantomatiche malattie ” obbligatorie” ( della serie, il past tedesco ha x forza la displasia hdE, il carlino per forza crepa soffocato ecc…) , nelle razze che per un certo tempo ne sono andate soggette si è fatto, GRAZIE AGLI ALLEVATORI SERI, un grande lavoro di recupero, non accoppiando esemplari portatori ed esigendo esami certificati da centri internazionali per accedere alle competizioni. In molti campionati sociali di bellezza per es, puoi accedere solo se il cane ha determinati brevetti, che richiedono tassativamente determinati esami di salute in ordine, x es x la displasia. Ovviamente cara, questi esami hanno un costo, così come ha un costo alimentare i propri cani in modo adeguato, così come ha un costo far nascere una cucciolata in un ambiente igienico, con gli integratori alimentari adeguati, con le vacc, ha un costo fare regolari eco alla gestante,darle del cibo apposito, dei medicinali appositi se servono, eccc….quindi per quel che mi riguarda io pago molto molto volentieri per un essere vivente che è nato in un contesto sicuro, è stato seguito dal primo istante di vita, è in buona salute e proviene da genitori sani, belli e di carattere adeguato alla razza che rappresentano. E lo faccio sapendo che quello che pago non è la vita del cucciolo, è il lavoro e scusa, il culo, che si è dovuto fare chi lo ha fatto nascere con quei criteri. D’altra parte, per possedere un cane, adottato o acquistato, da qualche parte nel pianeta deve nascere un cucciolo, e io scusa tanto ma preferisco che nasca in casa di gente competente ed appassionata, piuttosto che in mezzo ad una strada o in una lurida cantina, quindi il mio modo per combattere il randagismo è quello di sostenere con le mie scelte allevamento di qualità, che oltretutto tutela le razze canine che sono un patrimonio millenario immenso ed inestimabile. I canili sono pieni perché la gente non si occupa di far nascere cuccioli con criterio, di far figliare meticci senza curarsi delle conseguenze, e anche perché il mondo è pieno di bastardi. I cani di razza pura con pedigree nei canili rappresentano meno del 2% della popolazione canina totale, quindi evidentemente gli acquirenti di cani che provengono da buoni allevamenti spesso vengono selezionati meglio, è già all’origine dall’allevatore. Inoltre se qualcosa va storto è molto probabile che l’allenatore il cane se lo riprenda, col cavolo che c’è lo manda un suo cane al canile…gli allevatori da cui ho preso i miei cani credo che non esiterebbero a farmi del male fisico se gli dicessi che ho lasciato un loro cane al canile. Riguardo ai poveri mini toy quelli nulla hanno a che fare con l’allevamento serio, infatti sono produzioni di privati idioti e cagnari , e per chiarezza, nemmeno i cagnari sono allevatori. Quindi io me la prenderei intanto con tutti i privati che sfornano cuccioli di razza, anzi diciamo di simil razza, svendendoli a prezzi ridicoli, con i privati che fanno figliare il meticcio, e con gli idioti che comprano i cani in negozio quando anche i bambini sanno che i cani venduti nei negozi provengono da traffici immondi. Gli allevatori qui non c’entrano proprio nulla

