giovedì 28 Marzo 2024

Problematiche di allevamento, pressione selettiva e biodiversità

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razze_mucchiodi MAURIZIO GUIDUCCI – L’allevamento cinotecnico moderno – ma già la selezione primordiale effettuata dall’uomo e che ha staccato questa costola cane dall’ancestrale selvatico, facendone animale peculiare, diverso, domestico ed ausiliario nel lavoro – nel suo agire  utilizza/ha utilizzato una pressione selettiva nella scelta ed impiego dei riproduttori.
Ciò incide su ciò che otteniamo, morfologicamente e geneticamente, ed inevitabilmente sul pool genico e sulla biodiversità (leggi ricchezza di variabilità genica, ovvero maggior possibilità di rispondere all’ambiente; in definitiva un set enzimatico ricco e variabile).
Nel moderno allevamento ci troviamo davanti al problema di avere un cane in tipo (ovvero un cane perfettamente riconoscibile come appartenente alla sua razza, insomma il più possibile aderente allo Standard), un cane sano dal punto di vista delle patologie ereditarie (ovvero, il più sano possibile; visto che stiamo parlando di esseri viventi: noi non abbiamo la palla di vetro e non stiamo fabbricando scarpe) ma anche mantenere alto il grado di biodiversità (ricchezza genica).
Quando parliamo di pressione selettiva, non possiamo non guardare a quella che è la situazione genica di una razza.
Insomma, dobbiamo trovare il giusto compromesso tra le tre necessità.

cinologiaSfogliando una vecchia rivista, non più editata (Cinologia, marzo 1996) che era delle Edizioni Scivac, destinata ad allevatori e veterinari con l’intenzione di creare una sorta di (auspicabile) ponte, leggiamo in un articolo: “si stima che in Svezia il tasso di consanguineità media tra le varie razze di cani sia attestato sul 14% ossia al di sopra del coefficiente di discendenza tra fratellastri. Si calcola che ogni animale possa veicolare, nel suo patrimonio genetico personale, 2 o 3 tare ereditarie”.
Non sappiamo quanto questa affermazione sia valida, quali studi reali ci siano dietro e quanto magari possa essere strumentale, di fatto comunque ogni razza ha un bacino d’origine (cani fondatori) abbastanza ristretto. E’ quindi presumibile che il bacino genico difficilmente sarà particolarmente ricco.
Attenzione, e questa nota è di dovere: quando parliamo di tare ereditarie (quindi di possibili malattie ereditarie) non dobbiamo pensare i meticci siano fuori da questo contesto. Il meticcio è crogiolo di più razze e spesso veicola i problemi di queste.
L’unica differenza è che per i meticci non esistono studi dettagliati come quelli delle razze riconosciute e studiate.

guiducci1Che problematica quindi ci ritroviamo in allevamento, quando decidiamo gli accoppiamenti, quando facciamo selezione?
Ultimamente, e sempre di più, conosciamo le patologie ereditarie tipiche di ogni razza, sempre di più abbiamo mezzi diagnostici fini per riconoscere gli individui malati, alle volte anche i portatori.
Per la tipologia, lo Standard è lì… (e l’utilizzo nel lavoro anche!).
La selezione porta inevitabilmente ad una pressione sul pool genico, favorendo dei riproduttori e scartandone altri. Qual’è il giusto compromesso?
Considerando i problemi di possibili tare ereditarie (che ogni allevatore, noi per primi, ed ultimamente ne siamo rimasti ancora scottati, si trova durante la sua vita davanti), considerando la già comunque bassa biodiversità insita, la necessità di avere un cane in Tipo, ci porta a trarre delle conclusioni che vogliamo riassumere. E cerchiamo di dividerle per i due punti base (tipicità e pulizia per le tare ereditarie) in relazione alla necessità di tenere alta la variabilità genica (biodiversità, in definitiva la “forza” della razza).

guiducci2Nella selezione morfologica non usare troppo gli stessi maschi in riproduzione (le femmine, grazie al cielo, sono autolimitanti… tranne non siano messe in batteria, ma stiamo parlando di allevatori e non di canari).
Sì, un maschio megacampione vende bene i suoi cuccioli, però, decidiamoci… ricordando poi che megacampione non vuol dire automaticamente “buon razzatore”, visto che cani “medi” alle volte si dimostrano molto più buoni riproduttori del cane pluripremiato (ed anche per questi comunque vale la stessa considerazione: non eccedere nelle monte).
I ritorni in consanguineità, che sono pratica e contro cui non siamo (e a volte usiamo come tutti), vanno utilizzati quando effettivamente c’è un’indicazione utile, non troppo e non troppo stretti.
Vagliando con molta attenzione i riproduttori (e collaterali, ascendenti e discendenti).
Ricordiamo anche che per fissare un carattere non esiste la sola via della consanguineità: un carattere morfologico, presi i due riproduttori, tende a seguire una curva gaussiana (maggiore sarà la discendenza nella media per quel carattere, minori gli estremi); è una via più lunga e complessa ma da tenere sempre in considerazione (ed anch’essa utilizzata in allevamento).
Non selezioniamo per caratteri secondari quali il colore degli occhi (parliamo di Siberian husky) o del mantello: ma anche qui parleremmo di nuovo di canari e non di allevatori.
Ultimo ma non ultimo, non andrebbe ricercata l’ipertipicità (anch’essa spesso vincente in expo) che oltretutto, qui lo diciamo e lo ripetiamo, spesso entra in contrasto coll’attitudine e funzione lavorativa.
Anche qui, capiamo, la scelta è difficile.

