giovedì 28 Marzo 2024

Il Traduttore Simultaneo della cinofilia italiana (dal cinofilese antico al post-moderno)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Qualche tempo fa ho scritto e messo online il Novissimo dizionario dell’Educazione e dell’Addestramento Cinofilo, opera assolutamente fon-da-men-ta-le per chi volesse districarsi non solo tra i termini cinofili, ma anche tra i vari significati che vengono loro attribuiti dalle varie “fazioni” (ormai questo termine è assolutamente corretto, ahimé) di educatori-addestratori-cinofilosofi & compagnia bella. Purtroppo tale opera fondamentale NON BASTAVA!
La cinofilia, infatti, va sempre più allontanandosi da ciò che è stata per secoli e i relativi termini stanno modificandosi (se non nei vocaboli veri e propri, nel significato che viene loro attribuito) al punto tale che se un cinofilo “di una volta” conversa con un cinofilo post-moderno i due interlocutori hanno l’impressione che l’uno parli una lingua morta, tipo il greco antico o il latino, e l’altro parli uno slang settario e di difficilissima comprensione.
Ecco perché,  per agevolare il dialogo, ritengo importante la presentazione di questa ulteriore Opera Fondamentale: il  Traduttore Simultaneo, da portare sempre con sé e consultare alla bisogna quando si sta parlando con qualcuno che comincia a disquisire in una lingua cinofila diversa dalla nostra.

ADDESTRAMENTO
Per il cinofilo di una volta:
insegnare al cane esercizi di vario genere, a scopo pratico, utilitaristico o sportivo.
Per il cinofilo postmoderno:
brutta cosaccia immonda che contempla quasi sicuramente l’utilizzo di calci in culo, fruste e collari a strangolo, a punte e/o elettrici.

ADDESTRATORE
Per il cinofilo di una volta: uno che insegna al cane a fare delle cose.
Per l’IO del cinofilo postmoderno: brutto carognone immondo che utilizza calci in culo, fruste e collari a strangolo, a punte e/o elettrici.
Per l’ES del cinofilo postmoderno: comodo pirla a cui rifilare il rottweiler o il malinois aggressivo, col quale mi guardo bene dal lavorare, qualora  i suoi proprietari rifiutassero di seguire il mio consiglio e quindi di fargli un comodo Tanax per poi comprarsi un comodissimo golden con cui lavorerei più che volentieri.

ALLEVATORE
Per il cinofilo di una volta: proprietario (privato o professionista) della fattrice che ha messo al mondo una cucciolata.
Per il cinofilo postmoderno:  bieco sfruttatore di cani.
Per il cinofilo postmoderno che ha un cane di razza pura: bravissima persona e carissimo amico (il tutto, però,  finisce nel fondo più profondo dell’ES qualora il cinofilo postmoderno stia parlando con un Guru (v.) che schifa gli allevatori e l’allevamento del cane di razza pura).

CANE
Per il cinofilo di una volta:  animale con il quale si può lavorare cercando di instaurare un bel rapporto di affetto e cooperazione.
Per il cinofilo postmoderno: animale mitologico più o meno equivalente a Padre Pio per quelli che hanno le bancarelle a Pietralcina: da un lato lo si adora e lo si venera, dall’altro si cerca di trarne il massimo business possibile.

CENTRIPETAZIONE
Per il cinofilo di una volta:  EH?!? Ah, mantenere l’attenzione del cane su di sè! E c’è bisogno di ingarbugliarsi la lingua, per dirlo?
Per il cinofilo postmoderno:  la stessa cosa, però detta in cinoegizio (v.) e ulteriormente complicata dividendola in fasi successive come focalizzazione, mediazione, riposizionamento e non mi ricordo che altro, perché io sono una cinofila di una volta e il cinoegizio mica lo so troppo bene.

CESAR MILLAN
Per il cinofilo di una volta: addestratore di cani molto raffazzonato, privo di conoscenze teoriche ed antiquato, fortemente coercitivo e tendente all’approccio macellaio, che con grande scaltrezza e grazie a conoscenze importanti (e a molto culo) è riuscito ad approdare alla TV americana e a trasformare il suo lavoro da pirla qualsiasi in un business della madonna.
Per il cinofilo postmoderno: Satana, Belzebù e Mammona, tutti riuniti assieme.

CINOFILIA
Per il cinofilo di una volta: amore e passione per i cani.
Per l’IO del cinofilo postmoderno: amore e passione per i cani.
Per l’ES del cinofilo postmoderno:  $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ (vabbe’, sarebbe €€€€€€, ma il dollaro fa più Zio Paperone e mi piace di più).

CINOFILO
Per il cinofilo di una volta: persona amante dei cani.
Per il cinofilo postmoderno: persona che crede di amare i cani, ma in realtà non ha ancora capito come deve amarli (e mo’ glielo spiego io, in cambio di  $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$).

CINOFILOSOFO
Per il cinofilo di una volta (versione seria): persona che fa esclusivamente teoria cinofila cercando di spiegare alla gente che i cani non si trattano come cose o come “bestie”, ma che sono esseri senzienti e raziocinanti.
Per il cinofilo di una volta (versione perculante): furbastro che si fa pagare migliaia di euro per raccontarti cose che qualsiasi cinofilo dovrebbe già sapere, però con parole più difficili.
Per il cinofilo postmoderno:  Dio.