      • Posto che anche tra gli allevatori, come in tutte le categorie, ci sono quelli professionali, appassionati, cinofili in senso proprio, ed altri prettamente palancai sfornacuccioli, posto che questo aspetto è rimarcato sempre più spesso, quello che secondo me andrebbe fatto notare più spesso è la responsabilità che hanno anche i volontari dei canili che per quanto mossi da amore (o ammmmmore, a seconda dei casi) per i cani, a volte (troppe, per quel che ho sentito da esperienze di conoscenti o anche solo da quanto si legge da molte inserzioni) omettono problematiche, sia di salute sia comportamentali, di ospiti del canile pensando così di facilitarne l’adozione, mentre alla fine chi si è fidato trovandosi un cane “sorpresa” si trova impelegato a doversi arrangiare, quando va bene, a gestire problemi che lo fanno pentire d’essersi fidato e di certo non caldeggiare l’adozione al canile tra amici/conoscenti, per ripromettersi di andare da un serio allevatore nel caso gli torni voglia di occuparsi di un cane, o quando va male lo debba riportare dove l’ha preso. Inutile che i volontari dicano “va d’accordo con tutti” se il candidato adottante espressamente dichiara che il cane verrà inserito in un contesto in cui vivono già due gatti e un cane, per poi trovarsi il nuovo arrivato che fa vivere i gatti nell’armadio terrorizzati e costringe il proprietario a farsi in due perchè la new entry non può sopportare di stare con altri cani, o “coi bambini è un tesoro” se poi il tesoro pare non averne mai visto uno in vita sua… Saranno casi isolati, ma ne ho sentiti parecchi così e francamente mi dispiace che si generalizzi così limitandosi a classificare allevamento=profitto, canili=carità, perchè se nell’allevamento si svolge una professione è normalissimo ci sia un discorso di compensi, mentre non è evidentemente altrettanto automatico che a una missione come dovrebbe essere sentita quella dei volontari corrisponda sempre un nobile intento di aiutare il cane a trovare una collocazione adatta, costruendo un binomio con buon senso. A volte ho l’impressione che si badi più a “sistemare”il cane nel senso più povero del termine, “piazzarlo” insomma, farlo uscire dal canile, e poi se la sbrogli chi se lo piglia, magari convinti che tanto fuori dal canile qualsiasi cosa è melgio (quando meglio di “qualsiasi cosa”sarebbe la sistemzazione giusta per quel cane, non una a caso, che poi eviterà ad altri cani di trovarne una dato che quello che s’è fidato e poi è stato gabbato di sicuro non farà da sponsor al canile stesso).
        Quanto al fatto che l’articolo di Valeria sia fazioso, mi pare che abbia in primis specificato e spiegato più volte che putroppo è vero che il mondo delle esposizioni si stia riducendo spesso al cane-solo-bello, ma anche il concetto che se ciò accade è conseguenza alla’pplicazione delle leggi di mercato. L’ipertipo che danneggia le razze non sarebbe perseguito se non ci si fosse lasciati scappare la mano sull’esasperare caratteristiche richieste dal mercato, spesso a danno della funzionalità che invece dovrebbe essere sempre conditio sine qua non perchè un cane appartenga a una determinata razza (altrimenti non farebbe differenza con un peluche “liberamente ispirato a”…)

        • Quella dell’alcolista è bellissima!? Comunque si, condivido assolutamente un po tutto ciò che hai scritto. Vero il discorso della diff tra allevatori cinofili e quelli sforna cuccioli; sono dell’idea che spesso anche qui un po di differenza possa farla l’acquirente. Verissimo il problema dell’uso dell’ipertipo in selezione. Io personalmente non lo apprezzo per nulla nemmeno esteticamente. Sarà che amo le razze da lavoro e quindi per me il cane deve essere gradevole e funzionale. Riguardo ai volontari dei canili, sì, ci sono un po di, diciamo disfunzioni. Io ad esempio ho parecchie testimonianze in cui per certi cani vengono pubblicati appelli ma nessuna adozione viene neanche considerata…proprio su questo sito un po di tempo fa commento’ un signore che affermava di rifiutare qualunque adottante che non utilizzasse la pettorina..in pratica se col cane avresti usato il collare, anche fisso di nylon, lui il cane non te lo dava…però il volontariato è una realtà preziosa, e lo sarà sempre finché esisteranno gli abbandoni. Esattamente preziosa quanto l’allevamento appassionato

      • Non credo proprio: basta guardare la foto del dobermann 2015 per capire quanto sia fazioso. Un dobermann nato nel 2015 HA orecchie e coda INTEGRE. Il mio che è nato nel 2013 ha la coda tagliata perchè si poteva ancora fare per cani destinati al “lavoro” ( e lui lo è ). Dal 2014 anche per quelli, code integre, a meno che non vengano da altri paesi, ma lo standard tedesco a cui tutti si devono rifare ( americani a parte, che hanno dobermann di ben 5 colori ) vieta ogni alterazione all’aspetto del cane. Che poi ci sia stato e ci sia – anche se meno rispetto a qualche anno fa – qualche allevatore disonesto che ha riprodotto cani con problemi sanitari mentre altri spendono fior di quattrini per controllare i cani ( la mia controlla i riprodotturi con l’holter ogni anno. Cosetta gratis, eh ) … dipende dalla disonestà di certi umani. Non dall’intera categoria.
        E condordo con Nerofumo. Il problema non è svuotare i canili. E’ Fare in modo che non si riempiano.
        Ed allevare con criterio ( niente accoppiamenti ad capocchiam Fufi X Buby che son così cariniiiiii ) è un buon inizio.

