mercoledì 17 Aprile 2024

Quando ce vo’ ce vo’… ma quand’è che “ce vo'”?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Mi è  capitato spesso di sostenere l’utilità della “punizione”, (termine che impressiona molte persone perché si pensa subito a qualcuno che massacra il cane di botte: in realtà non è affatto così!),  in contrapposizione con la teoria gentilista secondo la quale il cane va sempre e solo rinforzato positivamente, ed esclusivamente ignorato ogni volta che sbaglia.
Ho anche già spiegato più volte le motivazioni di questa mia scelta, ma le riassumo brevemente qui:
a) ignorare è un comportamento innaturale: in una famiglia canina, se sbaglia, il cucciolo viene immediatamente corretto (e neppure in modo troppo gentile);
Il cane riceve punizioni dalla madre, dai fratelli e più avanti dal padre e dagli altri membri adulti del branco.
Il concetto di “punizione” quindi gli è chiaro, mentre quello di “essere ignorato” per lui non significa nulla… anzi, significa l’esatto contrario: quando viene ignorato significa che non sta facendo niente di male;
b) il cane viene ignorato per gran parte della sua giornata con noi: quindi come potrebbe mai capire che in un preciso momento ignoriamo un suo comportamento per dirgli che sbaglia? Il cane non viene rinforzato, ok… ma non viene rinforzato neppure in millemila altri momenti della giornata. L'”ignorare” può funzionare solo se il cane sta volontariamente disobbedendo a un ordine per il quale, in caso di risposta positiva, è abituato a ricevere un rinforzo: in questo caso, non vedendo arrivare il premio, può anche (ma non “sicuramente”) capire che non si sta comportando nel modo che noi desideriamo. In qualsiasi altro caso, però, il cane ignorato non capirà assolutamente di essersi comportato male;
c) è evidente che in alcuni casi non ci si può proprio permettere di limitarsi a girarsi dall’altra parte. Certo, se il comportamento sgradito consiste nel non sedersi a comando, il cane può anche essere ignorato: ma se consistesse nel mordere qualcuno? Facciamo “firulì firulà” mentre lui se lo mastica con calma? Ovviamente è impensabile.

Premesso tutto questo, bisogna però chiarire cos’è una “punizione”: che tecnicamente è solo ciò che si fa per impedire il ripetersi di un comportamento sgradito.
Se non avete chiare le basi del condizionamento operante, vi invito a leggere questo articolo nel quale se ne parla in modo  approfondito: qui darò per scontato che siano già note, altrimenti sarei costretta a scrivere un papirazzo, mentre oggi mi interessa solo chiarire il punto citato nel titolo.

Quand’è che il cane va corretto/punito? E come?
Innanzitutto chiariamo che punire il cane NON significa mettergli le mani addosso (e tantomeno i piedi): e non significa neppure fare scenatacce isteriche. Significa, invece, fargli capire in modo CHIARO e DECISO che quello che sta facendo non va bene.
Ma in che modo, e con quali tempi?
Per quanto riguarda il modo, dipende molto dal tipo di cane e dalla sua sensibilità individuale.
I penultimi due cani che io ho avuto in contemporanea, per esempio, stavano agli estremi opposti: se alla femmina tiravi un’occhiataccia, sibilandole “allora?!?” a voce bassissima, lei capottava a pancia all’aria.
Se il maschio lo prendevi e lo lanciavi da una parte all’altra della stanza, lui ti zompava addosso tutto felice: “Che bello, si gioca alla lotta pesante, la mia passione!”.
Inutile dire che per punire il secondo in modo traumatico avrei dovuto sparargli, o già di lì: e siccome non è esattamente questo il mio modo di intendere un rapporto col cane, ho dovuto prendere la cosa mooolto alla larga, facendolo appassionare più che potevo al rinforzo sociale (che lui, essendo un staffy, adorava).
La mancanza di coccole, o nei casi più gravi il mio sdegnoso girarmi dall’altra parte quando lui veniva a cercarle, il tutto accompagnato dalla parola “bruttocane!”, detta in tono profondamente schifato, sono diventate le “punizioni” più utilizzate con lui (e profondamente sentite: ci restava malissimo)
Il tono con cui si parla al cane è importantissimo e dovrebbero esserci proprio parole e toni strettamente riservati a lui (specie se il cane vive in famiglia), cosicché non possa confonderli con quelli che utilizziamo, che so, per sgridare il figlio o per litigare col marito.
Per esempio, io mi sono dovuta inventare una “vociona” particolare per la Bisturi, che andava in paranoia ogni volta che sgridavo le gatte (cioè in continuazione, perché le mie gatte sono due criminali): quando ce l’avevo con loro si riteneva punita anche lei, il che non andava affatto bene.
Allora ho cominciato a sgridare le gatte con la mia voce normale (tanto se ne fregano…) e la Bisturi col vocione da basso: adesso lei distingue e quando mando a quel paese le gatte (o il figlio) non si ritiene più parte in causa.
La voce da “sono proprio contenta di te”, invece, è una sola, la mia normale (tanto non capita praticamente MAI di usarla né con le gatte, né tantomeno col figlio): però c’è un segnale vocale particolare, che è “bravatataaaa!” (sì, lo so, fa un po’ Sciuramaria: ma intanto la uso soltanto in casa mia, e chi mi sente?).
Scherzi a parte, consiglio vivamente a tutti di “dedicare” al cane toni e parole specifici per le varie circostanze (“bravo”, “bravissimo”, “non va bene quello che stai facendo”, “non pensarci proprio”, “smettila subito”…), nonché diversi da quelli che si usano continuamente in famiglia: se avete bambini piccoli, per esempio, a cui dite “NO!” millemila volte al giorno, è meglio non usare lo stesso comando con il cane, che andrebbe in confusione.
Cambiate parola: tanto, per il cane, una vale l’altra, visto che non ne conosce il significato letterale.
Se invece di NO! voi gli diceste sempre “BIRRA!”, lui sospenderebbe la sua azione ogni volta che gli dite “birra”, senza trovarci nulla di strano.  Il fatto è che a molte persone (io sono una di queste) riesce malissimo utilizzare parole slegate dal loro significato in italiano  in questo caso è meglio non andare a cercare comandi troppo strani, ma stare sui sinonimi (per esempio: GUAI! al posto di NO!).
Detto questo… non posso dirvi molto altro, perché il tipo di punizione dovrete adeguarlo al vostro cane e solo a lui.
L’importante è che lui capisca che quel tono, quella parola, quel gesto significano “quello che stai facendo non va bene”.
E’ importante anche che ci siano due ordini/toni/gesti diversi per prevenire l’azione (a questo dovrebbe servire il NO!, che non è una punizione ma una “correzione preventiva”, quindi si può benissimo impostare in modo positivo, distraendo il cane e offrendogli qualcosa di piacevole) e per bloccare un’azione già iniziata.

E qui arriviamo al secondo punto, ovvero al quando intervenire.
Prima di tutto ricordiamo che l’ABC dell’etologia ci insegna che ogni comportamento (canino e non) consiste in tre fasi successive: appetitiva, consumatoria e risolutiva.
Ovvero: prima penso che potrei fare la cosa X, poi inizio a farla, poi la porto a compimento.
In un comportamento di caccia, per esempio, potremmo trovare:
a) penso che quel gatto/gallina/piccione/altro sia una preda;
b) parto all’inseguimento e lo acchiappo;
c) lo uccido e me lo mangio.
Nella prima fase, ovvero quando il cane sta semplicemente “pensando” di mettere in atto un certo comportamento, NON si può intervenire con alcuna punizione: si può invece (anzi, si dovrebbe sempre!) distogliere l’attenzione del cane e rinforzare la sua risposta positiva alla nostra distrazione.
Purtroppo:
a) non tutti sono in grado di “leggere” il cane quando è in fase appetitiva, ovvero di capire che “sta per combinarla”: in alcuni casi questo è difficilissimo anche per il cinofilo esperto. In altri casi, però, specie quando un comportamento è reiterato, anche la  Sciuramaria può rendersi conto di quello che sta meditando di combinare il cane.
b) non sempre l’alternativa che offriamo al cane è abbastanza interessante da superare l’interesse per ciò a cui stava pensando.