guiducci3Nella selezione per le tare genetiche dobbiamo trovare il giusto compromesso, soprattutto quando ci troviamo davanti a patologie a carattere recessivo (quindi con una discreta percentuale di portatori sani, NON MALATI, nella popolazione).
Quelle dominanti sono facilmente limitabili anche se più eclatanti (statisticamente metà dei figli di un malato eterozigote incrociato con un partner sano sono malati, gli altri completamente sani) poiché basta togliere i soggetti che mostrano la patologia dalla riproduzione.
E’ ovvio che ogni patologia verrà vagliata in base alla diffusione che ha nella razza, alla sua gravità ed in base all’esperienza d’allevamento.
Anche qui una pressione eccessiva è deleteria e porta più danni che benefici.
Se i malati vanno tolti dalla riproduzione, ad esempio studi condotti sulle pecore hanno dato una riduzione del criptorchidismo del 18-28% soltanto eliminando tutti i soggetti malati dalla riproduzione (ed il criptorchidismo, oltre ad essere una patologia a carattere recessivo, è anche mascherato dal sesso – le femmine omozigoti, equivalenti ai maschi malati, non sono identificabili e quindi il valore è sottostimato – e non ci sembra un risultato da poco) alla luce di quanto detto sul coefficiente di consanguineità, del ristretto numero di cani fondatori, della concomitante pressione selettiva sul Tipo, i portatori (ancor più i sospetti portatori, ad esempio i figli di due animali sani ma portatori – 50% di possibilità di esserlo loro stessi) vanno considerati e spesso usati. Perché se è vero che “qualsiasi tipo di programma eugenetico che abbia lo scopo di ripulire la popolazione di un recessivo deleterio eliminando gli omozigoti recessivi è praticamente impossibile” (Suzuki & Griffths – Genetica – Zanichelli),  la pressione selettiva risulterebbe pesante ed un programma volto ad individuare i portatori sani di un recessivo deleterio, richiederebbe una mole d’osservazioni e di anni improponibile (Feldman & Nelson – Canine and feline endocrinology and reproduction – Saunders).
Insomma, il togliere drasticamente tutto ciò che è sospetto ma sano, se da un lato non porterebbe comunque all’eradicazione completa di una patologia dalla popolazione, dall’altro, riducendo, ancor di più nel contesto di una razza selezionata, la popolazione genica effettiva (la ricchezza della varietà genica e non il numero totale degl’individui), farebbe emergere sicuramente altre patologie, fino a quel punto minori ma presenti, e nel contempo impoverirebbe il pool genico della razza.
In pratica, diminuirebbe la sua biodiversità, finanche a poter arrivare, agli estremi (esageriamo così ci capiamo meglio!), a quello che in biologia è definito collo di bottiglia, con un impoverimento tale da non consentire “ritorno”.
Di fatto, anche se sani, i cani non sarebbero “sani”.
Con un pool enzimatico poco variegato e ridotto sarebbero in “balia” dell’ambiente e di fatto si avrebbe una fitness (non si tratta di palestra ma di “successo riproduttivo”, robustezza della razza) ridotta.

razze_tabellIl gioco vale la candela?
Noi siamo dell’idea che i portatori (sempre vagliando patologie, incidenza ecc.) ed ancor più i sospetti portatori, vadano usati con le dovute attenzioni e sicuramente con attenta parsimonia.
Per correttezza dobbiamo dire che spesso i clinici (veterinari) non concordano in questa visione. Un veterinario però è appunto un clinico e non un biologo popolazionista o genetista né (e sì, vogliamo riconoscerci anche uno straccio di competenza?) un allevatore. Ancor più se specialista. Tende a vedere la patologia in sé ed i rimedi in sé,  rischiando di perdere di vista la situazione globale della popolazione canina in questione (indice di consanguineità, numero effettivo di popolazione genica, altre tare genetiche presenti – vedi l’affermazione ripresa da “Cinologia” messa in testa all’articolo).
E sia chiaro, non è una critica (proprio non vuole esserlo!), ma è una valutazione che ci sentiamo di fare.
Anzi, il confronto auspicabile tra veterinari, allevatori e magari (sì, sì, sì!) biologi, di certo non guasterebbe nel dettare protocolli di comportamento.
Però, utilizzare portatori… e torniamo alle note dolenti.
Se sottintesa è l’esecuzione di tutti i controlli volti ad identificare i soggetti malati, per utilizzare correttamente dei portatori senza grossi rischi è necessario, conditio sine qua non, avere un quadro preciso dei riproduttori utilizzabili.
Ovvero sarebbe indispensabile un corretto scambio d’informazione tra allevatori.
E su questa nota continuiamo dolentemente a battere. Troppa è da sempre l’omertà e troppi, da sempre, i pettegolezzi. Quel che sappiamo dei nostri riproduttori certo non basta.
Continuiamo ad essere utopici, probabilmente, e lo siamo stati forse anche quando abbiamo parlato di selezione nella tipologia.
Dobbiamo dire, ad onor del vero, che qualcuno che ci ha dato informazioni sui suoi cani alle volte lo abbiamo trovato e ciò ci fa estremamente piacere (e gli dobbiamo grande stima).
E’  anche vero, però,  che dopo circa vent’anni di allevamento iniziamo ad essere stanchi e ci chiediamo, sempre con più insistenza: ma il gioco vale realmente la candela?

 

 

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41 Commenti

  1. Non si potrebbe essere un po’ più elastici con gli standard fisici e concentrarsi sulle caratteristiche della personalità e delle capacità nel lavoro?

    • Emiliano dice una cosa talmente ovvia che nessun capoccione ENCI si sognerebbe mai di fare applicare alle società di razza,( senò verrebbero meno i profitti) e basterebbe allevare cani basandosi sulla funzione per cui la razza è stata creata, ma dopo verrebbero meno tutti gli intrallazzi e porcherie politiche varie dei quali il mondo ENCI è oramai infestato e perciò resterà tutto come è adesso e i cani diventeranno sempre più deboli e pieni di tare ereditarie saluti Aquila della notte

  2. Il problema principale per quanto riguarda i test è che ce ne sono davvero pochissimi, per farvi un esempio nella razza che allevo ci sono alcune patologie che si presentano con una certa frequenza, di queste solo una ha il test e si tratta di un test messo a punto solo quest’anno. Fino ad ora non si era in grado di prevedere nessuna delle patologie più ricorrenti, il test esiste per: Leukodistrofia delle cellule globoidi e Deficienza di piruvato-chinasi….entrambe queste patologie appaiono molto raramente nella razza.
    a proposito di ricorrenza di determinate patologie non mi risulta che ci siano molti dati statistici sulle varie razze. qualcuno di voi me ne può segnalare? ci saranno sicuramente le percentuali di displasia dell’anca nel pastore tedesco ma non so quanto altro si sappia su patologie diverse dalla displasia.

  3. A”ttenzione, e questa nota è di dovere: quando parliamo di tare ereditarie (quindi di possibili malattie ereditarie) non dobbiamo pensare i meticci siano fuori da questo contesto. Il meticcio è crogiolo di più razze e spesso veicola i problemi di queste.
    L’unica differenza è che per i meticci non esistono studi dettagliati come quelli delle razze riconosciute e studiate.”

    non mi sembra nota di dovere ma solo di parte e di cattivo gusto, si mettono in mezzo i meticci solo per problemi o inventandone, tanto per non farli apparire almeno una volta in un contesto potenzialmente migliori, ma già dire che il meticcio spesso veicola i problemi delle più razze (vero) non può che essere una autosmentita

    “Ultimamente, e sempre di più, conosciamo le patologie ereditarie tipiche di ogni razza, ”

    questo perchè ormai le razze sono segnate, non si nascondono più i problemi tipici e saltano sempre più fuori

    “non andrebbe… non è consigliabile…sarebbe meglio…scelta difficile…vagliando con molta attenzione…compromesso tra tare genetiche” spero che in futuro queste raccomandazioni non siano necessarie, e che se capitino agli occhi di qualcuno, questo si faccia un riso di traverso ed esclami: “ah è per questo che i cani di allora stavano rischiando l’estinzione?”

