venerdì 29 Marzo 2024

Sei (o vuoi diventare) un allevatore? Ti tolgo il saluto

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

Mi era già capitato qualche giorno fa, parlando con un’amica.
Mi ha detto di aver contattato su Facebook un’animalista, tra l’altro persona meravigliosa che si era sbattuta da matti per riuscire a sistemare un cane in grave difficoltà, e di averle confessato, sull’onda dell’entusiasmo, che un giorno (ancora lontano) le sarebbe piaciuto allevare, con la massima serietà e con tutto l’amore possibile.
Risultato? L’animalista le ha tolto l’amicizia su FB.
Stamattina, altro caso quasi identico: solo che stavolta le due signore si conoscono personalmente e pure da diverso tempo. Una dice all’altra di aver intenzione di acquistare una seconda femmina, oltre a quella che già possiede, per fare “un paio di cucciolate”… e l’altra la copre di insulti, le dà della “lucratrice sulla pelle dei cani” e decreta così  la fine di un’amicizia.
Sempre in nome del celeberrimo motto “Gli esseri viventi non si vendono!”

Sì, lo so, il tema degli scontri tra animalisti e cinofili l’ho già trattato (molte) altre volte: ma come si fa a non riparlarne, quando si sentono eccessi assurdi come questi?
Come si fa a non restare allibiti quando non si fa solo il processo agli allevatori come categoria, ma addirittura a singole persone conosciute, il cui amore per gli animali è fuor di dubbio, solo perché esprimono il desiderio di diventare, in un futuro più o meno prossimo, allevatori?
C’è da toccarsi per vedere se ci siamo… ma soprattutto c’è da chiedersi cosa continui a dividere in modo così plateale e clamoroso la cinofilia dall’animalismo, quando è evidente che dovrebbero essere, al massimo, due facce della stessa medaglia.

Riparliamone, dunque: aggiungendo, però, una nuova considerazione che scaturisce da un quesito postomi da un lettore, e che solo apparentemente “non c’entra” col discorso animalista.
Questi, infatti, si (e mi) chiedeva, qualche giorno fa: “Ma perché i Club specializzati non fanno niente per contrastare gli attacchi mediatici a determinate razze? Perché sia loro che l’ENCI, che sicuramente avrebbero i mezzi – e i soldi – per acquistare qualche pagina di giornale e forse anche qualche spot televisivo, sembrano infischiarsene altamente quando una razza canina finisce nell’occhio del ciclone per colpa di giornalisti tanto sensazionalisti quanto – di solito – disinformati?”

Proviamo ad esaminare i due discorsi insieme, perché in realtà – anche se non sembra – sono discorsi strettamente legati tra loro.
Andiamo, dunque, per ordine:

1 – Gli animalisti sono tutti pazzi fanatici talebani?

No, per niente.
Qualcuno, ahimé, c’è: fanaticissimo, senza se e senza ma.
Però i numeri dei “veri” talebani, almeno per quella che è la mia esperienza, sono irrisori.
E’ più facile trovare persone normalissime, di grande cuore, a volte anche ironiche e spiritose (lo prova il manifesto di Animalisti Italiani contro l’abbandono che vedete qui a destra, e che trovo efficacissimo proprio per la sua spietata ironia, anche se non è esattamente il massimo della finezza…).
Nella stragrande maggioranza gli animalisti sono persone che semplicemente hanno creduto a una balla clamorosa (ovvero a questa: “Gli allevatori sono merde umane che speculano e si arricchiscono sulla pelle dei cuccioli”) e che quindi provano, nei nostri confronti, gli stessi sentimenti che io provo nei confronti dei gestori di Green Hills.
Solo che i gestori di Green Hill allevano davvero cani per la vivisezione: non è solo una diceria.
Invece gli allevatori seri NON sono merdacce umane.
Per questo, essendo notoriamente donchisciottesca e scagliandomi con entusiasmo contro i mulini a vento, io con gli animalisti, quando posso, ci parlo.
E quando riesco a parlare, a presentare le mie motivazioni, a spiegare cos’è davvero un Allevatore con la A maiuscola…di solito non prendo un cazzotto nei denti, ma sento dire cose come: “Ah, sì?” “Ma davvero?” “Ma questo non lo sapevo…”
Poi, per carità: non è che alla fine del mio discorso l’animalista  cominci a girare per le strade con un megafono ineggiando agli allevatori: anche perché i pregiudizi sono duri a morire.
Però, se non altro, qualche dubbio nelle sue ferree convinzioni  sono riuscita a insinuarlo.

2 – Gli allevatori sono tutti santi?

Seee…magari!
Sappiamo tutti benissimo che gli speculatori esistono, eccome. Gente che alleva i cani in catena di montaggio, in gabbie che paiono stie per galline da allevamento intensivo, che non prova per loro il minimo affetto, che a volta non sa neppure come si chiamano e li definisce con termini come “la femmina rossa” o “la bianca e nera”.
Se in fondo alla piramide cagnaresca ci sono indubbiamente i canifici dell’Est (vedi foto a sinistra), non è che in Italia non esistano fabbriche di cuccioli, “puppy mills” come li chiamano gli americani.
E tra questi e l’Allevatore serio, l’unico che dovrebbe essere definito tale (e l’UNICO E SOLO che dovrebbe essere riconosciuto da un Ente che TUTELA le razze canine!) ci sono ancora diversi gradi di cagnaresimo più o meno spinto: che spesso vede implicate persone che apparentemente sono grandi appassionati, che parlano di amore e di rispetto, che magari fanno pure le battaglie contro questa o quell’altra ingiustizia… dopodiché accoppiano senza pudore cani malati (ma belli, ehhhh!).
E allora?
Allora la cosa che si deve fare, e far fare, e far capire a tutti, è  di-stin-gue-re!
Chiamare “allevatore” chi alleva DAVVERO con passione, amore e competenza, “produttore di cuccioli” chi sforna cani in catena di montaggio, “cagnaro” chi, magari travestito da grande cultore della razza, è in realtà un cinico che pensa solo a far soldi.
Ma questo, chi lo dovrebbe fare?
Ovviamente l’ENCI, in primis, e i Club specializzati a seguire. Perché loro, i loro polli, li conoscono benissimo. Loro potrebbero dividere e distinguere, e potrebbero pubblicizzare, premiare, aiutare solo gli Allevatori con la A maiuscola.
Purtroppo, invece…

3 – ENCI e CLUB tutelano davvero le razze e i cani?

NO! Neanche per idea.
Tutelano, al massimo, i loro Soci, tra i quali – ahimé – ci sono Allevatori, allevatori (minuscoli), produttori e cagnari.  Tutti allegramente mescolati, senza distinzione alcuna.
Ed è anche per questo, forse, che ENCI e Club non si impegnano in prima persona contro le campagne denigratorie: perché sanno benissimo di avere degli associati che allevano alla cazzo di cane (scusate il francesismo, ma quando ce vo’ ce vo’), che vendono a chiunque senza fare la minima selezione sui clienti  e che quindi, se allevano razze “toste”, foraggiano allegramente truzzi, macho deficienti che cercano nel cane la compensazione delle loro lacune…e in qualche caso anche criminali veri e propri.
Ovvio che poi chi non le ha le informazioni necessarie e distingere faccia di tutta l’erba un fascio, e demonizzi le persone serie insieme ai cagnari.

4 – Animalisti ed ENCI hanno qualche possibilità di comunicare?

Purtroppo temo di no.
Ho già parlato in altri articoli dei manifesti affissi da varie associazioni animalisti  (o sedicenti tali) che fanno “razzismo al contrario”, ovvero cercano di dissuadere la gente dall’acquisto del cane di razza pura, pensando così di “dirottarle” verso il canile (cosa che non succede praticamente mai).
Ma l’unica volta che l’ENCI ha “risposto”, qualche anno fa, l’ha fatto con una campagna pubblicitaria in cui si vedeva un adorabile cucciolo di bulldog (zappata sui piedi numero uno: scegliere proprio la razza più manipolata dall’uomo che potessero trovare, quella contro cui gli animalisti si scagliano con maggiore veemenza parlando di “maltrattamento genetico”), messo di fronte a una selva di microfoni, con lo slogan: “Un cane col pedigree ti dice tutto di sè”.
La scritta sotto recitava così: “Sì, è vero. Il cane non può parlare. Ma esiste il suo pedigree. Il documento garantito dall’ENCI che ti spiega le sue origini e ti rassicura sulla sua famiglia. Scegliendo un cane con pedigree sai già molto di lui, della sua indole, delle sue caratteristiche fisiche. Perché è bello non avere segreti con chi ami”.


Macheccarino.

Peccato che lo slogan fosse la zappata sui piedi numero due, perché gli animalisti anti-allevatori, con questo manifesto, ci sono andati a nozze.
Personalmente mi sono  sentita dire, in ordine di gravità:
a) che il messaggio era snob e sembra considerare di serie B i cani senza pedigree (il che non mi sembrava affatto vero);
b) che il manifesto raccontava balle, perché un pedigree italiano non dice affatto “tutto” del cane. Anzi, dice ben poco. E’ vero che “ti spiega le sue origini”, ma non è affatto vero che “ti rassicura sulle sua famiglia”, perché i pedigree ENCI (a differenza, per esempio, di quelli tedeschi) non comprendono sufficienti informazioni sulle malattie genetiche. E qui, purtroppo, la critica era giustificatissima;
c) che il pedigree ce l’hanno anche i cani dell’Est,  nonché i cani nati nei canifici italiani (quelli che la nostra legge agevola e l’ENCI pure), ovvero poveri “sottoprodotti” cinofili su cui non viene effettuata alcuna selezione. E purtroppo anche questo era verissimo!