CINOEGIZIO
Per il cinofilo di una volta: colui che parla di cinofilia in un linguaggio che nessuno comprende (nemmeno lui), ma visto che va di moda non farsi capire continua per quella strada. Allo stesso modo scrive in maniera incomprensibile, con ideogrammi e pittoglifi che ricordano molto i geroglifici dell’antico Egitto (da qui il nome). Tutto questo nell’ottica di scrivere e parlare per non dire assolutamente nulla o per far passare come incredibili nuove scoperte le ovvietà della vita. Si narra che nell’antico passato qualcuno abbia scritto una stele con la chiave per decodificare questa perduta lingua; purtroppo nessuno l’ha ancora ritrovata e perciò dobbiamo accontentarci della gestualità e dell’espressività di chi ancora la parla.” (la definizione è di Giovanni Padrone, che ha autorizzato la pubblicazione).
Per il cinofilo postmoderno: la lingua di Dio.

CLICKER
Per il cinofilo di una volta: aggeggino (tecnicamente, un marker) che può anche tornare utile per rifinire qualche esercizio, ma solitamente superfluo.
Per il cinofilo postmoderno: strumento inventato dall’Arcangelo Gabriele (sempre che tu voglia lavorare col cane: ma se eviti ed istauri un rapporto fatto esclusivamente di sguardi, intesa telepatica e magari meditazione interspecifica è molto meglio)

CLIENTE
Per il cinofilo di una volta: persona che non sapendosela cavare da solo nel rapporto con il suo cane, arriva al tuo campo e chiede il tuo aiuto, dopodiché tu fai tutto il possibile per metterlo in grado di gestire il rapporto con il cane.
Per l’IO del cinofilo postmoderno:  povero scemo a cui spiegare tutto ciò che avrebbe sempre voluto sapere sul cane, ma non ha mai osato chiedere (oppure l’ha chiesto, ma alle persone sbagliate). Per fortuna adesso è arrivato da me, che lo metterò sicuramente in grado di vivere un rapporto completo e felice con il suo cane.
Per il Super IO del cinofilo postmoderno: povero scemo a cui spiegare tutto ciò che avrebbe sempre voluto sapere sul cane, ma non ha mai osato chiedere (o l’ha chiesto alle persone sbagliate). Per fortuna adesso è arrivato da me, che potrei metterlo sicuramente in grado di vivere un rapporto completo e felice con il suo cane, ma in questo caso riuscirei a scucirgli solo un tot di €. Se invece lo faccio sempre arrivare ad un passo dalla Verità, ma gli lascio credere che quel passo lì costi duemila euro e che se non lo fa non potrà mai essere davvero felice con il suo cane, me lo porto appresso finché campa (il cane). E magari lo faccio pure ripartire da capo con il prossimo cucciolo.
Per l’ES del cinofilo postmoderno:  volatile oberato da un eccesso di appendici cheratinose dell’apparato tegumentario, da cui va quindi liberato nel più breve tempo possibile. Come da cit. di noto Guru (v): “Il cliente devi spennarlo!

COLLARE
Per il cinofilo di una volta: strumento che, messo al collo del cane, permette di tenerlo vicino a sé, tramite il guinzaglio.
Per il cinofilo postmoderno: strumento di tortura che provoca strangolamenti, svenimenti e fuoriuscite di bulbi oculari.
C. A STRANGOLO:
Per il cinofilo di una volta: strumento che, messo al collo del cane, permette di assumerne il controllo tramite il guinzaglio senza che il cane abbia la possibilità di sfilarselo nel caso si mettesse a fare il matto.
Per il cinofilo postmoderno:  versione ancora più infame del normale collare, creata personalmente da Satana con la supervisione di Belzebù.
C. A PUNTE:
Per il cinofilo di una volta: strumento di controllo molto coercitivo, preferibilmente da evitare.
Per il cinofilo postmoderno: strumento preferito dai cinofili di una volta, che non soltanto lo utilizzano ogni giorno su qualsiasi cane, ma alla sera se lo mettono sul comodino e se lo rimirano con amore prima di addormentarsi.
C. ELETTRICO:
Per il cinofilo di una volta: strumento estremamente coercitivo, da aborrire assolutamente in un rapporto normale, salvo casi estremi nei quali comunque va utilizzato solo da professionisti della terapia comportamentale e mai, per nessun motivo, da educatori e addestratori.
Per il cinofilo postmoderno: strumento infernale che tutti i cinofili di una volta tengono costantemente in tasca, pronti ad infilarlo al primo cane che arrivi al loro campo, prima ancora di aver detto “buongiorno” al cliente. E se il cliente protesta, lo infilano pure a lui.

EDUCATORE
Per il cinofilo di una volta: persona che si occupa semplicemente di insegnare al cliente (v.) come rapportarsi con il suo cane, e al cane come inserirsi correttamente nella società umana. Prevalentemente questo lavoro si fa con i cuccioli, ma anche con adulti non perfettamente inseriti.
Per il cinofilo postmoderno: unica persona al mondo che può occuparsi di cani, perché è l’unica persona al mondo che li ama davvero, li capisce davvero, sa come approcciarli e li tratta in modo gentile e rispettoso, riconoscendone l’intelligenza, l’alterità, la sensibilità, la capacità di relazione, le abilità. Tutto questo l’ha imparato con il corso di due week end a millemila euro, sconto comitive.
Dopo aver rovinato per sempre il primo cane, l’E. si accorge di non aver imparato abbastanza e si iscrive ai corsi di secondo, terzo, quarto, quinto (… proseguire pure ad libitum) livello, a millemilacinquecento euro l’uno.

ESPOSIZIONE CANINA
Per il cinofilo di una volta: manifestazione a cui, volendo, puoi partecipare per avere un giudizio zootecnico sul tuo cane, se è di razza pura. Molto importante per gli allevatori.
Per il cinofilo postmoderno: luogo di perdizione nel quale il lato zooantropologicofilosoficosupercazzolaro del cane viene messo in secondo piano rispetto al bieco desiderio di sfoggiarne l’effimera bellezza e di tornare a casa con la coppetta.
Per l’ES del cinofilo postmoderno: luogo di perdizione come sopra, a meno che non abbia un bel cane di razza pura: nel qual caso ci va e si incazza pure se non vince.