    “Se i malati vanno tolti dalla riproduzione, ad esempio studi condotti sulle pecore hanno dato una riduzione del criptorchidismo del 18-28% soltanto eliminando tutti i soggetti malati dalla riproduzione (ed il criptorchidismo, oltre ad essere una patologia a carattere recessivo, è anche mascherato dal sesso – le femmine omozigoti, equivalenti ai maschi malati, non sono identificabili e quindi il valore è sottostimato – e non ci sembra un risultato da poco) alla luce di quanto detto sul coefficiente di consanguineità, del ristretto numero di cani fondatori, della concomitante pressione selettiva sul Tipo, i portatori (ancor più i sospetti portatori, ad esempio i figli di due animali sani ma portatori – 50% di possibilità di esserlo loro stessi) vanno considerati e spesso usati. Perché se è vero che “qualsiasi tipo di programma eugenetico che abbia lo scopo di ripulire la popolazione di un recessivo deleterio eliminando gli omozigoti recessivi è praticamente impossibile” (Suzuki & Griffths – Genetica – Zanichelli), la pressione selettiva risulterebbe pesante ed un programma volto ad individuare i portatori sani di un recessivo deleterio, richiederebbe una mole d’osservazioni e di anni improponibile (Feldman & Nelson – Canine and feline endocrinology and reproduction – Saunders).”

    quindi siamo già in una spirale??

    “Insomma, il togliere drasticamente tutto ciò che è sospetto ma sano, se da un lato non porterebbe comunque all’eradicazione completa di una patologia dalla popolazione, dall’altro, riducendo, ancor di più nel contesto di una razza selezionata, la popolazione genica effettiva (la ricchezza della varietà genica e non il numero totale degl’individui), farebbe emergere sicuramente altre patologie, fino a quel punto minori ma presenti, e nel contempo impoverirebbe il pool genico della razza.
    In pratica, diminuirebbe la sua biodiversità, finanche a poter arrivare, agli estremi (esageriamo così ci capiamo meglio!), a quello che in biologia è definito collo di bottiglia, con un impoverimento tale da non consentire “ritorno”.
    Di fatto, anche se sani, i cani non sarebbero “sani”.”

    pare di si

    basta , non leggo più e metto su un allevamento di meticci selezionati in base al carattere e zero tare, zero malattie, ci vorrà un po ma poco per individuarli, ma poi saranno sanissimissimi e di ottimo carattere

    • é proprio quello che hanno fatto nei secoli gli allevatori. trovato il cane che corrispondeva di più alle loro esigenze hanno fatto un pò di consanguineità su di lui per ottenere una popolazione simile per un minimo di certezza di avere un soggetti uguamente utili. chiaramente c’è più rischio che si presentino certe malaattie che altre per il fatto che magari questo oggetto ne era portatore e facendo conseguita su di lui si ripresentano con più frequenza.ma le patologie del cane sono centinaia.esattamente come noi ciascun soggetto può essere portatore o conclamarne alcune. non è però pensabile di testare centinaia di Malattie su tutti i soggetti. si eseguono test su appunto quelle che si presentano con maggior frequenza. non è questione di praticare eugenetica.il cane e sempre stato al servizio dell’uomo e si ricercano certi soggetti con certe caratteristiche per svolgere un certo lavoro. lo so che al giorno d’oggi va di moda che l’unica cosa che importa è l’ammmmore.ma in realtà il cane sarebbe un ausiliario con determinati compiti ben specifici. e comunque geneticamente c’è pochissima differenza fra un uomo e un Caucaso…

    • a uolleralla:

      i meticci sono + sani di razze che x morfologie ipertipiche vanno soggette a molti problemi (nel meticcio la forma del corpo tende + verso la “media canina” eliminando molte volte guià in F1 tratti ipertipici particolarmente sfavorevoli alla sopravvivenza), ma riguardo alle altre tare genetiche, soprattutto se recessive (quelle dominanti si autolimitano da sole) non sono + sani dei cani di razza, semplicemente visto che le tare recessive sono tante e il pool genico dei meticci estremamente vario e ampio (al contrario di gran parte delle razze che hanno i registri chiusi da anche oltre un secolo e un gruppo di “fondatori” molto ristretto: quando va bene siamo sui 20 esemplari e alcune volte si tratta di soli 4 esemplari magari imparentati, solo certe razze hanno un gruppo di fondatori ampio E non hanno subito colli di bottiglia negli anni) è statisticamente + difficile (a meno che il meticcio non derivi da un casuale accoppiamento fra consanguinei stretti, cosa non infrequente) che 2 portatori della stessa patologia si incontrino dando così luogo ad una cucciolata in cui il 25% dei cuccioli sarà malato.

      Se tu ti mettessi a allevare meticci selezionando x buon carattere e salute, ben presto dovresti in qualche modo creare una stirpe di “fondatori” del tuo allevamento (anche potendo reinsanguare in seguito, ma una base se si alleva la si deve creare sennò non potrai selezionare il buon carattere ne qualsiasi altro tratto come ad es una conformazione corretta funzionalmente), e alla fine i tuoi meticci di allevamento finirebbero x avere una % di trasmissione di alcune patologie ereditarie + altra rispetto ad altre proprio perchè scegliendo i fondatori sceglieresti anche le patologie recessive che inevitabilmente avranno nel loro patrimonio genetico… E non puoi pensare di pescare solo cani a caso che ti sembrano sani e di buon carattere aggiungendone continuamente all’allevamento sennò sarebbe difficilissimo dai genitori avere buone probabilità di avere cuccioli a loro volta sani e di buon carattere (poi bisogna decidere cosa intendi x buon carattere: un carattere simile al labrador? al bulldog inglese? al barboncino, al maltese, al dobermann al pitbull, al rott, al PT, al volpino? il “buon carattere” non è un tratto unico, quindi se incroci un meticcio con un buon carattere simile a quello di un cane da guardia con uno con un buon carattere simile a quello di un cane da riporto non è detto che otterrai cuccioli di buon carattere con tratti intermedi o appartenenti alle 2 tipologie; e già selezionare “quale tipo” di “buon carattere” desideri ti costringerà a scegliere un gruppo di fondatori e quindi a creare un pool genico + ristretto in cui le tare nascoste nei fondatori saranno + frequenti).

      Una selezione funzionale aiuta a minimizzare la diffusione di tare ereditarie, ma anche selezionando solo “funzionalmente” meticci x salute e carattere alcune tare si riveleranno + frequenti nel pool genico creando una situazione simile a quella dei cani di razza (ma priva del fattore “cane ipertipico”).

      Poi i meticci sono meticci x via della casualità dei mix della loro provenienza: se tu cominci a selezionare meticci x qualche carattere anche NON prettamente estetico/morfologico, tempo qualche generazione avrai creato una nuova razza, magari ancora molto poco omogenea esteticamente ma sempre una nuova razza con + probabilità di sviluppare certe patologie e con alcuni caratteri psichici o fisici riconoscibili (anche se si seleziona ad es solo sul carattere si finisce x selezionare ugualmente in modo indiretto un mix di certi tratti somatici: vedi il lavoro di selezione sulle volpi x cui selezionandone la socievolezza con l’uomo hanno finito x trovarsi con animali pezzati con orecchie flosce e code arricciate).