Ma perché, mi chiedo, perché l’ENCI e l’FCI, anziché promuovere – simpaticamente finché si vuole – il “cane col pedigree”, non hanno investito soldi e mezzi per far capire al mondo la reale differenza tra Allevatore e cagnaro?
Perché si parla sempre e solo del pedigree, come se bastasse a dare chissà quale garanzia (vedi articolo su “I nostri cani” a destra, i cui contenuti sono convisibilissimi…però il titolo è fuorviante!), quando sappiamo benissimo che non basta affatto?
Perché non ho MAI  visto elencati e spiegati da nessuna parte  (né sui manifesti, né sul sito dell’ENCI, né sulla sua rivista “I nostri cani”) i motivi per cui l’Allevatore è il migliore alleato, e non il  peggior nemico, degli animalisti?
Che se avete problemi a spiegarlo, vi aiuto io!
Ve lo dico io, che l’Allevatore aiuta a combattere il randagismo:

a) perché i cani selezionati (e cioè tipici, sani e di buon carattere) sono quelli che danno meno problemi e che vengono abbandonati in percentuale immensamente minore rispetto agli altri;

b) perché l’Allevatore seleziona anche i clienti, non solo i cani; quindi il cucciolo in mano al becero, se solo può, non ce lo mette.
Così come non vende cani-giocattolo per i bambini e neppure labrador da guardia, husky da difesa o amstaff da caccia.
L’ Allevatore cerca sempre e solo di dare il cane giusto alle persone giuste, e in questi casi è molto difficile che poi il cane venga abbandonato;

c) perché l’Allevatore, se un suo cliente ha veri e seri problemi, il suo cucciolo se lo riprende indietro, visto che lo ama e che non vuole vederlo finire in canile.

Perché l’ENCI non dice queste cose?

Sempre per lo stesso motivo: perché tra quelli che gli pagano una tessera, e ri-pagano per iscrivere i cuccioli, e tri-pagano per portare i cani in expo o in prove di lavoro, ci sono cani e porci.
E i porci, purtroppo, facendo molte cucciolate in più degli Allevatori,  sono quelli che fanno incassare più soldi.
Ma non solo, ahimé: sono anche quelli che – arricchendosi DAVVERO sulla pelle dei cani – possono pagarsi paginate intere sulle riviste, avere duemila siti, comprarsi le “visite all’allevamento” (leggi: redazionali) e così via.
Vanno pure in TV, a volte… mentre l’Allevatore i soldi per tutto questo non li ha.
Quindi la maggiore visibilità ce l’hanno indiscutibilmente i cagnari: ed è a loro che fanno riferimento gli animalisti, quando dicono “allevatore” e pensano “merdaccia”.
Pensano a gente che sforna cuccioli a tutto spiano, senza alcuno scrupolo, senza spendere neanche molto di più di quanto non spenda un cucciolificio dell’Est. E poi ci meravigliamo se ci tolgono il saluto?

Forse qualcuno dovrebbe spiegare a queste persone che l’Allevatore non si arricchisce mai. Semmai l’Allevatore spende fior di soldi per tirar su una cucciolata come Dio comanda (ne abbiamo parlato diffusamente in questo articolo).
Il cagnaro invece  non spende nemmeno un decimo… ma per i cuccioli chiede lo stesso prezzo.
Ergo, lui specula davvero… ma la cultura cinofila che dovrebbe permettere al cliente (animalista o meno) di capire la differenza, non esiste.
Anche perché l’ENCI non fa assolutamente niente per diffonderla.
Concludendo: gli animalisti tutti i torti non li hanno, se fanno di tutta l’erba un fascio.
Perché i primi a buttar tutto nel mucchio sono proprio quelli che dovrebbero selezionare i loro associati e fare tutto il possibile per far emergere il grano dalla pula (mentre molto spesso sponsorizzano la seconda).

5 –  Se si riuscisse finalmente a far loro capire la differenza tra Allevatori e cagnari, gli animalisti smetterebbero di attaccarci?

Molti, a mio avviso, sì. Ma probabilmente non tutti.
Gli si può far capire, con un po’ di informazione, che l’Allevatore, spendendo un patrimonio per tirar su una cucciolata bella, sana, di buon carattere e iper-controllata contro tutte le patologie ereditarie conosciute, non può lavorare per la gloria. Gli si può far capire che l’Allevatore non chiede “il prezzo di un oggetto”, ma una sorta di “premio in denaro” che in parte funge da puro e semplice rimborso spese, e in parte va a premiare – appunto – il suo difficile e impegnativo lavoro di selezione… ma arrivati a questo punto, spesso ci si scontra di nuovo.
Infatti, per l’animalista più intransigente, “selezione” significa qualcosa di molto simile alla ricerca nazista della razza ariana, con tutte le implicazioni negative che la cosa comporta.

Qui il discorso si fa difficile, perché è un discorso etico/ideologico: ma si dovrebbe almeno cercare di spiegare cosa si intende veramente con “selezione”.
Bisognerebbe chiarire che allevare selezionando, ovvero utilizzando solo cani che danno certe garanzie di salute, tipicità e carattere, non significa affatto pensare che i cani bruttarelli o malati non abbiano gli stessi diritti degli altri.
Se nascono (e attenzione: nascono anche nei migliori allevamenti del mondo, perché i cani non sono robottini in scatola di montaggio, ma esseri viventi e come tali imperfetti per definizione) si devono amare, curare e coccolare come qualsiasi supercampione.
Se però non nascono, è meglio . Ed è meglio per LORO, prima ancora che per noi.

La stessa cosa, in fondo, succede con gli esseri umani.
Chiunque abbia un minimo di cuore e di coscienza di scandalizzerà ogni volta che sente parlare di genitori sciagurati che abbandonano un figlio nato con qualche problema… ma rovesciando la medaglia, credo che solo un pazzo furioso sceglierebbe apposta di mettere al mondo un bambino portatore di handicap fisici o psichici.
Anche ammettendo che abbia la vocazione del genitore-infermiere, e che gli piaccia da morire dedicare la propria vita alle persone meno fortunate, sarebbe comunque un criminale se obbligasse un’altra persona (e per di più suo figlio), a sopportare per tutta la vita un handicap che non è stato lui a scegliere.
Non lo pensate anche voi animalisti, questo?
Se conosceste una madre che sta facendo l’impossibile per mettere al mondo un bambino Down, o cieco, o con qualsiasi altro handicap, cosa pensereste di lei?
Se pensate (come spero!) che va portata immediatamente al píù vicino reparto psichiatrico, sappiate che allora siete dalla stessa parte degli Allevatori…che se gli nasce un cucciolo malriuscito, brutto o sciancato, ovviamente cercano di curarlo e di amarlo come un cane sano…ma nel frattempo cercano di fare l’impossibile perché quel cucciolo infelice possa NON nascere.
E’ questo, e solo questo il senso della selezione: non lo sterminio nazista dei non-sani, ma la massima prevenzione sanitaria nel tentativo (che non sempre riesce, purtroppo) di far nascere solo cani sani.

Ma non è vero! – ribattono gli animalisti – Agli allevatori interessa solo fare cani BELLI!
E hanno di nuovo ragione, quando si parla di cagnari (anche se in questo caso sono cagnari che magari vincono coppe su coppe).
Ma l’Allevatore maiuscolo non bada “solo” al bello. Anzi, le sue priorità sono salute, carattere e poi bellezza.
Ahhhhhhhhhh… però la bellezza c’è!!!
E certo che c’è.
Ma c’è per due motivi: uno è che “bellezza”, in cinofilia, significa “funzionalità”…. che si può intendere come “ecco, volete il cane schiavo che sappia essere utile ai vostri porci comodi”, ma si può anche intendere come “vogliamo un cane che sia in grado di svolgere il suo lavoro perché sta bene in salute e perché ha un buon carattere”.
Poi c’è l’altro motivo, sul quale si può discutere eticamente da qui all’eternità… ma converrete tutti con me che è inutile continuare a blaterare che la vita va rispettata in tutte le sue forme, che non si dovrebbe essere razzisti, che l’estetica non conta nulla…se poi la pratica si prende a pugni con queste belle teorie.

Il fatto è che non solo lo sappiamo tutti benissimo, ma giochiamo tutti allo stesso gioco.
Tu, ragazzina animalista che strilli parolacce e  insulti contro l’allevamento di cani di razza…con chi andrai in discoteca, sabato sera?
Col simpatico biondino della terza C, quello con gli occhi azzurri e con due spalle così, o con lo sfigato ciccione brufoloso della porta accanto?
Ahi ahi, bimba! Se scegli il biondino fighetto, mi sa che sei un po’ razzista anche tu.  E mi sa che dai ragione agli allevatori che cercano di far nascere cani altrettanto fighetti, perché la loro vita promette di essere molto più felice.