Un esempio classico è quello dell’aggressività, intra o inter-specifica che sia: se il cane è solito abbaiare, ringhiare o direttamente attaccare gli altri cani o gli estranei che incontra durante la passeggiata, anche un bambino sarà in grado di capire attentamente i segnali preliminari (che non mancano mai, anche se possono essere più o meno accentuati).  Basta osservare con attenzione.
Il cane potrebbe rizzare le orecchie, irrigidirsi, rizzare il pelo, o anche solo fissare lo sguardo: ognuno manda i segnali suoi, ma dopo averli visti per tre o quattro volte è impossibile non riconoscerli!
Non appena avremo imparato a riconoscere i segnali della fase appetitiva, ovvero a identificare il momento in cui il cane pensa “mi piacerebbe proprio mordere quel cane là”, potremo intervenire cercando di distogliere la sua attenzione con vari mezzi: per esempio invitandolo a giocare con noi.
Se l’alternativa non lo attrae a sufficienza, possiamo provarne altre (il cibo, se il cane è molto goloso; le coccole, se le ama particolarmente…e così via: ognuno dovrebbe sapere cosa piace di più al suo cane!): ma se nessuna di queste funziona, rimane sempre il controllo.
Dovremo dargli un comando come  “seduto” o “terra”, premiandolo se esegue.
E se non dovesse funzionare neanche questo? Be’… in questo caso dovreste lavorare meglio sul controllo stesso!
Però si può comunque ovviare al problema mettendo il cane nella posizione richiesta a una distanza maggiore (dallo stimolo, ovvero – in questo caso – dall’altro cane) di quella a cui abbiamo tentato la volta precedente.
Per esempio, se il cane non obbedisce al “seduto” quando l’altro cane è a cinque metri, dovrete farlo sedere quando è a dieci. O a quindici. Poi, progressivamente, diminuirete.

Non si deve MAI, assolutamente MAI, intervenire con una punizione in fase appetitiva, perché il cane potrebbe:
a) abbinarla allo stimolo. Sempre nell’esempio del cane estraneo in avvicinamento, se noi gli dessimo una pacca sul culo nel momento in cui lui “pensa” di aggredirlo, il cane  potrebbe trarre questa deduzione (peraltro logica, se ci pensate bene!): “Ecco, ogni volta che si avvicina un mio simile prendo botte. Quindi è opportuno che li faccia fuori tutti, almeno non verrò più picchiato!”;
b) sentirsi aggredito senza motivo (visto che in realtà non ha ancora fatto niente) e perdere fiducia in voi, qualora siate i suoi umani, o addirittura ridirigere su di voi l’aggressività che stava provando nei confronti dell’altro cane (specie nel caso in cui voi siate solo un educatore/istruttore).
Uno degli errori più classici di Cesar Millan (tanto per fare un esempio famoso) è proprio quello di ammollare i suoi famosi calcetti nel costato dei cani aggressivi PRIMA che questi abbiano effettivamente aggredito: invece di distrarre/premiare, lui punisce un comportamento che ancora non si è verificato, ovvero punisce in fase appetitiva, il che è sbagliatissimo.
E infatti, ogni tanto, qualche cane la prende male e si rivolta contro di lui.

Quand’è che si può intervenire punendo?
SOLO in fase consumatoria (anche perché in fase risolutiva sarebbe ormai inutile, in quando il danno sarebbe ormai compiuto), tenendo però ben presente che questa fase è fortemente gratificante ed  appagante… quindi, le possibilità sono due:
a) intervenire con una correzione talmente traumatica da annullare il piacere della consumazione dell’atto;
b) intervenire abbastanza  precocemente da non permettere che il cane cominci a “godersi” davvero quello che sta facendo.

Inutile dire che il caso a) è da riservarsi alle emergenze assolute (cane che sta azzannando qualcuno, o che sta uccidendo un gatto… insomma, situazioni nelle quali è ad alto rischio l’incolumità di qualcuno).
Se si tratta di “mors tua, vita mea”, anche un  intervento violento è comprensibile… però non è sempre giustificabile, perché un buon conoscitore del proprio cane, se proprio non ce l’ha fatta a bloccarlo in fase appetitiva, dovrebbe essere almeno in grado di farlo nei primissimi istanti della fase consumatoria.
In questa fase il vostro ordine/gesto che significa “canecattivo!” dovrebbe bastare a bloccare l’azione…a meno che, ovviamente, non ci siano a monte altri problemi che bisognerebbe sempre saper individuare per tempo.
Per esempio, se il cane aggredisce i suoi simili perché ne ha paura, magari perché è stato a sua volta aggredito e magari ferito in passato, non sarà facile bloccarlo all’inizio della fase consumatoria, perchè lui è convinto di lottare per la vita.
Potrete sgridarlo fino a domani mattina… ma la sua pellaccia gli sembrerà sempre più importante (e dategli torto!).
In questi casi, quindi, bisogna partire da molto più lontano, cercando di eliminare la sua paura lavorando sul rapporto intraspecifico con l’aiuto di persone e cani adeguati.

In quali altri casi è/non è lecito punire il cane?
Non lo è MAI, per nessun motivo al mondo, a scopo “educativo” o “addestrativo”: fare questo è una vera carognata.
Purtroppo è stata molto diffusa in passato – e purtroppissimo c’è ancora chi la pensa così anche ai giorni nostri – la metodologia del rinforzo negativo utilizzato in questo modo: “il cane deve sentire male finché non fa la cosa giusta: a quel punto il dolore cessa”.
Inutile dire che chi addestra i cani con questo metodo dovrebbe essere appeso per le palle (almeno finché non capisce di essere un pezzo di merda: poi magari lo tiriamo anche giù…ma con calma).
Una versione decisamente più accettabile e rispettosa del cane è quella in cui lo si fa  sentire semplicemente “a disagio” quando fa la cosa sbagliata, e a suo agio quando fa quella giusta (è il principio sul quale funzionano, per esempio, le pettorine del tipo “easywalk”).
In questo caso non c’è da appendere nessuno, perchè un leggero disagio non è certo paragonabile a una frustata o a scosse col collare elettrico… però si tratta sempre di una coercizione (per quanto leggera) usata per insegnare al cane quello che vogliamo da lui: e personalmente sono contraria proprio a questo concetto.
Io ritengo che il cane debba sempre e solo imparare attraverso il rinforzo positivo: solo se sa già benissimo quello che vogliamo da lui, ma si rifiuta di farlo, concepisco l’uso della punizione.
Solito esempio pratico: se un cane non ha capito il significato dell’ordine “seduto”, non è corretto che io gli schiacci giù il posteriore finché non si siede, forzandolo e causandogli un disagio (che non è certo un dolore… però gli dà fastidio).
Per questo preferirò usare, per esempio, il classicissimo metodo di tenergli il bocconcino alto sulla testa, cosicché per guardarlo lui sia invitato a sedersi. Insomma, lui deve capire che appena obbedisce arriverà un premio (carezza, cibo, gioco, quello che vi pare): in questo modo l’esercizio non diventa “faccio qualcosa per evitare una rottura di scatole” (per non parlare del dolore), ma “faccio qualcosa perché so che se la faccio verrò premiato”. E si vedrà una differenza enorme anche nel modo in cui il cane eseguirà l’esercizio!
Se invece il cane conosce benissimo il significato di “seduto”, ma non lo fa perché sta pensando ai cavolacci suoi, oppure perché intende proprio sfidarvi… allora sì che ci sta la punizione: che sia un’occhiataccia o una pacca sul sedere (per la quale nessun cane è mai rimasto traumatizzato a vita, posso garantirvelo), in questo caso “ce vo'”: perché il cane vi sta prendendo per il naso e probabilmente vi sta anche mettendo alla prova (moltissimi cuccioloni, arrivati all’età adolescenziale, mettono in atto questi comportamenti di sfida per capire se siete davvero una guida/un capo affidabile, o se devono cominciare a pensare di scavalcarvi gerarchicamente. La cosa sarà molto più accentuata in alcune razze e meno in altre, ma prima o poi un tentativo lo fanno quasi tutti).
Un altro caso in cui non si deve assolutamente punire è il caso in cui l’azione scorretta sia ormai esaurita, ovvero consumata fino in fondo.
L’esempio più classico è quello del cane che non risponde prontamente al richiamo, e che viene sgridato/picchiato perché arriva in ritardo: il cane non assocerà mai la vostra sfuriata a ciò che ha fatto in precedenza (non accorrere subito), ma la assocerà invece a quello che sta facendo in quel momento (e cioè venire da voi). Questo errore ha creato una vera e propria moltitudine di cani fuggiaschi, o di cani che fanno impazzire il proprietario quando, dopo una corsa in libertà, devono essere ripresi per tornare a casa.

