sabato 10 Maggio 2025

Ti presento… il Disc Dog

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Isabel Bagna
Isabel Bagna
Nata ad Aosta il 22/09/1988, gioca a disc dog dal 2012 con il suo dalmata Monet detto "Gnagno", il che la dice lunga già su molte cose. Ha praticato un po' di rally-o e un po' di scent game con scarsi risultati, ma per amore del suo enorme masochismo ora si sta dando anche all'obedience, sempre con il dalmata (un minuto di silenzio). Pratica lo sheepdog con la border di suo marito (Trouble di nome e di fatto) e si ritiene soddisfatta perché dopo un anno è riuscita a portarla fuori dal campo a fine allenamento (parola d'ordine: accontentarsi e godere). Da qualche mese condivide le sue giornate anche con un terzo cane, detto il Marchese de Guiltibus, un border matto, ma matto autentico (cit.)!

di ISABEL BAGNA – Se si scrive un articolo introduttivo sul disc dog immancabilmente si incappa nella tentazione di proporre la storia delle sue origini, anche perché, diciamocelo pure, Ashley e il suo umano Alex Stein non sono esattamente due figurine pallide e sbiadite, eroi démodé, ma sono due che una volta conosciuti rimangono nell’immaginario anche del lettore più disattento o a digiuno della materia, sempre.
Però, se per catturare il positivo della pellicola è necessario passare dal negativo, forse parlare di disc dog oggi significa in primis parlare di “cosa NON è” il disc dog.
Bando alle ciance quindi: ti presento il (non) disc dog.

Il disc dog NON è lanciare un frisbee al cane, o meglio, non lo è nella misura in cui l’agility NON è fare saltare le panchine del parco al cane, l’obedience NON è chiedere la serie “seduto-terra-resta-zampa-fai il morto” al cane, la ricerca NON è lasciare che il cane scovi il ripostiglio delle crocchette e si serva, l’Ipo NON è l’assalto sistematico del cane al postino che entra nella proprietà, e chi più ne ha più ne metta.
Il disc dog è una disciplina cinofila: e la prova inconfutabile di questa affermazione è il fatto che nel mondo dei dischi ci si arrabbia, rappacifica, combatte, confronta, boicotta, allea e si battibecca esattamente come in tutti gli altri ambienti della cinofilia. Non si scappa dunque, questa è l’attestazione madre.

Nella vulgata di chi non la pratica, soprattutto se sono cinofili che si cimentano in altre attività, chi fa disc dog “lancia in aria il cane”, “lavora-facile-perennemente-in-stimolo”, ha il cane che “fondamentalmente deve fare due cose basilari: prendere e riportare-e-quindi-che-ci-vuole”, e, chicca che non fa onore veramente a nessuno, “spacca il cane”.
Il disc dogger nell’immaginario comune è quindi uno pseudo conduttore, un cinofilo della domenica che alla fin fine si improvvisa, per dirla tutta.
Ho letto più di una volta: “Il disc dog per divertimento, poi seriamente facciamo obedience o agility”.

Posto che esista ancora qualcuno che pensi che questi due sport debbano per forza essere noiosi per il cane, (conosco alcuni agilisti e obedientisti che davanti a un’affermazione del genere salterebbero sulla sedia e malmenerebbero il monitor), grazie al cielo, il disc dog è sì fonte di divertimento per il cane! Ma mi sento guastafeste fino in fondo e affermo al contempo: divertimento sì, ma NON è solo questo.

Un luogo comune, si sa, è duro a morire; e bisogna ammettere che se poi sono anche gli addetti ai lavori che creano humus fecondo per farlo proliferare, pensare che una cenerentola della cinofilia diventi principessa per beneplacito del principe che le restituisce la scarpetta sulla fiducia, senza scambiarla neanche per un momento per una sorellastra cattiva, è proprio da ingenui.
Ci vuole la prova, anzi, ci vogliono le prove.
Pubblicare il video di un cane che fa un vault (salto sul corpo del conduttore per prendere un lancio) mentre l’obbiettivo della telecamera lo riprende da sotto e immortala quello che sembra un decollo interstellare, non fa bene a nessuno, convincere allievi o presunti tali a iscriversi a una gara di dischi al grido “massì-tu-intanto-prova”, non fa bene a nessuno, tentare di sganciare un disco su una figura prima che il cane abbia consolidato un certo comportamento perché se segue il frisbee “tanto-ci-va” (e intanto il conduttore si fa il segno della croce), non fa bene a nessuno.
Soprattutto se tutto questo si svolge sotto agli occhi incuriositi ma forse un po’ attoniti di chi la plastica del disco non l’ha mai masticata. Questo non fa bene a nessuno, questo non fa bene a questa disciplina sportiva.

Ecco perché attraverso questa rubrica cercheremo di sfatare qualche falso mito, solleticare qualche curiosità, zoomare su metodi di lavoro, prospettive di avviamento e tecniche di gioco e soprattutto di lancio, dando largo spazio a chi, oggi, in Italia, il disc dog lo fa bene, lo ama, lo fa crescere e lo diffonde. Seguiranno articoletti introduttivi, interviste, approfondimenti, cronache e piccole biografie di giocatori di ieri e di oggi.

Ti presento il disc dog: il gioco consapevole del lancio del frisbee al cane, il gioco di un binomio, che in un’alchimia di coppia regala uno spettacolo personale e dinamico, la cui regia accorta prevede persino dove cadrà il singolo disco all’interno del campo durante l’esecuzione degli esercizi col cane.

Per la foto di apertura si ringrazia Marco Dottarelli
Per la foto interna all’articolo si ringrazia Nicole Marengo

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  • Isabel Bagna

    Nata ad Aosta il 22/09/1988, gioca a disc dog dal 2012 con il suo dalmata Monet detto "Gnagno", il che la dice lunga già su molte cose. Ha praticato un po' di rally-o e un po' di scent game con scarsi risultati, ma per amore del suo enorme masochismo ora si sta dando anche all'obedience, sempre con il dalmata (un minuto di silenzio). Pratica lo sheepdog con la border di suo marito (Trouble di nome e di fatto) e si ritiene soddisfatta perché dopo un anno è riuscita a portarla fuori dal campo a fine allenamento (parola d'ordine: accontentarsi e godere). Da qualche mese condivide le sue giornate anche con un terzo cane, detto il Marchese de Guiltibus, un border matto, ma matto autentico (cit.)!

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