D’altronde basta fare un salto al canile più vicino e guardare chi sta lì da una vita.
Gli animalisti continuano a ripetere che in canile ci sono anche cani di razza: ed è vero, qualcuno c’è. Ma sono il 2-3% del totale…e raramente ci restano a lungo. Ne entrano parecchi, ma escono anche alla svelta, perché trovano quasi sempre una nuova famiglia: perché i cani belli vengono adottati più facilmente (a meno che non abbiano altri problemi, di carattere o di salute).
Ma perché?
Perché il mondo è fatto solo da carognoni, razzisti, nazisti?
No: perché il mondo è fatto di esseri umani spinti dalle stesse identiche motivazioni che spingono la ragazzina a uscire col fighetto anziché col ciccione brufoloso.
Perché l’uomo possiede un senso estetico, così come possiede un senso del gusto, del tatto, della vista.
E’  vero che abbiamo anche un’etica, e che questa ci chiede di rispettare belli e brutti nello stesso modo: ma “rispettare”  e “desiderare” sono due cose diverse.
E poi, santo cielo, non andiamo forse fierissimi del nostro amore per il bello, quando produciamo un’opera d’arte?
Perché non diamo del nazista a Michelangelo per aver dipinto la Cappella Sistina con scene di inenarrabile bellezza, anziché ricoprirla di scarabocchi?
Certo, un quadro non è un essere vivente. Non ha sentimenti, non soffre, non ci rimane neanche un po’ male se non viene ammirata.
Ma proprio perché gli esseri viventi – cani o ciccioni umani che siano – soffrono, invece, quando si sentono ignorati o quando vengono abbandonati…allora perché non cercare di far nascere solo esseri viventi il più più possibile sani E belli, che in quanto tali non soffriranno?

Con gli umani questo non possiamo farlo, ma con i cuccioli sì: o perlomeno possiamo provarci, senza far soffrire nessun altro.
Perché selezionare la razza umana è un abominio non tanto per il fine (a nessuno, suppongo, schiferebbe che tutti gli umani nascessero belli e sani!), quanto per i mezzi che si dovrebbero impiegare per raggiungerlo.
Dire a una donna “no, scusami, tu non vai bene e non ti puoi riprodurre” significa imporle un trauma psicologico.
Fare la stessa cosa con una cagna, invece, non significa niente di tutto questo!
Anche perché in natura le cagne – o meglio, le lupe – normalmente NON partoriscono: lo fa soltanto la femmina alfa, la migliore del branco. Per le altre è del tutto normale e “naturale” essere escluse dalla procreazione…
Perché Madre Natura è un po’ nazista pure lei.  E non poco!
Perché la selezione naturale funziona così: hai una malattia ereditaria? Bene, te la terrai e ne soffrirai finché campi…ma intanto camperai pochino, visto che sarai il primo a cadere vittima di un predatore o di un qualsiasi pericolo che provenga dall’ambiente.
I sani si salveranno perché fuggiranno, o lotteranno con buone possibilità di successo: tu invece cadrai, ed è per questo che non arriverai mai a riprodurti.
Ovviamente, se ti andrà bene, morirai velocemente; se ti andrà male ti trascinerai ferito per giorni e giorni, fino a morire di fame o di sete o di infezione.
Alla Natura tutto questo non importa: le interessa solo che si riproduca il meglio di ogni specie. Della fine che fa il “peggio”, si disinteressa.

In allevamento, invece, funziona così: sei malato?  Allora ti curo meglio che posso, ti coccolo, faccio il possibile per farti vivere più a lungo possibile e meglio possibile (tenendoti con me o affidandoti a una famiglia che possa seguirti nel modo migliore).
Però non ti faccio fare figli, perché voglio evitare che vengano al mondo altri esseri infelici come te.
E lo stesso discorso vale se sei bruttino: ti vorrò bene e ti coprirò di coccole…ma non farai altri cuccioli bruttini, perché rischierebbero di fare la stessa fine del ciccione brufoloso.
Potrebbero non essere amati, o non esserlo abbastanza. E non è questo che voglio per i miei cuccioli, perché i cani non amati rischiano di finire in canile.

Ecco: il randagismo, l’Allevatore lo combatte così. Non lo fa promuovendo l’adozione degli sfigati a discapito dei cuccioli belli e sani, ma cercando di NON far nascere cuccioli sfigati.
E se questo è nazismo, allora chiamateci pure nazisti. Toglieteci l’amicizia da Facebook, toglieteci pure il saluto.
Ma prima ricordatevi di invitare a cena il ciccione brufoloso. Altrimenti non vale.

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51 Commenti

  1. Ho tre figli e un labrador di 11 anni. Fra poco prenderemo un altro cucciolo di labrador, non tanto per l’estetica (è innegabilmente bellissimo), quanto per il meraviglioso carattere. C’è un punto di tutto l’articolo e di alcuni commenti che mi lascia perplessa. Non si possono paragonare i cani agli esseri umani. E’ proprio l’errore che fanno gli animalisti quando paragonano gli allevatori ai nazisti. Nel momento nel quale si chiede alla ragazzina con quale dei due ragazzi uscirebbe, se con quello figo o con quello più bruttino o, peggio ancora, quando si paragona la malattia o la menomazione del cane alla malattia o menomazione dell’essere umano, questo articolo si pone sullo stesso piano di pensiero degli animalisti sfegatati.
    Mi spiego. Come donna ho sempre scelto di accompagnarmi innanzitutto a uomini affascinanti per la loro intelligenza, la loro visione delle cose, le loro idee. Non ho mai messo la bellezza in primo piano. E fra i due della foto, non saprei scegliere senza prima averci parlato. Rita Levi Montalcini non era miss Italia, ma credo abbia fatto un po’ di più di tutte le miss italia riunite, per questo paese. La vita delle persone disabili non è una vita a metà, come dice la sciagurata dell’ultimo commento. E’ vita, degna di essere vissuta. Ho un figlio disabile, con gravissimi problemi motori, ma che gode di ogni momento, con un’intensità e una lucidità inarrivabili. Ha appena scritto e pubblicato, a soli vent’anni, il suo primo libro, che si intitola “Ho il teatro nel cuore”. Dunque, lasciamo che i cani restino cani, amati e coccolati quanto si vuole, allevati o frutto di passioni momentanee. Ma non paragoniamoli agli esseri umani.

    • Alessandra, hai pienamente ragione, ma qui si parlava di scelte non eccessivamente ragionate (come PUTROPPO è quasi sempre la scelta di un cane): e l’estetica in questi casi conta moltissimo, è inutile negarlo. Non c’entra il paragonare cani e umani: c’entra la consapevolezza che quando si fa una scelta, la bellezza influisce. Poi, certo, se il ragazzo strafigo apre bocca e ti fa cadere le braccia, magari lo lasci perdere e gli preferisci il bruttino intelligente. Ma c’è anche questo da dire: NESSUNISSIMO cane (neppure quelli belli) è così stupido, cafone, truzzo e/o ignorante da farti pensare “NOOOO! Mai più”. I cani sono tutti adorabili: quindi, quando si parla di cani, la scelta diventa tra l’adorabile bello e l’adorabile decisamente meno bello. E qui c’è davvero poca storia… a meno che non ci siano motivazioni ben più profonde, come il desiderio di salvare un cane (e meno male che ci sono persone che fanno anche queste scelte).

      • Appunto, come dici tu: “quando si parla di cani”.
        E si dovrebbe comunque aprire un lungo discorso sulla relatività del concetto di bellezza canina, perché se per me un chihuahua, un labrador e un bouledogue francese sono bellissimi, ma trovo bruttini i levrieri, per altri potrebbe essere molto diverso. Quando ho scelto un labrador, ho pensato soprattutto al carattere adatto ai bambini.
        Quando si parla di umani, la bellezza influisce poco sulle scelte: scegli un medico perché è bello o perché è bravo e intelligente? Scegli un idraulico perché è bello o perché sa riparare i tubi? Ami un uomo perché è bello? Io personalmente no.
        Ora, paragonare cani ed esseri umani (e considera che io ho il cane in casa amato e supercoccolato eh!) è fuorviante: se l’eutanasia al cane che sta soffrendo è accettabile, il concetto di eutanasia per gli umani, per me, non è accettabile. Se la selezione genetica (che non significa, credo, la soppressione dei meno belli) è accettabile per un cane, la selezione genetica nell’uomo, così come la soppressione del meno sano, non lo è. Perché? Perché gli uomini sono altro. Perché Stephen Hawkings, Rita Levi Montalcini, Fulvio Frisone, Martin Luther King, Gandhi, Leopardi, non erano belli e a volte nemmeno sani. Ma cosa sarebbe stata l’umanità senza la loro nascita?