Se il vostro rapporto con il cane è stato impostato correttamente, ovvero se lui vi stima e vi rispetta, qualsiasi correzione/punizione – purché data al momento giusto e chiaramente comprensibile dal cane – verrà recepita senza bisogno di arrivare a chissà quali eccessi.
Quelli che sono costretti ad arrivare a far provare dolore al cane o non hanno per nulla un buon rapporto con lui, oppure agiscono fuori tempo: e il timing, in queste cose, è di importanza fondamentale.
Dunque, è vero che “quando ce vo’ ce vo'”: ma questo “quando” dev’essere frutto di una profonda conoscenza del cane, e il “come” dev’essere sempre mirato e calibrato alla sua sensibilità. Se imparate ad osservare e a capire davvero il vostro cane vi renderete conto che le occasioni in cui la punizione serve  davvero, in realtà, sono pochissime: nella stragrande maggioranza dei casi basterà prevenire e correggere prima ancora che il comportamento sbagliato si manifesti.
Infine: punire un cane non significa fargli violenza, ma fargli capire che non può permettersi di fare di testa sua e che deve darci ascolto perché noi siamo più esperti, più abili, più intelligenti di lui.
Tutto questo, però, il cane non lo recepirà mai se ci lasciamo prendere dal nervosismo: punire un cane perchè ci ha esasperato, nove volte su dieci, significa perdere il senso della misura e quindi sbagliare tempi e modi (per esempio, continuando a dare in escandescenze dopo che il cane ha manifestato sottomisione, quindi “si è arreso”: questo significa che ha capito e accettato la punizione, e non ha alcun senso continuare ad insistere).
Per questo il mio consiglio spassionato è: se sentite che vi sta “montando il nervoso”, lasciate immediatamente perdere. Andatevene a fare un giro. Rilassatevi, ripensate al problema che il cane vi sta ponendo, trovate la soluzione a mente fredda e tornate da lui solo quando sarete calmi e padroni di voi stessi.
Nessun cane rispetta un umano isterico che gli urla addosso come un pazzo o che si mette a menar sberle all’impazzata: al massimo può averne paura… ma se il vostro cane arriva ad aver paura di voi, allora avrete sbagliato proprio tutto!

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66 Commenti

  1. salve, il mio problema è quello di avere a che fare con un cane molto tenero ma anche molto testone! Si tratta di un maremmano che con molta pazienza sono riuscita a rendere socievole e obbediente, unicamente col rinforzo positivo e dei NO! precisi e indiscutibili. Il guaio nasce intorno alla sua golosità sfrenata, e siccome abito in campagna mi è capitato di trovare dei bocconi avvelenati che fortunatamente ho sempre raccolto prima di lui ma l’ultima volta ce l’ha fatta ed ho dovuto ingaggiare una lotta per strappargli il boccone di bocca, la sua preda non l’avrebbe mollata nemmeno all’amata padrona. Risultato: il boccone l’ho riconquistato ma nella contesa lui mi si è rivoltato ringhiandomi, sfidandomi ed infine mordendomi la mano. Non ho urlato contro di lui perchè la situazione era già molto tesa ma gli ho tenuto il muso per un’oretta e lui mi è parso mortificato. Vorrei però sapere se ho agito bene, se i tempi di comprensione della malefatta sono giusti e più che altro come posso evitare di fare la lotta con lui per fargli mollare il boccone!

  2. Il mio cane ha 5 mesi e ancora ogni giorno mi fa la pipì a casa nonostante io la porti molte volte giù a fare i bisogni. In questo caso come faccio?

  3. avrei delle domande: per prevenire l’azione e distogliere l’attenzione si può utilizzare il NO!ok…ma 1) il NO va bene anche per i primi momenti di fase consumatoria? 2) Altri modi per distrarlo vanno bene? o deve essere utilizzato sempre il NO? io ad esempio utilizzo il NO quando sta facendo qualcosa che non voglio che faccia (per es. rosicchiare ciabatte) e non sempre mi da retta, quando non obbedisce parte la punizione verbale. Ho notato poi che se chiamo con un particolare tono il mio cane (non utilizzando il NO) in fase appetitiva (quando “punta” un altro cane al guinzaglio), lui si distrae e mi ascolta…è corretto come atteggiamento utilizzare il NO ed altre forme di distrazione in fase appetitiva? La punizione è una ed una sola, questo l’ho capito, i premi possono essere svariati (cibo, coccole, giocattolo) e pure questo l’ho capito, ma le distrazioni?

  4. Leggere questo articolo mi ha fatto capire che sto sbagliando tutto con i miei cani! Per fortuna grossi problemi comportamentali i miei due shih-tzu non ne hanno ma veramente sono stata fortunata che mi sono capitati due cani così altrimenti sarebbero stati guai!

  5. Valeria ieri sera al mio (a parere mio) super addestrato Flat di 6 anni, visto che continuava a voler cappottare il divano dei miei genitori, visto che tempo prima ci aveva trovato sotto una pallina che tra l’altro ieri sera non c’era più, ho ringhiato… bho? al “basta” o al “vai via hai rotto” (cose che solitamente funzionano) non spondeva (sarà stato in carenza da pallina??? bho?) ho provato anche a distrarlo(cibo); comunque dopo il ringhio ha preso più sul serio il mio comando di “vai via” e non c’è più tornato… ho fatto male??? L’avrò traumatizzato(è ironia si intende)??? Cosa avfresti fatto al mi posto?

  6. alcune domande:
    1)durante la fase appetitiva bisogna distrarre il cane indirizzandolo su altro…ma utilizzando il comando “NO” per fare capire al che siamo in dissacordo su quello che sta facendo?
    Oppure la fase appetitiva non è da considerare un maltolto? nel senso osservo il gatto,non sto facendo nulla di male…giusto??

    2)Se un cane incontra un estraneo e si mette in attenzione,magari perché vuole difendersi dopo, perché ha “paura” ,può essere considerata una fase appetitiva??
    Se si quindi in questo caso ,vale la stessa regola.distrarre il cane e rindirizzare il cane su altro?

    3)Se un cane è al guinzaglio ed ha un elevata predatorietà ,al momento che strattona per inseguire la sua preda,siamo gia nella fase consumatoria ??

    • 1) La fase appetitiva non è un comportamento scorretto: per questo si può dare il “NO”, che non dev’essere una punizione ma un segnale di STOP.
      2) sì, mettersi in attenzione è fase appetitiva, quindi è proprio lì che il cane va distratto e reindirizzato;
      3) sì, se strattona significa che è iniziata la consumazione (infatti, se non fosse al guinzaglio, sarebbe bello che partito all’inseguimento).

