giovedì 28 Marzo 2024

Una domenica un po’ diversa

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

Domenica 10 Aprile Simone fa un servizio fotografico nel bosco, che ne dici se ci andiamo e facciamo fare qualche foto carina a Mandriano?”
Il 30 Marzo, Fabiana mi mandava questo messaggio su Telegram.
Il Simone in questione è Simone Pileci, addestratore cinofilo, bravissimo fotografo e nostro amico che qualche anno fa aveva avuto l’onere di immortalare il nostro matrimonio; poteva essere il momento di fargli fotografare anche l’ultimo arrivato in famiglia, 5 anni probabilmente erano stati sufficienti per riprendersi da quel fatidico 1 Aprile 2017 (il fatto che abbia optato per specializzarsi in foto di cani e non in foto di matrimoni potrebbe essere colpa nostra…).

Il 10 Aprile siamo quindi partiti alla volta del parco naturale di Rocchetta Tanaro con, in rigoroso ordine alfabetico, Aladino, Destiny, Giada e Mandriano: quest’ultimo in teoria era il protagonista designato per le foto, mentre Destiny e Aladino avrebbero fatto da “accompagnatori” godendosi al contempo la passeggiata nel bosco.
Siamo partiti con laaaargo anticipo per poter fare il viaggio con calma, soprattutto per la cucciola bipede che patisce ancora un po’ la macchina, e da casa nostra la location del servizio fotografico distava poco più di un’ora.
Completavano l’allestimento del viaggio un paio di panini che avremmo consumato in loco come merenda: d’accordo con Simone infatti ci siamo “piazzati” come ultimi clienti di giornata, così da poter eventualmente sforare un po’ sui tempi senza che questo portasse disagio ad altre persone (esclusi ovviamente Simone e la sua compagna Silvia, che ci hanno dovuto sopportare fino a tardi).

Arriviamo al parco giusto con un’ora di anticipo, incrociamo Simone e Silvia che si stanno iniziando ad addentrare nel parco con i clienti prima di noi, ci piazziamo nel parcheggio attrezzato e facciamo scendere pupa e cani.
Giada entra nel mood del servizio fotografico, dopo di che decide che i tavoli attrezzati per il picnic siano ottimi per giocare a salirci sopra: non facciamo in tempo a dirle che non è carino dato che su quei tavoli la gente poi ci mangia che pianta una sonora facciata su uno dei suddetti tavoli e smette di trovarli interessanti.
Aladino ovviamente non si rende conto, si guarda intorno spaesato, si esibisce in un paio di inchini al nulla assoluto.
Mandriano sembra apprezzare la location rustica, zompetta impaziente al guinzaglio, molesta un po’ Aladino e poi si tranquillizza.
Destiny dopo aver analizzato la situazione decide che non c’è nulla di interessante, o forse che non vuole che la associno a quella banda di pazzi bipedi e quadrupedi con cui si trova, salta nel bagagliaio e decide che ci rimarrà fino a che non ci sarà da fare qualcosa di utile.

Approfittiamo del tempo a disposizione prima del nostro turno per consumare i panini, giocare un po’ con Giada, chiederci perché abbiamo preso Aladino… insomma le solite cose, finché non tocca a noi.
Simone vedendo che abbiamo tre cani, prima ancora che accennassimo che due erano solo “di contorno” ci dice che non c’è alcun problema a fare qualche scatto anche a loro.
Nota a margine: personalmente da tempo avevo una scommessa in ballo con Simone per cui se fosse riuscito a far sembrare Aladino bell… ehm, accettabile in una foto, avrei dovuto offrirgli una cena.

Ci addentriamo quindi nel parco con tutta la truppa bimbocanina, Simone in parte ci guida in alcuni punti che già aveva individuato in esplorazioni precedenti e in parte si lascia guidare sul momento dalla creatività. Giada è piuttosto collaborativa e attiva… a volte pure troppo, dato che mentre mettiamo i cani in posizione cerca di rotolare giù da qualche declivio o di conciarsi in maniera indecorosa.
Ogni tanto si spupazza anche Aladino (che ha portato lei al guinzaglio nel bosco, tranne nei punti un po’ più impervi), creando così una discreta fantasia peli-foglie-terra: nella foto seguente potete apprezzare il risultato, soprattutto sui suoi pantaloni.
Sì, ovviamente alla fine è entrata anche lei in qualche foto.

Simone, preso dalla foga creativa, in un paio di occasioni ha anche tentato una foto super-scenosa con tutti e 3 i cani in corsa verso la macchina fotografica.
Dopo numerosi tentativi ha però dovuto abbandonare i progetti di gloria, perché Aladino rimaneva inesorabilmente du’ giorni indietro (anche se provavamo a farlo partire molto più avanti degli altri) e/o coperto da Mandriano o Destiny.
Abbiamo in realtà una foto con tutti e 3 i cani presenti… perché abbiamo fatto l’immancabile “foto di famiglia”, e Simone l’ha fatta talmente bella che non solo l’ho scelta come foto di apertura per questo pezzo, ma per la prima volta da quando uso Facebook ho un’immagine di copertina e non solo l’immagine di profilo (va beh, okay, sono di parte… però volete forse negare che sia pucciosissima?)