  2. Ultima cosa.
    Valeria hai fatto un ragionamento che io sposo in pieno quando hai detto che nessunp dovrebbe permettere la nascita di individui malati, menomati, handicappati, ecc. Non lo si dovrebbe permettere per rispetto nei confronti di questi poveri innocenti che dovranno sopportare una vita a metà, fatta più di dolori che di gioie.
    Ma ti sbagli, ahimé, quando dici che nessuna persona sana ei mente metterebbe al mondo un figlio down o comunque sia malato o invalido.
    La morale comune sostiene che sia disumano privare un bambino, anche malato, del suo diritto di vivere. Perché una vita a metà é sempre meglio di niente. Perché una madre che scelga di abortire un bimbo malato é un mostro egoista.
    Ora, io non so come la pensino gli altri, e mi hanno spesso tacciata di “nazismo” per averlo detto, ma io sono fermamente convinta che il vero egoismo sia farli nascere queeti bambini soltanto per non sentirsi in colpa, o per non farsi additare dalla gente come una persona snaturata.
    Io penso che non sia un atto d’amore costringere mio figlio a vivere tutta la vita vedendo quello che non potrà mai fare e avere, consapevole di essere “oggettivamente” un peso e una enorme responsabilità per chi lo circonda, sapendo che non sarà mai libero né autonomo.
    Io una vita così l’augurerei a un temibile criminale, non certo al frutto del mio amore.
    E trovo ancora più assurde quelle persone che si battono per il diritto dei Down di fare figli.
    Eppure, conosco moltissime persone che hanno portato avanti gravidanze così per queste assurde ragioni. E hanno distrutto le proprie famiglie, la propria libertà e felicità e quella dei loro figli malati e quella dei loro fratelli sani che dovranno occuparsi di loro a vita. Senza contare che avranno da occuparsi prima o poi persino dei loro genitori. E allora cosa accadrà? Che i fratelli malati finiranno negli istituti, dove saranno tristi e reclusi mentre prima erano solo reclusi. e magari ci finiranno persino i genitori, poiché il rancore nei loro confronti é talmente grande che non vorranno più saperne nemmeno di loro.
    Triste, ma vero.

  3. Grazie della vostra sollecita risposta ; indubbiamente e’ deprimente che un cucciolo sia considerato “una cosa”, le possibilità di portare la scosa in sede legale penso che non ci siano visto che il cane e’ stato comprato senza una regolare transazione scritta e quindi si puo far fede e sperare nella sensibilità umana di questa persona che dovrebbe valutare anche il trauma generato al cane che cambierà di nuovo ambiente perdendo le sue persone di riferimento, senza pensare al nostro “trauma” visto che ci eravamo affezzionati moltissimo a questo dolce cucciolo.
    ma riteneva congrua la nostra offerta di 200 euro?
    un saluto e complimenti per il ottimo vostro lavoro
    Luca

    • Quando un cane non ha valore zootecnico (nel qual caso, sul prezzo, incidono anche le aspettative del proprietario sulle sue possibilità come riproduttore), il valore economico viene a mancare: quindi si può considerare onesta e congrua una cifra che equivalga alle spese di mantenimento del cucciolo. Sì, direi che 200 euro in questo caso sarebbero una somma equa.

        • Per valutare la morfologia di un cane si deve aspettare che lo sviluppo sia completato. I cani durante la loro crescita attraversano delle fasi un pò infelici e mi sembra assurdo voler valutare la tipicità di un soggetto di 6\7 mesi basandosi sul parere del veterinario (!!!)
          Rivolgetevi piuttosto ad un esperto (allevatore di golden o giudice di gara!)
          Che poi una cosa non mi è chiara. Questo cucciolo ha o meno il pedigree?
          Il pedigreee non viene “rilasciato” col cucciolo ma arriva a casa del proprietario entro l’anno del cane (monorchide o meno che sia).
          Il fatto che vi siano state date delle copie dei pedigree dei genitori mi fa pensare a questa seconda opzione.

  4. Gentile Sig.ra Valeria ho un quesito da sottoporle: ci e’ stato venduto un cucciolo maschio di golden di circa 3 mesi di eta’ a 700 euro dicendoci che questo era un prezzo di “favore” , chiaramente l’acquisto non e’ stato sancito con un contratto ed e’ stato fatto diciamo tra “amici” , ma dopo un primo momento di allegria per il nuovo arrivato ci siamo resi conto di :
    1) il cane portato da piu’ di un veterinario non viene “riconosciuto” a vista come un cucciolo di Golden ma piu’ come un meticcio 2) il pelo sia del mantello che della coda e’ molto corto 3) abbiamo richiesto alla proprietaria il pedigri di questo cucciolo e lei ci ha fornito sia quello della sua cagna( di sua proprietà)che quello del padre( la monta e’ avvenuta in allevamento dove la signora ha lasciato il suo cane) il pedigri del maschio era praticamente illegibile e di questo cane ci e’ stata fornita solo una foto.
    La cosa piu’ grave pero’ è che all’acquisto ( quasi 3 mesi di età)ci e’ stato detto che i testicoli non erano ancora scesi ma sarebbero scesi a breve, cosa rivelatasi falsa poiche’ tutti i veterinari da noi interpellati ci hanno detto che se non scendono entro i 2 mesi non scendono piu’ quindi di fatto il cane va castrato e non puo piu’ riprodursi oltre a non poter essere iscritto all’enci ed avere un pedigri avendo una tara genetica.
    Fatta presente questa cosa abbiamo richiesto alla proprietaria un congruo abbattimento dei costi del cucciolo anche in previsione dell’operazione che dovrà sostenere e che costa almeno 400 euro . quindi abbiamo valutato in circa 200 euro, mi dica se lo trova congruo per cortesia, il valore di questo cucciolo con una tara genetica, di dubbia genealogia, ed esteticamente non perfetto. ma la ex prorpietaria si rifiuta di restituirci parte dell’importo versato e facendo leva sull’affetto verso questa bestiola sfortunata ci ha detto ” ridatemelo indietro ed io vi restituisco i soldi” . cosa possiamo fare per farla scendere ad un giusto compromesso?? c’e’ qualche legge che ci puo’ tutelare o argomento su cui far leva per convincerla?
    Un caro saluto e grazie del suo tempo.
    Luca

    • Sì, c’è la legge sui vizi redibitori (e il criptorchidismo lo è), che però parla proprio di “sostituzione” dell’oggetto non conforme a quanto era stato promesso. Purtroppo siamo ancora al punto di considerare il cane come un oggetto ed è per questo che la legge parla di “sostituirlo”, come se si trattasse di un paio di scarpe. Per fortuna, però, moltissimi giudici hanno capito che non si può trascurare il lato affettivo e quindi esistono sentenze in cui il venditore è stato obbligato a risarcire la cifra spesa (tutta o in parte) anziché a sostituire il cane. La giurisprudenza in materia purtroppo non è ancora chiarissima, ma le sentenze a favore ci sono.

    • luca, 700 euro può essere un prezzo di favore come un prezzo alto.dipende da tante cose. da chi sono i genitori, se sono testate per le malattie tipoche se hanno titoli di lavoro ed expo o meno, ecc ecc
      il pedigree all’allevatore costa 30 euro per cui mi auguro che il “prezzo di favore” non sia stato fatto in cambio del non avere il pedigree…
      per il pelo… quando è cucciolo è piò corto si allunga crescendo. la mamma come cel’ha?
      per il padre, è normale che non sia visibile in allevamento/casa di chi ha la madre. nono sempre anzi quasi mai c’è anceh il padre. spesso si va a far “coprire” la cagna da un maschio di altri per cui è normale far vedere le foto e dare copia del pedigree del padre (e della madre) perhcè l’acquirente possa verificare anche da se varie cose.
      i testicoli a 2 mesi in genere sarebbe meglio fossero già scesi ma fino a 4 mesi direi che è normale che possano ancora scendere. in genere èv erso i 6 che si decreta definitivamente se è a posto o se qualcosa non è sceso.
      io quando vendo un cucciolo do un contrato in cui mi impegno a restituire metà della cifra pagata dall’acquirente se nonsc endono entrambi…
      comunque 400 euro per l’operazione mi sembrano troppi… senti altri pareri. non è una cosa così lunga e invasiva da fare…
      detto quersto può pure essere che la persona in questione non sia seria. ma prima di pensare che vi abbia truffato(leggendo quesit articoli che mettono in guardia dai truffatori) aspettate un attimo.
      per il parere sul cucciolo io dei vet non mi fiderei granchè, non è che sono allevatori loro. sarebbe da far vedere a qualcuno che se ne intende della razza!

      • Lupi, avevo appositamente evitato di parlare dell’argomento “morfologia” proprio perché i veterinari, normalmente, non si intendono di razze canine…ma proprio per questo, nella stragrande maggioranza dei casi, appoggiano qualsiasi cosa dica il cliente! Ho sentito decine di Sciuremarie con clamorosi meticcioni, di fronte all’obiezione “ma non mi sembra proooooprio un XXX”, rispondere piccate: “Come sarebbe a dire? Il mio veterinario dice che è un BELLISSIMO XXX!” (al posto di XXX metti pure qualsiasi razza a scelta).
        Quindi, se addirittura “più di un” veterinario ha avuto dubbi sul fatto che quel cucciolo fosse un golden, dev’essere proprio qualcosa che non gli somiglia neppure vagamente…. altrimenti, un po’ perché non sono giudici (né sono tenuti ad esserlo), e un po’ per non offendere il cliente, stai pur certa che sarebbero stati zittini!
        Sui testicoli, invece, ti dò ragione: fino a 4 mesi non si può essere certi che il cucciolo sia criptorchide. Anche se in un golden…be’, diciamo che non è così frequente che scendano tardi (negli husky, per esempio, è frequentissimo: io fino a tre mesi manco li guardavo, e a quattro ancora non mi disperavo… tanto che a un mio maschio sono scesi uno a cinque mesi e uno a quasi sei!).