      • ulteriori domande :
        come ci si comporta riguardo la ricompensa da utilizzare per reindirizzare il cane su altro faccio degli esempi: il cane vuole inseguire il gatto, il cane va di matto perché vede un altro cane correre nel campo d’agility .Questa sono delle fasi appetitiva che porta l’emotività del cane ad un valore alto,quindi va si anticipato con semplice comando neutro,per dire smettila di fare quello che stai facendo vieni qui che ti propongo un’alternativa.IL problema è l’alternativa da proporre.
        Il cane vede un altro cane girare in un percorso d’agility,perchè,gli scatta la predatorietà,in questo caso quale sarebbe l’alternatica,la ricompensa??non dovrebbe essere più alta della fonte del problema??
        mica gli possiamo dare del cibo se questo mi sta tranquillo,cavolo il cane potrebbe pensare ,ma che me ne faccio ,io voglio correre e saltare e magari forse inseguire quel cane.
        E quando il cane ha paura ,di un estraneo ,cosa gli propongo la stessa alternativa che gli ho proposto in agility???

        • Alex, il problema dell’alternativa è strettisssimamente legato al singolo cane: sei tu che devi capire cos’è che lo motiva ancora di più di quello per cui sta dando di matto. E non è sempre semplice: a volte va costruito. Per esempio, per un cane da caccia che ha captato una traccia è quasi impossibile trovare qualcosa di “normale” che lo interessi di più: il cibo? Ma figurati. Giocare? E perché? Il gioco simula la caccia, io adesso ho modo di farla sul serio, perché dovrei accontentarmi di un surrogato?
          “Costruire” un’alternativa significa rendere il cane assolutamente pazzo per qualcosa che possiamo offrirgli solo noi e che gestiamo solo noi: un esempio classico è quello del manicotto per cui fanno pazzie i cani antidroga. La costruzione dell’appetenza viene fatta basandosi sul principio che si desidera follemente solo ciò che non si può avere: o, in questo caso, che si può avere a piccole dosi, e che viene sempre sottratto nel momento in cui l’eccitazione è al culmine. Qualcuno, impegnandosi, potrebbe anche vederci una forma di maltrattamento psicologico! Però funziona perfettamente…e i cani lavorano sempre con grande entusiasmo, perché sanno che a fine lavoro arriverà quel premio ambitissimo, sospiratissimo, sognato giorno e notte.
          Se il cane non ha di suo qualcosa che lo entusiasmi a tal punto, bisogna lavorare per creargli un’appetenza: dopodiché sarà facile, soddisfacendo quell’appetenza, distoglierlo da qualsiasi altro stimolo/interesse.
          Non c’è mai niente di troppo comodo né di automatico, quando si lavora con i cani 🙂

          • O cribbio…. non bastava lo stress di costruire il rapporto… ora c’abbiamo anche l’appetenza 😀
            No no, c’hai raggione, eh… ora che lo hai spiegato ho una sorta di pentecoste cinofila…
            … bisognerà che mi applichi…

          • il problema dell’alternativa è legata al singolo cane o alla singola razza??
            sembra una contraddizione nel capire cos’è che motiva il cane per ridirigere la sua attenzione su altro.Ci possiamo trovare in situazioni dove il cane ha una forte eccitabilità dovuta alla sua naturale predatorietà e quindi abbiamo due scelte:richiamare l’attenzione del cane e proporre qualcosa molto più appetibile per il cane,ma in questo caso si può incorrere di far si che il cane aumenti la sua aurousal e quindi il suo autocontrollo si abbassa.
            Quindi diciamo che nell’esempio del cane che vuole rincorrere il gatto,richiamo la sua attenzione,cerchiamo il suo controllo e poi quando abbiamo ottenuto quello che vogliamo ci possiamo giocare anche con lo straccetto

          • Questo è il bello della cinofilia per iscritto… che sembra tutto semplice 🙂
            Il cane rincorre il gatto?
            “Attira la sua attenzione, cerca il suo controllo e poi, quando lo hai ottenuto…” qui non importa … fai quello che vuoi. 😀
            Per attirare la sua attenzione potrei sempre liberare due gatti… dovrebbero valere più di uno. Oppure far comparire il cane grigio del fruttivendolo (il suo peggiore nemico)…
            E’ da stamattina che ci penso, a questa cosa dell’appetenza…

            … nel frattempo l’ho portato dal veterinario a vaccinare… e mi sono ritrovata a dirgli “centripetati un attimo”…

          • Eh no, Sciuramarì, non è l’appetenza e basta: è la “costruzione dell’appetenza”, che poi sembra il titolo di un libro di Gadda (la cognizione del dolore, la costruzione dell’appetenza…:-))

  7. Hmmm..Già che siamo in tema posso aprofittarne?
    La mia è solo una curiosità.
    Nel senso..Vorrei un parere e chiedere se secondo voi -che siete sicuramente più esperti/e di me – ho fatto bene o ho sbagliato..

    Vi spiego..Il mio cane ha appena fatto 14 mesi. (Lo dico, perchè non so esattamente quanando si sviluppa quell attegiiamento da “Cane-teenager-ribelle” di cui si faceva riferimento nell articolo. Io CREDO sia anche questo il motivo.)
    In pratica, nell ultimo mese quando si va fuori a spasso e si gioca al lancio del legnetto/della corda o altro, il mio cane, presumibilmente preso dall’eccitazione del gioco, si fa prendere da quelli che io chiamo “attacchi di coglionella”.
    In pratica ha preso il brutto vizio di mollare il giocattolo/legnetto in terra, correre lontano -a volte semplicemente corre attorno a noi, come se volesse radunarci come pecore-, per poi tornare indietro correndo all’impazzata verso di me, saltare, ed afferrare con la bocca la manica della felpa/maglione/giacca ecc che indosso. (Lo fa con me o con chiunque altro della mia famiglia sia con me in quel momento.)

    Il punto è che in quella manica lì io ci tengo il braccio, di solito.
    Ed a volte a causa della rincorsa che prende nel fare questo, fa anche male.
    Non da sanguinare o cose simili, per carità..So che lo fa senza l’intenzione di far male..ma diciamo che vengono su i lividi.
    ..E a me questa cosa non piace affatto.
    Lo abbiamo sempre sgridato con i soliti “NO.” di rito.

    Oggi lo ha rifatto. E mi ha fatto male.
    Al che l’ho afferrato – piano, sia chiaro..- per la pelle della nuca e l’ho scosso sottilmente, dicendogli “NO. SMETTILA.” con tono serio.
    L’ho lasciato, lui mi ha prima guardata, poi mi ha abbaiato come a dire “Non puoi dirmi cosa fare!” al che l’ho fissato negli occhi puntandolo con il dito e gli ho detto “NO. ZITTO. GIU’ A CUCCIA.”. Qualche secondo e mi ha obbedito.
    Biscotto per aver fatto ciò che gli ho detto.

    Ora..’Sta pappardella di cosa per dire:
    Ho sbagliato secondo voi? Oppure ho fatto bene? L’ho confuso e basta con il biscotto finale, oppure è stato giusto farlo?
    ..Lo so, mi pongo certe domande solo quando è troppo tardi..XD

    • Lola anche il mio lo fa/faceva, esattamente come lo descrivi. Ha cominciato da cucciolo sui 5 mesi e adesso a 16 mesi ha quasi smesso. E quando morde o lo fa pianissimo o morde l’aria vicino al braccio.

      Come dicevo sopra ignorarlo voltandogli le spalle serve solo a farti mordere il sedere invece che le braccia.
      Poiché il mio non la smetteva tanto facilmente mi hanno insegnato a riempire una lattina di sassolini e scuoterla facendo molro rumore. Questo aiuta…

      Però visto che anche il tuo cane fa la stessa cosa identica del mio mi piacerebbe tanto che qualcuno che ne sa, ci spiegasse un po’ che cosa vuol dire e che si dovrebbe fare….

      • Ah, bhe…Almeno ora so che non è il mio un caso unico..XD
        Comunque…Lo so che lo fa solo per giocare e non lo fa con l’intento di mordere per aggredire..
        Tuttavia non vorrei mai che col passare del tempo, questo prendesse il vizio di masticarmi le braccia e le gambe.

        Non mi sono mai girata di schiena quando fa ciò..Se posso, quando è eccitato evito di dargli le spalle.
        Anche perchè una volta mia madre ci ha provato, con il risultato di trovarsi il cane che corre passandole in mezzo alle gambe e facendola cadere a terra. Per fortuna sull’erba. Nessun danno.