GENTILISTA
Per il cinofilo di una volta: tizio che segue il metodo inglese chiamato “gentle training”.
Per il cinofilo postmoderno: tizio che ha appena iniziato ad intravvedere la luce, ma ancora non ha capito la Verità e deve fare ancora molti passi avanti.

GURU
Per il cinofilo di una volta
: gustosa macchietta del mondo cinofilo che con immensa furbizia, pur non capendo mediamente granché di cani, ha saputo sfruttare il suo grande carisma per intortare decine o centinaia (milioni, quando va in TV) di Sciuremarie bramose di scoprire la Verità. Di solito gliela racconta anche in modo talmente incomprensibile (v. Cinoegizio) da costringere le Sciuremarie a partecipare a decine (o centinaia) di convegni, seminari ecc. prima di cominciare a capire cosa stramminchia sta dicendo, ogni volta a botte di millemila euro.
Per l’ES del cinofilo di una volta: ‘sto brutto stronzo che sa un decimo delle cose che so io, ma guadagna centocinquantamila volte più di me perché è stato centocinquantamila volte più furbo di me.
Per l’IO del cinofilo postmoderno: Dio.
Per l’ES del cinofilo postmoderno: io, appena ci riesco.

ISTRUTTORE
Per il cinofilo di una volta: esperto cinofilo capace di trasmettere le proprie conoscenze ai colleghi più giovani, a basso prezzo o in cambio di un semplice rimborso spese. Citazione da un messaggio su FB:  “quando  Moguez mi insegnava (Philippe Moguez è uno dei più grandi maestri del Mondioring, NdR) mi faceva mettere il costume e mi diceva fai così, fai cosà mentre i malinois mi mordevano. Si cominciava al mattino e si finiva la sera e mi prendeva 25 €”.
Per il cinofilo postmoderno: tizio che ha fatto il corso di quarto, quinto o ennesimo livello, dopodiché può chiederti millemila euro anche solo per dirti come insegnare un “seduto” (ammesso e non concesso che lo sappia fare).

MACELLAIO
Per il cinofilo di una volta: stronzo che pensa che i cani vadano lavorati a calci in culo e pugni in testa.
Per il cinofilo postmoderno: il cinofilo di una volta.

MEDITAZIONE CINOFILA
Per il cinofilo di una volta: Ahahahahahaah!!! Oddioddioddiooooo!!! UAHAHAHAH!!!
Per il cinofilo postmoderno: ultima frontiera super-innovativa della cinofilia, perché l’ha detto il Guru (v.)

PETTORINA
Per il cinofilo di una volta: strumento scomodo ma utilizzabile in tutti i casi in cui il collare potrebbe infastidire il cane (per es. pista, primi approcci agli attacchi ecc.).
Per il cinofilo postmoderno: SOLO ED UNICO strumento utilizzabile per evitare che il cane se ne vada per gli affari suoi (nonostante il contatto telepatico e la meditazione).
Per l’ES del cinofilo postmoderno: strumento da tenere al campo e da vendere immediatamente a tutti coloro che si presentano con un (bleah!) collare (v.).

PROSSEMICA
Per il cinofilo di una volta: cos’è sta roba? Ah, il fatto che il cane tenga in gran conto le distanze fisiche quando comunica? E vabbe’, lo sappiamo da secoli, no? C’è bisogno di chiamarlo in questo modo astruso?
Per il cinofilo postmoderno: studio di come il cane struttura inconsciamente i microspazi mentre conduce transazioni quotidiane e la comunicazione inter- e intra-specifica  (insomma, il fatto che il cane tenga in gran conto le distanze fisiche, però detto in cinoegizio).

ZOOANTROPOLOGIA
Per il cinofilo di una volta:  personalizzazione di tecniche cognitive già note, ma rivisitate con l’uso di termini cinoegizi (v.).
Per il cinofilo postmoderno: Bibbia & Vangelo riuniti sotto un unico termine coniato dal Padre di Tutti i Guru.
Per l’ES del cinofilo postmoderno: $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$

NOTE A PIE’ DI PAGINA (nelle Opere Fondamentali sono immancabili):

NOTA1: per “cinofilo di una volta” ho inteso parlare di quelli come me, che hanno lavorato con i cani per secoli senza troppi guru alle spalle (d’altronde non ce n’erano!) e senza troppa preparazione teorica (c’erano poche possibilità di farsi pure quella), ma sbattendosi ogni giorno sul campo per imparare e capire più cose possibili dai cani, intanto che si cercava di far capire qualcosa anche ai cani (e soprattutto ai clienti). Parlo di persone che i cani li hanno sempre amati e rispettati profondamente, anche senza avere etichette gentiliste, cognitivo-zooantropologiche, cinofilosofiche e cinoegizie.
I macellai sono un’altra cosa e sono sempre stati profondamente schifati dai cinofili come me: quindi siete pregati di non confonderci, anche se i cinofili post-moderni fanno il possibile (e l’impossibile) per confondere le carte e per identificare il cinofilo di una volta con il coercitivo-violento-massacratore di turno.

NOTA2: mentre il cinofilo di una volta era tendenzialmente un sempliciotto dalla mente lineare (un po’ come il cane), il cinofilo post-moderno è una creatura complessa e dalle molte sfacettature. In alcuni casi, a mio avviso, ha qualcosa del dottor Jeckyll-Mister Hyde. Però, siccome i cinofili post-moderni si incazzeranno già a sufficienza leggendo questo traduttore, ho preferito evitare di dividere i loro pensieri tra la parte Jeckyll e la parte Hyde ed ho utilizzato la divisione freudiana tra IO ed ES, in versione un po’ semplificata: infatti l’IO va interpretato come la mente conscia (e pubblica) del cinofilo e l’ES come il suo subconscio. Ogni tanto ha fatto la sua apparizione anche il SuperIO (che è assolutamente conscio, ma non è mai espresso pubblicamente).