        • sono daccordo sul discorso veterinari ma comunque io prima di fasciarmi la testa chiederei a qualcuno esperto della razza comunque sia.
          per i testicoli si anche ai lupi in genere a 2 mesi ma anche prima sono già scesi ma capita che scendano dopo per cui prima di recriminare la restituzione di parte del pagato è meglio attendere ancora un po…

      • Grazie Luipi della sua risposta,
        Il cucciolo adesso ha oltre 4 mesi e non si sentono ( 3 veterinari diversi) nemmeno i testicoli, mi dicono essere ancora nell’addome. Il padre e la madre non sono “campioni” , non hanno fatto gare di bellezza non hanno titoli da lavoro ; non sono a conoscenza se e’ sono stati testati sulle malattie tipiche , displasie e gomiti e comunque non mi e’ stato detto nulla da parte della proprietaria a proposito di questo.
        L’operazione e’ stata valutata circa 400euro consiederando che va fatta praticamente tra circa un anno e che la posizione ” occulta” dei testicoli necessita ecografia e un’operazione un po’ piu’ invasiva ( mettiamo anche in conto decorso, medicine ed ulteriori visite di controllo) abbiamo inoltre saputo che un ulteriore cucciolo della cucciolata e’ affetto dallo stesso problema.
        Per quanto riguarda la morfologia di questo cucciolotto il muso particolarmente lungo, e l’attaccatura alta delle orecchie che non sono per nulla schiacciate verso la zona temporale lo fanno somigliare moltissimo ad un incrocio golden/maremmano.
        Per quanto riguarda il pedigri non ci e’ stato fornito quello del cucciolo ma solo quello dei genitori e non penso che l’enci dia un pedigri ad un cane con una tara genetica.
        se vuole le invio una foto del cane mi farebbe piacere sapere una sua valutazione in merito.
        Un saluto e grazie
        Luca

        • beh comunque sia non è vero che si deve aspettare un anno a toglierli… e comunque una ecografia con 50 euro si fa… secondome si fa con meno, non è così invasiva come operazione… comunque quello è il minimo.
          ad ogni modo fino a 6 mesi non ha senso rivendicare nulla.
          quindi ricapitolando SI 700 euro per cani che non hanno fatto niente e che non sono testati è decisamente un furto. non dovevano chiedere più di 3-400 euro massimo…contando che a quanto ho capito non hanno il pedigree… il cane può anche non essere tipico ma almeno che sia sano quindi è doveroso che si faccia almeno le lastre per la displasia…
          iol comunque non sono proprio un espertona di golden anche se magari vedendo la foto un’idea me la faccio.
          e meno male che erano amici eh…

          • domanda tecnica: ma se sia il papà che la mamma hanno il pedigree… non dovrebbe averlo anche il cucciolo (seguendo le dovute burocrazie)?
            Il pedigree mica attesta la tipicità o l’assenza di tare… o mi sono persa qualcosa?

          • non è automatico che se mamam e papa cel’hanno cel’abbiano anche i figli. va richiesto all’enci… con appositi moduli.se non si richiede niente pedigree. il che fa pensare che forse qualcosa non torna… in quanto il epdigree costa 30 euro a cucciolo a farlo…e non è certo non facendo il pedigree che il padrone della femmian si arricchisce vendendo i cuccioli…
            oppure molti che hanno il cane di razza e incontrano un altro che ha un cane della stessa razza dicono dai che li accoppiamo, così senza controllare nulla ne sulla salute dei genitori ne sulla compatibilità dei pedigree degli stessi, il che è molto rischioso epr la salute dei nascituri, e poi non fanno il pedigree solo èperchè tanto a loro non interessa non devono mica fare le gare…ma forse è meglio così almeno nascono dei meticci e se fanno dei casini non vanno a “sporcare” il lavoro fatto da altri.

          • x sciuramaria: si, un cane ha pedigree solo se i genitori lo hanno e se le pratiche burocratiche vengono espletate. Non attesta ne salute,ne nulla. quindi neppure la presenza dei testicoli

            di Luca: mi stupisce che prima compra un cane ‘dubbio’, poi scrivendo viene fuori che sa che esistono controlli displasia e patologie, usa anche un termine cinognostico ‘zona temporale’ … Ma allora, sto cucciolo lo volevate di razza oppure va bene quello che vi han dato?
            del resto, se volevate altre garanzie, certo sapevate che con 700 euro prendete quello che vi han dato, nulla di +. e ora vi lamentate? … mha..

          • eh forse ste cose come molti… le han scoperte DOPO informandosi magari dietro consiglio di qualcuno più esperto di loro e che ci ha visto cose poco regolari…sai quanti?

          • per DANI
            detto per inciso , il cane e’ stato venduto alle nostre figlie di 19 anni che ci volevano fare una sorpresa e con i loro soldi hanno comprato questa bestiola all’insaputa dei vari problemi che “nascondeva” ; Io pur avendo sempre avuto cani ( quasi mai di razza ) ed essendo fondamentalmente un amante degli animali, vorrei tenermi il cucciolo perche’ ci siamo affezzionati e non e’ una tara che lo rende ai miei occhi brutto o bello ( x me e’ sempre bello) ma, ed e’ su questo che si sta dissertando, e’ la “rapina” che ci stanno facendo che non mi va giu’ soprattutto perche’ hanno carpito la buona fede di due ragazze che nulla sapevano sull’argomento. Per quanto riguarda i termini medici o aver saputo che ci sono controlli per displasia o altro ..beh come ha giustamente ipotizzato Lupi, le persone oggi si informano utilizzando a fondo Internet che e’ una risorsa preziosissima di informazioni.
            Mi stupisce molto che con facilità si dice ” beh con 700 euro cosa vi aspettavate?? ” credo che questi prezzi astronomici non hanno proprio ragione di essere .. e poi ci stupiamo delle vagonate di cani importati !!!! e’ diventato un bussines troppo grande secondo me!
            un saluto

  5. E infine aggiungerei che è praticamente impossibile scegliere un cane senza fare discriminazioni o “razzismo”. Il più convinto animalista, se messo di fronte una cucciolata, magari non sceglierà il più bello, dato che le sue “convinzioni etiche” glielo impediranno, ma sicuramente sceglierà il più socievole e il più dolce (ossia ciò che sceglierebbero anche i non illuminati dal Verbo del perfetto animalista!). Di sicuro scarterà lo “scemotto” della cucciolata che corre a zonzo e si rincorre la coda, e il brontolone che gli fissa le scarpe e abbaia: anche questa è discriminazione; anche questo è “razzismo”.
    Scegliere senza compiere un minimo di selezione, e quindi di discriminazione è praticamente l’antitesi della natura umana: esattamente come non vedremo mai “sciuremarie” entrare in un supermercato e mettere nel carrello tutto ciò che gli capita a tiro, non vedremo mai animalisti o sedicenti tali entrare nel canile comunale bendati e coi tappi alle orecchie, per portarsi a casa la prima cosa pelosa che toccano.

    • Si penso che il razzismo in senso largo sia una dote per la sopravvivenza, e di sicuro ce l’hanno i cani stessi, quanti non sopportano i maschi o le femmine, quanti ce l’hanno con certe taglie, ma addirittura quanti sono diffidenti verso una specifica razza?

    • vorrei aggiungere qualcosa alle considerazioni di Dario. Quello che i talebani da canile non tollerano (ma spesso sono solo indottrinati, come faceva notare “lupi” nel suo commento) è la selezione delle razze che, a loro dire, sarebbe finalizzata all’ottenimento di un essere superiore. Una sorta di cane ariano allevato da nazisti e contrapposto al meticcetto o incrocio che dir si voglia. Chi glielo spiega che il lavoro dell’allevatore è invece teso a mantenere viva e sana una biodiversità? chi glielo spiega che incrociando un pastore tedesco con un dobermann si distruggono due patrimoni genetici?
      Ora, io non ho mai visto questi pseudo-animalisti scagliarsi contro la razza limousine, romagnola, maremmana, chianina…oppure l’andaluso, il berbero, l’arabo…tanto per citare mucche e cavalli. Di ovini, suini, bovini, equini, non gliene frega niente. Eppure tutte queste razze sono nate per opera della selezione umana. Perché non ne chiedono la scomparsa attraverso il rimescolamento casuale dei patrimoni genetici?
      Il cane di razza, nell’immaginario del moderno talebano da canile, è un oggetto da esibire in deliri edonistici, con tutta la sua bellezza e nobiltà (anche se molte razze in realtà belle non sono, non fosse altro per la disarmonia che alcune necessariamente presentano). Non sanno, i meschini, che già in alcuni affreschi del 1300 si vedono i bracchi italiani, tanto per fare un esempio. Cosa ne potranno mai sapere del lungo percorso delle razze canine, alcune selezionate da secoli? Non ne conoscono l’origine e forse pensano che vengano create come vestiti da esibire a seconda del capriccio e delle mode. Novelli moralizzatori da strapazzo.
      L’unica cosa importante sembra essere una sorta di furia iconoclasta.
      Una volontà distruttiva nei confronti delle varie razze che ci stanno accanto da secoli.