        Ignorarlo credo che sarebbe inutile (oltre che “pericoloso” come dicevi tu, visto che morderebbe chiappe e gambe..) anche perchè dubito che capirebbe il perchè.
        Anzi, probabilmente cercherebbe di attirare l’attenzione abbaiando o mozzicando ancora..Tipo “Oh? Hai già smesso di giocare?”
        Non so poi se la lattina con i sassi possa effettivamente aiutare…A parte che non vorrei mai associasse il rumore della lattina in questione alla mia vicinanza.
        Cioè:
        Vicinanza all’ umana = Rumore spaventoso.
        Conclusione:
        Stare sempre alla larga dall’umana.

        E poi di solito ama giocare con le bottigliette di plastica.
        Le prende in bocca e le mordicchia. Fa un gran casino quando fa questo mestiere.
        I suoni forti non lo spaventano più di tanto, per cui.

        Una ragazza che lavorava in un negozio di toelettatura mi ha detto che di solito certi cani fanno così perchè iniziano a sviluppare un comportamento dominante, per cui cercano di “testare” la figura umana di riferimento (o capo branco, che è un termine che va di moda..XD) per capire se possono “scalzarlo/a” da questa posizione di leadership o meno.
        Francamente la cosa POTREBBE anche avere senso, visto che ha iniziato a comportarsi così da circa un mese..Magari cerca conferme nelle figure umane di riferimento.
        Però è una teoria che francamente non so quanto possa reggere..

        Io poi non sono molto esperta essendo questo il mio primo cane.. per cui cerco consigli pure io..

        • Anche il mio gioca con le bottiglie ma il rumore della lattina lo sconcerta ugualmente.
          Ti assicuro che non ci sono ripercussioni negative nel rapporto.
          Un’altra cosa che puoi fare è dargli qualcosa di alternativo da mordere, tipicamente un bastone di legno lungo circa mezzo metro e abbastanza grosso perché non si spezzi subito.
          Se non ho niente di tutto ciò mi metto le mani sui fianchi per sembrare più grossa e gli dico cose tipo “non ho paura di te, sai? Pischello, se ti prendo te ne penti” … Etc. Insomma, cerco di essere più tamarra di lui. Le parole sono importanti per avere il tono di voce e la postura… È una recita 🙂
          Anche a me sembra una cosa a metà tra il gioco e la sfida. Però non sono certa dell’interpretazione…. Ha iniziato a 5 mesi!

          Speriamo che Valeria ci illumini…

          • anche il mio meticcio corso lo faceva in adolescenza e l’ha sempre fatto quand’era preso dal gioco e dall’eccitazione se libero nei campi, al mare..io avevo risolto con l’occupazione dello spazio..quando gli partiva l’embolo mi giravo verso di lui, spalle in avanti, braccia aperte..un solo gesto tranquillo, non troppo esagerato e poi immobile. Allo stesso modo ho impedito l’accoglienza traumatica al rientro a casa con missile lanciato in corsa per saltarmi addosso…Il problema é che quando fanno cosi noi tendiamo anche involontariamente a schivarlo, a farci indietro come invitandolo a venirci addosso. Almeno col mio ha funzionato.

          • Bho, allora proverò con la lattina se ci riprova…
            Negli ultimi due giorni con me è stato bravo comunque.
            Niente tentativi di morsi..Magari ha capito che non deve, o che comunque se lo fa, deve fare piano.
            Ci ha provato con un polpaccio di mia sorella, ma lo ha fatto perchè lei lo stava facendo giocare e si è messa a correre. Non le ha fatto nulla, comunque..L’ha solo “fermata” afferrando piano un lembo dei pantaloni. Credo che mia sorella sia quella che considera di più in famiglia…

            Ho sentito dire spesso che anche la postura serva in questo senso.
            E la calma. (Come diceva Silviapix qui sotto, alla quale non posso rispondere, ma che ringrazio dei consigli… Sono sempre apprezzati. XD)
            Circa “la sfida” poi, non saprei davvero..Magari è effettivamente come mi diceva la ragazza che ho detto nell’ altra risposta..Forse sta solo crescendo e cerca conferme in questo modo..Davvero in saprei..XD
            Per cui vedremo che succede..
            Speriamo che impari a contenersi un po’…E speriamo di essere in grado di insegnarglielo..

    • ..io ho sempre morso il gatto..e ora vedo che anche joy apprezza e mi offre la collottola e si lascia mordicchiare con aria beata..all’inizio stava ferma immobile,come dire :”e questa che fa ??”per noi fanatici dei morsetti è un modo per esprimere affetto:-)Noi i nostri animali li abbiamo sempre mordicchiati..vabbè..una volta nel nostro garage mia mamma morse il gatto del vicino..era buio..pensava fosse il nostro,quello però non ha fatto le fusa come faceva lui:-)

    • Ciao Lola 🙂 Anche la mia bovara intorno ai 5-6 mesi ha iniziato a fare così, se correvo mi mordeva i polpacci (bovara dentro), al che ho smesso di correre.
      Poi una volta è saltata su al braccio. Ha mollato immediatamente per carità, ma ho deciso di affrontare subito la cosa.

      Ho guardato la belva e ho pensato che non sarebbe stato giusto inibirle del tutto il morso, ma che avrei potuto reindirizzarla.
      Così ho iniziato a giocare molto spesso con lei a tira-e-molla usando questo gioco per insegnarle “lascia” “prendi” “aspetta” e la fondamentale differenza tra il gioco che si può mordere e tirare e qualsiasi parte corporea che invece è vietata vietatissima.
      Oltre che il fatto che il gioco si morde e tira quando “la mamma” dice che si può, mai quando si passeggia, anche se tengo il gioco in mano. Ha insomma il concetto di “ora si gioca… ora no”

      Adesso ha 10 mesi, non morde più da un pezzo, quindi almeno per noi la cosa ha funzionato 🙂

      • Sì sì..Anche il mio non è che morde forte..
        E’ che prende la rincorsa e quando ti afferra un braccio o una gamba, per via della corsa, ti fa più effetto.
        Come scrivevo sopra, lascia i lividi per questo. Non è che stringa..XD
        Certo, immagino che nel tuo caso, con un bernese la cosa fosse un po’ più “irruenta” diciamo..XD

        E..Assolutamente non voglio inibirgli il morso.
        Piuttosto evito di correre e di agitarmi -a meno che non stia tentando di farlo correre un po’ che allora lo faccio apposta..- quando siamo in giro.
        E da un po’ di tempo anche io sto cercando di insegnargli il “lascia” mentre lo faccio giocare. Fa ancora un po’ di fatica, ma l’ha capito. Gli serve solo un po’ di tempo.
        (Onestamente non ho pensato di insegnarglielo quando era cucciolo. Non so perchè..
        Gli ho insegnato le basi “da casa”.
        Seduto, cuccia/giù, vieni, il non tirare a guinzaglio, il non allontanarsi troppo se sciolto..e cose un po’ più “inutili” tipo “dai la zampa”.
        Il “fermo” ci ho provato ad insegnarglielo, ma non lo fa sempre. Devo lavorarci su che è un comando salvavita in casi estremi..
        Eppure il lascia non mi è venuto in mente..)

        Comunque devo dire che da qualche giorno ha smesso di mordere..
        Ogni tanto punta ancora ai lembi dei pantaloni, ma li lascia subito.
        Magari anche la sgridata della volta scorsa gli è servita tutto sommato…

        Comunque grazie dei consigli!
        Proverò anche io a fare più tira e molla con lui per vedere se riesco ad insegnargli il comando più velocemente..