NOTA3: il Traduttore Simultaneo è forzatamente incompleto. Per i vocaboli mancanti usate la vostra fantasia: ma non avrete neanche bisogno di sforzarla troppo.

NOTA 4: se qualcuno ha la vaga impressione di essere stato preso per il culo, sappia che l’impressione era assolutamente corretta.

NOTA 5: a differenza del Novissimo Dizionario, che era un po’ umoristico e un po’ serio, questo articolo di serio non ha assolutamente niente. O forse tutto. Decidete voi.

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66 Commenti

  1. L’articolo è divertentissimo; quello che è avvvilente è che, almeno dalle mie parti, me temo non solo, spopolano i “cinofili” (virgolette a questo punto d’obbligo) postmoderni, che pare però siano combattuti tra il fatto che “l’am(mmm)ore non si compra”, “la Verità” invece sì ( purchè da loro)

  2. eccomi esco allo scoperto..son cinoegizia/cinofilosofa, o almeno ci provo, gli articoli di Valeria sono divertenti e li condivido spesso sulla mia pagina e li consiglio ai clienti … sono certa che Valeria non voleva fare di tutt’un erba un fascio, visto che anche lei si è un po’ arrabiata quando qualcuno ha parlato degli addestratori come dei macellai…Personalmente lavoro con approccio cognitivo zooantropologico, ma mi piace confrontarmi con chi si avvale di altri metodi o anche della propria esperienza, credo ci sia sempre da imparare anche se a volte faccio un po’ fatica, io pacifico, mi lecco il naso, faccio una bella curva prima di parlare con un addestratore, tengo a bada il cinoegizio ma dopo un po’ vedo nell’interlocutore un certo disagio e poi mi mollan lì…e io rimango come un border collie a cui hanno tolto la pallina…io davvero ero interessata a capire e non a far polemiche o a dar giudizi..Vi assiucuro che anche se ne è innegabile l’esistenza, non tutti i cinofilosofi girano a piedi nudi nei campi di addestramento urlando “convertitevi!” e se lavorano con un cane che ha appena staccato il braccino della nonna, non fanno esercizi di focalizzazione, mediazione e riposizionamento, saremo anche cinofilosofi ma non cinocoglioni…:))

    • Una risposta stupenda, che sa rispondere con ironia a una provocazione altrettanto ironica senza scendere sul piano della rissa.
      Claudia, tu sarai pure cinoegizia/cinofilosofa, ma sei anche una persona intelligente…quindi direi proprio che non fai parte dei cinofili post-moderni che ho perculato nell’articolo, ma al massimo dei “moderni” dotati di buon senso e senso della misura 🙂

  3. Homo demens scriptoris. Da Wikkapedia. ‘Specie ominide di recente scoperta. Dagli scavi di Saxa Rubra e Cologno Monzese (e filiali relative) sono stati riportati alla luce numerosi scheletri (nell’armadio) quasi completi di questo membro del genere Homo, cui, per i processi involutivi, nemmeno Darwin durante l’elaborazione della sua Teoria delle Specie ebbe mai a pensare. Si tratta di Homo amanti del vestire i panni dell’esperto scientifico (ma non si esclude anche di altre discipline), poiché alcuni di questi sono stati trovati aggrappati strettamente a vari utensili di cui si ignora l’uso: una Enciclopedia scientifica di Zi’ Caterina, un pendolino di Faucault, un cellulare digitale con dedica serigrafata di Flavia Vento , la dentiera di Claudio Cecchetto, il parrucchino di Antonino Zichichi, i mutandoni del Mago Otelma, gli Amici di Maria de Filippi, Totò, Peppino e la Malafemmina, il dizionario linguistico canese/cinese di Pippo Baudo e l’oscar alla carriera di Rocco Siffredi. Dai pittoglifi ritrovati in loco si evince che questi ominidi amassero sostare nei pressi di una telecamera e che scimmiottassero spesso e volentieri le movenze di esperti in tuttologia, informando i propri simili attraverso un linguaggio gutturale incomprensibile. Le analisi genetiche hanno dimostrato trattarsi di un ramo evolutivo secco, o brut (molto brut) o amabile a seconda del vino che bevevano.’

  4. Valeria, non ti sembra di aver ESAGERATO????
    Non so quali cinofili postmoderni conosci tu, quelli che conosco io non usano BUONISMO ma tecniche corrette e rispetto per il cane!
    Articolo tristissimo, generalista e non corrispondente alla realtà. Mi spiace

    • A Simoné… Io che faccio parte della categoria ‘educatori cinofili’ l’ho presa col giusto tono e mi sono divertito anche a prendere in giro me stesso. Un po’ di verve umoristica ogni tanto non fa male. E comune, anche se la satira tende ad esagerare le cose (con lo scopo di far ridere la gente) come si dice da noi, ‘scherzando scherzando un fondo di verità’.

    • Simonetta… no, non mi sembra di aver esagerato. Per esempio, potevo aggiungere che i cinofili post-moderni mancano di autoironia 🙂

  5. Quella dell’Arcangelo Gabriele e il Dio….sto ancora ridendo, sei troppo curiosa, ma hai un ghostwriter o ti vengono tutte spotanee ahahahahahahah!!!!
    Bibbia & Vangelo riuniti sotto un unico termine coniato dal Padre di Tutti i Guru…l’apoteosi. Ti adoro.