      Comunque se ti affascina lì’idea provaci: sarei curiosa di vederne il risultato dopo un po’ di generazioni! 😉

  4. Cito l’articolo di Valeria”Ovvero sarebbe indispensabile un corretto scambio d’informazione tra allevatori”
    purtroppo ho avuto modo di constatare che si tratta di fantascienza…..al momento ho uno scambio ragionevolmente sincero con UNA allevatrice della mia razza….gli altri allevatori che conosco nella quasi totalità non hanno MAI avuto un criptorchide, MAI un caso di necrosi della testa del femore e a fatica ammettono qualche difetto di dentatura.
    Visto che non credo di essere la più sfigata o la più incapace degli allevatori temo che ci sia una certa carenza di sincerità alla base dei rapporti tra allevatori, e a questo non penso si potrà mai porre rimedio!

  5. Concordo con Dani sul fatto che una primipara abbia a volte bisogno di aver vicino una mano esperta però bisogna che ci sia stato un rapporto frequente tra allevatore e cagna, ho visto esperienze rivelatesi veramente tragiche, cagne che davano i numeri e accoppavano la cucciolata o che erano talmente stressate dalla mancanza dei padroni da non occuparsi della prole. Per fortuna non è successo a me ma mi ha resa un pò dubbiosa sulla procedura. Io non riesco quasi mai a mantenere rapporti frequenti con i cani che cedo ma forse Dani ce la fa!

    • le mie non partoriscono se non sono li con loro per questo lo dicevo.perché una cagna modello francobollo (perché non sono tutte così ovviamente) si senta tranquilla a fare il tutto rientrando in allevamento dovrebbe rientrare almeno durante il calore con il rischio che per stress resti vuota o li perda.ma il padrone che mi auspico di trovare io non se ne separerebbe tutto quel tempo.
      boh secondo me non e

    • le mie non partoriscono se non sono li con loro per questo lo dicevo.perché una cagna modello francobollo (perché non sono tutte così ovviamente) si senta tranquilla a fare il tutto rientrando in allevamento dovrebbe rientrare almeno durante il calore con il rischio che per stress resti vuota o li perda.ma il padrone che mi auspico di trovare io non se ne separerebbe tutto quel tempo.
      boh secondo me non é facile trovare ma non dico sia infattibile.
      per le primipare …al massimo si chiama un vet a presenziare o l’allevatore …ma a casa della famiglia però

  6. bho…. le mie esperienze sono – fortunatamente – molto ma molto diverse dalle vostre; certo, ho battuto le mie brave nasate, ho preso delle sonore fregature (tipo dovermi ri-comprare una cagna data in affido .. ) ma ora mi sento abbastanza sicura sulle mie scelte e su quelle per i miei cani affidati. Continuo a ribadire che NON c’è alcuno stress x la cagna a tornare per il parto. E’ seguita da una persona che conosce. Durante il parto, sopratutto se primipara, la cagna ha bisogno di qualcuno che sappia veramente aiutarla qualora ce ne fosse bisogno, e rassicurarla, senza farsi prendere dal panico.
    Ah, Lupi: nn si è ‘furbi’ se si riesce ad affidare un cane facendoselo pagare. Semplicemente, si rendono quei soldi (o un cucciolo se l’affidatario preferisce) a obblighi tra le parti assolti. Sono solo un deposito a garanzia.

  7. Io ho un maschio in affido presso una famiglia di privati che avevano già una mia femmina. Ho fatto questa scelta perchè volevo un maschio nuovo ma avevo in casa il mio “vecchietto” e non mi andava di dargli problemi affiancandogli un giovane teppista.
    Bisogna scegliere molto bene le persone a cui affidare i propri cani,conosco allevatori che hanno dato soggetti in affido e che poi non sono riusciti più a farne nulla.
    (Risposte tipo “non posso essere a casa per farti fare la monta perchè devo andare dal parrucchiere”.)
    femmine in affido non ne darei mai, tanto vale regalarle e poi ho visto che spesso le femmine che vivono in famiglia si stressano troppo quando vengono scodellate a casa dell’allevatore per il parto. E vorrei vedere che non lo facessero: nel momento in cui una femmina partorisce (magari per la prima volta quando non sa ancora che cosa aspettarsi) a mio parere ha bisogno di avere vicino persone che le diano fiducia non semi-sconosciuti che magari vede due volte l’anno …..

    • a Elisa: io se prendessi una femmina in affido (premetto che mi piacciono i “cani francobollo”) non avrei problemi a darla all’allevatore x gestire la cucciolata, MA SOLO SE:
      – negli anni avessimo continuato a vedere l’allevatore e a frequentare la sua casa almeno una voplta a mese po + magari stando li uno o 2 giorni un paio di volte all’anno e magari abituandola gradatamente a stare li anche qualche ora e poi qualche giorno senza di me quando non deve accudire cuccioli, perchè la cagna continui a considerarla una seconda casa e a considerare l’allevatore un “secondo umani di riferimento” e conosca gli altri umani e cani che girano x casa e l’ambiente come si evolve;
      – dovrei avere assolutamente la possibilità di stare cpon la cagna almeno i primi giorni che arriva all’allevamento x il parto, durante il parto e almeno i primi giorni dopo il parto potendo poi passare anche quotidianamente qualche ora in modo che non si senta abbandonata; se potessi vorrei trasferirmi li pure io temporaneamente x 2 mesi e aiutare con la cucciolata (chi levi la cacca e paciocchi i cuccioli serve sempre in quelle occasioni).

      In tale caso allora l’affido mi andrebbe + che bene, ma non se dovessi mollare la cagna da sola 2 volte all’anno x 2 mesi ad un allevatore che la cagna vede solo quelle 2 volte l’anno o quasi.

      • Alice: quello che proponi è un vero “affido congiunto” come quello che si fa pe ri figli quando ci si separa!!!
        anch’io con presupposti del genere potrei considerare positivamente l’affido!
        però non l’ho mai visto gestire in questo modo, da qui il mio scetticismo!

        • a Elisa:

          hai ragione, un affido di questo genere è materialmente/logisticamente/economicamente difficile da gestire x entrambe le parti (ad es bisogna abitare abbastanza vicini all’allevatore sennò le difficoltà aumentano esponenzialmente e bisogna anche essere o amici dell’allevatore o comunque in ottimi rapporti) e serve che l’allevatore abbia dove alloggiare il proprietario anche se io vorrei stare su un materassino nel box del mio cane soprattutto quando sta x partorire o ha appena avuto i cuccioli (e aiuterei nella gestione degli stessi, anzi non sopporterei di non poter aiutare).
          Se una cosa così non fosse possibile allora accetterei solo di avere un maschio in affido, cosa molto meno complicata (anzi, non capisco perchè + persone non lo facciano: da l’opportunità di avere un ottimo cane anche a chi economicamente farebbe fatica a pagarlo e da la possibilità di essere ben seguiti dall’allevatore negli anni, che praticamente farà le veci di un educatore specializzato nella razza ma con + competenza e impegno; poi mi sembra una bella opportunità x chi non è espertissimo x imparare a “vivere e conoscere la razza a 360 gradi” venendo seguiti e avendo in casa un buon soggetto, visto che bisognerà imparare come nutrirlo al meglio, come condizionarlo fisicamente e magari come prepararlo a prove di lavoro insieme ad uno specialista, come cominciare a insegnargli come ci si comporta in Expo anche se probabilmente verrà portato dall’allevatore o da un Handler, ci verrà insegnato come educarlo e trattarlo al meglio ecc, tutte cose che normalmente si imparerebbero solo in parte in anni e anni di prove ed errori ecc).