  8. E come si fa con un cane che “disobbedisce” per fare quello che secondo lui è “il suo lavoro”?
    Mi spiego meglio.
    Ho una bernese che è bravissima e obbedientissima tranne quando incontriamo grossi capi di bestiame (perlopiù mucche ma anche coi puledri lo fa).
    Finchè sono in branco non fa nulla ma se vede dei capi isolati(soprattutto se sono vitelli), scatta l’atavico istinto del bovaro e si lancia all’inseguimento mordendogli garretti e cercando di radunarli. Una volta che sono in branco si placa e torna ad ignorarli.
    La mia paura è che prima o poi terrorizzando qualche vitello questo possa farsi male.
    Non c’è modo di distrarla, le parte la brocca proprio. Sin dai 2\3 mesi l’abbiamo abituata all’incontro con mucche e cavalli (da cui è sempre stata incuriosita) ma questo comportamento “predatorio” è insorto solo a partire dall’adolescenza.

    Che si fa? Io l’asseconderei pure nelle sue attitudini bovaresche ma una mandria di mucche in giardino proprio non posso.. :-S

  9. …ma figurati ci mancherebbe…tra l’altro capirsi perfettamente per iscritto senza sentire il tono della voce e vedere la mimica facciale é molto più difficile 🙂

  10. Bell’articolo, scritto molto bene e che da molti spunti di riflessione, ma sopratutto che invita ad usare l’equilibrio che secondo me per instaurare un buon rapporto col proprio cane è fondamentale.
    La cosa a mio avviso più importante è proprio imparare a conoscere il proprio cane tanto bene da riuscire a prevenire il problema, in quel caso le correzioni si riducono davvero al minimo sindacale, ad esempio una dei miei 3 cani ha un atteggiamento iper, quando suona il campanello di casa (una delle varie situazioni in cui fa così, ma ne potrei nominare svariate) comincia ad abbaiare forsennatamente perchè è eccitatissima all’idea che arrivi qualcuno (Perla ama le persone in una maniera quasi imbarazzante), ignorarla? E che gliene frega va avanti a far casino! Sgridarla? La eccita ancora di più! Cercare di distrarla col suo gioco preferito o col suo bocconcino preferito? Continua ad abbaiare guardandomi col fumetto che le esce chiarissimo dalla testa e che recita: “Mamma grazie il giochino è bello, ma qua sta per succedere una cosa superinteressantissima, quindi io continuo ad abbaiare, ma tu il gioco tienilo li che magari dopo lo usiamo insieme al nostro ospite!”
    L’unica cosa è darle il comando seduta, obbligarla con un resta a stare seduta anche mentre entra l’ospite(altrimenti una compilation di saltelli e baci bavosi non la si negherebbe a nessuno) aspettare che riprenda il controllo e poi lodarla perchè è stata brava e farle una carezza in compagnia del/della nuovo/a arrivato/a, cosa che la gratifica immensamente…questo per dire che sono sante parole quelle di Valeria quando dice che ogni cane è a se e che la reazione va dosata a seconda del cane e anche, se posso permettermi, dello stato d’animo del cane in quel momento, perchè ad esempio Perla quando nn è eccitata è una santa, basta che la guardo con la faccia perplessa e sussuro un “quindi?” e lei smette qualunque azione indesiderata istantaneamente.
    Geremi è leggermente ipovedente (nn cieco ma vede appannato per una malattia cronica) e quasi completamente sordo, e prima che lo adottassi io è stato vittima di pesanti maltrattamenti, quindi conquistarsi la sua fiducia è stato davvero impegnativo (con una lunga serie di ringhi per difendere ogni risorsa primaria e tentativi di morsi se lo toccavo in certe zone del corpo per pulirlo…e non vi dico per somministrarli le gocce per le orecchie e la pomata che va negli occhi per i suoi problemi cronici) ora che mi sono guadagnata la sua fiducia e posso pulirlo ovunque, mettergli le mani nella ciotola senza problemi e somministrargli tranquillamente qualsiasi tipo di cure (questo solo io, a chiunque altro cerca di staccare un dito, ma ci stiamo lavorando) mi rendo conto che correggerlo quando spadroneggia (è un cane di piccola/media taglia, ma è un terrier quindi tostino) è difficile un po’ per i suoi handicap, di di no a un semi/sordo!, un po’ perchè è un attimo fare passi indietro e perdere la fiducia che tanto faticosamente mi sono conquistata, considerando che ci vede pure poco mi sono inventata una serie di gesti molto plateali, per fargli capire vieni (lo chiamo con le mani a larghi gesti verso di me), giretto (guinzaglio in mano e mimo il giretto), non si fa (mani davanti al musino che si muovono destra sinistra a mimare no no)…non si fa assolutamente (aggiunta di piede pestato in terra e movimenti più decisi)…finchè sono in casa va bene, quando siamo in giro mi attiro sguardi allibiti o__O, è anche più difficoltoso anticipare il comportamento indesiderato perchè mancandogli quasi del tutto 2 sensi (più l’udito che la vista) devo essere molto delicata per non spaventarlo, grazie al cielo che il naso gli funziona bene ed è golosissimo quindi il suo premietto preferito generalmente è sufficiente.
    Visto che sono già abbastanza impegnata con questi 2, la sorte mi ha premiato con una terza cagnolina che è una santa, è una maltesina scricciolissima (2,5 kg) e un po’ sgangherata…anzi un bel po’ sgangherata già operata ad una zampa e tra poco lo sarà ad un altra per delle displasie, è stata un adozione del cuore, ma quello che più ci ha guadagnato, di cuore, è il mio…con lei basta azzeccare il tempo per distrarla (si crede un cane da guardia…effettivamente incute un certo reverenziale rispetto dall’alto dei suoi 2,5 kg) e si risolve tutto in un lampo, da quando è arrivata a casa 6 mesi fa credo di averle detto “no” (al quale reagisce con mortificato autocastigo in cuccia) 3 volte in tutto.
    Quello con cui invece non riesco proprio ad azzeccare i tempi ne per prevenire ne per il NO perfetto, è mio marito, avete consigli in merito? Ahaha….scherzo povero amore, da non amante dei cani a “semi-cinofilo” per amore, inizialmente mio e ora anche dei 3 mostri, direi che di passi avanti anche qua ne abbiam fatti! 😉

    • Il comando “seduto” è una risorsa primaria per umani… risolve metà dei problemi.

      Per i mariti… che problema c’è? nessun marito (né mio né altrui) mi ha mai morso, né ha mai aggredito altri cani, e men che meno inseguito bambini….

      • Il tuo nn morde e nn rincorre cani e bambini? Pensa il mio sì invce, devo preoccuparmi? 😉 Quella sul marito era decisamente una battuta, e aggiungerei molto mal riuscita visto il riscontro!
        Quanto al fatto che il seduto risolva solo metà del problema e sia una risorsa primaria, sono d’accordo infatti stiamo lavorando sul controllo dei suoi stati d’animo, ma al momento l’unico modo per frenarla é quello nn c’è altro che regga e mi ritengo già molto soddisfatta, era un esempio per far notare quanto i cani e quindi il modo di relazionarsi e anche di correggerli cambi da individuo a individuo, io ne ho 3 e devo modificare il mio approccio da cane a cane perché ciò che può essere efficace, e a mio modestissimo parere rispettoso, per uno nn lo é per l’altro

          • un bell’articolo sull’educazione del marito sarebbe di sicuro richiestissimo 😉

            io sono tre anni che cerco di convincere il mio a uscire il cane… ed il primo cane, almeno in teoria… E’ SUO!

            Fosse facile addestrarli quanto lo è coi cani saremmo tutte donne felicissime e senza calzini sparsi ovunque…

  11. la mia schnauzer nana e bravissima,con cani,gatti ,bambini..non tira e rimane sempre vicino anche quando senza guinzaglio.Abbaia 3 volte giusto quando suonano il campanello,e ringhia,quello si!ma secondo me lo fa quando pensa 🙂 c’è un cane ..grrr..poi la annusano e non fa una piega..bambini..grrr..poi ci gioca felice..
    L’unico difetto è che tende a distruggere scarpe,infradito,giochi di mia figlia,telecomandi…in particolar modo quando è sola,perchè quando ci siamo noi lei è sempre vicinavicina.Ho ovviato cercando di essere più ordinata,di chiudere la porta della camera dei giochi e faccio un check quando esco per il lavoro..però a volte succede e sinceramente non riesco a sgridarla!Tanto una volta fatto è fatto quindi dubito che capisca..me la prendo con me stessa e mi impongo + attenzione.Le ho preso un bell’osso e ho visto che scarica su quello volentieri.Loro ci amano così tanto che punirli è una vigliaccata a mio avviso!Vanno educati,si,ma con dolcezza e pazienza..tanta..,addestrati,col gioco e i rinforzi positivi,nel limite della predisposizione della razza,senza quindi pretendere che il pitt bull abbia la socievolezza intra e inter specifica del labrador,o che il border sia pacato quanto un bull dog.