    • Angelo, se me lo regali tu il ghostwriter lo prendo volentieri, eh! Anche due o tre…grazie! Così magari evito di fare le tre di notte per fini le mie cazzat…ehm, i miei articoli umoristici 🙂

  6. huahuahua, e al terzo vaffanculo (uno mio :-)) giovanni ha cambiato il sito!!!! valeria, te non sei una guru… te sei la santa che ha fatto il miracolooooo hihihihihihihi
    @mczook: ben venuto nel club! 🙂 ho usato il clicker, ma poi mi sto esercitando sull’approccio per imitazione… mi sono iscritta a rally o’ ma pretendo di scoprire il modo per farla con approccio cognitivo 🙂 però ho fatto ricerca in superficie nel gruppo sportivo della protezione civile, ma nel frattempo anche “prove naturali” 🙂 🙂 dico che non mi piacciono i cani “zecca” e il mio mi si infila anche sotto il piumone… divisa tra collare e pettorina ho fatto così:li metto entrambi 🙂 io credo che ci debba essere una sola categoria: quelli che amano i cani, che non ne possono fare a meno ed hanno sempre l’atteggiamento di apertura e curiosità…

  7. Ho fatto copia e incolla nel Novissimo dizionario per aggiornarlo… FANTASTICO !
    Però manca un commento sulla Pet Therapy e sui Working Test per retriever…

    “All’infuori del cane il libro è il miglior amico dell’uomo. Dentro un cane è troppo scuro da leggere”
    Groucho Marx

  8. Boh che dire. Se tuttii i cinofili old school la pensassero come te il mondo sarebbe migliore. Ma credo che anche in quell’ambito si possano evidenziare molte criticità. Dall’altra parte estremizzare le questioni che poni facendo di tutta l’erba un fascio risponde alla stessa logica di contrapposizione.
    La realtà sta da un’altra parte per fortuna.

  9. Uff … non riesco a capire aquale categoria appartengo 🙁
    Non mi piacciono i guru, ma mi innamoro di ogni nuova proposta, tanto da cercare di sviscerarla per trovarne punti forti e deboli.
    Mi fa cagare la meditazione, ma anche il collare a strangolo.
    Utilizzo la pettorina ma trovo fantastico il collare di cuoio
    Mi piacciono i levrieri ed i nordici, sono affascinato da alcuni cani da caccia (drahatar in primis), ma ora mi prenderei solo pastori conduttori.
    Mi piace l’UD, ma ne stravolgerei i regolamenti
    Mi piace l’approccio cognitivista, ma non disdegno il clicker
    Che confusione che mi hai messo in testa, Valeria …

    • Mczu’, ma non è che si debba per forza appartenere alle due categorie che ho descritto, anche perché sono due categorie di sfigati: i primi perché sono mediamente vecchi bacucchi (come la sottoscritta), i secondi perché sono scemi, nonostante si ritengano tanto furbi.
      Esistono MOLTE altre categorie, tra cui le persone di buon senso, le persone che amano davvero i cani e tutto quello che sperimentano, fanno e disfano lo fanno nel loro interesse e non nel proprio, le persone capaci di spirito critico, che accettano volentieri il nuovo senza arroccarsi ma non rincoglioniscono neppure dietro all’ultimo Guru che scende a valle con la piena…insomma, ci sono i cinofili che magari non parlano cinofilese né antico né post-moderno, ma MODERNO e basta. Ovvero, parlano come mangiano, badano al sodo, ma pensano al bene dei cani.
      E io spero proprio che di categorie così ce ne siano ancora tante altre…che però non perculerò mai, perché quelle le rispetto 🙂

  10. 😉 Una volta tanto ho dato un contributo ad un articolo di Valeria, che trovo spassosissimo e molto veritiero nelle definizioni comiche. Però, Valeria, un appuntino: manca la medium/telepate dotata di super poteri che riesce a leggere il pensiero dei cani (e magari si becca pure qualche vaffa…), a parlare con gli spiriti dei cani morti (come diceva Totò: Ma mi faccia il piacere!!!), resuscitare i cani zombie, trasformarsi in Super Sayan di sesto livello (cosa mai riuscita nemmeno a Goku) ed arrostire i polli (quelli che le danno ascolto) senza usare il girarrosto.

    • ah! ma quello ci riesco pure io: tu non li senti quando, telepaticamente, ti trasmettono il pensiero “CAPO! quando si mangia in questa stamberga?”

    • si no però… “Approccio etopsicocinologico” non è un poco cinegizio pure lui? 😉
      Ti pare che la sciuramaria possa capire? Almeno la prossemica la sciuramaria che ha fatto il classico può sapere cos’è 😉

      • Eh, certo. Ma il mio cinoegizio si ferma solo a etopsicocinologico e basta. Sono molto chiaro quando parlo o scrivo. Prova a leggere, invece, qualche libro del cinoegizio per eccellenza e poi mi sai dire 😉 🙂

        • Giova’…concordo sul fatto che tu sia molto chiaro e comprensibile quando parli e scrivi. Però, posso essere sincera?
          Quando ho visto per la prima volta il tuo sito e ho letto “etopsicocinologico”, ho pensato: “mavaffanculo, va’!” e sono uscita senza leggere altro.
          Proprio così, testuale: scusami, ma è la pura verità 🙂

    • Ma come?? E la geografia astronomica? Non la insegnano ai cani? Vogliamo lasciare continuare così quei macellai che fanno sleddog senza insegnare prima ai cani a orientarsi con bussola e la posizione delle stelle? E la diplomazia? Vogliamo che si continui a lanciare i cani a mordere i figuranti in UD ricevendo bastonate, invece che insegnargli a approcciare il figurante in maniera educata e risolvere le tensioni che hanno portato allo screzio tra i due? Bisogna proprio che arrivi io, a inventare lo sleddog cognitivo e l’UD diplomatico!! 🙂 🙂 (ok, questo deve essere il risultato del freddo di questi giorni 🙂 )