          Insomma, avere una femmina in affido è complicato x proprietario e allevatore se si vogliono fare le cose veramente x bene, ma riguardo ai maschi mi chiedo perchè la cosa non sia + diffusa visto che ha molti vantaggi x entrambe le parti e x il cane stesso.

          • Alice, io ho dato in famiglia un maschio però non mi sognerei mai di pretendere che vada in expo, sia toelettato e addestrato come un soggetto da carriera espositiva.
            Mi sono tenuta la possibilità di averlo per le monte e di rifiutarlo per le monte chieste da altri. In effetti ai suoi proprietari è conviene averlo in affido, hanno un cane pagato metà, con una genealogia eccellente, devono nutrirlo e fornirlo di vaccinazione, antiparassitari etc etc e in compenso incassano le monte che non fa con le mie femmine. meglio di così!!!!
            in effetti hai davvero ragione: chissà perchè non ha più diffusione l’affido dei maschi.

  8. x Lupi che nn posso rispondergli essendo finito l’albero ..
    velocissimamente:
    a) se hai dei cani che convivono, si, puoi tenerne anche 10 in casa (posto che nn è legale, ma lasciam correre) ma ci sono centinaia di razze per le quali non è possibile
    b) nn è questione di far fare ad altri il lavoro sporco, ma di dare al cane possibilità diverse. tu sei UNO, i cani sono Xn.. non è possibile, fisicamente, dare a ognuno di loro le stesse attenzioni che se fossero figli unici. per nn parlare delle razze sottoposte a prove d lavoro, per le quali è necessario dedicare a ogni cane, ogni giorno, ore per la preparazione. O prepari il cane o segui gli altri, se nn hai il dono dell’ubiquità 🙂
    c) i propr dei miei cani (venduti o affidati) che ci si veda ogni 10 gg o ogni 2 anni, mi riferiscono che come si comportano con me (felicità, gioia, accettazione di certe cose ecc) nn lo fanno con nessun altro. mi fido di quel che mi dicono 😉
    d) le cane affidate che tornano a partorire, tempo 10 minuti ritrovano i ‘loro’ posti. riconoscono dove andare, quando andare, dov’è la mia stanza, dove sono le ciotole dell’acqua n casa etc e NON subiscono trauma alcuno.. 🙂 certo, nn arrivano il giorno del parto, ma almeno 10 gg prima … dopo di che, son talmente impegnate a seguire i cuccioli che, anche quando i propr le vengono a trovare (le prime settimane) praticamente nn li considerano di pezza 😉

    • cmq, Lupi, no problem eh ! è solo un modo diverso di vedere le cose .. 🙂 ho avuto la fortuna di incontrare persone che sono state disponibili a questo iter. Non è un obbligo per nessuno eh .. 🙂

      • premetto che ribadisco che ad affidare ci ho provato anche io ma la gente prima si lagna dei 1000 euro e poi se proponi l’affido piuttosto pagano cent su cent senza batter ciglio…
        e che IO non ne prenderei mai uno in affido perchè se prendo un cane deve essere IL MIO CANE… e se è in affido non lo è al 100%…
        diciamo, sarebbe meno problematico l’affido del maschio, che quando serve “se la spassa 5 minuti” e via…
        ma…
        a) per fortuna nella mia città non è illegale possedere anche 40 cani in casa comunque sia… i box si fanno sono li se vengono a far controlli, ma i cani possono comunque stare in casa, cosa che preferisco… per la convivenza si bisogna vedere razza x razza, comunque sia io solo un maschio per volta, piuttosto che tenerli divisi/in box o doverne cedere uno…
        b)non è un lavoro sporco è una cosa bellissima un’esperienza che tutti dovrebbero fare, ma che richiede, per esser fatta come si deve, certe competenze, perchè è una fase delicatissima che va seguita nel migliore dei modi.
        se uno si è fatto il nome perchè sa fare, e si rivolgono a lui per questo, se poi il cane è cresciuto da altri, è la stessa cosa?
        Io personalmente VOGLIO seguire IO le mie cucciolate per crescerlio come dico io quindi l’unica soluzione sarebbe riprendermi in casa la femmina 2/3 mesi…e allora non è più fattibile in tutti i casi di affido. a meno che l’affidatario non sia un esperto inc erte cose in quel caso però, se sono ferratio in materia, hanno i loro cani difficilmente ne prendono in affido.eccezioni escluse.
        c-d)ribadisco che… cani che non ti vedono da anni, potranno far feste eh, perhcè sono gioiosi ma non saranno mai in feeling con te come con chi vivono fianco a fianco ogni giorno. ci sono sempre comunque le eccezioni, cagne che “va bene con chiunque…” (contro cagne mammone francobollo che no sposterei di casa)

        • non riesco a farmi capire proprio eh .. magari nn mi spiego bene, ma anche tu a leggere mi sa che salti qualche riga.. 🙂
          – affido: il cane non è gratis ! e neppure a prezzo basso. di solito viene fatto su un cane super promettente (se parliamo di cuccioli) + spesso su cani già avviati alla carriera. esistono altri accordi. Quali? dipende da volta a volta e da cane a cane. e anche da allevatore a allevatore.
          – maschi in allevamento? ma proprio no! i maschi a casa loro.. in allevamento van fuori di zucca con una cagna in calore ogni momento, due volte all’anno.
          – quella che ha parlato di far fare a terzi il lavoro sporco sei tu eh, ti ho solo risposto 🙂
          – le cucciolate vengono seguite dall’allevatore, TRI-RIBADISCO, e nn certo delegate. le cagne tornano quindi dove sono nate (nel mio caso nella mia camera da letto, ma so che sono un po’ pazza )
          – dipende da razza a razza: hai ragionissimo. anche se – da cosa sento tra colleghi che allevano le razze + disparate – nessuno di loro ha problemi, ne li ha la cana, quando torna dove è nata per partorire.
          – certo, trovare chi è disponibile all’affido non è facile, nello stesso tempo è molto meno complicato di quel che sembra. si tratta di viverlo nel modo giusto.
          – solo in italia ci son tutti sti problemi, all’estero è pratica normalissima che il cane ceduto ( non affidato eh, bada bene ) torni dall’allevatore a partorire, dopo che, sempre tramite l’allevatore, si è scelto il partner idoneo.
          Una persona che fa una vita normale di casa/ufficio/famiglia ben difficilmente ha tempo (oltre che luoghi idonei, professionalità, passione e esperienze) per seguire al meglio una cucciolata.
          e ora chiudo qui 🙂 e vado a coccolarmi i cuccioli

          • ma io non ho detto che sia un lavoro “sporco”… questo l’hai aggiunto tu… io ho detto che con la sito si fa fare ad altri il lavoro che dovremo fare noi.ma non che sia sporco.
            il maschio in allevamento lo so che Tribola un pò però come si fa a non averlo… nel senso che piace proprio a me avere anche un maschio.
            le formule più diffusa di affido che conosco sono… ti do il cane gratis. tu ci spendi quello che spenderesti normalmente se il cane fosse tuo. tutto quello che riguarda esposizioni Monte gestione della cucciolata e esami extra prima di farla sono a carico mio. mi fai due cucciolate con la canna e poi ti giro il pedigree ed é tua a tutti gli effetti. ma qualche furbo riesce pure… oltre ad avere due cucciolate a nome suo… a farsi pure pagare il cane.