    • Monica, io sono una sciuramaria totale, ho due jack russell e ti dico che a volte ho ritrovato a casa la DEVASTAZIONE TOTALE. Anch’io faccio sopralluoghi, ma la mia casa non è grande, tutt’altro, e vuoi non vuoi i ripiani sono quelli, non posso svuotarla prima di uscire, o fare un trasloco da una stanza a un’altra. Si arrampicano anche sui piani rialzati e rubano qualcosa che immancabilmente ritrovo buono per il secchio dell’immondizia. Non ho mai messo in atto punizioni ovviamente, ci arrivo pur’io che non avrebbero nessuna utilità una volta compiuto il misfatto, e dopo che magari è passata anche un’oretta, ma perdo la calma e dico “CHE AVETE COMBINATO????”. Fanno le faccine da cani bastonati, ma la volta dopo siamo da capo a dodici. E’ un problema mio, non sono una “fredda” e blatero, è più forte di me. Ultimamente però ho messo in atto un rimedio che utilizzavo con la mia pitbull i primi tempi che l’avevo, quando andava anche lei in ansia da separazione (ma durò pochissimo, giusto i primi giorni in cui la lasciavo: distrusse solo una scarpa e un telecomando in dieci anni, oltre ad aver rubato solo una volta un tre/quattro etti di parmigiano dal tavolo, cagò bianco per un giorno intero 🙂 ). Tornando al rimedio: li saluto. Da profana, non so come verrà preso quel che sto dicendo, potrebbe essere una corbelleria grande come una casa, ma mi sembra davvero funzionare. Un conto è uscire trafelata la mattina, con mio figlio che è dormiglione come me, col mottino in mano, lo zaino nell’altra, in preda alla fretta e sbattendo la porta, un conto è prendermi un minuto (che a quel punto non fa più differenza) per accosciarmi, mettermi all’altezza dei due musini, prenderli uno alla volta tra le mani e dolcemente salutarli. Da perfetta sciuramaria quale sono. Con vocina dolce: “fate i bravi, capito? state buoni buoni, che torno subito”, carezze, coccole, un bacio a testa e esco. Da quando faccio così, di solito i danni sono assenti o molto molto limitati. Attendo lavate di capoccia dagli esperti, o conferme se può esserci qualcosa di sensato.

      • mah..a me han detto che il capobranco non saluta quando se ne va:-)altri dicono “torno”al cane che li guarda con punto interrogativo..io le ho preso un bell’osso grande ed è una settimana che se lo lavora..si riduce la barba una schifezza ma sembra non far danni ..x ora.
        He he..ho saputo della potenza distruttiva dei jack..non oso immaginare 🙂

        • Ma infatti sono io stessa incerta, solo ho notato che fanno meno danni, e quando va davvero bene non ne fanno proprio. Se invece li smollo in tutta fretta fanno più casino. Quando sono andata tre giorni fuori con mio figlio e li ho lasciati soli con mio marito, hanno distrutto ben tre DVD. I dischi proprio intendo. Rubati dal piano TV, e ridotti in minutissime briciole. In ogni caso, anche l’osso può andare, il problema è che riescono a sbriciolarlo con troppa facilità, e fanno cacca sfarinata per un giorno intero se gli lascio un osso a disposizione! 🙂 Due tritatutto…

  12. Ottimo articolo!

    Quando ho iniziato questa mi avventura ed ero un po’ più ignorante (oggi lo sono ancora ma un po’ di meno 😉 ) associavo erroneamente la parola punizione ad un intervento fisico nei confronti del cane.
    Siccome volevo educare il mio cane senza punirlo mi sono sempre limtiato nei casi limite ad intervenire con il tono e la postura in maniera autoritaria e minacciosa usando anche il NO secco.
    In questa maniera mi sentivo un gentilista a 360°, ma qualcuno poi mi fece notare che non era affatto così, che il gentilista non dice MAI NO, non sgrida mai il suo cane perché quella è anche una punzione!
    A quel punto mi sono fermato un attimino a pensare…
    ok va bene insegnare ed educare con il rinforso positivo ma se, quando fa qualcosa di sbagliato ed io ignoro il comportamento, vedo che il cane beatamente continua che diavolo dovrei fare?!? Dho… da allora ho smesso di etichettarmi ed ho continuato ad usare il buonsenso..
    Ammetto che qualche volta ho perso la pazienza, sono pur sempre un essere umano e non Gesù Cristo e mi è scappato qualche scapaccione al culetto della mia povera delinquente pelosa.. questo mi ha insegnato che il mio cane fosse troppo sensibile ad un gesto del genere perché poi me lo faceva scontare per settimane.. quindi ho imparato a governare le mie emozioni (cosa che mi è servita tantissimo poi con mio figlio che ora ha solo un anno e che è da un anno non mi fa dormire) ed ad usare solo tono, postura e mimica facciale per riprendere la pelosa quando fa la mascalzona cosa che la fa arrestare in qualsiasi cosa stia facendo, abbassare le orecchie immediatamente ed allontarsi dall’atto del misfatto.. a quel punto la richiamo e le do un bel paccone amichevole come per dire “ok mascalzona, ora mi piaci!”..

    Ragazzi educare un cane è un avventura fantastica e se il percorso viene fatto bene si finisce anche per ri-educare se stessi.. 😉

    • Comunque volevo sottolineare che sarebbe sempre meglio prevenire, piuttosto che “curare”.. quindi l’intervento preventivo in fase appetiva è la cosa che ognuno di noi deve imparare a fare con il proprio cane..

    • Anuk… il mio cane me lo ha spiegato subito che ignorare il comportamento non serve…
      Quando giocando si agitava e mi mordeva, io gli voltavo le spalle… e lui mi mordeva il sedere invece che le mani 🙂

      • hahahahaha…
        Comunque in certi casi meno gravi può servire anche ignorare.. ad esempio se non vuoi che il tuo cane ti stampi ogni volta le zampe sulla maglietta, basterà girarsi ogni volta che ci prova.. alla fine il messaggio arriva e senza troppi traumi!!

        • Basterà girarsi… Cortesemente, Anuk, potresti spiegarlo a una delle mie due – quella soprannominata “er diavolo” – alla quale non gliene può fregare di meno che tu: la ignori; le dai le spalle; gridi; sussurri; dici no; dici guai; dici carciofo; fai le vocette; la preghi in ginocchio; la corchi; ammazzi qualcuno; ti suicidi?
          (Sciuramaria, ti sono accanto nel tuo dolore che è pure il mio…)

          • hahahahaha.. per i casi disperati esistono sempre i professionisti del settore!!
            In casi “normali” ho visto funzionare questa tecnica, poi certo dipende sempre dal cane..