        • Non ho ben capito a cosa si riferisce il tuo “non credo proprio” ..a quale dei miei commenti e a quale argomento in particolare…ad ogni modo, lo standard tedesco, redatto dalla Dobermann Verein e ratificato dalla Fci AD OGGI ammette sia il tagliato che l’integro, de iure a seconda di ciò che consente il Paese in cui il cane è nato, de facto, più spesso, per tutti. La modifica di standard di cui tu parli è già stata proposta alla FCI dalla Dv, ma non è ancora stata ratificata. Tanto che all’ultimo campionato sociale 2015 di Roma, il Dott Pezzano nel discorso pubblico di chiusura ha parlato proprio di questo e del fatto che si è ancora in attesa della ratifica della modifica, specificando che se verrà approvata questa entrerà in vigore per i cani NATI dal 1/1/2015.
          Resta comunque il fatto che la ratifica tarda ad arrivare, e se arriverà nel’ anno nuovo sarà improbabile, a detta di molti, che si approvi una modifica con valore retroattivo di un anno. Per questo alcuni esperti ritengono che la modifica verrà approvata si’, ma con validità dal 1/1/2016..ma questi solo solo pronostici, diciamo ‘ fantacinofilia’
          Quindi lo standard tedesco VIETERÀ ogni alterazione dell’aspetto del cane in tutti i paesi a partire dalla ratifica FCI. Io comunque ho precisato che il dobermann in foto è americano standard AKC, e che è tagliato proprio x qst motivo, oltre al fatto che in USA il taglio è consentito per legge. Ovviamente tutto ciò che ho scritto è verificabile sui siti ufficiali FCI, DV, AKC e AIAD. Per il resto, su allevamento serio, selezione della salute ecc siamo d’accordo, mi pare di aver scritto esattamente questo nel mio lunghissimo commento in risposta alla signora Alice e in risposta a Roberta…

          • Perdonami Annalia, ho visto che in un punto in realtà abbiamo scritto una cosa molto simile: anche tu dicevi che un dobermann NATO nel 2015 sarà integro. Questo è vero, anche se, per i paesi che consentono il taglio non è x forza detto, perché come dicevo, la modifica di standard al momento non esiste, è solo una proposta. Dal momento però che si sa già che verrà ratificata, prima o poi, anche allevatori esteri hanno deciso di adeguarsi in anticipo, per evitare problemi dopo. Ma, dato che ad oggi lo standard è ancora tale e quale a prima, un allevatore non è obbligato ad adeguarsi ad una norma che ancora non è stata approvata. NOTA BENE : parlo degli allevatori che lavorano in stati che ammettono legalmente il taglio.
            Comunque il nostro dobermann americano dell’articolo in ogni caso direi non sia un cucciolo è nato nel 2015, e non è europeo, quindi lui il suo taglio c’è lo può avere

          • Corretto. Appena ratificheranno tutti i nati dopo la ratifica amputati saranno fuori standard e non potranno + essere ammessi in expo / prove indipendentemente se il paese in cui sono nati permette o meno le amputazioni. Personalmente considero fantacinofilia il fatto di non credere che ratificheranno….però ognuno ha le sue opinioni.

          • Esattamente, proprio così. Sul fatto che ratificheranno anche io non ho dubbi, è solo questione di tempo, mese più mese meno ma la modifica verrà approvata. Resta solo da vedere se entrerà in vigore dal 2016 o sarà addirittura retroattiva dal 2015,cosa che non mi stupirebbe…comunque avverrà senza dubbio

          • Sì certo, assolutamente, se si hanno ambizioni espositive con un dato soggetto che si considera promettente al momento è senz’altro meglio non tagliarlo, anche se il proprio paese lo permetterebbe. Si potrebbe sennò rischiare di trovarselo “tagliato fuori” dalle future nuove norme. Però ripeto, lo standard attuale prevede entrambe le tipologie, e lo dimostrano ampiamente i risultati del campionato IDC e AIAD, dove soggetti tagliati non solo vengono giudicati, ma vincono. I sieger attuali neri AIAD e IDC per esempio lo sono, la siegerin attuale nera AIAD lo è , ora non ricordo con esattezza ma ci potrebbero essere vincitori tagliati anche in classe giovani, comunque sono stati ammessi alle gare e giudicati, di questo son certa… Sia alle competizioni AIAD e IDC, sia enci. La mondiale appena tenuta ne è una prova… Oddio, io non è che volessi aprire un dibattito sul nuovo standard ?