Ovviamente voi in questo articolo vedete solo le foto “finali”, ma vi assicuro che non è stato tutto semplice: ad esempio per la foto di famiglia una volta Giada guardava dalla parte sbagliata, una volta io avevo la faccia da scemo (vabbè, più del solito), una volta Mandriano aveva gli occhi chiusi, eccetera.
Diverse foto le abbiamo fatte a turno con ogni cane (e a volte con la bambina), e anche qui non sempre andava tutto liscio… ad esempio in questa che vedete sotto, con Destiny e Aladino su una piccola catasta di legna, Aladino tendeva a lanciarsi giù dopo 2 nanosecondi perché per lui c’era troppa natura.
Insomma, il lavoro – soprattutto per Simone – non è stato tutto rose e fiori.

Nella foto più sotto vedete Aladino saltare in posa plastica, credendosi molto figo.
Serve forse dire che in numerose occasioni passava sotto al ramo (salvo poi saltarlo al ritorno, in senso opposto e quindi potendo al massimo venire ritratto di chiappe, ovviamente)? No, vero?
Anche Mandriano ci ha dato qualche grattacapo: i due “veterani” hanno ormai un ottimo resta e (salvo le succitate fughe dalla natura da parte di Aladino) metterli in posa era tutto sommato comodo, ma il cucciolo non aveva ancora chiarissimo il concetto di “resta”, quindi Fabiana piazzava il cane, si lanciava fuori dall’inquadratura e Simone cercava lo scatto (fotografico) fulmineo.
Insomma, non è stato tutto rose e fiori… fortunatamente noi comunque per allietare Simone e non fargli pensare troppo a quante foto gli sarebbe toccato scartare a causa dei diversi intoppi lo intrattenevamo con sagaci battute tipo “Aaah ma quindi questo ramo lo hai portato da casa e poi lo hai piazzato qui! Non potevi metterlo in un posto più comodo? E perché non lo hai fatto regolabile in altezza?”.
Tanto tra le mani aveva la sua attrezzatura fotografica e non poteva certo lanciarcela contro… avrebbe forse potuto scatenarci contro Silvia, che gli faceva da supporto tecnico-tattico e psicologico nei momenti di sconforto, ma il nostro elaborato piano prevedeva che Giada la tenesse impegnata mostrando le sue interessantissime acrobazie.
Il fatto di non aver lanciato Giada in mezzo al bosco nemmeno all’ennesimo “guarda cosa so fare!” e quando ormai stavo pensando io di farlo dimostra perchè anche Silvia sia un’ottima addestratrice: di sicuro non difetta in pazienza.

Simone ha comunque avuto modo di vendicarsi successivamente… perché anche per noi c’è stata una fase piuttosto difficile, quando Simone mi ha mandato il link con la galleria delle anteprime da cui avremmo dovuto selezionare le foto definitive che avrebbe elaborato.
Avendo 3 cani e una bambina il numero di foto era leggermente altino: pur dopo il lavoro di preselezione svolto da Simone, le foto tra cui scegliere erano 209.
Noi dovevamo sceglierne 12. Questa è crudeltà, diciamolo.
La scelta non è stata per niente facile, abbiamo fatto (anzi, soprattutto Fabiana ha fatto!) praticamente 3 turni di “selezione”, con criteri sempre più stringenti, fino a giungere a scegliere le foto che vedete illustrare questo articolo… ma sopratutto l’ultimo “round” di selezione è stato molto combattuto, perchè ovviamente anche le foto non scelte erano molto, molto belle.

Concludo ringraziando Simone e Silvia non solo per la professionalità, ma anche per la pazienza (specialmente al ritorno dopo aver concluso le foto, che causa Giada un po’ stanca è stato decisamente più “impegnativo” dell’andata!) e per averci riservato un bel po’ di tempo. E’ stata una domenica diversa dal solito, molto piacevole sia per l’ottima compagnia che per il risultato finale… e abbiamo anche estorto a Simone una mezza promessa che il prossimo servizio fotografico lo organizzerà un po’ più vicino a noi.
Se volete seguire Simone e i suoi lavori, o avere anche voi foto belle come quelle che avete visto in questo articolo, lo trovate come Simone Pileci – Dog&Motion, per esempio sia su Facebook che su Instagram.

Menzioni d’onore
Al “cucciolo di semaforo” (Giada dixit) incontrato durante il viaggio
Alla maglietta a tema Cattle Dog di Fabiana, che recita “I’m not barking, I’m explaining why I’m right”

PS: anche credo sia superfluo dirlo, lo ammetto… Simone ha vinto la scommessa relativa al far sembrare bello Aladino, quindi gli devo una cena… però lo scrivo qua in fondo così magari non se ne accorge!

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