          • Nico… io pure gli dico “carciofo” ogni tanto… si vede che ti viene, quando le hai provate tutte 🙂

  13. 🙁
    ecco… adesso mi sento un maltrattatore di cani…
    … perché faccio varie cose stigmatizzate in questo articolo… con qualche aggiunta personale.
    1. Uso spesso la pettorina Easy Walk: il cane non tira abitualmente, ma se si agita, va in predazione di bambini in monopattino, oppure vuole slanciarsi contro i suoi simili, con quella riesco a tenerlo, sia se tira avanti che se tira indietro.
    2. quando non vuole sedersi (e lo sa benissimo il comando) lo faccio sedere spingendolo giù: lui si rassegna e lo fa
    3. Il no ormai non significa più quasi nulla per lui, se non una mia blanda propensione all’interruzione di quel che sta facendo. Devo cambiare parola al più presto…
    4. Visto che da più di un anno che è qui non vuole assolutamente convincersi che non può masticare il gatto (lo fa per gioco, ok, non gli fa male, ok, ma il gatto non la prende bene) quando lo fa nonostante i miei “divieti” gli spruzzo il deodorante per cani (che lui detesta sopra ogni altra cosa… me lo hanno regalato).
    Ormai basta che abbia la bomboletta in mano per farlo desistere. Credo che lo consideri il maltrattamento peggiore.
    5. Quando proprio non so che pesci pigliare negli incontri con altri cani “antipatici” gli prendo uno dei labbroni e lo tengo fermo: smette immediatamente. Non credo di fargli male (avevo provato anche con un’orecchio ma ha fatto cain e allora non lo faccio più).
    6. Quando mi sfida (inizia per gioco ma poi si agita e entra in un loop… ma lo fa sempre meno) gli scuoto la lattina con i sassi. Se non ce l’ho mi metto le mani sui fianchi e vado verso di lui dicendogli cose tamarre finché non si siede…

    L’unica cosa che faccio giusta è premiarlo istantaneamente appena ha un comportamento desiderato.
    L’unica cosa sbagliata che non faccio è “correggerlo” quando mi sento frustrata o molto arrabbiata. Mi siedo e mi calmo: il cane qualcosa capisce perché mi viene vicino e mi lecca con molto vigore…

    In realtà credo che dipenda molto da cane a cane, appunto e che quello che per X è una punizione tremenda per Y sia una lieve correzione.
    Se ignoriamo (o ancora peggio, allontaniamo) la Bulldog francese di mia figlia, potrebbe suicidarsi dalla disperazione, se ignoro o allontano il mio, lui pensa “ok, ha altro da fare”.
    In linea di massima penso che se non gli faccio male o se non gli do un vero (o prolungato) fastidio l’interazione fisica col cane sia qualcosa che lui capisce benissimo e trova accettabile. Anche lui lo fa, per esempio ogni mattina quando mi sveglia a zampate (se non mi desse fastidio non mi sveglierei)

  14. Buongiorno
    grazie per l’articolo. Una domanda. Scrivi:
    – la metodologia del rinforzo negativo utilizzato in questo modo: “il cane deve sentire male finché non fa la cosa giusta: a quel punto il dolore cessa”.

    Ma dando una sensazione di soglievo al cane quando fa bene, non è da considerarsi un rinforzo positivo? (anche se a mio parere del minchia?)
    Effettivamente rientro nella categoria che fa confusione nell’identificare i rinforzi negativi, in quanto mi sembra sempre che la positività o negatività dipenda dal punto di vista.

    Grazie, Andrea

    • tecnicamente l’assenza di dolore è diversa dalla presenza di un sollievo (magari dopo che gli hai tirato la coda lo accarezzi).
      Prova a darti un pizzicone al braccio, fa male, quando molli non è che fa bene, semplicemtne smette di far male, se te lo massaggi allora fa bene.

      Poi il concetto è diverso nella testa del cane: il cane vuole la fine di una situazione brutta quindi fa la cosa giusta, invece in rinforzo positivo il cane vuole l’arrivo di una situazione bella (crocchetta, pallina).

      Sono cose ben diverse!

  15. questo articolo è un CAPOLAVORO! 😉
    Da autodidatta canina e sciurSilvia quale sono ho avuto modo di apprezzare l’importanza del tono di voce..avevo letto a proposito il per me ormai consumato libro della Mc Connell All’altro capo del guinzaglio dove aveva studiato i toni della voce che si usavano coi cavalli e riportati al cane! Il tono basso e le parole dette lentamente fermano l’azione, mentre le grida e le parole concitate aggiungono adrenalina e stimolano, per esempio quando, appunto come dici tu, si perde la calma! ( prima di avere un figlio non sapevo neanche che si potessero raggiungere determinate frequenze, non solo sonore, ma di mitragliamento parole! 😀 )
    C’è una bella differenza fra gridare NO! secco agitato acuto e un bel NOOooooooooo lungo e basso!
    Addirittura questa estate in seguito ad una laringite che mi ha reso completamente afona, ho notato che l’handicap mi ha ostacolato incredibilmente col figlio seienne (che al mare dovevo richiamare lanciando ciabatte! e cercando di mirare giusto 😉 ), mentre Brutus era diventato attentissimo in passeggiata e molto più calmo quando mugugnavo i comandi!
    In compenso, il mio puro tris di molossi, si dispera e si autopunisce a cuccia col “cosa-hai-fattoooooooo…”, ma ho notato che se uso lo stesso tono e la stessa calma va bene anche “car-cio-fooooooooooo…” 😀

    • ma quanto è dantesca l’immagine del cerbero che si batte il petto e si trappa i capelli a cuccia, mentre risuona un funereo “car-cio-fooooo…car-cio-foooooooo”…? 😀

  16. Ma, parlando di punizioni ai cuccioli, come si fa proprio fisicamente a non far loro del male?
    La classica sberla sul didietro se data piano non gli fa un baffo (anzi, sembra che al mio piaccia, modello pacca sulla spalla), e forte potrebbe fare dei danni in un cane non completamente formato…

    Io di solito gli faccio un “applauso” davanti al muso ogni volta che lo becco coi dentini conficcati nella sedia, e di certo lui smette perchè il battito di mani un po’ lo spaventa, ma non so se sia un modo giusto!

    Altrimenti alcuni usano il vecchio metodo del “prendere alla collottola” con l’effetto “pizzico”, quello fa male?

    • Ma hai letto bene l’articolo?
      Cito testualmente:

      “punire un cane non significa fargli violenza” (intesa come violenza fisisca)

      Quindi non è necessario che lo schiaffeggi, soprattutto se cucciolo.. puoi provare con il tono di voce minaccioso e magari se non basta aggiungi una postura minacciosa.. poi ogni cane è fatto a modo suo insomma e devi trovare te la chiave giusta!

      • appunto! io non voglio fargli violenza
        Il no magari lo dissuade dal rosicchiare il mobile, ma col cavolo che mi ascolta se si sta divertendo con qualcosa in movimento (come la coda dell’altro cane che puntualmente azzanna mentre usciamo, o magari la mia borsetta a tracolla così adorabilmente ondeggiante…), in quei casi per evitare di dargli una sberla gli batto le mani davanti oltre che dire no, e lui in effetti si dissuade un po’, ma non so se sia meglio o peggio di una vera e propria sberla o del tanto usato pizzicotto…

        • Ma certo che è meglio!
          Puoi associare a quel gesto oltre la voce anche una smorfia di disapprovazione, in modo che poi un giorno basti quella..

          • allora mi sento moooolto meglio…
            Con tutte le storie di maltrattatori di cani alle volte è facile lasciarsi prendere anche un po’ dall’altra parte e si finisce per essere troppo permissivi o peggio di sentirsi in colpa per una sgridata…

          • Ez ti dirò di più: un metodo molto utilizzato ed accettato anche dai “gentilisti” più esremi, per far smettere un comportamento indesiderato è quello di sbattere per terra un oggetto molto rumoroso, tipo un barattolo di latta pieno di oggetti metallici (chiodi, chiavi, ecc..).. quindi il tuo sbattere le mani non è così estremo come tu possa pensare, c’è di “peggio” 😉

            Detto questo comunque cerca sempre di renderti più interessante di qualsiasi cosa al mondo, in modo che ti sarà sempre più facile interrompere un atteggiamento indesiderato..

  17. Concordo 🙂

    Ieri pomeriggio al parco signora con il fumo che le usciva dal naso perchè il suo cucciolone di border si era riccamente rotolato in una cacca trovata chissà dove, ma ormai era troppo tardi per farglielo capire e più che fumare dal naso non poteva fare 😉

    (ho dovuto spedire la mia a farlo correre e rotolare nell’erba per farlo ripulire, anche se solo in parte)

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