  9. quando si allevava solo in base alla funzione molte delle odierne patologie erano sconosciute o molto controllate, infatti se un cane non funzionava nessuno con un po di sale in zucca si sarebbe mai pensato di metterlo in riproduzione(i nostri avi hanno conquistato un impero con cani selezionati in base alla funzione) ma oggi e non finirò mai di ripeterlo fin chè si alleverà solo per vincere delle mostre di bellezza con giudici sedicenti che tirano ogni uno al suo mulino di tornaconto ,quello che sta succedendo con tutte le patologie esistenti è il minimo che possa accadere e questo è un fatto reale e tangibile che tutto possono toccare e constatare in cinofilia ,e purtroppo il più delle volte si porta a casa il cosi detto campione pagato fior di quatrini che non è altro poi che un ricettacolo di malattie. Ciao a sentirci Aquila della notte

    • Concordo con te Rapace Notturno!

      Un esempio emblematico di quanto la selezione da Expo che è solo morfologica e non premia ne carattere ne attitudini lavorative dando un’esagerata importanza a soggetti “vincenti” sul piano estetico e spesso perfino ipertipici e non funzionali (con l’annesso uso indiscriminato di pochi stalloni vincenti x coprire un esorbitante numero di femmine spesso in mezzo mondo e in pochissimi anni, che se risultano portatori di una malattia non rilevata la diffondono nella razza in pochi anni + l’uso di cani come stalloni/fattrici anche se molto giovani e ciò permette soprattutto ai maschi vincenti di fare molte monte prima che una qualche patologia genetica invalidante possa manifestarsi; inoltre tale prassi limita ancor + rapidamente la diversità genetica del pool genico aiutando le patologie recessive a manifestarsi + di frequente, visto che in molti casi finisce che una gran % della generazione di cuccioli di una certa annata sia figlia di uno o pochissimi stalloni blasonati) possa danneggiare i poco tempo una razza sana anche quando la morfologia premiata in Expo non è ancora una caricatura non funzionale (come è invece in molti casi):
      Pitbull ADBA e Amstaff (l’UKC non lo includo perchè fra selezione standard quasi uguale all’AST e doppie registrazioni ormai differenziare i 2 cani è molto difficile e quindi anche le patologie genetiche di una razza confluiranno nell’altra molto rapidamente).

      Negli AST da pochi anni si è diffusa come malattia genetica l’Atassia (si pensa a partire dalla Francia x via di uno stallone molto utilizzato nel recente passato) perciò si consiglia a chi prende un cucciolo di richiedere il test dei genitori x tale patologia; invece nei Pitbull ADBA la patologia è sconosciuta tanto che il test normalmente non serve (ma negli UKC sarebbe il caso di farlo x precauzione vista la quantità di doppie registrazioni e quindi gli scambi genetici fra AST e UKC).

      • Certamente Alice mi fa piacere che ci sia almeno una persona che abbia capito il problema ,tu sfondi una porta aperta , nel senso che siamo arrivati ad un eccesso nelle esposizioni che non rasenta il ridicolo ma lo sorpassa e gli sta davanti,se per caso io andassi ad un esposizione con uno dei miei cagnoni corsi tradizionali(e secondo me veri cani corsi e considero dei meticci quelli da esposizione)se per caso al giudice venisse in mente di toccarlo minimo gli stacca una mano perche loro non permettono a estranei di toccarli,ed essendo cani allevati in base alla funzione sono esenti da molte patologie che brutalizzano le moderne razze compresa la displasia(se non riescono a correre dietro ad un capriolo non vanno in riproduzione)io conosco molti cosi detti campioni di gare di bellezza( sempre nel cane corso meticcio ENCI da esposizione)che avendo vinto molto e avendo dei PEDIGREE altisonanti sono andati in riproduzione portandosi dietro patologie(poi trasmesse alle cucciolate) per molte generazioni compresa la displasia che una volta era totalmente estranea al cane corso,e molti cosi detti campioni sono totalmente sterili,me lo spieghi tu come fanno ad avere delle cucciolate? per questo motivo noi appassionati del antico cane corso lo alleviamo in base alla funzione,e le gare di bellezza concepite in questo modo, con una accolita di parrucconi al comando che pensano solo al loro interesse vadano per la loro strada continuando ad inondare il mercato di cani inutili e pieni di malattie, e come diceva Califano: tutto il resto è noia. Ciao a sentirci Aquila della notte

        • a Aquila Della Notte:
          certo, il Corso delle Expo Enci è un meticcione visto che hanno fatto uno standard non conforme a come erano sti cani in origine(ad es prognatismo e occhi scuri richiesti quando avevano dentatura a forbice e occhi chiari tendenti al giallo che sarebbero anche stati molto belli e caratteristici,..ma contando che il Corso ENCI discende dagli stessi identici avi del Mastino Napoletano ENCI e lo sfacelo colossale che hanno fatto anche con quella razza facendola diventare una caricatura ipertipica e incapace di una vita normale, non mi stupisco + di nulla..) e poi x adeguarli allo standard hanno pensato di meticciarli con Boxer x il prognatismo e Dogue De Bordeaux x mantenere la stazza che si stava ingentilendo x via del Boxer…e questa bella pensata ha portato nel Corso tante malattie prima inesistenti (Epilessia, Displasia ecc) e ne ha reso la morfologia assai meno funzionale.
          Sappiamo tutti che lre Expo non solo portano la morfologia verso ipertipo e nons3ense morfologici allontanandola dal tipo da lavoro, ma portano anche il carattere di praticamente ogni razza a uniformarsi verso un carattere funzionale/comodo x le expo, ovvero cani anche da guardia e difesa che si fanno mettere mani in bocca e sulle poalle da sconosciuti e cani che normalmente avrebbero alta aggressività intraspecifica che sfilano insieme ad altri 10 o + cani sul ring stando vicinissimi e senza degnarli di uno sguardo…poi l’ultima è stata l’assurdità del cambiamento di standard del Pastore del Caucaso che ora non deve + essere diffidente e mordace verso gli estranei ma deve essere SQUALIFICATO se cerca di addentare il giudice (e probabilmente penalizzato se gli ringhia o lo guarda male): sti dementi vogliono arrivare ad avere 400 e passa razze sempre + diverse x aspetto (perchè sempre + ipertipiche)ma uguali x carattere (non cane docile e buono, ma semplicemente cane capace di lasciarsi toelettare tranquillamente x ore, di vivere senza sporcarsi il mantello ne fare giochi troppo pesanti che potrebbero causare piccoli incidenti, capace di stare x ore in un kennel ad un Expo e di trottare nel ring insieme ad altri cani, di farsi portare da un handler sconosciuto e di piazzarsi in perfetto appiombo coin sguardo fiero, e soprattutto di farsi manipolare dal giudice in ogni modo senza mostrare aggressività ma nemmeno di essere scocciato o intimidito o annoiato ma mantenendo la solita posa statuaria…almeno selezionassero cani realmente docili e adatti anche alle sciuremarie, invece distruggono carattere e attitudini dei cani selezionando un carattere che va bene x un cane da show ma può essere uno stronzo in casa) e totalmente prive di qualsiasi attitudine lavorativa reale.