      • La cosa che ancora non riesco a spiegarmi è come dopo averti fatto il pippone sul cane di razza geneticamente maltrattato e aver magnificato i meticci come unici e veri “cani”, sani e intelligentissimi, al momento di scrivere un appello tutti i cani diventano miracolosamente di razza o incroci. Il cane a zampa corta diventa bassotto, il comunissimo bastardone fulvo o nero diventa labrador e così via. Ho visto un meticcetto tipo volpino che non arrivava all’altezza dello stivale del volontario venir definito border collie perché bianco e nero.

  6. Veramente un bell’articolo,concordo con te Valeria…riguardo all’ENCI che dovrebbe tutelare le razze e non lo fa sono d’accordissimo…infatti da povera neofita ho appena scoperto che una volta per ottenere l’affisso per un allevamento erano necessari due cagne selezionate,titoli di molto buono in expo enci e raduni,fotocopie dei certificati genealogici delle 2 o più fattrici del richiedente,elenco delle qualifiche ottenute dai soggetti di proprietà del richiedente,e due cucciolate;mentre ad oggi basta semplicemente risultare proprietario di almeno due fattrici e registrare almeno due cucciolate che ottieni l’affisso senza neanche accertare la tipicità dei soggetti allevati !!!! Sono veramente basita! Ma non si rendono conto di ciò che fanno? In questo modo,chiunque può ottenere un affisso,e l’affisso non è più l’ “etichetta di buona qualità” ma semplicemente un “orpello” che può essere preso da chi ha più soldi !!! A questo punto,che differenza c’è fra allevatori o privati? Che senso ha l’ AFFISSO ? I poveri neofiti come me come si orientano?
    Oltre a manifestare il mio dissenso per questa cosa qualcuno sa dirmi da quanto tempo è che è stato cambiato questo punto nel regolamento?

    • Da quanto tempo, di preciso non lo so, direi almeno un paio d’anni. qui, Silvia, nn è colpa dell’ENCI. solo in Italia erano richieste queste norme, e per adeguare l’Italia ai paesi FCI, dove basta appunto essere propr di 2 femmine e aver fatto 2 cucciolate x richiedere affisso, l’ENCI ha dovuto cambiare la norma.
      Certo che per una volta !!!! che si facevano le cose a modino, avrebbero potuto insistere che gli altri ! si adeguassero all’Italia, e non al contrario.. … Uff ! 🙁

      • Ho capito grazie..sono d’accordo con te…se veramente l’enci tutela le razze e chi le alleva nel migliore dei modi avrebbero dovuto insistere con pugno di ferro a mantenere il regolamento così come era…!!
        Adesso diventa piu difficile riconoscere un Allevatore con la A maiuscola 🙁

  7. Il problema purtroppo è che troppa gente si vanta di essere Allevatore quando in realtà rientra alla grande nella definizione di CAGNARO.. è questo che manda in crisi animalisti e gente comune.. come si può distinguere un allevatore da un cagnaro quando entrambi spesso hanno affisso ENCI senza problemi?
    Magari qualcuno parte prevenuto quando sente dire VORREI PRENDERE UN SECONDO SOGGETTO E COMINCIARE AD ALLEVARE perchè si teme sempre che dall’altra parte non ci sia reale consapevolezza di quel che comporta essere un Allevatore serio e che finisca con il fare le cose in modo superficiale giusto per vedere e vendere i cuccioli di Fufi che tanto si vendono con facilità. Forse è anche questo il timore di molti.

  8. Bell’articolo, anche se devo dire qualche punto me lo lascia inespresso 🙂

    Forse è la mia zona, o bho.. però gli “animalisti duri e puri” son abbastanza e con punti abbastanza ridondanti ma non trattati.
    Inizio col dire che portando fuori Bat (meticcino di 3 anni. Costituzione robusta tipo beagle, nano ma grosso, molto sproporzionato con zampone, occhio e orecchioni e morbidissimo, tanto che spesso lo scambian per cucciolo e fa tenerezza). Diverse volte son stato fermato da volontari (ed ex volontari) dei canili che attaccano con la loro vita ed il loro amore universale verso i più sfortunati. Tutto bellissimo, anni ed anni in canile a salvare i meno fortunati. Lodevole, però alla loro specie ci han mai pensato? chi 5, chi 10, chi 20 anni di volontariato nei canili, ma quanti son stati spinti da questo amore negli orfanotrofi, ospedali, o dai senza tetto? Questa domanda 3/4 delle volte non era a loro favore. Non che voglia sminuire il grande operato nei canili e volontariato umano comunque c’è, solo che quando quei 3/4 mi dicono “eh, per certa gente è più facile amare cani belli e sani piuttosto che i meno fortunati”, a me viene da rispondere (mai fatto, ma credo lo farò prima o poi) “eh, per certa gente è più facile amare un cane con 3 zampe che non un ex-pompiere ridotto rovinato da un incendio o un bimbo focomelico”, quindi al pari della strada facile che indicano in chi cerca cani di razza, io vedo in loro un “amore facile” e non così universale come la vendono loro. Ribaltando la cosa, conosco un’infermiera che ha un cocker, questa infermiera però è stupenda, sia sul piano professionale che umano e spesso è oltre a quello che dovrebbe essere il suo ruolo solo professionale, interessandosi, aiutando e stringendo amicizie. Quindi chi dovrebbe imparare cos’è l’amore, lei perchè non ha un cane del canile? O loro che fingono di dimenticarsi i loro simili meno fortunati? Non giudico niente e nessuno, non dico che è più giusta una cosa o l’altra, solo che se mi si cerca di impietosire in modi ipocriti, come quelli che nella mia zona son la norma, io sbrocco.

    Stessa incoerenza d’amore che mi causa ulcera, è quando sento “è giusto andare in canile perchè i canili son pieni, i cani son tanti e quindi non bisogna farne di nuovi!”, giusto, ed a proposito gli orfanotrofi son vuoti, non esistono orfani e non c’è il sovraffollamento mondiale, quindi questa coerenza vi ha portato a moltiplicarvi come ricci. E ripeto, non è mia intenzione sminuire chi adotta o fà figli propri, ma se vuoi darmi un obbligo morale al canile, devi mantenewre la coerenza di quel che dici anche con la tua specie.

    Poi si cade nel banale, “la vita non si paga, non ha prezzo ed è sacra”, disse mangiando una costata ai ferri.
    Poi vabbè, i pezzi su “con chi vuoi uscire stasera”, su chi abbandona chi e su chi vive perennemente in canile e chi viene adottato subito sarebbero da ricordare ogni volta.

    Senza dimenticare che c’è anche chi dice “ogni cane ha carattere diverso..” e fin qui è sacrosanto, ma conclude con “..quindi la razza è solo estetica e tanto vale il canile”

    • Paolo, concordo in parte con la tua analisi, anche se il classico “ecco, ti occupi di cani quando ci sono i bambini che muoiono di fame!” non mi convince mai. Primo, perché chi ha amore da dare solitamente si impegna su più fronti; secondo, perché non abbiamo tutti lo stesso tipo di sensibilità. E non credo che sia una colpa.
      Io, per esempio, sono figlia di medico: ovviamente avrei avuto la strada spianata, se avessi fatto la stessa scelta … però ho deciso di far veterinaria, perché se avessi salvato degli umani mi sarei chiesta, ogni volta: “Avrò salvato una brava persona, o magari un killer?”; mentre con gli animali questo non poteva succedermi. Poi non ho finito manco veterinaria, vabbe’: però non mi sono mai sentita colpevole per questa scelta. Anzi, la rifarei identica domani. Questo non significa che io speri che l’umanità vada a ramengo: però l’umanità NON è innocente e pura come il mondo animale. E se mi devo impegnare per far stare meglio qualcuno, in piccola o in larga scala che sia, preferisco dedicarmi a chi sicuramente lo merita.
      E non sono animalista.

      • sì, io (forse nn l’ho esposto in modo chiaro) odio quando mi si dice “se non lo prendi al canile, sei immorale e non ami veramente”, quando in realtà sentirmi dire così mi aumenta solo l’astio perchè questo grande amore, in realtà è come dici un’amore parziale e le loro idee non possono descrivere quanto io possa amare o meno in altri ambiti. chiudendosi su questi punti al punto da allontanarmi dal loro mondo (mi spiace perchè di mezzo ci vanno i cani innocienti, ma son arrivato al punto di dire che o cane d’allevamento o di un canile lontano lontano da queste persone, tanto i canili sfortunatamemnte son molti e posso andare in un altro).
        Tutto qui, non voglio fare il discorso dei bambini che muoiono di fame (anche se un bimbo focomelico killer non l’ho mai visto..) perchè non è il mio pensiero, solo che non posso dar giudizi sulla moralità di una persona in base ad una mia idea. anche perchè ci sarebbe il viceversa, ovvero troveresti così moralmente inopinabile una volontaria di medici senza frontiere che opera in pediatria, se a casa fà patire i suoi cani e familiari? io non sopporto chi pretende di guidare le mie scelte strumentalizzando certi sentimenti.