          • Si vero…sono andato un (bel) po’ OT. Comunque tornando all’ articolo penso non si possa fare di tutta l’ erba un fascio: x alcune razze, e per me il dobermann è tra queste, l’ allevamento è andato nella direzione giusta e”n’e valsa la pena”; come da titolo. Altre razze, a mio avviso, sono state invece decisamente rovinate.

          • Mi trovo d’accordo con te. Quello che rimprovero alla selezione del Dobermann è avere ingrandito la mole ma rimpicciolito un po’ il carattere, ma in effetti a me piacciono cani molto spinti, e comunque non si è arrivati ai livelli di altre razze, nel senso che molti dobermann belli restano anche ottimi cani da lavoro. Questo è buono. Riguardo ad altre razze in generale credo che alcuni siano andati proprio troppo sul bellezzaro… Non so, è una mia impressione il fatto che questa x esempio sia molto la tendenza della selezione in USA?

          • Clari, il non credo proprio non era per te… il mio commento è stato inserito per errore nel posto sbagliato. Il discorso era per Alice… e la sua difesa di un articolo secondo me sbagliato.

          • Beh io ho un dobermann di un allevamento che cerca di legare la bellezza al lavoro. Bello lo è… oggi mentre “cercavamo” di fare ludo agility per farlo muovere – tra l’altro, si incazza: sto ancora imparando a dare i comandi ( ho scoperto che agility non è difficile per il cane, che impara in due minuti netti, tranne lo slalom e il touch… “stopparlo” è quasi impossibile… è difficile per l’UMANO! ) e quando sbaglia qualcosa perchè l’ho diretto male, di solito in ritardo, lui è speedygonzlaes, mi mette dei musi galattici – l’istruttore lo ha chiamato bordermann: e non era una battuta. Per lui il massimo è farefarefarefare….tipo border, ahimè.
            Però quando ho visto i dobermann di una altra mia conoscente allevatrice, da cui lo porto per UD, molto vecchia maniera, più piccoli, agili e snelli. ma con teste fantastiche… mi prudevano le mani per portermeli tutti a casa.

            Quindi non sono d’accordo con te, sono d’accordissimo.

          • In effetti mi sono sempre detta che dev’essere un sacco difficile memorizzare tutto il percorso di agility e non sbagliarsi!! Comunque anch’io sono un amante del vecchio stile, negli anni 90 è stato dato più ‘ osso’ e ok, ci stava anche bene, sicuramente ci voleva. Adesso però mi pare si stia un po’esagerando, anche nelle teste, che a volte sono ipertipiche, alcune alanoidi. E soprattutto si stanno trascurando doti caratteriali importanti. Ecco diciamo che il mio tipo ideale è il dobermann anni 90 forse, un cane elegantissimo, di media taglia, potente, con una testa proporzionata , e con un carattere bello acceso, magari anche un pizzico nervoso e un po diffidente, che comunque dovrebbe restare una qualità per una cane da difesa. Credo che avere allevatori come il tuo, che tengono sempre presenti le qualità per il lavoro,sia la strada giusta che a lungo termine darà i migliori risultati. Sempre però che i cani che portano caratteri spinti siano usati, perché a volte purtroppo restano nell’ombra offuscati da stalloni più di moda, magari più appariscenti morfologicamente, ma con meno qualità… W IL DOBERMANN!

    • Questa pero’ e’ una semplificazione estrema e come tutte le semplificazioni oltre un certo limite si discostano cosi’ tanto dalla realta’ da diventare dei falsi clamorosi.

      Non c’e’ scritto da nessuna parte che si debba trattare per forza di un dualismo manicheo per cui o il cane lo adotti al canile oppure sei uno sciagurato che da’ un prezzo alla vita di un essere vivente.

      A dirla proprio tutta, l’adozione al canile e’ uno sbocco, non una soluzione. Puo’ andar bene per fronteggiare l’urgenza ma non per risolvere il problema perche’ adottando un cane ci possiamo sentire gratificati dall’aver fatto una buona azione ma cosi’ non abbiamo svuotato i canili, abbiamo solo liberato un posto. I canili sono pieni di cani perche’ si riempiono, non perche’ non si svuotano. Al di la’ dei buoni sentimenti, bisogna imparare ad essere pragmatici: fingere che l’alternativa sia tra essere buoni e adottare un cane o essere egoisti e pagare per prenderne uno in allevamento vuol dire istituzionalizzare il problema che e’ poi il limite e il difetto principale del volontariato in questo come in altri settori. Il volontariato e’ prezioso e utilissimo, ma spende tutte le sue energie a cercare rimedi temporanei e si rifiuta di pensare a come fare in modo che non ci sia piu’ bisogno di lui.