        • 🙂 si pero’ poi i cinofili post-moderni si trasformano in cinofobi e associazione di catgoria dei figuranti e vanno a dire che l’UD e’ una disciplina cattiva perché il povero figurante viene fatto morsicare per il puro divertimento di quei macellai dei cani 😉

          • no alice vedi che non conosci i cinofilosofi? l’UD non va bene perchè… abitui il cane a attaccare, e prima lo giudicano intelligente, con una mente poi pensano che sia scemo e non capisca la differenza fra lavorare in campo con un figurante e una persona che passa al parco, per cui il primo che alza un braccio il cane lo azzanna. diciamo, se il cane lo prepara un macellaio… può essere ma non è la disciplina in se a fare da ponte, come dicono loro, per le aggressioni.
            …e comunque… parlando l’egizio…l’UD alza troppo l’arausal e poi lavora sulle motivazioni che invece andrebbero disciplinate… non enfatizzate!
            alice studia… vuoi un po’ di appunti?

        • L’ESCRIMA!?! Ma lo vedi che sei cinoegizio inside? Non potevi dire qualcosa come “karate”, che lo capivano anche le Sciuremarie delle arti marziali? Ho dovuto anda’ su wikipedia a vede’ cosa cacchio era sto escrima! Ahahahahah! 😀

          • L’uso delle armi ‘non convenzionali’ in giapponese si chiama Kobudo. L’escrima è una disciplina simile al kobudo ma tipica delle Filippine che io ho studiato insieme al wing tsun (scuola di kung fu) in gioventù).
            Escrima, se non ricordo male, deriva dallo spagnolo ‘esgrima’ e significa ‘scherma’. Si tratta di una ‘scherma’ tradizionale delle Filline vecchia di diverse centinaia di anni. Magellano fu ucciso dai filippini a bastonate probabilmente da combattenti di escrima.
            Non è cinoegizio: è che per un cavolo o per un altro conosco molte cose. Tutte male, però 🙂 🙂 🙂

    • Giovanni, la telepate che parla coi cani zombie è fortunatamente – almeno per quanto ne so – un caso unico: qui ho preferito stigmatizzare la figura del “post-moderno cinofilo” (leggi: furbetto del quartierino) che è invece non solo diffusissima, ma anche in clamorosa espansione.
      Però, dai… la telepatia l’ho citata! 🙂

  11. grazie, mi sento meno sola a pensarla così! Mi sono divertita molto nel leggerlo…..specialmente tutte le storie sul guru, ma è così anche in tutti gli altri campi, non solo per quello che riguarda la cinofilia! Nella mia vita ho incontrato molti addestratori ed educatori, ma la persona che mi ha insegnato più cose in assoluto è una vecchietta di 81 anni che ha un amore e un istinto pazzesco nel capire i cani. Penso infatti che come in altre discipline, studiare non basta, serve anche una notevole dose di doti naturali.

  12. Troppo figo 🙂 pero’ le note andavano a inizio pagina… Non avevo capito il significato di IO e ES! La prima nota comunque non serviva… si intravedeva “leggermente” che il buon cinofilo di una volta facesse Valeria di nome e Rossi di cognome 🙂 🙂 pero’ adesso bisogna spiegarmi quella della meditazione cinofila… e’ pura invenzione vero??
    P.S. Termini mancanti: UD, razze “toste” (rott, malin,..), figuranti, gerarchie (o dominanza), calming signals… 🙂
    P.S.2(serio) un domanda (forse stupida): gli educatori-da-corso-di-un-weekend che tendono a far passare l’idea che golden e border sono i “cani buoni” e rottweiler e malinois “cani cattivi”, sostanzialmente solo perché i primi sono sempre docili e mai mordaci (riescono a gestirli anche loro) e i secondi no, cosa dicono degli altri tipi cani, es. nordici (mai mordaci, ma mai docili), levrieri (scostanti con tutti ma meravigliosi con la persona con cui stabiliscono un feeling speciale), segugi (dolcissimi e sensibili, ma testardi e disobbedienti se il padrone non ci sa fare)?

      • Ah, ecco 🙁 e immagino che abbiano anche “per caso” una farmacia dietro l’angolo… Loro o del fratello/cugino/zio/cognato…

    • Alice, purtroppo no. So per certo, avendolo letto sulla sua bacheca (dalla quale poi sono stata bannata, e non ci dormirò per secoli, sigh…), l’ultimo corso di un arcinoto guru è iniziato con una sessione di meditazione. Solo degli umani, non dei cani (per ora…): però è uno di quei casi in cui la realtà supera la fantasia!
      Termini mancanti: lo so, ce ne sono milioni… ma non potevo mica scrivere “guerra e pace” 🙂
      Risposta seria alla domanda seria: per quanto ho potuto vedere dalla frequentazione di alcuni cinofili post-moderni (o anche solo dalle letture delle loro esternazioni in rete – tanto prolifiche che mi chiedo quando cacchio trovino il tempo di lavorare ANCHE coi cani…), mi sono fatta l’idea che i cani vengano divisi in due categorie: quelli che mordono e quelli che no.
      “Quelli che no” vengono educati, rieducati, pastrugnati, iscritti – con relativi proprietari a millemila seminari e stage, insomma portati avanti per i secoli dei secoli (indipendentemente dai risultati); quelli che mordono vengono quasi immancabilmente giudicati “senza speranza”, con immediato consiglio di eutanasizzarli (talvolta, ahimé, seguito dagli umani ingenui, sì, ma anche spaventati dalle parole di chi ritengono “esperto”), oppure rifilati al comportamentalista di turno che, se è un altro che pensa solo a far soldi, li rincoglionisce di psicofarmaci e bon; se invece è bravo, lavora sulla terapia comportamentale…di solito affiancato da un “cinofilo di una volta”. E magari la pillolina gliene dà pure, ma come coadiuvante del lavoro che si fa intanto sul cane, e non come unica soluzione finale.