          Mi piacerebbe molto vedere le foto dei tuoi cani: i Corsi Boxerizzati (pensa che la mia Pitbull odia i boxer perchè sua madre aveva come vicina di casa una boxer che detestava, però la mia pitbulla scambia regolarmente x boxer i Corsi Boxerizzati, ma non quelli non prognati…non so se x l’odire perchè non credo gli osservi le proporzioni del muso; però qui a Genova 6/8 anni fa circa c’era una marea di Corsi ENCI mentre oggi non si vede manco + un singolo Corso in giro) li trovo bruttini ma i veri Corsi (come i Veri mastini napoletani) lui trovo molto belli: mi puoi trovare su Facebook se cerchi “AliceOltreLoSpecchio” e mi chiedi l’amicizia x potermi inviare immagini. Sono curiosa di vedere in foto 2 Corsi Tradizionali (se ne trovano poche immagini di quel tipo di cani se si guarda non fra le immagini del passato)!

          ciao

          • Ciao Alice si certamente lo farò ma siccome sto partendoperil Molise appena torno lo faccio, devo andare a vedere dei nuovi cuccioli nati da poco di una linea di sangue molto gagliarda e antica certamente cercherò di scriverti in privato e mandarti le foto dei miei cani,devi avere un po di pazienza perche io con la consolle sono una frana e dovrò impratichirmi su questo forum che è nuovo come automatismi per il sottoscritto,per quanto riguarda i cani tradizionali si hai ragione specialmente i grigi e i formentini(non certo il nero che è un colore aggiunto ed estraneo al cane corso tradizionale antico)quando nascono hanno gli occhi azzurro chiaro per poi trasformarsi in uno stupendo giallo chiaro in età adulta che quando ti fissano ti trapassa l’anima,ciao a sentirci prossimamente Aquila della notte

  10. Il rischio peggiore non arriva dalle patologie “manifeste” quali la displasia del’anca o il monorchidismo o l’epilessia.
    il danno maggiore alle razze lo fanno le patologie sostenute da geni recessivi che provocano la nascita di cani malati da genitori sani ma portatori. nella razza che allevo purtroppo le patologie più diffuse sono proprio causate da geni recessivi e per i quali non esiste quasi alcun test.
    è ovvio che non è possibile eliminare tutti i riproduttori che hanno generato un cucciolo affetto, andrebbero eliminati dalla riproduzione anche tutti i loro fratelli e sorelle, ed i loro discendenti. Uno sfacelo!
    impoveriremmo il pool genetico in modo veramente pericoloso e correremmo il rischio di vedere sparire la patologia in discussione ma vedremmo aumentare esponenzialmente altre patologie magari ancora più gravi.

    • non sono patologie manifeste quelle che hai elencato. sono manifeste nel momento in cui emergono.
      le malattie a trasmissione dominante sono le prime che riescei a togliere basta togliere il riproduttore.per tutte le altre che sono recessive è un casino. si manifesta nel momento in cui si incontrano due portatori ma può rimanere latente per generazioni e generazioni. solo nel momento in cui c’è un test del Dna hai qualcosa di certo altrimenti va anche un pò fortuna… ma qui stiamo parlando di patologie controllabili sul DNA appunto… dove non ci sono più problemi basta pianificare bene le cucciolate

  11. Molto interessante.
    Mi viene in mente un fatto ovvio ma che non viene mai menzionato: i cani vnduti a privati non allevatori, qualora dovessero essere anche molto tipici nell’aspetto come nel lavoro (anche se non necessariamente campioni) vanno irrimediabilmente perduti dal punto di vista riproduttivo, impoverendo ulteriormente il pool genetico. In altri casi vengono usati in riproduzione, ma usati male (se il privato decide di farli riprodurre ma fa accoppiamenti a caso). Potrebbero esserci rapporti di collaborazione riproduttiva con privati a cui vengono venduti cani promettenti (o che potrebbero esserlo, dato che spesso vengono venduti da cuccioli)? Non tutti i privati sarebbero interessati, ma alcuni potrebbero prestarsi volentieri a qualcosa che si tradurrebbe comunque in una valorizzazione del loro cane. Questo accade in alcuni casi? (Qualcuno mi ha detto di sì, ma non ho esperienze al riguardo).

    • esiste la possibilità alla quale tu accenni. si tratta dell’affido o comproprietà che dir si voglia. però, sono moltissimi i proprietari che non ne vogliono sentir parlare e dire che sarebbe vantaggioso anche per loro !
      sono altrettanto tanti i proprietari che, nonostante le 100mila raccomandazioni da parte dell’allevatore e la sua disponibilità totale, fanno accoppiamenti ad cazzum ..

      • però li capisco… io piuttosto che dover badare a due cucciolate non mie fatte con un maschio che non decido io e non in momento in cui decido io… o pago il cane a prezzo intero… o glie lo lascio e lo prendo da un altro. senza contare che se non ti va perchè non ti interessa ti tocca comunque fare Expo o cose simili o mandarci il cane.invece di che ne so andare in montagna con lui/lei. vantaggioso un cavolo…parliamone. e lo dico contro il mio interesse perchè da allevatore piacerebbe anche a me dare qualche femmina in affido a della gente vicino a casa mia. altra cosa non di poco conto io i cuccioli preferisco crescermeli in casa. come faccio a essere sicuro io che l’affidatario abbia le competenze per farlo e non mi butti fuori dei cani isterici o non combini altri pasticci. mentre riprendersi la cagna in allevamento per lo svezzamento dei cuccioli è tremendo per lei che non è più a casa sua…
        insomma fa comodo ma secondo me non è la soluzione ideale. la soluzione ideale sarebbe allevamenti non troppo affollati dove i cani vivono come in famiglia…