        • Sono in larga parte d’accordo con Valeria, salvo il concetto “ti scelgo perché sei bello esteticamente”.
          Solo i “superficiali” scelgono un cane (o una persona, per me é uguale) in base al suo aspetto.
          é innegabile che ci sentiamo attratti dai belli (ripeto, siano essi animali o umani) ma poi per una persona di un certo spessore sono altri i parametri che entrano in gioco: la compatibilità di caratteri, quel feeling speciale che ci trascina l’uno verso l’altro a dispetto delle nostre intenzioni…
          Mi é capitato spesso di vedere, fra un gruppo di gatti, quello che ritenevo il più bello e pensare di scegliere quello, salvo poi venire attratta irresistibilmente da un altro micio che mi aveva colpita per il suo comportamento.
          Idem col mio uomo: quando lo conobbi era l’ideale estetico di tutto quello che non mi piaceva in un uomo. Poi il suo carattere mi rapì e per me diventò l’uomo più belli sulla faccia della terra.

          Quello che voglio dire é che comunichi l’idea errata che solo i belli vengono scelti perché sono belli, e che questo debba essere il metro di giudizio nella scelta. Io penso che non debba essere così né nella scelta di una persona né in qurlla di un animale.
          Poi ovviamente gli Allevatori selezionano anche in base a criteri estetici ma per ragioni di standard, non meramente estetiche. Altrimenti certe razze, semplicemente, non dovrebbero esistere, tanto son brutte!

          E non é vero che in canile restano solo i cani brutti, anzi! Nel mio lavoro di volontaria mi scontro praticamente sempre con la realtà che le persone preferiscono adottare gli animali più brutti, malati e disgraziati piuttosto che quelli belli, forti e sani. Infatti mi ritrovo con una ventina di gatti stupendi che nessuno vuole. E molte volontarie, per reazione, si sbattono a inventare le storie più strappalacrime pur di piazzare anche questi poveri animali colpevoli di essere ancora sani nonostante la vita randagia.

          E rispondo all’amico: mai visto un cane grasso in canile. Anzi! E se quei luoghi sono sporchi, le strutture inadeguate al contenimento dei cani, fatiscenti… non é per far passare la voglia alle persone di andare ad adottarsi gli animali ma é perché NON CI SONO I FONDI NÉ VOLONTARI A SUFFICIENZA PER FAR FRONTE AL CARICO DI RESPONSABILITÀ.
          perciò, anziché venirmi a dire che un volontario é un ipocrita perché non va pure a d aiutare al prontosoccorso, vacci pure tu in canile ad aiutare. Forse, con il tuo aiuto, il volontario cinofilo troverà il tempo di venire anche in ospedale a dare una mano, anziché essere abbandonato a se stesso e al suo fardello insormontabile perché additato come uno che “anziché aiutare i malati e i barboni preferisce aiutare le bestie”. Prova a pensare che il volontario sta cercando di porre rimedio alle azioni sconsiderate di qualche umano, le cui scelte leggere e IRRISPETTOSE hanno avuto terribili conseguenze su esseri INNOCENTI. VITTIME. Proprio co.e gli orfani so

          • Proprio come gli orfani sono vittime delle persone che li hanno abbandonati.
            Io sono animalista, vero, ma vado oltre: io semplicemente non faccio differenza fra uomo e animale: entrambi, tutti gli esseri viventi, hanno pari diritto di essere amati, rispettati, tutelati, aiutati a vivere.
            Se io scelgo di dedicarmi ad aiutare gli animali piuttosto che le persone é soltanto perché questo mi fa sentire meglio e perché credo sinceramente che ce ne sia più “bisogno”. Nel senso che, intorno a me, i randagi sono gli unici senzatetto. Ma anche perché mi sento in grado di aiutare un animale mentre non mi sento in grado di aiutare un uomo che fosse altrettanto bisognoso. Ma queete sono scelte personali che nessuno ha il diritto di criticare o discutere. Dopo tutto, io potrei facilmente ribaltare la frittata, domandandoti cosa ti rende tanto certo che, soltanto perché appartenete alla stessa specie, tu abbia il dovere di aiutare una persona indigente piuttosto che un cane.
            Quando e con quali parole, a un certo punto, Madre Natura ha stabilito che l’uomo ha più diritti degli altri animali? E dove l’ha scritto, affinché venisse tramandato ai posteri?
            Mai. Da nessuna parte. Queste sono le risposte. si tratta solo di scelte, inclinazioni. Null’altro. 🙂

  9. Salve,

    ho letto attentamente l’articolo ed i commenti al seguito…
    mi trovo in accordo su molti passi affrontati nell’articolo ma c’è qualcosa che manca.

    manca il punto dove si definisce il termine: CAGNARO. Non basta:”…travestito da grande cultore della razza, è in realtà un cinico che pensa solo a far soldi”. NON E’ SOLO LUI!!

    CAGNARO: è il privato che fa accoppiare il suo cane e REGALA i cuccioli che non sa dove mettere.

    CAGNARO: è il veterinario che consiglia la prima cucciolata della femmina perchè “gli fa bene”!

    CAGNARO: (e anche un bel po stronzo) è il proprietario che tiene il cane in giardino e non lo fa uscire MAI!!

    CAGNARO: è il proprietario che prende in braccio il suo cane se ne incontra un altro per la strada!

    CAGNARO: è chi mette il cappottino ad un HUSKY l’inverno perchè HA FREDDO!

    CAGNARI: tutti quei negozi di animali che tengono i cuccioli in vetrina

    CAGNARO: è chi riesce a trasformare un “LABRADOR” in un cane aggressivo e poi è convinto che la colpa sia del cane!

    CAGNARO: sono quelli che gestiscono i canili e mandano i VOLONTARI allo sbando senza avere un minimo di preparazione (ed anche un minimo NON BASTA)

    CAGNARO: il PRIVATO che fa accoppiare e vende i cuccioli del suo cane e si crede un allevatore.

    questi e molti altri secondo me sono i CAGNARI … e animalisti e allevatori dovrebbero fare INSIEME qualcosa perchè se aspettiamo le istituzioni, abbiamo sbagliato Paese!!

    • Be’, Karlette, ma questi non sono proprio cagnari: sono ignoranti, imbecilli, incapaci ecc. ecc….
      Nell’articolo si faceva comunque riferimento solo agli allevatori… e mancano ancora TANTI punti pure lì! Ma non potevo scrivere un’enciclopedia 🙂

    • sono daccordo con te tranne un punto:
      CAGNARO: il PRIVATO che fa accoppiare e vende i cuccioli del suo cane e si crede un allevatore.
      e scusa, definiscimi privato, allevatore e dimmi dove sta scritto chi ha il diritto di riprodurre cani e chi no e perchè…e soprattutto perchè mai avendo spese come tutti gli allevatori non dovrebbe venderli… asd un prezzo sensato chiaramente…
      non pensi che invece dovresti dire cagnaro è chi fa rirpodurre ilc ane e non ne ha un’idea di cosa e come e siamo daccordo…

  10. Tanti mi chiedono di che razza sia il mio… meticcio, alcuni dicono che é cosí bello che sembra uno di razza.
    Comunque la selezione umana c’é, non la impone nessuna persona ma il dio denaro e i canoni di bellezza. Il ciccione brufoloso ha qualche chanche di arrivare a fare figli belli.. Se é ricco. I belli prolificano, gli agiati anche, e forse questi lo sono per meriti.
    E meno male che é cosí

  11. il problema è sempre quello, chi fa manovalanza è spesso indottrinato da chi fa altri tipi di business sui cani da canile…e lo si convince che gli allevatori sono tutti cattivi…

  12. Io ho adottato un incrocio di Golden, che però è passato direttamente da uno stallo a noi (passando per la casa di amici allergici che l’avevano adottato inizialmente).
    Personalmente lo trovo bellissimo (anche la gente per strada lo trova altrettanto bello). Quello che mi dispiace, rispetto al vero Golden che avevo intenzione di prendere, è l’incertezza sul carattere, che c’è anche nei cani di razza, per carità, ma che in questo caso è senz’altro maggiore.
    Da un punto di vista estetico mi piace addirittura di più il mio, perché è più slanciato e ha un bellissimo pelo quasi rosa, non troppo lungo, facilissimo da tolettare e autopulente.

    Quanto ai cani di canile: lo sporco si lava, il pelo arruffato si pettina… ma se il cane ha un brutto carattere (non per colpa sua, ma ce l’ha) bisogna essere proprio bravi e sicuri di sé per recuperarlo. E in più sono certa che il volontari del canile, per quanto ammirevoli, salvo eccezioni non siano in grado di capire veramente i cani da un lato e gli umani dall’altro e dare i giusti consigli per la scelta. Secondo loro il cane (qualsiasi cane) ha solo bisogno di amore… che non è proprio vero. C’è troppo sentimentalismo e troppa poca cultura (che io non ho e proprio per questo avrei preferito un cane di razza).

  13. un piccolo commento: la prima foto, quella del “non comprare animali, adottali dai rifugi” dice tutto.

    Chi vi appare? un bloodhound e un gatto che non è certo un randagio (potrebbe essere un cucciolo di norvegese delle foreste???)

    Un bloodhound, non un simpatico cane da pagliaio, tantomeno un ospite del canile.

    Come se presso i rifugi si trovassero i bloodhound a centinaia, portati lì con le carriole!!! Chi glielo spiega che per averne uno bisogna andare da un allevatore e pagare?

