di LAURA CIBECA – In Italia, come nel resto d’Europa, si è iniziato a parlare sempre più frequentemente di Pet Therapy o meglio di Interventi Assistiti con gli Animali.
Si tratta di progetti che sono realizzati insieme ad animali domestici, adeguatamente preparati.
Nel 1953 lo psichiatra americano Boris Levinson notò che la presenza del suo cane meticcio durante una seduta con un bambino autistico, facilitava il suo lavoro.
Il bambino giocando e interagendo con il cane dimostrava apertamente le proprie emozioni. Da allora lo psichiatra decise di utilizzare il proprio cane come co-terapeuta durante l’incontro con i pazienti.
Da allora non si contano i casi in cui gli animali hanno aiutato l’uomo a sentirsi meglio sia dal punto di vista fisico che psichico.
Oggi il termine più appropriato per indicare questo tipo di interventi è IAA (Interventi Assistiti con gli Animali) che vengono suddivisi in base agli obiettivi da raggiungere e alla tipologia di utenza in Terapie Assistite dagli Animali (TAA), Attività Assistite dagli Animali (AAA) e Educazione Assistita con gli Animali (EAA).
Esse comprendono sia attività di tipo socio-educativo che attività più strettamente terapeutiche.
Il 25 marzo 2015 il Ministero della Salute ha emanato delle linee guida con l’obiettivo di regolamentare la formazione degli operatori coinvolti a vario titolo in questi tipi di progetti.
Queste linee guida sono state recepite da tutte le Regioni d’Italia.
Le linee guida possono essere consultate nel sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it).
AMBITI DI APPLICAZIONE DELLE IAA
I progetti di IAA possono essere elaborati e realizzati in tantissimi contesti dove ci sia disabilità psichica e/o fisica di varia natura come Centri Diurni per bambini, anziani ed adulti. Ospedali, case di cura, residenze protette per Anziani, case famiglia ecc.. inoltre tali interventi possono riguardare anche tutti i contesti educativi come asili e scuole di ogni ordine e grado.
ANIMALI COINVOLTI
Secondo le Linee guida del Ministero della Salute, gli animali che possono essere coinvolti nelle IAA sono tutti gli animali domestici, quindi cane, cavallo, gatto, asino e coniglio.
Tutti gli animali, come i loro conduttori, devono essere adeguatamente preparati prima di essere coinvolti in tali interventi.
FORMAZIONE DEGLI OPERATORI
Attualmente in Italia per poter elaborare e realizzare progetti di IAA, occorre che tutte le figure coinvolte siano formate adeguatamente.
I corsi per formare coadiutori del cane, cavallo, asino, gatto e coniglio devono aver frequentato corsi appositi tenuti da Agenzie formative regionali, oppure avere laurea e master specifiche o essere stati riconosciuti idonei dal Ministero stesso in base ad esperienze passate, formazione e progetti realizzati.
lavoro nel settore socio-sanitario da molti anni e sono assolutamente certa che la figura dell’animale “da affezione” rappresenti un notevole valore aggiunto nella relazione d’aiuto. Mi lascia solo un po’ perplessa il percorso formativo, temo che possa diventare un’occasione in più per tanti volponi che offrono “corsi propedeutici a ..”, utili solo a spennare l’illuso di turno: lavorare nel sociale non significa solo portare il proprio cane a fare un’ora di visite nei reparti pediatrici o geriatrici, significa anche rapportarsi ad un disagio umano, ad una sofferenza causata dallo stato di salute o sociale dell’utente, situazione per la quale è necessario essere professionalmente preparati oltre che soggettivamente predisposti. Quanta attenzione si pone nel percorso formativo a questo aspetto?