        • ops…. mi sono dimenticata una serie di cose: le cagnoline vengono a partorire a casa dell’allevatore in momenti dove ci si accorda tra le parti.. (non lascierei MAI fare a un neofita il momento del parto o la crescita della cucciolata) e l’allevatore nn è certo uno sconosciuto x la cana, visto che in tutto il periodo precedente i contatti sono rimasti (almeno, nel mio mondo ) con cana e proprietari.. Ovvio che tutto questo prevede una ‘voglia’ da parte di entrambi .. altrimenti nn si può fare 🙂
          la soluzione ‘non troppo affollati’, si , ci può stare i primi anni, poi dopo ? .. smetti di allevare per 10 anni perchè sterilizzi/invecchiano? .. e nn tieni altri cani per continuare, per evitare ‘sovraffollamento’ ?
          la soluzione affido (che cmq non è ‘per sempre’ ma per un periodo prestabilito.. ) è quella ottimale, a mio avviso, per cane (che vive in famiglia da figlio unico con tutti i vantaggi del caso) per i proprietari (che si trovano ad essere seguiti in modo particolarmente attengo) e anche per l’allevatore, che può contare su soggetti in carriera, sani, tipici, senza doversi ‘riempire’ di cani, con tutte le conseguenze negative (per i cani innanzitutto, ma nn solo) del caso ..
          poi….. bho, questo è il mio pensiero eh 🙂

          • io ho dei cani rimasti vicino casa che vedo ogni tanto e si ricordano di ma ma mi è capitato di darne più lontani e quando ci rivediamo magari dopo un anno, manco mi salutano… ok sono nati li ma… dopo che sono due tre anni che vivono altrove con il loro umano, magari altri cani… di quel che vuoi, ma anche li vedessi spesso e mi salutassero come amiconi, NON SONO A CASA LORO, in un momento delicato come parto e accudimento dei cuccioli. c’è poco da fare.
            poi certo ribadisco, comodo far fare agli altri il lavoro che dovremmo fare noi, tenere il cane accudirlo educarlo nutrirlo e poi quando è ora, fargli fare cani A NOME NOSTRO e ho provato pure io a proporre l’affido a un paio di persone che mi parevano idonee.Ma se non accettano li capisco pure.
            Per il discorso “non affollati” per me, è tipo io adesso, 6-7 cani in casa, una cucciolata max due l’enno due tre fattrici produttive qualcuna in pensione eventualmente uno stallone, e non dico solo 2 femmine produttive e fine… è infattibile… però i miei cani stanno tutti assieme e tutti in casa e non in box… e anche se magari ho un po meno tempo da dedicargli di chi cel’ha “figlio unico” penso che facciano una vita decente…

    • i portatori sani di malattie (e in alcuni casi anche gli affetti) vanno accoppiati SOLO con cani SANI ma non va bene escluderli dalla popolazione e l’articolo spiega il perchè.
      i test sul dna sono comodi perchè danno un quadro chiaro e non ipotetico o stimato del riproduttore (portatore sano, sano o esente),di conseguenza si può tenere sotto controllo l’insorgenza della malattia nei discendenti semplicemente evitando di accoppiare fra loro portatori sani e/o affetti ma accoppaindolo sempre e solo con esenti di modo che la prole sia al massimo portatrice sana, potendo così portare avanti ciò che c’è di buono in certe linee di sangue e soggetti, e senza restringere troppo il pool genetico.
      insomma c’è da guardare salute morfologia carattere in un soggetto, se “togliamo tutto” ciò che è sospetto o portatore o affetto ci restano forse 3 soggetti e quindi poi si ammaleranno lostesso per troppa consanguineità.
      Se oggi scorpiamo il test dna di una malattia ed eliminiamo tutti i riproduttori che sono affetti/portatori sani… togliamo anche “cose buone” e senza saperlo magari… ci teniamo riproduttori esenti per questa malattia ma magari portatori od affetti per altre malattie di cui ancora siu ha il test sul dna…
      insomma alla fine dato che “la vita non si inscatola”, allevare è un difficile compromesso…

      • Grazie della spiegazione, ora mi è chiaro! Tuttavia non concordo in toto, non quanto riguarda la preservazione della popolazione, ma perché non essendoci la possibilità di “bloccare” il pedigree come per i gatti eventuali privati (più o meno sprovveduti o alla peggio allevatori con pochi scrupoli – tanto il loro cane è portatore, mica malato) potrebbero inconsapevolmente accoppiare un portatore con un portatore. Quindi ne approfitto per chiedere: quanto sarebbe fattibile un provvedimento del genere da parte dell’ENCI?

        • elisa… premesso che non c’è “pubblico” (o statale per essere ironici) e “privato” negli allevamenti c’è solo chi lo fa per mestiere chi per passione chi di rado chi una volta sola ecc… e che non dovete pensare che un buon allevamento sia quello coi cani in batteria che ne “produce” decine l’anno e chi fa una cucciolata ogni tanto sia per forza uno sprovveduto…
          ma… ENCI che pone dei paletti? mi vien da ridere.
          tuttora che alcune patologie vengono già segnate sul pedigree, es grado di displasia dell’anca, se anche chichessia, privato o allevatore professionale non cambia, accoppia due cani displasici marci l’enci rilascia il pedigree lostesso, cosa vuoi che possa mai fare specie con patologie non ancora messe in quelle diciamo “segnabili sul pedigree”… e che si richiede di testare per “buon senso”.
          Se in italia avessimo la licenza come in altri paesi, ovvero i cuccioli del cane X non possono ottenere il pedigree se il cane X non ha dimostrato di essere a posto (verifica di salute e morfocaratteriale) allora si, ma dato che l’enci se ne frega, se ne frega per i privati come per i grossi…mi sa che non si può fare nulla se non informare come in questo articolo.
          IO dal canto mio quando do via cani, spiego, SE DOVETE RIPRODURLO fate questo questo e questo test verificate questo e quello, sappiate che il vostro cane PUO essere portatore sano di malattia X e quindi testatelo ed eventualmente se è portatore cercate un partner esente per quella patologia…
          poi chiaramente non posso obbligarli ma li avviso, e sono disponibile a seguirli se hanno bisogno, nel caso vogliano riprodurre il lorto cane.
          Se inveve uno prende il cane da un cagnaro che NON DICE nulla di tutto ciò ma si limita a vedere… e che vuoi farci?
          senza contare che molti cosidetti “privati” il pedigree non lo fanno, troppo sbattimento, e in quel caso… cosa impedisci? del resto anche se blocchi un pedigree il cane può riprodiursi lostesso e a molti “che non devono fare le gare” va bene lostesso anche senza pedigree…

          … è un mondo difficile…

  12. Molto interessante, complimenti! Se posso aggiungere una riflessione: l’allevatore di oggi ha una difficoltà in più (voluta o no?) dovuta al fatto che i cani non si utilizzano quasi più per il lavoro. Detta banalmente infatti, se ad esempio un cane è displasico incontrerebbe certamente delle difficoltà nel lavoro e non sarebbe messo in riproduzione. Poichè oggi, molto spesso il fine ultimo non è il lavoro ma è la bellezza ecco che un cane con displasia può diventare campione in expo e produrre tanti e tanti cuccioli, da qui il proliferare della malattia nella razza. A mio avviso, il lavoro dovrebbe fissare il tipo….

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