    Questi pensano che i cani si siano selezionati da soli, senza l’intervento dell’uomo!

    Vorrei aggiungere una cosa: questi “animalisti” non si scandalizzano per una Chianina o per una razza equina. Eppure anche per le mucche chianine esiste il libro genealogico; anche le chianine sono state selezionate dall’uomo, così come il cavallo arabo e tante altre razze di animali. Tutto questo succede da secoli ed è portato avanti dagli allevatori.
    No! si scandalizzano solo per i cani…
    perché il cane che ti guarda attraverso le sbarre, con i suoi occhi languidi e la capacità di comunicare emozioni, è il soggetto ideale per incolpare qualcuno. Una mucca (selezionata, selezionatissima) non serve allo scopo, non presenta le caratteristiche del cane.
    Altro che amore per gli animali.

    Un po’ come la Brambilla e Veronesi, con il loro manifesto “La coscienza degli animali”…solo che poi se ne vanno a giro con belle scarpe di pelle, camicette e cravatte di seta, borse pregiate, ovviamente fatte con le migliori materie prime animali…W la coerenza!

  14. Articolo interessante e ti do ragione su tutto pero’… Ho qualche commento sulla parte estetica. E’ vero che in linea di massima tutti prenderebbero un cane bello piuttosto che brutto, pero’ l’estetica di cui si occupa un buon allevatore e’ piuttosto diversa da quella comune; dal punto di vista emotivo, alla fine, bello viene considerato un cane che rispecchia le proprie preferenze: se amo i cani grandi a pelo lungo considero bello un cane grande a pelo lungo e brutto uno piccolo a pelo corto. Pero’ questo si rifa’ alla scelta della razza: in questo caso scarterò il chihuahua o il pinscher e puntero’ sul bovaro del bernese o il terranova. Perciò mi basta trovare un’allevamento di una di queste razze, fine. L’estetica di cui si occupa l’allevatore riguarda per lo più “dettagli tecinici”: angoli, appiombi, ecc. Se alleva Terranova o bernesi (ed e’ un bravo) si da per scontato che abbia comunque cani come piacciono a me, cioè grossi e a pelo lungo. E infatti molti cadono nella trappola dei cagnari perché anche un cagnaro che tiene bovari del bernese avrà comunque cani che mi piacciono, se il mio criterio di valutazione e’ grosso-a pelo lungo, quindi mi vanno bene lo stesso!
    Inoltre quello che noto spesso, e che secondo me puo’ essere una spiegazione al fatto che in pochi prendano cani in canile, e’ che si tende a fare associazioni del tipo meticcio=brutto, sporco, malato, cane di razza=bello, sano, pulito. In fondo anche i media ci presentano immagini di cani meticci quando si parla di canili maltenuti e randagismo, e sono ovviamente cani sporchi e spesso malati. E quando si parla dell’agility, dei cani da ricerca scomparsi, o di un albergo/ristorante che ha fatto iniziative dog friendly, le immagini sono sempre di cani di razza. E quindi questo dirotta la sciuramaria del caso sul cane di razza, perché funziona come le pubblicità, che mostrano ambienti bui e gente triste quando manca il prodotto, e gente felice e ambiente luminoso quando compare il prodotto. Se per esempio si parlasse di quei (pochi purtroppo) canili dove i cani sono sani e puliti e giocano allegri su praticelli curati, forse uno si farebbe un idea diversa del cane meticcio, e si renderebbe conto che la bellezza e’ soggettiva, non assoluta; non ci sono tipi/categorie di cani assolutamente belli o assolutamente brutti, ma solo cani PER ME belli o brutti. E quindi ogni tipo di cani ha il suo tipo di persona a cui piace… E quei cani che sono oggettivamente brutti, per tutti, sono quei cani poco muscolosi e grassi per il poco movimento o alimentazione sbagliata, sporchi, mai spazzolati o lavti e con addosso mucchi di sporcizia, magari anche malati, e quindi in sintesi sono brutti a causa dell’incuria dei proprietari o chi deve prendersene cura.
    Secondo me l’allevatore serio sicuramente combatte il randagismo non facendo nascere cuccioli che potrebbero essere abbandonati perche’ malati o di cattivo carattere, ma secondo me non dal punto di vista estetico… Perché l’estetica soggettiva di ognuno e l’estetica selezionata da un allevatore (proporzioni, dentatura, ecc.) sono piuttosto distanti, e inoltre nessuno abbandona un cane perché e’ brutto… Di solito la gente ci pensa prima e se non ama, che so, i cani col pelo riccio prende direttamente uno col pelo liscio, non ho mai visto nessuno che prenda un cane a pelo riccio e poi lo abbandoni perché e’ brutto!! Sul piano estetico secondo me bisognerebbe fare dei corsi di “marketing” ai gestori dei canili, perché quando uno entra in un canile e vede sporcizia ovunque, ciotole e sacchi di cibo lasciati in giro, strutture fatiscenti, cani sporchissimi e grassi ecc. , la voglia di prendere un cane in canile gli passa. Se invece i canili fossero magari anche poveri, ma ordinati e puliti con cani snelli e spazzolati, e magari le gabbie organizzate in modo che i cani stiano tranquilli e non abbaino o si agitino continuamente perché sono piazzati davanti a una porta da cui entra e esce continuamente gente, magari una persona resta li un po’ di più’… E allora gli si puo’ presentare i cani, trovare quello giusto per lui/lei, e dare in adozione molti piu’ cani.

    • in cinotecnia l’estetica non è soggettiva, ma oggettiva e ricercata per la funzione: ogni razza ha la sua descrizione estetica e quello che per una razza è corretto, adatto, funzionale (es: pelo del husky) in un altra è assolutamente NOn ‘bello’ (es: carlino con pelo da husky)
      L’unica soggettività è quella che può inserire il giudice in expo, anche se cmq in piccolissima parte. Nessun giudice premierà un carlino col pelo da husky! potrebbe invece premiare piccole differenze/difformità rispetto a quanto descritto dallo standard, ma + di tanto non potrà mai discostarsene, se non vuole essere linciato dagli espositori (in prima istanza) e ridicolizzato nel mondo (in seconda istanza)

      • Ah, no, ma non parlavo di questo! In cinotecnia certamente l’estetica e’ oggettiva e funzionale, io parlavo dell’estetica proprio soggettiva di uno che, per esempio, dice “io adoro i cani grandi e non sopporto quelli piccoli” che non ha nessunissima motivazione cinotecnica ma e’ solo una preferenza “così”, come uno può preferire un maglione rosso e uno un maglione verde

          • Si, ok, ma quello che intendevo e’ che l’articolo dice che un cane bello e’ un cane che ha piu’ possibilità di essere scelto e non venire abbandonato, perciò l’allevatore che alleva cani belli fa (anche) in modo che questo trovino casa piu’ facilmente. Pero’ secondo me questo non e’ del tutto vero perché il cane bello, secondo l’allevatore, e’ quello che rispecchia lo standard di razza, e quello brutto quello con difetti, in modo molto oggettivo. Invece per la persona qualunque, bello e’ il cane che piace a lui/lei, brutto quello che non gli piace, quindi in modo soggettivo. Quindi se, per esempio, uno ama le razze a pelo lungo, andrà dove troverà cani per lui belli (quindi a pelo lungo), anche se cinotecnicamente terribili, e non dove troverà cani belli in senso cinotecnico ma magari brutti per lui (quindi per esempio a pelo corto).
            Perciò secondo me l’estetica nell’allevamento non e’ che aiuti in realtà molto a combattere il randagismo; poi ovviamente e’ indispensabile alla funzione del cane. Ovviamente con la salute e il carattere e’ l’opposto, un sacco di gente abbandona il cane perché non riesce a conviverci, o peggio ancora perché si ammala di continuo e la famiglia non ha più possibilità per curarlo.

  15. Valeria, la tua dedizione alla causa è ammirevole… ma sono pessimista sulle possibilità di “conversione” della maggior parte degli animalisti, non tanto e non solo di chi è attivo, ma anche di una certa parte di popolazione che, pur non muovendo un dito, simpatizza.
    Anche e soprattutto perché di pagare il cane non ne ha assolutamente voglia: la cifra effettivamente, quantunque giustificata, non è certo irrisoria. Allora preferisce di gran lunga credere che non ci sia alcuna differenza tra un cane di razza e uno del canile, anzi, al contrario, “i meticci sono più sani”, salvo poi spendere in clinica veterinaria quello che sarebbe costato un cucciolo di un ALLEVATORE (con tutte maiuscole) per patologie non diagnosticate al canile, ma questo prima non lo si sa e per fortuna non succede sempre.
    Insomma: sentirsi “buoni” ed etici risparmiando 1000/2000 euro è una motivazione piuttosto forte e non per cinismo. In Italia c’è tutta un’area di persone peraltro rispettabilissime e non di rado ottime, che ha dei valori pauperisti: siamo cattolici e non calvinisti (le nostre radici, se non proprio noi).

    Inoltre il prezzo del cucciolo, non irrisorio, fa immaginare chissà quali guadagni, come se i cani facessero tutti da soli e come se l’allevatore non ci dovesse ricavare di che vivere, dal suo lavoro.

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