      • Guarda che se torni sulla bacheca educatamente e rispettando la prossemica te lo prescrivono lo Zylkene per dormire la notte, tranquilla 🙂 comunque per il resto dei termini mancanti puoi sempre fare un altro articolo, così alla fine viene fuori l’enciclopedia Treccani… Anzi, Trecentocinofilosofi (ogni tre cani) 🙂 scherzi a parte… La divisione cani che mordono e cani che no e’ angosciante. Ma forse e’ angosciante la quantità di falsi esperti che ci sono… Per esempio, a me piace fare agility: solo che non posso, perché gli unici club presenti qui sono
        – uno di un cinofilo post-moderno, che ha fatto un paio di stages di zooantropologia, 2/3 gare di agility (ovviamente e’ ancora in grado 1) tempo fa, e insegna agility, educazione, mobility, recupero comportamentale (!); ovviamente e’ del tutto incapace, non ti sa dare un consiglio utile che sia uno, gli ostacoli li tiene sempre allo stesso posto e i percorsi sono sempre quasi uguali (forse una volta ci ha fatto fare una sequenza piu’ complessa), non e’ proprio capace di capire i cani seriamente.
        – uno di un tipo piuttosto balordo che fa qualcosa che dovrebbe essere UD (c’e’ il campo della SAS in un prato vicino al fiume, sempre vuoto) ma in pratica e’ chiaro come il sole che in realtà cerca solo di ottenere bottigliedi vino e gente per giocare a carte
        – uno di un tizio, che insegna agility, che non capisco nemmeno che idee abbia, so solo che: se vai per l’educazione, ti chiede di far vedere cosa sai fare col cane e ti da dei voti, quasi insultandoti se non sei abbastanza bravo; ti dice, in sintesi, che col cane devi essere duro e cattivo se no ti prende in giro; alle gare di agility tira il cane fuori dal kennel, lo butta in campo a freddo, dopo la gara gli da la pallina e lo rificca in kennel.

        • “La divisione cani che mordono e cani che no e’ angosciante. ”
          sarà angosciante, ma non è cinoegizia, questa… è una categorizzazione molto cara alle sciuremarie

          • Sicuramente si: pero’ e’ angosciante che la usi chi sciuramaria non dovrebbe piu’ esserlo da un pezzo!

          • beh, certo, il minimo che ti aspetti da un istruttore/educatore/addestratore è che non abbia paura dei cani e che sappia trattare anche quelli che mordono…

    • la meditazione non è invenzione purtroppo. c’è chi prima di iniziare a lavorare… AUHM… medita… così entra nel giusto assetto mentale. ebbene si!

      • però però, Lupi, questo non mi sembra del tutto sbagliato, nel senso che lavorare col cane quando “hai i nervi” è deleterio per entrambi. “Meditare” può essere un modo per calmarsi e fare un lavoro più proficuo (se non hai due ombre di bianco a disposizione, che ottengono, credo, lo stesso risultato 😉 )

        • stai scherzando vero?si certo bisogna imporsi di essere calmi e… evitare di far qualcosa se non si è nel giusto stato mentale… ma… mettersi li in aula tutti insieme “preghiamo” prima di cominciare… beh, quando dico che mi sanno di setta è anche per questo.

          • :-D… questo non lo sapevo. In realtà non so di chi state parlando. Pensavo a qualcuno che, se si sente nervoso, prima di lavorare col cane fa 5 minuti (o 15 o quello che è) di “meditazione” : un sistema come un altro…

          • La meditazione non ha niente a che vedere con la preghiera e meno che meno con la religione.
            Si tratta di una serie di tecniche per imparare a controllare fino ad eliminare il continuo chiacchiericcio mentale raggiungiendo uno stato di tranquillità neutrale.
            Uno stato a mio modo di vedere ideale per relazionarsi efficacemente con un cane.
            Una cosa che evidentemente non ha niente a che fare nemmeno con il concetto di guru e che consiglio caldamente a molti.

          • jolly, permettimi,immagino che hai meditato anche tu con i compagni di sett… ehm corso.guarda lascia stare io ho già dato… quando ti stancherai anche tu ne torneremo a parlare…(a meno che tu non sia “LUI” in persona sotto anonimato)
            niente di personale, è che certe cose mi danno proprio fastidio… sono daccordo sul raggiungere il giusto stato mentale per lavorare col cane e l’ho già detto ma “certe scene” mi ricordano cose che non mi piacciono per niente.inoltre…ho fatto anche io il corso, so come ragiona la gente che aderisce in toto a quel che viene detto…sa proprio tutto di setta.
            per carità lo ribadisco, giusti i concetti e le cose insegnate al corso… buonissimo il programma, ma molto dicutibili altre cose.
            posso dire la mia si?tanto la mia parte di obolo l’ho già devoluta…mi darà diritto almeno di dire cosa ne penso?

          • Tranquillo Lupi, non sono lui in incognito e manco aderisco ad alcuna setta. Anzi, ti dirò mai fatto un corso cinofilo, sono completamente autodidatta in questo campo e non sento il dovere di difendere alcuna posizione di chicchessia. Sono completamente al di fuori da qualsiasi schieramento tra quelli che vanno per la maggiore.
            Semplicemente sottolineavo, per quanto possibile, la non correttezza di piegare le cose per giustificare il proprio ragionamento. Distorcere il concetto di meditazione in termini religiosi non permette a chi legge di farsi un’idea su quello di cui si sta discutendo ma solamente di rovistare nel luogo comune.
            Io tra l’altro ho praticato la meditazione qualche volta mille anni fa ma non ne ho tutto questo bisogno essendo già di mio una persona molto tranquilla.

