Nella pagina di presentazione del Barbone abbiamo citato lo Standard FCI, che non riconosce i barboni bicolore: la Presidente dell’AIAB ci ha però segnalato che questa varietà è ammessa dalla VOE, un Ente cinofilo belga che comprende diversi Stati, tra cui la Francia con il CCBPF, l’Olanda, il Belgio con il BCMP e l’Italia con l’AIABB.
Il VOE è a sua volta affiliato alla UCI, che è un Ente internazionale e che comprende altri enti cinofili, che riconoscono appunto i Bicolore.
In Germania e negli USA il bicolore invece partecipa alle expo FCI, ma viene giudicato in ring separati.
Tutti i barboni bicolore hanno quindi un pedigree riconosciuto dalla UCI e possono partecipare alle esposizioni organizzate da Enti affiliati all’UCI (quindi non alle expo ENCI-FCI).
Il bicolore in realtà è il padre di tutti i barboni, visto che in origine era proprio bianco e nero: solo in un secondo tempo fu selezionato il colore solido.
Per maggiori informazioni: www.aiabb.it
www.canichesbicolores.org (da cui sono tratte le foto che corredano questo articolo)
E’ indubbiamente vero che il barbone nasce bicolore, perché bicolore (almeno nella maggior parte dei casi) era il Barbet, che è il suo diretto progenitore. Non è certo il primo né l’unico caso in cui il colore originario viene non solo abbandonato, ma addirittura considerato “da squalifica”: un altro esempio famoso è quello del boxer bianco. Normalmente, però, c’è una motivazione sanitaria alla base della scelta di escludere uno o più colori: è il caso del dobermann blu (carattere legato all’alopecia), e lo stesso boxer bianco, ai tempi in cui fu redatto lo Standard, era ritenuto albino e quindi geneticamente tarato (in realtà non era vero nulla, ma questo fu scoperto solo dopo molti anni).
Il barbone bicolore non ha alcun problema genetico correlato: la scelta è stata esclusivamente estetica e per questo riteniamo che si potrebbe tranquillamente modificare (come è avvenuto recentemente per il colore rosso, che fino a poco tempo fa era escluso dallo Standard). Anche perché, diciamolo, esteticamente è davvero attraente.
Al momento, però, bisogna ricordare che i barboni bicolori NON possono partecipare alle esposizioni ENCI, mentre possono partecipare a quelle UCI. In altri Paesi questo non sarebbe un problema, perché esistono diverse associazioni cinofile, tutte con la stessa dignità e gli stessi riconoscimenti ufficiali: in Italia, al contrario, l’unico Ente riconosciuto a livello ministeriale è l’ENCI e per questo motivo ogni altra associazione cinofila viene un po’ “tagliata fuori” dalla possibilità di organizzare manifestazioni di un certo livello (peraltro l’ENCI in passato si è premurato anche di minacciare sospensioni nei confronti dei Soci che partecipano a manifestazioni non riconosciute da loro: non sappiamo se accada ancora, ma sappiamo che se l’ENCI avesse la stessa cura nel selezionare i suoi Soci escludendo i cagnari, la cinofilia nel nostro Paese sarebbe molto più sana).
Chi desiderasse un barbone bicolore sappia comunque che, se intende fare esposizioni, almeno per il momento dovrà rivolgersi maggiormente all’estero: ma non SOLO all’estero, perché l’AIABB è un’associazione molto attiva che ha già organizzato un raduno nazionale a Voghera, commentato positivamente anche dai francesi, e ne organizzeranno un altro il 25 settembre presso l’ippodromo di Novi Ligure.
Grazie infinite!!!! Finalmente si comincia a parlare anche di questo magnifico colore!!!
Vi aspettiamo numerosi ai nostri raduni, tutti possono partecipare, anche i colori solidi.