  10. Vabbe’, ieri ho letto su Panorama un articolo che consigliava i cani più “di moda”: gettonatissimo il Cane Lupo Cecoslovacco. Perchè è bello. E ha dei begli occhi. Immagino che il giornalista in questione sia almeno parente di questo qui…

      • mbeh?? Che c’è sò brutti?? Truccati col kajal che manco Nefertiti…. Ah. No, aspetta….. forse quel signore dell’articolo intendeva quelli con gli occhi chiari… com’è che si chiamano??? Ah sì.. i “Lasky”.
        La traggggedia è che se hai il clc chiaro ti guardano compassionevoli perchè t’han fregato… ti hanno dato un lasky con gli occhi scuri (oppure sei tirchio e hai risparmiato sul prezzo perchè quelli con gli occhi belli costavano di più), se hai il clc scuro ti guardano e si chiedono che incrocio sia… i più temerari sbavano perchè hai un lupo vero, come quello del cugino (ma meno alto però..)

        • Che so’ belli lo so! E’ che so’ pure biricchini! Se non li sai gestire…. possono essere belli finchè ti pare,però… Una mia conoscente che lo ha preso come primo cane perchè somiglia tantoooo al lupo non ti dico quello che sta passando. Ma mica per colpa del cane. Per colpa sua. Trattare un clc con tantooooo ammmoreeee e poca competenza…..piace da morire anche a me. Ma come non prenderò- se mai lo prenderò – un malinois finchè non sarò in pensione con un sacco di tempo da dedicargli, idem con patate per il clc. Anche se me li porteri tutti a casa ieri.

          • Non me lo dire quello che sta passando… lo immagino..
            la “signora” nella foto ha quasi 11 anni… ma qualche sisma lo provoca ancora, non oso immaginare un cucciolo (lei è arrivata adulta/adultissima 1 anno e mezzo fa…ed avendo già il truzzone si è ben adagiata nel branco come ultima ruota del carro…)
            Il clc non è un cane per tutti…. come il malin, ma il clc ha anche quei 7/8 globuli rossi di lupo che ancora girano nelle vene che si fanno sentire.. sono cani, ma diversi.

            Tremo quando leggo cose come ‘il cane più di moda’….

          • E ci sono anche dei “furbi” che li incrociano coi lupi veri… cosi da renderli piu “di moda”… nei canili pero.

    • È vero il Clc non è solo il più bello ma il più vero …pieno di istinti è tanta intelligenza.Un cane da costruire e da vivere ogni giorno .Un cane che ti cambia la vita se glielo permetti.

  11. Mi permetto di aggiungere 2 razze che non sono elencate che secondo me sono state ampiamente rovinate con l’ipertipo rugoso, una e` lo Shar Pei (il “tradizionale” e` bellissimissimissimissimo) e l’altro e` il Mastino Napoletano (oramai e` molto piu un “Mastino Napoletano” il “Cane Corso” del mastino stesso, una follia, FOLLIA!!!), 2 razze praticamente rovinate dalla selezione nell’ultimo secolo.

    • Giusto qualche sett fa ero dalla mia vet, per un controllo del mio cane. Li c’era in convalescenza post operatoria una cucciolona di Mastino Napoletano che aveva dovuto fare un intervento mi pare di fissaggio delle pieghe sopra le palpebre, una cosa del genere, perché a motivo della abbondanza e della pesantezza delle rugosità della testa le palpebre faticavano a sorreggerne il peso. Mi spiegava che in alcuni casi le pieghe della pelle sul capo sono talmente abbondanti che quando il cane abbassa la testa si riversano tutte in avanti…. Qualche proprietario od esperto sa dirmi se la vet ha detto un mucchio di palle? Così evito di rivendermi una leggenda cinofila?

      • Non faccio fatica a crederci, basta che vai su un motore di ricerca e vedi delle foto aberranti, se poi il “””bellissimo””” e` fuori standard perché un po troppo “””rugoso””” ecco che il gioco e` fatto, ma solo perché al peggio NON c’e` mai fine.