          • tranuillA prego! anche io sono al di fuori di qualsiasi schieramento e di fatti quel che mi preoccupa è che ci sia una schiera di adepti che stravede per il guru e che difenda tutto ciò che fa dice propone… io invece sono abituata a valutare ogni cosa con la mia testa, e prendere ciò che di buono ha ciascun guru di qualsiasi “fazione” sia senza dedicarmi anima e corpo a difendere la causa di nessuno di essi. ma ci sono persone che si fanno un po’ più impressionare… e secondo me mettere in atti certi schemi li fa impressionare ancora di più diciamo… non ho niente contro la meditazione in se, ma tutto diende dal contesto da come e perchè una cosa viene fatta… e secondo me un corso educatori non è il contesto…

  13. Valeria, hai ragione, ma non prendertela più che tanto. E’ la nostra epoca ad essere particolarmente soggetta ad hype…
    Siediti sula riva del fiume e li vedrai passare tutti: te lo assicuro.
    Perché domani ci sarà un altro guru, più guru di quello di prima, che dirà in cinoegizio che il cane è un quadrupede e un mammifero e tutti quelli che non hanno abbastanza lavoro (o abbastanza guadagni da campare la famiglia) accorreranno a diffondere il verbo.

    In moltissimi settori è così (chiedi a tuo figlio).

    Io faccio un lavoro un po’ tecnologico e ogni tanto vengo sorpresa da qualche termine technoegizio (copierò il lemma, se nessuno si offende) e poiché sono periodicamente incline al sano dubbio di essere un’imbecille, vado subito a scoprire cos’è… e di solito è qualcosa che si sa da almeno 10 anni (sono tanti nel mio settore, come 150 in cinofilia) ma si è chiamato con 4 nomi diversi, a seconda della moda del momento.
    Non so se è un mezzo gaudio, ma certo è un male comune.

    • Si, e’ vero, ho notato anch’io che i problemi sono praticamente uguali tutti i settori… Per es. Mia madre e’ parrucchiera e subisce la concorrenza di gente che lavora palesemente a nero, palesemente con prodotti di scarto e male, e lo si capisce già dai prezzi bassissimi con cui attirano un sacco di gente… E non e’ la stessa concorrenza che subiscono gli Allevatori da parte dei cagnari? Oppure mio padre che fa il rappresentante per ditte di prodotti per parrucchieri (eh si, business completo 🙂 ), ha subito per mesi la concorrenza di gentaglia che vendeva prodotti per la stiratura ultra-tossici (cioè non “forse” cancerogeni, ma proprio “sicuramente” cancerogeni) perché stiravano meglio, in modo da guadagnare di più’… E non e’ la stessa cosa che fanno i cagnari che producono cani iper-tipici perché si vince in expo e si guadagna in cucciolate? Pero’, alla fine, mia madre non ha perso UN cliente, e anzi ha guadagnato quello che si sono accorti di avere prurito, perdita e opacità dei capelli, e adesso che il prodotto per la stiratura e’ stato dichiarato ufficialmente tossico, chi lo vendeva si sta rovinando da solo perché passa per delinquente, e gli altri stanno guadagnando fama di onesti..Quindi con un po’ di pazienza… Prima o poi uno si accorgerà che il bulldog da negozio gli e’ morto a 4 anni, quello dell’ amico da un buon allevamento e’ morto a 15…

    • Ma proprio sì! Letteralmente, guarda: proprio in senso storico.
      Perché penso che in cinofilia una bel ritorno all’Ancien Régime ci starebbe TROOOOOPPPO bene… intendendolo, ovviamente, come quella “cinofilia di una volta” che considerava il cane come un cane (da rispettare e da amare prima di tutto) e non come una specie di bambino peloso su cui fare business a tutto spiano 🙁

      • E hai ragione da vendere. Infatti ti ho detto (ironicamente) ciò che ti direbbe un cinofilosofo postmoderno dopo aver letto quest’articolo 🙂
        Il problema è che molta gente non capisce che se tratti un cane come un bambino il cane soffre: appunto perchè non è e non sarà mai un bambino.
        Siamo sempre lì: per rendere felice un cane bisogna riprodurre il suo habitat nella nostra società; e nei branchi non esistono né calci in culo né bastonate, ma non esistono nemmeno gli “amore della mia vita ma perchè ringhi alla mamma? Non si fa cattivo!”. Nei branchi si mette subito in chiaro chi comanda, e i metodi per farlo capire sono abbastanza spicci: il capobranco non bada alla prossemica. E non c’è niente di “antietico” in questo, dato che alla fine, nella stragrande maggioranza dei casi, non si fa male nessuno e nessun capobranco governa col terrore, ma con l’autorevolezza. Insomma, il vero capobranco non è Roberspierre, ma Luigi XVI. Sono troppo cinofilosofo??? 🙂

        • scusa Dario, ma secondo me invece il capobranco alla prossemica ci bada tantissimo: è un prof di prossemica canide, anche se non sa come si chiama.
          Anche noi umani (tra noi) ci badiamo tantissimo, anche se le distanze variano a seconda delle culture. La distanza comunica molto e cose molto importanti.

          • Mi sono spiegato male: bada al concetto di “distanza”, ma non ai paroloni come “prossemica” 🙂

      • Perfettamente d’accordo sull’ode al demodè. “Mi sento antica” era il titolo di un mio articolo sullo standard del pastore tedesco e le sue derive attuali. Ma mi sento antica anche per quanto riguarda la mia idea di addestramento-educazione del cane.

  14. “il cane tiene in gran conto le distanze fisiche quando comunica”? distanze fisiche, quali distanze fisiche?
    …ah, dite che è perchè il mio è un boxer?

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