domenica 23 Marzo 2025

Dieci anni con un ries… con Runa!

Dello stesso autore...

Questo articolo avrebbe dovuto chiamarsi “10 anni con un riesenschnauzer” e essere il seguito di “un anno con un riesenschnauzer” che scrissi nove anni fa ma chiamarlo cosi non avrebbe reso onore a Runa.

Perché lei non era solo un riesenschnauzer: era Runa.
Amica, sorella, figlia, confidente, rifugio, gioco, risate.
Pace.
Amore incondizionato.
Questo sei stata e sarai per me, per noi che speriamo di essere riusciti a restituirti un decimo di quello che ci hai regalato.

Allora scrissi con la gioia nel cuore, ora lo faccio in compagnia di un buco enorme che provo a riempire con i tanti bellissimi ricordi che Runetta ci ha donato.
Faccio molta fatica a trovare le parole (e molta di più a scegliere le foto da allegare) per raccontare questo decennio, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e la prima cosa che mi viene in mente è la scomparsa di Valeria, della quale conservo ancora gelosamente lo scambio di e-mail relativo al periodo della scelta del cane e sono impresse a fuoco nella mia memoria le sue parole “il Riesenschnauzer è un super cane, andate tranquilli”.
Confermo.
Anzi, forse sono anche riduttive e non rendono onore a questa splendida razza e a quella che per me era la sua massima rappresentante morfologicamente e caratterialmente.

I titoli?
Ad un anno e mezzo perse un dente giocando con un altro cane e quindi titoli di bellezza, niente.

Abbiamo fatto UD, ma Runa non riusciva a farsi piacere l’attacco. In obbedienza era bravissima (se condotta da Ilaria) e le piste le faceva bene e con gioia, ma l’attacco proprio non lo riteneva una cosa utile.
lo Schnauzer è così.
Pensa.
Non è un soldatino a cui impartire ordini. Riflette… poi, se è il caso, fa. Il morso sul salamotto ancora poteva starci, ma al figurante proprio no ed a noi non è mai piaciuto forzarla e quindi… titoli da lavoro, niente.

Ma capiamoci: era un vero cane da difesa.
Non da guardia… per carità, la faceva anche, ma era consapevole che le cose non hanno il valore delle persone; le uniche due volte in questi 10 anni in cui mi sono trovato in situazioni potenzialmente da litigata (una volta per causa sua e di un signore con una busta di carne in mano) lei ha pensato “sei grande e grosso, veditela tu!” ma OGNI volta che ha percepito un potenziale pericolo per Ilaria è diventata un altro cane in un attimo… e vi assicuro che faceva davvero paura.
Runa per lei avrebbe dato la vita, DOVEVA difendere Ilaria e i bambini e i vecchietti ed ogni essere che percepiva come “debole”.
Quando serviva era lì, pronta a dare tutta se stessa, poco importa se il pericolo erano le onde del mare mentre i figli piccoli dei miei amici facevano il bagno, lei non gli toglieva gli occhi di dosso e so che che sarebbe entrata in acqua come un motoscafo (così nuotava) per tirarli fuori da quel posto pericoloso dove a suo avviso non dovevano stare.
L’inizio della nostra avventura lo trovate nell’articolo di nove anni fa: da allora abbiamo cambiato casa,lavoro, amicizie, abitudini, ci siamo sposati e non me ne vogliano i nostri testimoni ma la vera testimone in quel giorno era lei, libera e felice tra 100 persone in un prato, consapevole della nostra gioia che era legata indissolubilmente anche alla sua presenza.
Quando abbiamo deciso di sposarci una conditio sine qua non era che lei avrebbe dovuto essere con noi e LIBERA.
Prendete con le pinze queste mie parole, ma io gestivo meglio Runa senza guinzaglio, lei sapeva perfettamente dove stare e cosa fare, bastava una parola, uno sguardo, un gesto, un ringhio (mio, non suo).

A tal proposito, alla tenera età di due mesi e 10 giorni provai a toglierle una pallina e mi ringhió contro, subito mi infilai sotto al divanetto, la presi per la collottola con i denti e ringhiando la cappottai. Come fossi la mamma o il papà o un adulto del branco.
Non l’ho mai più sentita ringhiare verso di me.
Ci parlavamo in canese, con ringhi, borbottii, guaiti, zampate e posture molto poco umane e ci capivamo benissimo.
Quando era dubbiosa ci cercava con lo sguardo per capire cosa fare, ma di solito lo sapeva benissimo.

Lo Schnauzer è così, pensa e poi agisce, un equilibrio indescrivibile sotto una massa di pelo nero.
Una delle soddisfazioni più grandi del giorno del nostro matrimonio sono state le parole di due miei zii, persone di una certa età vecchio stampo cresciute in campagna, a fine giornata mi chiamarono da parte e mi dissero ” il tuo cane è una cosa incredibile, in mezzo a tutta questa gente era come se non ci fosse! Ne abbiamo visti e tenuti cani ma questa é troppo brava, se fai i cuccioli ne vogliamo uno”

E più o meno furono le stesse parole di un vecchietto calabrese che l’ultimo giorno di vacanza ci avvicinò e ci disse: “Giovini, io vi devo dire una cosa. Qua di gente ne viene tanta e di cani ne vedo tanti ma è una settimana che guardo il vostro, un cane così io non l’ho mai visto, sempre libero e sempre vicino a voi a guardare i bambini che fanno il bagno. Magari fossero tutti così”

Di complimenti in questo decennio ce ne siamo presi tanti in giro per l’Italia, Runa ha girato tanto con noi, ogni spostamento veniva valutato sul fatto che lei ci fosse ed era la cosa più naturale del mondo, non ci è mai pesato rinunciare a qualcosa perché il cane qui no e lì no e sticazzi, che vacanza è se il tuo cane non è con te?

Non mi è mai piaciuto definirmi il suo padrone, certo eravamo noi a prendere tante decisioni al posto suo per vivere in società ma si è sempre fidata (spesso borbottando per esprimere il suo dissenso) della sua famiglia e noi abbiamo sempre provato a metterci nei suoi peli (non trovarne più in giro per casa é straziante).

Runa borbottava tantissimo, ma si faceva andar bene tutto, pure Nami, la gattina trovatella ed impertinente che un giorno portai a casa e che spesso la usava come trampolino per saltare.

Una delle cose che ci ha insegnato é la pazienza: sopportava gatti, bambini poco avvezzi ai cani, persone che non le piacevano e che la dovevano accarezzare, posti poco confortevoli, suoni strani, l’impermeabile per la pioggia, io che le toglievo le caccole dagli occhi bellissimi nascosti sotto al pelo.
TUTTO.
Anche il dover cedere una pallina da tennis senza averla maciullata a dovere.

Ora tocca a noi sopportare la sua assenza.
Grazie, Runa. Ci manchi.

Autore

Nella stessa categoria...

4 Commenti

  1. Il 26 ottobre ho portato a casa la mia Runa: nera anche lei, ma primitiva nordica… cercheremo di essere all’altezza di questo nome <3 un abbraccio grande

  2. Mi dispiace tanto per Runa, tanto tempo fa lessi il primo articolo e in un attimo mi sono ricordata di lei quando ho letto il titolo, anch’io ho avuto uno schnauzer ,è morto quindici anni fa, ma mi è rimasto nel cuore, sono fantastici coi bambini, mia figlia di un anno gli morse un orecchio a sangue e lui non fece una piega! Anche se non vi conosco vi abbraccio con affetto

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico