sabato 16 Marzo 2024

Il “Vero” Standard del… Pastore maremmano-abruzzese

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

maremma1di VALERIA ROSSI – Ero convinta di averlo già scritto… e invece no! Me l’hanno fatto notare e rimedio subito, partendo dall’…

ASPETTO GENERALE – Quello di un dolce e amabile orsacchiotto (anzi, orsacchione) bianco, tutto tenerone e pacioccone: cosa che induce molte Sciuremarie e Sciurmari (almeno quelli che non si lasciano intimidire dalle dimensioni) ad allungare la manina e a smanacciare il cane in testa, visto che la testa è a portata di mano e che non bisogna neppure abbassarsi per accarezzarla.
A questo punto può andare tutto bene se il cane è un soggetto da show (loro sono abituati a sopportare di essere toccati e smanacciati); altrimenti si possono verificare alcune interessanti possibilità.
a) la manina, il cane te la stacca (e ha tutte le ragioni del mondo: non si piantano le mani in testa a cani che non ci conoscono, e anche se ci conoscono il modo migliore per approcciarli non è quello di fargli PAT PAT sulla capoccia con la delicatezza di un caterpillar);
b) il cane ti guarda col fumetto che dice “Ma come ti permetti?” ma non reagisce, oppure reagisce con un ringhio sommesso: consiglio vivamente di prestare la massima attenzione al ringhio sommesso, se non si vuole rientrare nel caso a);
c) se non è trattenuto da un guinzaglio, il cane ti guarda schifato e se ne va, col fumetto che dice “Ma tu guarda che stronzo/a”. Anzi, più che un fumetto è un’insegna al neon. L’aria schifata è così evidente che brilla nella notte.
In generale: per una volta fanno benissimo le persone che si lasciano intimorire dalle dimensioni.
Non perché il PMA sia un cane “cattivo” (anzi, se ben allevato e ben gestito è uno dei cani più equilibrati che esistano), ma perché è un concentrato di dignità e fierezza; uno che non sopporta troppo facilmente la maleducazione; uno che si illude di vivere ancora in quel mondo rurale e naturale che gli apparteneva fino a pochi anni fa, in cui nessuno si sarebbe mai sognato di andare a pastrugnare un cane non suo.
Purtroppo questo mondo è diventato ormai quasi utopistico. Ad eccezione dei pochi soggetti che ancora fanno la guardia alle greggi, i PMA sono sempre più spesso costretti a vivere in una società che non capiscono e non condividono: e non sempre vi si rassegnano, proprio perché sono cani pieni di dignità. Quindi, a certe palesi dimostrazioni di cafonaggine umana, possono anche ribellarsi con decisione (e hanno di nuovo ragione loro).

Pastore marino?
Sarà questo il pastore marino?

VARIETA’ ALTERNATIVE
Tolto un interessante “pastore maremmano-pugliese” (mapecché?!?) e un pregevolissimo “pastore marino” sentiti in expo, solitamente l’errore che si fa è quello di abbreviare in pastore “maremmano-e-basta”, con grande incazzatura degli abruzzesi che invece vorrebbero chiamarlo solo “pastore abruzzese”, o “mastino abruzzese”.
Non intendo affrontare qui questo discorso (che tra l’altro ha ben poco di umoristico): posso però rimandarvi a questo articolo, scritto da un notissimo allevatore, che spiega perfettamente l’etimologia del nome.
Piccolo excursus serio (ma smetto subito, eh!): forse sarebbe giusto considerare due tipi distinti di cane, visto che il vero cane da guardianìa è cane ben diverso dal PMA da esposizione, sia morfologicamente che caratterialmente.
C’è anche da dire che fino agli anni ’50 la razza si chiamava effettivamente “pastore abruzzese” o “mastino abruzzese”: fu solo nel 1956, sotto la presidenza di Tommaso Corsini, che l’ENCI decise di accorpare in un’unica razza questo pastore e quello maremmano, a cui in realtà risultava “simile” ma tutt’altro che identico.  Ognuno tragga le proprie conclusioni, fine del piccolo excursus serio.

maremma2CARATTERE ED ATTITUDINI
Il carattere del PMA (quello vero) viene perfettamente descritto dallo Standard (quello vero): “Il suo carattere, anche se fiero e alieno alla sottomissione, sa anche esprimersi in un devoto attaccamento al padrone e a ciò che lo circonda”.
“Fiero”
e “alieno alla sottomissione” sono le parole chiave, da stamparsi nella zucca incise a fuoco.
Se vogliamo approfondire il discorso potremmo dire che il motto del pastore maremmano-abruzzese, quando si rivolge ai suoi umani, è il seguente: “Ti voglio bene, ma non rompermi le palle”. Con tutti gli altri umani del mondo si limita alla seconda parte: “Non rompermi le palle”, punto.
C’è un motivo, se questa razza ha un carattere un po’ diverso dalla media canina: e sta nel fatto che per secoli e secoli lui ha vissuto per conto suo, occupandosi di difendere il gregge ma non di star lì a scondinzolare all’umano di turno in cerca di coccole o di cibo. Il cibo gli interessa, ma non è che sia disposto a sbavare sul pezzettino di wurstel: se glielo dai accetta, grazie. Se non glielo dai, o peggio se gli chiedi qualcosa in cambio, può anche farti il gesto dell’ombrello (che in canese si traduce nel girarsi ed andarsene a passo caracollantemente dignitoso. Se potesse inalberare un cartello, questo direbbe: “Baciami la coda”).

maremmapecoreNato per difendere le pecore dai lupi, in realtà è anche lui “un po’ lupo”: non teme la solitudine ed è indipendentissimo. Gli umani li considera un optional.
Se obbedisce a un ordine, è una concessione speciale che ti fa, perché hai ottenuto la sua stima e il suo rispetto (e te li devi guadagnare sudando sette camicie): che non obbedisca a un ordine è semplicemente la norma.
Se sognate il cane soldatino, col PMA vi attaccate al tram.
E guardate che non è questione di metodi o di strumenti: lui non lo sottometterete mai con le cattive maniere (anzi, rischiate grosso, perché non teme nulla e nessuno), ma non lo comprerete neppure adescandolo con palline o bocconcini. Con lui non ci sono scorciatoie: o ti conquisti la sua amicizia (rigorosamente alla pari), oppure verrai bellamente ignorato (se non gli rompi le palle: in caso contrario potresti pure scoprire che bei dentoni che ha).

Maremma-Sheepdog2TESTA
Di indicibile bellezza, tanto che possiamo anche capire chi mette a repentaglio le manine perché vuole accarezzarlo a tutti i costi: ma anche di indicibile caparbietà.
Lui è un grande saggio che non ha bisogno di nessuno che gli spieghi cosa deve fare: lo sa da solo… e il bello è che ci azzecca quasi sempre. Un’amica allevatrice mi disse, una volta, che si fidava ciecamente delle reazioni dei suoi cani di fronte a una persona appena conosciuta: se piaceva a loro si fidava, altrimenti no. Lei sostiene di non aver mai sbagliato una sola volta. E le credo.
Il rovescio della medaglia, ovviamente, sta nel fatto che se tu non sei d’accordo con le decisioni del cane, vince il cane. Però non me ne preoccuperei, visto che di solito ha ragione lui.

maremmabuffoOCCHI
Lo sguardo da cane ENPA, nel maremmano abruzzese, non lo troverete mai. Vabbe’, quasi mai: se gli state mangiando sotto il naso qualcosa di superbuonissimo, un filino di occhio languido magari scappa anche a lui. In generale, però, lui ha lo sguardo da persona seria. Ti rimira, ti soppesa, ti valuta, poi decide se gli piaci a no. Se gli piaci, l’occhio si addolcisce un po’ (ma gli resta il fumetto “Non rompermi le palle, altrimenti l’amicizia finisce subito”). Se volete un cane con gli occhi da cocker o da beagle, compratevi un cocker o un beagle.

maremma3TRONCO
Secondo lo Standard è “fortemente costruito“. Mooolto vero. Il PMA è un mesomorfo pesante, ovvero un cagnone in cui il perimetro toracico è appena maggiore dell’altezza al garrese.
Per l’osservatore medio è un cagnone e basta (fino a 73 cm. al garrese), però non grande come il Montagna dei Pirenei, che arriva a 80 cm.
Se ne deve dedurre che quello di Belle e Sebastien non è un PMA e che non bisogna fare la pirlata di volerne uno solo perché nel film era così figo (se è per questo non bisognerebbe fare neppure la pirlata di volere un Montagna dei Pirenei solo perché nel film era così figo: ma almeno non sbagliate la razza, santiddio!)

MANTELLO
Bellissimo, purissimo, levissimo. Bianco come la neve, e infatti quando va in muta vi sembrerà che abbia nevicato per tutta casa.
Perde pelo a carrettate, come tutti i cani con folto sottopelo: il punto è che il folto sottopelo è presente nei cani nati e selezionati per vivere all’aperto, e il Nostro fa proprio parte di questo novero.
A differenza di tante altre razze, però, non c’è soltanto nato: gli è proprio necessario vivere all’aperto, stare in campagna, occuparsi di pecore e di farsi gli affari suoi, senza essere costretto ad inserirsi in una società urbana che lo stressa a mille e che può mandare a pallino il suo equilibrio.
Questa è la primissima cosa che bisognerebbe sapere sul Pastore maremmano abruzzese, ma l’ho detta per ultima perché di solito, se spieghi alle Sciuremarie com’è il carattere di un cane e quali sono le sue esigenze, ottieni che facciano “sìsì” con la testa e poi vadano a comprarsi il PMA da salotto (specie se hanno visto un cucciolo, perché i cuccioli di maremmano-abruzzese sono una cosa che ti manda fuori di testa). Allora provo a dire che perde una carrettata di pelo, così forse si convincono che è meglio lasciar perdere.
La verità è che questi cani, in appartamento, ci vivono male. Non amano starci.
A loro non gli piace la città, non piace stare in mezzo a un’overdose di persone, non piace che qualcuno li smanacci dicendo: “Uhhh, guardaaaaa, è Belle!” (e dategli torto).
Il PMA è un cane “da esterni” (uno dei pochissimi, ma forse quello che ci sta più volentieri in assoluto).
Se non avete un gregge da affidargli potrete affidargli la custodia di casa vostra, dei vostri figli, dei vostri gatti (no, non se li mangia: gli altri animali di casa li ama e li protegge con grandissima intensità): però, a differenza di quasi tutti gli altri cani del mondo, lui deve vivere “almeno” in giardino.
Ha un bisogno veramente vitale di spazi aperti.

maremmamammaConcludendo: il PMA è l’essenza del cane rustico, rurale, a cui è sempre stato chiesto di stringere un fortissimo legame affettivo con le pecore, non con l’uomo: anche perché l’uomo molto spesso se ne andava e lo lasciava lì, a sorvegliare il suo gregge. Un cane-cozza, un cane troppo appiccicoso, ne avrebbe sofferto (o avrebbe addirittura lasciato il “posto di lavoro” per rincorrere l’umano): invece lui, per metterla proprio giù dura, degli umani se ne sbatte.
Sì, le feste ve le fa (moderate); sì, vi vuole un sacco di bene (sempre se sapete meritarvelo): però senza troppe smancerie e senza che sia disposto a fare il doppio salto mortale per un bocconcino o una coccola.
Anzi, è il contrario: sarete voi a fare i salti mortali per ottenere che vi metta per qualche secondo il musone su una gamba, o che vi scodinzoli affettuosamente. Ovviamente la cosa può non entusiasmare chi cerca il cane francobollo: ma manda in brodo di guggiole chi ama i rapporti franchi, schietti, “a muso duro”, che necessitano di grande osservazione e comprensione reciproca.
Se NON vi piace vincere facile, questo può essere il cane per voi.
L’importante è tenere sempre ben presente che il PMA non è un cane imprevedibile, aggressivo, di cui non ci si può fidare (come spesso si sente dire): è solo un cane decisamente diverso dall’icona del fedele amico un po’ ruffiano e disposto a tutto pur di compiacere gli umani. Lui è disposto a fare il suo mestiere, e lo fa col massimo impegno. Tutto il resto è superfluo.
E’ un animale veramente speciale, che come tale andrebbe soprattutto rispettato e che dovrebbe sempre trovare qualcuno che conosca e capisca davvero la razza. Se non lo trova, questo qualcuno, è verissimo che può diventare un po’ stronzo: ma ancora una volta, ha ragione lui.
Se non capite tutto questo, siete un po’ capre: e purtroppo non il genere di capre che questi cani amano proteggere.
Se non capite la vera essenza del PMA, un PMA non ve lo meritate. Punto e basta.

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29 Commenti

  1. Il mio maremmano Furia, era talmente equilibrato che quando veniva con me al canile per fare volontariato, lui aspettava fuori con gli altri cani liberi e non ha mai litigato con nessuno, anche perchè era impegnato a controllare se accarezzavo altri cani. Mi manca tanto.

  2. Ricordate che il PMA odia le delusioni affettive che noi esseri umani commettiamo spesso nei loro confronti senza accorgersene. Non le dimentica più è bisogna riconquistare la sua fiducia è affetto.

  3. Ho un PMA femmina di 3 anni, e ad ogni descrizione che leggo è un suo copia incolla. Io faccio spesso trekking anche lunghi con lei, abbiamo lo stesso rapporto che viene descritto qui, di amicizia alla pari, quando vuole fa di testa sua, oppure da vera guardiana e osservatrice, si ferma in alto a guardarmi mentre io continuo a camminare sul sentiero.
    Per me non esiste un vero addestramento per questo tipo di cane, ma solo “comprenderli” e passare tanto tempo con loro, il resto viene da solo.

  4. Ho un Patore Maremmano Abbruzzese di 13 mesi, ma non ha il carattere sopra descritto. Riservato, attento e guardiano. Il mio è giocherellone; gioca con tutti e quando lo porto a passeggio vorrebbe giocare con chi incontra per strada. Se lo libero nel bosco può accadere che prenda a inseguire odori e fugga, tornando quando gli pare a lui. A sette otto mesi si è scontrato con un grosso cinghiale, che gli ha portato rispetto, dandogli solo musate e dandomi modo di riprenderlo. Quindi non mi fido iù a liberarlo. Abito in campagna ed ha a disposizione molto spazio. Talvolta obbedisce, talvolta no. Però mi vuole un gran bene e mi vorrebbe sempre con sè. Non sempre fa la guardia quando vengono estranei. Convive bene coi gatti e con due altri piccoli e vecchi cani meticci; e tollera che uno gli ringhi e lo morda. Insomma, non è del tutto in linea con la descrizione di carattere che ne fa la signora Rossi. Mica sarà un po’ grullo? qualora lo fosse, poco male, anzi gli vorrei ancora più bene. Inoltre non ha il tartufo nero, ma roseo scuro screziato di nero. Tartufo che ho veduto anche ad altri. Prima di lui, tutti morti di vecchiaia, ho avuto rottweiler, doberman e pastori tedeschi e apuani. Ma questo è di gran lunga diverso. Grazie se vorrete darmi qualche consiglio. Buon lavoro.

  5. Io ho conosciuto un pma ad un pensione per cani per tipo due estati ed è stato un cane che non dimenticherò mai!! E sono fiera di averlo conosciuto perchè ogni giorno che mi vedeva mi saltava addossso, stile boxer, certo due carezze poi andava per i cavoli suoi però mi salutava e certe volte mi leccava anche!! Un cane stupendo, per pochi!

  6. Proprio vero quello che si dice nel bell’articolo: il PMA è così, senza tanti fronzoli e smancerie. Ho avuto una femmina di PMA. Non abbaiava, non scodinzolava, non veniva incontro per fare le feste. Ma i suoi occhi che mi guardavano… quelli mi sono rimasti nell’anima…

  7. Io invece credo che sia un cane molto pericoloso, in molte situazioni.
    Già da cucciolo, peraltro!
    Il primo pericolo che ho corso con lui è stato quando sono andata a prenderlo allo stazzo. Sono scesa dalla montagna a piedi, con questo cosino in braccio: la sua mamma era a zonzo per quei prati e fino alla macchina ho corso il rischio di essere sbranata per il rapimento in corso.

    Per buoni 15 giorni, puzzava di pecorino da far stramazzare. La mia macchina ha corso il rischio di venir rottamata, dopo il suo passaggio.

    A casa non si aspettavano l’ennesimo cane: questo pelouche morbidissimo ha pericolosamente attentato alle difese emotive della famiglia. E siamo a tre.

    Inoltre, presto si è capito che era pericoloso anche per gli altri cani: al cancello, mentre gli altri abbaiano a pieni polmoni al passante, lui valuta e decide se è il caso di abbaiare. Se ritiene che non sia il caso di far casino, ogni altro cane si vede i suoi denti in bella mostra fino a che non torna la quiete.

    Pericoloso con i cani più piccoli o deboli: l’ho visto alzarsi e correre a razzo a far la guardia mentre ancora aveva due cucciole attaccate a mordicchiargli la coda. Le povere piccole sono state pericolosamente sollevate da terra e dopo diversi suoi passi sono volate via. Mi ricordava Bud Spencer quando dimenticava di avere ancora un cattivone attaccato alle spalle…

    Pericoloso per la fauna selvatica: può anche aver appena mangiato, ma se un uccello di dimensioni sufficientemente degne si abbassa troppo, lui non si fa scappare il dessert. Certo, deve valere la pena di muovere i suoi 50 kg.

    Pericoloso per i gatti, o almeno per il loro libero arbitrio: l’ho visto andare ripetutamente a recuperare gatti a zonzo per il giardino e riportarli nell’unico metro quadrato in cui lui aveva deciso che potevano stare.

    Pericoloso perché sovversivo: gli altri cani, quando inizia il turno di lavoro, tutti contenti si lanciano a fare il giro del perimetro. Lui, sonnacchioso e sindacalizzato, non inizia a lavorare fino a che non si becca la sua coccola rituale. Prima ti scorta nel buio camminandoti a fianco, poi, quando sei dentro casa, allora il turno può cominciare.

    Pericoloso anche per l’ordine costituito del branco: che lui non intenda fare da gregario a nessuno si è capito subito (qualche ferita da curare c’è stata). Ma anche come alfa è ben strano!! Si butta tranquillamente a pancia all’aria e a turno finge di star sotto… Sopporta anche eccessi di entusiasmo da parte dei cuccioli, ma dopo un po’, con una zampata li schiaccia a terra.

    Ma soprattutto, è pericoloso per l’umano!!!!
    Quando per un impeto di gioia decide di baciarti, corri il serio rischio di affogare nella copiosa, immancabile e perenne bava.
    Quando ti protegge, si appoggia di peso contro la tua anca, anche se sei alto 1.80. Il rischio di slogature è alto. Bisogna stare anche molto attenti alle corse!
    Quando gioca a rincorrersi con gli altri cani, è un bestione da 50 kg a quattro zampe motrici lanciato a 50 km/h. Contro uno stinco, fa male, tanto tanto male.

    Ma il pericolo più grande lo corrono quegli amici cheono gratificati dal lasciare che i cani saltino loro addosso. Se l’amico è appoggiato contro un muro, se la cava con una doccia di bava, visto che ovviamente la sua testa finisce spesso più in basso di quella del mastino. Altrimenti, auguri!

    Pericoloso anche per la psiche dell’umano: quando ti guarda fisso e silenzioso, rischi di andare in analisi per mesi. Ti trovi a chiederti se per caso hai a che fare con un essere umano molto peloso.

    Pericoloso per gli intrusi non lo è, invece. Tutto sommato, lui si fa notare. Avvisa per tempo! L’intruso può sentire il suo vocione già quando esce da casa sua per venire a trovarmi. E poi è gentile: lui generalmente non si avvicina al cancello. Si piazza in linea d’aria tra il suo “gregge” (famiglia) e l’intruso e gentilmente lo aspetta (con un ringhio degno di Cerbero).

    Diffidate sempre dal mastino abruzzese, soprattutto se non avete spazi grandi dove possa comportarsi così (male).

  8. Articolo meraviglioso che conferma in pieno tutto ciò che ho vissuto con la mia amatissima Nike.
    Un cane di incredibile intelligenza e capace anche di grandi moti di dolcezza, ma fiero, schivo, indipendente, con una ferrea autodeterminazione.
    Capiva tutto al volo, ti “leggeva dentro” come nessuno, e la più grande dimostrazione di affetto e di rispetto ti potesse dare, era quella di accondiscendere a una RICHIESTA (richiesta, non ordine! E col “per favore” annesso), se per lei immotivata, dopo 5 minuti e per 3 secondi. E allora capivi che lo faceva per purissimo affetto e ti scioglievi come neve al sole. Perché non c’era sottomissione o biscottino che tenesse!
    Sì, perché se si trattava di una richiesta motivata, per esempio quando le si chiedeva di alzarsi perché, non essendo un pinscher, bloccava tutto il passaggio, lo faceva senza battere ciglio. Se invece le chiedevi per esempio di sedersi, faceva l’espressione “uff, ma perché dovrei? Eh, vabbè, forse dopo ti faccio il favore”. Eheheh!
    Ricordo quando per puro istinto protettivo, riportava il gatto dentro casa con manovre di aggiro (il gatto non era invece felice di non potersene andare a fare le sue passeggiate!).
    Un cane che comunque non ha fatto mancare anche languide richieste di coccole (non per il cibo o altro, solo per le coccole in sé), ma solo quando decideva lei, e ti strappava il cuore.
    Insomma un cane “difficile” senza dubbio, ma sono grata di aver avuto la possibilità di vivere con Nike per ben 15 anni, non solo per l’immenso affetto, ma anche per tutto ciò che grazie a lei ho imparato sui cani.

  9. Uno dei miei cani preferiti! Dalle mie parti ce ne sono diversi, a vari stadi di “purezza” ed è un cane che veramente se lo lasci in pace a fare il suo lavoro ha un’aria felice, soddisfatta, tranquilla.
    E’ anche un cane che ti fa risparmiare i soldi per la scuola canina. Dubito che sia possibile insegnargli qualcosa che non sia quello che sa fare già di suo.
    Sarebbe da vietare tassativamente a chi vive in città. Portarlo in giro solo nei week-end, potarlo “al campo” e tenerlo in un giardinetto di città, in un terrazzo, è una follia acuta, e anche garantita ricerca di infelicità umana e canina. Anzi, da quel che vedo è un cane che non dovrebbe andare in giro al guinzaglio. Quindi: o sei un pastore, o hai una bella tenuta per farlo stare a gusto. Sennò prendilo solo come salva-schermo del PC

    • Tutto giusto tranne che per il discorso dell’ insegnare, puoi insegnargli quello che vuoi e lui lo apprende al volo, e se lo ricorda a vita……quando gli pare! Si perché come dice l’articolo il pma decide tutto da solo! Io al mio ho insegnato di tutto dal seduto alla terra, dal trottola a dare la zampa, solo che dopo i 5 mesi comincia a decidere da sé e te le fà proprio per farti un piacere personale per pochi secondi e una volta ogni 3! In più di solito assume un espressione scocciata e superiore del tipo ” va bene’ accontentiamo sta bimba minchia che se no mi tira scemo,così vediamo se smette de Rompe le balle!” Fidati loro sanno farsi capire benissimo e capiscono ancora meglio!

  10. Bella descrizione… e avendone avuta una, confermo. Razza difficile e affascinante. Il suo punto di forza, come giustamente hai detto, la prevedibilità. Prevedibilità, ovviamente, per il proprietario che lo conosce bene. Se con altre razze hai la quasi certezza che il cane obbedirà a qualche ordine che sa fare (es. so che se lo chiamo, si ferma, so che se gli dico resta non si muove), con il pma hai la quasi certezza che il cane saprà comportarsi in un certo modo in una situazione che conosce. Che “sa fare” determinate cose. Come farle però lo decide lui. Se mi ritrovo a passeggiare in una strada di periferia a traffico ridotto o con i cani liberi e vedo sopraggiungere una macchina o un trattore, ai bolognesi dico “fermi”… alla maremmana dicevo “stai attenta”.

  11. Gli Abruzzesi si arrabbiano tutt’ora per svariate ragioni sul nome del cane. La ricostruzione del dott. Simoni alla quale lei rimanda,Valeria Rossi, a mio avviso contiene delle criticità :

    1.considerare una transumanza fra l’Abruzzo e la Maremma quando il cuore della transumanza preistorica è quella sannitica e poi quella “Spagnolo-Borbonica” nelle medesime regioni (Abruzzo-Molise-Capitanata pugliese) .
    Considerare “maremma” ogni costa italiana fu solo una furbata dei nobili Toscani che registrarono la razza “Maremmana” in realtà nel 1898 in Inghilterra.

    2.Il canis patoralis che gli scrittori latini consigliavano bianco e con uno standard ideale simile all’odierno PMA è un contenitore più ampio che conteneva cani di varie origini e provenienze; quindi dimostrare come fece il dott. Simoni che cani bianchi fossero usati anche in Toscana non vuol dire nulla. Ho documenti storici di cani bianchi da pecora anche sulle Alpi e un po’ ovunque….

    3. Con ogni probabilità la razza, quella vera, per come la conosciamo e per il concetto moderno che sottende (omogenità e trasmissimilità) si consolida proprio nel 1500: “è sotto i Borboni che la pastorizia e l’allevamento raggiungono il massimo della specializzazione e cosi anche il cane selezionato secondo il metodo massale e funzionale”

    4. Non esistono documenti che identifichino un cane tipico delle Maremme o della Toscana prima della famosa registrazione (con 2 cani) in inghilterra mentre esistono a bizzeffe documenti che parlano di cani da pastori abruzzesi- chiamati proprio così- in Italiano ed in lingua straniera (francese, Inglese, tedesco). In alternativa era chiamato Italian Wolf dog (nel senso di cane anti lupo) ma sempre riferito agli Abruzzi…

    5. i caratteri differenziali fra il tipo Maremmano rispetto al il tipo Abruzzese così come descritti dal prof. Solaro sono totalmente estinti. L’unico tipo affermato e sopravvissuto è l’Abruzzese.
    Il problema della differenza fra i cani da “show” e quelli da lavoro è problema esclusivamente di selezione “funzionale”.

      • Aggiungo le riflessioni di un ricercatore storico del CNR che si occupò di questa razza:

        non credo di essere stato offensivo e mi piacerebbe che la cosa sia reciproca, tuttavia mi limito a riportare direttamente l’opinione di un noto ricercatore del CNR di questa razza:

        Da: Paolo Breber, “Il cane da pastore maremmano-abruzzese”, Firenze, 1977.

        “La razza canina in questione è riconosciuta dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana con il nome di ‘cane da pastore maremmano-abruzzese’ ed è descritta anatomicamente in un opuscolo compilato da G. Solaro, riportato nell’ultimo capitolo. Dopo aver visto centinaia di esemplari, posso confermare che vi è una buona corrispondenza tra la descrizione ed i soggetti migliori, ma non posso accettare la denominazione adottata.

        Qual è il significato di questa doppia nomenclatura? Mi sono state offerte due spiegazioni. La prima dichiara che la formazione dell’attuale cane è avvenuta per la fusione di due razze: il cane da pastore abruzzese ed il cane da pastore maremmano, ed è pertanto giusto che le due denominazioni siano unite; la seconda spiegazione afferma che nel doppio nome va ravvisato un richiamo all’area di diffusione della razza: il cane, accompagnando greggi transumanti, si troverebbe d’estate sui pascoli montani d’Abruzzo ed in inverno scenderebbe nei pascoli di pianura della Maremma in Toscana.

        Ambedue le spiegazioni sono errate. Per quanto riguarda la prima, si può escludere che il ‘cane da pastore maremmano-abruzzese’ sia una via di mezzo tra le caratteristiche del cane da pastore abruzzese e quello maremmano. La figura del ‘cane da pastore maremmano-abruzzese’, così come definita dall’E.N.C.I., rappresenta semplicemente il cane da pastore abruzzese e nessuna delle caratteristiche tipicizzanti il cane da pastore maremmano sono state accolte nello Standard del ‘cane da pastore maremmano-abruzzese’. Questa affermazione è sostenuta, più in là, da un confronto e da una descrizione delle due razze.

        A proposito della seconda spiegazione, va detto che oggi non esiste una corrente di transumanza tra la Toscana e l’Abruzzo, e non risulta esistesse in passato; osservazione, quest’ultima, ovvia visto che, prima dell’unificazione d’Italia, ben due confini politici separavano le zone. Storicamente risulta che la sola ‘extraregnazione’ di greggi abruzzesi sul versante tirrenico fosse quella pattuita tra il Regno di Napoli ed il Papato per lo svernamento nella Campagna di Roma. La grande, millenaria industria ovina transumante si fa tra Abruzzo e Puglia e, in misura minore, come appena detto, tra Abruzzo e Campagna di Roma, ed è in questa pastorizia che si trova il ‘cane da pastore maremmano-abruzzese’. Difatti, chiunque può constatare che la razza è assai comune in Abruzzo, Puglia, e Lazio mentre in Maremma è assente. Se si volesse chiamare la razza in base alla sua distribuzione stagionale, il nome sarebbe più propriamente ‘abruzzese-romana’ o ‘abruzzese-foggiana’; ma visto che sono gli abruzzesi a praticare questa pastorizia e quindi sono loro i depositari della razza canina in questione, il nome deve essere semplicemente ‘cane da pastore abruzzese’.”

  12. Sìììì finalmente!
    Bello bello, e verissimo!
    Ok, il nostro orso bianco non ha il “pidigrì”, ma è 100% pma inside e outside e confermo tutto, tranne forse la parte sull’essere distaccato e non coccolone. E’ vero sicuramente che sono cani mooolto indipendenti, non dipendono da un umano che gli dica cosa fare e non “pendono dalle tue labbra” come la maggior parte degli altri cani. Aragon in realtà è estremamente appiccicoso e coccolone, ama proprio il contatto fisico, gli abbracci, vorrebbe fondersi con te perchè vicinivicini non è abbastanza. Però ad un certo punto decide che basta così, e va a stendersi 20 metri più in là, chiedendoti semplicemente di lasciargli il suo spazio.
    E poi lo sguardo…quasi umano, ma con un che di selvaggio, ha questo modo di guardarti negli occhi, non con intenzione di sfida, è proprio il suo modo di comunicare. Ti guarda e sembra che ti parli. Le persone rimangono sempre impressionate da questo suo modo di fissarti con quegli occhi gialli, le mette quasi in soggezione, ma lui in questo modo le studia, per decidere se sono un pericolo o meno. Perchè lui decide da solo e la sua idea mica gliela cambi. Hanno un cervello e lo usano in modo molto autonomo.
    Lui è un guardiano e la sua preoccupazione principale è la sicurezza della casa e del branco/famiglia, è un cane da lavoro e questo lavoro lo prende molto seriamente. Anche troppo. Infatti lui se la tira, mica si perde a giocare con te, è un cane serio lui, ha da fare!
    Ed è verissimo che non puoi prenderlo per la gola: mentre la nostra femmina (meticcia) si prostituisce per un bocconcino e fa anche i tripli salti mortali all’indietro, lui non lo puoi comprare così. Ti devi guadagnare la sua fiducia, e allora si butta nel fuoco se glielo chiedi. Perchè in realtà la collaborazione la vuole, la cerca, e se fa quello che gli hai chiesto lo fa per te, non per il biscottino. Sempre però pensando con il suo cervello, e sempre mantenendo la sua dignità. E quanta ne hanno questi cani! Dignità e fierezza impressionanti (ok quando si spaparanza a pancia in su o quando rosicchia l’osso con il culo per aria ne perde un po’, ma questo lui non lo sa).
    E poi è permaloso. Santiddio se è permaloso. Se anche alzi un po’ la voce mette su dei musiiiii. Lui è un lord e vuole le buone maniere, e se non le usi ti guarda con la faccia scandalizzata da cotanta volgarità.
    E vuole essere trattato alla pari, assolutamente. In un certo senso non vuole essere trattato da cane.
    Perchè in realtà forse non è un cane…o forse lo è più degli altri.