      • se non sbaglio le pieghe sul muso del bulldog servivano per far fluire il sangue del toro, azzannato dal cane, che ovviamente stava in basso e con il muso in su, lontano dagli occhi.

        • leggenda metropolitana. il bulldog inglese come oggi conosciuto nasce come cane esclusivamente da compagnia, dopo il divieto di far combattere i cani(c.ca 1840). il bulldog da bullbaiting oggi sarebbe definito pitbull. basta guardare le incisioni d’epoca per accorgersene.

  12. e avete visto i commenti all’articolo? ad un tale che ha scritto “per fare determinati sport e gare servono cani di razza” hanno risposto che mica te lo prescive il medico di fare sport col cane :O

    • Forse i commenti sono ancora più deliranti dell’articolo… e la dice lunga sulla “””qualità””” (lo ammetto non ho resistito dal rispondere a qualche minchiata).

  13. No ok…. Direi che che questo Come direbbe forse Valeria sia uno SciuroMario con qualche strana deriva animalista…molto disonesto oltretutto perché in alcuni casi mette foto di cani palesemente obesi. E generalmente non ne capisce nulla di cani, sopratutto dal punto di vista delle patologie che attribuisce ad alcune razze, che sono si presenti ma ormai assolutamente arginate ( ovvio, da chi seleziona bene) . Vorrei però fare alcune precisazioni riguardo al Dobermann.. L’autore senza dubbio le ha sparate grosse, tuttavia non si può certo dire che la selezione sia sempre eccelsa. Intanto l’esempio moderno è un Dobermann di tipo americano, che si rifà allo standard AKC; in quella nazione il taglio è consentito, quindi è normale che il cane sia tagliato. Il taglio non è consentito nelle nazioni Europee, ma nel resto dell’intero pianeta si…compresa la Russia, che si sta facendo notare negli ultimi anni per alcuni soggetti dobermann di grande pregio morfologico e caratteriale. Il dobermann americano non verrà CREDO nemmeno toccato dal futuro cambio di standard FCI, dal momento che la modifica è stata richiesta dalla DV, e questo organo non ha nulla a che fare con l’ AKC. ok, sproloquio finito ? . Dopo tutto finché si parla di taglio si parla di estetica e basta. Dire però che il dobermann sia migliorato morfologicamente non è sempre vero. Ovviamente quel Dobermann di 150 anni fa non è nemmeno un Dobermann, è un progenitore..negli anni 70-80 i dobermann, parlo di quelli buoni non di quelli prodotti da pastrocchi genetici, erano cani elegantissimi ed efficientissimi.. Un po’ leggeri i di teste e canne forse, ma mozzafiato. Negli anni 90 si sono viste teste e tronchi spettacolari, uniti a caratteri magari non esplosivi ma ancora funzionali alla difesa personale , anzi, con i nervi un po più saldi che non guasta. Oggi, se ECCETUIAMO alcuni soggetti eccezionali preparati sul lavoro ed alcuni altri selezionati da linee prevalentemente da bellezza ma comunque belle spinte ed accese, abbiamo molti cani che raggiungono tranquilli i 50 kg, che alla manica si appendono e che non sono proprio certa che direbbero la loro in caso di una sggressione vera…per carità, un buon predatorio di solito rimane, i nervi saldi pure, anche troppo, ma la tempra e la giusta aggressività e nevrilita sono andate un po a pallino…e poi, con oltre 50 kg addosso farsi 6 nascondigli in ipo3 e poi spararsi pure una sequenza di difesa non è proprio semplice… l’esistenza dello ztp ha fatto la sua parte per selezionare buoni caratteri, ma un lanciatino e un improvviso al guinzaglione, preparato sempre e solo in predatorio non misurano la tempra di un cane da difesa vera…comunque resta il fatto che il nostro amico qui abbia da farsi una bella cultura 😉

    • Lo standard attuale è 1, quello tedesco e non prevede soggetti amputati in nessun modo. Tali soggetti sono (dovrebbrro ) essere esclusi dalle expo e non giudicati, anche se il paese di nascita permette le amputazioni. In sostanza sono al momento totalmente fuori standard, piaccis o non piaccia.

  14. No, ma qualcuno gli linki questo articolo tra i commenti, per favore!!!!
    a me non fa commentare perchè non ho facebook. e questo dice tutto

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