  13. Finalmente!!! Lo aspettavo!!!
    Ho scelto un pma proprio perché volevo finalmente concedermi un cane di taglia grande che fosse un guardiano equilibrato e indipendente.
    Esteticamente sono più un tipo da dobermann, ma l’ultima cosa di cui avevo bisogno era un altro cane cozza 🙂
    Allora è arrivata la principessa delle nevi!
    Sinceramente l’unico problema di adattamento alla vita urbana che posso notare è che loro sono cani da guardia al 1000% il che significa che il pma abbaia, a tutti, a tutto, finché li vede e in paese di tutti e tutto ne vede tanti!
    Noi viviamo in un grande appartamento con giardino che non è enorme ma per un appartamento è anche grande, inoltre fa il giro della casa e lei può fare le sue ronde!
    Lei viene da una linea da expo e fin da piccola l’ho abituata a tutto, è il cane perfetto, estremamente affettuosa (un po’ più di ciò che descrive lo standard) con noi e anche con gli amici, ma sempre delicata e non invadente, diffidente e schifata dagli invasori, ha la capacità di capire se io li conosco o no e con gli estranei che passano di quà diventa spaventosa!
    Sta stare al gioco ed è autoironica, si può dire di un cane?
    Qui la vita non è ne di città ne di campagna, è una via di mezzo e per chi decidesse di accogliere nella sua famiglia un pma ma vive in un posto diverso dal suo habitat naturale vorrei dire una cosa: il pma quando vede qualcosa abbaia, ma non sta abbaiando per avvisare voi che c’è un intruso, sta avvisando l’intruso che quella è casa sua, e quindi urlandogli di stare zitto non otterrete proprio un bel niente, se non che lui sentirà di dover urlare più forte di voi per farsi sentire meglio dall’intruso.
    Se ci pensate nei pascoli gente ne passa poca e anche se abbaiassero tutto il
    giorno non darebbero fastidio a nessuno.
    Io sapendo che questo è il suo lavoro e che è ciò che li fa sentire realizzati, ho imparato alcuni trucchi, la lascio abbaiare un po’ e quando la cosa si protrae troppo (ho pur sempre dei vicini e abbaiare 3 minuti di fila a un gatto che la sfotte dall’altro lato della strada non mi sembra utile) la chiamo con un tono super amichevole e leccaculo e la distraggo da ciò che sta facendo, ora credo abbia capito e quando si annoia abbaia al nulla solo perché sa che poi esco a giocare, fate attenzione anche a questo, un pma non si adatta facilmente alla vita in famiglia, ma una volta capite le dinamiche se glielo lasciate fare vi rigira come un calzino 😀
    Quindi questa è la mia esperienza per ora (ha solo un anno) in poche parole se non avete pazienza (a me ha insegnato ad averne) e dei vicini fastidiosi lasciate perdere!

  14. È tutto verissimo!
    Il mio cane non mi obbedisce, mi fa delle concessioni, e al il mio ragazzo ,che cerca di usare le maniere forti, obbedisce poche volte e di mala voglia!
    ho messo 2 anni per insegnargli il comando “resta”, ma non per capriccio, piuttosto perché ha l’indole da fuggitivo e il cervello da cucciolone; forse è proprio per il carattere ancora da cucciolo che fa il cane francobollo, fino a che gli secca…
    Questa è una razza speciale, non gli ho mai insegnato a fare i suoi bisogni in giardino o fuori casa, eppure lui ha sempre fatti! Un pastore maremmano abruzzese ha il suo carattere, p si ama o si odia, io personalmente lo amo!

  15. Il nostro vicino ha un maremmano abruzzese e lo usa proprio per… fare la guardia alle pecore. E ai conigli. E ai figli. E quello sembra il cane più felice del mondo… non che faccia i salti di gioia, ma nel suo decoroso contegno con scodinzolo vedi la bellezza dell’utilità. Non salta addosso, ti cammina a fianco, e mentre con noi è un pezzo di pane, con chi incautamente si avvicina sembra una belva gonfia e ringhiante. Terribile e bellissimo, ed è così che ogni maremmano dovrebbe essere.

  16. In effetti c’era gia’ un “Ti presento il …”.
    Bellissimo cane, incontrato tante volte passeggiando in Appennino (in genere si incontra un umano, con un cane – in questo case, si incontra il cane e basta, con le pecore).
    Una curiosita’: in un’ipotetica scala neotenica, l’aspetto di questo cane lo farebbe rientrare nel primo stadio, o forse il secondo, mentre dal comportamento sembrerebbe molto piu’ vicino al quinto: non e’ vero?

    • con riferimento al V° stadio, per me assolutamente no: totalmente in contraddizione alla sua selezione.
      Il termine indipendenza che può trarre in inganno qui si genera dalla specifica selezione, in un quinto livello è spontaneo, ha anche connotati diversi.
      Se questi cani da guardiania comunicassero e avessero le movenze di un V° stadio le pecore vivrebbero nel terrore, e con una buona ragione visto che il cane se le papperebbe pure, almeno per gioco.

      • sono d’accordo…è vero che è indipendente ma la mancanza di istinto predatorio direi che decisamente non lo fa rientrare nel V stadio

  17. Tanti anni fa ero a fare trekking nel parco dei Sibillini (cosa che consiglio a tutti, è un posto meraviglioso).
    A un certo punto il sentiero viene invaso da un gregge sconfinato, e tutt’attorno diventa un fiorire di “Beeeee” e campanacci. C’erano pecore dappertutto, mi urtavano, mi guardavano, mi brucavano le cinghie dello zaino. Io, da brava pirla quale sono, mi entusiasmo.
    “Ooooh pecorelleeee! *__*” e giù a smanacciare il più vicino dorso bianc(astr)o e lanoso.

    La “pecorella” s’è girata ringhiando e mi ha piantato in faccia una bella doppia fila di dentazzi acuminati.
    Per fortuna ha accettato le mie scuse (e mi sono davvero scusata per tipo cinque minuti).

    Da quel momento mi sono tenuta garbatamente alla larga dagli ovini.

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Ti presento il cane
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